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..................RECENSIONI DISCHI
................................................(Primavera 2007

ECHOES OF SILENCE
"s/t" CD (In The Night Time)

Non poteva non esordire su In The Night Time questo quartetto della capitale dedito ad un post-punk purissimo di Warsaw-iana discendenza, sebbene siano solo superficiali le affinità con la leggenda di Manchester nella sua fase embrionale, e maggiori le somiglianze con certi suoi discepoli degli anni ’90, come Ikon, Spiral Of Silence, o i nostrani Mystery Plays. Qui tutto è estremamente scarno, dalla grafica del booklet, parca di immagini ed informazioni, alla musica, costruita su una sezione ritmica quadratissima, sulla quale si appoggiano una chitarra davvero spoglia e quel tipico cantato greve che possiamo ritrovare nelle bands sopraccitate, come in altre ad esse vicine. Gli otto brani, quasi tutti piuttosto lenti e dall’andamento inesorabile, piaceranno sicuramente agli insaziabili onnivori di queste sonorità, che, datate per qualcuno, sono invece rimaste nel cuore di altri come un qualcosa di indistruttibile ed eterno. Essendo il primo, promuovo senz’altro l’album, mi auguro comunque che nel prossimo il gruppo esprima una maggior personalità ed una maggior ricchezza negli arrangiamenti, fattori che potrebbero portare gli E.O.S. ancora più in alto di dove già si trovano ora. (Fabio Degiorgi)

EDGE OF DAWN
“The Flight [Lux]” CD single (Dependent Rec./ Distr. Masterpice)

Il nuovo singolo del combo teutonico E.O.D., inizialmente nato come solo project di Mario Schumacher nel lontano 1998 e diventato duo con l’ingresso nel 2005 di Frank M. Spinath, ha solo due tracce, quella che dà il titolo al cd ed il suo remix. Dopo aver partecipato a numerose compilation di musica electro-EBM, finalmente Mario ha deciso di incidere qualcosa che sia tutto suo e del suo socio; infatti il cd singolo che abbiamo ascoltato è il promo dell’album, o meglio dell’EP omonimo. Le due tracce qua presenti sono un po’ pochino per riuscire a giudicare il lavoro degli E.O.D., anche se stiamo sempre parlando di suoni electro-EBM, danzerecci e con indole sincopata. Se i restanti brani dell’album si dovessero confermare all’altezza di questo singolo, sicuramente aver aspettato quasi un decennio per pubblicare un cd ha giovato molto ai suoni e all’esperienza degli E.O.D. (Scream)

L'EFFET C'EST MOI
"Tomber En Heros" CD (Forart)

Recente progetto marchigiano ad opera di Emanuele Buresta, si rifà nel suo moniker alla filosofia di Nietzsche, ed in particolare alle teorie sul rapporto tra classe governante al potere e sottostante massa di persone, che vive ed opera nel rispetto e nell'obbedienza delle regole dettate dai leaders. Le imponenti arie del disco, interamente strumentale, riportano alla memoria le cose più sinfoniche, neoclassiche e marziali di Les Joyaux de la Princesse o magari Wappenbund, senza mai sconfinare nel rumorismo industriale ma conservando costantemente un posto importante all'aspetto melodico. Le prime 5 tracce del disco ricordano l'apice e lo splendore dell'impero romano, le altre 5 l'eredità che di codesto impero coltivarono i regimi totalitari europei degli anni '30, fascismo in primo luogo. "Cadere da eroi": titolo azzeccato, per un'opera così magnificente e dalla grafica curata ed avvincente. Da avere senza indugio per i cultori delle sonorità sopra descritte, e ad opinione di chi scrive una vera ventata di aria fresca per un'area musicale ultimamente un po' asfittica. Info: www.myspace.com/ l'effetcestmoi (Oflorenz)

ERIC STARDUST
“Kalt Tanzen Nacht” CD single (Euterpe)

