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...........................RECENSIONI
DISCHI
..........................................Primavera
2010
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DAHLIA
INDACO
"Chronicles of nowhere"
CD
(Raising Real records)
L'album
uscito nel 2009 per l'etichetta Raising Real record contiene 11
tracce che racchiudono tutta la storia musicale del duo, formato
da Massimo Usai, voce maschile, chitarre e programmazione, ed
Elisabetta Patrito, voce femminile, basso e sinth. I pezzi proposti
spaziano da sonorità più rarefatte, venate di malinconia grazie
alla voce eterea di Elisabetta come Ashes of a blossom, Maternalia
o la bellissima Hidden, dove il contrappunto di una sospirosa
voce maschile alle note dolci di quella femminile introduce un
pezzo strumentale struggente e godibile, a tematiche più drammatiche
e dai suoni cupi, ossessivi in Sacrifice o Blessing, per giungere
in crescendo a tracce dove la voce maschile si fa aggressiva ed
aspra in distorsioni metalliche conun ritmo decisamente più martellante
ed ansiogeno in Fog o in Severed, realizzato in collaborazione
con Darren Travis, che ha prestato la sua voce per questo pezzo.
Di tanto in tanto le loro sonorità ricordano quelle dei London
after midnight nella miscela di basso, chitarra e sinth in ritmi
lenti e scuri, comunque sempre permeate di una loro manifesta
originalità, che pertanto vale la pena di ascoltare.
(Gabrydark) |
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DARK
SANCTUARY + VICTORIA FRANCES
"s/t"
Book+ CD (Astiberri Ediciones )
DARK SANCTUARY
"s/t"
CD Wounded Love rec.)
Grazie
ad una 'soffiata' del buon amico Frédéric della Prikosnovenie,
sono riuscito a procurarmi una delle copie limitate del nuovo
lavoro dei Dark Sanctuary, realizzato assieme al nuovo libro
della fotografa ed illustratrice valenciana Victoria Francés
(di cui credo di non dover spendere parole, penso che tutti
gli appassionati di illustrazioni gotico-romantiche la conoscano
molto bene). Non ho capito se la fantastica artista ha ascoltato
il cd e poi ha creato i suoi meravigliosi disegni, oppure è
stato il gruppo francese a trarne ispirazione, ed onestamente
poco importa: è il risultato quello che deve essere letto, ammirato,
assimilato, ascoltato. Per ciascun brano del cd, Victoria ha
tratto la sensazione che nell'immediato ne ha ricevuto, secondo
me poco le è servita la traduzione, e molto le emozioni sonore
che solo il quintetto francese sa darci. Fra l'altro, notiamo
che il disco è diviso in tre "capitoli": il primo, più sperimentale,
si intitola "Nevi eterne" e penso che proprio la neve sia alla
base della 'freddezza' (attenzione al termine da non prendere
alla lettera, tutto si può dire dei Dark Sanctuary tranne che
siano 'freddi'!) armoniosa delle composizioni. Il capitolo centrale,
e da me preferito, "La vecchia signora e la bambola" è invece
un pieno ritorno alle malinconiche e neoclassiche atmosfere,
che hanno reso la Francia la capitale di queste sonorità, copiate
poi in lungo ed in largo da altri Artisti, spesso con risultati
eccellenti. Ma quando "entrano in azione" loro, l'abbandono
è soave e completo, se poi assieme alla musica si leggono i
testi e si 'guardano' le immagini di Victoria, ci si immerge
letteralmente in un mondo senza punti di riferimento, senza
tempo, concreto ed irreale allo stesso momento. Gli arrangiamenti
diventano poi più complessi nella terza parte del CD"Il calvario
di un'anima libera" che racconta di una ragazza accusata di
stregoneria, che si sfoga con un invisibile interlocutore, raccontando
le sue sofferenze, fisiche e morali, e anche i disegni diventano
più crudi, come quello dell'impiccagione della poveretta. Simulacro
di un mondo che tutt'oggi (pre)giudica senza sapere nulla di
quello che ognuno di noi rappresenta e sente di poter vivere,
gli intensi brani sono un lamento verso un comportamento freddo
(e così il ciclo dell'album si chiude), insensibile anche alle
musiche e le immagini che richiedono un aiuto per insegnare
alle anime sensibile o solo anche 'non omologate' come (soprav)vivere
al giorno d'oggi. Peccato che le lingue previste siano l'inglese,
il francese e lo spagnolo, anche se i testi non sono molto complessi,
quindi abbordabili anche a chi non conosce bene queste lingue
(e non mancano ampie biografie di entrambi gli artisti). Non
aggiungo altro, se non che, come ho scritto nei titoli, il nuovo
CD dei Dark Sanctuary è anche disponibile in versione standard,
uscita nel 2010, ma se riuscite a procurarvi l'edizione con
il libro della Francés non ve ne pentirete, in nessun modo ("Ci
sono degli incontri che sono già scritti nel destino" scrivono
i Dark Sanctuary nell'introduzione al libro…)
Sito web:www.dark-sanctuary.com
(Anialf)
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[DIE!]
