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..................RECENSIONI
DISCHI
................................................(Primavera
2007
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ECHOES
OF SILENCE
"s/t"
CD (In The Night Time)
Non
poteva non esordire su In The Night Time questo quartetto della
capitale dedito ad un post-punk purissimo di Warsaw-iana discendenza,
sebbene siano solo superficiali le affinità con la leggenda
di Manchester nella sua fase embrionale, e maggiori le somiglianze
con certi suoi discepoli degli anni ’90, come Ikon, Spiral Of
Silence, o i nostrani Mystery Plays. Qui tutto è estremamente
scarno, dalla grafica del booklet, parca di immagini ed informazioni,
alla musica, costruita su una sezione ritmica quadratissima,
sulla quale si appoggiano una chitarra davvero spoglia e quel
tipico cantato greve che possiamo ritrovare nelle bands sopraccitate,
come in altre ad esse vicine. Gli otto brani, quasi tutti piuttosto
lenti e dall’andamento inesorabile, piaceranno sicuramente agli
insaziabili onnivori di queste sonorità, che, datate per qualcuno,
sono invece rimaste nel cuore di altri come un qualcosa di indistruttibile
ed eterno. Essendo il primo, promuovo senz’altro l’album, mi
auguro comunque che nel prossimo il gruppo esprima una maggior
personalità ed una maggior ricchezza negli arrangiamenti, fattori
che potrebbero portare gli E.O.S. ancora più in alto di dove
già si trovano ora. (Fabio Degiorgi)
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EDGE
OF DAWN
“The Flight [Lux]” CD single (Dependent Rec./ Distr. Masterpice)
Il
nuovo singolo del combo teutonico E.O.D., inizialmente nato
come solo project di Mario Schumacher nel lontano 1998 e diventato
duo con l’ingresso nel 2005 di Frank M. Spinath, ha solo due
tracce, quella che dà il titolo al cd ed il suo remix. Dopo
aver partecipato a numerose compilation di musica electro-EBM,
finalmente Mario ha deciso di incidere qualcosa che sia tutto
suo e del suo socio; infatti il cd singolo che abbiamo ascoltato
è il promo dell’album, o meglio dell’EP omonimo. Le due tracce
qua presenti sono un po’ pochino per riuscire a giudicare il
lavoro degli E.O.D., anche se stiamo sempre parlando di suoni
electro-EBM, danzerecci e con indole sincopata. Se i restanti
brani dell’album si dovessero confermare all’altezza di questo
singolo, sicuramente aver aspettato quasi un decennio per pubblicare
un cd ha giovato molto ai suoni e all’esperienza degli E.O.D.
(Scream)
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L'EFFET
C'EST MOI
"Tomber En Heros" CD (Forart)
Recente
progetto marchigiano ad opera di Emanuele Buresta, si rifà nel
suo moniker alla filosofia di Nietzsche, ed in particolare alle
teorie sul rapporto tra classe governante al potere e sottostante
massa di persone, che vive ed opera nel rispetto e nell'obbedienza
delle regole dettate dai leaders. Le imponenti arie del disco,
interamente strumentale, riportano alla memoria le cose più
sinfoniche, neoclassiche e marziali di Les Joyaux de la Princesse
o magari Wappenbund, senza mai sconfinare nel rumorismo industriale
ma conservando costantemente un posto importante all'aspetto
melodico. Le prime 5 tracce del disco ricordano l'apice e lo
splendore dell'impero romano, le altre 5 l'eredità che di codesto
impero coltivarono i regimi totalitari europei degli anni '30,
fascismo in primo luogo. "Cadere da eroi": titolo azzeccato,
per un'opera così magnificente e dalla grafica curata ed avvincente.
Da avere senza indugio per i cultori delle sonorità sopra descritte,
e ad opinione di chi scrive una vera ventata di aria fresca
per un'area musicale ultimamente un po' asfittica. Info: www.myspace.com/
l'effetcestmoi (Oflorenz)
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ERIC
STARDUST
“Kalt Tanzen Nacht” CD single (Euterpe)
Graziano
Corrado è un pazzo, ma in senso buono. Uno dei pochi italiani
a sfidare il proprio paese nella costruzione di un mondo contro
le tendenze. Se il suo nickname vi fa venire in mente un certo
Ziggy Stardust non siete dei visionari, Corrado si è ispirato
al grande David Bowie (ma solo nella scelta del moniker) spaziando
su territori distanti dal glam. Un passato classico (al piano)
e rock (coi Falsopiano) ed un presente electro dalla contaminazione
facile. “Kalt Tanzen Nacht” e “Diva” sono i due brani contenuti
in questo mini-cd quasi misterioso. Il tedesco come lingua dal
taglio techno, il piano come melodia, tappeti sonori dalle particelle
sfrenate, drumming galoppante, samples e chitarre spaziali.