Graziano Corrado è un pazzo, ma in senso buono. Uno dei pochi italiani a sfidare il proprio paese nella costruzione di un mondo contro le tendenze. Se il suo nickname vi fa venire in mente un certo Ziggy Stardust non siete dei visionari, Corrado si è ispirato al grande David Bowie (ma solo nella scelta del moniker) spaziando su territori distanti dal glam. Un passato classico (al piano) e rock (coi Falsopiano) ed un presente electro dalla contaminazione facile. “Kalt Tanzen Nacht” e “Diva” sono i due brani contenuti in questo mini-cd quasi misterioso. Il tedesco come lingua dal taglio techno, il piano come melodia, tappeti sonori dalle particelle sfrenate, drumming galoppante, samples e chitarre spaziali. Questo il brano riportato nel titolo, poiché “Diva” è lontano anni luce dalla sperimentazione elettronica, è una ballad al piano dal sapore new-wave con un delicato battito programmato a scandire il tempo. (Pinhead)

EX-VOTO
"Doloroso" CD (Poor Alice Music)

Riecco questa longeva band originaria di Los Angeles, una fra le prime esponenti del death rock californiano, tanto che la conobbi proprio per quella splendida "Falling Apart" contenuta nella seminale compilation "American Gothic" del 1988. Trasferitisi nel 1992 a New Orleans, e con una discografia frammentata e discontinua, gli Ex-Voto presentano ora questa fatica, contenente 16 brani nuovi. Le basi elettroniche con cui iniziano tutte le tracce sono quasi perennemente sepolte da chitarre graffianti – e a volte un po’ scordate, il che dà un effetto lo-fi punk al tutto – in primissimo piano, e dalla bella voce di Larry Rainwater. Brani come "Alena", presente in due versioni non molto diverse, "I Could Have Been", "She Got It Big", "Her Evil Plan Pt II", e la più pacata "Unspoken Words", si rivelano delle buonissime american-gothic songs ed emergono sulle composizioni più scolastiche presenti nel cd. L’album è comunque piacevole nell’insieme: a parte una produzione un po’ scalcinata che non ci aspetterebbe da un gruppo in circolazione da circa 20 anni, penso che gli Ex-Voto abbiano ancora ragione di esistere e qualcosa da comunicare. (Fabio Degiorgi)


GOTH TOWN
"The Clouds" CDR (Ultravena Records)

Quando mi imbattei, un paio di anni fa, nel nome Goth Town, pensavo di trovarmi di fronte alla tipica, ennesima, gothic rock band alla Sisters Of Mercy e Fields Of The Nephilim. Invece l’ascolto di alcuni mp3 sul vecchio portale di Vitaminic mi aveva fatto scoprire un raffinato gruppo di dark-wave, giustamente ispirato ai classici nomi degli anni ’80, ma in grado di rivestire con una patina di stile le proprie composizioni. Tutte quelle premesse sono confermate dall’ascolto del primo full-length del progetto partenopeo: "The Clouds" è un disco autunnale, malinconico, dove le chitarre e le tastiere sono usate come morbide pennellate per ritrarre una giornata uggiosa, al pari della voce di Goth, polistrumentista e perno centrale del terzetto, attualmente composto anche dal chitarrista Bart e dalla bassista e seconda voce Monique. Ma i dieci brani del cd si avvalgono pure di parecchi collaboratori esterni, i quali contribuiscono alla varietà a alla ricchezza degli arrangiamenti; vi segnalo al riguardo il basso fretless e il violino nella strappalacrime "Under My Stone". Se continuate ad amare And Also And The Trees, Chamaleons, Sad Lovers & Giants, Smiths, e i Cure di "Seventeen Seconds" e "Faith", questo è l’album che fa per voi. Lo potete ordinare direttamente on-line tramite il sito: www.penombra.it/goth-town.htm (Fabio Degiorgi)

HEAVENOISE
“The Last Day bifore the Sun” CD (Autoprodotto)


CD d’esordio per questo trio di Busto Arsizio che ricalca decisamente gli alfieri Cure - in particolare del periodo “Disintegration” - come anche loro stessi sinceramente affermano, assieme a New Order, Placebo e Slowdive. Il suono è dolcissimo, etereo, a volte malinconico, le atmosfere catturano. Ma basta con le citazioni fin troppo chiare! Il tutto diventa davvero banale e penoso. “Disintegration” appartiene alla fine degli anni Ottanta!!! A meno che non si voglia diventare una cover band. E quello è un altro discorso. Contatti: www.heavenoise.com; www.myspace.com/heavenoise (Tanks)

HYPE
"Desperately yours" CD (Progress Production)

