Rivista e Web-zine di musica, cultura, arte e tutto l'universo oscuro

...........................................RECENSIONI DISCHI (ESTATE 2010)

PECADORES
"Rogai por n
ós pecadores"
CD (Wave records)

Secondo lavoro ufficiale per questi brasiliani che, per loro stessa ammissione, esplorano il misticismo attraverso la musica electro-industrial, noise, e le percussioni brasiliane. L'approccio visivo dei musicisti è volutamente morboso e scioccante, ma si avverte anche una certa ironia che denuncia a suo modo gli abusi perpetrati da persone senza scrupoli che sfruttano le credenze popolari per arricchirsi alle spalle della povera gente: il tutto per certi versi ricorda il Marylin Manson di Antichrist Superstar. Musicalmente la proposta è piuttosto originale, il filone è quello del gothic/EBM, con un ritmo incalzante basato spesso e volentieri su percussioni, che fanno emergere il background brasiliano a cui si attaccano i campionamenti tratti probabilmente da celebrazioni di culti oscuri.
Sito web: www.pecadores.net
(M/B'06)

PLASTIQUE NOIR
"Dead pop"
CD (Pisces records)

Rose, scritte a caratteri acuminati bianco e nero e dulcis in fundo il sacco nero. Eccoci pronti ad una nuova realtà dark-electro che ricalca i fasti di band quali i Sisters of Mercy e Bauhaus, per citare i primi due che mi son balzati in mente, in maniera fin troppo fedele. La domanda di fronte a questi album secondo me non è tanto se è bello o brutto, ma piuttosto se veramente serve alla musica stessa che esista un album che è fossilizzato a 30 anni fa, soprattutto nel suono. Facendo un paragone forse un po' azzardato, il genere heavy metal non lo suona quasi più nessuno dei gruppi emergenti, perché oramai ristagna in un periodo che ci ha regalato soddisfazioni, ma che è finito ed ha trovato nuova linfa nel death metal melodico piuttosto che nel nu metal e così via. Detto questo, l'album è un album ben suonato, compatto e coerente, ma non mi spingerei oltre. In poche parole, consigliato a chi è affezionato al genere ed ai gruppi succitati.
Sito web: www.plastiquenoir.net
(M/B'06)

PRIORATVM
"Sancta Inquisitio"
Cdr EP (Final Muzik/Special Cdr Serie)


Questo mini di 4 tracce segna il decimo sigillo della specialissima serie limitata in Cdr della Final Muzik, oltre che il debutto per questo intrigante e misterioso progetto friulano che si ispira – tra storia e mito - al Priorato di Sion, istituzione legata a doppio filo con il celebre Ordine dei Cavalieri Templari. Dedicato alle vittime della Santa Inquisizione, il mini sprigiona 4 arie caratterizzate da tastiere, organo liturgico e sonorità acustiche dal fascino arcano, ed in parte infestate da sinistri effetti ambientali (“The Secret Cult”) che ne accrescono ulteriormente il pathos. Semplice ma di grand’effetto il package, forte di alcuni scatti funereo-monumentali in bianco e nero, peraltro in tema con il concept trattato. “Sancta Inquisitio”, insieme al secondo lavoro di Testing Vault, chiude la serie limitata di Cdr di Final Muzik, con cui l’etichetta ha inteso dare una presentazione “deluxe”(oltre che una serie di chicche da collezione) delle sue produzioni e della propria filosofia.
Sito web: www.myspace.com/prioratvm

(Oflorenz)

PSY'AVIAH
" Eclectric Download"
CD (Alfa Matrix)

Terzo lavoro per questo trio belga, formatosi nel 2003, autore di una musica a cavallo tra industrial e wave nel segno della dance (in sintesi parliamo di elctro-clash/EBM). Siamo di fronte ad un album sicuramente ben strutturato sia a livello compositivo, sia del suono, in quanto possiamo apprezzare sia l'influenza dance ad esempio nella traccia di apertura che è davvero coinvolgente, sia quella più cyber-techno/industriale in "!AllAboutYou" che, infine quello più retrò della wave che permea pressoché tutto l'album in maniera sottile. L'intento dell'album sembra quello di raccogliere un pubblico piuttosto vasto, ma senza scadere in una patetica operazione commerciale. Importante il contributo della sensuale voce di Emélie che regola le evoluzioni stilistiche di Yves Schelpe. Trovano spazio momenti più intimistici con pezzi down-tempo come "Blackhole" e "Attract/Reject", mentre sono da citare collaborazioni eccellenti come Jean-Luc De Meyer dei Front 242 e Jennifer Parkin degli Ayria. Nel bonus cd "Eclectricism" dell'edizione limitata si va ancor più in questa direzione con molte altre collaborazioni come Kristell Lowagie, Sowphie, Acylum, Encoder, Sebastian Komor, Essence Of Mind. Consigliato per i fan del genere, gli altri possono vivere senza.
Sito web: www.psyaviah.com
(M/B'06)

