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..............................................RECENSIONI
DISCHI
. ....................................................Estate
2007 |
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JACK
OR JIVE
"Issin
(1988/2006)" 3CD Box (Ultramoid prod.)
I giapponesi Jack or Jive, attivi dal 1988, sono tra i pochi
gruppi ethereal che hanno una loro personale visione di questo
tipo di musica sognante, vuoi che le loro origini del Sol Levante
vengono alla luce dalle trame musicali che creano, vuoi anche
perchè Chako (autore delle musiche) e Makoto (vocalist)
in vent'anni si sono creati un mondo di visioni oniriche che
nessun altro è capace di trasmettere. Sanno mischiare
sapientemente il suono europeo con il gusto nipponico improntando
il loro sound di particolari timbri e vocalizzi. Questa raccolta,
che include ben 3 CD e un book di 23 pagine con foto e discografia,
ha già alla vista un gusto elegante come finora il duo
ci abituato, merito dell'etichetta di Hong Kong, la Ultramoid
prod., artifice di questa straordinaria produzione che contiene
tutti inediti, ben 46 tracce. Il primo CD, denominato "Dark",
vede il lato più oscuro dei Jack or Jive, i brani con
l’impronta più tenebrosa e che vanno dal 1989 al 1998,
e che quindi faranno felici gli amanti della dark wave. Il secondo
CD, denominato "Light", vede Chako e Makoto con tracce più
sognanti e delicate, registrate tra il 1988 e il 1997. Ma è
il terzo CD che mi ha colpito di più, denominato "Outside",
dove troviamo atmosfere più sperimentali e raffinate,
sia nei suoni che negli intrecci vocali. E brani come l'ipnotica
"Depletion of sensitive", in cui la musica di Chako e la voce
di Makoto creano un piacevole effetto claustrofobico, oppure
"Capibility for crisis management", in cui la musica sperimentale
viene intrecciata ad un cantato canonico dark wave, cosa che
viene replicata anche nella successiva "So what". In "Aberations
of youth" la musica con suoni electrowave '80 (sempre raffinati)
viene mischiata ad una voce per certi versi fuori dai canoni,
come è consuetudine dei Jack or Jive, ma sempre alla
ricerca dell'originalità! Da segnalare inoltre la sperimentale
"Row Courage", che potete ascoltare come assaggio sul sito della
band http://www.jackorjive.com/news-e.htm. Un plauso finale
alla label Ultramoid prod. per aver avuto il coraggio di pubblicare
questo gioiello raro! (Nikita)
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JANOSCH
MOLDAU
“Redeemer” CD (Janosch Moldau Records/ Masterpiece Distribution)
Janosch
Moldau. Devo dire che all’inizio ho fatto fatica a ricordarmi
questo nome, ma forse dipendeva principalmente dall’invecchiamento
dei miei neuroni. Comunque una volta memorizzato il nome ed
inserito il CD all’interno del lettore, difficilmente ci si
scorda di questo lavoro. Nulla di eclatante per carità,
stiamo parlando di elettronica minimale, garbata ed elegante,
un po’ DM dell’ultimo periodo, un po’ Massive Attack, ma soprattutto
un disco creato secondo le voglie e i gusti dell’artista, senza
inseguire le mode danzerecce del momento, senza inserire tappeti
sonori rumorosi solo per fare i suoni cattivoni che vanno tanto
in questo periodo. Citare anche una sola canzone di questo splendido
debutto dell’artista di Colonia, sarebbe fare un torto alle
altre, anche se “On my own” che apre il CD è di una bellezza
esasperante, e “Bleed on” la terza traccia di questo lavoro
mi fa venire in mente i migliori Depeche Mode intimisti, tanto
che se M. Gore la ascoltasse, sicuramente vorrebbe avere lui
la paternità di questo brano. In sintesi, dopo un po’
di mini, finalmente al suo debutto, il nostro Janosch ha colpito
nel segno, consegnando alle orecchie e al cuore degli ascoltatori,
una cinquantina di minuti di lenta, intensa e raffinata emozione
elettronica. (Scream)
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KHVARENA
"The spirit rises" CD (Projekt/Audioglobe distr.)
