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..............................................RECENSIONI DISCHI
..........................................Inverno - Primavera 2009

DAHLIA’S TEARS
“Under Seven Skies”

CD
(Thonar rec.)

E’ un destino: tutte le volte che acquisto qualcosa dal catalogo della Final Muzik del buon Gianfranco Santoro, c’è sempre qualcun altro che mi precede nelle rispettive recensioni. Stavolta penso di essere arrivato per primo a parlare di questo “Under Seven Skies”. Dietro i Dahlia’s Tears c’è il lavoro dello svedese Anil Emre Dedeoglu, che in completa solitudine ha creato questo lungo lavoro dark-ambient, nel quale oltre ad echi, riverberi e drones tipici del genere, ci sono riverberi di strane installazioni eteree, mini colonne sonore di paesaggi a volte naturali, a volte completamente artificiali, sempre comunque luoghi solitari o abbandonati. Almeno questa è stata la mia esperienza, anche ascoltando il cd più volte. Non si tratta comunque di ambient pura, difatti l’iniziale “7th sky: she winnows the galanthus, Synaptic state” è più in stile neo-sinfonico, mentre poi procedendo nell’ascolto (per usare l’accezione dei titoli dei testi, si scende di cielo in cielo, dal 7° al 1°) si possono anche ascoltare voci femminili (come nell’intensa “5th sky: within a dying single ember”) fiebili ma presenti, Lo stile Cold Meat, quello più introverso e meno noise-industrial, viene spesso ripreso con esiti originali, E’ come procedere in un lungo cammino, voltandosi spesso indietro per vedere cosa si è lasciato, e guardando nel contempo in avanti, per vedere cosa si riesce a scorgere; solo che il tutto è giocato su un piano ‘verticale’ anziché ‘orizzontale’, proprio come se si stesse navigando nel vuoto. Ma sicuramente il penultimo brano (il “2° cielo”) è il migliore dell’intero album, ricco di sfumature orchestrali e, qui mi sono venuti in mente i più ispirati Runes Order e Kirliam Camera, tanto per fare due nomi. Coinvolgente.
Info: www.dahliastear.com
(Anialf)

DAS ICH
“Kannibale”

CD-EP
(Danse Macabre)

Il preludio al nuovo album del duo tedesco non contiene a dire il vero molte emozioni: ci sono diverse versioni remixate del singolo “Kannibale" (più ovviamente l’originale) ed altri due brani, che onestamente non mi hanno entusiasmato. Ma voglio citare questo lavoro perché se il nuovo cd sarà sulla falsariga del singolo qui esposto, allora ne vedremo delle belle, perché “Kannibale" mi ha fatto immediatamente tornare alla memoria i Das Ich meno techno-industriali, e maggiormente atmosferici (alla loro maniera, si intende): sempre da dancefloor, sempre da ascolto immediato, ma rallentati rispetto alle cose più recenti. Anche Stefan ha una voce finalmente meno aggressiva a tutti i costi, ed in qualche modo più espressiva. Staremo a vedere, ma a me “Kannibale" è piaciuto.
(Anialf)

THE DEEP EYNDE
"Blackout: the dark years"
CD (People Like you rec./ Masterpiece distr.)

La band americana mi aveva positivamente colpito con il precedente album "Bad blood", il cui sound, un punk wave piacevole, mi aveva fatto pensare che si ispirasse ai Damned, anche per quanto riguarda il timbro vocale molto vicino a Dave Vanian. In questo nuovo disco ho trovato un netto distacco dal precedente, sia per quanto riguarda il modo di cantare, non più alla Vanian ma molto new wave, sia per la musica molto varia: più rock nella maggior parte delle tracce, mentre in brani come "13th floor" le atmosfere diventano addirittura horrorbilly, e swing invece in "Swingtime". Un CD poco fruibile vista la quantità di brani presenti, ben 18, che fanno perdere la bussola all'intero lavoro, il quale risulta poco incisivo e mi ha annoiato ascoltarlo tutto. Peccato, se avessero scelto le migliori otto/dieci tracce, come si usava una volta per i vinili, certamente la mia opinione sarebbe stata diversa.
(Nikita)

DEFILE DES AMES
“Lust ‘n’ stones”

CD
(Anhstern/Steinklang Industries rec.)