"Still"
CD (Echozone/Masterpiece distr.)
Dietro
ai Rammstein e Oomph! (in Germania) ci sono loro.. Giunti al nuovo
album (sono da almeno 10 anni sulla scena) concentrano in 14 brani
tutto il candore-potente dell'industrial-metal teutonico. Rifacendosi
proprio a Rammstein e simili cavalcano l'onda mediatica provocata
dal nuovo tsunami di Lindemann e soci per l'uscita del nuovo disco
provocatorio. Ma da queste parti la riflessione oscura il sensazionalismo,
quindi ottimo incipit: senza strafare e distruggere qualunque
ostacolo, i nostri promuovono una rigidità compositiva senza attenuanti,
senza timori e soprattutto senza "necessità da bassa mercanzia".
Vorrebbero capovolgere le regole senza disturbare troppo l'effimera
quiete cittadina, isolandosi in quella capanna (o palafitta terrestre),
lontani da sguardi indiscreti per mietere vittime sonore con la
capacità, quell'arma tagliente e sconosciuta ai più. "Herzlos"
è tutto questo, sintetizza al meglio la qualità, chitarre estremizzate,
vocal sobbalzante, batteria decisa e classicismo di sottofondo
(violini). E "Durch den Wind"? Classico industrial-metal, dei
migliori, con innesti di elettronica a dettare i tempi, assolutamente
attaccati al filone Rammstein, con la gola e con l'uccello! Un
disco da portarsi dietro per celebrare i momenti bui (degli altri)
e sfumazzarsi un sigaro in tutta tranquillità (per se stessi e
doverosamente coi piedi su qualche tavolino).
(Matteo "Pinhead" Chamey) |
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DIVINE
MUZAK
"Maison Skinny"
CD (Punch Records)
Triste
destino cari ragazzi. Una bella signorina impudicamente mostrata
in pose pseudo-artistiche non è sufficiente a sostenere un progetto
nato bene ("Dialogue" nel 2004) e ora irrefrenabilmente scivolato
nel più becero lavorio electro-clash dark. Il duo romeno vuole
capire l'occidente british-italiota ma ne scoppiazza il suo
lato più scadente e anti-emozionale. La vocalist annoiata sembra
sbadigliare mentre si tagliuzza le unghie in bagno, la sua partecipazione
sonora si livella tra "ci sono ma non sembra e nel frattempo
faccio altro". Non rende giustizia tutto questo barlume di pensieri
e immagini tratti dalla cover e dai testi. Spiazzano per la
loro volontà di stupire ad ogni costo, parzialmente ci riescono
se non fosse che sono privi di tatto artistico e di un produttore
che sappia rimetterli sulla carreggiata. Non bastano certi echi
romeni, un sound popolare e l'elettronica a cancellare delle
impronte che nemmeno col talco sotto i piedi sarebbero visibili.
Strabocciati, sebbene la fisarmonica ci attanagli con piacere.
