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..................................RECENSIONI DISCHI PRIMAVERA 2011

PSY'AVIAH FEAT. AYRIA
"Into the game"
CD EP (Alfa-Matrix)

Tornano con un EP uscito ufficialmente il 7 gennaio 2011, i belgi Psy'Aviah. L'album è costituito da ben 9 remix della traccia "Into the game" creata in collaborazione con l'americana Jennifer Parkin degli Ayria, altra artista sotto Alfa Matrix, e contenuta nell'album Eclectric. Compaiono tra i remix Signal Aout 42, Plastic Noise Experience, Schwartzblut, Slave Republic, Suicidal Romance, mentre Interface e Diskonnekted servono versioni marcatamente più ballabili. Nella mischia vengono anche gettati un remix di "Voltage" dei Krystal System e il nuovo singolo "Wired Life". Apparentemente un lavoro poco utile, visto che i fan si stanno ancora digerendo l'ultima uscita datata 2010, a meno che non rientri negli obblighi contrattuali verso l'etichetta.
Sito web:
www.psyaviah.com
www.ayria.com
(M/B'06)

ROSARUBEA
"The Fire and The Rose"
MCD (Old Europa Cafe)

La “Dama mediolanense” Daniela Bedeski ed il fido Pino Carafa (già collaboratore della Camerata nello splendido secondo lato del 10” “L’Alfiere” del 2001) stringono un nuovo sodalizio da cui nasce la creatura RosaRubea, che in questo mini d’esordio per Old Europa ci regala un assaggio di grandi cose e potenti suggestioni. I concetti di Nascita, Morte e Rinascita, interpretati con un espressionismo vicino alla corrente Ritomodernista di Angelo Tonelli, permeano i 7 brani del mini, ove oltre Daniela al canto e Pino ai synths, intervengono il pianista Marco Bosio ed il talentuoso violoncellista Zeno Gabaglio. I 25 minuti di musica colta del dischetto generano grandiose aspettative su questo progetto nuovo di zecca, che unisce sapientemente onirici ed oscuri “soundscapes” a trame neo-classiche dalle ariose melodie con quella naturalezza propria di grandi progetti quali ad esempio i francesi Dark Sanctuary. Se il tocco elettronico e sperimentale di Pino “SynthEthic” emerge nella intro “Tra l’Urlo e il Canto” e nella finale “Le Nozze alchemiche” (i testi sono due poesie di Daniela), pianoforte, violoncello e voce conducono invece i 6 capitoli centrali dell’opera, tra i quali è presente anche un celebre traditional scozzese, “The twa Corbies”. Immancabile un cenno riguardo il prezioso package che custodisce l’opera, con gli splendidi dipinti del pittore Massimo Bertocchi (di grand’ effetto l’olio su tela “How far Jerusalem from Hell” che campeggia sulla cover) e l’artwork fotografico della bravissima Ajmaproject, da tempo fotografa di Daniela ed autrice ritomodernista con il suo personale progetto Les Jumeaux Discordants. Indubbiamente un’uscita sopra le righe per l’inossidabile Old Europa Cafe di Rodolfo Protti, siamo ora ansiosi di assaporare il gruppo meneghino sulla lunga durata, ed ovviamente al più presto anche on stage!
Sito web:
www.reverbnation.com/rosarubea

www.myspace.com/rosarubeaproject
(Oflorenz)

SON OF ERIS
"Kallisti"
CD (Rage in Eden)