Il quartetto greco, attivo da diversi anni, piuttosto che rilasciare dischi a getto continuo, ha preferito concentrarsi sugli eventi live, irrobustendosi la propria esperienza. Neofolk nella più pura delle accezioni, sia negli arrangiamenti che nella voce, anche se emergono tentativi, secondo me più che riusciti, di fondere elementi tipicamente ‘mediterranei’ con altri di eterogeneità musicale (si ascolti il quasi trip-hop di “Welcome”) ma in linea di massima, siamo ai vertici di malinconie folk che rammentano i gruppi con i quali i DDA hanno collaborato o suonato assieme, cito per esempio Werkraum, Svarrogh, Allerseelen, e soprattutto In Gowan Ring e Sieben, sul cui disco “Ogham inside the night” il gruppo ha lavorato direttamente. “Liar…!” invece parte lenta, per poi accelerare improvvisamente fino a diventare avanguardia gothic-rock, per poi tornare alla lentezza iniziale. Io poi amo molto “Eliem a est morte”, lento brano dolcissimo, che mi ha rimandato ad un solitariowalzer ed ai migliori Ashram. Probabilmente il gruppo pecca quando vuole essere più rigorosamente neofolk, mentre a mio parere potrebbe avere le potenzialità da staccarsi da questo cliché e concentrarsi maggiormente sulle varianti che hanno dimostrato di saper comunque comporre. Consigliato ovviamente ai puristi del genere, ma anche di chi ama trovare sfumature non rigidamente di maniera.
Info:
www.defiledesames.com
(Anialf)

DEFLORE
"Egodrive"
CD (Subsound Record)

A due anni dal loro debutto, la band laziale propone quest'album strumentale di ottima produzione che pur mantenedo una perfetta coerenza con l'album precedente, con questo nuovo Egodrive ci propone una crescita artistica e una grande ricercatezza nei suoni e nei campioni. Difficile dare una definizione per stabilire il loro genere musicale, perchè le influenze percepibili passano dal metal al prog all'industrial. L'uso dell'elettronica e dei sinths è indubbiamente prodotto di veri musicisti e non di chi nella prorpia vita ha sempre fatto musica soltanto affidandosi all'elettronica. Le 12 tracce del CD propongono sensazioni e stati d'animo molto diversi pur mantenendo una linea conduttrice di base, come in una colonna sonora di un film in cui voi che ascoltate siete i protagonisti che attravesano incubi e risoluzioni. Sul loro My Space potrete ascoltare sia tracce di questo nuovo lavoro che del precedente.
Info:
www.deflore.com
www.myspace.com/deflore
(Nacht)

DER BLAUE REITER
"Silencis"
CD (Caustic Records
/Masterpiece distr.)

Dopo il sublime esordio de “Le Paradise Funèbre – L’Envers du Tristesse”, il duo catalano ci regala un nuovo avvincente lavoro che coniuga ancora una volta imponenti arie neo-classiche con la marzialità tipica del neo-folk di migliore fattura. L’utilizzo di brevi estratti dalle opere di Purcell, Chopin e Vivaldi dona a “Silencis” un tocco classico di rara eleganza, ma è negli episodi più marziali che Sathorys e Lady Nott (titolari tra l’altro dell’ottimo progetto ethereal Narsilion) colpiscono nel segno con maggior determinazione: ascoltate “Eyes of the lost” piuttosto che la prima parte di “Victoria”, sognando ad occhi aperti antichi eserciti che marciano verso la gloria eterna, ovvero verso la morte. Positivo, a mio avviso, l’utilizzo in alcuni titoli della lingua catalana, a sancire un forte legame verso la propria terra e le propria storia. Disco di epica bellezza.
Info: www.myspace,.com/derbalureitermusic
(Oflorenz)

DER FEUERKREINER
"Unsere Zeit"
CD (Neuropa Records)

