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AAVV
"Summoning the Elder Ones: A tribute to H.P. Lovecraft"
CD (GH Records)
Interessante tributo al grande scrittore americano di inizio novecento
H. Lovecraft che amava scrivere storie sia di terrore che di fantascienza
caratterizzate da uno spirito molto ironico. Ho amato molto Lovecraft
ed ho divorato quasi tutte le antologie dei suoi racconti. Finalmente
la scena oscura gli dona un tributo di tutto rispetto. Dieci tracce
che fanno da degna colonna sonora a chi voglia leggere i suoi
scritti accompagnato da buona musica. Si va da atmosfere decisamente
sinfoniche e teatrali ad un ambient tetro e fino ad arrivare a
tracce folk ritual marziali. I brani sono composti principalmente
da Kazeira e Igniis. Ottima la collaborazione con Opus Nigrum
nel brano "El Cemenoial" Un bel CD che vi consiglio
vivamente di acquistare e perchè non regalarlo a Natale con un
libro del grande scrittore. Mi raccomando non scaricatelo ma acquistate
la copia originale ;)
Sito web: www.gradualhate.info
(Nikita) |
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ALIEN
VAMPIRES
"Harshlizer"
CD (Alfa Matrix)
Ecco
il tipico prodotto Alfa Matrix per l’ennesima volta all’attacco
dei dance floors del continente! A sto giro si tratta del quarto
parto a nome Alien Vampires, duo italo-albionico che cavalca
ancora una volta la vincente ricetta “cyber-dance-industrial
vs estreme sex & blood”. E’ ben risaputo che un mix mortale
del genere spopola, soprattutto nei clubs teutonici, per cui
come recitava un vecchio detto calcistico, “squadra che vince
non si tocca”! Nysrok Infernalien e Nightstalker, supportati
dal guru Johan Van Roy che presta la sua voce nella cover di
Suicide Commando “See you in hell”, ci vomitano addosso la bellezza
di 29 tracce (14 + 15 del solito dischetto di remix e bonus)
al vetriolo, quanto a voi assicuratevi di gustarvele inguainati
in aderenti tute in lattex e stivali con tacco a spillo, magari
accecati dalle strobo e col cervello sotto acido. Per il consumo
casalingo invece, sfogliare il booklet del dischetto potrebbe
risultare attività ricreativa più godibile…
Sito web:
www.myspace.com/alienvampires666
(Oflorenz)
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AMGOD
"Dreamcatcher"
CD (Alfa Matrix)
Dopo 6 anni di silenzio (ed il precedente album era stato pubblicato
nel 1994!) tornano sotto Alfa Matrix i bavaresi amGod, progetto
di Dominik van Reich, ex-frontman dei famigerati yelworC, gruppo
dark electro. Questo progetto parte dal ribaltamento del primo
dei comandamenti "I am God", facendo sua l'essenza del satanismo
moderno di matrice Crowleyana (o forse la filosofia Nietschiana)
e tutto ciò che ne consegue. "Dreamcatcher" continua il lavoro
iniziato con yelworC (include infatti uno dei suoi pezzi classici
come Soulhunter) o e col debutto "Half rotten and decayed", costruendo
un album dark-electro con influenze industriali e voci dure e
distorte: è diviso in due cd, capitoli di un incubo sonoro intitolati
rispettivamente "Creeped & Bloody" e "Harsh & Dirty", presentati
ognuno come una release a sé, con tanto di libretti dedicati di
20 pagine ciascuno, strapieni dell'arte morbosa di Phil Amelung
(Armageddon-Industries.de), che ben si adatta sia al gruppo che
all'album. Disponibile anche un cartonato in edizione limitata
da 3 cd, che include l'album "Remixes", che raccoglie collaborazioni
e remix di artisti provenienti da varie scene musicali come DJ
La Sash & DJ Sandra Gold, Leaether Strip, DJ Roberto Q. Ingram,
Diabolic Art, Implant, Kant Kino, e due remix dello stesso amGod.
