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EGIDA AUREA
"La mia piccola guerra"
CD (HR! SPQR)


Il mini del 2007 “Storia di una rondine” e le occasionali live gigs di questo 2010 facevano presagire un full lenght d’esordio grandioso per il gruppo di Diego Banchero, ma ammetto che “La mia piccola guerra” supera addirittura le aspettative, toccando anima e cuore con le sue ballate ed i suoi anthems fuori dal tempo. Musica popolare, arie di folk tradizionale e una certa attitudine cantautorale (nel senso più nobile del termine) si mescolano nei 9 quadretti raccontati dalla voce calda e potente di Carolina, e messi in musica dalla vena ispirata di Diego, coadiuvato per l’occasione da un vero e proprio super-gruppo: oltre all’ossatura di Egida, partecipano infatti al disco artisti e musicisti amici della band, tra cui l’immancabile Claudio “Runes Order” Dondo ed i ragazzi dell’ottima elettro band lucana Hidden Place. Ma “La mia piccola guerra” non vive di soli ritmi e melodia, bensì può essere considerato una piccola collezione di poesie messe in musica, poesie ispirate in buona parte alla caduta dell’”entità Europa” e dei suoi valori, al triste e progressivo declino della civiltà e della cultura occidentali. “Egida Aurea”, che ispira il moniker stesso del progetto, “Congedo” e “L’ultimo valzer” (quest’ultima non menzionata in tracklist) ne sono mirabili esempi, ma non mancano anche richiami storici a più ampio raggio (“Lo zar non è morto”) e storie di ordinaria guerriglia urbana, come raccontatoci dalla bellissima “Memorie di gesta”, il cui refrain dopo un paio di ascolti non ci vuole più abbandonare la mente. Un disco chiaramente destinato a valicare i confini della cosiddetta area “neofolk”, forte di quell’essenza – oggigiorno così rara – che lo renderà capace di rifulgere di luce propria. Accogliamo con entusiasmo questa nuova stella che brilla dalla città di Genova sull’intero panorama musicale italiano contemporaneo.
Sito web: www.myspace.com/egidaaurea
(Oflorenz)

ENDS
“s/t”
CDR demo (Autoprodotto)

Duo anglo-italiano composto da Thomas (voce e basso), Simone (chitarra) e una drum machine, ci presenta questo demo che sembra giungere direttamente dagli anni ’80, per stile, sonorità e perfino per la registrazione, la quale ricorda appunto i gloriosi demo-tapes del secolo scorso. Post-punk diretto ed essenziale, con tre brani sicuramente ancora acerbi e da raffinare, ma non privi difascino, che piaceranno agli inguaribili nostalgici del genere, sia per la tensione emanata, sia per quel fascino retrò di cui parlavo sopra. Li potere ascoltare direttamente sul loro myspace: www.myspace.com/endsuk
(Fabio Degiorgi)

LES FRAGMENTS DE LA NUIT
"Demain, c’était hier"
CD (Eqvilibrivm)

Favoloso progetto di natura orchestrale fondato nel 2005 dalla violinista Ombeline Chardes e dal pianista Michel Villar con lo scopo basilare di scrivere colonne sonore cinematografiche, il duo si è presto allargato sino a raggiungere gli 8 elementi che performano questi 12 piccoli capolavori presenti in “Demain…”, seguito dell’esordio di due anni or sono intitolato “Musique du Crépuscule”. La perizia tecnica messa in campo dal combo francese è fuori discussione, così come l’efficacia delle melodie strumentali interamente scritte da Ombeline e Michel. Il fatto che il gruppo citi Debussy così come Arvo Pärt tra le sue principali influenze vi sia da indicazione su quanto vi attende con l’ascolto del disco, che oserei accostare ancor più ad una vera e propria suite di musica classica piuttosto che a quanto partorito da altri (pur ottimi) progetti francesi in area “ethereal”, vogliamo ricordare su tutti Collection d’Arnell e Dark Sanctuary. Per appassionati di label quali Prikosnovenye o Projekt, ma anche e soprattutto per amanti della Musica colta, quella con la M maiuscola. Sito web: www.myspace.com/lesfragmentsdelanuit
(Oflorenz)