(Matteo "Pinhead" Chamey)
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FEHN
"The Ash Tree"
Mini-CD (Show me your wounds)
La sofisticata label elvetica Show me your wounds, di cui abbiamo
recensito alcune produzioni sulla nostra dark-zine, si allontana
dalle sue solite produzioni industrial ambient per produrre
un nuovo progetto ethereal, i Fehn. La band per alcuni versi
ricorda progetti più conosciuti come Ataraxia e The Moon lay
hidden beneath a Cloud. Le tre tracce presenti in "The Ash Tree",
che ammaliano certamente gli amanti del genere etereo, sono
state registrate nel 2009. I testi si ispirano a racconti mitologici
e popolari basati sul rapporto intimo tra uomo e natura. Nella
traccia "The Slumbering serpent" è interessante la
collaborazione della band con Aimaproject (Les Jumeaux Discordants).
L’edizione di questo miniCD è stata stampata in due versioni:
la prima limitata a sole 100 copie numerate mentre limitata
a sole 23 copie e con l’aggiunta di tre tracce live delle quali
una registrata in una riserva naturale in Friuli nel 2008. La
S.M.Y.W., anche in questo caso, si distingue per il perfetto
connubio tra ricercatezza della musica che produce e della cura
con cui realizza le sue confezioni. Quindi se volete un bell’oggetto
che vi soddisfi sia da un punto di vista estetico che da quello
prettamente musicale non esitate a contattare la Show me your
wounds per acquistare al più presto una copia di “The Ash Tree”.
Affrettatevi perché le copie sono limitate e si esauriranno
in fretta.
Sito
web: www.myspace.com/showmeyourwounds
(Nikita)
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FLESH
EATING FOUNDATION
"Purging"
MCD (Rebco Records)
In
edizione limitata e numerata da 1 a 300 esce questo secondo
parto dei britannici FEF, forte di 5 nuovi brani e tre remix.
8 brani in tutto dunque, per 36 minuti: tipica produzione da
punk band, e fondamentalmente di punk band si tratta, seppur
in chiave per cosi dire progressiva e futuristica. Cori incazzati,
testi e titoli irriverenti, il solito attacco all’ establishment
religioso, ed a supportare le schitarrate all’ennesima potenza
dosi massicce di EBM. Questa formula stile “horror-punk meets
electro” si risolve troppo di frequente in un calderone “low-fi”
un tantino confuso e sconclusionato, ma soprattutto che puzza
terribilmente di “già sentito”. Solo per giovanissimi, e con
tanta adrenalina da smaltire.
Sito
Web:
www.myspace.com/flesheatingfoundation
(Oflorenz)
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FRANCIS
AND THE PHANTOMS
“s/t”
CD (Musiche Furlane Fuarte)
Francis
Tami, già noto come voce dei Soglia Del Dolore, storica formazione
della scena punk udinese, e come collaboratore dell’emittente
Radio Onde Furlane, ci presenta ora questo suo side-project
caratterizzato dal cantato in friulano, riconosciuto ufficialmente
come lingua e da non confondere come un semplice dialetto, idioma
che in un simile ambito “alternativo” avevo sentito utilizzare
finora solo dagli Inzirli. Musicalmente i Phantoms – dalla formazione
indicata sul booklet mi sembra di scorgere altri componenti
dei Soglia – si caratterizzano per un post-punk/dark scarno
ed abrasivo, alla Joy Division/Theatre of Hate/primissimi Diaframma,
con belle ritmiche tribali e qualche momento più intimista che
sfocia nel cosiddetto post-rock. I testi si ispirano a incubi
e rappresentazioni deliranti dell’autore, ma non mancano quelle
tematiche antiautoritarie ed antimilitariste che hanno sempre
caratterizzato i S.D.L. (si senta l’iniziale “Zombies”, oppure
“Oms”, i cui versi sono comprensibili anche a chi non vive al
di là del Tagliamento). Nel CD troviamo pure due sorprese, una
cover di “Fade to Grey” dei Visage, con ritornello punkettone
e parte del testo anch’esso in friulano, infine il video di
una versione live di “Landri Neri”, di ottima qualità. Nel complesso,
tutto l’album è assolutamente genuino ed apprezzabile, racchiuso
pure in un bel digipak con copertina di Robert Marin dei Laibach.
