Rivista e Web-zine di musica, cultura, arte e tutto l'universo oscuro
..............................................RECENSIONI DISCHI
..........................................Inverno - Primavera 2009

NONLINEAR SYSTEM THEORY
"Fourier's Outrage"
CD (Subsound Record)

Se spesso con la musica, un gruppo o un musicista, cerca di lanciare un messaggio, in questo album d'esordio di messaggi ce ne sono talmente tanti che più che raccontar qualcosa, mi viene da pensare che i componenti di questo gruppo piemontese, probabilmente tutti con influenze musicali diverse, si siano messi a raccontar sè stessi, mescolando i propri linguaggi. Non sempre le contaminazioni musicali hanno buoni risultati, ma quì ci troviamo davanti ad un risultato a dir poco ottimo. Altra nota positiva: è quasi impossibile definirne il "genere", che passa dal cyber al noise all' industrial. Ci regalano meravigliose ballad, tastiere/piano dal sentore epico e chitarre metal e elettronica violenta. Io li vedrei perfetti come support band a gruppi come NIN e TOOL. Vi consiglio di ascoltare le tracce disponibili sulla loro home page in myspace.
Info: www.myspace.com/nlstheory
(Nacht)

EDO NOTARLOBERTI
"Silent Prayers
CD (Ark Records/Masterpiece distr.)

Dopo Argine, Ashram e Corde Oblique ecco le gesta soliste del bravo violinista Edo Notarloberti, virtuoso musicista napoletano tra i più dotati della scena. “Silent Prayers” propone ben più Ashram che Argine: 9 acquerelli neo-classici a tratti vicini alla musica da camera, alcuni dei quali – i migliori a mio avviso – completamente strumentali. E’ qui che si gusta la perizia del violino di Edo, ed il suo soave intrecciarsi con le trame di pianoforte. Una bella voce femminile accompagna invece la gran parte dei brani cantati, con la finale “L’Extravagance” a toccare il picco massimo di melodia ed a raggiungere un drammatico ed ineguagliabile effetto d’antan. La Ark ci propone il dischetto custodito in un affascinante digibook limitato a 601 copie. Se amate il genere, un’opera immancabile.
Info: www.myspace.com/edonotarloberti
(Oflorenz)

NOVUS
“Re-designing The Future”
CD (Rebco)

Cover e title-album pessimi (il solito robot 3D ed il solito titolo sul futuro, sembra di essere tornati ai tempi degli Eiffel65), musica che non chiede di essere amata dalla Filarmonica della Scala ma nemmeno derisa. Un buon piglio trance-dance con female vocal ci porta indietro di almeno una decina d’anni, sebbene il lavoro sulla base sia pulito e meno pomposo di quanto non capitava con certa trance becera da classifica. D’altronde siamo dalle parti del synthpop e non dell’italo o euro-dance. La differenza è tutta qui, nell’approccio alla musica, che non sfigura e dimostra di essere più vicino alla nicchia che al grande mercato (anche se questo è sempre un punto di discussione eterno, dopotutto cosa fa di questa musica un percorso alternativo?). Fastidioso il continuo ricorso al sample da playstation (o da commodore64?) ma sopportabile in quanto ben plasmato nei vari brani. Il progetto? Jonathan Sharp (Hexedene, Bio-Tek, New Mind) con Sarahjane (Faithfull Dawn) in arte Novus, qui al primo disco e forse prossimi ad un seguito (non faccio fatica a pensarlo). La tecnica del pezzo dance buono per qualunque occasione è pronta da servire, o Ri-servire (fa più figo detto così…)
(Matteo “Pinhead” Chamey)

ONE FOR JUDE
“Regeneration”
CD (Autoproduzione)