GOLDEN APES
“Denying The Towers, Our Words Are Falling From…”
CD (Echozone/distr. Masterpiece)


Sesto album per questa band berlinese attiva dal 1988, fautrice di un gothic rock debitore di Mission & C. dotato di tutti gli ingredienti più tipici del genere. I 12 brani qui presenti sono in buona parte ballate romantiche, fra loro piuttosto eterogenee e sicuramente ben costruite. In “Taming a Dream” e “The Silence (That I Call Speech)” i G.A. riescono perfino ad andare oltre quell’atmosfera pomposa che aleggia su quasi tutto il CD per proporre qualcosa di più ravvivante: il primo è un originale ibrido wave-post metal, mentre il secondo, grazie al suo incedere, è il brano-killer che ogni album dovrebbe avere. Degna di nota anche “Digging Towers”, una canzone davvero bella dalla struttura che ricorda certa musica celtica. Nel complesso, “D.T.T.O.W.A.F.F …” conquisterà meritatamente i suoi estimatori, dal canto mio trovo solo che i 70 minuti di durata siano un po’ troppi da digerire tutti di fila.
(Fabio Degiorgi)
GOTHIC MULTIMEDIA PROJECT
"Clam, Dolenter"
DVD/Interactive Multimedia Software (Théâtre de la Mort 08)

Il progetto genovese di James M.Jason, che come forse ricorderete già ospitammo sulle nostre pagine in più di un’occasione (parlammo per la precisione del doppio “Grim” e dell’antologico quadruplo “Antibox”) pone con “Clam,Dolenter” un tassello destinato a lasciare una traccia indelebile in ambito artistico/musicale oscuro. Penso che non ci sia occasione in cui l’appassionato e il recensore di musica in questi ultimi anni non finiscano per interrogarsi sull’originalità delle uscite discografiche, anche delle più brillanti. Ebbene, il GMP finalmente concepisce un progetto che a mia memoria non ha precedenti: un disco le cui 26 tracce sono costituite da brani multimediali accompagnati da video e visuals parte dei quali interattivi e su più livelli (a voi la bravura e la fortuna di scoprirli per intero!), il tutto sotto forma di esplorazione di un’antica ed abbandonata “villa dell’orrore”. Il DVD, prodotto da Théâtre de la Mort 08 ( http://www.myspace.com/TdlM08 ), contiene infatti un software compatibile con tutti gli odierni sistemi Windows, Apple e Linux, che una volta inserito nel lettore vi svela - passo dopo passo - i 5 terrificanti ambienti della villa: la Cantina, il Piano Terra, il Primo ed il Secondo piano, e per chi sarà così bravo da accedervi, la Soffitta. Il percorso nei meandri di questa casa misteriosa rappresenta un ideale viaggio nel proprio subconscio e nelle proprie paure, e se volete un piccolo assaggio di cosa vi attende con “Clam, Dolenter” vi consiglio di visitare il sito ufficiale del progetto: www.gothicdimension.com. Leggete le istruzioni del booklet prima di intraprendere il vostro percorso nella villa: avrete degli utili consigli di navigazione, oltre ad una presentazione del filo conduttore concettuale e musicale di ognuno dei 5 tetri ed affascinanti ambienti che vi attendono al varco. Il resto, lo vedrete, verrà da sé, e vi sorprenderete nel ritrovarvi ben presto perduti nelle spirali di questo mondo virtuale ed a tratti talmente coinvolgente da sembrare reale. A proposito di aspetto musicale dell’opera, Gothic come da tradizione non rientra in alcun genere predefinito, preferendo altresì esplorare la materia oscura a 360 gradi. Elettronica, avanguardia, atmosfere doom, spirito black e sperimentazione estrema si fondono in un mosaico sorprendente e multiforme, mettendo alla prova l’apertura mentale di ogni ascoltatore di musica che si rispetti. “Clam, Dolenter” in definitiva risulta come l’opera più drasticamente avanguardistica e “futuristica” che ci sia capitata in questo ultimo lustro e oltre, un lavoro multi-livello dall’approccio senza dubbio complesso che saprà ritagliarsi il suo spazio ben al di fuori del circuito prettamente musicale: sarà infatti presentato presso alcune rassegne trattanti video-arte ed installazioni multi-mediali, alcune anche al di fuori del nostro paese. Non temete di affrontare questo viaggio, e preparatevi ad approcciarvi ad un’esperienza quanto mai intrigante e cerebrale. Gothic Multimedia Project è formato da James M. Jason, David Bosch e John Ruin, e questo suo ultimo parto é semplicemente geniale.
(Oflorenz)

