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..............................................RECENSIONI
DISCHI
. ..........................................Autunno
/ Inverno 2007 |
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IANVA
“L’Occidente” MCD (Antica Fonografia Il Levriero)
“L’Occidente”. Mi suscita parecchia tristezza questo titolo, dedicato
alla nostra amata Europa di cui ai giorni nostri, incredibile
a dirsi, quasi ci si vergogna. Da culla di civiltà e storia
a coacervo senza spina dorsale di stati e staterelli senza più
anima e identità, altro che Europa unita! All’Occidente
è dedicato dunque questo “Extended play” dei genovesi Ianva,
che con l’eroico squillo di tromba della title-track ci conducono
nuovamente nelle atmosfere d’altri tempi di cui già il
precedente splendido “Disobbedisco!” era permeato. Una chicca
– questo EP - che ci solletica l’appetito in attesa del prossimo
full-lenght, e nell’attesa lasciamoci trasportare da “Santa Luce
dei Macelli” nelle radici più profonde dell’Italia del
Sud, ed in particolare nel mondo di quelle credenze tanto radicate
a livello popolare da rappresentare un aspetto assolutamente non
secondario del modo nostrano di vivere il Cattolicesimo. Splendida
l’interpretazione “cabarettistica” della D’Alterio, ancora una
volta all’altezza delle performances sciorinate nei lavori precedenti
(si ricordino a tal proposito “Un sogno d’Elettra” o “Tango della
Menade”!), e non sfiguranti se accostate alle grandi voci femminili
nostrane di un tempo. L’intermezzo strumentale “Il Sereno e la
Tempesta” non funge di certo da semplice riempitivo, e le belle
chitarre acustiche dei suoi quattro minuti ci predispongono alla
splendida cover di “The Battle” degli Strawbs, uno dei grandi
prog ensemble britannici dei ’70. Qui “The Battle” diventa “In
Battaglia”, e la battaglia in questione è l’undicesima
Battaglia dell’Isonzo (conosciuta come battaglia del S.Gabriele),
ben 24 ore di violentissimi scontri in altura che causarono ad
Italiani ed Austro-ungarici rovinose perdite umane. Ci rituffiamo
nelle grandiose gesta del Maggiore Renzi e dei suoi Arditi, materia
ben nota per chi già possiede i precedenti “Il ballo dell’Ardito”
e “Disobbedisco!”. Ascoltate il brano prestando attenzione ai
testi, è fondamentale! Sembra di rivivere quella terribile
battaglia come in un film, uno splendido film d’annata che solo
una compagine come quella Ianvense, in questo 2007, poteva trasmetterci.
Una nota finale, doverosa, per il packaging del dischetto: la
grafica “anticata” ed il booklet quasi non fanno rimpiangere i
cari, vecchi Extended play in vinile, tanto amati solitamente
dal pubblico che possiede la sensibilità ed il gusto necessari
per amare un disco come questo. Info: www.illevriero.it/ianva/
www.myspace.com/ianva
(Oflorenz) |
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INSEKT
"Teenmachine"
CD (Dependent/Masterpiece distr.)
È dal 1989 che Eric Van Wonterghem e Mario Vaerewijck
ci ammaliano con il loro sound elettronico. Infatti l'impronta
che sa dare questa band storica "mette in riga" i gruppi novelli
dell'EBM. Un suono ricercato e di buon ascolto per chi ama electro-industrial,
in cui ritmiche non banali e pattern non troppo di tendenza
riescono dove altri hanno fallito, come (per quanto mi riguarda,
ovvio!) la reunion degli Skinny Puppy. Questa sì che
è vera EBM, basti ascoltare "Bambifucker", che farà
muovere le chiappe a chi non si accontenta dei soliti Hocico
e compagnia bella! (Nikita)
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IRIDIO
“Endless Way” CD (SPV/Audioglobe distr.)
Sarà
che in epoca moderna è difficile sognare o volare dentro
paesaggi lirici e fantasy (ed il fantasy di oggi è pieno
zeppo di orchi e cattivoni), sarà che il tempo delle
mele è finito e rischiamo di ritrovarci con una bomba
in testa o un alieno che ci bussa alla porta. Sarà tutto
questo però gli italiani Iridio sono bravi. Mai commento
così banale direte voi, in realtà la semplicità
e la poesia della loro musica non trova spazio in dizionari
di lingue arguite (nosense olè!). Con la scusa di girare
col padre mercante la nostra eterea fanciulla gira il mondo
e si nutre delle culture altrui (riassunto dei testi), neoclassicismo,
ballate e tradizione celtica-ambient di un passato lontanissimo.
Strumenti e collaborazioni immani per un gran bel disco paradisiaco
fin dal primo brano “Golden Skies” passando per la splendida
“Heavenly Spark”, addirittura morriconiana per certi versi!