Nel flyer che accompagnava il cd, i francesi One For Jude si (auto)definiscono come una sorta di ispirazione fra Cure e Legendary Pink Dots. Sono d’accordo solo con questi ultimi, soprattutto per la vena altamente variegata e sperimentale delle tracce del cd: non c’è uno stile ripetitivo, sebbene io abbia trovato accenni alla scena post-wave francese della fine anni 80/inizio anni 90. Non ho comunque avvisato particolari atmosfere tipicamente ‘dark’ (passatemi il termine) per quanto il gruppo non sia immune da arrangiamenti ora malinconici ora cupi ora elettronici: e come dicevo è proprio questa varietà soprattutto esecutiva più che compositiva, che li rende degni un ascolto. Personalmente, seguendo prevalentemente gruppi atmosferici, ho particolarmente apprezzato brani come “Gregoire l’Illuminateur”, “Le Russe” “Coeur vegetale” e “L’Incroyable”, che hanno un’attraente commistione fra archi e pianoforte. Mi piacerebbe poter assistere ad un loro concerto dal vivo, per poter vedere come questa varietà di brani possa essere resa, e credo che la loro esperienza pluriennale possa comunque condurli ancora più lontano nelle preferenze del pubblico. Non di certo un gruppo di facile ascolto, comunque.
Info: www.oneforjude.com
(Anialf)

O QUAM TRISTIS
"Les Chants Funestes"
CD (Palace of Worms Record)

Ormai al loro quarto lavoro gli O Quam Tristis ci propongono questo gradevolissimo Les Chants Funestes. Un album .. elettronico? Si: basso e sintetizzatori dai quali nasce un suono tipicamente cold wave, magistralmente fusi ad atmosfere antiche, quasi liturgiche, confermate ed evidenziate dalla polifonia di voci sia femminili che maschili, campioni di strumenti antichi e testi in latino. Un CD che consiglio sia agli amanti della musica medievale che agli amanti dell'electrogoth, che in questo caso si fondono senza disturbarsi, con classe e senza eccessi, nemmeno nei momenti più barocchi. Ecco un link per ascoltare e scaricare alcuni loro brani: http://www.lastfm.it/music/O+Quam+Tristis .
Info: http://site.voila.fr/o.quam.tristis/accueil.html
(Nacht)

PASSIONE NERA
" Research" EP
MCD (Cold Meat Industry)

Dalla Roma di Ain Soph e Spiritual Front ecco a noi un nuovo progetto, concepito nel 2005 ma realmente operativo solamente dagli inizi dell’anno 2007. Collaboratore d’eccezione proprio Simone di Spiritual Front, che presta la sua voce per “Sinking” e probabilmente trasmette in qualche maniera quel fluido tipico del suo progetto agli amici di PN; l’elegante vena melodico-cantautorale dell’ultimo Spiritual Front si riscontra infatti come marchio di fabbrica anche nella 4 tracce d’esordio di questo mini, che non manca di riportarci anche alla mente l’elegante pop molto “british” degli Smiths, forse anche grazie al cantato in lingua albionica. Favolosa la breve e conclusiva “Return of the Fly”, con il suo arpeggio chitarristico “morriconiano”.
Un esordio con stile, disponibile anche in vinile 7”.
Info: www.myspace.com/passionenera  
(Oflorenz)

MAURIZIO PICCIRILLO E ZEROVOLUME
"L'oblio di Toz"
CDr promo (autoproduzione)

Questo promo ci è stato inviato da Maurizio Piccirillo, poeta napoletano ma residente in Toscana, già noto ai nostri lettori più assidui e attenti dato che abbiamo recensito anche il suo libro "Il sibilo dei sommersi" sul numero cartaceo 31. Il poeta ha vinto innumerevoli premi letterali e pubblicato varie antologie e libretti. Il promo riguarda il progetto di una futura pubblicazione di un libretto con CD, in cui saranno presenti 33 liriche, a loro volta recitate nei 33 brani musicati dagli Zerovolume. Inoltre sono previste 33 tavole grafiche create da Valeria Bucefari, per illustrare meglio il lavoro ed accompagnare ogni poesia. Le liriche sono surreali e fantastiche, composte in versi liberi senza metrica, mentre le composizioni musicali sono senza titoli e nominate solo con numeri romani, si tratta di brevi brani musicali con atmosfere di elettronica minimale. Il progetto è stato presentato anche ad alcune mostre e letture di poesia (tra cui Bruxelles, New York, Mosca). Il lavoro è ambizioso, ma speriamo che prima o poi possa vedere ufficialmente la luce, intanto facciamo un "in bocca al lupo" a Maurizio Piccirillo.
Info: iziobenz@freemail.it
(Nikita)

