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..................RECENSIONI DISCHI
................................................(Primavera 2007

RAISON D’ ETRE
“Metamorphyses” CD (Cold Meat Industry)


Peter Andersson ritorna dopo 2 anni con un lavoro che come al suo solito si sviluppa attorno ad un centro tematico - la metamorfosi per l’appunto - , dando il nome a tutte le tracce. Da “Metamorphosys I” a “Metamorphosys VI” un viaggio che rappresenta gli stati che la psiche umana deve percorrere se vuole raggiungere la pienezza, la completezza finale. Una trasformazione che diventa ascolto complesso e rarefatto che si erge misterioso, difficilmente sondabile. La mente si muove a fatica trascinandosi in questo ambient sulfureo e pesante. Mano a mano che il suono si svolge, il percorso katabasico si fa più sublime, divenendo più trascendente, astratto, puro. (Tanks)

RAJNA
"Private live 2005" DVD (autoproduzione)

Per tutti gli estimatori del duo etnico-ethereal francese, è pronto, acquistabile direttamente presso di loro, questo DVD contenente 45 minuti di ottima musica dal vivo, registrata a casa (nel vero senso della parola), con tuttavia una buona qualità d'immagine. Ottima l'idea di questo tipo di riprese, cosa che evita tutti i problemi che un live in un locale pubblico possa avere (cattiva qualità, rumori di fondo, ecc.). L'altra caratteristica per cui consiglio l'acquisto del dvd, è il fatto che su 11 brani proposti, ben 7 sono altrimenti inediti: ragione in più per non farsi mancare questo live che conferma l'emotività dell'incontro fra culture così differenti come l'occidentale e l'orientale, suonate con veri strumenti (e non meramente sintetizzati al computer); un viaggio profondamente spirituale alla ricerca di noi stessi, come è stato per tutti gli altri album di questa formazione mai abbastanza apprezzata. Info: www.rajna.net (Anialf)

RAN
"Ran" CD (Decadance rec.)

Come già annunciato nell'intervista sul n. 30 della nostra rivista cartacea, dopo trattative con alcune label, i Ran (Romina Salvatori, ex-Estasia, e Giorgio Ricci, ex-Templebeat) hanno scelto l’italiana Decadance per il loro debutto ufficiale. Data la buona esperienza che hanno, i nostri due sono riusciti a produrre un bel disco, attuale e non banale. Le atmosfere electro-eteree di Ricci ben si amalgamano sulla voce di Romina, in cui vocalizzi alla Liza Gerrard si alternano a brani più sperimentali alla Bjork. Un buon progetto, che, se ben supportato, potrà scavalcare i confini nazionali. (Nikita)

ROME
"Berlin" Mini CD (Cold Meat Industry/distr. Audioglobe)

Sei tracce per soli 17 minuti complessivi sono il debutto dei Rome, il quale non poteva che uscire per la gloriosa CMI, date le atmosfere apocalittiche che riesce a creare. I brani presenti sono un po’ ostici, ma il progetto riesce a dare il meglio di se nel successivo "Nera", in cui nessuna di queste tracce è presente. Se li avete già ascoltati ed apprezzati vi consiglio di acquistare anche questo mini, per capire l'evoluzione che ha portato poi all'apoteosi espressa in "Nera". (Nikita)

ROME
"Nera" CD (Cold Meat Industry/distr. Audioglobe)

A soli pochi mesi dal rilascio del mini CD d'esordio "Berlin", questo misterioso ed interessante progetto militar-folk dà alla luce il primo CD album, che riesce a contenere interessanti tracce: si passa dall'incedere marziale di "A burden of flower" a ballate folk come "Reversion", dalle atmosfere industrial molto alla Der Blutharsch di "Rape blossots", a perle come "The blade unmasked", che impreziosiscono questo bell’album. Il progetto Rome, con questo lavoro, riesce ad emergere tra bands omologate e senza "anima" e dimostra di essere tra i nomi più promettenti nel dark-folk del 2007. (Nikita)

SCREAM SILENCE
“Saviourine” CD (Playsong Records)