Sito
Web:
www.myspace.com/francisandthephantoms
www.musichefurlanefuarte.com
(Fabio Degiorgi)
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GEROSTENKORP
"Terre Brulée"
CD (Opn)
La
francese Opn si distingue ancora una volta per originalità ed
intelligente ricerca licenziando questo secondo capitolo della
creatura di Daniel Larose, che si era già fatta conoscere con
l’esordio “Le Mécanisme De L'Aube” di qualche anno fa’. Ben
oltre i consueti canoni del dark-industrial ambient, TB mi rievoca
piuttosto un rito Voodoo: giochi ritmici alla Knifeladder, atmosfera
tribale ed a tratti dal sapore orientaleggiante, ed un forte
utilizzo delle voci in maniera quanto mai inquietante. Proprio
alle “vocals” troviamo peraltro le collaborazioni più illustri
del disco, dai connazionali Phil Von e Paracelsia al nostro
Terroritmo, abili nell’utilizzo della voce a mo’ di sinistro
ed evocativo strumento musicale. Il digipak a tre pannelli di
lussuosa fattura completa un’opera ostica ma che sa stupire
ed “andare oltre”. Oltre l’ambient oscuro, ed oltre le nostre
più recondite paure.
Sito
Web: www.myspace.com/ger0stenk0rp
(Oflorenz)
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:GOLGATHA:
"The Waste Land"
CD (Cold Meat Industry)
Doverosa
ristampa per questo lavoro autoprodotto dal progetto di Christoph
Donarski nel 2005 ed uscito all’epoca in formato Cdr per sole
100 copie. Per coloro che non siano da annoverare tra i pochi
fortunati possessori dell’originale, ecco la ghiotta occasione
di rituffarsi in quei nerissimi soundscapes dal sapore davvero
rituale ed apocalittico, come fin dagli albori il gruppo tedesco
prometteva a partire dalla scelta stessa del proprio moniker:
la collina ove Gesù venne crocifisso. Suono del tutto rimasterizzato
e grafica arricchita di inedite foto del periodo, questa elegante
reissue di TWL include anche alcune bonus tracks, tra le quali
un estratto dalla compilation del 2004 “In the Crystal Cage” e
quella “Shred your Skin” presente nella colonna sonora di SAW
II. Il 2012, secondo taluni la fine del nostro pianeta, si avvicina:
la musica di :Golgatha: pare essere concepita per prepararvisi
al meglio.
Sito
Web:
www.myspace.com/schaedelstaette
(Oflorenz)
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JOHNNY
GRIECO
“Affanno d’artista
CD (Catzillo/Le Silure d’Europe/Snaps Music)
Dopo
circa un anno dal mini “I’m Cool”, il camaleontico Johnny, voce
e frontman dei leggendari Dirty Actions, sforna un intero album
a suo nome, proseguendo sulla strada di quell’elettronica multiforme
iniziata proprio con quell’EP e prima ancora con il CD “21 Dirty
Remix”. E “Affanno d’artista” è davvero un gran bel lavoro, per
lunghezza assimilabile ai vecchi doppi LP (dura ben 70 minuti!).
In questo caleidoscopio di suoni e ritmi troviamo parecchi brani
di matrice squisitamente industriale, alla Coil o SPK per intenderci,
che sono i miei preferiti in assoluto, come “Artist’s shit”, “It’s
time to end with god” o “Vulvarium”. Ci sono poi quelli che sento
più vicini all’electroclash o all’electro-industrial, più estremi
e minimali, cito su tutti la title-track, un vero manifesto, l’unica
traccia del disco con testo in italiano, e “Mr. Marinetti & me”,
con il “Bombardamento di Adrianopoli” del padre del Futurismo
italiano. Infine troviamo una serie di titoli inclassificabili,
fra i quali la cover orchestrale di “Rape me” dei Nirvana (!),
una versione allucinata di “Ziggy Stardust” di Bowie, e quello
che secondo me è il potenziale singolo e hit dell’album, ossia
il gioiello electro-pop “Pasolini”: immaginate i Velvet Underground
e i Soft Cell che si incontrano sul porto di Genova per una session
con i Dirty Actions. Non dimenticate infine di leggere i testi
presenti sul booklet, uno più bello dell’altro, importanti quanto
la musica e con la stessa dose di vetriolo. Ma per me tutta l’opera
è una ventata di ossigeno contro il vero veleno che sta fuori.