PROSPECTIVE
“The Dark Side Of Life”
CD (FireZoneRecords/Audioglobe)


EBM, electro e gothic combinate insieme con pesanti beats harsh ed il classico female-vocal un poco sdolcinato. Se la cavano bene Carola Müller (testi e voce) e Marco Thomaschewski (arrangiamenti), stabiliscono un ritmo cadenzato e potente senza infastidire. Un disco buono per le occasioni pre-serata-ebm, da spiattellarsi in macchina ad alto volume per competere con le nefandezze house-dance di altri veicoli fermi al semaforo. Certamente meglio un disco del genere, semplice e non pretestuoso che tanti altri finto-complessi e ben poca cosa se confrontati con la marea di produzioni similari. Questo ci mette del suo per sembrare accettabile, ripeto è un disco abbastanza piatto, emotivo fino ad un certo punto, ma è un buon disco ebm e questo può bastare. E se non dovesse essere di vostro gradimento, c’è sempre la possibilità di ascoltarselo a volume basso senza che qualche urla straziante fuoriesca dallo stereo. Harsh-ebm si, ma sommessa e soffusa tra le pieghe electropop.
(Matteo “Pinhead” Chamey)

RAPOON
" Time Frost"
CD (Glacial Movements)

Mi sto davvero appassionando alle produzioni della label romana di Alessandro Tedeschi, dedita a ricreare in suoni le suggestioni visivo-ambientali delle lande più estreme del globo. Tradurre in musica le glaciazioni, le aurore boreali, le nevi eterne dell’Artico, un sogno per ogni vero amante di ambient music e field-recordings, ed una sfida pienamente riuscita per l’etichetta capitolina; a forgiare nel ghiaccio uno dei suoi mattoncini, ecco un nome di certo noto per gli ascoltatori del genere: Rapoon, nella vita reale Robin Storey. “Time Frost” nasce dall’idea di una possibile glaciazione del pianeta causata, per quanto assurdo, dal fenomeno sempre più preoccupante del surriscaldamento climatico così spesso dibattuto da scienziati ed esperti in questi ultimi anni. Rapoon utilizza samples tratti da un vinile del famigerato “Danubio Blu” di Strauss, imprigionandoli in particelle di ghiaccio, rielaborandoli all’infinito in un processo circolare e ciclico, eterno come le nevi che prima o poi ricopriranno il nostro continente, riportando la storia del mondo all’anno zero.
Info:
www.glacialmovements.com
www.rapoon.com
(Oflorenz)

REVUE NOIR
"Anthology archive"
CD (Projekt)


Sam Rosenthal (sia fondatore dei magnifici Black Tape for a Blue Girl sia boss della storica label americana Projekt) e Nicki Jaine hanno dato vita a questo progetto musicale tra il dark cabaret e l'ethereal. Un interessante disco che ammalia l'ascoltatore per l'interpretazione vocale da cabaret, che potrebbe benissimo uscire da un film tedesco dei primi anni '30, in cui erano spesso rappresentati i fumosi locali di varietè della Berlino della Repubblica di Weimar, i quali hanno creato il mito di Marlene Dietrich. La voce è ben supportata dalla musica di Sam, che qui utilizza spesso il suono del pianoforte in primo piano. Nel disco ci sono anche degli ospiti, tra cui Meredith Yayanos al violino, Jeanne Leblanc al cello, Tim Karsten alla batteria, ed altri in svariati strumenti. Un lavoro particolare, chi ad esempio ama i Dresden Dolls qui troverà pane per i propri denti, e certamente lo troverà anche più interessante delle "bambole di Dresda". Tra le tracce, tutte interessanti, c’è pure la cover di David Bowie "Rock'n'roll suicide". Un disco ottimo che emana un fascino d'altri tempi.
(Nikita)

RHOMBUS
“Remembrance Day”
CD
(Resurrection rec.)