Ho acquistato questo disco dopo l’ottima impressione suscitatami dalla performance del duo marchigiano alla Sala Salamandra a Barcellona, nel settembre 2008. Bagliori di un’Europa che non c'è più e di alienanti scenari mitteleuropei mi sovvengono alla mente sin dall’attacco di “Nimm die Schatten”, la bravura di Federico e Valentina nel suscitare decadenti arie del passato ha senza dubbio pochi eguali nel panorama “neo-folk” italiano. Questo grazie ad un amalgama ben bilanciato tra le accattivanti melodie vocali di Valentina da un lato, e le ritmiche industriali mai eccessive di Federico, spesso arrangiate con tappeti strumentali dall’atmosfera “drammatica”. Un viaggio a ritroso tra le mie memorie dell’austera e splendida Vienna, della decadente Berlino e perché no, delle magnifiche capitali del Patto di Varsavia.
Un’ottima conferma per DF, anche l’elegante confezione digipak a 4 pannelli non vi deluderà.
Info: www.derfeuerkreiner.it
(Oflorenz)

DEVIATE DAMAEN
“s/t”

CD
(autoproduzione)

Ho ricevuto questo cd, accompagnato solamente da una copertina nel quale ci sono diverse immagini del gruppo, ma senza indicazione del titolo del cd né altre info se non quella del loro myspace, e che come indicato su Wikipedia, stia realizzando per il 2009 un concept dedicato alla figura di Lili Marlene… Le informazioni che ho raccolto su Internet sul combo laziale, lo definiscono come black metal, heavy metal… Ma dove? Per me, a parte effettivamente un paio di brani in quello stile, il resto del cd è assai eclettico, passando da partiture eteree e proto-liturgiche, a brani electro-dance, a composizioni puramente atmosferiche ed inquietanti, con voci sempre sopra le righe, che a tratti ricordano i Christian Death (quelli migliori, ovviamente…) a brani degli anni ’20 ’30 o voci captate da interferenze o trasmissioni radio-televisive… Sempre atmosfere malate, malsane, dove solo casualmente compare un qualcosa di più ‘concreto’: distorsioni, muri di suoni, poi come dicevo partono basi electro, dark, e sempre più le voci, fra originali e campionate, si impongono… marce funebri, oppure pura sperimentazione noise… disco molto difficile e non certo ‘da ascolto’ ma almeno ha una sua propria originalità
(Anialf)

DIE BAADER-MEINHOF GRUPPE / RED ARMY FACTION
“Die Baader-Meinhof Gruppe / Red Army Faction”
CD (Vanity Publishing)

Il canadese Joshua Richardson confeziona un bellissimo disco di techno, industrial, noise e ambient scavate dentro le ferite di una umanità mutilata dalle guerre. Urla di dolore e di solitudine, schiavizzate dallo stridio del metallo. Prigioni immaginarie ma nemmeno così lontanamente realistiche, si respirano tra le note dannate del disco. Un concentrato di realtà parallele come i gironi dell’Inferno, il Dante moderno vaga per l’oscurità con un kalashnikov in mano, pronto ad uccidere lo strazio, per dimenticare. Titoli quali “Shoah”, “Gaza”, “Kalashnikov”, “LSD-25”, “Srebrenica” sono significativi di varie esperienze tutte annoverate nell’universo sonoro del Male. Da Wikipedia: “La RAF (Rote Armee Fraktion) fu un'organizzazione terroristica di estrema sinistra di ispirazione marxista-leninista legata appunto all'estrema sinistra più radicale tedesca, attiva dagli anni settanta al 1993 e formalmente discioltasi nel 1998. Dai media era anche chiamata "Banda Baader Meinhof", dal nome dei suoi principali attivisti.” Chiarito questo punto (magari a molti ancora oscuro, vi ho risparmiato la ricerca), torniamo sulla musica (anche se è impossibile per questo caso scinderla dalla politica). Ad esempio il brano “LSD-25” raccoglie la testimonianza audio di alcuni attivi partecipanti alle esperienze psicotiche. Si sprecano i rimandi industrial, samples metallici su tutti, e poi sirene, esperimenti sonori (un theremin sporco in “Disco-Destructo”) ed un finale di redenzione (“Anhedonia”) o di morte eterna, dipende dalla propria percezione. Non importa essere di sinistra o di destra per amare l’opera di Joshua, importa amare questa musica.
(Matteo “Pinhead” Chamey)

DIE FORM
"Best of xxx"
Box Set 3 CD (Out of Line)