G-RG
"Border-line"
CDr (Autoproduzione)

Melodiose trame oscure mutanti tra wave ed electro dei tempi che furono si intrecciano in “Border-line”, brillante ed intrigante esordio del progetto toscano G-RG che al momento ha già pressoché completato anche il seguito intitolato “Another World”. Sensazioni molto “cold” tra i vecchi cari “Chrisma” e gli eterni Kirlian Camera rivivono tra le 9 tracce del disco, ottimo nel saper dosare in maniera ottimale atmosfere minimal electro con sintetiche melodie che in più di un frammento (potremmo citare “Discoteque” su tutti, ma non é l'unico) si presterebbero ottimamente al dancefloor. La versione del secondo lavoro “Another world” a mia disposizione non é quella definitiva, ma ciò non ci impedisce di promuovere anche questo secondo lavoro di G-RG, che prosegue sostanzialmente il filo conduttore dell'esordio diventando così anch'esso un must per i cuori nostalgici dell'ottima electro-wave che il nostro paese seppe e sa tutt'oggi partorire. L'autore ha deciso di condividere e diffondere la sua opera sotto la licenza di Creative Commons, troverete dunque entrambi i dischi in download sulla sua pagina Myspace: www.myspace.com/giulioli
(Oflorenz)

HALO IN REVERSE
"Trials and tribulations"
CD (Alfa Matrix)

L’one-man project a stelle e strisce di Joshua Steffen reinizia il percorso ove bands seminali nel crossover tra rock pesante e patterns sintetici – leggasi NIN e Ministry - l’avevano lasciato. Un mix che ho sempre faticato a trovare particolarmente attraente e/o innovativo, e se poi aggiungiamo i refrain piuttosto “catchy” con cui il nostro senza dubbio potrà aspirare ad arringare una fetta di pubblico più eterogenea, la storia non migliora di certo. Scontati i testi, tra vita vissuta, tradimenti e sesso, per un album del quale stento obiettivamente a trovare un qualsivoglia valore aggiunto rispetto a quanto la scena abbia già espresso ripetutamente sino ad oggi. Come per tutte le recenti uscite di casa Alfa Matrix, è prevista anche una limited edition con dischetto aggiunto di bonus e remix.
Sito web: www.myspace.com/haloinreverse
(Oflorenz)

HAUSHETAERE
"Syndicate"
CD (Alfa Matrix)