Con quei coretti da western neoclassico. Ottimo passo in avanti
dopo il debut-album “Waves Of Life”, un modo unico per riflettere
sul significato frenetico della vita di oggi. (Pinhead)
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JESUS
AND THE GURUS
"King of Salò" CD (Black Rain)
La
tedesca Black Rain ha molte bands tra le sue fila, ma poche
sono quelle veramente valide purtroppo, penso ad esempio ai
Killing Ophelia. Questa volta ci troviamo di fronte ad un gruppo
svizzero dal nome dissacrante, anche per il titolo del CD, infatti
nel booklet si trovano foto in stile ‘nazi-trash’, ma è
all'ascolto dell'album che il tutto potrebbe divenire un freesbee
da lanciare fuori dalla finestra. I brani sono orripilanti,
alcuni seguono atmosfere alla Rammstein, altri sono acustici
e cercano di avvicinarsi ai Death In June, ma l'effetto complessivo,
oltre che essere ridicolo, è davvero inascoltabile. Un
progetto da dimenticare. (Nikita)
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JESUS
ON EXTASY
“Assassinate
Me” CD (Drakkar/Audioglobe
distr.)
Gruppo
di giovanissimi tedeschi consacrato da Zillo come “newcomer
2007” e da Orkus e Seducer come “newcomer del mese”. Il mio
giudizio va però in tutt’altra direzione: ballate inutili
per orecchie grezze e corpi disposti a muoversi con qualsiasi
cosa. (Tanks)
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LES
JUMEAUX DISCORDANTS
“s/t” CDR (Misty Circle)
Roberto
Del Vecchio, già conosciuto per essere una delle due
anime dei mai dimenticati Gothica, ed Aimaproject, nota poetessa
underground (alcune sue poesie e foto sono state pubblicate
su carta anche da Rosa Selvaggia), creano sei magnifici brani,
dal suono arcano, che mi fanno andare indietro negli anni in
cui la parola “dark” non aveva il significato attuale, ma dove
l'introspezione, il mistero e altro facevano parte di un certo
modo di vivere, che purtroppo si è perso. Ma i LJD riescono
a ricreare atmosfere che ridanno vita a trame oramai sepolte,
ma non per questo da dimenticare. L'oscurità dei suoni
ci fa viaggiare in tempi antichi, il cantato recitato è
degno compagno delle musiche, e ci invita in un mondo arcano.
Un bel disco che ha un solo difetto: non essere pubblicato su
CD, ma in pochissime copie su CDR, incorniciato però
in una bella confezione cartonata quadrata usata di solito per
i 7" in vinile. Speriamo che il progetto non si fermi qui e
che in futuro possa uscire al più presto un CD a lunga
durata. Vi invito a procurarvi al più presto (se non
sono già esaurite) le poche copie disponibili. Info:
myspace.com/lejumeauxdiscordants (Nikita)
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KIMIKOVA
“Kimikova”
CD (Sottomondo)
Kimikova
è un duo formato da Alessandro Fiorin Damiani e Maximilian
Modolo, e il loro omonimo album presenta sette tracce senza
titolo di un ambient elettronico piuttosto minimale, con frequenti
inserti noise, spesso ritmato e particolarmente ipnotico. Il
lavoro è interessante soprattutto per il concetto di
fondo, troverete infatti nel booklet un lunghissimo scritto,
pieno di citazioni e con una bibliografia in coda, dedicato
ai rapporti fra musica e terapia, percezione, magia. Una guida
ostica ma utile per recepire al meglio il contenuto sonoro,
il cui scopo sembra proprio quello di indurre l’ascoltatore
in uno stato di trance. È presente pure una traccia video,
la cui visione è sconsigliata a chi soffre di epilessia,
a causa del vorticoso scorrere di immagini astratte dai colori
particolarmente accesi. (Fabio Degiorgi)
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KNIFELADDER
"The spectacle"
CD (Cryonica)
John
Murphy, accompagnato dai "compagni di merende" Hunter Barr e
Andrew Trails, sotto il nome di Knifeladder produce questo album,
che ahimé recensiamo in ritardo, ma la sua validità
ci permette di scriverne comunque. Li avevo già visti
in azione dal vivo qualche anno fa al Gotik Wave Treffen, vestiti
da "macellai", a proporre un sound che mischia l'industrial
al post-punk, come fecero in tempi migliori i primi Death in
June. Il suono cupo e le ritmiche tribali riescono a donare
una ideale atmosfera claustrofobica. Il CD è certamente
da avere, e se avrete l'occasione di vederli dal vivo non fateveli
scappare! (Nikita)
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KONAU
“Speech from the shadows” CD (Eibon)
La
campana a morto di “Sadness embrace” ci accoglie minacciosa
in questo viaggio nel dark ambient più puro e canonico
ad opera del fresco progetto formatosi grazie all’ingegno di
Andrea Freschi di Subinterior e Stielh da New Risen Throne.