Lo spirito più autentico del punk vive qui sotto nuovi linguaggi,
senza nostalgie, senza “mai abbandonare la lotta e mai lasciarsi
andare”. Chiudo ricordando solo che Johnny ha dedicato “Affanno
d’artista” all’amico partigiano Mario Ferrario.
ISito
Web:
www.myspace.com/johnnygrieco
(Fabio Degiorgi) |
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HIDDEN
PLACE
"Punto Luce"
CD (Twilight)
Nuova uscita di lusso per l’ottima label
argentina Twilight conquesto terzo parto dei lucani Hidden Place.
“Punto luce” è un piccolo gioellino di fredda elettronica studiato
con cura sotto tutti gli aspetti, a partire dal package, che con
le sue tinte fredde ed i disegni geometrici e minimali sembra
quasi tradire ispirazioni di futurista memoria. Una sorta di filo
conduttore ideale lega i titoli dei brani, incentrati nella quasi
totalità sui concetti di Elettricità, Luce, Colore ed Illusione
ottica. L’elegante intro strumentale di “Teknicolor” non può non
proiettarmi indietro negli anni ai miei concittadini Frozen Autumn,
senz’altro tra le gemme della passata stagione cold-electro italica;
ma anche echi di Kirlian Camera fanno capolino qua e là, in particolare
per quella maniera stilosa di intendere la sperimentazione in
campo elettronico, che mai dimentica il lato melodico ed a tratti
danzabile dei brani. E proprio a proposito di quest’ultimo aspetto,
la freschezza delle greche Marsheaux risplende in episodi come
“United” o “London to Rome” , ove la voce della bella SaraLux
si sposa ottimamente con i tappeti elettronici cesellati dal fratello
Fabio, da Giampiero Di Barbaro ed Antonio Losenno. Produzione
affidata alle sapienti mani di Diego Banchero (di cui senz’altro
vi ricorderete per gli ottimi progetti genovesi Recondita Stirpe
ed Egida Aurea), “Punto Luce” si candida tra le migliori uscite
italiane (e non solo) in campo “cold-electro” di questo 2009 appena
trascorso.
Sito Web: www.myspace.com/hiddenplaceitalia
(Oflorenz) |
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ICYDAWN
"A personal collection of demo(n)s"
CD
(Fono Arte/ Revenge
Records)
Abbiamo
già parlato molto bene su Rosa Selvaggia di questo progetto
industrial elvetico che Sacha Rovelli ha ideato più di 10 anni
fa e ne continuiamo a scrivere bene e con grande rispetto. "A
personal collection of demo(n)s" raccoglie tutto il materiale
dei demo che sono usciti in questi anni caratterizzati oltre
che da un alto livello musicale anche da meravigliose confezioni
artigianali molto curate dal punto di vista estetico e artistico.
Una raccolta che ripercorre tutta la storia di questo progetto
industrial che non ha nulla da invidiare ad altri più acclamati
e conosciuti. Sacha riesce a creare sia brani prettamente industrial
ambient (la maggior parte) che tracce più elettroniche come
"Intermezzo I" o "Trends" che richiamano band come Cabaret Voltaire.
Un album per niente settario ma che si apre anche verso atmosfere
lontane dal tipico industrial senza cadere nella banalità grazie
ad una attenta ricercatezza di suoni che solo poche menti abili
riescono a creare. Non mi resta che augurare un In bocca al
lupo a ICYDAWN e rimanere in attesa di un nuovo album questa
volta da studio e con nuovi brani. Consigliato a tutti gli amanti
del genere.
