|
..................RECENSIONI
DISCHI
................................................(Primavera
2007
|
|
LEAETHER
STRIP
“Faetish” CD-EP (Alfa Matrix/distr. Audioglobe)
Ventotto uscite discografiche, la terza del 2006, edizione limitata
al circuito dei dj’s con special-box annesso: cinque versioni
di “Halloween” (cover della celebre colonna sonora firmata Carpenter).
Ma non finisce qui, appiccicato al mini-cofanetto troviamo profilattici,
cartoline e immagini dal contenuto fetish (ma guarda un po’!).
Proliferare l’utilità di tale armamentario musical-fetish-voyeuristico
significa bestemmiare contro la propria fertile pochezza mentale.
Claus Larsen ha passato certamente dei brutti momenti nella
sua vita, e l’intervista dell’ultimo numero di Rosa Selvaggia
è lì a testimoniare, ma leccare i piedi (passatemi lo sfrontato
immaginario degno del disco) a qualunque onda d’urto creata
dalla sua mente è troppo. La sua valvola di sfogo (la musica)
sta degenerando in uno scempio senza capo né coda. Manca l’anima,
c’è solo un corpo martoriato sotto i colpi del beat martellante
e del vocal distorto caro al progetto L.S. ed al suo pubblico
affamato, carico di bava colante e pronto ad acclamare qualunque
schifezza. E poi lo stupido giochetto del “sesso cattivello”
da legare alla musica possiamo aspettarcelo dai giovincelli
tutto harsh-EBM e tanto disgusto esistenziale, di certo non
da un veterano giustamente acclamato per il passato e per il
recente come-back (a patto di fermarsi dopo un disco e non zombiezzarsi
come un Prince qualunque, non fa bene a nessuno). Nelle dieci
tracce troviamo l’omaggio a Fad Gadget con “Frank Tovey Taught
Me Things” e la cover di Marc Almond “Tears Run Rings”, forse
gli unici episodi da salvare (bisogna fare cover per creare
un buon brano!?!?). Dimenticavo la versione 2006 di “Adrenalin
Rush” cioè come ridipingere un quadro del Leonardo e pensare
di migliorarlo con risultati simili al “Codice Da Vinci”: da
romanzo burlesco. (Pinhead)
|
|
LEAETHER
STRIP
"Walking
On Volcanos" CD-EP (Alfa Matrix/distr. Audioglobe)
Claus
è tornato con un double-album, "After The Devastation", ed ora,
invece di uscirsene con il classico singolino, ha pensato bene
di fare un EP di 60 minuti con 7 brani inediti e 2 club-remixes
di brani già presenti nell'ultimo disco! È unpazzo. Soprattutto
se pensiamo alla qualità dei suoi prodotti. Una voglia di riesplodere
nelle charts di tutto il mondo, di rinvigorire la passione dei
vecchi fans e di comunicare con testi impegnati (politici e
personali). "Walking On Volcanos" per sentirsi bruciare dentro
e fuori e capire il mondo che ci circonda. "What If" e "Dying
Is Easy Life Is Harder" vengono rilette in chiave quasi mistica,
un'elettronica raffinata la prima, beats da club nella seconda.
La perfezione assume le sembianze di Claus, inutile cadere nel
retorico, il suo è un ritorno in grande stile da gustare ed
ascoltare tutto d'un fiato! Immancabile il titolone provocatorio
di "Auschwitz To Guantanamo?", del resto è lui stesso ad aver
ammesso di essere un provocatore fin da quando si è reso conto
di essere gay. Saper di sconvolgere la persona che ti sta accanto,
gay o non gay, con le tue idee ed i tuoi modi di vivere la vita
è una forma di pura arte della provocazione, fatta di sana libertà
espressiva. Onore al danese dal cuore di calda elettronica.