Sito web: www.amgod.info
(M/B'06) |
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ANDREAS
GROSS
"Stone Thrower"
MiniCD (Echozone/distr.
Masterpiece)
Sestetto
per metà femminile proveniente dalla regione tedesca del Rheinland,
Andreas Gross propone ottime melodie trasversali tra dilatazioni
shoegaze e 4 AD sound, con le voci di Tabitha e Jannika che
trovano la loro ideale dimensione in quel flusso chitarristico
sognante e leggermente psichedelico a tratti ingentilito dal
violoncello della terza girl Isabel Walter. Uscita parallela
al full lenght “We like ghost girls”, la mezz’ ora di “Stone
Thrower” è un vero tuffo nel passato che farà la totale felicità
degli inguaribili innamorati del dark sound vecchia scuola così
come dei fanatici di Slowdive e simili; e come potremmo dar
loro torto?! Appena il dischetto volge al termine emerge forte
la voglia di premere Play, e farlo ripartire da capo. Ed anche
se la finale “Relief” spezza un po’ il “dream-mood” con il suo
incedere più ritmato tipicamente indie-rock, “Stone Thrower”
rimane nel complesso un piccolo scrigno di suoni che parevano
ormai dimenticati nel tempo.
Sito web: www.myspace.com/andreasgross
(Oflorenz)
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ANGELZOOM
"Nothing is Infinite"
CD (Wannsee rec.)
Torna
la brava (e bellissima!) Claudia Uhle, che ricordiamo essere
già cantante nel progetto X-Perience, ma che da quando ha intrapreso
la carriera da solista, ha pubblicato solo due album, di cui
"Nothing is Infinite" è l'ultimo. Cosa dire: bisogna a tutti
i costi che gli amanti dei suoni in perfetto stile ethereal
gli diano un paio di ascolti, si innamoreranno immediatamente
di questi suoni pallidi, malinconici, specie nella parte centrale
dell'album. Senza alcuna pretesa, senza alcuna velleità complessa,
si tratta pur sempre di musica che desidera trasmettere emozioni,
e non dare messaggi o appartenere a qualche genere particolarmente
'gotico', sebbene da più parti il disco è classificato come
'dark-wave', cosa molto lontana dalla realtà. Anche in questo
cd, la Uhle è coadiuvata da Nik Page, come in passato, e che
sarà in tour con i Blind Passenger, ma questo non per accomunarla
ad un genere, quanto piuttosto a rappresentarne l'anima più
sensibile e delicata. Un po' come le collaborazioni con gli
Apocalyptica, ed in effetti se le si ascoltano bene, le canzoni
(le chiamo così perché comunque di pop si tratta, anche se venato
di un pizzico di 'dark' (bene, così l'ho detto e non ci penso
più)) hanno qualche reminiscenza di gothic-metal, togliendo
ovviamente tutta la parte più dura ed elettrica, e lasciando
spazio solo alla pura atmosfera. Brani come "My Innermost",
"These Arms Of Mine", la più cupa "Hypnotized" che è anche secondo
me la vetta dell'album (e qui interviene direttamente mr. Page
al controcanto). Come nel precedente album, anche in questo
troviamo due cover: la prima, che mi ha lasciato un po' indifferente,
è "The things you said" dei Depeche Mode, molto di maniera;
invece un vero tuffo al cuore me l'ha provocata "Fragile", che
già era bella di suo da Sting, ma che con la voce di Claudia
e gli arrangiamenti leggermente più accelerati anche se fondati
comunque sull'uso del pianoforte, me l'hanno fatta fortemente
riscoprire e riapprezzare. Qualche concessione un po' easy come
"Everyone Cares" e la citata "The things you said" non fanno
però testo, il disco è riuscito benissimo, e si fa ascoltare
con soddisfazione. La produzione poi di Bernd Wendlandt (già
con Cinema Bizarre e lo stesso Nik Page) hanno fatto il resto.
