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..................RECENSIONI DISCHI
................................................(Primavera 2007

LEAETHER STRIP
“Faetish” CD-EP (Alfa Matrix/distr. Audioglobe)

Ventotto uscite discografiche, la terza del 2006, edizione limitata al circuito dei dj’s con special-box annesso: cinque versioni di “Halloween” (cover della celebre colonna sonora firmata Carpenter). Ma non finisce qui, appiccicato al mini-cofanetto troviamo profilattici, cartoline e immagini dal contenuto fetish (ma guarda un po’!). Proliferare l’utilità di tale armamentario musical-fetish-voyeuristico significa bestemmiare contro la propria fertile pochezza mentale. Claus Larsen ha passato certamente dei brutti momenti nella sua vita, e l’intervista dell’ultimo numero di Rosa Selvaggia è lì a testimoniare, ma leccare i piedi (passatemi lo sfrontato immaginario degno del disco) a qualunque onda d’urto creata dalla sua mente è troppo. La sua valvola di sfogo (la musica) sta degenerando in uno scempio senza capo né coda. Manca l’anima, c’è solo un corpo martoriato sotto i colpi del beat martellante e del vocal distorto caro al progetto L.S. ed al suo pubblico affamato, carico di bava colante e pronto ad acclamare qualunque schifezza. E poi lo stupido giochetto del “sesso cattivello” da legare alla musica possiamo aspettarcelo dai giovincelli tutto harsh-EBM e tanto disgusto esistenziale, di certo non da un veterano giustamente acclamato per il passato e per il recente come-back (a patto di fermarsi dopo un disco e non zombiezzarsi come un Prince qualunque, non fa bene a nessuno). Nelle dieci tracce troviamo l’omaggio a Fad Gadget con “Frank Tovey Taught Me Things” e la cover di Marc Almond “Tears Run Rings”, forse gli unici episodi da salvare (bisogna fare cover per creare un buon brano!?!?). Dimenticavo la versione 2006 di “Adrenalin Rush” cioè come ridipingere un quadro del Leonardo e pensare di migliorarlo con risultati simili al “Codice Da Vinci”: da romanzo burlesco. (Pinhead)

LEAETHER STRIP
"Walking On Volcanos" CD-EP (Alfa Matrix/distr. Audioglobe)

Claus è tornato con un double-album, "After The Devastation", ed ora, invece di uscirsene con il classico singolino, ha pensato bene di fare un EP di 60 minuti con 7 brani inediti e 2 club-remixes di brani già presenti nell'ultimo disco! È unpazzo. Soprattutto se pensiamo alla qualità dei suoi prodotti. Una voglia di riesplodere nelle charts di tutto il mondo, di rinvigorire la passione dei vecchi fans e di comunicare con testi impegnati (politici e personali). "Walking On Volcanos" per sentirsi bruciare dentro e fuori e capire il mondo che ci circonda. "What If" e "Dying Is Easy Life Is Harder" vengono rilette in chiave quasi mistica, un'elettronica raffinata la prima, beats da club nella seconda. La perfezione assume le sembianze di Claus, inutile cadere nel retorico, il suo è un ritorno in grande stile da gustare ed ascoltare tutto d'un fiato! Immancabile il titolone provocatorio di "Auschwitz To Guantanamo?", del resto è lui stesso ad aver ammesso di essere un provocatore fin da quando si è reso conto di essere gay. Saper di sconvolgere la persona che ti sta accanto, gay o non gay, con le tue idee ed i tuoi modi di vivere la vita è una forma di pura arte della provocazione, fatta di sana libertà espressiva. Onore al danese dal cuore di calda elettronica. (Pinhead)

LETATLIN
"La sepoltura delle farfalle" CD (Ark Rec./distr. Masterpiece)