(Pinhead)
|
|
LETATLIN
"La sepoltura delle farfalle" CD (Ark Rec./distr. Masterpiece)
Sarebbe
stato certo un crimine se nessuna etichetta si fosse fatta avanti
per pubblicare un album ufficiale di questo terzetto romano,
da me già elogiato in passato per due ottimi demo. In "La sepoltura…"
ritroviamo oltretutto qualcuna delle tracce di quei cdr, mentre
la maggior parte del materiale è totalmente nuovo ed inedito,
e comunque tutti i quattordici brani presenti sono caratterizzati
da un denominatore comune, una vena crepuscolare che definisce
una nuova forma di dark-wave a tratti sperimentale, condita
da qualche raro sprazzo elettronico e da rimandi ai Sonic Youth
meno rumorosi. La drum machine si annulla quasi per lasciar
parlare soprattutto le chitarre, sempre ben intrecciate, e la
voce, sussurrata e narratrice di testi ermetici e stranianti
che rappresentano un segno di riconoscimento del gruppo. Ad
eccezione di qualche episodio particolarmente in tensione, vedi
"Naissance du Robot", l’album scorre come un flusso continuo
ed inseparabile, pur nella sua varietà stilistica, per cui non
ha senso citare questo o quel brano migliore. È sempre più difficile
ormai essere originali, a volte non è nemmeno indispensabile
esserlo a tutti i costi, i Letatlin certamente lo sono, e solo
per questo non possono passare inosservati. (Fabio Degiorgi)
|
|
LETUM
"Broken"
CD (Cold Meat Industry/distr. Audioglobe)
Secondo
album per la creatura di Mattias Henrikksons, a cinque anni
di distanza dal debutto "The Entrance to Salvation". Fin dalle
prime note si resta catturati dalle atmosfere contrastanti dell’opera,
dove convivono dark ambient, industrial noise, e accenni folk/marziali,
che nel complesso esprimono un senso come di trionfale decadenza.
Pur essendo un po’ troppo uniforme e ripetitivo per quasi tutti
i suoi 55 minuti di durata, il lavoro è comunque più che meritevole
e vivamente consigliato ai cultori del genere. (Fabio Degiorgi)
|
|
LONSAI
MAIKOV vs DISSONANT ELEPHANT
“Thee Darkening Ov Powers” CD (Old Europa Cafe)
“Un'esposizione
del lato oscuro di un viaggio spirituale per il mondo. Una sorta
di viaggio sciamanico...”. Questo il modo con cui Lonsai Maikov
presenta tale lavoro il cui titolo rimanda a certe passioni
di scuola “T.O.P.Y.”, condiviso per l'occasione con Dissonant
Elephant per un totale di 10 tracce ambient-folk dal mood piuttosto
originale nell'ambito delle produzioni OEC; accantoniamo infatti
per un momento i grigiori industriali di ruvida carta-vetro
che hanno reso la label pordenonese un nome tanto glorioso nella
“grey area”, per tuffarci in un soave e piacevole viaggio sonico
in atmosfere soffuse, dove chitarra acustica, pianoforte e flauto
giocano un ruolo di primo piano, ed il caldo cantato maschile
risulta spesso appena accennato, talvolta recitato. L'elettronica
fa capolino qua e là (soprattutto nella seconda parte, ad opera
di Dissonant Elephant), ma sempre in punta di piedi, senza mai
strafare. Personalmente ho gradito maggiormente la parte di
DE, con brani quali “Obscuration of the divine” a lasciare il
segno in maniera particolare. Una produzione che a tratti può
ricordare alcune belle cose dell'americana Suilven Recordings,
da ascoltare in momenti di abbandono e profonda pace interiore.
(Oflorenz)
|
|
MEDUSA’S
SPELL
"Mercurial Behaviour" CD (Cold Meat Industry/distr. Audioglobe)
Dopo
essere rimasto letteralmente rapito qualche anno fa dai sardi
Chirleison, già intervistati e recensiti su RS prima ancora
della pubblicazione dell’ottimo cd per la Fossil Dungeon, non
potevo certo rifiutare l’ascolto di questo side-project formato
dal chitarrista Daniele Serra, qui anche alla voce, e dalla
tastierista Mara Lasi, i quali approdano direttamente ad una
label che per molti artisti (o presunti tali) in cerca di una
distribuzione rappresenta un sogno irraggiungibile. Registrato
dall’arcinoto Simon Balestrazzi (TAC, Kirlian Camera), l’album
ricorda solo per alcuni aspetti il progetto madre, dato che
punta su una dimensione maggiormente intimista e meno solenne,
pur mantenendo forti componenti ethereal, neomedievaleggianti
e folk. Il recitato di Daniele si adagia timidamente sugli arpeggi
della sei corde, protagonista in buona parte delle tracce, ma
non mancano suoni orchestrali, pianoforte, percussioni e misteriosi
rumori di sottofondo. È un lavoro carico di malinconia e tristezza,
i cui brani rappresentano "le visioni e i pensieri confusi di
un assassino", eppure non c’è nulla in queste delicate note
della necrofilia tipica di un certo industrial, comprese anche
alcune produzioni della stessa CMI, semmai "Mercurial Behaviour"
può evocare i personaggi maledetti di Villon, o della letteratura
romantica e decadente del XIX secolo, che voi tutti conoscerete.
