Rivista e Web-zine di musica, cultura, arte e tutto l'universo oscuro
..........................................RECENSIONI DISCHI
. .............................................Autunno 2008
LIBRI
MAX RIBARIC
"Day of blood" (Occidental Congress/distr. Ars Benevola Mater)

Ricordo che tanti anni fa, quando ancora termini come “Industrial”, “Martial” e “Military Ambient” mi erano ignoti, e forse in parte nemmeno erano già stati coniati, un amico-negoziante mi allungò una copia di “Gospel of Inhumanity”, mormorando: ”Ascolta questo, se ti piacerà, ti aprirà le porte di un mondo intero…”. E così fu. Forse è proprio per questo che un libro di ben 215 pagine, interamente dedicato ad un progetto musicale titolare di un unico disco (live e collaborazioni a parte), non è per nulla fuori luogo. L’americano Michael Moynihan, con il suo “Gospel of Inhumanity” delineò, forse senza nemmeno immaginarlo, le perfette coordinate estetico-sonore di un intero filone musicale, un filone che si è sempre nutrito non di sola musica, bensì di filosofia, credenze, tradizioni, storia, spirito e forza ancestrali. In una parola sola, di una forte “ideologia”. Un’ideologia che è quanto di più lontano possa esserci, a cavallo tra il XX ed il XXI secolo, da ciò che è trendy e “politically correct”. Su tutto ciò, e molto altro, verte lo scrupoloso ed avvincente racconto del triestino Ribaric, che partendo dal 17 gennaio 1969, giorno di nascita di Moynihan, ci conduce in un viaggio avvincente attraverso la vita e le gesta di uno tra i personaggi più controversi della cultura popolare musicale degli ultimi anni. L’Arte come forma di propaganda, i rimandi a Nieztche, Ezra Pound, Jünger, la compagna nell'arte e nella vita Annabel Lee, i legami a doppio filo con movimenti quali il famoso Universal Order di James Mason o il più recente Asatru, l’iconografia e la simbologia così importanti nell’opera di Moynihan: tutti temi approfonditi e sviscerati magistralmente nel corso degli 8 capitoli di Day of Blood, completati da un’interessantissima intervista a cura di Marco“Wertham”Deplano e da un’esauriente discografia comprendente tutte, ma proprio tutte, le collaborazioni dell’ ”Asse di Sangue” nel corso del periodo 1996/2006. Personalmente ho apprezzato molto le cronache sulla parabola iniziale del giovanissimo Michael con il suo primo progetto da vero e proprio “art-terrorist” Coup de Grâce, periodo del quale, devo ammetterlo, non conoscevo pressoché nulla prima di leggere questo libro. Qualche giorno fa leggevo un articolo su La Stampa, a proposito della recente istituzione di un sito web dedicato a tutte le opere ritrovate dopo la guerra tra la sterminata collezione di Adolf Hitler, tra le quali parecchi dipinti di Franz von Stuck. Chissà se tra quelli c’è anche “Der Krieg”, quello che campeggia sulla stupenda cover di “Gospel of Inhumanity”.
(Oflorenz)
DIANA CLERICI
“Stasi” (Il filo)


Il titolo di questo libro non ha niente a che vedere con la famigerata polizia segreta della ex Repubblica Democratica Tedesca, si tratta infatti di una raccolta di poesie di una giovane della provincia di Milano, qui al suo esordio. Lo stile è piuttosto aulico, mai banale e troppo diretto, con tematiche spesso introspettive ed oscure, dove aleggiano morte, divinità, visioni, citazioni colte (“Solitario adepto” è ispirata al Faust di Goethe). Non sono un critico letterario e nemmeno un cultore del genere, ma l’impressione è che, rispetto all’ambiente che conosciamo dove troppi si spacciano per poeti e artisti, Diana Clerici possa tranquillamente fregiarsi del titolo di poetessa.
Info: http://www.myspace.com/diana_stasi
(Fabio Degiorgi)

Recensioni dischi:
A - C
D - L
M - Z


Recensioni libri