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..............................................RECENSIONI DISCHI
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AA.VV.
“Danza Meccanica: Italian Synth Wave 1982-1987”
LP (Mannequin/In The Nightime)


Quale miglior formato dell’immortale vinile per una compilation dedicata a dieci sotterranei progetti della new wave italiana degli anni ’80? Questo album è una bomba di emozioni fin dai primi solchi: come giustamente si può capire dal titolo e sottotitolo, qui sono i sintetizzatori e le drum machines ad essere protagonisti e trait d’union in tutti i gruppi coinvolti, sebbene le gelide sonorità presenti siano spesso orientate verso una cold wave con tanto di basso vero e chitarre, opportunamente effettate da chorus e flanger. E se tutti i partecipanti hanno il proprio stile e personalità, c’è pure una fortissima omogeneità di fondo, dovuta al periodo temporale ben definito di queste tracce, poco più di un lustro. Potrei decantare i dieci brani ed i rispettivi autori uno per uno, con descrizioni minuziose e prolisse, ma non è necessario, mi limito dunque a farlo solo con “Loneliness” degli Intelligence Dept., eleganza pura con sax e voce femminile da brivido. Gli altri nomi sono XNO, Vena, Victrola, Tommy De Chirico, Carmody, Janitor of Lunacy, Monuments (gli unici che già conoscevo per la partecipazione alla compilation “Body Section” della Spittle), Chromagain e Lisfrank, tutti validissimi e da riscoprire, andando alla ricerca delle loro sicuramente rare registrazioni. Per gli amanti della scena in questione, “Danza Meccanica” è un vinile fondamentale da non lasciarsi scappare, attenzione però: le copie stampate sono solo 500!
(Fabio Degiorgi)

AAVV
"Lunar Sea"
CD (Shinto rec.)

Nell'era del download selvaggio la maggior parte dei fruitori di musica preferisce scaricare le compilation piuttosto che comprarle e questo ha causato un forte crollo delle vendite. Tuttavia chi ama la musica preferisce acquistare un cd o un vinile piuttostoche scaricare un insulso mp3 facile da cancellare, da dimenticare, e da rinominare rendendolo anonimo tra migliaia di brani raccolti in un hard disc o in un lettore. Insomma un mp3, secondo me, non sarà mai paragonabile a un brano raccolto da un CD originale ma è solo frutto della massificazione generale che porterà purtroppo alla scomparsa dei supporti reali. Fino a quando esisteranno cd e vinili continuate a comprarli, solo così farete il bene della musica! Ma veniamo a questo sampler. Lunar Sea è una compilation in cui sono riunite ben 20 band provenienti dal panorama internazionale dell’attuale scena. La bandiera italiana è ben rappresentata da Lia Fail, The Spiritual Bat, Suicides Echoes e Vidi Aquam. La maggior parte dei gruppi presenti nella compilation hanno sonorità ethereal mentre i restanti progetti si addentrano in sonoritò dark wave dalle diverse sfacettature. La Shinto Records fa una buona ricerca di selezione ovviamente, essendo presenti ben 20 realtà, troverete bands più interessanti di altre, ma sarà solo il vostro gusto a sapere quali. Il CD raccoglie sia brani già editi che inediti e nuove versioni di canzoni già pubblicate. Si sentiva la mancanza di una compilation così ricca. Sostenete la Shinto Records acquistando una copia originale di Lunar Sea, in modo che il suo operato in futuro possa dare altri frutti e produrre altre compilations che promuoveranno bands che non hanno spazio da altre parti.
Sito Web: http://sin-tech.org/LunarSea.htm
(Nikita)

AAVV
"A tribute to Pier Paolo Pasolini: Songs for a Child"
CD BOX (Rustblade)