Interessante secondo lavoro per i tedeschi Son of Eris, che offrono un album di neo-folk contaminato, cantato in lingua madre. Eris è la dea della discordia della mitologia Greca che originò il ratto di Elena e la guerra di Troia, mentre i suoi figli sono una collezione dei peggiori disastri esistenti al mondo tra cui la fame, il dolore, le stragi e la rovina. L'album oscilla appunto nell'ambito post industriale, come una creatura malinconica a tratti raffinata e acustica, a tratti irriconoscibilmente art rock/industriale, a tratti atipicamente dark ambient/noise. La musica è principalmente basata sulla chitarra, ma porta con sé una notevole varietà di contaminazioni talvolta spiazzanti e non così riuscite come le parti folk, ma tuttavia meritevoli di portare una ventata di aria fresca come poche band sanno fare. L'opera si estende per oltre 60 minuti di musica in confezione digipak con design di ?ukasz Pawlak della Requiem Studio, il quale, vista la quantità di uscite discografiche che sta curando ultimamente per la Rage in Eden (ex War Office Propaganda), avrà probabilmente strappato una sorta di esclusiva con l'etichetta.
Sito web: http://www.myspace.com/marchofheroes
(M/B'06)

STRIP IN MIDI SIDE
"Your Stripping Experience" CD
(New Model Label)

"Una nuova synth-electro-rock band proveniente dalla Campania." Così recita il comunicato stampa. Purtroppo la matrice 80's-ebm appare fiacca e dalle atmosfere scolastiche. Incomprensibile il richiamo a tali termini se non ve ne è traccia nel sound. I Maestri Depeche Mode e NIN vengono citati a vuoto, in quanto non credo che la band si renda conto di essere fuori dai binari. Sembrano più la parodia delle band citate più che l'ennessima figlia devota. Registrato da Streaky Mastering (Depeche Mode, Einsturzende Neubauten, Nitzer Ebb), siamo qui a chiederci perché il mondo gira al contrario.
(Matteo "Pinhead" Chamey)

STUDIO-X
"Neo futurism"
CD (Alfa-Matrix)

Debutto corposo datato 14/1/11 per Lawrie Bayldon e Matthew Martin, australiani di Adelaide, noti remixers nella scena electro-industrial e allo stesso tempo con un'ottima reputazione di live band nella loro terra natia, in cui hanno condiviso il palco con band come Shiv-R e Combichrist. Il doppio cd riflette alla perfezione questi due aspetti: il primo cd infatti contiene 11 canzoni inedite, inclusa l'irriverente opener "You'll Never Get This" (meglio nota come "The Borat Song") e due remix ad opera di Lab-4 e Proteus. Il secondo cd vede all'opera gli Studio-X nella loro specialità e cioè appunto il remixaggio di 12 tracce di colleghi di etichetta (Psy'Aviah, Unter Null, Leaether Strip) e non solo (Nitzer Ebb). La versione giapponese uscita sotto DWA invece, presenta sempre due cd, ma il secondo ospita un ventaglio più variegato di artisti dal punto di vista delle etichette di appartenenza. Niente di nuovo sotto il sole, ad uso e consumo dei dancefloor. Let's dance!
Sito web: http://officialstudiox.com
(M/B'06)

SVART1
"Non tutto ciò che tace è morto"
CD (Valse Sinistre)

Quinto full length, primo in cd (i precedenti erano mp3 o cdr) per questo progetto del poliedrico cagliaritano Raimondo Gaviano. Limitato a sole 100 copie, il lavoro gode dell'ottimo lavoro grafico della bulgara Haate Kaate, evocativo del legame imprescindibile tra donna e natura. E proprio alla natura è avvinto fortemente il leit motiv dell'album, come si evince dal titolo, dal video e dalle foto che si trovano sul cd, natura di cui Gaviano è attentissimo osservatore ed in cui si immedesima quando va a comporre e stratificare i suoi suoni a tratti oscuri e desolati che richiamano i Lycia, a tratti quasi liturgici evocanti momenti à la Raison d'Etre, il tutto però con un tocco personale, un'oscurità ed un gelo impensabili se associati ai paesaggi sardi, come siamo abituati a conoscerli. Ascoltatelo al buio, chiusi in una stanza, nessun altro senso deve essere attivo: solo allora la potenza di questo lavoro si realizzerà e ne godrete in pieno.
Sito web: http://svart1.altervista.org/
(M/B'06)

THOLEN
"Neuropol"
CD (Cyclic Law)