Esistono anche un paio di videoclip per ora distribuiti solo
tramite Youtube, che Vi consiglio di non perdere. Insomma, si
può anche essere soddisfatti di un ascolto più leggero, quando
comunque riesce a trasmettere dei sentimenti.
Sito web: www.angelzoom.de
(Anialf)
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ASBAAR
"Corona Veli Aurei"
CD (Black drone)
Ispirati ad uno splendido portfolio fotografico di Manel O.
Company, i 10 brani strumentali identificati da altrettanti
titoli in latino vogliono tracciare un’ideale connessione tra
l’uomo e la propria coscienza, tra l’uomo e l’energia universale,
tra l’uomo ed i propri spiriti ancestrali. Così Marc Merinee,
già mente dei catalani Eldar ed artefice unico del progetto
Asbaar, si pronuncia nella dichiarazione d’intenti presente
all’interno dell’elegante digipak che ci propone un estratto
dell’opera fotografica del suddetto Company, bravissimo nel
fermare il tempo – con i suoi scatti – tra splendidi paesaggi
naturali ed affascinanti luoghi di abbandono e desolazione.
Come l’iconografia dell’opera lasciava intuire, CORONA VELI
AUREI si muove tra le coordinate dark ambient che furono dei
primi progetti storici quali Raison d’Etre o Desiderii Marginis,
e mentre scriviamo è già in uscita il seguito del disco intitolato
"VITA MUTATUR NON TOLLITUR", sempre ispirato all’ opera fotografica
di Company, ed inteso come secondo capitolo di un lavoro da
considerarsi un unico concept. Affascinante.
Info: www.myspace.com/asbaar
(Oflorenz)
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BLOODY
MARY
"Party music for graveyards"
CD (Valery Records)
Nuovo lavoro per questi milanesi autori di un goth rock di matrice
finlandese ispirato a gruppi come The 69 Eyes e Him. Da questi
ultimi soprattutto attingono per quanto riguarda la parte strumentale,
mentre l'attitudine orrorifica, ma anche romantica ed ironica,
e le parti vocali di Aldebran ricalcano il solco scavato da
Jyrki 69. Le tracce sono tutte decisamente dinamiche, trainate
dai riff delle chitarre, ma soffocate dall'arrangiamento un
po' troppo "ovattato" che penalizza anche la voce. Il leit motiv
dell'album si snoda intorno alla storia di un uomo che subisce
la perdita dell'amata che perde la vita colpita da un misterioso
male. Lo scienziato Alteg non si perde d'animo e cerca di portare
tra i vivi la copia perfetta della donna, disseppellendo cadaveri
nei cimiteri al fine di recuperarne i componenti alla maniera
del più celebra dr. Frankenstein. C'è anche spazio per una cover
di tutto rispetto, "Pet Sematary" dei leggendari Ramones, qui
rifatta secondo i canoni musicali della band. In conclusione,
questo lavoro ha sicuramente delle parti interessanti ed è ben
curato anche a livello di copertina che richiama le opere di
Tim Burton e perfettamente si adatta al disco, per la realizzazione
della quale è stato scomodato Marco Hasmann. Quello che invece
manca è sicuramente originalità ed innovazione, che ci si aspetterebbe
da questa band che ha già 10 anni di esperienza alle spalle.
Sito web: http://www.bloody.it
(M/B'06)
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BOOTBLACKS
/ MONOZID
Split
7" (Major Label)
Collaborazione tra gli statunitensi Bootblacks ed i tedeschi Monozid,
limitata a 500 copie, 2 tracce a testa, le prime due dei newyorkesi.
Questo album è stato pianificato essere distribuito ed esaurito
durante il loro tour europeo che si terrà in autunno e verrà poi
distribuito in una seconda edizione in Europa tramite Major Label.