Ecco nuovamente i tedeschi Scream Silence alle prese con una incisione: il quartetto capitanato dal vocalist Hardy Fieting ci tira fuori un album in classico stile gothic rock, con voce come al solito molto melodiosa e dolce. La melanconia che pervade questo lavoro si impossessa immediatamente dell’ascoltatore già dalla suonata del primo brano “Narrowsness”, che sintetizza in più di otto minuti tutti gli stilemi tanto cari agli amanti di questo genere, me compreso. L’album scorre via senza troppa infamia, ma neppure con troppa lode. Infatti, nelle mie orecchie, il secondo brano “Finite State” e il terzo “Homecoming” dimostrano quanto sia semplice, per alcuni gruppi, costruire linee melodiche, melanconiche sia pure energiche e vibranti, sempre fedeli però ad un clichè già praticato e usurato in passato dai maestri o meglio dai capostipiti di questo genere. Il passaggio sulla quarta traccia si presenta invece maggiormente commerciale, saranno le tastiere in apertura che ricordano al sottoscritto la superficialità dei Birthday Massacre, ma non riesco proprio a farmi piacere questo “Creed”. Dopo una serie di pezzi che suonano come deja-vù di altri gruppi e di altri tempi, sempre suonati e interpretati in modo impeccabile e preciso, come dicevano i Cure “clear and pure”, finalmente arriva la classica ballata strappalacrime. Anche se, in questo caso, bisogna aspettare fino all’ultima traccia per poter sentire le lacrime sciogliersi sulle gote imbiancate dalla cipria dei “nerini” di turno. Un album che mi sento di consigliare a tutti quelli che non hanno molto tempo e voglia di ricercare cose un po’ più complesse e sono contenti di ballare atmosfere energiche e nello stesso tempo delicate e nebbiose. (Scream)

RHOMBUS
“The Closing Time e.p." MCD (Models Own Records)


Amanti di Rosetta Stones e Sisters, di Damned e Xymox, questo trio di Bristol fa per voi! 4 potenti tracce con taglienti riff di chitarra e basso pulsante, nella miglior tradizione del primordiale dark sound dei rimpianti anni '80. Dopo aver dato i natali al progetto in quel di Bristol nel 2002, i 3 dark-guys si sono trasferiti verso nord, accasandosi tra Manchester e York. Ed è proprio da qui in avanti che le cose hanno preso a decollare, con l'inizio di una intensa attività live nei clubs di Albione, e la relativa affermazione, per lo meno a livello underground, del nome Rhombus. Se volete sostenere questa nuova realtà della scena più genuinamente britannica, fatevi un giro sul loro web-site, ne vale la pena. Info: www.rhombus.org.uk (Oflorenz)

SCREAMING FOR EMILY
"Scriptures" CD (North End Rec.)

Vi ricordate degli SFE, già recensiti nel numero XXXI di Rosa Selvaggia col loro recente demo "Malice"? Bene, a distanza di qualche mese ecco un nuovo lavoro, che in realtà è una raccolta dei loro primi approcci col mondo musicale, che risalgono addirittura a ben 20 anni fa! Sono infatti brani composti prevalentemente nel 1986, ma a mio parere ancora attualissimi anche oggi. Certo, vederli in copertina con i capelli sparati "à la Robert Smith" fa molta tenerezza, ma la vera influenza arriva interamente dal post-punk: potremmo dire le percussioni quasi tribali associate ai synth sempre in primo piano, e l'incedere quasi cantilenante, li possono far assomigliare moltissimo ai Joy Division, a parte il cantato che, un po' monotono, è forse il punto più debole del lavoro. Si avvertono anche influenze xymox-iane, ma per gli arrangiamenti wave-80 li vedrei ben associati alle band non eteree appartenenti alla 4AD dei ‘bei tempi’; ma lo ripeto, il paragone maggiore è l'impressionante ripresa delle sonorità del gruppo del compianto Ian Curtis. Stranamente, il penultimo brano "From your heart" li stacca dal filone dark, per ricalcare un post-rock sempre comunque mediato dall'elettronica. Lavoro interessante per chi ama(va) gli anni '80 del gotico inglese, ma preferisco di gran lunga l'evoluzione che li ha portati all'incisione del recente "Malice". (Anialf)