Sicuramente sarà esistita, ma io non ricordo di aver ascoltato un'intera compilation-tributo al nostro grande poeta-scrittore-regista (magari qualche brano qua e là, ma non un lavoro completo. Lasciando COMPLETAMENTE da parte qualsiasi richiamo ideologico-politico, inevitabile parlando di Pasolini (vengono sempre prima le sue idee, e poi la sua arte, fateci caso...) e concentriamoci su questa coraggiosa compilation edita dalla Rustblade di Stefano ":Banthier//". Il cd viene offerto in un cd-box rosso vivo, in edizione limitata a 696 copie (attenzione quindi!!!) con tanto di ciondolo spero molto esorcizzante visti i tempi, ma soprattutto una cartolina e un booklet con degli stupendi dipinti di Saturno Buttò, che coloratissimi quanto cupi, lasciano intravvedere di nuovo il talento innato di questo Artista (ma un plauso va anche al collage iniziale sul volto di Pasolini ed all'artwork del cofanetto a cura di Alessia Catanuto), Già quanto detto dimostra la cura che Rossello ha impiegato nel preparare questo cd, ma attenzione adesso ai nomi presenti. Si parte (e poteva esserci inizio migliore?) da 'Ostia' dei Coil, su cui non dico niente perché sarebbero parole comunque inadeguate; si prosegue poi con un omaggio degli stessi :Banthier// con un brano sì noise e ricco di campionamenti della voce di Pasolini (come avviene nella maggioranza degli altri brani) ma comunque 'quieto' rispetto alla tempesta a cui il gruppo ci ha sempre abituati. Un dolcissimo Spiritual Front riprende il folk-commerciale alla Ostara, con "My erotic sacrifice" (attenzione al testo...) e poi la sorpresa dell'amico Ah-Cama Sotz che con l'etera (sì, eterea) e mediorentaleggiante "Les mille et une nuit" (che il buon Herman si stia addolcendo con l'età?). Alio Die fa quello che ci aspetta da un Artista del suo calibro, ma supera anche stavolta se stesso cion il neoclassicismo ambientale di "Splendido Struggente" (che onestamente non conoscevo, almeno in questa versione, ma c'è da dire che la maggioranza dei brani del cd sono rari, inediti o nuove versioni), e subito dopo il Teatro Satanico con la sperimentazione trip-hop di 'Ppppetrolio'. Arriviamo al giro di boa, e vedo mr. In Slaughter Natives, ed ero già pronto al peggio, quando invece questo camaleontico svedese se ne è uscito con questa "Never closed my eyes" dove a parte il vocione simil-doom, è un gioiello di delicatezza straniante (beh, certo, alla maniera di ISN ovviamente...), mentre i sempre più lanciati Condanna virano maggiormente sulla sperimentazione, cosa a loro congeniale, in "Sotto un cielo di fango e sangue". Avevo 'paura' anche di "Supplica" dei Black Sun Production, e di "Dresden" di mister Nueva Germania, invece i primi hanno confermato l'innato talento, con pochi ma decisi suoni, ed io già me li immagino in una delle loro (scandalose!!!) performance, mentre per i secondi l'ethereal si è fatto nuovamente strada, almeno per questo remix di 'Dresden'. Cosa ci fanno i Frozen Autumn in questa scena tutto sommato legata all'elettronica più ambientalista, noise, power ecc? Semplice: una versione strumentale di "Citywards" molto drammatica e tesa, come se Diego e Arianna si siano voluti 'trattenere' con il solo ausilio di un synth e di campionamenti: esperimento riuscitissimo! Dei "Sandblasting" c'è una versione di "Memories" che da marziale diventa via via quasi darkwave (passatemi il termine). Chiudono la compilazione il sempre ottimo Marco Deplano alias Wertham, che in "30.09.2009" sfoggia una dark-ambient di tutto rispetto , e la conclusiva "The spirit of love" affidata al progetto 'Catholic Boys in heavy leathers' che sicuramente fra industrial, power noise, urla di piacere/dolore è l'unico punto di contatto con chi conosce la Rustblade ed i suoi artisti. Insomma, un ottimo tributo che sarebbe sicuramente andato a genio a Pasolini, e che vista l'edizione limitata, e i nomi dei partecipanti, spero abbia il successo che merita completamente. Ripeto: ideologie alla larga, si parla solo di musica.
Sito Web: www.rustblade.com
(Anialf)