RAJNA
"Offering"
CD (Equilibrium)

La ricerca musicale di Jeanne e Fabrice Lefebvre è alquanto prossima all’attitudine maturata dagli immortali Dead Can Dance nel loro periodo “etnico”, così come ad alcuni capitoli dei nostri connazionali Ataraxia, da sempre attenti alle vecchie tradizioni e misteri degli antichi popoli mediterranei. In “Offering” il duo francese ci conduce in un viaggio ideale fra quelle culture tipiche delle terre ove occidente ed oriente si uniscono, dall’Arcipelago Ellenico alla Turchia. L’utilizzo di numerosi strumenti acustici antichi e della bella voce di Jeanne a tessere melodie eteree e di altri tempi, e la limitazione dell’elemento elettronico al minimo indispensabile, fanno delle 10 tracce di “Offering” un acquerello sonoro delicato e pregno dei profumi delle antiche civiltà egee. Nono sigillo per Jeanne e Fabrice, e primo per i tipi dell’ottima label portoghese Equilibrium, sarà senza dubbio una conferma per i fans di vecchia data ed una gradita scoperta per chi segue le produzioni di etichette come Prikosnovénie o Projekt.
Sito web: www.myspace.com/rajnamusic
(Oflorenz)

REMEMBER TWILIGHT
"Music Ubergang Niedergang & Verderben"
CD (Echozone)


Lo ammetto: non riesco proprio ad amare questo connubio, che tante fortune sta facendo in terra teutonica, tra medieval-folk e chitarroni proto-metal. Che poi gli stessi membri della band di Stoccarda abbiano coniato l’etichetta di “Kammermusik-Core” per definire il proprio stile, poco sposta la questione: se siete tra i molti che al Gothik Treffen saltate e pogate con Tanzwut e Korpliklaani allora vi divertirete un sacco anche con RT, altrimenti meglio volgere la propria attenzione (ed i propri risparmi!) verso altri lidi.
Sito web: http://www.myspace.com/kammermusikcore

(Oflorenz)

TESTING VAULT
"Phantasmagoria"
CDR (Final Muzik/Special Cdr Serie)

Ormai non é più una novità: sono stato sin dall’inizio un cultore della speciale serie limitata di Cdr licenziata dalla sperimentale label di Gianfranco Santoro, e questo nono dischetto della serie (limited a 200 copie) conferma non solo la validità di questa specialissima raccolta, ma anche la vena sperimentale e fuori dagli schemi di Testing Vault. Già apprezzato nell’esordio di “Laughing Torso”, anche nelle 3 lunghe tracce di “Phantasmagoria” il progetto di dANi ALvo proietta il nostro animo verso uno stato di inquietudine ed oscurità e la nostra mente verso una dimensione di disturbata anormalità. La presenza di Alex G., ex membro della TOPY cult band veronese Rosemary’s Baby, sembra davvero portare in TV quell’atmosfera malata ed un po’ folle che fu propria della meglio “gioventù” psichica. Ogni mente aperta ed inclinata alla musica “free form” a 360 gradi apprezzerà le liturgie demoniache di “Phantasmagoria”, non ho dubbi.
Sito web: www.myspace.com/testingvault

(Oflorenz)

TOURDEFORCE
CD "Colours in Life"
(Breakdown Records)

I bergamaschi TOURDEFORCE sono attivi già dal 2004 e hanno alle loro spalle la pubblicazione di "Wedding in fusion" (ep autoprodotto) e dell'album "Omness Feriunt, Ultima Necat". "Colours of life" e il loro secondo album con il quale ci propongono una rigorosa electropop anni '80. Le sonorità molto varie traggono spunto dai suoni creati dai maestri del genere: Depeche Mode, Human League, Krisma, etc. Ho apprezzato molto l'idea e la volontà di presentare sia brani in inglese che in italiano. "Colours in Life" è un disco piacevole da ascoltare. Contiene 15 tracce, alcune interpretate dalla voce femminile di Roby (le mie preferite) le altre, invece, cantate da Eric Raven che grazie alla sua voce da a queste una connotazione tipicamente anni '80, periodo in in cui si facevano brani pop che risultavano piacevoli pur nella loro semplicità.
Sito web: www.myspace.com/tourdeforce1
(Nikita)