Sarebbe stato certo un crimine se nessuna etichetta si fosse fatta avanti per pubblicare un album ufficiale di questo terzetto romano, da me già elogiato in passato per due ottimi demo. In "La sepoltura…" ritroviamo oltretutto qualcuna delle tracce di quei cdr, mentre la maggior parte del materiale è totalmente nuovo ed inedito, e comunque tutti i quattordici brani presenti sono caratterizzati da un denominatore comune, una vena crepuscolare che definisce una nuova forma di dark-wave a tratti sperimentale, condita da qualche raro sprazzo elettronico e da rimandi ai Sonic Youth meno rumorosi. La drum machine si annulla quasi per lasciar parlare soprattutto le chitarre, sempre ben intrecciate, e la voce, sussurrata e narratrice di testi ermetici e stranianti che rappresentano un segno di riconoscimento del gruppo. Ad eccezione di qualche episodio particolarmente in tensione, vedi "Naissance du Robot", l’album scorre come un flusso continuo ed inseparabile, pur nella sua varietà stilistica, per cui non ha senso citare questo o quel brano migliore. È sempre più difficile ormai essere originali, a volte non è nemmeno indispensabile esserlo a tutti i costi, i Letatlin certamente lo sono, e solo per questo non possono passare inosservati. (Fabio Degiorgi)

LETUM
"Broken" CD (Cold Meat Industry/distr. Audioglobe)

Secondo album per la creatura di Mattias Henrikksons, a cinque anni di distanza dal debutto "The Entrance to Salvation". Fin dalle prime note si resta catturati dalle atmosfere contrastanti dell’opera, dove convivono dark ambient, industrial noise, e accenni folk/marziali, che nel complesso esprimono un senso come di trionfale decadenza. Pur essendo un po’ troppo uniforme e ripetitivo per quasi tutti i suoi 55 minuti di durata, il lavoro è comunque più che meritevole e vivamente consigliato ai cultori del genere. (Fabio Degiorgi)

LONSAI MAIKOV vs DISSONANT ELEPHANT
“Thee Darkening Ov Powers” CD (Old Europa Cafe)

“Un'esposizione del lato oscuro di un viaggio spirituale per il mondo. Una sorta di viaggio sciamanico...”. Questo il modo con cui Lonsai Maikov presenta tale lavoro il cui titolo rimanda a certe passioni di scuola “T.O.P.Y.”, condiviso per l'occasione con Dissonant Elephant per un totale di 10 tracce ambient-folk dal mood piuttosto originale nell'ambito delle produzioni OEC; accantoniamo infatti per un momento i grigiori industriali di ruvida carta-vetro che hanno reso la label pordenonese un nome tanto glorioso nella “grey area”, per tuffarci in un soave e piacevole viaggio sonico in atmosfere soffuse, dove chitarra acustica, pianoforte e flauto giocano un ruolo di primo piano, ed il caldo cantato maschile risulta spesso appena accennato, talvolta recitato. L'elettronica fa capolino qua e là (soprattutto nella seconda parte, ad opera di Dissonant Elephant), ma sempre in punta di piedi, senza mai strafare. Personalmente ho gradito maggiormente la parte di DE, con brani quali “Obscuration of the divine” a lasciare il segno in maniera particolare. Una produzione che a tratti può ricordare alcune belle cose dell'americana Suilven Recordings, da ascoltare in momenti di abbandono e profonda pace interiore. (Oflorenz)

MEDUSA’S SPELL
"Mercurial Behaviour" CD (Cold Meat Industry/distr. Audioglobe)

Dopo essere rimasto letteralmente rapito qualche anno fa dai sardi Chirleison, già intervistati e recensiti su RS prima ancora della pubblicazione dell’ottimo cd per la Fossil Dungeon, non potevo certo rifiutare l’ascolto di questo side-project formato dal chitarrista Daniele Serra, qui anche alla voce, e dalla tastierista Mara Lasi, i quali approdano direttamente ad una label che per molti artisti (o presunti tali) in cerca di una distribuzione rappresenta un sogno irraggiungibile. Registrato dall’arcinoto Simon Balestrazzi (TAC, Kirlian Camera), l’album ricorda solo per alcuni aspetti il progetto madre, dato che punta su una dimensione maggiormente intimista e meno solenne, pur mantenendo forti componenti ethereal, neomedievaleggianti e folk. Il recitato di Daniele si adagia timidamente sugli arpeggi della sei corde, protagonista in buona parte delle tracce, ma non mancano suoni orchestrali, pianoforte, percussioni e misteriosi rumori di sottofondo. È un lavoro carico di malinconia e tristezza, i cui brani rappresentano "le visioni e i pensieri confusi di un assassino", eppure non c’è nulla in queste delicate note della necrofilia tipica di un certo industrial, comprese anche alcune produzioni della stessa CMI, semmai "Mercurial Behaviour" può evocare i personaggi maledetti di Villon, o della letteratura romantica e decadente del XIX secolo, che voi tutti conoscerete. (Fabio Degiorgi)