SERO.OVERDOSE
“Heading For Tomorrow” CD (Alfa Matrix/distr. Audioglobe)

Davvero un peccato occupare spazio e tempo per gente del genere. Ma d'altronde è questo ciò che passa il convento elettronico. Se da una parte il ritorno degli And One ha acquisito in lucidità (sebbene abbia perso in incisività), il terzo disco degli S.O. si posiziona tra le borsone dei vari dj sparsi per il mondo alla ricerca del beat facile in un atmosfera da locale dark. Ci siamo capiti? Ok, facciamo un esempio semplice semplice. Avete presente l’italo-disco contemporanea? Qui siamo più o meno a quei livelli se pensiamo soprattutto al vocal di Andre Hartung (ai limiti della sopportabilità, persino fastidioso nel suo “infighettamento” a tutti i costi), che sembra un Paps’n’Skar qualunque (duo vergognoso della dance italiana), ed al sound facilotto e pomposo. Ora ci siamo? Bene, per proseguire nella vivisezione di questo disco non serve scervellarsi in altri paragoni e nemmeno scavare nel fondo della tazzina perché non si troverà nessun arcano segreto e nessuna profezia. Gli S.O. sono adatti ad un pubblico giovanissimo che magari calpesta da poco il suolo del synth-pop o che frequenta ogni tanto i localetti dark alla tedesca. Se vogliamo vedere tutto ciò sotto un aspetto positivo, questa musica preconfezionata sarebbe il trampolino di lancio per un’inversione di tendenza nel mondo electro: avvicinare i giovani o il pubblico italo-dance ad un genere certamente legato ad una certa professionalità e qualità, caratteristiche alquanto difficili da trovare in giro. Ma questo porterebbe il synth-pop in un baratro commerciale peggiore di quello costruito per la dance nostrana dai beceri dj e produttori italidioti. Teniamoci gli S.O. ed il loro plastico elettronico, tanto male non fanno se dovete fare quattro salti nella padella infantile di una pista in piena tempesta ormonale. (Pinhead)

SEVERIN BESTOMBES (vom Horse Gore Club)
"Auszug & abgesang" 12" Picture Vinyl (Punch Records)

Voci indiscrete indicano in J. "Novy Svet" Weber il losco personaggio che si cela dietro il moniker di S. Bestombes, ed a giudicare dallo strampalato contenuto del disco non me ne stupirei più di tanto. Il promo che ho ricevuto è un semplice cdr, ma in realtà l’originale consta di un bel picture disc 12" tutto verde dalle nere venature, con una lunga traccia di 19 minuti per ogni lato. L’esasperato minimalismo del disco, portato all’eccesso, ricorda certi lavori tra i più ostici di Nurse With Wound, senza peraltro possederne l’originalità e la genialità. Non ho mai disdegnato (anzi!!) qualsiasi forma di musica sperimentale e d’avanguardia, ma in casi del genere ho il timore che assenza di idee e tentato sperimentalismo ad ogni costo viaggino un po’ troppo a braccetto.
Bel disco da ordinare in caso abbiate spazio libero sul muro della cameretta, ma sul giradischi non mi stupirei se non superasse i due passaggi o poco più. E per gli estimatori del buon Weber, meglio piuttosto risentirsi la vecchia roba di Novy Svet, magari in compagnia di un bel bicchiere di vinello rosso. (Oflorenz)

SKIN AREA
“Journal Noir / Lithium Path” 2CD (Cold Meat Industry)

Due magnifici cd bianchi sovrastati da una croce rossa (“Journal Noir”), e verde (“Lithium Path”), insieme come doppio cd. Prodotti da Martin Bladh (IRM) e Magnus Lindh i due lavori ci inabissano nei soliti magnifici territori CMI. Percussioni ipnotiche, distorte linee di basso, una miscellanea convulsa di rumori e suoni uniti a voci surreali ed inquietantissime. Di certo un industrial di difficile ascolto, ma certamente mai scontato e sempre aperto all’imprevedibile. (Tanks)