Le 6 tracce dell’opera, per quasi un’ora di durata, mi hanno
ricondotto nei gorghi oscurissimi di Canaan, Caul e Amon, ossia
tra il meglio che l’ingegno di casa Eibon abbia prodotto in
passato. La durata delle tracce, il loro minimalismo nero come
la pece a tratti squarciato da preziose aperture epiche e corali,
fa di quest’opera un piccolo classico del suo genere, pur senza
apportare sostanzialmente un’evoluzione degna di nota agli stilemi
del suono oscuro per eccellenza. Ma la domanda sorge spontanea:
può un genere di nicchia come il dark-ambient pretendere
di vivere una sua evoluzione? Konau, con la sua prima opera,
ci dice di no, ma ci dice anche che tutto sommato va bene così.
Bravi. Info:
www.myspace.com/konau
(Oflorenz)
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LACRIMOSA
"Lichtjahre" 2CD (Hall of Sermon / Audioglobe distr.)
Dopo
aver fatto uscire il secondo CD del suo progetto parallelo Snake
Skin, Tilo Wolff celebra il progetto madre che lo ha reso famoso
con un doppio live, uscito anche con una versione in DVD, venduti
separatamente. La copia arrivata in redazione vede solo un estratto
dell’edizione completa, ossia un solo CD contenente 10 tracce,
per cui possiamo fare una recensione ‘parziale’, ma da quello
che è possibile sentire da questo "promo" l'impressione
è che il lavoro è ben fatto, e le versioni live
sono apprezzabili per tutti gli amanti dei Lacrimosa. I migliori
brani che ho potuto ascoltare sono "Komet", "Alles Luge", "The
party is over". (Nikita)
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LAMIA
"La
maquina de dio" CD (Black Rain)
Secondo
album per questo terzetto argentino, che si ispira ad atmosfere
care ai Q-ntal. Se i colleghi europei riescono a ben amalgamare
suoni elettronici e canti medievali, la band sudamericana fallisce
nell'intento. Solo quando è presente la soprano Cecilia
Marchesotti i Lamia riescono ad ammaliare, ma quando subentra
il tenore Daniele Piomba il tutto si fa pomposo e ridicolo.
Basta ascoltare "Los set goytx", in cui il duetto tra i due
cantanti è molto "pesante" e le trame elettroniche molto
confuse e fastidiose. Stessa cosa riguardante "Ad mortem festinamus".
Se non ci fossero state queste due tracce il CD sarebbe stato
discreto nel complesso, purtroppo viene proprio rovinato da
questi brani insulsi. Speriamo che in un loro futuro album si
possa ascoltare solo la voce della Marchesotti, ovviamente creando
delle musiche adeguate e non becere. (Nikita)
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THE
LAST DAYS OF JESUS
"Dead
Machines revolution!" CD (Strobelight/Masterpiece distr.)
Il
seguito di “Alien Road” è un vero apripista per la band
slovacca, trovatasi catapultata sullo scenario horrorifico del
Judgement Day Festival. La loro divertente comedy gotica non
eccede in un facile gore musicale e visivo, ma utilizza sapientemente
il verbo della macchina per generare composti organici tecnicamente
ineccepibili. Una elettronica dosata e con samples mai invasivi,
batteria composta ma energica, basso e chitarra strutturati
con delicatezza, insomma la frittata ideale per una nuova ondata
death-rock. Tredici brani che saltellano tra versioni clownesche
e giri di basso indie-rock, goth-postpunk ironico e affidabilità
compositiva: non si sente mai il bisogno di stoppare il cd a
metà (ed è un pregio!). Non mancano ovviamente
gli organetti e le disinfestazioni da casa degli spiriti, ciò
nonostante i T.L.D.O.J. non sono grotteschi, ma signorotti un
po’ fuori di testa. Apertura frizzante con “Dead-Cuckoo-Clock”,
deliziosa marcetta zombiesca con “Zombie Haut-Couture”. Un po’
tutto il disco gioca su questi ritmi, senza mai cascare dalla
soffitta, con accelerazioni e frenate unite dalle stesse caratteristiche,
melodia, indie-rock-postpunk e spumante aggrovigliato sotto
centimetri di polvere, pronto ad esplodere! Bellissimo il ritornello
pacato di “London Bridge Is Falling Down”, schitarrata con vocal
semi-parlato e giro acustico con melodia al seguito, geniale.
In “Revolution Of Sick Brains” sembra addirittura di avvertire
i Franz Ferdinand aggirarsi per gli studi di registrazione,
mentre con “Machine Of Calm”, il circo chiude i battenti miscelando
tutto ciò che di buono è già passato sotto
l’attenta osservazione acustica dei nostri timpani. (Pinhead)
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LEGER
DES EILS
“Gloria”CD
(Eis un Licht )
Nuovo
cd in edizione limitata a 500 copie, per questo progetto che
mi ha sempre attirato, poichè franco dal solito clichè
“neofolk ad ogni costo”. Qui al contrario possiamo respirare
la ricerca di un minimalismo neoclassico che, sebbene abbia
dei contatti coll’apocalyptic, rinuncia come dicevo ad incasellarsi
solo in questo stereotipo, per abbracciare il ritual, la darkwave
e persino il synthpop. Tutti generi però affrontati con
classe e maturità. Per certi versi mi rammentano gli
Illuminate del periodo iniziale più romantico, per altri
dei Forseti o dei Sonne Hagal meno rigorosi e “più alla
mano”. Mi piace soprattutto l’idea di questa vena languida resa
accuratamente con pochi, curati e semplici arrangiamenti. Resta
un po’ l’amaro in bocca perché l’album è molto
breve, e non essendo sfiancante come altri del genere, vorresti
poter avere altra musica così solenne e semplice contemporaneamente.