Questo il brano riportato nel titolo, poiché “Diva” è lontano
anni luce dalla sperimentazione elettronica, è una ballad al
piano dal sapore new-wave con un delicato battito programmato
a scandire il tempo. (Pinhead)
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EX-VOTO
"Doloroso"
CD (Poor Alice Music)
Riecco
questa longeva band originaria di Los Angeles, una fra le prime
esponenti del death rock californiano, tanto che la conobbi
proprio per quella splendida "Falling Apart" contenuta nella
seminale compilation "American Gothic" del 1988. Trasferitisi
nel 1992 a New Orleans, e con una discografia frammentata e
discontinua, gli Ex-Voto presentano ora questa fatica, contenente
16 brani nuovi. Le basi elettroniche con cui iniziano tutte
le tracce sono quasi perennemente sepolte da chitarre graffianti
– e a volte un po’ scordate, il che dà un effetto lo-fi punk
al tutto – in primissimo piano, e dalla bella voce di Larry
Rainwater. Brani come "Alena", presente in due versioni non
molto diverse, "I Could Have Been", "She Got It Big", "Her Evil
Plan Pt II", e la più pacata "Unspoken Words", si rivelano delle
buonissime american-gothic songs ed emergono sulle composizioni
più scolastiche presenti nel cd. L’album è comunque piacevole
nell’insieme: a parte una produzione un po’ scalcinata che non
ci aspetterebbe da un gruppo in circolazione da circa 20 anni,
penso che gli Ex-Voto abbiano ancora ragione di esistere e qualcosa
da comunicare. (Fabio Degiorgi)
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GOTH
TOWN
"The Clouds" CDR (Ultravena Records)
Quando
mi imbattei, un paio di anni fa, nel nome Goth Town, pensavo
di trovarmi di fronte alla tipica, ennesima, gothic rock band
alla Sisters Of Mercy e Fields Of The Nephilim. Invece l’ascolto
di alcuni mp3 sul vecchio portale di Vitaminic mi aveva fatto
scoprire un raffinato gruppo di dark-wave, giustamente ispirato
ai classici nomi degli anni ’80, ma in grado di rivestire con
una patina di stile le proprie composizioni. Tutte quelle premesse
sono confermate dall’ascolto del primo full-length del progetto
partenopeo: "The Clouds" è un disco autunnale, malinconico,
dove le chitarre e le tastiere sono usate come morbide pennellate
per ritrarre una giornata uggiosa, al pari della voce di Goth,
polistrumentista e perno centrale del terzetto, attualmente
composto anche dal chitarrista Bart e dalla bassista e seconda
voce Monique. Ma i dieci brani del cd si avvalgono pure di parecchi
collaboratori esterni, i quali contribuiscono alla varietà a
alla ricchezza degli arrangiamenti; vi segnalo al riguardo il
basso fretless e il violino nella strappalacrime "Under My Stone".
Se continuate ad amare And Also And The Trees, Chamaleons, Sad
Lovers & Giants, Smiths, e i Cure di "Seventeen Seconds"
e "Faith", questo è l’album che fa per voi. Lo potete ordinare
direttamente on-line tramite il sito: www.penombra.it/goth-town.htm
(Fabio Degiorgi)
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HEAVENOISE
“The Last Day bifore the Sun” CD (Autoprodotto)
CD d’esordio per questo trio di Busto Arsizio che ricalca decisamente
gli alfieri Cure - in particolare del periodo “Disintegration”
- come anche loro stessi sinceramente affermano, assieme a New
Order, Placebo e Slowdive. Il suono è dolcissimo, etereo, a
volte malinconico, le atmosfere catturano. Ma basta con le citazioni
fin troppo chiare! Il tutto diventa davvero banale e penoso.
“Disintegration” appartiene alla fine degli anni Ottanta!!!
A meno che non si voglia diventare una cover band. E quello
è un altro discorso. Contatti: www.heavenoise.com; www.myspace.com/heavenoise
(Tanks)
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HYPE
"Desperately
yours" CD (Progress Production)
Ascoltando
questo advanced degli Hype, due bei giovinetti ed una fanciulla
dalla faccina pulita, mi sembra di tornare a metà degli anni
80, quando a scuola si faceva la guerra tra metallari e paninari.