Dopo l’esordio di qualche tempo fa’ con “Sternklang”, il dark ambient project Tholen ci introduce ora nella disperazione che regna tra le mura dell’immaginaria città di Neuropol, ove una massa di schiavi è costretta ad una vita di lavoro in totale cattività, sotto l’asfissiante controllo di una elite malvagia. Uno scenario da era post-atomica si direbbe, o magari l’ideale colonna sonora per un film ispirato ad Isaac Asimov? Ad entrambe le soluzioni ben si adatterebbero le 8 lunghe tracce di “Neuropol”, ideali nel dipingere nella mente dell’ascoltatore apocalittici e futuristici scenari di morte per il nostro pianeta. A modo suo un piccolo manifesto di “dark-ambient art” per il nuovo millennio, colmo – ahimé – di foschi e temibili presagi. Digipak deluxe a 6 pannelli, esce in tiratura di 1000 esemplari, confermando l’elevata qualità media delle uscite sponsorizzate dall’ ottima label canadese.
Sito web: http://www.myspace.com/tholenambient
(Oflorenz)

TRAUMTAENZER
"Der weiße Raum"
CD (Echozone
/distr. Masterpiece)

I Traumtaenzer sono un gruppo nato nel 2008 per volere di Tom O'Connel, ex membro dei Garden of Delight, con l'intento di creare musica ballabile e atmosferica a un tempo con sofisticati testi in tedesco. Cooptato da O'Connel si unisce alla band Marco B., ex-collega nei Downscarred. Al gruppo si aggiungono come supporto la splendida voce di Eva P. (ex Anubiz e Unrein) ed il violino di Sandra S. (ex Le Cri du Mort). Questo debutto forse non centra gli obiettivi prefissati al 100% ma sicuramente lascia il segno. Le singole tracce, mai scontate, sono sempre trascinanti in questa ambivalenza di ebm e ambient condita dal cantato tedesco che scandisce i tempi supportato dai cori eterei di Eva P. che lasciano sempre un buon sapore in bocca. A loro volta le tracce sono piuttosto varie,l'album non annoia e merita più di un ascolto distratto come colonna sonora di una serata o di un viaggio in auto.
Sito web: http://www.myspace.com/traumtanzermusik
(M/B'06)

TRIANGULAR ASCENSION
"Leviathan Device"
CD (Cyclic Law)

Triangular Ascension é Frederico Agreda, artista venezuelano che si ispira al “Leviathan” di Thomas Hobbes per questo suo debutto tra i ranghi della prolifica label canadese specializzata in dark ambient ed industrial. I drones apocalittici di LD non possono non farci sprofondare nelle lande a noi care di Lustmord, Inade o Troum, fra tappeti cosmici e nerissimi soundscapes (ottimi gli effetti “acquatici” di “Dimensional Warp”!) di grand’effetto emotivo. Se è vero che in materia strettamente dark-ambient è pressoché impossibile proporre qualcosa di realmente innovativo, è pur vero che esistono dischi piatti e inutili, e dischi fatti come si deve: TA rientra a pieno titolo tra questi ultimi, e ci auguriamo di veder il nostro Frederico anche da vivo, magari come futuro ospite del nostro annuale Congresso Post Industriale organizzato dalla inossidabile Old Europa Cafe!
Sito web: www.myspace.com/triangularascension
(Oflorenz)

The TRUE WILL
"
Triumph of the past"
CD (Rage in Eden)

Debutto per questo progetto olandese, creato da Jim Breedveld nel 2010, che affonda le sue radici nella musica di Lustmord, e può quindi a pieno titolo associarsi alle produzioni di Loki Foundation e Power & Steel, e nel martial ambient sulla scia di Arditi e Toroidh, senza tuttavia generare gli stessi picchi emozionali sia dell'uno che degli altri, ma non è ovviamente facile superare i maestri. Terzo elemento da non trascurare è l'approccio rituale sia nelle percussioni che si percepisce più intensamente nella quinta traccia "Call of the first Aethyr". Una voce implorante come prima di un'esecuzione accompagnata da suoni raccapriccianti spezza l'incanto e ci trasporta con l'ultima breve traccia in un incubo che riporta al film "Hostel", in cui la gente veniva catturata e torturata nelle maniere più svariate per puro diletto. Insomma, le idee ci sono ed anche le capacità, l'evoluzione ed una impronta più personale, potranno portare questo gruppo nell'olimpo della musica ambientale, altrimenti resterà l'ennesima incompiuta.
Sito web: http://www.myspace.com/marchofheroes
(M/B'06)