Ascoltando questo advanced degli Hype, due bei giovinetti ed una fanciulla dalla faccina pulita, mi sembra di tornare a metà degli anni 80, quando a scuola si faceva la guerra tra metallari e paninari. Che tempi… Il fattaccio è che il sottoscritto era per i primi, mentre questo dischetto degli svedesi, ahimé, avrebbe fatto la felicità dei maledetti PANOZZI, con le sue pulite sonorità splendidamente dance nella miglior tradizione di elementi quali Communards o magari OMD. Poco da aggiungere per il resto, i brani scorrono come acqua fresca, pronti per essere ballati dai super-nostalgici degli easy 80 che furono in una qualche revival-night cittadina, magari sfoggiando il proprio Moncler nei 35° del dancefloor… (Oflorenz)

JANARA
S/T CD promo (autoproduzione)

Il nuovo duo Janara nasce dalla mente di Davide Grimaldi (già polistrumentista e collaboratore nei Diathriba, Votiva Lux e nei Thelema), cui si associa la voce di Francesca de Filippis. I sei brani contenuti nel cd si possono catalogare nel buon vecchio gothic-rock, con accenni di Siouxsie negli arrangiamenti generali. Le chitarre sono sempre in primissimo piano, e sono la struttura portante del progetto, attorno alle quali viene sviluppato ogni brano. Molto bella l'intro del brano di apertura "Cradle of silence", con un pianoforte (presente qua e là anche in altri brani) che accenna una melodia ethereal, quasi subito sostituita poi dai riff di chitarre e basso. Tuttavia a mio parere i brani hanno un qualcosa che non li fa ricordare nella lunga distanza, e questo potrebbe essere un difetto non trascurabile. Nel corso del 2006 sono entrati a far parte del gruppo il bassista Damiano Pecile ed il batterista Davide Borghi (già con Grimaldi nei Diathriba): questo spero possa arricchire ed irrobustire, diversificandolo, il sound dei progetti futuri degli Janara. Info: janara@fastwebnet.it (Anialf)

I:SCINTILLA
“Havestar” CD-EP (Alfa Matrix)

La seducente voce di Brittany Bindrim guida questo quartetto proveniente dall’Illinois premiato come migliore new entry del 2006 dal magazine tedesco Orkus. Gli I:S riescono a creare un interessante industrial-goth sound che si eleva da possenti riff di chitarra intrecciati alle atmosfere modulari del synth. Non potranno non piacere agli appassionati di Evanescence, Curve, Theatre of Thragedy e NIN. Nel cd sono anche presenti mix ad opera di Combichrist, Diskonnekted, Neikka Rrp, Implant, Klutae. Un buon lavoro. (Tanks)

ICYDAWN
"A Matter of deathstyle PT. 1" CDR 3" (autoprodotto)

Progetto industrial all'attivo con altri quattro lavori, tutti in edizioni superlimitate, il quale ci propone ora questo CDR 3" con tiratura a 55 copie, in una confezione metallica che lo richiude a scrigno in modo che l'apertura sia molto problematica per chi tenti di ascoltarlo la prima volta. Anche noi apriamo la confezione con fatica, a scapito di tagliarci (ma qui sta la vera filosofia industrial), e finalmente riusciamo ad inserire nel nostro lettore il dischetto. La prima traccia, "Death while sleeping", è come la quiete prima della tempesta, con un soundscape oscuro in cui sono presenti campionamenti dal film horror "Tutti i colori del buio" di Sergio Martino. La tempesta divampa infatti con la seconda "Death by Disease #1: cancer", rumori allucinanti da terrorismo sonoro. Che finalmente termina con l'arrivo della terza traccia, "Death by overdose", la migliore presente sul mini, la quale riesce a trasmettere tutta la propria angoscia al tema il cui brano è dedicato. Info: icydawn@katamail.com (Nikita)

IMPLANT
“Audio Blender” CD (Alfa Matrix/
distr. Audioglobe)