ACER ODOR CUTIS
"Nostalgia"
CD (Autoprodotto)

Il desiderio da parte di Sariel, mente di Suspirium e chitarrista-cantante di Grimwald, di aprire le proprie vedute al di là dell’area black metal conduce il nostro a questo progressivo viaggio tra le braccia della Nostalgia, intesa dall’autore come mancanza dell’amore da parte di una persona cara ormai perduta. Si percepisce nelle 8 tracce dell’opera il background neo-classico di Sariel, non peraltro cresciuto in una piccola orchestra suonando l’oboe. Quasi completamente strumentale, “Nostalgia” é avvicinabile ad una piccola opera di prog sinfonico permeato da una sottile vena malinconica sempre serpeggiante nel corso del lavoro, che ben riesce a trasmettere il sentimento dell’assenza, come nelle mire dell’ideatore, con le linee di oboe a far da guida portante all’intera trama del disco. Un’avventura nuova e complementare alle altre esperienze dell’autore in campo black, che va a sancire un ottimo percorso di crescita a livello artistico.
Sito Web: www.myspace.com/acerodorcutis
(Oflorenz)

AKANOID
"Civil Demon"
CD (Echozone/distr. Masterpiece)

Pallidini, sebbene abbiano accompagnato De/Vision e Cruxshadows nei vari tour. Giocano a mischiare le carte tra electro, wave, alternative rock e pop per non precludersi nessuna futura mutazione. Pallidini in quanto non hanno ancora trovato uno sbocco personalizzato, il sound è nonostante tutto ricercato ai limiti della sperimentazione giovanile, si avvicinano senza dubbio più ai De/Vision di qualunque altra band tedesca, ma proprio per questo si tende a paragonarli a qualcosa di pre-esistente piuttosto di plasmarli in un qualcosa di ancora indefinito. Ed è questo a cui i ragazzi vanno incontro, un misterioso muro sonoro da elaborare strada facendo, con le idee poco chiare sul futuro, ma dal presente comunque eccentrico e frizzante come il disco. Delle chitarre più pesanti ed una elettronica più potente avrebbero senza dubbio accentuato la ritmica senza lasciarci con l'amaro in bocca di aver ascoltato una band fragile e insicura del proprio ruolo all'interno del panorama electro.
(Matteo "Pinhead" Chamey)

ALLGRENA
"Ursprung"
CD (Erdgut)


Riconducibile nella sua interezza alla mente del viennese Franz Nigl, “Ursprung” è un lavoro di non facile assimilazione, e soprattutto complicato da inquadrare. Pur comprendendo elementi di dark-ambient e ruvide sonorità industrial-noise, non rientra nella media delle canoniche opere di settore, e forse proprio da questo in fondo trae la propria forza e la propria originalità. Sembra quasi che lo spettro della tedesca Maria Zerfall si ri-materializzi sotto spoglie maschili, creando nell’ascoltatore quella estraniante sensazione di disagio ed alienazione che solo certi dischi riescono a trasmettere. La voce gridata a mo’ di slogan e sporcata con echi e distorsioni, una vena rumoristica “ragionata” e mai debordante nel noise sconclusionato, con qualche brano che spara linee elettroniche trascinanti e meglio metabolizzabili, come “Ein eiskalter hauch”: per chi è abituato a muoversi nell’area grigia che sta dalle parti del cosiddetto martial-industrial, sarà una piacevole sorpresa.
Sito Web: h ams.astro.univie.ac.at/~nendwich/Allgrena/
(Oflorenz)

ANTIchildLEAGUE
"The Father"
CD (Hagshadow)