Che tempi… Il fattaccio è che il sottoscritto era per i primi,
mentre questo dischetto degli svedesi, ahimé, avrebbe fatto
la felicità dei maledetti PANOZZI, con le sue pulite sonorità
splendidamente dance nella miglior tradizione di elementi quali
Communards o magari OMD. Poco da aggiungere per il resto, i
brani scorrono come acqua fresca, pronti per essere ballati
dai super-nostalgici degli easy 80 che furono in una qualche
revival-night cittadina, magari sfoggiando il proprio Moncler
nei 35° del dancefloor… (Oflorenz)
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JANARA
S/T
CD promo (autoproduzione)
Il
nuovo duo Janara nasce dalla mente di Davide Grimaldi (già polistrumentista
e collaboratore nei Diathriba, Votiva Lux e nei Thelema), cui
si associa la voce di Francesca de Filippis. I sei brani contenuti
nel cd si possono catalogare nel buon vecchio gothic-rock, con
accenni di Siouxsie negli arrangiamenti generali. Le chitarre
sono sempre in primissimo piano, e sono la struttura portante
del progetto, attorno alle quali viene sviluppato ogni brano.
Molto bella l'intro del brano di apertura "Cradle of silence",
con un pianoforte (presente qua e là anche in altri brani) che
accenna una melodia ethereal, quasi subito sostituita poi dai
riff di chitarre e basso. Tuttavia a mio parere i brani hanno
un qualcosa che non li fa ricordare nella lunga distanza, e
questo potrebbe essere un difetto non trascurabile. Nel corso
del 2006 sono entrati a far parte del gruppo il bassista Damiano
Pecile ed il batterista Davide Borghi (già con Grimaldi nei
Diathriba): questo spero possa arricchire ed irrobustire, diversificandolo,
il sound dei progetti futuri degli Janara. Info: janara@fastwebnet.it
(Anialf)
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I:SCINTILLA
“Havestar” CD-EP (Alfa Matrix)
La
seducente voce di Brittany Bindrim guida questo quartetto proveniente
dall’Illinois premiato come migliore new entry del 2006 dal
magazine tedesco Orkus. Gli I:S riescono a creare un interessante
industrial-goth sound che si eleva da possenti riff di chitarra
intrecciati alle atmosfere modulari del synth. Non potranno
non piacere agli appassionati di Evanescence, Curve, Theatre
of Thragedy e NIN. Nel cd sono anche presenti mix ad opera di
Combichrist, Diskonnekted, Neikka Rrp, Implant, Klutae. Un buon
lavoro. (Tanks)
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ICYDAWN
"A
Matter of deathstyle PT. 1" CDR 3" (autoprodotto)
Progetto
industrial all'attivo con altri quattro lavori, tutti in edizioni
superlimitate, il quale ci propone ora questo CDR 3" con tiratura
a 55 copie, in una confezione metallica che lo richiude a scrigno
in modo che l'apertura sia molto problematica per chi tenti
di ascoltarlo la prima volta. Anche noi apriamo la confezione
con fatica, a scapito di tagliarci (ma qui sta la vera filosofia
industrial), e finalmente riusciamo ad inserire nel nostro lettore
il dischetto. La prima traccia, "Death while sleeping", è come
la quiete prima della tempesta, con un soundscape oscuro in
cui sono presenti campionamenti dal film horror "Tutti i colori
del buio" di Sergio Martino. La tempesta divampa infatti con
la seconda "Death by Disease #1: cancer", rumori allucinanti
da terrorismo sonoro. Che finalmente termina con l'arrivo della
terza traccia, "Death by overdose", la migliore presente sul
mini, la quale riesce a trasmettere tutta la propria angoscia
al tema il cui brano è dedicato. Info: icydawn@katamail.com
(Nikita)
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IMPLANT
“Audio Blender” CD (Alfa Matrix/distr.
Audioglobe)
Non
c’è spazio per le interpretazioni. Questa musica si balla, si
studia a fondo dentro quattro mura solo per carpire i segreti
di una danza rituale energica ed esplosiva nella sua compostezza
tecnica, lineare e pulita, a volte dura e sporca da scrollare
di dosso con una semplice manata danzante. Ripeto, musica per
la pista che rapisce anche stazionando impoltroniti sul letto
della propria camera con tanto di stereo dai bassi decisi. Non
c’è spazio ad interpretazioni perché questa musica va vissuta
per la sua robotica staticità ed il suo incalzare mai forzato.