TWO MOONS
"The First Moon"
CD EP (A Sanda Records)

Darkwave anni '80, molta introspezione e indagine a senso unico per alterare la coscienza di oggi e rapportarla ai tempi che furono e che non moriranno mai. Onde lunghe sulle lune della consapevolezza, quella che stabilizza le certezze, le corde vocali a fuoco lento (stile Bauhaus) e la ritmica "alternata" tra intime visioni e respiri a lunga gittata. Italiani e pertanto da incoraggiare, non sembrano incespicare ma non saltano l'ostacolo più grande, cioè quello di convincere senza esitazioni anche l'ascoltatore più attento e pignolo. Nell'attesa di giudicare un lungo album, le quattro tracce dell'EP riescono ad abbracciare calorosamente, non rimpiangendo di aver cliccato play sul tasto di un qualunque lettore moderno. "My Oxygen, "Lost", "Turn Off" e "Clouds" si intersecano con l'intenzione di mostrare la propria sensibilità e il proprio tatto, stile ben arrangiato nei testi e nelle corde soniche, piacevolmente accarezzate dalla brezza di una estate lunare.
(Matteo "Pinhead" Chamey)

VIDI AQUAM
"The World Dies"
CD (Rosa Selvaggia Obscure Label)


E adesso arriva il bello: come conciliare il fatto che io stia per recensire il nuovo lavoro di Nikita e dei suoi Vidi Aquam, e nello stesso tempo debba mantenere un certo 'distacco' separando il 'lavoro' musicale da quanto mi dicono i sentimenti di amicizia che ci legano da un bel pò di anni? Ci ho pensato su, ma neanche troppo: dirò quello che esattamente la sola musica mi trasmette, non ha importanza se risulterò autoindulgente o al contrario sin troppo critico… Ho atteso questo nuovo lavoro dei Vidi Aquam per molto, troppo tempo, e al di là del risultato finale del prodotto (mastering negli studi di Frédéric Chaplain, boss della Prikosnovenie, non l'ultimo arrivato quindi) avevo avuto qualche 'input' del "nuovo" corso che il trio avrebbe precorso, staccandosi da quell'atmospheric-ethereal degli inizi, dagli esordi all'inizio degli anni '90 con Northgate e Davide Del Col, per citare alcuni collaboratori noti negli ambienti, alle sperimentazioni successive che si possono riscontrare negli album seguenti (con l'innesto della voce femminile di Serena). Tuttavia man mano che i V.A. proponevano i loro concerti immediatamente precedenti la preparazione di "The world dies", e la line up si stava stabilizzando con Nikita alla voce, Fabio al basso, Daniele alla chitarra, per quel poco che ebbi modo di ascoltare per via dei miei problemi di spostamento fisico e quindi di partecipazione diretta ai concerti, potei forse intravvedere ciò che poi sarebbe diventato il nuovo album. Voglio solamente fare una puntualizzazione iniziale sul cantato, ora affidato completamente a Nikita: i suoi tanti sforzi per dare una resa professionale alla non facile opera di canto (non facile poiché non si può dire che i V.A. abbiano mai avuto uno stile semplice ed immediatamente assimilabile a qualche corrente a cui le vocalità potessero sposarsi facilmente), si sono concretizzati, e questo penso sia stato anche un motivo di convincimento per tutti i componenti del gruppo a non demordere dal non arrendersi alle innumerevoli difficoltà, e ad insistere, insistere e ancora insistere. Ma passiamo all'ascolto del CD: si inizia con la title track, inqueti sibili che interpreto come rumori di missili in un mondo che muore attorno a se stesso, poi la metronomica batteria (sulle percussioni seppure elettroniche, i tre ragazzi hanno lavorato molto, e si sente...), la chitarra sferzante ed il basso sottolineante: questi primi elementi danno già l'idea di ciò che troveremo nel CD: un piuttosto potente post-punk-wave, assolutamente dark o se vogliamo dirla con un termine meno abusato, cupo ed incupito, per me al borderline di certi suoni batcave: ma è quando entra la voce di Nikita, come dicevo, a sorprendermi, così incisiva, intonata, recitante/recitativa, quasi non riconosco più il mio amico che nella realtà ha una voce molto delicata. Ecco cosa intendevo nell'introduzione come sforzo fatto da Nikita nel suo studio sulla sua voce, cosa che mi viene confermata dalla successiva 'Stone Mask': che tuffo carpato indietro nel tempo, quando chitarra e basso si integravano realmente e non erano messi lì tanto perchè dovevano esserci, e non si sapeva bene cosa c'entrassero con il cantato e le parti elettroniche: io continuo a vederci un accostamento (semmai azzardato) a certa deathrock americana (meglio, californiana...). Sarà che come tutti sanno, normalmente seguo altri generi del filone gotico, ma l'energia e l'amalgama anche del successivo