Sotto
questo nome si celano Francesco Banchini (GOR) più Jeanne
e Fabrice Lefebure dei Rajna, i quali, come ci hanno abituato
finora, presentano un sound fortemente ispirato alla musica
orientale. In questo lavoro i testi sono presi come spunto da
poeti persiani e firdausi, per cui il CD risulta molto raffinato
e ricercato. La Projekt ha il merito di aver prodotto questo
interessante album, incorniciandolo in una bella confezione
cartonata A5. Non vi resta che farvi ammaliare dai canti e dalle
sonorità dei Khavarena.(Nikita)
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KLONAVENUS
“Metropolights” CD (Autoprodotto)
I
Klonavenus sono un duo italiano, formato da Saffio – compositore
e tastierista dei Sinking With Love – e da Chem:Nitz, anch’esso
proveniente dai Sinking With Love. Dopo una serie di mini cd
e la comparsa nella compilation on-line curata da Darklifezine,
viene dato alle stampe finalmente questo full length di 7 tracce.
Elettro-goth o Synt-Pop che se ne dica, fin dal primo ascolto
si respira un’aria un po’ anni 80, con sfumature alla Visage
e DM. Il tutto condito dalla voce di Chem:Nitz che gli dà
la giusta dose di cattiveria e modernità. Dalla terza
traccia “A Prison for Me” compare anche la voce femminile ed
eterea di Sviet Margot, a dare maggiore pathos al brano, in
un duetto tanto caro a questo tipo di sound. I brani seguenti
non aggiungono, ma neppure tolgono, qualcosa a questo CD, confermando
la buona strada intrapresa dal gruppo, orecchiabile ma mai noiosa
o scontata. Chiudono il CD due video, “Tonight” che illustra
il passaggio da vittima di abusi a carnefice e serial killer
dell’amore, e “I Run For” (prima traccia di questo lavoro),
dove i due attori corrono per la città in cerca del nulla.
Ottimo lavoro quindi, sia dal punto di vista musicale che visivo.
Info: www.klonavenus.it (Scream)
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LORE
"My soul speaks" 2CD (Trisol/Audioglobe distr.)
L'affascinante
Lore Carries debutta con questo album. Nell'edizione speciale
che qui recensiamo c’è pure un secondo CD con versioni remixate
dei brani contenuti nel primo dischetto. Il sound di Lore è
un’elettronica pop melanconica, che a tratti può ricordare
Enya e Persephone. Ospite in "The Haunting" troviamo Sean Brennan,
vocalist dei London After Midnight , che fa un bel duetto con
la titolare dell'album. Nonostante l'aspetto leggero dell’opera,
l'intero lavoro si ascolta ben volentieri. (Nikita)
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LUFTWAFFE
"Event nihility" CD (Punch rec.)
Nonostante
il nome davvero poco originale, i Luftwaffe producono una buona
musica di ispirazione neofolk e military. In questo disco inoltre
ci sono ben tre special guest: Douglas P. (padre del neofolk
con i Death In June), Boyd Rice (padre dell'industrial con i
NON), e Tairy C. (ideatore della Punch rec.). Già dalle
prime note ci si trova di fronte ad un album non banale e ben
studiato. È vero che le tematiche presenti sono ormai
sfruttate da miriadi di altri progetti del genere, ma almeno
in questo caso la musica è davvero di qualità.
La Punch rec., uscita dopo uscita, non fa altro che confermare
l'alto livello delle sue produzioni ed è, a mio parere,
la migliore label italiana di questo settore: nonostante la
breve attività è riuscita a scavalcare altre etichette
ormai stantie, e a dare freschezza e originalità alle
proprie uscite. (Nikita)
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MELOTRON
"Propaganda"
CD (Synthetic Symphony/ Audioglobe distr.)
La
band tedesca, insieme ai connazionali De/Vision e And One, è
tra i progetti synth-pop che vanno per la maggiore in Germania.