Sito web: www.myspace.com/anicydawn
(Nikita)
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L’IRA
DELL’AGNELLO
"L’Uomo, l’Amore e la Morte"
2CDR (Frohike Records)
Maneggiare
questo grezzo quanto prezioso manufatto confezionato con tanta
passione dai ragazzi della Frohike mi rievoca l’entusiasmo di
un tempo, quell’inesplicabile felicità che si provava a ricevere
per posta i vecchi demo fatti in casa dalle band underground.
Lo spirito “Do it yourself” è proprio quello che anima la label
che esordisce in questa speciale serie “casalinga” proprio con
l’impegnativa opera di Giulio Santaniello, unica mente operante
dietro il progetto dal moniker ispirato a bibliche ed apocalittiche
rimembranze. Dicevamo del packaging: un digipak a triplo pannello,
ma fatto di sottile cartoncino riciclato, e ricco di curatissimi
inserti incollati ed applicati all’interno proprio come si faceva
una volta. I 20 brani, suddivisi tra i due cd, sono come i venti
versetti di una poesia, o se preferite di una preghiera. L’uomo
con le sua paure, i suoi peccati e le sue speranze, la luce
e la tenebra, ed anche il divenire della vecchiaia con tutte
le relative disillusioni. Una metafora della nostra esistenza,
riletta da Giulio in maniera sacrale e trascendentale, e resa
in musica con un stile che mi riporta decisamente alle vecchie
arie dell’epopea progressive-rock dei seventies, piuttosto che
al più moderno neo-folk. Il tutto condito con qualche pillola
di sana sperimentazione, e reso omogeneo da una ricorrente voce
recitante dal timbro particolare ed inquietante. Un concept
onirico per fuggire dalla realtà quotidiana, meditando sul senso
della nostra vita.
Sito
Web:
www.myspace.com/liradellagnello
www.frohikerecords.com
(Oflorenz)
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JACK
OR JIVE
"Kokorobito - Live in Hong Kong 2008"
CD + 2 CD (Ultra Mail Prod.)
Sono
stato ad un soffio dal perdermi questa nuova release dei miei
amici (questi sì che posso definirli tali, visto che ci sentiamo
minimo una volta al mese, anche solo per sapere come stiamo)
giapponesi, almeno per quel che riguarda questa edizione speciale
che, oltre al loro concerto tenutosi ad Hong Kong a dicembre
del 2008, contiene anche un minicd di 7 brani inediti o rieditati,
che inizialmente era solamente stato gratuitamente al pubblico
del suddetto concerto. Ma veniamo ai cd: sul live c'è poco da
dire: la capacità di Chako di modificare con la sola modulazione
della sua voce, ogni brano anche quelli conosciutissimi ed apprezzati,
e le basi che Makoto ha sapientemente modificato pur rendendole
'riconoscibili' sin dalle prime note, ne fanno praticamente
un cd "in studio". L'apertura del concerto è quanto di meglio
un loro fan possa chiedere: un unico brano ottenuto fondendo
"Tital Current" ed "A Shot Arrow", le cui sperimentazioni vocali
finali di Chako che quasi urla tutta la sua potenza, sono da
brividi. Ma in generale, la scaletta è stata improntata su tutti
i brani più atmosferici della coppia giapponese, compreso l'inedito
(fino ad ora) "Kokorobito", che è sì più leggero rispetto ad
altri brani, ma coinvolge sempre (sul loro sito www.jackorjive.com
oppure su YouTube potrete trovare una versione del brano con
una serie di diapositive che ben ne accompagnano il tema). "Don't
go" è uno dei miei preferiti, dolcissimo come una danza autunnale,
così come la chiusura del concerto affidata ad "A Girl In A
Field", altra malinconia e senso di rimpianto dove Chako abbandona
gli stilemi delle armoniche orientali, per cantare in un modo
più 'occidentale'. Non aggiungo altro, solamente che mi sarebbe
veramente piaciuta una versione video dell'evento, chissà magari
prima o poi succederà, anche se io ho ancora nella mente le
immagini dell'emozionante concerto che organizzammo con LaRoseNoire
a Castelfranco Emilia. Un accenno anche all'edizione speciale
che come detto contiene il mini cd "Kokorobito": inizialmente
i primi brani risultano di matrice "accessibile", e con questo
intendo dire che sono non tanto sperimentazioni, quanto vere
e proprie 'canzoni' ovviamente con tutta la malinconica dolcezza
delle creazioni di Chako. Il terzo brano ("Nen-Jyu") è puramente
'ambient', naturalmente sempre molto sperimentale. Ma il vero
caposaldo di questo (purtroppo) minicd è "Way of the Gods (Theme
III)", il tema angosciante e triste scandito da dei colpi ritmici
che rappresentano una specie di scansione del tempo, un tempo
che è apparentemente infinito ma che sicuramente un giorno terminerà.