brano "In Perverse Dusk", dall'incipit simile ad un battito cardiaco, per poi procedere sempre più figlio (il)legittimo del passato wave cui sicuramente il gruppo ha tributato ben più di un semplice omaggio. Anche se lui lo sa che i suoi progetti per me sono piuttosto ostici, Fabio Degiorgi ormai col basso dimostra un'ecletticità che probabilmente con altri strumenti non avrebbe potuto esprimere, mentre la chitarra di Daniele Viola procede staffilando e rimarcando, precisa e compatta. Le cose si ripetono in "New Religion", semplice ma perfetta, mentre per "Suicide Girl" conio il termine 'new-punk', e la voce, franca da quegli orrendi effetti che tanto piacciono (da quel che sento) alla rinata scena deathrock, e che spesso nascondono solo mancanza di originalità e concretezza musicale. Ma... proprio a metà dell'album compare qualcosa che ormai non mi aspettavo: "Radio Tuxedo". Già dal nome del brano dovrebbe ricordare 'qualcuno', e difatti la sperimentazione dei V.A. interagisce col suono di una tromba acustica, strumento che se è fondamentale per progetti tipo DBPIT o certa neofolk nostalgica, altre volte l'ho sentita come un'arma sbagliata, troppo demodé e quindi forzata per necessità, cosa che qui invece non mi sembra succeda. Ma il disco continua a rallentare e a divenire sempre più esperimento acustico, la mia memoria dei V.A. come li conobbi ai loro esordi, viene risvegliata completamente, prima da "Magic Door", e subito dopo dalla effettata ed inquieta(nte) "Shadow Man". Debbo ammettere che la mia 'speranza' di riavere un po' delle mie atmosfere esoteriche ed eteree dei loro primi lavori, si stia avverando nella seconda parte del CD, come se all'inizio il trio avesse voluto farci capire l'attuale proposta musicale e compositiva, per poi fare un excursus sul loro tracciato storico, che li ha condotti ad un'incisione perfetta e meritatamente professionale (grazie mio omonimo Fred, come lo chiamo io!). Ma in verità io stavo aspettando "Talk Talk", un brano di cui Nikita mi aveva parlato per tanto tempo, e che in parte avevo ascoltato in una delle molteplici forme non definitive, che lungi dall'essere un remake del famoso brano dell'omonimo gruppo inglese, è al contrario un gioiello di percussioni tribali, giochi intrecciati di albe e lune che si muovono velocemente coprendosi l'un l'altra, e la voce quasi sofferente, che rimarca quest'alternanza di luce e buio. Eterea e sospesa, lontana anni luce dalla realtà, ma visibile e in bilico fra veglia e sonno. Il cd si chiude con "Beyond The Limit" dove ricompare la tromba a dare un'ultima sferzata, e che stavolta sì che meritava di essere proposta anche effettata, fra eclettismo post-punk di scuola francese (meritatamente rivalutata in questi ultimi anni) e i mai dimenticati maestri della luna in frak. Questo è quanto, e nonostante come già ribadito, avevo avuto la netta sensazione che questo album avrebbe rappresentato un nuovo volto dei V.A, che un qualcosa che 'prima' non era ben definito, ora stava realmente prendendo forma concreta, nonostante gli innumerevoli problemi organizzativi, di cambi di line-up, di ripensamenti musicali. Ora ne sono certo: l'urgenza avvertita da Nikita ed i suoi compagni, di una metamorfosi sonora che continuasse però ad essere non etichettabile ed incasellabile, almeno non al primo ascolto, si era concretizzata, grazie anche al fatto di essere finalmente 'un gruppo' e non la sommatoria di tre idee differenti, l'unione verso uno stile omogeneo di tutti gli strumenti, acustici ed elettronici.. e intanto io riascolto "Talk Talk", sicuro che il mio 'capo' vorrebbe che mi staccassi definitivamente da quelle immagini del loro unico videoclip che ancora ricordo nella videozine 'Coreia': uno scorrere di nuvole, cieli, soli e lune, metafora dello scorrere del tempo, una (ri)nascita costante fra tante inutili chiacchiere... (cito testualmente "parla parla / non si può fuggire / il mondo è pieno di paroli inutili e vuote / parla parla / io non li ascolterò"). P.S. solo ora che tolgo dal mio lettore il cd, mi accorgo che esso è stampato alla maniera di un vinile, con l'indicazione di un lato A e di un lato B: quella stessa suddivisione che avevo ravvisato da metà disco in avanti (grazie Camilla per la cura maniacale con cui hai curato l'artwork dell'album!). Quando prima ho parlato di (in)volontario omaggio al passato, i Vidi Aquam lo avevano già pensato a partire dal supporto d'incisione: chissà come avrebbe suonato "The World Dies" su vinile...
Siti web:
www.myspace.com/vidiaquam
www.rosaselvaggia.com/homeva.htm
(Anialf)