ACL è la creatura power- electronics di Gaya Donadio, nostra connazionale trasferitasi a Londra già da qualche tempo, e titolare tra l’altro dell’ottima distro-label Hagshadow. In azione ormai da circa 10 anni, finalmente Gaya raccoglie idealmente il meglio della sua produzione e lo condensa in questa vera e propria “Collection of experimental/harsh and melodic noise”!, come lei stessa ama citare sulla back cover del dischetto. Se la scuola è senza dubbio quella di ConDom e Genocide Organ, l’uso estraniante della voce – quasi sempre in forma recitata - ed alcuni lenti e pesanti frangenti del lavoro mi ricordano prepotentemente la mitica tedesca Maria Zerfall (ascoltate “E-Man”). Strumentazioni analogiche si intersecano con sonorizzazioni digitali, mentre i testi toccano tematiche quali i traumi psicologici della mente umana (anche di natura religiosa), la sovrappopolazione del pianeta e lo strisciante controllo cui è sottoposta, talvolta inconsciamente, l’odierna società. In definitiva uno spettacolare e convincente assalto sonico di matrice anglosassone e soprattutto italiana, anche perché, come ci tiene a precisare Gaya, registrato a Londra ma “con la vista della Cappella Italiana di Orkney” !
Sito Web:
www.myspace.com/antichildlleague
www.hagshadow.net

(Oflorenz)

ARPIA
"Racconto d'inverno"
CD (Musea Records)


Ritornano finalmente gli Arpia, gruppo storico romano dedito ad un rock progressivo con tinte dark, di cui qualche tempo fa avevamo già recensito il precedente album "Terramare". "Racconto d'inverno" è innanzitutto un libro scritto da Leonardo Bonetti (voce, basso, synth degli Arpia). La band si è ispirata alla storia narrata dal librto per questo “racconto musicale”. Una colonna sonora molto avvincente che immergerà l’ascoltatore in un'epoca lontana, devastasta da una guerra feroce che portò solo orrori,solitudine, fame... Ma chi sono gli Arpia? Sono il già citato Leonardo Bonetti (voce, basso, synth), Fabio Brait (chitarra), Aldo Orazi (batteria), e dall’uscita di "Terramare" (2006) Paola Feraiorni (seconda voce). La band romana, nata nel 1984, è uno dei pochi gruppi musicali che crea arte, infatti prediligendo la qualità e la sostanza, dalle sue origine ha inciso solo poche composizioni (3 cd, due demo e un 7"). "Racconto d'inverno" esce per il loro 25° anniversario ed è un ottimo modo per festeggiare degnamente la loro carriera. Una volta entrati in questo "Racconto d'inverno" vi sarà difficile uscirne, vi affascinerà e vi ammalierà. E' difficile raccontare un disco così emozionante e coinvolgente quindi vi consiglio di vivere sulla vostra pelle questa esperienza straordinaria ancora più intensa se accompagnata dalla lettura del libro (vi rimando alla recansione).
Sito web:
www.arpia.info/
www.myspace.com/arpia1

(Nikita)
ASYLUM
" Mare Tranquillitatis"
CDR (Autoprodotto)


Le sei sperimentali tracce del cdr sono tratte da registrazioni risalenti al periodo 2004/2009, in cui il master mind partenopeo Cryos prosegue la sua ricerca in area elettro-industrial dopo alcuni demo (il progetto ha esattamente 10 anni) ed un album uscito per la Dead Love. L’aspetto ritmico, ripetitivo e martellante, è decisamente prevalente nel corso dei 25 minuti del demo, ricordando a tratti le tardive sperimentazioni “acid” dei Coil di “Windowpane” o degli Psychic TV anni ’90. Non mancano peraltro aperture ambient-lisergiche come in “Dancing in the light star to star”, unico episodio a donare una parentesi di respiro. Decisamente un bell’acid trip!
Sito Web: www.myspace.com/asylumcryos
(Oflorenz)
AVOID-A-VOID
"Abyss Desires"
CD (Echozone./ Masterpiece distr.)