Mi è piaciuto questo demo (che anche se vecchiotto, corrisponde all’attuale ultimo lavoro di questa relativamente nuova formazione inglese, in attesa di un nuovo cd in uscita entro primavera 2009). Il gruppo anziché produrre molti lavori come in passato, ha preferito rafforzare il loro suono e la loro esperienza, facendo da spalla a gruppi quali The Damned, Ausgang, James Ray, Scarlet’s Remains… e si parla di una collaborazione coi Mission prevista per il 2009. Avete già quindi un’idea del genere che i Rhombus propongono: buon vecchio gothic-rock con tanti riferimenti agli anni ’80 e (soprattutto) ’90. Però, rispetto alle formazioni citate, cui aggiungo gli immancabili paragoni con i Sisters of Mercy et similia, non ci sono chitarre in estremo primo piano, risultando quindi un buon equilibrio fra i diversi strumenti. Certo, i conclusivi “If you haven’t been shot” e “Remembrance day” sono piuttosto tirate, ma virano sempre e comunque più sul gotico che sul rock. Strepitosa “Seek but never do find” dove finalmente ho trovato un equilibrio fra due stili che finora erano sempre stati, come dire, ‘isolati’: il goth-rock e la dark-wave. L’intreccio delle due interessanti voci maschile (non il solito vocione eldritchiano, per fortuna!) e femminile (dolce ma potente) e gli arrangiamenti orecchiabili mi hanno fatto andare alla vecchia scuola inglese di stampo Die Laughing e (con meno irruenza) agli Inkubus Sukkubus. Ho scoperto veramente una buona band, che spero per il 2009 possa darci altri lavori così validi.
Info: www.rhombus-rock.com
(Anialf)

ROSA CRVX
" Lvx in Tenebris Lvcet"
CD+DVD+Book (Trisol)

E’ stata una vera sofferenza aprire questo favoloso “scrigno” di Rosa Crux, che si presenta a mo’ di libretto quadrato con favolosa hard-cover anticata sigillata col famoso logo in cera lacca rossa del gruppo di Rouen. Conosco qualcuno che ne ha acquistate due copie, pur di possederne una intatta da tramandare ai posteri. Ma alla fine la ragione ha prevalso, eh ho così potuto accedere alla bellissima collection antologica riepilogativa dei 24 anni di vita della creatura di Olivier Tarabo: 17 brani, tra cui 3 inediti (di cui due brani a cappella) e 5 vecchi pezzi ripuliti e remixati, che ci raccontano in circa un’ora la storia di questo progetto assolutamente unico, essenza stessa della musica cosiddetta oscura, esoterica, rituale, dark insomma. Ma la vera esperienza superlativa sarà la visione del DVD, essenziale per comprendere ogni segreto delle tematiche – invero non sempre accessibili – partorite dalla mente di Olivier e Claude. Appassionanti le spiegazioni degli spaventosi “jeux de fers”, la performance con l’uomo nudo racchiuso nella gabbia in ferro sospesa che solo pochi fortunati hanno potuto seguire nelle rare esibizioni live; incredibile poi il funzionamento della celeberrima BAM, sistema percussivo ideato da Olivier fin dal 1994 che pare mosso da invisibili presenze, o magari gli hurdy-gurdies suonati dai ratti, animali il cui simbolismo ricorre nel mondo di RC. Da non dimenticare poi i vecchi video clips, le interviste, la storia dei Rosa Chordis, l’ensemble corale che accompagna il duo nelle sue performances dal vivo, con la possibilità di seguire questa appassionante trama anche sulla vecchia, cara carta: il libretto ha ben 30 pagine patinate di ottima qualità con testi e foto, che sembrano tratte da un vecchio tomo ingiallito arrivato a noi da chissà quale epoca lontana e misteriosa. Limitato a 2000 copie.
Info: www.rosacrux.org
(Oflorenz)

SECON SKIN
"Illa Exuro in Silentium"
CD (Palace of Worms)