Esiste già un precedente tour insieme, questa volta in USA, tenutosi
l'anno scorso: l'impressione è quindi che i Monozid ricambino
il favore ai Bootblacks che, grazie alla collaborazione con i
tedeschi, sicuramente più attivi a livello europeo (sul loro sito
potete trovare il calendario dei live pianificati ed è davvero
massacrante!), ed al supporto di Major Label sotto la quale i
primi lavorano già dal 2005, possano sfruttare il tour per farsi
conoscere dal pubblico europeo. Mi sembra una soluzione ottima
visti i budget sempre decisamente risicati nell'ambiente della
musica non di massa, quella insomma fatta da gente che lo fa principalmente
per amore della musica e molto meno per i soldi (ci siamo capiti...).
La proposta musicale è sostanzialmente omogenea, i Bootblacks
ricordano un incrocio tra "Birthday Party" e "Sonic Youth", con
una forte attitudine anni 80, mentre i Monozid si riallacciano
a "Gang Four" e "The Sound". Entrambi si dichiarano post punk,
a cui potremmo aggiungere new wave, death rock e shoegaze e quindi,
c'è odore di Joy Division e non solo. Monozid presenta il primo
nuovo materiale registrato dal loro full-length del 2009 "Say
Hello to Artificial Grey“. Bootblacks invece è formato da ex membri
di "The holy kiss", "Woman" e "Bellmer dolls". Le due tracce sono
state registrate nei celebri Dollhouse Studios dove son già
passati
star del calibro di Nick Cave. In bocca al lupo!
Sito web:
http://bootblacks.net/media.html
http://www.myspace.com/monozid
(M/B'06) |
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CAMERATA
MEDIOLANENSE
"MDXXX"
CD (Creative Fields)
Ecco
a noi finalmente l’attesissimo primo disco dal vivo della Camerata
Mediolanense, che nella fattispecie raggruppa estratti da due
concerti risalenti al 2001 ed al 2002, rispettivamente Lipsia
(in occasione del Wave Gotik Treffen) e Landgraf, in Olanda.
Realizzato in 1000 eleganti digipak dall’ottima label alessandrina
Creative Fields, MDXXX colpisce sin dalle iniziali “Intro” e
“Nessun maggior dolore” per la potenza del suono, che esalta
ancor più che su disco brani epici e marziali quali “Salve Mundi
Domine…” o l’antico traditional “L’Homme Armé”. Se “Nessun maggior
dolore” appariva solo su uno dei tre 7” del Box de “L’inferno”
uscito in versione limitatissima per Eis un Licht, “Sed” costituisce
l’unico vero inedito del disco, e sarà destinata – speriamo
al più presto – al nuovo lavoro in studio della Camerata. Per
il resto potrete esaltarvi con una carrellata di super classici,
come “Rappresentazione”, “Fuoco”, “La grande corsa” e “La demolizione
delle idee”, quest’ultima già nel mitico 7” live “Lago di Varese”del
2001 in compagnia di Joyaux de la Princesse. Ad un ascolto attento
emerge la lieve ruvidezza del sound di alcuni brani, soprattutto
quelli di Lipsia: ciò non compromette assolutamente la godibilità
del live, che anzi ne guadagna in potenza e incisività, rendendo
assolutamente uniche le versioni dei brani presenti sul disco
ed indispensabile l’acquisto anche per i possessori dei lavori
di studio dell’ensemble meneghino. Un’ultimissima indicazione:
non abbiate fretta di premere il tasto stop alla fine del dischetto…rischiereste
di perdere una sorpresa davvero speciale!
Sito web:
www.myspace.com/mediolanense
(Oflorenz)
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CASIMIR
OPERATOR
"Catharsis"
CD (Plastic Frog)
Le
chitarre psichedeliche in stile shoegaze condite con qualche
spruzzo di elettronica non sarebbero niente male, se non fosse
per il timbro vocale un po’ troppo basso e stentoreo del singer
dei Casimir Operator, misconosciuto progetto belga di cui rileviamo,
sia all’interno del cd che sul web, pochissime informazioni.