HAUSHETAERE nasce dall’incontro artistico tra la frontwoman Nadine Cooraz e l’”Acylum” Pedro Engel, e debutta proprio con Syndicate che uscirà anche in una limited edition comprendente il solito dischetto di remix di brani del gruppo ad opera di altri electro acts della scena (tra cui Leather Strip, Dolls of Pain e gli stessi Acylum). Direi che la definizione con la quale la stessa Alfa Matrix descrive il suo ennesimo parto non fa una piega: i Blutengel incontrano Pzichobitch, ed eccovi servito un altro bel polpettone dark electro sporcato di riverberi industrial e condito, nel caso di Syndicate, addirittura con una spruzzata di hip hop: in “Believe” il rapper berlinese Joe Rilla porta un tocco del suo bagaglio aggiungendo così ulteriore elemento di crossover; peraltro, il cantato ricalca ritmiche vagamente rap anche in altri frangenti del disco (Rauschgift), forse puntando alla faticosa ricerca di nuovi elementi per distinguersi dal solito calderone hard-synth-pop ormai trito e ritrito.
Sito web: www.myspace.com/haushetaere
(Oflorenz)

I:SCINTILLA
"Dying & falling"
CD (Alfa Matrix)

Ritornano, ancora una volta sotto la produzione di Wade Alin, gli I:Scintilla capitanati dalla bella Brittany Bindrim. Se il synth-pop di facile presa è il marchio di fabbrica della band di Philadelphia, ritroviamo in episodi quali “Dying &Falling” e “The shake” qualche timido tentativo di ricerca verso territori vagamente trip-hop e di elegante elettronica alla Hooverphonic; proprio in questi frangenti la voce sensuale di Brittany fa miglior mostra di sé, forse tracciando quella che potrebbe essere una strada valida per distanziarsi dalla classica “ricetta Alfa matrix”, ad onor del vero ormai giunta a mostrare la corda. Se le ariose aperture orchestrali di “The shake” ci sorprendono, il gruppo tutto sommato risulta godibile anche in talune tracce più club-oriented come “Prey on you”, dove lo stile Marsheaux sembra aver lasciato qualche buona scia.
Sito web: www.myspace.com/iscintilla
(Oflorenz)

JACQY BITCH
“When Walls Cry”
CD (Alone Prod.)

Conosciuto anche dai deathrockers italiani, l’ex cantante dei francesi Neva torna con un nuovo album. Se il genere è sempre il solito (mi sono perfino nauseato a nominarlo), a suo modo prevedibile, ammetto che il cugino transalpino, merito anche la sua trentennale esperienza, si colloca insieme alla sua band diverse spanne sopra la schiera dei cloni dei cloni di Rozz Williams e dei Christian Death di “Only Theatre of Pain”, i quali hanno infestato ogni parte del globo Francia compresa. No, tranquilli, al di là di qualche posa simil-mansoniana, la musica è di qualità, i brani catturano subito nella loro atmosfera mortifera, e si ascoltano volentieri senza sapere di fotocopia sbiadita. Magari “When Walls Cry” non reggerà la prova del tempo, ma oggi, specialmente in una scena sempre piuttosto chiusa in se stessa, non si pretendono a tutti i costi capolavori innovativi e ci si accontenta anche di buoni dischi come questo.
(Fabio Degiorgi)

J ORPHIC
"Cum ipse gratia"
CD (Ufa Muzak)

Cartonato a tiratura limitata (120 copie) per questi milanesi al loro terzo lavoro, autori di questo album di martial neoclassic, che racchiude un po' tutto ciò che rappresenta le prime due ondate del genere, quindi primi Der Blutharsch, momenti sinfonici à la Wappendbund, i Sophia di Herbstwerk e così via. Quello che va evidenziato è che in questo apparente minestrone questi musicisti non perdono mai la bussola proponendo qualcosa che seppur non brillando per originalità, presenta tuttavia un suo sound originale e bilanciato nelle varie influenze con momenti davvero riusciti. Testi declamati in latino, inglese, italiano e se non erro tedesco, che attraversano le singole tracce con incedere fiero e oscuro, rappresentano il vero valore aggiunto del cd, assieme al design ed alla composizione originale del packaging fatta di bellissime foto. Consigliato agli amanti del genere ed a chi vuole avvicinarsene.
Sito web: www.myspace.com/jorphic
(M/B'06)