Siamo al secondo lavoro uscito con la Palace of Worms per il trio proveniente dall'Arizona. Niente di di nuovo se posso permettermi l'ardir d'un'opinione, ma questo potrebbe essere il grande pregio di questa band, perchè quello che ci propongono è purissimo ed incontaminato death-rock che ci riporta immediatamente a gruppi come Sisters Of Mercy e Mephisto Waltz, facendogli onore sia strumentalmente che vocalmente, senza trascurare il look della band fin troppo curato in un perfetto e "moderno" stile dark-western quasi glamour. Un gruppo che consiglio ai nostalgici poichè indubbiamente nostalgico è il fondatore della band e bassista Arron, che in una dedica nel patinatissimo libretto del CD scrive: "in memoriam : Dee Dee Ramone, Ian Curtis, Joe Strummer, Rozz Williams, ecc" tra i quali le influenze artistiche certo non passano inudite. Insomma, un lavoro musicalmente ottimo al quale per esser perfetto manca forse solo un po'di polvere sulle spalle ...
Info: www.secondskin.net www.myspace.com/scndskin
(Nacht)

SINDROME MEETS URNA
Aus dem licht
CD (Apocalyptic radio)

L’unione delle forze dei due progetti italici di culto Sindrome ed Urna porta alla nascita di questo oggettino edito in sole 100 copie dai connotati decisamente sperimentali. Una citazione del futurista e rumorista ante litteram Luigi Russolo appare sul retro del digipak, e ci introduce in un certo senso nello spirito piuttosto avanguardistico del disco. Ritmiche appena accennate eppure ossessive, tappeti di elettronica ultra minimale, episodiche dissonanze e campionamenti vocali costituiscono la struttura portante di “Aus dem licht”, che in taluni frammenti non può non ricordarci alcune convincenti stravaganze dadaiste del maestro Steven Stapleton, in arte Nurse With Wound.
Info:
SINDROME lo-fi_propaganda@libero.it
URNA principium79@yahoo.it
(Oflorenz)

NADIA SOHAEI
“Talking To Myself”
CD (Decadance Records)

Un bella vociona femminile e masculina che danza su base electropop. Un buon disco che non richiede certamente una recensione coi fiocchi ma neanche un calcio nel sedere. Il pop non è matematicamente spazzatura, ci vuole, è necessario, come qualunque tipo di musica. Serve per evolversi, per far girare nuove sonorità nell’aria, per catturare emozioni magari meno fragili e più persuasive al primo ascolto, ma sempre emozioni sono. Un bel comparto sonoro, dal synth al basso non esagerato, al piano, al cambio ritmico lento e progressivo. La voce della bella Nadia ci fa tornare con la mente ai 90’s, alle belle vocione delle nere, sebbene la nostra sembri quasi “bloccata”, la musica non le richiede di urlare e gridare come un pazza isterica, semmai di mantenere un profilo sommesso e comunque efficace. Un po’ di minimal, ed un po’ di classicismo che risiede nelle corde vocali di Nadia, abituata nel passato ad aver a che fare con sonorità soul. Non a caso nasce musicalmente come pianista classica e cantante mezzo soprano ed un motivo ci sarà. Dopo una carriera di basso profilo come tastierista per band spagnole è giunta la sua occasione. (Matteo “Pinhead” Chamey)

 

 

 

 




SOPOR AETERNUS
“Sanatorium Altrarosa”
CD /LP( Apocalypctic Vision)
“In der Palastra”
DVD single (Apocalyptic Vision)