Atmosfere eightees con pattern elettronici clonati da brani
dei Depeche Mode qua è là, tanto che ci si può
pure divertire ad indovinare da quali canzoni del gruppo inglese
sono stati copiati. Ma anche con questo handicap il progetto
teutonico riesce ad assemblare dei discreti brani pop che non
stancano, sebbene per il discorso che ho fatto sopra si è
quasi vicini al plagio, basti sentire "Broken". Un cd ascoltabile
ma non indispensabile per la propria discoteca. (Nikita)
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METAL
MUSIC MACHINE
“In
Cold Blood” CD (Sottomondo Edizioni)
Iniziamo da principio,
ovvero quando i due esponenti che compongono questo combo italiano
si chiamavano Templebeat, gruppo storico che ha fatto anche
da supporto a due tour europei dei Pankow. Adesso invece, Pietro
Zanetti e Rudy Dalla Mora, hanno dato vita a questo progetto
il cui nome richiama già la tipologia di suono, visto
che basta invertire le ultime due parole del loro nome e si
ha uno dei dischi più controversi, rumorosi e pre-noise
della storia del rock, ovvero “Metal Machine Music” di Lou Reed.
Infatti in questo “In Cold Blood” le influenze noise si sprecano,
mescolate sapientemente a sprazzi di techno-punk e industrial
di scuola Reznor/ Manson. Il lavoro si compone di 5 tracce,
più dei remix delle stesse, per un totale di 7 brani.
Alcuni sono ben riusciti, come il remix di “I Need More”, e
la veloce e danzereccia “Reality”, il cui ritornello si insinua
prepotentemente nei meandri della mente, per tenere prigioniero
l’ascoltatore anche ben oltre la fine del brano. Tutto sommato
un disco – dal mio punto di vista – discreto, che lascia ampio
spazio di miglioramento al gruppo, soprattutto se riesce a staccarsi
dalla troppa convenzionalità e prevedibilità di
alcuni passaggi sonori. Info:
www.sottomondo.com (Scream)
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MIND:STATE
“bbbc2x”
CD EP (Alfa Matrix/ Audioglobe distr)
Col ritorno di
Claus Larsen, il one-man project rinvigorisce la sua esistenza
con questa nuova scoperta svedese in casa Alfa Matrix. Sul cosa
sia lecito attendersi dai nuovi electromani è impresa
ardua, la scena è talmente satura da inaridire la bocca
del più incallito adulatore di ebm. L’impostazione vocale
cupa (priva di urla e schiamazzi) ed il generale andazzo melodico-tecnico
tendente alla depressione-pop, fanno di questo disco un’opera
decente e promettente, intrisa di umiltà e poco propensa
a partecipare al teatrino saturo sopra citato. Se l’apparenza
non inganna, grazie al contributo in fase di produzione di Len
Lemiere (Anne Clark, Implant, Unter Null) ed al lavoro di remixaggio
di Cut.Rate.Box, State Of The Union, Implant e Aural Vampire,
il progetto M.S. è destinato ad occupare un posticino
di rilievo. Se non altro per la volontà forse istintiva
di distinguersi. “Belief” si incarna manifesto dark vecchia
maniera, grazie al vocal semi-cantato-parlato e tendente ad
incupirsi facilmente, con venature pop dalle morbide sfumature.
L’electro-pop in chiave ebm contro l’harsh-ebm. Forse la chiave
sta nel mezzo, nell’attesa che scorra buon sangue tra le due
controparti (“Bloodlines” ne sembra l’epilogo, incrocio molto
buono dei due electro-mondi) godersi il lancio del progetto
M.S. non è cosa imbarazzante. Synthtetico e perciò
ricca di samples la versione “Black Angel” by Cut.Rate.Box,
industriale “Bloodlines” by Implant, riverberante e spaziale
“Close Your Eyes” by Aural Vampire. (Pinhead)
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MY BELOVED
DEATH
“The
Throne Of Desolation” CDR promo (Autoprodotto)
Sono già
falliti prima di aver messo piede nel mondo musicale e non vi
è quindi spazio per pensieri incoraggianti. La loro seppur
breve carriera non è promettente (avranno sì e
no partecipato a una decina di progetti diversi tutti scioltisi
in breve tempo) e neppure la loro dedizione verso un protagonismo
decadente fatto di oscurità al piano, divagazioni ethereal
da vocal-lumaca, e lugubri e tediosi fraseggi classicheggianti.