Non c’è spazio per le interpretazioni. Questa musica si balla, si studia a fondo dentro quattro mura solo per carpire i segreti di una danza rituale energica ed esplosiva nella sua compostezza tecnica, lineare e pulita, a volte dura e sporca da scrollare di dosso con una semplice manata danzante. Ripeto, musica per la pista che rapisce anche stazionando impoltroniti sul letto della propria camera con tanto di stereo dai bassi decisi. Non c’è spazio ad interpretazioni perché questa musica va vissuta per la sua robotica staticità ed il suo incalzare mai forzato. Lezione tecnica ai tanti artistini della provincia electro-clash dettata anche dal carisma vocale di Anne Clark, Jean-Luc De Meyer (Front 242), Erica Dunham (Unter Null) e Jennifer Parkin (Ayria). Se la moda detta i tempi (e l’electro-clash è stato sepolto), sarà sempre il tempo giusto per far girare questo cd nel vostro lettore poiché è la dimostrazione lampante della maestria di un uomo giunto al suo settimo capitolo (Len Lemeire aka Implant), sempre in piedi sul piedistallo nell’arte della musica tecnologica. Ciò che tanti artisti anni ’80 avrebbero voluto fare e non sono riusciti a portare a termine a causa di una certa carenza in ambito strumentale, Len lo fa, ed apre lo scrigno delle sue capacità per confezionare un disco multifaccia nel suo pur globale accostamento al medesimo sound elettronico. Una techno mai fastidiosa, semmai un pizzicotto per risvegliare quel battito umano accelerato tanto caro alla nostra voglia di spostare l’aria con movimenti ripetitivi. Citazioni musicali kraftwerk-iane, bassoni alla Tiga, passi EBM soffici e duri per un disco che si pone tra il passato ed il futuro con rigore artistico privo di sbavature. Per perfezionisti. (Pinhead)

IMPLANT
"Fading Away" CD-EP (Alfa Matrix/distr. Audioglobe)

Unite l'electroclash di Anne Clarke, la techno dritta nel cervello di Len Lemeire, l'ex-drummer di La Fete Jan D'Hooghe (sicuramente a suo agio nel pumping che si respira dentro Implant) e il tocco geniale di Claus Larsen (Leather Strip): ecco lo splendido "Fading Away"! L'electro-touch di Anne Clarke tocca punte altissime di vocal-performance che sembravano essersi perse col Miss Kittin style. "Your World" è un brano malinconico (con quel synth al carillon), devastante (cassa dritta ed un basso che gioca a ping pong col groove estremizzato) e sexy (sarà per la voce di Anne?). Davvero un pezzo come non se ne sentivano da tempo, una modernissima new-vision di due generi (electroclash e techno) che avevano perso un po' di smalto (anche un certo Meka sta rivalutando questa miscela). E i remixer potrebbero mai mancare? Ecco la versione dance di "Fading Away" di Zombie Girl ed il solito toccante approccio sintetico di Cut.Rate.Box in "Murderous Thoughts" (da rimanere senza fiato), remixata anche da Negative Format. Ma la regina del disco è sempre lei, la nostra amata Anne sfodera un duetto senza precedenti con Claus Larsen in "Was It Always This Way?" e poi si fa manipolare dai Noisuf-X per la toccante piano-mix di "Your World", eccitante! Ecco un altro progetto in crescita in mezzo ad un mare di putrido fetore elettronico. (Pinhead)

INFIERI
"Stolen sky" CD (Autoproduzione)

Questo nuovo lavoro per gli Infieri, formazione italiana in pista da quasi dieci anni, si è staccato a fatica dal mio lettore cd, per molti e molti giorni. Un capolavoro nel genere dark-wave '80 style, non saprei come definirlo! Già mi avevano positivamente convinto con il loro primo demo "Only a dream", ma con quest'ultimo album, che in parte raccoglie precedenti demo, il gruppo supera se stesso. I suoni sintetizzati rimandano al dark più intrigante ed orecchiabile (nel senso migliore del termine) dei Frozen Autumn, dei Wolfsheim, degli Xymox dei primi tempi, dei migliori Cure, insomma di gruppi che fecero della new-wave la gothic-wave che gli ultratrentenni come me ricordano con un effetto di cortocircuito della memoria, che rimanda agli storici suoni di quel periodo. Complici anche il ritorno a queste sonorità, penso che gli Infieri potranno finalmente avere il successo che meritano ampiamente; brani come "Silence" o My key", con i loro giri di synth e batterie elettroniche, rimangono in mente a lungo. I lenti ed atmosferici incedere di "Rain Cloud" e di "Victory flags" arricchiscono un album già ampiamente appagante. Imperdibile. Info: www.myspace.com/infieri (Anialf)