TUNES OF DAWN
"Goodbye cruel world"
CD (Echozone
/distr. Masterpiece)

Berlinesi al terzo album in quasi 11 anni: grazie al cielo c'è ancora qualcuno che fa musica non per esaurire obblighi contrattuali, ma cura i dettagli, costruisce musica intensa ed ispirata, da un'anima alle canzoni. Stiamo parlando di goth rock: solidi riff di chitarra, tastiere onnipresenti, ma mai invadenti, ottimo drumming, mai spocchioso come spesso i batteristi bravi diventano, nell'intento di mostrare il loro valore. Infine la voce di Hagen Schneevoigt che ricorda il defunto Peter Steele, compianto sul loro sito. Di certo i T.o.d. potrebbero fare a meno di scrivere "Inflammation Of TheThroat & 5-String-Shit" per definire il mestiere di Schneevoigt (e simili baggianate per gli altri tre), abitudine che sa tanto di Cradle of Filth e di cui nessuno sentiva la mancanza. C'è spazio per una cover dei Zeromancer, "Cupola", superflua e totalmente omogenea alla ballata "A warm sigh at 6°C".
Sito web: http://www.tunesofdawn.com/
(M/B'06)

VERSUS
"Different twilight places"

CD (Echozone
/distr. Masterpiece)

Terza uscita per questo gruppo tedesco fondato nel 2001 focalizzato sulla musica elettronica. L'album è ottimamente prodotto e mixato, come solitamente accade per le band prodotte dall'etichetta Echozone, il sound tipicamente electro-ebm è potente, ma non surclassa mai le voci di André e Markus. Tuttavia è difficile segnalare episodi migliori o peggiori tra le 15 tracce proposte, siamo di fronte ad un album tutto sommato anonimo che non resta impresso né per le melodie, né per le scelte musicali particolarmente originali, anzi piuttosto piatte e scontate che stancano sempre più man mano che si avanza nell'ascolto. Ottimo album da dancefloor spensierato e poco altro.
Sito web: http://www.versus-music.de
(M/B'06)

VICOLO MARGANA
"Morpheus Five hours"
CD (Autoprodotto)

Una “Ouverture” quasi in stile “fusion” apre questo elegante lavoro (il secondo, dopo il precedente “A perfect life”) di Francesco Antonelli e Fabio Bizzarri, che per l’opera si avvalgono del supporto di numerosi “guests” esterni al gruppo vero e proprio. Sarebbe compito assai arduo inquadrare il disco in un genere specifico, la musica colta d’autore rivista in chiave pop è semplicemente il filo conduttore di MFH, disco che spazia in maniera assolutamente naturale tra eleganti melodie vocali ambient-lounge, fusion e dream-pop; se proprio dobbiamo azzardare un paragone ci tornano in mente, per lo meno in taluni episodi, gli ottimi belgi Hooverphonic, soprattutto ove il cantato femminile di Silvia Serrotti contribuisce e ricordarci le trame atmosferiche regalateci dalla bella vocalist dei belgi (ascoltate ad esempio “Samadhi Lullaby” o “Floating candles”). Vicolo Margana è un progetto non strettamente attinente l’area da noi trattata, ma resta inopinabilmente un ottimo disco cui approcciarsi con la giusta apertura mentale, senza preclusioni di genere, perché come recita la inner sleeve del cd, il lavoro è “dedicato tutta la musica che amiamo”.
Sito web: www.myspace.com/vicolomargana
(Oflorenz)