VISIONI GOTICHE
"Il Segreto Del Demone"
2 CD (Note Volanti)

Quarto album in soli 3 anni con la sfrontatezza di proporre ben 1ora e mezza di sperimentazione ambient-gothica. Racconti prolissi vicini alla generazione-setta-satanica, "colonne sonore" tumultuose dove riecheggiano chitarrone paragonabili a grossi tronchi da folta vegetazione boschiva. Angosciosi all'inverosimile, prediligono la lentezza, la riflessione, il linguaggio parlato e quindi la comunicazione mentale con l'ascoltatore per proiettarlo nel loro universo sonico-immaginifico senza troppe libertà di pensiero. Troppa confusione nell'accostare strumenti classici come piano o flauto alla batteria computerizzata, o evocare situazioni di intima oscurità con schitarrate troppo pesanti e scomposte per apparire credibili. Se volevano stupire non ci sono riusciti, inoltre il cantato femminile, pur ricordando uno stampo anni '80 godibile, non riesce a farsi supportare adeguatamente dalla pochezza strumentale qualitativa. Buone intenzioni ma la strada è lunghissima e la fine non si vede.
(Matteo "Pinhead" Chamey)

WHISPERS IN THE SHADOW
"The eternal arcane"
CD (Echozone/distr. Masterpiece)

Sesta release per questo gruppo austriaco, formato nel 1996, il cui nome trae origine da un celebre racconto di Lovecraft. Il fondatore, Ashley Davour, famoso per i suoi trascorsi come chitarrista de "L'âme immortelle", inizia creando una band ispirata alla wave anni 80, che si evolve fino ai giorni nostri in un genere che alcuni definiscono dark epic wave, aggiungendo nel suo percorso elementi fondamentali al gruppo, come l'attuale batterista, che hanno dato un orientamento sempre più rock alla musica. Concettualmente, "The eternal arcane" è la seconda parte di un ciclo incentrato sul processo alchemico, ed una evoluzione del precedente 'Into The Arms Of Chaos'. L'album parte dal goth rock, oscillando tra il dark e il metal esoterico dei Death SS di "Do what thou wilt", corredato da un'ottima grafica e da simboli ed immagini che evocano antichi misteri, suicidio e case maledette, tutto in chiave però meno sofferente e oscura di quanto ci si aspetterebbe, tanto che l'album si chiude come era iniziato con unallegro cinguettare di uccellini. In conclusione abbiamo un album sapientemente costruito, con un appeal melodico, rock e piuttosto commerciale che, con la dovuta visibilità riuscirà a scalare le classifiche di vendita.
Sito web: http://www.myspace.com/whispersintheshadow
(M/B'06)



WINTERBLOOD
"Føhn" Tape (EXOTERICA)
"Incantazione" CD (Witchcraft Records)

Demo tape limitato a 50 esemplari cui seguirà una versione digitale, “Føhn” consiste in un unico, lungo soundscape di black ambient che ci proietta sin da subito nelle lande innevate e desolate proprie di progetti quali il tedesco Vinterriket. Ambient oscuro e spirito di derivazione black metal si fondono a pennello in questa minimale sinfonia che trova nella sua ciclica ripetitività e nelle progressive e lentissime variazioni una forza unica e primordiale. Discorso simile, anche se con una produzione più pulita ed efficace grazie al supporto digitale, per “Incantazione”, superlativo sia nell’omonima traccia di apertura che nella successiva “Catena Invisibile”, ove un accenno di percussioni marziali completa ed arricchisce l’atmosfera del brano. Una sinfonia per quando la lava e le ceneri dell’ ormai celebre vulcano islandese Eyjafjallajökul decideranno di sommergere l’ Europa, forse per sempre, chissà.
Sito web: http://www.myspace.com/winterblood78
(Oflorenz)

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