Avoid Avoid è uno dei tanti progetti electro pop che invade la scena tedesca. La band, pur ricordando De Vision e Covenant, ci offre 12 tracce molto semplici e per nulla personali che scadono, a parer mio, nel banale senza incuriosire l’ascoltatore anzi stufandolo già dopo pochi ascolti. Gli Avoid Avoid secondo me per emergere dovrebbero sperimentare di più, prestando più attenzione alla ricercatezza sonora. Solo in questo modo la band riuscirebbe ad arrivare a melodie più interessanti.
Sito Web: www.myspace.com/avoidavoid
(Nikita)
BIOMEKKANIK
"State Of Perfection"
CD (SubSpace Communications)


Solo-project ideato da Christer Hermodsson (S.P.O.C.K.), brillante opaco e per questo fuori dai canoni electro-patetici del movimento emergente. Gli S.P.O.C.K. sono tra i gruppi più divertenti del panorama synthpop svedese, ironici e perfezionisti, mentre Biomekkanik si distingue per distorsioni calibrate dance-oriented con venature pop-rock. La pulizia sonora tipica della band di riferimento abbraccia l'intero progetto, sebbene gli elementi industriali facciano capolino qua e là per creare un po' di imbarazzo chimico. "Rock Solid" sintetizza quanto detto in precedenza, l'orientamento sembra così definito e la sensazione di appiattimento prende il sopravvento pur confermando i buoni propositi iniziali, lontani dai canoni harsh ebm. Gli S.P.O.C.K. si avvertono nel contorno sonoro, manca la loro verve e il loro desiderio danzereccio di stupire senza esagerazioni, sebbene il sound sia decisamente più ricercato, forse per evitare inutili doppioni che parrebbero fuori da ogni logica. La cover di Peaches "Fuck The Pain Away" non stona ma il giro di basso-meccanico unito ad un vocal morbido non possono nemmeno sfiorare il brano originale. "Come And See My World" salta indietro nel tempo per un brano dance anni '90 pizzicato da bagliori piano-trance deliziosi. La title-track invece si pone in mezzo al guado, tra 90 e 2000, tra dance e pop-rock, quel brillante opaco assimilabile con serenità.
(Matteo "Pinhead" Chamey)
BLIND CAVE SALAMANDER
"Troglobite"
CD (Shayo rec.)


La Shayo records (label svizzera) in questi anni di produzione musicale ha scelto un percorso raffinato scegliendo bands che hanno come scopo musicale un’attenta ricerca sonora. Per questo motivo l'etichetta elvetica è riuscita a produrre dei buoni CD, e questa nuova uscita non fa che confermare la qualità delle sue produzioni. Dietro lo pseudonimo di Blind Cave Salamande si cela Francesco Modense Palumbo, conosciuto nell'ambiente industrial e ambient con altri progetti, tra cui il più noto è Larsen. Il cd prodotto da Marco Milanesio è un disco di musica ambient minimale, quasi una colonna sonora per un ipotetico film immaginario, in cui Palumbo è accompagnato da speciali ospiti: Julia Kent, Paul Beauchamp, Michele Begg, Marco Milanesio e Paul Walfisch. La maggior parte delle tracce sono brani strumentali, ma quello che mi ha colpito di più è stato "(set the controls for) The heart of the sun" cover di Roger Waters, in cui le voci ben si impastano con la musica minimale. Un buon disco ambient dove l’uso di strumenti elettronici uniti a quelli classici (il cello) crea una dolce e melancolica atmosfera.
(Nikita)
BRILLIG
“The Red Coats”
CD ( Black Rain )