Decadenza totale allo stato puro, inespressività sonora
e vocale, disattento lavoro di mastering nonché insufficiente
vagone di esperienza nel tentativo di legarsi ad un sound pacchianamente
dark al solo scopo di girarsi qualche locale delle Canarie (sono
spagnoli) senza pagarsi il drink. Il titolo del demo racchiude
il vero significato di tale scempio, le uniche parti degne di
nota si riflettono nelle corte ballad strumentali, adatte ad
un film di serie z pieno zeppo di splatteroni da italian-movie
anni ’80. Orribili sebbene di aspetto non siano niente male
(un lui ed una lei). (Pinhead)
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NECROPHONIE
“Sm0002”
CD (Sottomondo Edizioni)
Ci sono registrazioni
vecchie anche di 10 anni tra queste 11 tracce più il
video di “Muzakiller”, ad opera del nostro Devis G., qui coadiuvato
dal socio M.Nothing (il compianto Marco Corbelli alias Atrax
Morgue, ndr). Questo “Sm0002” (anche i titoli dei brani sfoggiano
bizzarre stringhe alfanumeriche) non si allontana dalla classica
impronta cui il sonic-killer per eccellenza ci ha da sempre
abituato, magari sotto il moniker di DeV piuttosto che Lvnvs
o Teatro Satanico. Da rimarcare comunque che Necrophonie, come
il nome lascia presagire, ci regala un prodotto oltranzista
sotto ogni punto di vista, ove l’attitudine industriale più
intransigente e radicale e gli attacchi noise non conoscono
compromesso alcuno. Siete avvertiti dunque: procedere con cautela,
anche e soprattutto – come il booklet del resto avverte – nella
visione del video mpeg contenuto nel cd. Info:
www.sottomondo.com (Oflorenz)
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NEIKKA
RPM
“Rise
Of The 13th Serpent” CD (Alfa Matrix/ Audioglobe
distr)
Industrial’n’beat!
Ci mancava un nuovo genere, una nuova definizione per riassumere
l’evoluzione industrial o meglio la devianza industrial del
nuovo secolo. Sono newyorkesi –aperta parentesi: crescere in
U.S.A. con questa musica è impresa ardua, meriti alla
perseveranza di tutti coloro che si distaccano dalla propria
realtà per esplorare orizzonti lontani: chiusa parentesi
– ed il caos si sente in ogni traccia (industrial), la metropoli
invadente cammina senza sosta (drum’n’bass nascosto) e con loro
le tracce del disco, seguito di “The Gemini Prophecies”, suonato
un po’ ovunque. Se l’idea che vi state facendo è positiva,
non voglio ingannarvi troppo, Dominique senza ombra di dubbio
si destreggia sensualmente in un contesto così articolato,
il contrasto è forte tra la dolcezza cupa ed il disturbo
sonoro, ma Richard a volte esagera nell’estremizzare ogni singolo
battito, il rischio è di cadere nella ripetitività,
ed infatti è ciò che accade. “Demon Breeder” è
il modello ideale dell’unione dei poli opposti, ma “Spread Myself/My
Sex On You” (e siamo solo alla quarta traccia) si affossa nella
ricerca di un acidismo forzato. Ci pensa l’immortale (discograficamente
parlando) Claus Larsen a creare scompiglio in “Sacrifice”, i
toni si fondono su un pavimento ghiacciato, l’irrequietezza
dei primi brani lascia spazio ad una solitudine industriale
molto più realistica. Concetto ripreso in “My Innocence
Is Gone” col contributo di Claus Kruse (P.N.E.), ovviamente
lontano dalla cupezza del Leaether Strip boy ma pur sempre speleologo
dei profondi abissi terrestri. “Kill The Machines” si avvale
del supporto di Kenji Siratori, autore cyber-punk di prose sperimentali
e narrativa fuori dagli schemi, “Find A Way” trova conforto
tra gli artigli di Len Lemiere (Implant). La sensazione diffusa
è di assistere ad un disco double-face: distratto nei
brani col brand N.RPM, minuzioso nei brani con il contributo
esterno dei grandi nomi. Perché? (Pinhead)
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NERONOIA
"Un
mondo in me" CD (Eibon rec.)
Sotto questo nome
si celano Canaan e Colloquio, in una ideale unione dei due progetti
italiani. La voce di Gianni dei Colloquio ricama lente litanie
intrecciate dalla musica creata dai Canaan. Un disco non facile,
unico tra le miriadi di inutili uscite della scena oscura (di
cui purtroppo è rimasto solo il nome). Ma per fortuna
esistono progetti come questi, che sanno coraggiosamente affrontare
tematiche, certamente non per tutti, che creano la vera introspezione.