SLEEPING PICTURES
“Many Hands Should Throw Stones” CD (Old Europa Cafe)

La mia conoscenza con il progetto di Gary Parsons e Marc Blackie inizia proprio da questo secondo lavoro, successore del fortunato esordio “Nether Edge”. Che dire...qualcuno ritiene che la cover di un disco sia in un certo senso il “benvenuto” di un'opera, il primo elemento catalizzatore dell'attenzione del potenziale ascoltatore, soprattutto se egli non conosce l'autore del disco. Beh, fortunatamente in questo caso la regola viene smentita: alla copertina più orrenda che mi sia capitata tra le mani in questi ultimi 5 anni (ma forse anche 10!), corrisponde un piacevole disco pop’n’folk dai toni sommessi e malinconici, peraltro abbastanza insolito ed originale nel panorama proposto solitamente da OEC. 12 tracce senza picchi né cadute particolari, da sentirsi tutte d'un fiato quando il nostro stanco apparato uditivo, assai provato dai troppi precedenti ascolti di Nordvargr o Deutsch Nepal, reclamerà un po' di sollievo e relax. Un buon completamento di vedute per un'etichetta che giustamente vuole esplorare i “sentimenti” oscuri a 360 gradi, al di fuori di etichette o barriere stilistiche di sorta. Ed a tal proposito ascoltatevi il blues distorto e malato di “Apocalyptic caress”: dovendo tirare ad indovinare, direi che è stato appena vomitato da una qualche oscura garage band, o magari da uno strampalato disco no wave newyorkese di inizio 80... (Oflorenz)

SOYSOY
"Liquid" CD (LiMohe Music)

Album d’esordio per questo terzetto proveniente dal Belgio, il quale aveva comunque pubblicato due EP autoprodotti in precedenza. Fin dai primi minuti del cd noto diverse affinità con gli indimenticabili Estasia, anche se le somiglianze sono evidenti soprattutto nel primo brano "Loononthani", e in parte negli altri cantati dalla chitarrista e violinista Seesayle, la quale si alterna nelle parti vocali al bassista e percussionista Wiz. I Soysoy presentano quindi varie atmosfere medio orientali, mescolandole sapientemente con sonorità elettriche e tipicamente dark-wave, e con una venatura pop che rende il lavoro piacevole ma mai banale. Come essi stessi dichiarano, le influenze maggiormente evidenti sono quelle di Dead Can Dance, Collection D’Arnell-Andrea, Kate Bush, Creatures, la musica tradizionale celtica, balcanica e dell’Asia Minore. Se vi piace il genere, "Liquid" è assolutamente consigliato, anche se personalmente avrei tagliato via qualche brano per alleggerire la durata totale e quindi l’ascolto. (Fabio Degiorgi)

THE SYNTHETIC DREAM FOUNDATION’S
“Tendrils of Pretty” CD (Mythical Records)

Album d’esordio per i TSDF, le cui atmosfere synth-pop cadono in gorgheggi e circonvoluzioni sonore (addirittura fino ad echi mantra…) inutili e sopravvalutate. No. Non mi convince per niente. (Tanks)

TAMTRUM
"Elektronik Blakc Mess" CD (Alfa Matrix/distr. Audioglobe)