JUNE 1974
"Artestetica"
CD
(AreaSonica Records)

Prosegue il percorso culturale dello scrittore e poeta Federico Romano con questo suo secondo lavoro. circa 23 minuti di musica che si snoda su sei tracce che rispetto al precedente lavoro sterzano decisamente sull'elettronica ballabile dal punto di vista musicale, ma si legano al debutto con l'atmosfera che regna sognante ed evocativa. Immagino che l'obiettivo dell'autore sia semplicemente di creare una colonna sonora ai suoi scritti e forse ci riesce anche, ma senza fare davvero nulla di nuovo. Bella la copertina, consigliato ai fan di Federico Romano!
Sito web: www.myspace.com/june1974music
(M/B'06)

KARMA IN AUGE
"Memorie disperse"
CD (Autoprodotto)


Niente male questi ragazzi di Taranto, che propongono questo EP autoprodotto di rock new wave cantato in italiano in pieno stile Litfiba e Diaframma. A loro va tutta la mia simpatia, visto che sembrano davvero molto giovani e ci vuole parecchio coraggio a buttarsi in un genere che era in voga quando eri bambino o poco più in una città come Taranto, che di sicuro non è certo la culla della new wave. In secondo luogo devo ammettere che non sembrano davvero dei novellini quando si mettono a suonare, ma piuttosto una band rodata che suona insieme da parecchio. Non perdo altro tempo in chiacchiere ed aggiungo solo che, se avete nostalgia della wave anni 80, seguite questi ragazzi che hanno tutte le carte in regola per diventarne un riferimento.
Sito web: www.myspace.com/karmainauge
KILLING JOKE
“Absolute Dissent”
CD (Spinefarm)


Dopo la tournée del 2008, che ha ricostituito i Killing Joke nella formazione originaria dei primi tre album, con Martin Glover ‘Youth’ e Paul Ferguson a fianco degli onnipresenti Jaz Coleman e Geordie Walker, ecco anche il ritorno in studio, con un album che rappresenta la logica evoluzione del precedente “Hosiannas From The Basements of Hell” e allo stesso tempo una summa dei vari stili affrontati dai nostri in 30 anni di attività, con un eclettismo paragonabile solo a quello del fortunato “Pandemonium” del 1994. Molti sono i brani di alto livello e degni di essere ricordati, grazie alla perfetta fusione di rabbia e melodia coinvolgente, con il consueto muro sonoro ormai riconoscibilissimo, sebbene da molti imitato: si parte già alla grande con la title-track, per proseguire con la stessa intensità in “Fresh Fever From The Skies”, “In Excelsis”, un esempio di come si possano scrivere canzoni stupende con due accordi di numero, e “Endgame”. Con “Honour The Fire”, il brano più malinconico nonché il mio preferito del CD, sembra quasi di sentire i Jesu, nipoti legittimi dei K.J. in quanto figli dei Godflesh. Con “Depthcharge” e “Here Comes The Singularity” si torna ai ritmi serrati, per soddisfare in pieno chi ha amato soprattutto gli esordi post-punk della band. Chiude il dub-industrial di “Ghosts of Ladbroke Grover”, troppo monocorde per i miei gusti, ma comunque dotato di una certa presa. Non mancano tracce dimenticabili, come la metal-pacchiana “This World Hell” (questa se la potevano proprio evitare) o quella paraculata di “European Supestate”, la quale, con la sua base electro-trance, potrebbe candidarsi a hit per quelle serate danzanti che tanto piacciono alla maggior parte del pubblico nerovestito odierno. Due parole anche sui testi di Coleman: a parte alcune eccezioni – vedi “The Raven King”, velatamente dedicata allo scomparso bassista che sostituì Youth nel 1983 – il tema portante dell’album, presente in diversi brani, è la denuncia dello strapotere delle multinazionali, responsabili di molti degli orrori del mondo contemporaneo. “Absolute Dissent” non sarà il miglior album in assoluto della carriera dei nostri, e sarebbe assurdo pretenderlo dopo i fasti davvero rivoluzionari del 1980-83, ma in questi tempi grami e di pochezza musicale è come un’oasi nel deserto. Semplicemente un gran bel disco, che non deluderà i vecchi fans e potrebbe conquistarne di nuovi.
(Fabio Degiorgi)