Lezione tecnica ai tanti artistini della provincia electro-clash
dettata anche dal carisma vocale di Anne Clark, Jean-Luc De
Meyer (Front 242), Erica Dunham (Unter Null) e Jennifer Parkin
(Ayria). Se la moda detta i tempi (e l’electro-clash è stato
sepolto), sarà sempre il tempo giusto per far girare questo
cd nel vostro lettore poiché è la dimostrazione lampante della
maestria di un uomo giunto al suo settimo capitolo (Len Lemeire
aka Implant), sempre in piedi sul piedistallo nell’arte della
musica tecnologica. Ciò che tanti artisti anni ’80 avrebbero
voluto fare e non sono riusciti a portare a termine a causa
di una certa carenza in ambito strumentale, Len lo fa, ed apre
lo scrigno delle sue capacità per confezionare un disco multifaccia
nel suo pur globale accostamento al medesimo sound elettronico.
Una techno mai fastidiosa, semmai un pizzicotto per risvegliare
quel battito umano accelerato tanto caro alla nostra voglia
di spostare l’aria con movimenti ripetitivi. Citazioni musicali
kraftwerk-iane, bassoni alla Tiga, passi EBM soffici e duri
per un disco che si pone tra il passato ed il futuro con rigore
artistico privo di sbavature. Per perfezionisti. (Pinhead)
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IMPLANT
"Fading
Away" CD-EP (Alfa Matrix/distr. Audioglobe)
Unite
l'electroclash di Anne Clarke, la techno dritta nel cervello
di Len Lemeire, l'ex-drummer di La Fete Jan D'Hooghe (sicuramente
a suo agio nel pumping che si respira dentro Implant) e il tocco
geniale di Claus Larsen (Leather Strip): ecco lo splendido "Fading
Away"! L'electro-touch di Anne Clarke tocca punte altissime
di vocal-performance che sembravano essersi perse col Miss Kittin
style. "Your World" è un brano malinconico (con quel synth al
carillon), devastante (cassa dritta ed un basso che gioca a
ping pong col groove estremizzato) e sexy (sarà per la voce
di Anne?). Davvero un pezzo come non se ne sentivano da tempo,
una modernissima new-vision di due generi (electroclash e techno)
che avevano perso un po' di smalto (anche un certo Meka sta
rivalutando questa miscela). E i remixer potrebbero mai mancare?
Ecco la versione dance di "Fading Away" di Zombie Girl ed il
solito toccante approccio sintetico di Cut.Rate.Box in "Murderous
Thoughts" (da rimanere senza fiato), remixata anche da Negative
Format. Ma la regina del disco è sempre lei, la nostra amata
Anne sfodera un duetto senza precedenti con Claus Larsen in
"Was It Always This Way?" e poi si fa manipolare dai Noisuf-X
per la toccante piano-mix di "Your World", eccitante! Ecco un
altro progetto in crescita in mezzo ad un mare di putrido fetore
elettronico. (Pinhead)
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INFIERI
"Stolen
sky" CD (Autoproduzione)
Questo
nuovo lavoro per gli Infieri, formazione italiana in pista da
quasi dieci anni, si è staccato a fatica dal mio lettore cd,
per molti e molti giorni. Un capolavoro nel genere dark-wave
'80 style, non saprei come definirlo! Già mi avevano positivamente
convinto con il loro primo demo "Only a dream", ma con quest'ultimo
album, che in parte raccoglie precedenti demo, il gruppo supera
se stesso. I suoni sintetizzati rimandano al dark più intrigante
ed orecchiabile (nel senso migliore del termine) dei Frozen
Autumn, dei Wolfsheim, degli Xymox dei primi tempi, dei migliori
Cure, insomma di gruppi che fecero della new-wave la gothic-wave
che gli ultratrentenni come me ricordano con un effetto di cortocircuito
della memoria, che rimanda agli storici suoni di quel periodo.