(Fabio Degiorgi)
|
|
MENTALLO
& THE FIXER
"Commandments
For The Molecular Age" CD-EP (Alfa Matrix/distr. Audioglobe)
Che
fastidio! Avete presente i brividi per tutto il corpo di una
post-strisciata del gesso sulla lavagna? Suona così il texano
Gary Dassing, molecole dallo stridio metallico, farneticanti
e volutamente confusionarie. Dopo quattro anni di silenzio,
la macchina ibrida è arrugginita e non serve oliarla perché
è il sound sporco e grezzo il vero risultato fortemente voluto
da Gary. I cinque brani contenuti in questo EP, anticipatore
del nuovo album "Enlightenment Through A Chemical Catalyst",
sono un lavoro di destrutturazione mentale e fisica, concepito
per alterare gli stati di coscienza dell'ascoltatore. Anche
distrattamente si possono sentire le mastodontiche pressioni
industriali che emanano odore di miniera e di liquidi sulfurei.
Caratteristica del disco è il "cutting sequencer" ed il "cut
& paste" proprio del sample casuale e distorto, unito ad
arrangiamenti synth incastrati nel profondo di sabbie mobili
dal ciuffo ribelle. Beats pompati in un universo metafisico.
La traccia "My Fondest Drug Realted Memory (Chimora Mix)" fonde
la melodia classica di Moroder alla follia di J. M. Jarre schiacciato
da una catena di montaggio, la colonna sonora di un viaggio
nello spazio carico di ansia. I samples vocali aleggiano su
tutti i brani inscenando fantasiosi scenari apocalittici ed
orgasmi demoniaci. Quasi un'ora di lampi sul deserto dei Tartari
per un EP dal sapore troppo intimista e poco propenso a dialogare
col prossimo. (Pinhead)
|
|
MENTALLO
& THE FIXER
“Enlightenment Through A Chemical Catalyst” CD (Alfa Matrix/distr.
Audioglobe)
Eccolo, un altro ritorno confezionato per le vendite di casa
Alfa Matrix. Dopo Leaether Strip è la volta di Mentallo & The
Fixer aka Gary Dassing, il fratellino irriducibile di casa Dassing
(Dwayne ha lasciato il progetto alla fine del secolo scorso),
eternamente legato ai samples acidi e industriali, ora ai limiti
della sopportabilità e della sensibilità umana. Questo come-back
non puzza di business, al contrario di tanti altri redivivi
reduci degli 80’s. Gary è un chirurgo in pensione, uno di quelli
capaci di operare ad occhi chiusi tra sintetizzatori, marchingegni
vintage, tecnologia sfrenata e ai limiti dell’assurdo. Prosegue
il suo cammino senza guardare in faccia a nessuno, si sente
libero di sfogare le sue ansia nelle più intricate trame sonore
dai risvolti ossessivi e fastidiosi (nel vero senso della parola!).
Ma questa è arte? Di certo è sperimentazione al di là dello
sperimentato. Gary è un maestro nell’arte del cutting beats,
ritaglia di qua e di la e cuce come un sarto d’altri tempi,
il risultato è sempre un collage acido, ferroso dal sapore industriale
e dall’odore putrido di nuova tecnologia, o meglio di un presente
dall’alito pesante (una specie di baraccopoli moderna con tanto
di fogne a pochi metri dal finto benessere). “Once Upon A Time”
dice il primo brano, ed è tutto un programma. Incisiva reincarnazione
del Mentallo & The Fixer pensiero. (Pinhead)
|
|
MISSTRIP
"Sibylline"
CD (Prikosnovenie/distr.
Audioglobe)
L'etichetta
francese, se in passato era dedita alla musica eterea, negli
ultimi due anni ha prodotto molte bands trip-hop e world-music.