Perchè Anna-Varney (ora 'Cantodea') deve continuare a tormentarsi? Non avrà mai fine questo suo tormento interiore ed esteriore? Passano gli anni ed i lavori, ma Anna peggiora sempre più l'approccio emotivo, molto emotivo, ai suoi antichi spettri tuttora esistenti. Prendiamo ad esempio quest'ultimo cd “Sanatorium Altrosa”: probabilmente con i precedenti album, avevo sospettato una maggior apertura alla 'vita', ma inesorabilmente con l'ultimo cd siamo tornati indietro di anni, di lustri. Già la sinfonica ouverture “Consider this: the true meaning of love” viene basata su un giro costante di carrillon e delle percussioni quasi marziali, su cui poi i consueti strumenti ad arco dell'Ensemble of Shadows ricama, o meglio cuce e aggiusta, tutti gli arrangiamenti. Si passa poi a “Architecture II”, che è sì questa in pieno stile Sopor Aeternus, e ricorda da molto da vicino l'innegabile influenza con le atmosfere di “Within the realm of a dying sun” dei Dead can Dance (del cui disco Anna non ha mai negato le influenze ed ispirazioni), pieno e drammatico nella strumentazione, assolutamente naturale nella voce (cosa che è poi una costante di tutto il disco, l'aver utilizzato la sua vera voce, senza forzature o eccessi). Il valzer triste di “Shave, if you love me” si apre poi in una quasi tzigana apoteosi di percussioni, per poi tornare quietamente a riaddolcirsi, e poi tornare quasi 'electro-dark' verso la fine: eclettismo o personalità multiple? “La mort d'Arthur”, indirettamente legata alla figura di Artur Rimbaud, è una piccola marcia funebre suonata in punta di piedi, senza alcun pretesto di pomposità o di retorica. La versione originale di “Consider this...” è il brano forse più leggero ed accessibile del cd, dove l'elemento sinfonico si scioglie verso forme più da canzone vera e propria. Ma per poco: già con “The conqueror worm” si ritorna in pieno stile neo-sinfonico, dove gli archi tornano prepotentemente a dire la loro, in una trascinante cavalcata che porta ad uno dei due gioielli dell'album “In der Palastra” qui in versione strumentale, di cui parleremo più avanti in occasione del relativo DVD. “Collision” è il brano più sperimentale, dove più voci si intrecciano e la musica diventa scarna ed Anna recita più che cantare. Ma è il nono brano “Les fleurs du mal” in versione strumentale che da solo rende l'album immensamente malinconico e qui sì, decisamente senza speranza, come se tutto fosse già stato scritto e deciso: un giardino curato malvolentieri, come del resto è la stessa persona Anna-Varney: si presenta perfettamente truccata e vestita, ma cosa proverà effettivamente dentro? L'estetica contro l'interiorità, è del resto sempre stata la dicotomia del personaggio Sopor Aeternus. Chiudono il disco, “Bitter Sweet”, drammatico e languido, dove non mancano comunque accelerazioni di tono, e la versione vocale di “Consider this...”. Non aggiungo altro, non ce n'è bisogno, ascoltate fino alla nausea “Les Fleurs du mal” e poi riflettiamo, o lasciamoci semplicemente andare.
E veniamo al DVD di “In der Palastra”, concepito come un video muto amatoriale d'altri tempi, a cui sia stato aggiunto in un secondo tempo il sonoro. “A cinematographic document of greatest importance” scorrono i titoli di testa: sicuramente, come sempre, di grande importanza primo per Anna, e poi per il Pubblico. Le immagini di Anna che si sovrappongono, come tante cartoline, ad altre che fanno da sfondo al video: luoghi, persone, oggetti, ragazzini (i suoi bambini-fantasma, come spesso lei li definisce?) che corrono in corridoi, e lei che prosegue la sua danza infinita, forse in una prigione (quella creata dalla sua mente) forse in una stanza d'ospedale, forse proprio direttamente in un luogo che non esiste concretamente. Un termosifone, un letto, e lei che danza girotondi disorientati (ah Linsday Kemp che maestro!), a volte curiosa di cosa la circonda (e che forse vede solo Lei) a volte ad occhi bassi, davanti a questa finestra sì luminosa, ma non apribile. E quei fiori rosso vivo, che si stagliano nelle tonalità spente delle immagini al rallentatore o velocizzate. Alla fine del video, Anna attraversa una porta, e la chiude alle spalle, come se ci volesse dire 'oggi mi avete visto, mi sono concessa, ora torno da dove sono venuta, però aspettatemi, ci rincontreremo”. E quel corpo nudo maschile inserito come ultima immagine, è la sintesi del suo dilemma: non mi sento uomo ma non ho la forza di trasformare il mio corpo, non mi sento donna per la forza che comunque riesco ad accumulare al di là delle apparenze, quando compongo. Insomma, una 'creatura' che in lingua inglese è una parola neutra, né maschile né femminile; la 'creatura' ci saluta e probabilmente salirà quella scala in legno che si intravvede nel dvd, per andare dove, lo sa solamente lei.
(Anialf)