Complici anche il ritorno a queste sonorità, penso che gli Infieri
potranno finalmente avere il successo che meritano ampiamente;
brani come "Silence" o My key", con i loro giri di synth e batterie
elettroniche, rimangono in mente a lungo. I lenti ed atmosferici
incedere di "Rain Cloud" e di "Victory flags" arricchiscono
un album già ampiamente appagante. Imperdibile. Info: www.myspace.com/infieri
(Anialf)
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IN
GOWAN RING
"The
twin trees" CD (Shayo)
Prosegue
l'attività dello statunitense B'eirth, che col suo main project
In Gowan Ring, alla sua seconda release completa, centra ancora
una volta l'obiettivo di creare un album sì neofolk, ma mediato
da contaminazioni mediorientali, come in "Stone Song III", ed
arrangiamenti di stampo fusion, come nella title track. La sperimentazione
utilizzata arriva poi alla dark ambient della stupenda "By Moss
Strand And Waterspathe", lunga suite che evita alla grande il
rischio di monotonia del genere, cosa che succede in altre formazioni
di questo tipo, non altrettanto valide del diversificare la
propria proposta sonora. In chiusura la delicata bonus track
"Still Water Bonne", per un altro album con cui l'etichetta
svizzera Shayo (le cui produzioni sono tutte da tenere d'occhio)
si propone dignitosamente sul mercato ‘alternativo’ europeo
(e non solo). (Anialf)
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INURE
"Subversive"
CD (Alfa Matrix/distr. Audioglobe)
Non
stiamo qui a parlare dei cloni dei cloni dei cloni dei cloni
e stop! Inutile dire: ah il solito progetto presuntuoso che
taglia e incolla dal passato. La musica è evoluzione, l'importante
è avere delle basi solide su cui poggiarsi ed evitare di cadere
in burroni farciti di banalità. Chi sono Inure? Adam Moore e
Robert Vogel, americani con un passato "tecnologico", utilissimo
per arrivare ad avere le stesse idee musicali. Il recupero dell'industrial
che fu, condito da un pop melodico, heavy beats e punchy beats,
cioè un mix di power sound (una elettronica stirata e allungata
quanto gli arti di una povera strega torturata in epoche medievali)
e bassone potente. Mettete questo disco in casa e le mura cominceranno
a muoversi con voi. Secondo disco che vede l'esordio del terzo
membro, un certo Sam P. di Imperative Reaction memoria (così
come il produttore Ted Phelps). Se pensate ai Funker Vogt, non
siete degli sbandati (o sbadati?) perché vi è un certo eco di
passaggio nel sound di Inure, però (e questo è a tutto vantaggio
degli americani) il sound ha una pulizia rispettabile sebbene
mantenga intatta la sporcizia industrial. Undici pezzi, una
hit dopo l'altra, e particolare da rilevare: una buona propensione
a saltellare tra dance pompata e territori retrò. Melodia, synth
d'atmosfera (vedi i vari vocal-echos e i ritornelli heavy) ed
un futuro sicuramente brillante. Welcome to the Inure project.
Una delle poche new-entry da segnare sul vostro taccuino, tra
i vari appuntamenti con le dark lady di turno. (Pinhead)
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ION
"Madre,
Protegenos" CD (Equilibrium Music/distr. Audioglobe)
Ecco
il debutto del nuovo progetto di Duncan Patterson, già conosciuto
per il suo passato con Anathema e Antimatter. Avvalendosi della
collaborazione della cantante russa Emily A. Saaen e di una
schiera di altri musicisti provenienti da Irlanda, Grecia, Messico
ed Italia, il nostro ha inciso un album che spazia fra folk,
ethereal e world music. Nonostante la presenza di diversi ospiti
e strumenti, in maggiore evidenza sono sempre il cantato di
Emily, la quale alterna portoghese e inglese, e la chitarra
acustica di Duncan. Le atmosfere emanate dalle nove tracce qui
presenti rimandano a quel mondo celtico ed arcaico che unisce,
e non solo idealmente, Penisola Iberica e Irlanda, con le onde
dell’Oceano Atlantico a far da sfondo e da ponte. Un’opera estremamente
raffinata, altamente evocativa, che inizialmente può sembrare
ostica o noiosa, ma che cattura gradualmente l’ascoltatore,
in un viaggio ideale nel tempo e nello spazio. (Fabio Degiorgi)
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IWR
"Ground Zero" 2CD (Black Rain/distr. Audioglobe)
Come già detto in precedenti recensioni, nell'elettronica moderna
ci sono molti (e troppi) cloni degli Hocico e anche dei Suicide
Commando. Gli IWR ad esempio lo sono di questi ultimi: la solita
voce distorta e musica abbastanza anonima. In qualche traccia
c'è una voce femminile ai cori per rendere il tutto più appetibile
all'ascolto, ma che in sostanza ha reso i brani più leggeri
e banali. Il secondo CD contiene solo versioni più truzze delle
originali presenti nel primo. Insomma, siamo di fronte ad un
disco inutile e mi chiedo perché se ne continuino a produrre
di simili. (Nikita)
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KATANGA
“Darkchild” CD (Rabazco Musikpromotion/ Distr. Masterpice)
Fin
dall’inizio del primo brano di questo CD si entra in atmosfere
permeate di mitologia, di arcano e di epico. L’intro è solo
una porta che si spalanca sul suono molto goth style del secondo
brano “Batflight”. Chitarre metallose, voce in Sisters of Mercy
mode e il gioco è fatto. Ecco cosa dicono di se al primo ascolto
i Katanga. Dal brano seguente entrano in pista un po’ di tastiere
e la tanto cara, ai goth-metallari, voce estrema che conferisce
un minimo di brio a pezzi come “Stand up”, che altrimenti farebbero
pressoché addormentare anche i più ben disposti verso questo
onesto, ma ahimè senza talento, combo teutonico. Uno dei limiti
che si palesa in modo chiaro ed assordante è la mancanza di
mano umana dietro il ritmo dei Katanga; infatti la inossidabile
e di altra estrazione drum machine, sostituisce il batterista.