MENTALLO & THE FIXER
"Commandments For The Molecular Age" CD-EP (Alfa Matrix/distr. Audioglobe)

Che fastidio! Avete presente i brividi per tutto il corpo di una post-strisciata del gesso sulla lavagna? Suona così il texano Gary Dassing, molecole dallo stridio metallico, farneticanti e volutamente confusionarie. Dopo quattro anni di silenzio, la macchina ibrida è arrugginita e non serve oliarla perché è il sound sporco e grezzo il vero risultato fortemente voluto da Gary. I cinque brani contenuti in questo EP, anticipatore del nuovo album "Enlightenment Through A Chemical Catalyst", sono un lavoro di destrutturazione mentale e fisica, concepito per alterare gli stati di coscienza dell'ascoltatore. Anche distrattamente si possono sentire le mastodontiche pressioni industriali che emanano odore di miniera e di liquidi sulfurei. Caratteristica del disco è il "cutting sequencer" ed il "cut & paste" proprio del sample casuale e distorto, unito ad arrangiamenti synth incastrati nel profondo di sabbie mobili dal ciuffo ribelle. Beats pompati in un universo metafisico. La traccia "My Fondest Drug Realted Memory (Chimora Mix)" fonde la melodia classica di Moroder alla follia di J. M. Jarre schiacciato da una catena di montaggio, la colonna sonora di un viaggio nello spazio carico di ansia. I samples vocali aleggiano su tutti i brani inscenando fantasiosi scenari apocalittici ed orgasmi demoniaci. Quasi un'ora di lampi sul deserto dei Tartari per un EP dal sapore troppo intimista e poco propenso a dialogare col prossimo. (Pinhead)

MENTALLO & THE FIXER
“Enlightenment Through A Chemical Catalyst” CD (Alfa Matrix/
distr. Audioglobe)

Eccolo, un altro ritorno confezionato per le vendite di casa Alfa Matrix. Dopo Leaether Strip è la volta di Mentallo & The Fixer aka Gary Dassing, il fratellino irriducibile di casa Dassing (Dwayne ha lasciato il progetto alla fine del secolo scorso), eternamente legato ai samples acidi e industriali, ora ai limiti della sopportabilità e della sensibilità umana. Questo come-back non puzza di business, al contrario di tanti altri redivivi reduci degli 80’s. Gary è un chirurgo in pensione, uno di quelli capaci di operare ad occhi chiusi tra sintetizzatori, marchingegni vintage, tecnologia sfrenata e ai limiti dell’assurdo. Prosegue il suo cammino senza guardare in faccia a nessuno, si sente libero di sfogare le sue ansia nelle più intricate trame sonore dai risvolti ossessivi e fastidiosi (nel vero senso della parola!). Ma questa è arte? Di certo è sperimentazione al di là dello sperimentato. Gary è un maestro nell’arte del cutting beats, ritaglia di qua e di la e cuce come un sarto d’altri tempi, il risultato è sempre un collage acido, ferroso dal sapore industriale e dall’odore putrido di nuova tecnologia, o meglio di un presente dall’alito pesante (una specie di baraccopoli moderna con tanto di fogne a pochi metri dal finto benessere). “Once Upon A Time” dice il primo brano, ed è tutto un programma. Incisiva reincarnazione del Mentallo & The Fixer pensiero. (Pinhead)

MISSTRIP
"Sibylline" CD (Prikosnovenie/distr. Audioglobe)

L'etichetta francese, se in passato era dedita alla musica eterea, negli ultimi due anni ha prodotto molte bands trip-hop e world-music. Qui veniamo ancora spiazzati da questa new entry nella sua scuderia: atmosfere molto rock con sfumature trip-hop ed intrecci elettronici che li avvicinano ad artisti come Bjiok e Massive Attack. I Misstrip, nati nel 2001, hanno prima debuttato con un mini autoprodotto nel 2004, prima di essere scoperti dalla label francese. (Nikita)

MONOLITH
"Talisman" CD (Alfa Matrix/distr. Audioglobe)