WHITE PULP
"Lost Inc."
CD (Echozone/distr. Masterpiece)

Accostati a Manson, Zeromance e Nine Inch Nails, questa fresca band lanciata dalla Echozone (tra le migliori label in circolazione) si distingue non solo per l'appartenenza a gruppi e cantanti ormai super lanciati, ma per una propensione al più classico rock-industriale da testare live. Non siamo di certo di fronte a dei navigati rocker, il sound non può essere all'altezza dei grandi nomi (del resto il business porta anche notevoli migliorie nel comparto tecnica) però si difende bene nel mare magnum della desolazione troppo melodica o troppo dance-pop che ha ormai incancrenito l'intero mercato discografico. Non stonerebbero nel localino rock-metal di turno, se non altro ci eviteremmo le solite litanie di cover band celebri per una notte per poi tornare nel loro pallido e meritato squallore. Le influenze Zeromancer sono forse la chiave più "macabra" per analizzare la band: non si può ripetere il loro exploit, figlio di un periodo (fine anni '90) ormai chiuso e sepolto. E' sempre rischioso rispolverare dei generi così legati al passato, quell'industrial-rock trascinante e dal beat elettronico molto 90's. Ognuno intraprenda la strada che predilige ma occhio ai cambiamenti, questi col tempo potrebbero essere fatali, quindi è sempre bene comprendere le proprie capacità e svilupparle in un contesto appropriato. Non è roba da manager, ma da buonsenso. E' facile ispirarsi, è difficile inventarsi. Buon disco, con un suo dna da alterare.
(Matteo "Pinhead" Chamey)

WIRE
“Red Barked Tree”
CD (Pink Flag)

Sempre più lontano dalla rete e dall’overdose di nuove uscite discografiche, non mi ero nemmeno accorto dell’uscita di un nuovo album dei Wire, a soli due anni di distanza dal precedente “Object 47”, fino a quando non me lo sono visto al banchetto del loro concerto tenuto lo scorso 22 febbraio al Bloom di Mezzago. Mai logorroici, i nostri ci presentano anche questa volta un CD dalla durata perfetta, ovvero 11 canzoni in 39 minuti, racchiuso nel consueto digipak scarno della Pink Flag, con una copertina questa volta alquanto brutta, ma quello che importa è il contenuto. Chi conosce i Wire anche solo di fama sa benissimo quanto siano stati perennemente all’avanguardia, protagonisti di massimo rispetto del punk, del post-punk e della new wave più sperimentaleggiante. In tre decenni di attività hanno dato così tanto alla musica contemporanea che ora, superata la soglia dei 50 anni, Colin Newman, Graham Lewis e Robert Grey (già conosciuto come Gotobed) possono permettersi di realizzare un bel disco in totale relax, senza doversi reinventare per l’ennesima volta, ma ripercorrendo con la loro consueta classe tutte le lezioni sempre valide del passato, da quella noise-punk a quella più “pop”. Ecco quindi che già dall’iniziale “Please Take”, con il cantato di Lewis, la memoria torna agli episodi più soft ma meravigliosamente indimenticabili di “154”, come “Blessed State” o “The 15th”. E se “Clay” sembra la nipote di “I am The Fly” da “Chairs Missing”, e la rumorosa e viscerale “Moreover” una outtake di “Send”, bastano un paio di ascolti completi al CD – dove degne di nota sono anche “Adapt” e “Smash” – per lasciare buone sensazioni, nonché la consapevolezza che qualcosa di grande resiste con dignità anche in questi tempi. Sicuramente “Red Barked Tree” non passerà alla storia come è successo a diverse uscite leggendarie del trio inglese, e probabilmente qualche critico spocchioso dirà pure che se lo potevano risparmiare, solo perché non aggiunge niente di nuovo a quanto già fatto in precedenza. Per quanto mi riguarda invece, da umile fan retrogrado, continuo a farlo girare con grande piacere nel lettore da ormai due settimane.§
(Fabio Degiorgi)