Finalmente robba nuova e bbuona! Ci volevano dei francesi incazzati a svegliarci dal torpore e dalla piattezza EBM che da qualche anno si respira nell'ambiente. Oltre a salvare qualche progettucolo synthpop c'era ben poco da dire sul resto della scena elettronica in lenta decadenza (ritorno regale di Leather Strip a parte, ma è pur sempre roba vecchia!). Scopriamo questi Tamtrum con grande sorpresa ed euforia (da placare al più presto rischio scoppio di arterie ammuffite) e veniamo a sapere che in patria li odiano a morte. Sono diventati un fenomeno da baraccone, pensate alla Francia e alla sua pronuncia così chiccosa in mezzo ad un gruppo di pazzi sanguinari (il blood è una caratteristica primaria delle loro esibizioni, per la serie giovani ninfetti e ninfette alla Unter Null crescono). Locomotive-drums, battiti accelerati di un treno soppresso in viaggio verso l'inferno, synth geometricamente astratti, impazziti quanto una zanzara sotto l'effetto dello zampirone. Questo scatenarsi di impianti melodici è catchy, imprendibile, legato al groove stiratissimo e ad una ritmica da trip-hop estremizzato. Black-metal, Manson-attributi, harsh-EBM e industrial elevata al cubo viaggiano in equilibrio con un future-pop pesante (metteteci un bassone cupissimo e qualche synth accattivante), il risultato è "Pervert Inc.". Le accelerazioni non mettono mai ansia semmai caricano e fanno sfrecciare anche una Cinquecento vecchio stile ("Paranoiak", "Hypokondriak and Toxicomaniak"). I titoli sono tutto un programma, i Tamtrum sono perversi in tutto, nella loro follia musicale, nel loro look e nel loro songwriting portato all'eccesso da un vocal urlato in perfetto stile Hocico. Tetri, pazzi, mel odici, esoterici, techno-maniaci ed electro dipendenti. "My Fall" è una caduta in stile libero sopra un tappetino niente male, melodia compatta e ritornello da fischiettare. "Heteroine" gioca il ruolo del synthpop in salsa techno prima di un finale terroristico: "Terrorissmo". Da avere assolutamente! (Pinhead)

TECHNOIR
“Manifesto” CD-EP
(Alfa Matrix/distr. Audioglobe)
“Manifesto” si apre con 3 variazioni remix sulla title-track ad opera tra l’altro di Delobbo e Beborn Beton. Il risultato è da tiepido e monotono dance-floor. L’EP, che fa da preludio all’imminente “Deliberately Fragile”, contiene infine alcuni remix opera di gruppi appartenenti alla medesima scena synth-pop-electro (Haujobb, Roteresand, Dj Ram). (Tanks)

THELEMA
"Tantra" CD (In The Night Time)


Pubblicato su vinile nel 1986, il primo album dello storico gruppo di Massimo Mantovani e Giorgio Parmigiani viene finalmente ristampato su cd dalla romana In The Night Time, con l'aggiunta di ben sette tracce tratte da compilation, demo e dal primo 7""Rosa Alchemica", ad impreziosire ulteriormente il valore dell'opera. Poche parole per descrivere solamente quello che era l’LP originario con i suoi nove brani, un capolavoro del post-punk italiano e del filone esoterico, con sfumature gothic, ritmiche serrate e le liriche interamente ispirate a Crowley. Si apre con "Magick", un anthem a suo modo perfino orecchiabile, che fu ripreso pure dai Limbo nell'album "Vox Insana", mentre "Samekh", "The Book Of The Law" e "The Phoenix Mass" catalizzano l'ascoltatore fra batterie alla Killing Joke e riff ipnotici, stupenda ad esempio la linea di basso della terza. "Rosa Alchemica" è qui in una versione leggermente diversa e meglio registrata rispetto a quella del sette pollici, e si chiude alla perfezione con la title-track, veramente acida e tribale. Da segnalare poi la presenza in alcune di queste songs del flauto di Gregorio Bardini (allora era il tastierista dei Thelema, ma in seguito avrebbe intrapreso la carriera di flautista e compositore), il quale dà un tocco di ulteriore originalità al tutto. E se fino a questo punto già si può gridare al miracolo del reperto ritrovato, forse il meglio deve ancora arrivare con le bonus-tracks: basta citare la lunga e joydivisioniana "J.C.S. (A Pagan Ritual)", tratta dalla compilation "F/Ear" della Garage Records, un esempio di come si possa fare una canzone stupenda con due soli accordi, e la dolcissima "Sweet Submission", anch'essa tratta da un sampler, ma per la Spittle, la stessa etichetta che pubblicò "Tantra" per la prima volta. Pur registrate in modo grezzissimo, ho trovato poi estremamente affascinanti sia "The Dance Of The Witches", brano del singolo "Rosa Alchemica", sia "The Golem" e "Walking With Aiwass", entrambe con delle tastiere spiritate e dissonanti ed entrambe provenienti da un demo-tape del 1984. Non voglio fare sempre il solito passatista, nostalgico degli anni '80 e polemico verso tutto ciò che è nuovo come inutile o peggiore, ma di album come "Tantra" ormai non se ne fanno più. Quella "magia" che costituiva il perno concettuale della band si era impossessata spontaneamente del suono e dell'anima di questi solchi, che oggi la fredda resa in digitale non scalfisce minimamente. Un acquisto obbligato per tutte le persone dotate di una certa sensibilità, da collocare fra i dischi migliori che non smetteremo mai di ascoltare, nemmeno fra parecchi lustri. (Fabio Degiorgi)