(Anialf)
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LEXUS
"Petali di piombo" CD (Autoproduzione)
Lexus
è il moniker del progetto bergamasco di Greco Armando,
il quale, dopo i trascorsi punk delle origini ed un primo demo
del 2006 dal titolo “Nostalgie catartiche”, ci regala un secondo
cdr dal sapore vagamente cantautorale e dall’ atmosfera introspettiva.
Sapori della cosiddetta “Indie” si mescolano con reminescenze
di wave italiana d’annata, per un’opera che potrà quindi
potenzialmente incontrare i favori non solo del pubblico di
orientamento tipicamente dark, ma anche degli amanti delle alternative-charts
italiche. Come se i Marlene Kuntz fossero vissuti una decina
di anni prima. (0florenz)
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LIFE'S
DECAY
"Lysselia" CD (Abstraktsens)
Duo
francese composto da Lyktwasst (strumenti vari e musica) e Alea
(voce femminile), i quali ci propongono un album particolare
con intrecci musicali che uniscono new wave francese, ethereal,
industrial e sonorità sinfonico-apocalittiche. Con le
loro atmosfere particolari e personali, i Life’s Decay non sono
paragonabili a nessun altro gruppo. Questo loro terzo CD è
assolutamente da avere! Info: www.myspace.com/abstraktsens (NIkita)
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LILY’S
PUFF
“Heaven frowns” CD (Ark records/Masterpiece distr.)
Seguendo
il gruppo sin dagli inizi, ero certo che prima o poi si sarebbero
accasati presso una label seria come la Ark, sempre pronta,
come tutte le neonate etichette, a crearsi uno spazio di genere
ben preciso, pur rimanendo aperta a qualunque commistione purché
di qualità. E’ quanto succede a questo nuovo album dei
Lily’s Puff, dove la ricerca sonora è sempre proiettata
all’avanguardismo ed alla sperimentazione, senza perdere contatto
con stilemi dark di cui gli arrangiamenti sono ricchi. Sbaglia
chi continua a definire il gruppo come ‘etereo’ o ‘shoegazer’,
poiché le atmosfere create dalla formazione friulana
ricordano invece gli sperimentalismi ed i minimalismi classici
di un solo gruppo cui subito mi sovviene il paragone: i Tuxedomoon.
I brani si susseguono mai uguali l’uno all’altro, il cui trait
d’union sembra essere la voce simil-istrionica (ma in senso
positivo!) di Marco Fabro, che ‘interpreta’ (da notare le virgolette)
i testi scritti da Simone Sari. Ci sono anche alcuni brani in
cui compaiono due voci femminili, Virginia ed Elisabetta, che
alleggeriscono un po’ la predominanza maschile vocale che ha
sempre il rischio di essere ripetitivo (ma non mi sembra che
i Lily’s Puff corrano questo rischio). Piuttosto in buona parte
dei brani si sente, a modo loro, l’influenza Portishead/Massive
Attack e dintorni, specie nelle parti più minimaliste
di brani come “A song” o “Wale up”. Il gruppo è così
maturato dagli esordi da permettersi addirittura un brano ambient
che si trasforma in una suite per solo pianoforte (in “Kitchen
element”). Variegato e mai annoiante, altro centro per questa
formazione che, grazie anche alla distribuzione della Masterpiece
ed ai suoi contatti europei, dovrebbe assicurare una buona diffusione
del lavoro. In sintesi: sensibile ed evanescente come l’acquerello
di Schiele in copertina (Anialf)
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LONDON
AFTER MIDNIGHT
"Violent acts of beauty" CD (Trisol/Audioglobe distr.)
C'erano
una volta i London After Midnight, band di culto con il suo
suono romantic death rock, che ha allietato con i suoi primi
due album due generazioni di ascoltatori dark. E dopo averci
più volte annunciato negli ultimi cinque anni l'uscita
del nuovo album, ecco finalmente la tanto attesa nuova produzione
della band americana, che segue dopo circa otto anni "Pshyco
Magnet". Certamente ci saremmo aspettati dei cambiamenti nel
sound per i losangelini, ma la speranza era di essere smentiti,
cosa che purtroppo non avviene all'ascolto di "Violent acts
of beauty". Un polpettone senza capo né coda, dove i
campionamenti e i loop elettronici, inseriti qua e là
per condire gli arrangiamenti, danno fastidio all'ascolto per
chi ha amato i vecchi LAM. L'intenzione di Sean Brennan era
di allontanarsi dal sound romantico dei ’90 per uno più
alla Nine Inch Nais, ma il risultato è davvero scadente.