Se i vostri amici vi abbandonano nel bel mezzo della strada, mentre voi siete indecisi se seguirli dentro il solito locale di tribal-house, o isolarvi in uno scantinato col vicino occhialuto che gioca a Monopoli e ascolta tribal-industrial, non esitate! Fate gli asociali e compratevi questo disco che non potrete udire in nessun locale a voi conosciuto. Perché Monolith aka Eric van Wonterghem (ex-Klinik e membro attivo di Insekt & Sonar) non è il classico uomo nero dal beat facilotto che cavalca l'ondata EBM, bensì il prototipo di un umano infetto da harsh-industrial cronica. E siamo già al sesto album, lo smoking ha qualche piega ma luccica che è una meraviglia, la potenza degli esordi è qui riconfermata, la sfacciataggine rivive e la negazione dell'appartenenza a forme di vita finto-harsh pone Eric su un piedistallo difficile da rimuovere. Tribal-industrial-techno sviscerata e gettata sul piatto della realtà deforme. Non troverete l'impronta fossilizzata da riesumare e nemmeno la vernice fresca su di un vecchio cancello arrugginito, Monolith è una creatura sempre ben in vista, senza macchie e soprattutto armata di tenaglie sempre in funzione. La title-track ci sbatte faccia a terra sopra tappeti dal bassline elettrico, denso e cavernoso costruito alla base di un vocal orientale. A cui fa seguito "Al Ahali (Club Mix)", trasposizione per dancefloor di una simil "recita religiosa". Altro pezzo organico da evidenziare è la tribal-evolution di "Shadow", inafferrabile e pulsante quanto la terra sopra un tombino dalla vita breve. Da far ascoltare ai fashion-friends per inorridirli del tutto e lasciarli nella loro bambagia. Meglio un sound per pochi, la salvaguardia della musica passa per l'odio verso il business che sta intasando il mercato harsh-EBM. Occhi bene aperti! (Pinhead)

MORPHEUS
"Rebis" (Mp3 free release)

Dello spagnolo Fernando Machado, in arte Morpheus, ricordo l’ultimo album realizzato pochi anni or sono per i tipi di Old Europa Cafe, "Babylon". Mi colpì quel disco, e se non ricordo male venne accolto discretamente bene dalla critica di settore, forte com’era, fra l’altro, delle collaborazioni dell’Ataraxia Francesco Banchini e dei teutonici Pilori. Per questo nuovo capitolo, Fernando ha scelto invece la filosofia freeware, rendendo "Rebis" disponibile sul sito ufficiale della Chaospiral, ma nello stesso tempo curando in maniera impeccabile il prodotto: se cliccate alla voce Rebis deck, trovate infatti le immagini dei 23 (per gli adepti del TOPY questo numero ricorderà qualcosa…) specialissimi fetish-tarocchi di fondamentale accompagnamento alle tematiche del disco. Si tratta di 23 foto in bianco e nero scattate dall’autore alla vecchia maniera, macchina tradizionale, pellicola e camera oscura, tutto fatto in casa e rigorosamente old style! Le coordinate sonore delle 23 (e rieccoci!) tracce, ma in realtà vedrete che sono 11 + 1, si muovono fra le migliori produzioni dark ambient/industrial del genere, spaziando fra le creature malefiche di John Zewizz (i mitici Sleep Chamber ma anche Women of the SS) e la imbattibile inventiva italiana di progetti quali Nenia o Macelleria Mobile: in poche parole quando devianza e rumore divengono arte sopraffina! Presente tra l’altro la cover della mitica "Venus in Furs" di velvetiana memoria, celata sotto il titolo di "Venus in veils", e lo ammetto… quasi non me ne accorgevo ad un primo ascolto!

Lunga vita al Ritual Sex magick, lunga vita alla Spagna ed al suo figlio Morpheus. Scaricatevi disco e foto su: http://www.chaospiral-studios.net/Morpheus/rebis_en.html (Oflorenz)

NARSILION
"Arcadia" CD (Caustic rec.)