The SPIRITUAL BAT
“Throught the Shadows”
CD (Alchemisti Music)

I lettori più anziani ricorderanno sicuramente gli Spiritual Bats da Frosinone, validissima band attiva negli anni ’90 che anticipò la successiva ed ormai abusata ondata “deathrock” mondiale, formata adesso perlopiù da stantie fotocopie dei Christian Death di “Only Theatre Of Pain”. Dopo il mini cd “Sacrament”, uscito due lustri fa, il quintetto si è praticamente sciolto, ma il chitarrista Dario Passamonti, ora anche bassista e tastierista, e la già batterista Rosetta Garrì, passata al canto con stupefacenti risultati, hanno di fatto dato vita ad un nuovo progetto, nonostante lo stesso nome con una “s” finale in meno, e, dopo un lungo lavoro, licenziano un album stupendo, aiutati dal batterista Alessio Santoni e dal flautista Bruno Paolo Lombardi (dell’orchestra sinfonica della RAI). Sei dei dodici brani presenti sono strumentali, quattro dei quali con il flauto a far da padrone al posto della voce e a dare un tocco prog-fiabesco all’album. Ma sono i brani cantati quelli di maggior spessore, che lasceranno a bocca aperta gli amanti del miglior “dark” nel senso più ampio del termine: sulle ottime costruzioni musicali si adagia infatti l’incredibile voce di Rosetta, che può ricordare vagamente quella della grande Monica Richards per timbro e stile, senza mai sfociare nell’imitazione, ed è un vero peccato trovarla solo su metà delle tracce. Canzoni come “Throught the Shadows”, “Silver Lakes” e “Sogno tribale” valgono da sole l’acquisto del cd, e confermano i nuovi Spiritual Bat come una delle realtà più rispettabili e di livello nell’attuale panorama oscuro italiano.
Info: www.myspace.com/thespiritualbat
(Fabio Degiorgi)

STOA
“Silmand”
(CD Alice in… )

Io ho sempre meno parole per descrivere ogni lavoro di Olaf Parusel ed i suoi Stoa: vale sempre la pena attendere diversi anni (questa volta quasi sette!) per poi essere appagati da ogni singolo secondo della musica che questo gruppo sa donarci. Ripeto: ogni parola è sprecata, ogni lode inutile perché scontata, ogni complimento per ogni aspetto compositivo (dalle melodie agli arrangiamenti alle parti vocali) è sempre inferiore a quanto si potrebbe esprimere col cuore, se egli potesse parlare. Inoltre Olaf questa volta ha ancorato le proprie vene creative a collaboratori illustri come la sempre divina Louisa John-Krol (in “Palladium” e “Broken Glass” di cui è anche sopraffina autrice dei testi), il ritorno dell’ex Xymox Pieter Nooten che presta il suo canto a “Drinking Song”, e al polistrumentista Ralf Jehnert dei Love Is Colder Than Death, qui presente in “My Last Way” col suo tono baritonale e drammatico, in un brano già di per sé carico di tensione emotiva. Ma è sempre lei, Mandy Bernhardt, ad intervenire sui brani più incantevoli, quali l’inarrivabile “La Lune Blanche”, corrispettivo dei precedenti “Stoa” e “Chanson d’Automne”, anche stavolta tratta da una delle più intense poesie di Verlaine; Mandy sa dosare l’etereo e l’incanto senza risultare mielosa o autocelebrante. “So Many Clouds” è l’altra perla dell’album, basata sul fedele violoncello della fidata Christiane Fischer (eccezionale dal vivo). C’è poi, come sempre, il brano più ‘accessibile’, il già citato “A Drinking Song”, ma anche qui Parusel riesce sempre a dare la propria inimitabile impronta ‘neo-classicheggiante’. Mirabile, imperdibile, da ascoltare all’infinito e trovarci ogni volta un appagamento inesplicabile, o meglio talmente personale da essere quasi impossibile da descrivere a parole.
Info: www.stoa.de
(Anialf)

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