Philippe Fichot, com’é noto, é un musicista ma anche un fotografo, e non vi era dunque maniera migliore per celebrare i 30 anni del suo progetto DF che far uscire una chicca quale è “Best of XXX”. Un elegante oggetto da collezione che con i suoi 3 dischetti, ed il favoloso booklet da 20 pagine patinate in bianco e nero, costituisce la summa estetico-sonora dell’opera di Philippe ed Eliane, duo transalpino che forse più di ogni altro è riuscito a sintetizzare il verbo elettronico oscuro con un immaginario estremo, malato, a tratti violento. Apriamo la cover in pelle nera ed argento di una delle 1999 copie del digi-book, e ripercorriamo con il primo dischetto le tracce legate alla tradizione più “industrial-dance” del gruppo, da “Bite of God” a “Masochist”, passando attraverso “Silent Order” e “Slavesex”. Il secondo capitolo è dedicato – seppur non completamente - ai capitoli maggiormente eterei e lirici di DF, per intenderci periodo “Suspiria de Profundis” e “L’Âme électrique”, forse la fase più fulgida del progetto bretone. Ciò che colpisce immediatamente è la qualità della lavoro di ripulitura e remastering fatta sui 20 brani dell’antologia: difficilmente si ha voglia di risentire gli originali, soprattutto dopo un ascolto con un buon paio di cuffie! Ma le sorprese non terminano qui: il terzo dischetto custodisce 8 tracce inedite o comunque di ardua reperibilità, vista la estesissima discografia del gruppo e dei suoi numerosi progetti collaterali. Come già dicemmo a suo tempo per il favoloso volume “The Visionary Garden 2”, un “must” assoluto per chi gravita nel deviato universo DF.
(Oflorenz)

DIE PERLEN
"Szenenwechsel"
CD (Fire Zone rec./Black Rain)


Questo duo proviene dalla Germania e precisamente da Norimberga, suona un electro-dark con spunti cabaret, e in questo CD di 16 tracce (forse un po' troppe) utilizza ben tre lingue europee per le liriche: la maggior parte, ovviamente, sono in tedesco, altri tre brani sono in francese, tra cui la cover di "Hop hop hop hop" dei Charles de Goal, e quattro in inglese. Per cui i Die Perlen puntano a conquistare diversi mercati con questo album. I suoni e i ritmi sono attinti dall'electro-pop ma fatto con gusto teutonico, escluso ovviamente nei brani con testi francesi, che attingono dall'electro-wave francese. Un disco passabile ma non indispensabile da avere.
(Nikita)
ERASSA CONTINTAS
"Peel/Ø" CDEp (autoproduzione)


I modenesi Erassa Contintas, attivi sulle scene dal 2005, ci propongono sonorità metal-gothic piuttosto pop con qualche influenza noise e spruzzate new wave dalle quali traspare un fin troppo evidente gusto/stile italiano. Tecnicamente molto bravi i musicisti, incerta la voce. Personalmente non mi sento di dare un'opinione su questo lavoro che mi sembra ancora a livello embrionale e alla ricerca di un proprio stile, che però abbraccia il mio gusto nell'ultima traccia (bonus track) di 6 minuti "legance water".
Info:
www.erassa.com
www.myspace.com/erassacontintas
(Nacht)

FAUN & the Pagan Folk festival feat. Sieben & In Gowan Ring
"Live"
CD (Al!ve/ Masterpiece distr.)

Ritornano i medieval pagani Faun con questo album dal vivo in cui sono ospiti i Sieben e i In Gowan Ring. Certamente è un progetto da ammirare dal vivo, specie per l'impatto visivo, qui purtroppo c'è solo l'audio ma riesce lo stesso a trasmetterci belle emozioni. Il combo tedesco frequenta molti festival dedicati sia al medioevo che al paganesimo, tra cui alcuni anche qui in Italia, e in questi anni è riuscito a crearsi un cospicuo numero di fans in tutta Europa. Belle tutte le tracce presenti nella scaletta di questo concerto, tra cui "Rad", "Rosmarin", "Love's promise". Se avrete l'occasione di assistere ad un concerto dei Faun mi raccomando, non perdetelo, intanto però gustatevi questo CD, che è solo un assaggio delle loro buone potenzialità.
(Nikita)

FEMINA FABER
"Tumultuor"
CD (Creative Fields
/ Masterpiece distr.)