Qui veniamo ancora spiazzati da questa new entry nella sua scuderia:
atmosfere molto rock con sfumature trip-hop ed intrecci elettronici
che li avvicinano ad artisti come Bjiok e Massive Attack. I
Misstrip, nati nel 2001, hanno prima debuttato con un mini autoprodotto
nel 2004, prima di essere scoperti dalla label francese. (Nikita)
|
|
MONOLITH
"Talisman"
CD (Alfa Matrix/distr. Audioglobe)
Se
i vostri amici vi abbandonano nel bel mezzo della strada, mentre
voi siete indecisi se seguirli dentro il solito locale di tribal-house,
o isolarvi in uno scantinato col vicino occhialuto che gioca
a Monopoli e ascolta tribal-industrial, non esitate! Fate gli
asociali e compratevi questo disco che non potrete udire in
nessun locale a voi conosciuto. Perché Monolith aka Eric van
Wonterghem (ex-Klinik e membro attivo di Insekt & Sonar)
non è il classico uomo nero dal beat facilotto che cavalca l'ondata
EBM, bensì il prototipo di un umano infetto da harsh-industrial
cronica. E siamo già al sesto album, lo smoking ha qualche piega
ma luccica che è una meraviglia, la potenza degli esordi è qui
riconfermata, la sfacciataggine rivive e la negazione dell'appartenenza
a forme di vita finto-harsh pone Eric su un piedistallo difficile
da rimuovere. Tribal-industrial-techno sviscerata e gettata
sul piatto della realtà deforme. Non troverete l'impronta fossilizzata
da riesumare e nemmeno la vernice fresca su di un vecchio cancello
arrugginito, Monolith è una creatura sempre ben in vista, senza
macchie e soprattutto armata di tenaglie sempre in funzione.
La title-track ci sbatte faccia a terra sopra tappeti dal bassline
elettrico, denso e cavernoso costruito alla base di un vocal
orientale. A cui fa seguito "Al Ahali (Club Mix)", trasposizione
per dancefloor di una simil "recita religiosa". Altro pezzo
organico da evidenziare è la tribal-evolution di "Shadow", inafferrabile
e pulsante quanto la terra sopra un tombino dalla vita breve.
Da far ascoltare ai fashion-friends per inorridirli del tutto
e lasciarli nella loro bambagia. Meglio un sound per pochi,
la salvaguardia della musica passa per l'odio verso il business
che sta intasando il mercato harsh-EBM. Occhi bene aperti! (Pinhead)
|
|
MORPHEUS
"Rebis"
(Mp3 free release)
Dello
spagnolo Fernando Machado, in arte Morpheus, ricordo l’ultimo
album realizzato pochi anni or sono per i tipi di Old Europa
Cafe, "Babylon". Mi colpì quel disco, e se non ricordo male
venne accolto discretamente bene dalla critica di settore, forte
com’era, fra l’altro, delle collaborazioni dell’Ataraxia Francesco
Banchini e dei teutonici Pilori. Per questo nuovo capitolo,
Fernando ha scelto invece la filosofia freeware, rendendo "Rebis"
disponibile sul sito ufficiale della Chaospiral, ma nello stesso
tempo curando in maniera impeccabile il prodotto: se cliccate
alla voce Rebis deck, trovate infatti le immagini dei
23 (per gli adepti del TOPY questo numero ricorderà qualcosa…)
specialissimi fetish-tarocchi di fondamentale accompagnamento
alle tematiche del disco. Si tratta di 23 foto in bianco e nero
scattate dall’autore alla vecchia maniera, macchina tradizionale,
pellicola e camera oscura, tutto fatto in casa e rigorosamente
old style! Le coordinate sonore delle 23 (e rieccoci!) tracce,
ma in realtà vedrete che sono 11 + 1, si muovono fra le migliori
produzioni dark ambient/industrial del genere, spaziando fra
le creature malefiche di John Zewizz (i mitici Sleep Chamber
ma anche Women of the SS) e la imbattibile inventiva italiana
di progetti quali Nenia o Macelleria Mobile: in poche parole
quando devianza e rumore divengono arte sopraffina! Presente
tra l’altro la cover della mitica "Venus in Furs" di velvetiana
memoria, celata sotto il titolo di "Venus in veils", e lo ammetto…
quasi non me ne accorgevo ad un primo ascolto!
Lunga
vita al Ritual Sex magick, lunga vita alla Spagna ed al suo
figlio Morpheus. Scaricatevi disco e foto su: http://www.chaospiral-studios.net/Morpheus/rebis_en.html
(Oflorenz)
|
|
NARSILION
"Arcadia"
CD (Caustic rec.)