E dopo altri due brani, ecco la conclusione affidata a "Home
(different version)" che riapre improvvisamente l'ottimismo
in un disco altrimenti improntato alla disillusione. Ennesimo
disco favoloso.
Sito
Web: www.jackorjive.com
(Anialf)
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KILOWATTS
& VANEK
"FocusAnd Flow"
CD (Dependent)
Un'ondata
di sonnolenza ci invade. Segno dei tempi? Ricerca della felicità
nell'intimista visione della malinconia straniante? Tutto questo
contribuisce ad unire "in matrimonio" il sodalizio artistico
tra Kilowatts (tastierista minimale) e Vanek (vocalist e chitarrista).
Ne esce un ibridazione electro-acustica minimale e simil-organica
scorrevole. "After You" insiste su una ritmica calda dettata
dal tempo-chitarra e dalle onde magmatiche elettroniche. Non
ce li ricorderemo per l'eternità ma nemmeno getteremo dalla
finestra il nostro interlocutore se ci dovesse proporre una
session notturna musicale di questo tipo. Patiti di rumori assordanti
o beat danzerecci? No semplicemente una diversa predisposizione
per il pop che quando assume l'aspetto elegante si carica di
presunzione. Per sfociare in un mare di parole e rintocchi senza
mai citare la fonte: il pop. Capisco che dia fastidio e possa
urtare la sensibilità di Kilowatts & Vanek ma è il sostegno
principale di un progetto nato morto (dovesse proseguire per
questa strada): prego ascoltare "Blue Vapourtrails", con un
piedino nella d'n'b da cantante hip hop.
(Matteo "Pinhead" Chamey)
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KRYSMOPOMPAS
"Gesa/Volker"
7"(Avant!
Records)
E' bello vedere che il vinile non è morto e che continua a trovare
estimatori ma soprattutto constatare che ci sono ancora delle
labels che stampano ancora su questo straordinario supporto. Questa
è la volta della Avant! Records di Bologna che produce questo
7" dei tedeschi KRYSMOPOMPAS. Due sole tracce per una darkwave
minimale e interessante, che a tratti mi ricorda gli Einstürzende
Neubauten dell'ultimo periodo, infatti il progetto proviene da
Berlino. Le assonanze con la storica band però si fermano solo
al 7", infatti se si ascoltano i brani presenti sul loro myspace
noteremo che la chitarra in primo piano da alla band un’impronta
è più dark rock. Un plauso all'Avant! Records per aver prodotto
questo singolo, e averci fatto conoscere i KRYSMOPOMPAS, sperando
che in futuro ci siano altre produzioni del genere.