LA CHANSON NOIRE
7"
(Chaosphere / Helloutro / Necrosymphonic / Raging Planet / Raising Legends)

Andiamo a scoprire questo progetto portoghese, ideato da Charles Sangnoir, attraverso questo singolo in vinile che comprende tre tracce tutte suonate con il pianoforte. "O Bordel de Lucifer" e "Azarel", presenti sul lato A, sono brani dark cabaret romantici mentre sul lato B c'è la cover di "Hollow Hills" una bella e intensa interpretazione che non stravolge l'anima del brano ma lo fa rivivere in un'altra versione in cui Charles Sangnoir lo plasma grazie alla sua forte personalità. Che nostalgia il vinile, nonostante sia dato per morto per fortuna sopravvive ancora. Questo 7” è un assaggio che fa presagire alle potanzialità de la Chanson Noire, un progetto decisamente da scoprire.
Sito web:
www.lachansonnoire.com
www.myspace.com/lachansonnoire
(Nikita)

LISA HAMMER
“Dakini”
CD (Projekt)


La Projekt, che aveva già pubblicato l’ultimo lavoro dei coniugi Hammer come Mors Syphilitica (l’affascinante Feather and Fate) rilascia ora l’album da solista dell’incantevole Lisa, che stranamente però non ha voluto alcun aiuto dall’altrettanto valido musicista nonché compagno fin dai tempi degli N.C.S. e Requiem in White, o almeno così si evince dal booklet. Ho fatto questa premessa perché non ci aspetti un doppione di quando sinora ascoltato dal duo americano. Lisa, grazie alla sua ammaliante e sirenica voce, ci propone dei veri e propri mantra etnici assai minimalistici, rituali ideali per pratiche rilassanti. Ed è proprio qui il problema: cose del genere possono riuscire solo ad un’altra ‘Lisa’: Lisa Gerrard, naturalmente, che riesce con il solo apporto della voce, a non annoiare mai ma anzi invitare a proseguire negli ascolti. La Hammer purtroppo però non è ancora una musicista ‘completa’ secondo me: ha una voce personale e straordinaria, può contare evidentemente su validi collaboratori, ma i brani sono troppo dilatati, e ‘troppo etnici’ per essere ascoltati tutti d’un fiato. Uno ogni tanto può andar bene, ma la poca presenza degli strumenti non le gioca molto a favore: ripeto, esperimenti del genere sono per ora appannaggio della Gerrard (che però musicista completa lo è, a tutti gli effetti); c’è giustamente anche da dire che era indispensabile non duplicare ciò che era stato creato nel passato, e forse le mie parole sono proprio influenzate dai ricordi dei precedenti dischi. C’è qualche brano dove la Hammer osa di più, vedi Eleison, Be Not Afraid, o Chant no. 5 che rimanda agli esordi della Hammer negli N.C.S.; assai inquietanti e cupi, sperimentali; ma quando poi tornano i, seppur ottimamente realizzati, brani in puro stile mediorientale o misticheggiante, si rischia veramente un po’ di annoiarsi. Eppure le capacità anche compositive oltrechè musicali di Lisa ci sarebbero (lei stessa suona molti degli strumenti presenti nel cd) ma il disco è veramente troppo lungo, o meglio lo sono le tracce prese singolarmente. Peccato, perché una maggior energia anche negli arrangiamenti, una variegazione nell’andamento armonico, avrebbe fatto di questo cd un incanto: ripeto, non debbo essere frainteso, è un lavoro comunque da avere, ma attenzione a gustarlo a piccoli sorsi, altrimenti potreste chiudere il lettore molto prima della fine naturalmente dell’ultima nota.
Sito web: www.projekt.com
(Anialf)
LEÆTHER STRIP
"Dark passages + Seasons Change - I Don't"
CD (Alfa Matrix)