Brani insipidi, i quali anche ascoltati più volte non
rimangono mai in mente, e dopo avere ascoltato tutto il CD per
ben 10 volte di fila, mi rifiuto categoricamente di continuare
a farlo ancora. Preferisco risentirmi per il resto della mia
vita "Selected scenes..", il miglior album che i London finora
ci hanno donato. Amen. (Nikita)
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THE
LOST
“Wearing Masks” CD
(Autoprodotto)
In
epoca di serie televisive il loro nome potrebbe trarre in inganno
sebbene il senso sia lo stesso: perdersi. Damiano Rossetti si
immerge nel progetto fondendo la pop new wave con sonorità
più malinconiche e soluzioni darkwave di memoria Cure.
Soprattuto per il vocal smaccatamente Smith dipendente, e quindi
nostalgico ma ben conformato alla struttura. Sono i nostri Cure
in salsa pop con venti anni di distanza. Non a caso il primo
brano dopo l’intro si intitola “Sweet Cure”. E da qui parte
un percorso di luci e ombre, luci quelle del sound e del progetto,
ombre quelle dei rami oscuranti di un bosco montano e di un
cielo nuvoloso. Con “Strike Me” la musica non cambia, il ritmo
si fa più serrato ma l’atmosfera apre al soleggiato movimento
darkwave, ottimo brano di grande apertura sonora. “Untruth”
analizza il moto interiore dell’essere, placa le coscienze.
“Remember Something” prosegue il percorso melodico, lento ma
solare, poco dark, spalancando le porte ad un finale molto pop
con “Turn Round”. Sono i nostri Cure mi ripeto, geniali sotto
questo punto di vista, ma troppo soleggiati e arieggiati, forse
per staccarsi un po’ dal mito, chi lo sa, staremo a sentire
i prossimi lavori. (Pinhead)
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MAPLEBEE
"Hello eye"
CD (Prikosnovenie)
Mélanie
Garside, autrice di questo progetto ethereal-pop, è ispirata
da due icone come Kate Bush e Tori Amos. Qui non siamo di fronte
al solito canonico ethereal, piuttosto, come tende a pubblicare
ultimamente l'etichetta d'oltralpe, si hanno atmosfere più
easy e molto world music. Per chi è abituato a certi
canoni certamente sarà difficile avvicinarsi al suo sound,
ma vi consiglio prima però di ascoltare qualche traccia,
e certamente vedrete che il tutto è sì leggero,
ma fatto con gusto e raffinatezza. La nuova frontiera dell'ethereal!
(Nikita)
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The
MARIGOLD
“Erotomania” CD (I dischi del Midollo/Deambula/Shuffle
distr. )
Secondo
album per questo terzetto attivo dalla fine degli anni ’90,
il quale aveva già esordito nel 2004 con il cd “Divisional”.
“Erotomania”, prodotto da Amaury Cambuzat di Ulan Bator e Faust,
si muove fra post-punk, dark-wave abrasiva e noise-rock, con
un bel muro chitarristico alternato a momenti di quiete, ed
armonie depressive. Si sente anche qualche affinità con
i Cure di “Pornography” e “Disintegration”, soprattutto per
il cantato di alcuni brani e per l’impiego del basso a 6 corde,
conosciuto anche come chitarra baritona, da sempre usato dal
Robertone e da alcuni suoi emuli, anche se spesso il suono dei
Marigold è più distorto e nervoso. Se i nove brani
sono tutti di un certo livello, ho trovato il meglio in assoluto
quando il gruppo esprime al massimo la propria potenza, come
avviene in “Orgy”, “A simple reflex to the light”, “Mongolia”,
e nella lunga, acida, e davvero stupenda title-track. Non fatevi
ingannare dalla brutta copertina, il cd possiede un fascino
primordiale ormai sempre più raro da trovare nelle nuove
produzioni. Info: www.themarigold.com
(Fabio Degiorgi)
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MEKHATE
"35 Grams" CD (Creative Fields rec. / Masterpiece distr.)
In
edizione limitata a sole 300 copie, esce questo secondo lavoro
di Mekhate, dopo un CDR autoprodotto, e dopo aver partecipato
alla raccolta "A Tribute to the wor(l)ds of John Balance". L'album
ufficiale di debutto è un'interessante colonna sonora,
dove le parti vocali sono presenti come nenie solo in alcune
tracce. Tra le atmosfere orientali molto spirituali troviamo
un omaggio "morriconiano" con "Army of the ancient Cina". Il
CD è consigliato per l'originalità e le emozioni
che riesce a trasmettere. (Nikita)
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MIRIAM
"When Beauty Is Invisible" CD (Decadance rec.)