IN GOWAN RING
"The twin trees" CD (Shayo)

Prosegue l'attività dello statunitense B'eirth, che col suo main project In Gowan Ring, alla sua seconda release completa, centra ancora una volta l'obiettivo di creare un album sì neofolk, ma mediato da contaminazioni mediorientali, come in "Stone Song III", ed arrangiamenti di stampo fusion, come nella title track. La sperimentazione utilizzata arriva poi alla dark ambient della stupenda "By Moss Strand And Waterspathe", lunga suite che evita alla grande il rischio di monotonia del genere, cosa che succede in altre formazioni di questo tipo, non altrettanto valide del diversificare la propria proposta sonora. In chiusura la delicata bonus track "Still Water Bonne", per un altro album con cui l'etichetta svizzera Shayo (le cui produzioni sono tutte da tenere d'occhio) si propone dignitosamente sul mercato ‘alternativo’ europeo (e non solo). (Anialf)

INURE
"Subversive" CD (Alfa Matrix/distr. Audioglobe)

Non stiamo qui a parlare dei cloni dei cloni dei cloni dei cloni e stop! Inutile dire: ah il solito progetto presuntuoso che taglia e incolla dal passato. La musica è evoluzione, l'importante è avere delle basi solide su cui poggiarsi ed evitare di cadere in burroni farciti di banalità. Chi sono Inure? Adam Moore e Robert Vogel, americani con un passato "tecnologico", utilissimo per arrivare ad avere le stesse idee musicali. Il recupero dell'industrial che fu, condito da un pop melodico, heavy beats e punchy beats, cioè un mix di power sound (una elettronica stirata e allungata quanto gli arti di una povera strega torturata in epoche medievali) e bassone potente. Mettete questo disco in casa e le mura cominceranno a muoversi con voi. Secondo disco che vede l'esordio del terzo membro, un certo Sam P. di Imperative Reaction memoria (così come il produttore Ted Phelps). Se pensate ai Funker Vogt, non siete degli sbandati (o sbadati?) perché vi è un certo eco di passaggio nel sound di Inure, però (e questo è a tutto vantaggio degli americani) il sound ha una pulizia rispettabile sebbene mantenga intatta la sporcizia industrial. Undici pezzi, una hit dopo l'altra, e particolare da rilevare: una buona propensione a saltellare tra dance pompata e territori retrò. Melodia, synth d'atmosfera (vedi i vari vocal-echos e i ritornelli heavy) ed un futuro sicuramente brillante. Welcome to the Inure project. Una delle poche new-entry da segnare sul vostro taccuino, tra i vari appuntamenti con le dark lady di turno. (Pinhead)

ION
"Madre, Protegenos" CD (Equilibrium Music/distr. Audioglobe)

Ecco il debutto del nuovo progetto di Duncan Patterson, già conosciuto per il suo passato con Anathema e Antimatter. Avvalendosi della collaborazione della cantante russa Emily A. Saaen e di una schiera di altri musicisti provenienti da Irlanda, Grecia, Messico ed Italia, il nostro ha inciso un album che spazia fra folk, ethereal e world music. Nonostante la presenza di diversi ospiti e strumenti, in maggiore evidenza sono sempre il cantato di Emily, la quale alterna portoghese e inglese, e la chitarra acustica di Duncan. Le atmosfere emanate dalle nove tracce qui presenti rimandano a quel mondo celtico ed arcaico che unisce, e non solo idealmente, Penisola Iberica e Irlanda, con le onde dell’Oceano Atlantico a far da sfondo e da ponte. Un’opera estremamente raffinata, altamente evocativa, che inizialmente può sembrare ostica o noiosa, ma che cattura gradualmente l’ascoltatore, in un viaggio ideale nel tempo e nello spazio. (Fabio Degiorgi)

IWR
"Ground Zero" 2CD (Black Rain/distr. Audioglobe)

Come già detto in precedenti recensioni, nell'elettronica moderna ci sono molti (e troppi) cloni degli Hocico e anche dei Suicide Commando. Gli IWR ad esempio lo sono di questi ultimi: la solita voce distorta e musica abbastanza anonima. In qualche traccia c'è una voce femminile ai cori per rendere il tutto più appetibile all'ascolto, ma che in sostanza ha reso i brani più leggeri e banali. Il secondo CD contiene solo versioni più truzze delle originali presenti nel primo. Insomma, siamo di fronte ad un disco inutile e mi chiedo perché se ne continuino a produrre di simili. (Nikita)