Sito web:
www.myspace.com/avantrecords
www.myspace.com/krysmopompas
(Nikita) |
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LIFE'S
DECAY
"Dysrieuses"
CD
(Abstraktsens
Produktions)
Dysrieuses
è il sesto album del duo francese dei Life's Decay. Si rimane
subito rapiti da "Etasthesie" la traccia che apre l'album, con
un prologo al piano, dalla base sinfonica, sul quale si modella
la voce femminile di Alea, la cantante dalla timbrica estatica
che riesce a dare poesia a questo pezzo iniziale iniziale. I brani
sono in massima parte acustici, prevale l'uso di chitarre non
elettrificate, violoncello, piano, unica concessione la batteria
elettronica. Un plauso personale a "Sulvisyan" un pezzo accattivante
di sicura presa emotiva In Exaline i toni salgono, l'inizio imperioso
di una sezione ritmica poi l'entrata della voce di Alea che imperiosa
si erge quasi a rincorrere, sembra un'inseguimento senza fine,
ma dopo tornano i ritmi pacati che in massima parte contraddistinguono
Dysrieuses. Il CD si chiude con "Inkerosa" dal sound marziale
toni distorti e marziali. E' chiaro il lavoro di ricerca sonora
che traspare da questo lavoro dei due musicisti parigini: Lyktwasst
e Alea, dove cercano di fondere il classicismo unito all'ethereal,
promossi a pieni voti.
Sito
Web: www.myspace.com/abstraktsens
(Giancarlo Donatini) |
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LISFRANK
LP "Mask Rewind" + 7 "Stay with me" / My Toy"
(Anna Logue Records)
Grazie
alla label tedesca, Anna Lunge Records, possiamo ascoltare questo
album con brani registrati nei primi anni '80 del one-man project
electro dark Lisfrank già conosciuto per aver condiviso nei primi
anni Ottanta la scena con Neon e Pankow, “Mask Rewind” esce in
vinile con allegato il 7” “Stay with me”. I brani richiamano sia
le atmosfere oscure dei primi Neon che quelle più pop del primo
Gary Numan. Già da un primo ascolto mi sono ritrovato completamento
immerso negli anni Ottanta e mi sono immaginato come un progetto,
ai primi passi e piuttosto innovativo, potesse destreggiarsi e
dare il suo contributo ad una scena ancora "vergine" e inesplorata.
Oltre ai bei brani presenti nell'LP, è accluso anche un
7" stampato su vinile bianco. Questa uscita verrà apprezzato da
chi, come me, ha iniziato ad ascoltare questa musica grazie a
questo straordinario supporto che è il vinile. Un plauso
alla Anna Logue Records per la produzione e soprattutto ai Listfrank
per essere ritornati. Lisfrank, dopo questa pubblicazione e alla
partecipazione alla compilation di "Danza Meccanica - Italian
Synth Wave 1983-1987" (In The NightTime), è ritornato in
studio di registrazione per realizzare nuovi brani. Mentre aspettiamo
di ascoltare il nuovo materiale vi consiglio di rispolverare il
vostro piatto, far scaldare la puntina su questo vinile e fare
un piccolo viaggio nel passato ;)
Sito web: www.annaloguerecords.com
(Nikita) |
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LUNAR
DUSK
"Lunar Dusk"
CD (Autoprodotto)
London,
Regno Unito. Il myspace pullula di violacee immagini darkotiche.
Questo one-man-project si distingue per una verve compositiva
molto amatoriale ma straordinariamente coinvolgente nella sua
interezza. Nessuno si ricorderà di questo disco per intenderci,
nonostante ciò i tappetoni electro-dark pesanti e trascinanti
si insinuano con parsimonia per celebrare la vitalità della tecnologia
al servizio di "uno". Qua e là interessanti melodie, ripeto molto
artigianali, sorridono all'ascoltatore con un minimo di fierezza.
4 brani dove tutto il repertorio di Aerial trova libero sfogo,
tra tastiere, melodie al synth, soft-metal elettronico e un vocal
mediocre ma unto di punk alcolizzato in slow motion. "Temple of
Ishtar" si salva. "Tranquillity" agitata ai quattro venti come
il "nuovo brano" è talmente sintetica (al pc) da amare al primissimo
istante. Ci siamo ridotti al punto da rispolverare il Commodore
64? Magari, ragazzi, magari. La voglia di fare musica ormai è
prossima al baratro, è il successo ad alimentarne il motore e
Lunar Dusk dimostra di rifiutare tutto ciò per seguire l'istinto
con i propri mezzucci. Mediocri ma pur sempre volontà (insignificanti
ai più) di abbracciare la musica come si può.
(Matteo "Pinhead" Chamey) |
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