THIS EMPTY FLOW
"The Album" 2CD (Eibon rec.)

Ritorna la magia del gruppo finlandese, non con un nuovo album, ma con una riedizione del loro unico CD del 1996, "Magenta Skycode" (la band si è sciolta l'anno dopo), con in aggiunta un secondo CD che include la ristampa in digitale dei primi demo. Per chi non conoscesse ancora i T.E.F., basta soltanto dire che si ispirano moltissimo ai Cure di "Disintegration", e là dove si era fermata nel 1989 la band inglese, i finnici continuano un percorso ideale. Brani tristi, malinconici, che piaceranno certamente a chi ha amato le atmosfere più cupe di Robert Smith e soci, anche se bisogna chiarire che non siamo di fronte ad una band clone, sebbene la fonte d'ispirazione sia molto forte. (Nikita)

The TUNNEL OF LOVE
"Fury town" CD (Glorius Alchemical.Co.)

Da San Francisco ci arriva questo CD, dove, tra le note, vengono citati come fonti d'ispirazione Nick Cave e Tom Waits, ma forse è quest’ultimo che si sente di più. Ben 17 i brani presenti, la musica in alcune tracce non è male, quasi un dark-swing con sfumature western, ma il cantato mi risulta insopportabile all'ascolto, quasi rappeggiante (?). Mah. (Nikita)

UNTO ASHES
"Songs For A Widow" CD (Projekt/distr. Audioglobe)

In questo quinto album il combo statunitense prosegue la propria originale ricerca sonora, dove la dark-wave, l’ethereal ed il folk guardano contemporaneamente al passato e al futuro, al medioevo e all’apocalisse più o meno imminente, recuperando anche canti gregoriani, un dantesco "Convivio", e poemi in tedesco e neo-latino. Il suono post-Dead Can Dance del progetto di Michael Laird è ormai immediatamente riconoscibile, sempre caratterizzato dalla moltitudine degli stili e degli strumenti antichi e moderni impiegati, e dall’alternanza della voce maschile con quelle femminili e d’impostazione più classica di Natalia e Mariko. I brani, estremamente diversi fra loro, non danno assolutamente l’idea di un’opera slegata ed incoerente, al contrario riescono a tenere sempre desta l’attenzione e ad emozionare l’ascoltatore. Da "My Lord Is Born" a "Occupying Force", da "The Snow Leopard" a "Song For A Widow", il cd è uno scrigno di gioielli puri ed essenziali. Un altro grande disco di un grande bentornato gruppo. (Fabio Degiorgi)

L’inizio e contemporaneamente la chiusura del quinto album del trio americano sono affidati alla cover di “One World One Sky” dei Covenant, che qui diviene suono squisitamente dolce e funereo. Un armonia etnico-rituale intagliata tra avvolgenti percussioni e vibranti voci che percorrono canti dionisiaci, preghiere gregoriane, canzoni popolari egi ziane... A tratti mi vengono in mente gli inglesi Naevus, per alcune bardature sottilmente marziali ed il gusto rarefatto. Raffinato e colto. (Tanks)

LE VENE DI LUCRETIA
"s/t" CD (In The Night Time)