KATANGA
“Darkchild” CD (Rabazco Musikpromotion/ Distr. Masterpice)

Fin dall’inizio del primo brano di questo CD si entra in atmosfere permeate di mitologia, di arcano e di epico. L’intro è solo una porta che si spalanca sul suono molto goth style del secondo brano “Batflight”. Chitarre metallose, voce in Sisters of Mercy mode e il gioco è fatto. Ecco cosa dicono di se al primo ascolto i Katanga. Dal brano seguente entrano in pista un po’ di tastiere e la tanto cara, ai goth-metallari, voce estrema che conferisce un minimo di brio a pezzi come “Stand up”, che altrimenti farebbero pressoché addormentare anche i più ben disposti verso questo onesto, ma ahimè senza talento, combo teutonico. Uno dei limiti che si palesa in modo chiaro ed assordante è la mancanza di mano umana dietro il ritmo dei Katanga; infatti la inossidabile e di altra estrazione drum machine, sostituisce il batterista. L’esito, secondo il sottoscritto, è fin troppo scontato per una band che vuole posizionarsi nell’universo vasto del goth-metal, o anche solo del rock! Ogni tanto si presentano dei pezzi un po’ più lenti o delle ballate che se fossero state fatte qualche decennio fa e non fossero così monocordi, riuscirebbero a strappare un minimo di emozione, ma così non è purtroppo. Mi piacerebbe poter citare almeno una traccia degna di essere ascoltata, qualcosa di un po’ originale o anche solo personale, ma il mix di Him, Paradise Lost (con le debite proporzioni…) e approccio elettronico che il gruppo propone, mi costringe senza nessuna possibilità ma anche senza senso di colpa, a dire a tutti i lettori di indirizzare verso altri lidi i loro soldi, o anche solo i loro ascolti. (Scream)

KLUTAE
"Hit'n'Run" CD (Alfa Matrix/distr. Audioglobe)

Si nota che amiamo Claus Larsen? Magari anche lui ci ama (ma io amo le donne, quindi spero sia solo un amore musicale!) e ci invita a recensirlo sempre di più, spingendo la nostra povera mente verso deliri che solo lui sa spiegarci. Klutae è il side-project di Claus fin dai primi 90's ed il sound, un mix di metal-industrial con partiture elettroniche old-style, si avvicina al concetto di musica aggressive scuola Ministry. Anche se i cultori del genere potranno sentire i Fear Factory, Bile e Swamp Terrorists in un'orgia di onnipotenza. Teatro di tale "scempio" sono quelle death-valley americane ai confini del mondo, nascoste nei meandri di paesini fantasma col saloon ammuffito ed un'aria apocalittica che ricorda i set deserti dei film di Sergio Leone al termine di una giornata di riprese (ma chi è mai stato ad un set di Sergio Leone?). Claus sembra volare sopra quei "gomitoli" di paglia che camminano con la spinta del vento, mentre la fisarmonica detta il tempo. Ecco la colonna sonora ideale, "Dirty Bitch", brano 2 di 14, apripista di un difficile ritorno del Klutae-sound in tempi moderni. Se pezzi quali "We Are Sinners" ci ricordano troppo Leather Strip, "Monkey Say-Monkey Do" è un techno-pop-metal-industrial che spiazza positivamente chiunque! E se dico "Blue Monday" che vi salta in testa? Ma certo! Omaggio alla Claus dei New Order, farcito di beat martellante, non troppo pesante, un vocal gracchiante ed il ritornello in salsa metal. "Please Don't Cry" fluttua nell'aria tra metal-guitars ed un synth melodico agghiacciante, figlio degno di un genio, per poi cavalcare e perdersi in una ballad semi-romantica. Il tema politico è ricorrente anche nel come-back di Claus, vedi "God Bless You", "No More Suffering", Desert Storm 2006" e "Hey Didn't You Destroy Me", avvicinandosi a Leather Strip per il contrasto sociale, sporcando il sound di sabbia di guerra. (Pinhead)

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