Che incanto! Che prodigio! Sembra proprio nato da una favola il nuovo full-length della formazione spagnola che sprigiona una via di mezzo fra etereo e neomedievale, nello stesso stile di gruppi ben più famosi quali ad esempio i Weltenbrand, i Die Verbannten Fils Eva, i Dargaard, i nostri Ataraxia, insomma vi ho reso l'idea di come si muove il terzetto. La splendida copertina è un digipak in formato dvd, con un libretto che illustra e riporta tutti i testi delle ottime composizioni, alcune delle quali cantate in spagnolo, altre in francese ed altre in inglese. Il soprano di Lady Nott è perfettamente a suo agio nelle trame suadenti dei brani; non posso dire altrettanto della voce maschile, che nei passaggi in cui si fa più decisa stona un po' con la delicatezza estrema della musica creata dagli altri strumenti. Il flauto di Dark Wind è esattamente come il nome di chi lo suona: un vento dolce che trasporta in terre sognanti, mentre cesella il tutto il polistrumentista Sathorys che, oltre alle tastiere, suona la chitarra classica e le percussioni, epiche e trascinanti. Un viaggio, sicuramente, arricchito da forti arrangiamenti celtici simil-Enya, viaggio che accompagnerebbe volentieri i protagonisti del Signore degli Anelli, per cui i brani sembrano proprio la colonna sonora ideale, così maestosi e così malinconici assieme. I degni discepoli dei Dark Sanctuary, che però rimangono ancora i Signori del genere. Info: www.narsilion.com (Anialf)

NOYCE
"Coma" CD (Fucile art Tribe/distr. Audioglobe)

In questo bel digipak si cela un buon album electro-dark, che mischia atmosfere oscure alla Diary Of Dreams, a quelle più elettroniche care ai Covenant. Le tracce sono state create fra il 2000 e il 2006, e nella loro lunga ricerca di struttura dei brani i Noyce sono riusciti a ricamare delle belle atmosfere. Tra i brani che vengono più alla luce all'ascolto merita attenzione soprattutto "Sleepwalker", che vedrei ben programmato nei dancefloor oscuri. (Nikita)

Ô PARADIS
"Las nubes que mueren" 2CD (Punch rec.)

Non c'è due senza tre, nell'arco di due anni sono usciti per la nostrana Punch rec. ben 3 CD di Ô Paradis, i primi due già recensiti qui: "La Boca del Infierno" e "Destello De Estrellas En La Frente", quest'ultimo in collaborazione con Novy Svet. Qui ci troviamo davanti addirittura ad un doppio CD digipak: il primo contiene delle canzoni inedite del passato, e forse è il migliore dei due dischetti; ed il secondo presenta alcuni vecchi brani rimasterizzati del primo periodo dell'artista. Nonostante la mole di brani raccolti, ben 32, l'atmosfera creata è piacevole e per nulla pesante. Tra i CD si sente il cammino che l'artista portoghese ha percorso in questi anni. Un lungo e particolare viaggio sonoro, una musica non facile con il cantato/recitato in lingua madre. Ma certamente con il merito di non assomigliare a nessun altro se non a se stesso. Tra i brani che mi hanno colpito di più, il delicato ed etereo "The bubbles of the fishes", al cui cantato/recitato troviamo Cheryl Eugenia, "Happiness", che porta l'ascoltatore in tempi più romantici e meno claustrofobici dei nostri giorni, e "El Corazon abrigado", con il proprio incedere militar-industrial-folk. (Nikita)

ORDO ROSARIUS EQUILIBRIO
"Apocalips" CD (Cold Meat Industry/distr. Auduiglobe)

Dopo averci ammaliato con gli ultimi due CD, compreso lo split insieme a Spiritual Front, ritorna il progetto di Tomas Petterson con questo nuovo album dal bel booklet di ben 32 pagine ed un’ora di musica. Certo, lo stile degli O.R.E. è molto particolare, ma gli ingredienti di questo nuovo CD sanno di già sentito nei precedenti lavori, e questo spiace molto. Purtroppo la loro musica, per quanto affascinante sia, è diventata sterile, e finisce col donare più nulla. Non mi resta che riascoltarmi "Cocktails, Carnage, Crucifixion And Pornography", forse il loro album migliore. (Nikita)

PLASTIC NOISE EXPERIENCE
"Dead Or Alive" CD (Alfa Matrix/distr. Audioglobe)