Paola Bianchi, nota per essere la voce dei Ludmila, debutta in questo album ufficialmente con il suo progetto solista, dopo un Cdr limitato, dove esprime al meglio le sue doti vocali che ben si amalgamano con le basi elettroniche create da lei e dai suoi collaboratori: Fausto Balbo, Andrea Marutti, Marco Milanesio e Stefano Pulici. Tutte le tracce sono di eguale bellezza, ma quella che si distingue dalle altre è "Not lux" con la sua base elettronica più ritmata, che ben si potrebbe ascoltare in qualche dj set nei club dark/industrial. Gli altri brani invece sono più intimi e d'ascolto e trasmettono delle belle sensazioni ancestrali. Il lavoro, studiato sia nei particolari che negli arrangiamenti, fa venire subito l'idea che questo progetto è differente, almeno per l'Italia, da tanti dischi che escono nel calderone dark/industrial, e questa è certamente l'arma vincente di Femina Faber.
(Nikita)

LES FRAGMENTS DE LA NUIT
"Musique du Crépuscule"
CD (Equilibrium)


La label di Lisbona ci consegna una virtuosa opera neo-classica nata dall’iniziativa della violinista Ombeline Chardes e del pianista Michel Villar, inizialmente compositori francesi di colonne sonore per film e cortometraggi. Nel 2005 i due vollero estendere le loro creazioni ad un pubblico non esclusivamente cinematografico, e con l’ausilio di un trio d’archi crearono questa stupenda realtà che oggi chiamiamo LFDLN. I 16 episodi di “Musique du Crépuscule”, interamente strumentali e basati sulle partiture di violino, violoncello e pianoforte, sono di quanto più prossimo ala musica classica abbia mai ascoltato in campo oscuro o progressive. I 5 musicisti mettono in campo la loro invidiabile perizia nel far “parlare” il proprio strumento e nel toccare anima e cuore dell’ascoltatore, rendendo pienamente onore al loro motto: “La nostra musica è una poesia dove le note sono le parole, un ricordo ove le immagini sono sogni”.
Info: www.lesfragmentsdelanuit.com
(Oflorenz)

AT THE FUNERAL OF MY VIOLET RABBIT
"Al funerale del mio coniglio viola"
CDR (Autoproduzione)

Una vita di disagio, grigia e standardizzata, con poche illusioni per un futuro più roseo. Queste le sensazioni che Christian, da Trieste, vuole trasmetterci con le 7 tracce contenute in un’originale confezione in A5 composta da due tavole simili a violacei acquerelli: una rappresenta il coniglio, l’altra la sua bara. Lo sperimentatore triestino sforna uno dei lavori catalogabili come dark-ambient/industrial (ma qui le catalogazioni stanno davvero strettine!) più originali del genere, senza dubbio uno dei migliori prodotti in Italia ultimamente. Pathos e tensione trasudano da “Vanishing of an anorexic doll”, che mi immagino come ideale colonna sonora di un vecchio classico noir anni ‘70. Talune tracce si elevano poi decisamente dagli standard medi della musica ambientale, impreziositi dai validi inserti vocali maschili “sussurrati” da Morgan e da quelli femminili di Michela Scagnetti. “The glass Knifefish Syndrome” ne costituisce un brillante esempio. Un disco che ci riporta alle intuizioni oscure ed all’inventiva degli immortali Runes Order, sarebbe un peccato imperdonabile lasciarlo passare inosservato.
Info: www.myspace.com/atthefuneralofmyvioletrabbit  
(Oflorenz)

AT THE FUNERAL OF MY VIOLET RABBIT
" La rivolta dei tulipani"
CDR
(Autoproduzione)

L’inventiva fuori dal comune che ci colpì ne ” Al Funerale del mio coniglio viola” traspare anche nei 7 episodi di “La rivolta dei tulipani”, il realtà il primo lavoro registrato dal triestino Christian nel corso del 2005. L’aria drammatica, a tratti da film “noir”, che sa suscitare il dischetto è ancora una volta di livello superlativo: il pianoforte, le voci sussurrate a mo’ di effetto ambientale, ed i frequenti rintocchi di un carillon rimandano ai ricordi dell’infanzia dell’autore, con le sue paure ed i suoi momenti di gioia. Memorie gaie ma anche traumatiche, che hanno lasciato dietro di sé degli strascichi tutt’ora presenti, dai quali è nata l’ispirazione per quest’opera che nel suo genere si colloca decisamente sopra le righe.
Info: www.myspace.com/atthefuneralofmyvioletrabbit  
(Oflorenz)

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