Il danese Claus Larsen è la mente dietro questo sinistro progetto, che ritorna con un doppio cartonato, che include "Dark Passages", colonna sonora dell'omonimo film diretto da Cesar Cruzed. Dall'unione di queste due menti è nato il video "Love Me Or Die", tratto dal precedente album: si può dire che è stato amore a prima vista tra questo regista di horror/thriller morbosi e questo musicista che trasuda perversione e freddezza da ogni nota della sua musica a cavallo tra electro, EBM ed industrial, accompagnata dalla sua voce distorta. La proposta musicale per certi versi ricorda i terrificanti "In Slaughter Natives", ma il feeling è ancora più oscuro e sadico, seppur più ballabile e meno brutale. Insieme alla colonna sonora, esce "Seasons Change - I Don't", 14 tracce che vanno da pezzi più ritmati come "The end of the road" e "Black Magic Man" alla depressiva "Dead Swan", per passare a "Bondage is not a Crime", vera e priopria hit da dancefloor: l'atmosfera è leggermente più rilassata di "Dark passages" e c'è spazio anche per remix e collaborazioni col norvegese Mortiis, personaggio davvero singolare famoso per i suoi trascorsi black metal e per il suo look da troll.
Sito web: www.myspace.com/leaetherstrip
(M/B'06)

LORE OF AGES
"The tides of time"
CD ( )

Direttamente dall'Australia i Lore of Ages ci portano quello che si può considerare musicalmente come una via di mezzo tra il genere drone che tanto successo sta riscuotendo grazie a quei pazzi dei Sunn O))), e le chitarre ed i riff dell'ultimo Burzum. L'album è breve, dura poco più di mezz'ora, come già il suo predecessore, il debutto "Reflections of the past" uscito l'anno scorso. Il retroterra culturale di questi ragazzi è sicuramente metallaro, tant'è che affidano le vendite del loro cd alla Black Metal Records, ma in realtà se ne staccano nettamente a livello musicale. La loro musica trae forza dai paesaggi nebbiosi e freddi degli inverni scandinavi, ed ogni riff colpisce nel segno imprimendo nella mente dell'ascoltatore una sensazione di grande tristezza ed ineluttabilità, grazie anche agli arrangiamenti assolutamente coerenti con l'atmosfera che regna per tutto l'album.
Sito web: http://www.myspace.com/loreofages
(M/B'06)

LOST IN DESIRE
"Lost in desire"
CD
(Echozone/distr. Masterpiece)

Debutto per questo gruppo capitanato dall'austro-americano Stephan nato a Vienna, che ci porta un album di musica gotica stantia, superata e strapiena di riferimenti ai vampiri che sembrano per questo ragazzo una vera ossessione, tanto da incidere un intero EP con 7 versioni della stessa canzone (che si intitola, indovinate un po'? Eh sì, "Vampire"!), la quale costituisce l'apertura del disco e direi il momento nettamente più riuscito. Giusto per darvi un'idea, la sensazione è di ascoltare i Tokio Hotel, o uno dei suoi miliardi di cloni, un po' meno rock ed un po' meno originali. L'intento evidente è di sfondare commercialmente facendo una musica che in sé non è disprezzabile, ma che è vittima delle mode e come tale oscillerà insieme ad esse. Il mio umile consiglio è di metterci un bel po' di personalità in più, investimento che darà sicuramente grandi profitti, visto che le capacità ci sono.
Sito web: www.myspace.com/lostindesiremusic
(M/B'06)