Capolavoro assoluto! Stavolta posso iniziare già dalla conclusione, perché l’esordio discografico del quartetto fiorentino è quanto di meglio abbia sentito negli ultimi anni in ambito dark/gothic italiano. Tutto appare perfetto qui: i brani possiedono quella alchimia – che solo gli artisti veri sanno infondere – in grado di far vibrare sia il cuore sia il cervello, con una ritmica possente, chitarre come nella migliore tradizione post-punk e deathrock, ed un cantato carico di espressività, che in qualche punto mi ha ricordato Cristiano Godano dei Marlene Kunz. Dei veri Musicisti insomma, con un’attitudine innegabilmente professionale, fattore sempre più raro ormai in questo ambiente. Ascoltate brani come "La Vestizione", "Harem", o soprattutto la immensa e meravigliosa "La morte degli amanti", e rimarrete stecchiti. Questo album è la quintessenza contemporanea del DARK più classico, anche nei testi e nelle tematiche affrontate, ma lo è senza copiare nessuno dei nomi storici, anzi, facendo fare una figura ancora più meschina alla marea di cloni oggi in circolazione. Un disco da avere assolutamente, e un plauso alla In The Night Time, che continua a viziarci con produzioni di notevole livello. (Fabio Degiorgi)

VESTIGIAL
“Aeon” CDR 3” (Autoprodotto/distr. Final Muzik/Tesco)

Dischetto d’esordio per questo one-man-project della provincia di Napoli, in formato 3” e racchiuso in una confezione pregevolissima ed elegante. Quattro tracce di scuola lustmordiana, una dark ambient industriale fosca tanto classica quanto egregiamente realizzata, con atmosfere infernali e squarci di rumori improvvisi che non sfigurerebbero su qualche etichetta straniera paladina del genere. Anche i riferimenti a Junger sono in linea con l’aura di misantropia ed isolazionismo che tutto il lavoro emana. Assolutamente da tenere d’occhio per il futuro! Info: www.vestigialaeon.org (Fabio Degiorgi)

ZOMBIE GIRL
"Back From The Dead" CD-EP (Alfa Matrix/distr. Audioglobe)

Come vuole la tradizione, ecco l'ennesimo progetto targato Icon Of Coil. Ovunque vi giriate spunta il monicker di Sebastian R. Komor, superattivo personaggio di spessore dell'ambiente electro, affetto dal morbo della doppia, tripla, quadrupla personalità, col rischio di appiattire la creatività e partorire musica commerciale. Zombie Girl, già dal nome si capisce la serietà del tutto, vede la partecipazione della mogliettina Renee Cooper, forse stanca di essere fuori dal giro e di passare il tempo a fare la casalinga. Cosa potrebbe mai uscire dalla testa di una donna dedita alla dance? Il solito progettucolo finto-sexy, finto-gore, finto-tutto, con vocina sensuale su bassone pompatissimo, samples semi-distorti che passano inosservati se non fosse che alterano di poco la noia del groove ed una elaborazione sintetica che tocca, a volte, il rock (perché fa figo piazzare il rock in qualunque salsa). Questo EP propone 7 tracce, tra le quali le cosiddette hit "We Are The Ones" e "I Want It" già presenti in un paio di compilation e, udite udite, un remix ad opera di KMFDM ("Creepy Crawler"), inutile tentativo di risollevare le sorti di un brano orribile (chitarrone e deviazioni industrial che cozzano contro il vocal banale di Renee). "I am a girl, I am a zombie", ok, non si pretendono testi filosofici ma neppure una tale becera immondizia. Meglio virare su Unter Null, Erica Dunham merita molte più attenzioni, lei sa giocare con astuzia e arte, con Zombie Girl il cimitero vivente ha di che preoccuparsi per le manifestazioni orrorifiche di tale pagliacciata. (Pinhead)

1997EV
"Dead ends sinful" CD (Punch rec.)

Interessante progetto ritual esoterico ambient, che con sole sei tracce riesce ad ammaliare l'ascoltatore. Partendo dalle atmosfere rituali di "G-ray", passando attraverso le sonorità morriconiane di "Eerie" e le acustiche apocalittiche visioni di "A dark sides miracle", si conclude con una claustrofobica "Alder sides epsylons part I". È inutile aggiungere altre parole, basterebbe solo dire che è una produzione Punch rec, per indicare l'alta qualità e consigliarne l'acquisto. Info: www.1997ev.net (Nikita)

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