La
band romana finalmente ritorna dopo 5 anni di silenzio discografico
dall’uscita di "Scents", e replica migliorando il proprio stile
con il nuovo "When Beauty Is Invisible". Daniela Bruno, affascinante
singer, con la sua delicata voce ammalia l'ascoltatore e raggiunge
l'apice nella title-track, un’apoteosi di dolcezza e voglia
di sognare. Da citare anche la conclusiva "Nightporter", cover
di David Sylvian, che viene eseguita magnificamente, e in cui
il progetto dà un tocco speciale. Tutte le tracce sono
collegate da un cordone ombelicale invisibile, dove gli arrangiamenti
molto artefatti e raffinati sono davvero importanti, e non fanno
altro che dimostrare quanto i Miriam siano una band di serie
A della scena italiana, che vi invitiamo ad ascoltare se non
l'avete già fatto. Intanto leggete la loro intervista
sulle nostre pagine virtuali (clicca qui per leggere l'intervista).
(Nikita)
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THE
MISSION
“God is a bullet” CD (Oblivion/ Audioglobe distr.
)
Gradito
ritorno quello dei Mission, sempre impegnati a creare ballate
darkwave ricche e un pochino pompose, ma quella della pomposità
è sempre stata l’accusa più negativa fatta a Wayne
Hussey & soci. Che difatti riescono benissimo anche laddove
il ritmo aumenta, come in “Keep it in the family”, brano wave
che ricorda un po’ i Cure di “Friday I’m in love”. Il lato dark
comunque non è particolarmente presente, è più
rafforzato quello rock, come in “Belladonna”, “Blush” o “Draped
in red”. Certi arrangiamenti risentono ancora della sisteriana
memoria, di cui “Chinese burn” è un esempio eclatante,
così come “Hdshrinkerea”. Tuttavia, nonostante l’evidente
impegno del gruppo a ritrovare grinta e smalto del tempo passato,
attualizzandolo al massimo, oggi molti gruppi hanno mandato
a memoria la loro lezione musicale, quindi ad un primo ascolto,
“God is a bullet” può essere scambiato facilmente con
un album meno gotico e più rock degli Him, per fare un
esempio. In generale quasi tutti i brani sono stati scritti
attorno ai riff di chitarra, cosa che rende il disco più
aggressivo che non in passato. Rimango sempre più convinto
però che Hussey sia molto più ispirato nei brani
lenti, come dimostra ampiamente in “Dumb” o in “Acquarius &
Gemini”; mentre scatena tutta l’energia possibile con la conclusiva
“Grotesque”. La voce di Hussey è meno lamentosa di quella
che ricordavo, più incisiva anch’essa, e perfettamente
a suo agio nel “nuovo” corso intrapreso dal gruppo inglese.
Lunga vita ai Mission, quindi, una vita lunga più di
vent’anni, ma a giudicare dal risultato di questo nuovo cd,
il coraggio di osare ancora non mancherà loro nemmeno
per il futuro. (Anialf)
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The
MOON AND THE NIGHT SPIRIT
“Regö reitem” CD (Equilibrium music)
“Regö
Reitem”, secondo lavoro dei magiari TMATNS, potrebbe facilmente
guadagnarsi il suo spazio in una fanzine dedita al rock progressivo.
Iconografia fantasy ad opera della bravissima singer Agnes Toth
(il cd si presenta in un’accattivante confezione digipak formato
A5 arricchita con i suoi dipinti), un prog-folk narrante di
mondi lontani, favole pagane dove la forza di madre natura e
l’antica saggezza della razza umana sono elementi e valori ancora
incontaminati. Insomma, un mondo che non esiste più.
Musicalmente siamo al cospetto di un folk acustico impreziosito
da zither, flauti, violini ed arpe, ove il cantato in lingua
madre ungherese rende ben meglio che l’idioma anglosassone utilizzato
nel precedente lavoro della band. Nella nostra area verrebbe
sicuramente catalogato come “ethereal”, anche se ritengo sia
questa un’etichetta che non renda adeguatamente merito ai contenuti
dell’opera. Per amanti di Pentangle, Fairport Convention e Renaissance.