Per cui ringraziamo che esistano dischi così. Non per
tutti ma per chi ama la reale introspezione dell'animo. (Nikita)
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NEW RISEN
THRONE
"Whispers
of the approaching wastefulness" CD (Cyclic Law)
Stielh, ideatore e mente di questo progetto industrial ambient,
ha iniziato con New Risen Throne nel 2000, ma la sua attività
musicale è partita nel 1990 con altri progetti differenti
tra loro. Questo CD ci fa entrare in un mondo oscuro e misterioso,
i suoni creano delle atmosfere arcane e a volte terrificanti
per le emozioni che ci trasmettono. Non siamo di fronte al solito
clichè dell'industrial ambient con una nota ripetuta
all'infinito, qui le trame sono molto curate: tappeti sonori
onirici, rumori e campionamenti riescono a creare una ideale
colonna sonora di un film tetro, dove il reale si confonde con
l'irreale. La visione ermetica della musica creata da Stielh
ci fa entrare in quadri rituali ed esoterici. Un lavoro interessante
che fa avvicinare questo progetto italiano agli Endura, di cui
sembra il degno erede. L'americana Cyclic Law, si è accorta
delle buone capacità di New Risen Throne, ora sta a voi
scoprirle. Info: www.stielh.com
(Nikita)
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NEW
RISEN THRONE / CRUEL HARVEST
"Shadows over Humanity" CD-split (God is
Myth)
Questo CD riunisce due progetti ambient, l'italiano New Risen
Throne di Stielh e l'americano Cruel Harvest, quest'ultimo di
Todd Paulson, creatore della label God is Myth, i quali
riescono ad unire le loro forze per creare questo interessante
ed oscuro lavoro. Già dalla prima claustrofobica traccia
ci si addentra in un lavoro complesso ed articolato, dove i suoni,
i rumori, le voci campionate e i drones riescono a creare un concept
virtuale sull'Apocalisse e la distruzione delle civiltà.
Raramente si è di fronte a lavori del genere in ambito
ambient. Qui non si sente il solito suono ripetuto all'infinito
senza senso, ma una ricerca d'atmosfera che affascina l'ascoltatore
dandogli emozioni d'angoscia. Sebbene i due artisti non propongano
lo stesso modo di comporre, insieme riescono a tracciare due lati
diversi della stessa medaglia. Consiglio vivamente l'ascolto a
tutti gli amanti dell'ambient. Info: www.god-is-myth.com
e www.stielh.com (Nikita) |
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NICHOLAS
HILL & THE UNIVERSALS
“s/t”
CDR demo (Interspace Music)
Il foglio di presentazione
accluso a questo cd inserisce questa formazione danese in vari
stili (cito: Rock, Ethno, Ska, Reggae, Punk, Jazz, Classical
and Electronica). Ma da che parte sta realmente la loro proposta?
Beh, difficile da dirsi, ma i 6 brani di questo demo pescano
davvero da tutti gli stili testè citati, grazie ad un
sax sempre in primo piano e quindi necessariamente i brani risentono
di un certo sapore jazz-longue (come l'introduttiva "Spellbound").
La voce da crooner di Nicholas Hill si fa poi punkeggiante,
o per essere precisi à la Iggy Pop, in "Glassskyscraper",
mentre in "Tell me about it" troviamo quella componente "Ethno"
citata dal flyer. Ma è col 4° pezzo, "Glassskyscraper
part 2", che il gruppo sorprende, con un'apertura di chitarre
degna dei Cocteau Twins, e poi proseguendo in un etereo duetto
canoro dove canto maschile e controcanto femminile rendono il
pezzo malinconico ed ancora una volta accostandosi ai lidi del
jazz e della psichedelia. La conclusione è affidata di
nuovo a suoni dove il sax si fonde con scale mediorentaleggianti
e poi emerge il lato più sperimentale. Vogliamo parlare
di psychedelick rock, di jazz-longue, di atmospheric-pop? A
mio personale giudizio questa sembra essere la colonna sonora
di chi, con una strana invenzione, riesce a volare attraverso
le metropoli americane, scoprendo ora i panorami dall'alto,
ora discendendo a livello del suolo. Disco interessante. (Anialf)
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PIMENTOLA
“Misantropolis”
CD (Cold Meat Industry)
Attivo da qualche
anno, questo progetto finlandese industrial-marziale si è
attirato parecchie attenzioni da parte della stampa e degli
appassionati del genere, grazie ad una sorta di ‘marcia in più’
che possiede il nuovo “Misantropolis”, album veramente potente
e a tratti originale in un contesto dove la ripetizione seriale
di certi modelli sta iniziando veramente a nauseare. Già
la copertina, un digipak con un disegno essenziale che rimanda
al capolavoro di Fritz Lang, non passa di certo inosservata,
mentre il cd, fin dai primi brani, colpisce subito come una
mazzata, con una parata di suoni (fisarmoniche, violini, theremin),
voci e percussioni veramente trionfale, dove aleggiano qua e
là pure le origini black-metal del duo ed elementi orientali.