Che
incanto! Che prodigio! Sembra proprio nato da una favola il
nuovo full-length della formazione spagnola che sprigiona una
via di mezzo fra etereo e neomedievale, nello stesso stile di
gruppi ben più famosi quali ad esempio i Weltenbrand, i Die
Verbannten Fils Eva, i Dargaard, i nostri Ataraxia, insomma
vi ho reso l'idea di come si muove il terzetto. La splendida
copertina è un digipak in formato dvd, con un libretto che illustra
e riporta tutti i testi delle ottime composizioni, alcune delle
quali cantate in spagnolo, altre in francese ed altre in inglese.
Il soprano di Lady Nott è perfettamente a suo agio nelle trame
suadenti dei brani; non posso dire altrettanto della voce maschile,
che nei passaggi in cui si fa più decisa stona un po' con la
delicatezza estrema della musica creata dagli altri strumenti.
Il flauto di Dark Wind è esattamente come il nome di chi lo
suona: un vento dolce che trasporta in terre sognanti, mentre
cesella il tutto il polistrumentista Sathorys che, oltre alle
tastiere, suona la chitarra classica e le percussioni, epiche
e trascinanti. Un viaggio, sicuramente, arricchito da forti
arrangiamenti celtici simil-Enya, viaggio che accompagnerebbe
volentieri i protagonisti del Signore degli Anelli, per cui
i brani sembrano proprio la colonna sonora ideale, così maestosi
e così malinconici assieme. I degni discepoli dei Dark Sanctuary,
che però rimangono ancora i Signori del genere. Info: www.narsilion.com
(Anialf)
|
|
NOYCE
"Coma" CD (Fucile art Tribe/distr. Audioglobe)
In
questo bel digipak si cela un buon album electro-dark, che mischia
atmosfere oscure alla Diary Of Dreams, a quelle più elettroniche
care ai Covenant. Le tracce sono state create fra il 2000 e
il 2006, e nella loro lunga ricerca di struttura dei brani i
Noyce sono riusciti a ricamare delle belle atmosfere. Tra i
brani che vengono più alla luce all'ascolto merita attenzione
soprattutto "Sleepwalker", che vedrei ben programmato nei dancefloor
oscuri. (Nikita)
|
|
Ô
PARADIS
"Las
nubes que mueren" 2CD (Punch rec.)
Non
c'è due senza tre, nell'arco di due anni sono usciti per la
nostrana Punch rec. ben 3 CD di Ô
Paradis, i primi due già recensiti qui: "La Boca del Infierno"
e "Destello De Estrellas En La Frente", quest'ultimo in collaborazione
con Novy Svet. Qui ci troviamo davanti addirittura ad un doppio
CD digipak: il primo contiene delle canzoni inedite del passato,
e forse è il migliore dei due dischetti; ed il secondo presenta
alcuni vecchi brani rimasterizzati del primo periodo dell'artista.
Nonostante la mole di brani raccolti, ben 32, l'atmosfera creata
è piacevole e per nulla pesante. Tra i CD si sente il cammino
che l'artista portoghese ha percorso in questi anni. Un lungo
e particolare viaggio sonoro, una musica non facile con il cantato/recitato
in lingua madre. Ma certamente con il merito di non assomigliare
a nessun altro se non a se stesso. Tra i brani che mi hanno
colpito di più, il delicato ed etereo "The bubbles of the fishes",
al cui cantato/recitato troviamo Cheryl Eugenia, "Happiness",
che porta l'ascoltatore in tempi più romantici e meno claustrofobici
dei nostri giorni, e "El Corazon abrigado", con il proprio incedere
militar-industrial-folk. (Nikita)
|
|
ORDO
ROSARIUS EQUILIBRIO
"Apocalips"
CD (Cold Meat Industry/distr. Auduiglobe)
Dopo
averci ammaliato con gli ultimi due CD, compreso lo split insieme
a Spiritual Front, ritorna il progetto di Tomas Petterson con
questo nuovo album dal bel booklet di ben 32 pagine ed un’ora
di musica. Certo, lo stile degli O.R.E. è molto particolare,
ma gli ingredienti di questo nuovo CD sanno di già sentito nei
precedenti lavori, e questo spiace molto. Purtroppo la loro
musica, per quanto affascinante sia, è diventata sterile, e
finisce col donare più nulla. Non mi resta che riascoltarmi
"Cocktails, Carnage, Crucifixion And Pornography", forse il
loro album migliore. (Nikita)
|
|
PLASTIC
NOISE EXPERIENCE
"Dead
Or Alive" CD (Alfa Matrix/distr. Audioglobe)
In
epoca di come-back non poteva mancare P.N.E., progetto capitanato
da Claus Kruse in odor di naftalina se non fosse per la rinnovata
vena dancefloor del Claus stesso e di un sound rimesso a nuovo
per la new-generation. Non è cosa facile raddrizzare lo scheletro
ad una intera hit-discografia andata perduta nel tempo, nei
gloriosi 90's, ma il riadattamento funziona e lo spirito melodic-aggressive
rivive nel nuovo millennio con un velo di malinconia. Il beat
messo lì a caso, la distorsione dei vecchi aggeggi, tutto questo
non è stato recuperato ma semmai perfezionato con la tecnologia
moderna. Le "Kill The 6", "Gold", "In XTC", "Reduction", "Dream
Destructur" suonano tutte allo stesso modo sebbene l'EBM old-school
si sappia distinguere da qualunque amenità della scena attuale.