Riecco il terzetto australiano “da Alice nel Paese delle Meraviglie” alle prese col nuovo terzo album. E anche stavolta, ligi alle follie del loro matto mondo, propongono dodici ballate folk in stile puramente americano, con tanto di banjo, accompagnamento di battimani, organetto… No, non sono io che ho preso un colpo di sole (vista la stagione) sono proprio loro che hanno inciso un disco del genere! Ascoltate la title-track, chiudete gli occhi, riapriteli, e poi vi ritroverete in pieno country western style! Beh, forse sto andando un po’ troppo sopra le righe, fatto è che se mi avessero detto che i Brillig, ascoltati i loro trascorsi, sarebbero divenuti una sorta di Johnny Cash virato neo-folk… Che poi quest’ultima definizione nemmeno calza del tutto, perché veramente le ballate che il trio propone, hanno tutto il sapore di grigliate improvvisate negli immensi spazi americani; in alternativa, se proprio dobbiamo trovare qualcosa di ‘dark’, possiamo pensare a qualcuno dei racconti sonori di Nick Cave (visto che così restiamo in terra australiana) o un Leonard Cohen meno cantautoriale ed intellettuale. Brani letteralmente ‘da taverna’ (ma in senso buono, intendiamoci) l’ho trovata nella musica, nel canto e nel testo di “The Old Captain” o “Emily of the grace”. Ma poi, giriamoci attorno finché si vuole, ascoltando l’attacco di “Intermission” o “Jack Davey” con tanto di armonica a tenere traccia del lento snodarsi dei brani. L’accoppiata delle due voci maschile e femminile, poi, fanno tornare immediatamente alla memoria i Kelly Family o Hank Williams… Insomma, l’unico paragone con la scena attuale, ma un po’ alla lontana, potrei trovarla in progetti come Naevus, Blook Axis, ed in instanza generale dai gruppi maggiormente influenzati dal rigore folk americano: per questo disco… Imprevedibili a dir poco!
(Anialf)

CADABRA
"Wave action"
CD (Fono Arte)

I Cadabra sono una giovane band italiana che può vantare già quattro pubblicazioni. “Wave action”, ultimo lavoro sulla lunga distanza, è pubblicato dall’etichetta abruzzese Fonoarte e ci conferma un gruppo ai vertici del panorama wave italiano. Le intenzioni, le origini e le attitudini di Sebiano Cuscito (chitarra, voce), Vincenzo Romano (basso), Francesco Radicci (batteria) non sono, peraltro, tenute nascoste. È dal titolo, infatti, che emerge, più di ogni altra cosa, quello sarà il sound di questo “Wave action”, lavoro che si articola in otto tracce. In copertina due ragazzine camminano lungo una spiaggia, quando ormai l’estate è finita da tempo, in un’istantanea che, volutamente, rimane scarna e sfocata. “The spell” apre il lavoro e, subito, l’attacco della coppia batteria/basso ci fa venire in mente “Play for today” (e scusate se vado a scomodare proprio loro, ma mi viene troppo naturale!); quando arriva la chitarra, ascoltiamo una tipica “elettrica” di stampo dark/wave: incisiva, puntuale e pungente. “Sister” e “Those three days” (qui la sessione ritmica mostra i muscoli in apertura) nascono più rockettare (e se proprio dobbiamo cercare un riferimento musicale, potremmo pensare ai sisters of mercy o ai mission) ed il cantato di Sebiano Cuscito è sufficientemente grintoso, senza tralasciare un’ottima propensione all’armonia. “Watching me change” è il singolo estratto. Chitarra, basso e batteria entrano ancor più in sintonia per un pezzo che ha il merito di entrare subito nelle orecchie degli ascoltatori. Ogni buon fan dei cure cercherebbe accostamenti (se non altro per il titolo simile) con la perla di “Watching me fall”, contenuta nel formidabile “Bloodflowers” (fiction 2000). Ma, fatte salve le sopraccitate analogie, il brano si apprezza per una carica non indifferente e per una linea melodica superiore agli altri pezzi. In “The addiction” è la voce che entra in scena subito e senza indugio, mentre “Other side” è decisamente una delle migliori e delle più intense. Il sound si ripiega su se stesso, mentre si smorzano i toni e si lascia lo spazio alla malinconia (“I would smile to be your sacrifice”). “All your bodies”, che continua su quanto tracciato in precedenza, anticipa “Christabel”. Con l’ultimo pezzo i Cadabra si spingono oltre per strizzare l’occhio al pop, proponendo una delle più belle creature di “Wave action”; la sua tendenza a virare il sound verso un versante più easy, ci fa ancor di più apprezzare un epilogo davvero azzeccato. Un ottimo lavoro che non smentisce quanto i tre musicisti andavano anticipando con quel titolo tanto profetico. Un disco di genere, ma non per questo manieristico, che ci sentiamo di consigliare.
Sito Web: www.myspace.com/cadabraband
(Gianmario)

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