Claustrofobico, infernale e sinistro, “Misantropolis” ha pure
il pregio di una durata perfetta di 40 minuti, a scongiurare
il rischio di pesantezza e sbadigli. Per i seguaci dei primi
Puissance e Der Blutharsch, ma non solo. (Fabio Degiorgi)
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PSYCHO
D-VEIN
“Fallen”
CDR (Autoproduzione)
Era dal 2003 che
non si avevano più notizie di questo duo bresciano molto
apprezzato da noi di Rosa Selvaggia, tanto che fu ospitato sulla
compilation “Atto IV” allegata al n. 26 cartaceo ed intervistato
sul successivo n. 27. Se in questi anni ci ha pensato il loro
vocalist e bassista D-Boy a tenerci compagnia con le svariate
uscite del suo progetto solista Dust Fear Of Lover, non posso
che essere contento di riavere fra le mani un nuovo cd del gruppo
‘madre’, il terzo per la precisione. In “Fallen” sono ancora
ben presenti quelle influenze post-punk e new wave che hanno
sempre caratterizzato gli P.D-V., esse si sentono soprattutto
nei brani più incalzanti, come “Filthy Man” e “Room”,
e nel frequente utilizzo, alla Peter Hook, del doppio basso
ritmico e solista. In realtà almeno la metà delle
tracce presenta una vena più intimista e rilassata rispetto
al passato, sento ad esempio echi di gruppi come Dinosaur Jr
– quelli più melodiosi e meno noise ovviamente – e My
Blood Valentine, solo per ricordare due nomi da ma amati e conosciuti.
Brani come “Water”, “Claire Song”, “Nena” e la title-track puntano
tutto sulla melodia che prende al cuore, con la drum machine
appena presente in sottofondo, per dare spazio totale appunto
ai bassi effettati e alla chitarra cristallina. Anche la voce,
con il tipico riverbero che ricorda i Suicide e Lou Reed, appare
spesso timida ed appena accennata. In coda c’è pure una cover
di “Down The Memory Lane” dei Virgin Prunes, che mantiene lo
spirito strampalato e infantile dell’originale. Tutto l’album
comunque, proprio per le commistioni insolite ed originali che
ho menzionato sopra, cattura lentamente, ascolto dopo ascolto.
Peccato solo che, con due lavori a lunga durata alle spalle,
i Nostri siano ancora costretti ad un’autoproduzione tipicamente
da demo, soprattutto per la copertina ultra-spartana e casalinga.
Ma in fondo gli P.D-V sono uno di quei gruppi che guardano alla
sostanza e ai contenuti, fregandosene delle mode e delle apparenze.
Chi è sulla loro stessa linea d’onda, come il sottoscritto,
potrà apprezzarli senza problemi. Info:
http://psychod-vein.iwarp.com (Fabio Degiorgi
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PUISSANCE
"Grace
of God" CD (Equilibrium)
Non poteva che uscire per la gloriosa label portoghese,
dedita al neofolk e all’ethereal, il nuovo CD degli svedesi
Frederik Söderlund e Henry Möller. Il lavoro si presenta
ben architettato e tutti gli amanti del dark folk sapranno apprezzarlo.