L’esito, secondo il sottoscritto, è fin troppo scontato per
una band che vuole posizionarsi nell’universo vasto del goth-metal,
o anche solo del rock! Ogni tanto si presentano dei pezzi un
po’ più lenti o delle ballate che se fossero state fatte qualche
decennio fa e non fossero così monocordi, riuscirebbero a strappare
un minimo di emozione, ma così non è purtroppo. Mi piacerebbe
poter citare almeno una traccia degna di essere ascoltata, qualcosa
di un po’ originale o anche solo personale, ma il mix di Him,
Paradise Lost (con le debite proporzioni…) e approccio elettronico
che il gruppo propone, mi costringe senza nessuna possibilità
ma anche senza senso di colpa, a dire a tutti i lettori di indirizzare
verso altri lidi i loro soldi, o anche solo i loro ascolti.
(Scream)
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KLUTAE
"Hit'n'Run"
CD (Alfa Matrix/distr. Audioglobe)
Si
nota che amiamo Claus Larsen? Magari anche lui ci ama (ma io
amo le donne, quindi spero sia solo un amore musicale!) e ci
invita a recensirlo sempre di più, spingendo la nostra povera
mente verso deliri che solo lui sa spiegarci. Klutae è il side-project
di Claus fin dai primi 90's ed il sound, un mix di metal-industrial
con partiture elettroniche old-style, si avvicina al concetto
di musica aggressive scuola Ministry. Anche se i cultori del
genere potranno sentire i Fear Factory, Bile e Swamp Terrorists
in un'orgia di onnipotenza. Teatro di tale "scempio" sono quelle
death-valley americane ai confini del mondo, nascoste nei meandri
di paesini fantasma col saloon ammuffito ed un'aria apocalittica
che ricorda i set deserti dei film di Sergio Leone al termine
di una giornata di riprese (ma chi è mai stato ad un set di
Sergio Leone?). Claus sembra volare sopra quei "gomitoli" di
paglia che camminano con la spinta del vento, mentre la fisarmonica
detta il tempo. Ecco la colonna sonora ideale, "Dirty Bitch",
brano 2 di 14, apripista di un difficile ritorno del Klutae-sound
in tempi moderni. Se pezzi quali "We Are Sinners" ci ricordano
troppo Leather Strip, "Monkey Say-Monkey Do" è un techno-pop-metal-industrial
che spiazza positivamente chiunque! E se dico "Blue Monday"
che vi salta in testa? Ma certo! Omaggio alla Claus dei New
Order, farcito di beat martellante, non troppo pesante, un vocal
gracchiante ed il ritornello in salsa metal. "Please Don't Cry"
fluttua nell'aria tra metal-guitars ed un synth melodico agghiacciante,
figlio degno di un genio, per poi cavalcare e perdersi in una
ballad semi-romantica. Il tema politico è ricorrente anche nel
come-back di Claus, vedi "God Bless You", "No More Suffering",
Desert Storm 2006" e "Hey Didn't You Destroy Me", avvicinandosi
a Leather Strip per il contrasto sociale, sporcando il sound
di sabbia di guerra. (Pinhead)
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