Anche il Jimmy Somerville di Bronski Beat fa capolino nel bestiame
tornato dal letargo con la extreme-cover di "Smalltown Boy",
tempestosa ma fin troppo veloce! Le performance live di "Monoton
Synchron", "Memory Flow" e "Moving Hands" sono sicuramente la
parte migliore del CD anche se il sound è povero e basso (era
meglio ripulire anche il live!). Non mancano ovviamente i soliti
remix che allungano il minutaggio senza migliorare il risultato.
Un buon recupero per i nuovi cultori del genere, da evitare
per i vecchietti (eheh). (Pinhead)
|
|
PRIDE
AND FALL
"Border"
CD-Single (Dependent/Metropolis/distr. Masterpiece)
Una
delle più recenti realtà future-pop norvegesi, ha appena oltrepassato
lo scoglio del secondo album, ostacolo quanto mai arduo da abbattere,
soprattutto nel campo dance. A tutti gli effetti i Pride And
Fall sono catalogabili tra le "new best things" del panorama
electro on the dancefloor ed il loro esordio (Nephesh, 2003),
intriso di sonorità pulite, mai spigolose e dolcificate da quel
sapore mieloso del future-pop, aveva fatto ben sperare gli amanti
della "nuova" elettronica. La differenza sostanziale tra il
nuovo movimento electro del 2000 (dall'electroclash al synthpop,
dalla techno al gothic-rock con influenze sintetiche) ed i vecchi
suoni analogici dell'epoca 80's sta tutta nella strumentazione.
Sono tante le band e gli artisti che ritornando dall'oltretomba
in cui erano stati sepolti, finita l'ondata della wave 80's,
preferiscono riproporre i vecchi brani con quel suono primordiale
che li aveva resi celebri, seppur facendo uso della nuova tecnologia
ma senza strafare. Dall'altra sponda vi sono le nuove generazioni,
ispirate al decennio creativo, fanatiche di sperimentare e manipolare
i loro nuovissimi synth, col rischio di apparire ultramoderni
ma senza anima. I Pride And Fall mescolano con sapienza le due
componenti e nel singolo "Border" (Elements Of Silence, 2006;
disponibile solo in download digitale con vari remix: Dj Ram,
Edge Of Down, Virtual Embrace e le solite Album e Club Version)
la potenza del sound è palesemente espressa in chiave techno,
nella sua concezione più dance: groove pompato. Musica per dark?
La solita etichetta ignorante. Il vocalist Sigve Monsen si contraddistingue
per un grande feeling ritmico, voce leggermente sporca, accattivante
ed energica quanto basta per far ballare chiunque abbia in testa
quella sana follia del danzatore notturno. Con "Border" ci si
diverte senza pensare troppo all'aspetto tecnico, un pezzo buono
per tutte le stagioni. (Pinhead)
|
|
PUNISH
YOURSELF
"4
titles" CD EP (Geisha Machine)
Ritorna
la band electro-industrial francese con questo mini che anticipa
l'uscita del nuovo CD studio che include anche un DVD di ben
due ore dal vivo. Già i P.Y. mi avevano colpito in precedenza,
ed ora non fanno che confermarmi quanto siano una band che tutti
gli amanti del genere dovrebbero ascoltare. Tre le tracce che
faranno parte dell'annunciato album, più una bonus track di
"Worms" in versione live. In "Voodoo virus" troviamo la partecipazione
di JL De Meyer (Front 242). Speriamo di poter ascoltare l'intero
lavoro presto, ed intanto, aspettando magari di vederli dal
vivo in terra italica, gustiamo queste quattro tracce. (Nikita)
|
Recensioni:
prossima pagina
A - D
E - K
L - Q
R
- Z
|