Il cantato/recitato ricorda Spiritual Front del primo album
"Song for the will", ma, oltre alle influenze apocalittiche,
trovo anche tracce con richiami alla new-wave, che mi ricordano
ad esempio "Joy", un album degli Skids, band purtroppo ora poco
conosciuta e caduta nel dimenticatoio. I Puissance dimostrano
come si può fare onestamente un folk con spunti industriali
senza pretese e con onestà. (Nikita)
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RELIQUARY
"Winter
world" CD (Black Rain)
Il trio sudamericano è arrivato al debutto ufficiale
con quest'album, edito dalla fin troppo prolifica Black Rain.
Le prime tracce, "Destry" e "Tell me", mi entusiasmano e mi
fanno sembrare la band dedita ad una dark wave che si ispira
ai Siouxsie and The Banshees, purtroppo però ascoltando
i restanti brani si rompono sia l'incantesimo sia la buona aspettativa.
L'album si riempie di inutili e facili brani, in cui Kara (la
vocalist) fa gorgheggi eterei che invece di far sognare danno
fastidio, basta ascoltare "Beyond Dreams", "Undone" e "Lakme",
che avrebbero certamente giovato alla qualità complessiva
del lavoro se non fossero state proprio inserite. Sarebbe stato
meglio magari un mini-CD di sole cinque buone tracce che un
CD di lunga durata come questo. Peccato che neanche la deliziosa
cover degli Smiths "Last night I Dream..." riesca a risollevare
la qualità del disco. (Nikita)
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ROSE
ROVINE E AMANTI
”Rituale Romanum” CD (Cold Spring / Audioglobe distr.)
La lunga gavetta fatta dal progetto di Damiano Mercuri ha
finalmente “dato i suoi frutti”. Dopo molteplici CDR e partecipazioni
a compilation, tra cui anche la nostra “Atto IV” con il brano
"La Danza Del Colibrì", presente anche in questo CD, è
riuscito ad avere l’attenzione di una delle label per eccellenza
fra quelle dedite al neofolk, la Cold Spring dei teutonici Von
Thronstahl. I Rose Rovine e Amanti riescono a dare poesia ai loro
brani, come pochi sanno fare oggigiorno nella scena apocalittica.
Tra le tracce che mi colpiscono di più, ammiro quelle cantate
in italiano: oltre la già citata “La danza del colibrì”,
anche “Noi non dimentichiamo”. Ma anche i brani cantati in inglese
riescono a donare lucentezza al progetto di Damiano, come “Angel
always stand for us”. Preferisco non dilungarmi molto ma di consigliarvi
vivamente l’ascolto di questo CD, dato che i RRA sono tra i migliori
nomi del neofolk italiano. Buon Ascolto! (Nikita) |
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RUBICKS
“In
Miniature” CD (Sharp Attack Records)
Ho scoperto casualmente
questo duo inglese – del quale ignoravo totalmente l’esistenza
– come spalla al concerto di John Foxx tenuto lo scorso aprile
2007 al Transilvania di Milano. L’impressione è stata
talmente positiva da spingermi subito all’acquisto del loro
primo e finora unico cd di lunga durata, sebbene il gruppo abbia
esordito nel 2002 con il singolo su vinile 7” “Midas”, brano
ripreso anche su questo album. Tanto per cominciare, i Rubicks
sono uno di quei progetti inclassificabili, come ci si accorge
subito ascoltando la loro musica, e come ci viene confermato
dalle loro dichiarate influenze, che vanno dai Pixies ai Blondies,
dai Kraftwerk ai Suicide, dai My Blood Valentine a Gary Numan,
passando per molti altri nomi dalle provenienze più disparate.
Quello che conta alla fine è il trovarsi davanti ad una
dozzina di brani emozionanti e di grande presa, ottimamente
costruiti nella loro vena indie-pop intelligente, dove i nostri
due polistrumentisti Vanessa e Marc mettono giustamente in primo
piano la stupenda voce, chitarra e basso, senza mai seppellire
troppo quel substrato new-wave ed elettronico ‘70/’80 fatto
di moog e vecchi synths, che li rende ancora più graditi
alle mie orecchie. Più che i singoli anticipatori dell’album,
citerei “Actress/Model”, “Popmobility”, “Move Away”, “All You
Ever” e la strumentale ed orchestrata “Bicycle Boy” come i brani
perfetti di “In Miniature”. Una boccata di ossigeno di cui avevo
davvero bisogno. (Fabio Degiorgi)
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