Info: www.themoon.equilibriummusic.com
(Oflorenz)
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NAUGHTY
ZOMBIES
“Mental Health Compilation” CDR (Autoprodotto)
Per
dovere di cronaca, eccovi la segnalazione di questa antologia
provvisoria omaggiatami da H. Zombie in occasione della performance
del gruppo spagnolo lo scorso 12 ottobre al Garage di Sesto
San Giovanni. Venduta ai concerti come anticipazione del primo
vero e proprio album, questa raccolta su cd-r contiene sei brani
tratti dal primo demo, quattro dal secondo, due brani nuovi,
“Hospital” e “Psiquiatrico”, infine la cover dei Paralisis Permanente
“Unidos”. Poco più di mezz’ora al fulmicotone del loro
horror punk medicale, contaminato con basi elettroniche, dark-wave
e rock’n’roll. Ottimi i due brani nuovi, disponibili anche su
internet (di “Hospital” c’è pure il videoclip), che mi fanno
aspettare con trepidazione il fatidico cd ufficiale. Info:
www.naughtyzombies.net
(Fabio Degiorgi)
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OFFCHESTRA
(Marco Milanesio – Fabrizio Modonese Palumbo)
“#00: L’apocalisse - Original soundtrack” CD (Precordings)
“OFFchestra”
fa parte di una serie di uscite che vuole documentare l’ingegno
e l’opera della scuderia in forza al torinese Studio O.F.F.,
regalandoci una raccolta di brani in gran parte inediti e legati
spesso a speciali collaborazioni fra gli artisti, sperimentazioni,
sessions e colonne sonore appositamente concepite. Per i torinesi
(e non solo), Milanesio (DsorDNE) e Modonese Palumbo non necessitano
certo di presentazione. Da sempre protagonisti del circuito
cittadino underground più oscuro e sperimentale, si avvalgono
nei 13 brani del disco del violoncello di Julia Kent e delle
percussioni del “Bue” Marco Schiavo, già compagno di
Fabrizio nel progetto principale e maggiormente noto al pubblico,
Larsen. “#00” è inoltre la colonna sonora della piece
teatrale “L’Apocalisse di Giovanni” di Valter Malosti, e spazia
nella musica sperimentale a tutto tondo, senza limitazioni di
genere, come del resto è tradizione per gli artisti OFF.
Belle le foto interne del digipak, che ci rammentano uno dei
luoghi più affascinanti da visitare nei dintorni di Torino:
la Sacra di San Michele. Info: www.off.to.it
(Oflorenz)
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OLHON
"Sinkhole"
CD (Eibon rec.)
Questa
colonna sonora creata da Olhon è la documentazione audio
per intraprendere un viaggio nelle cavità della terra,
per la precisione nel pozzo del Merro, che è un’enorme
voragine vicino a Roma, creata da un cedimento della superficie
terrestre, sommersa sia dall'acqua che dalla vegetazione. Chiudendo
gli occhi ci si potrà addentrare idealmente nelle sue
viscere, infatti il lavoro di questo progetto industrial ambient
è meritevole e riesce a colpire per la sua capacità
a trasmettere certe emozioni. (Nikita)
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ONETWO
“Instead”
CD (There )
Nuovo
lavoro ‘completo’ del duo composto dalla vocalist dei Propaganda
Claudia Brucken, e dalla voce degli OMD Paul Humphreys. Da un’accoppiata
come questa ci si poteva probabilmente aspettare (e pretendere)
qualcosa di più. Diciamo subito che le composizioni vanno
più nella direzione del gruppo di “Enola Gay” piuttosto
che del quartetto tedesco, e rimangono comunque nella tradizione
del synthpop (più pop a dire il vero). A salvare il cd
ci pensano due ballatone in stile anni 80: “Sequential” (la
migliore dell’album) e la più atmosferica “Home (tonight)”,
nelle quali oltretutto emerge maggiormente la voce sempre splendida
della Brucken. Nei canoni dei Propaganda possiamo trovare forse
qualcosa nel remake della Pinkfloydiana “Have a cigar”. Discreto
è anche “Cloud Nine” scritto da Martin Gore (che partecipa
anche in veste di chitarrista), mentre appena passabili sono
“Anonymous” scritto dall’ex socio di Humphreys negli OMD, Andy
McCluskey, e “Kein Anscluß”. Il resto è veramente un
po’ troppo banale ed alla portata di una qualunque band agli
esordi, non certo dall’esperienza maturata negli anni dal duo.
(Anialf)
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Ô
PARADIS
“Cuando El Tiempo Sopla” CD (Punch Records)
Nuovo
album per la prolifica creatura del barcellonese Demian. Come
i precedenti lavori, anche “Cuando El Tiempo Sopla” è
un disco difficilmente classificabile, dove convivono come in
un caleidoscopio folk iberico, melodie pop, atmosfere lounge/psichedeliche
ed un certo retroterra sperimentale ed industrialeggiante, tutti
elementi che si fondono e si scindono continuamente fra loro
in maniera imprevedibile. Da segnalare poi la presenza, come
ospiti, di alcuni personaggi noti nell’ambiente: troviamo Jürgen
Weber di Novy Svet in “Dejar De Correr”, uno dei miei brani
preferiti del cd insieme a “Guarida”, e Flavio Rivabella (DBPIT)
con Tairy di Punch Records in “Tiempo”, quest’ultimo con un
testo in italiano declamato dallo stesso Tairy. Bellissimo anche
“Cuerda”, grazie alla sua aria soffusa ed intimista ma volutamente
disturbata. Nel complesso quindi Demian ci offre un altro album
assolutamente riuscito, consigliato sia a coloro che già
conoscono le precedenti produzioni di Ô Paradis, ma anche
a chi voglia avvicinarsi per la prima volta ad esso. (Fabio
Degiorgi)
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L'ORCHESTRE
NOIR
"Eleven"
CD (PREcordings)
Ristampa
dell’album uscito nel 1998 a nome del progetto parallelo di
Tony Wakeford (Sol Invictus), che rivede la luce grazie alla
romana PREcordings, con una bonus track in più rispetto
alla prima edizione, "La chanson du Roi Renaud (Wakeford Re-Mix)".