In epoca di come-back non poteva mancare P.N.E., progetto capitanato da Claus Kruse in odor di naftalina se non fosse per la rinnovata vena dancefloor del Claus stesso e di un sound rimesso a nuovo per la new-generation. Non è cosa facile raddrizzare lo scheletro ad una intera hit-discografia andata perduta nel tempo, nei gloriosi 90's, ma il riadattamento funziona e lo spirito melodic-aggressive rivive nel nuovo millennio con un velo di malinconia. Il beat messo lì a caso, la distorsione dei vecchi aggeggi, tutto questo non è stato recuperato ma semmai perfezionato con la tecnologia moderna. Le "Kill The 6", "Gold", "In XTC", "Reduction", "Dream Destructur" suonano tutte allo stesso modo sebbene l'EBM old-school si sappia distinguere da qualunque amenità della scena attuale. Anche il Jimmy Somerville di Bronski Beat fa capolino nel bestiame tornato dal letargo con la extreme-cover di "Smalltown Boy", tempestosa ma fin troppo veloce! Le performance live di "Monoton Synchron", "Memory Flow" e "Moving Hands" sono sicuramente la parte migliore del CD anche se il sound è povero e basso (era meglio ripulire anche il live!). Non mancano ovviamente i soliti remix che allungano il minutaggio senza migliorare il risultato. Un buon recupero per i nuovi cultori del genere, da evitare per i vecchietti (eheh). (Pinhead)

PRIDE AND FALL
"Border" CD-Single (Dependent/Metropolis/distr. Masterpiece)

Una delle più recenti realtà future-pop norvegesi, ha appena oltrepassato lo scoglio del secondo album, ostacolo quanto mai arduo da abbattere, soprattutto nel campo dance. A tutti gli effetti i Pride And Fall sono catalogabili tra le "new best things" del panorama electro on the dancefloor ed il loro esordio (Nephesh, 2003), intriso di sonorità pulite, mai spigolose e dolcificate da quel sapore mieloso del future-pop, aveva fatto ben sperare gli amanti della "nuova" elettronica. La differenza sostanziale tra il nuovo movimento electro del 2000 (dall'electroclash al synthpop, dalla techno al gothic-rock con influenze sintetiche) ed i vecchi suoni analogici dell'epoca 80's sta tutta nella strumentazione. Sono tante le band e gli artisti che ritornando dall'oltretomba in cui erano stati sepolti, finita l'ondata della wave 80's, preferiscono riproporre i vecchi brani con quel suono primordiale che li aveva resi celebri, seppur facendo uso della nuova tecnologia ma senza strafare. Dall'altra sponda vi sono le nuove generazioni, ispirate al decennio creativo, fanatiche di sperimentare e manipolare i loro nuovissimi synth, col rischio di apparire ultramoderni ma senza anima. I Pride And Fall mescolano con sapienza le due componenti e nel singolo "Border" (Elements Of Silence, 2006; disponibile solo in download digitale con vari remix: Dj Ram, Edge Of Down, Virtual Embrace e le solite Album e Club Version) la potenza del sound è palesemente espressa in chiave techno, nella sua concezione più dance: groove pompato. Musica per dark? La solita etichetta ignorante. Il vocalist Sigve Monsen si contraddistingue per un grande feeling ritmico, voce leggermente sporca, accattivante ed energica quanto basta per far ballare chiunque abbia in testa quella sana follia del danzatore notturno. Con "Border" ci si diverte senza pensare troppo all'aspetto tecnico, un pezzo buono per tutte le stagioni. (Pinhead)

PUNISH YOURSELF
"4 titles" CD EP (Geisha Machine)

Ritorna la band electro-industrial francese con questo mini che anticipa l'uscita del nuovo CD studio che include anche un DVD di ben due ore dal vivo. Già i P.Y. mi avevano colpito in precedenza, ed ora non fanno che confermarmi quanto siano una band che tutti gli amanti del genere dovrebbero ascoltare. Tre le tracce che faranno parte dell'annunciato album, più una bonus track di "Worms" in versione live. In "Voodoo virus" troviamo la partecipazione di JL De Meyer (Front 242). Speriamo di poter ascoltare l'intero lavoro presto, ed intanto, aspettando magari di vederli dal vivo in terra italica, gustiamo queste quattro tracce. (Nikita)

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