Qui troviamo il buon Tony e la sua ensemble più classicheggiante,
dove testi di Albert Camus, Rosa Luxemburg ed Ezra Pound riescono
a ben amalgamarsi con le splendide musiche. Tra i partecipanti
al progetto troviamo Eric Rogers (Gaë Bolg), ed inoltre
Nathalie Van Keymeulen, Céline Marleix-Bardeau e Sally
Doherty. Un interessante viaggio sonoro e onirico dedicato alla
guerra e ai suoi orrori. (Nikita)
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OUROBOROS
“Lux Arcana” CD (Sabbathid Records)
Ouroboros
è la creatura di Marco Grosso, che giunge al primo cd
ufficiale dopo una serie di tre EP autoprodotti. L’ambient oscura
di “Lux Arcana”, lavoro dagli evidenti riferimenti ritual-esoterici,
riesce mirabilmente a coinvolgerci con le sue liriche in latino
(per un attimo ho ripensato ai vecchi dischi di Mario “The Black”
Di Donato, grandissimo!) ed il composito caleidoscopio sonoro
mai piatto o monotono, impreziosito fra l’altro dagli illustri
interventi di Dondo “Runes Order” piuttosto che Deviated Sister
TV e Davico “The Tenant”. “Lux Arcana” suona più vario
ed ispirato della solita dark-ambient strumentale, forse (comprensibilmente)
oggi spesso priva di spunti nell’opinione di molti. Curiosa
la presenza, in chiusura di lavoro, di una cover di Sting dal
titolo “Russians”: non conosco l’originale, ma ho come il sospetto
che Marco l’abbia decisamente personalizzata! Tra “Ars Regia”
degli Ain Soph, Runes Order e una probabile colonna sonora per
un firm di Fulci o Argento.Info: www.myspace.com/marcogrosso
www.marcogrosso.cjb.net
(Oflorenz)
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PIANO
MAGIC
“Part Monster” CD (Important records)
Era
da molto che desideravo recensire qualcosa dei Piano Magic,
gruppo che seguo da molto tempo, e di cui ho seguito le varie
evoluzioni, ora più elettroniche, ora wave, ora low-fi.
E com’è questo “Part Monster”? Un giusto equilibrio di tappeti
di synth e strumenti acustici che ricamano trame wave di matrice
malinconica e romantica. Non mancano nemmeno riferimenti al
dreampop o allo shoegazer meno effettato, ci sono ballate più
acustiche come “England’s always better”, o motivi easy listening
sempre però un po’ cupi, come nella nuova versione di
“Incurable” (il singolo che ha preceduto l’uscita di questo
album). Io ci sento anche tanto New Order, basso a parte, e
la voce femminile si insinua fra quella maschile con abilità
e formalismo. Ma io continuo ad essere più convinto dei
brani più ‘gotic-rock’ come in “The king cannot be found”,
“The last engineer” o “Saints preserve”. Chiude il disco un
brano per sola chitarra acustica e voci, che dà il titolo
al cd. Un altro centro per questa formazione in continua (e
sono tanti tanti anni!) evoluzione, sia musicale che di persone,
sempre attorno al deus-ex-machina Glen Johnson, e questo non
fa che rendere ogni nuova uscita sempre qualcosa da ascoltare
con enorme piacere. (Anialf)
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PINK
TURNS BLUE
“Ghost” CD
(Strobelight/Masterpiece distr.)
Hanno
vent’anni di carriera alle spalle ma ben dieci di stop forzato
con reunion nel 2004. Tedeschi e inglesi fusi insieme in un
progetto partito nell’oscurità degli ’80, e tornato in
auge grazie a sonorità più deliziose accessibili
ad una più vasta platea. Niente di ciò deve ledere
alla loro semplice maestria moderna, nel miscelare il sound
new-wave stile Editors al gothic-rock pizzicato. Ne danno amplia
dimostrazione i tre brani (su undici) rifilati in promozione:
“Can’t Be Love”, "Walk Away" e “Break It”. Il loro primo ep
datato 1985 “If Two Worlds Kiss” venne acclamato dalla stampa
dell’epoca quale passo pioneristico della allora fiorente darkwave,
questi P.T.B. si possono dunque considerare tra i capisaldi
di quel genere, purtroppo per loro l’eco mediatico non fu travolgente
(ma la darkwave è sempre stata vista con distacco dall’ambiente
musicale). L’ennesimo ritorno di una band dal passato, e se
i risultati sono questi, accogliamo con grande piacere il revival
in salsa moderna creato ad hoc da gente che ha le conoscenze
e le capacità di suonare! (Pinhead)
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