Questo Catharsis pare essere comunque l’esordio del progetto,
che potrebbe farsi largo tra le preferenze di un pubblico eterogeneo
e di certo non confinato in area oscura; anzi, immagino che
nel vasto panorama cosiddetto “indie” le 14 tracce semplicemente
intitolate con numeri romani da 0 a XIII abbiano le potenzialità
per farsi valere, anche se questa voce sussurrata ed un po’
incerta, in tale contesto sonico, non riesce pienamente a convincerci…
Info: www.myspace.com/casimiroperator
(Oflorenz)
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DENIGHT
"Human reflections"
CD (Echozone/distr. Masterpiece)
Goth
rock alla vecchia maniera per questi tedeschi, in stile Love
like Blood, Dreadful Shadows e House of Usher che esplorano
il lato oscuro della mente umana (mmmh, che originalità...).
Per fortuna questi ragazzi tedeschi non perdono tempo a farsi
foto in mille posizioni diverse e con le espressioni più idiote,
ma investono il loro tempo nel fare buona musica: e così lungo
le pagine del libretto si dispiegano i testi accompagnati da
immagini della band quasi impalpabili ed immerse nel buio di
uno sterminato cimitero. Dominano i colori funebri come è giusto
che sia, perché la musica deve essere triste e lamentosa, finalmente
gente che è davvero depressa! L'attitudine è molto rock quasi
metal, il suono è bello denso, la voce assolutamente maestosa
ed imponente. Le chitarre disegnano trame epiche e trainano
piacevolmente l'ascoltatore per tutto il disco, grazie anche
a degli ottimi arrangiamenti ed una registrazione di ottima
qualità. Buon ascolto!
Sito web: www.myspace.com/homeofdenight
(M/B'06)
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DYSKINESIA
"S/T"
CD (Centre
of Wood/Frohike/Creative Fileds)
Grandiosamente
rabbioso questo primo full lenght del quintetto piacentino,
che esce in un gradevole package formato 7” dall’artwork tanto
minimale quanto accattivante. Le cavalcate strumentali dei nostri
si muovono in maniera micidiale tra il post rock - heavy - psichedelico
di Nadja e Vanessa Van Basten, e le suggestioni post-core di
grandi ensemble stile Cult of Luna ed Isis. La voce, ove presente,
si atteggia a mo’ di “strumento” di dolore e lamento, ed all’ascoltatore
non resta che perdersi nel vortice paranoico dei lunghissimi
5 brani del dischetto, a tratti rallentati e tendenti verso
un mood paranoico e quasi sospeso, come negli oltre 11 minuti
de “Il primo giorno”. Pare quasi la band sia riuscita a tr adurre
mirabilmente in musica il significato stesso del suo nome, che
si ispira ad un grave disturbo collaterale in molti casi indotto
dall’utilizzo di farmaci neurologici. Eccezionalmente psicotico.
Sito web: www.myspace.com/dyskinesiaeutanasia
(Oflorenz)
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DIALIS
"Precatio"
CD (Autoproduzione)
Il
duo campano formato da Franco Bottoni (voce, basso e chitarre)
e Giuseppe G. Di Lorenzo (piano) esordisce con questa curatissima
autoproduzione in cd digipak dall’affascinante artwork di matrice
sacra. Supportati da uno stuolo di collaboratori che colorano
le 11 tracce con violino, violoncello, flauto, fisarmonica e
batteria, i due ripescano nella tradizione dark-wave che fece
la fortuna di taluni ensemble 4AD (This Mortal Coil) così come
nelle venature folk-noir degli Swans “di mezzo” (notate l’impostazione
vocale di Franco in brani come “Presentation to the Heaven”);
un disco ben suonato e prodotto, mancante di veri e propri picchi
compositivi ma indubbiamente ispirato da una non comune vena
lirica e pregno di un’atmosfera quasi sacrale. Perché PRECATIO,
come gli stessi autori dichiarano, “vuole essere una terra colma
di sangue raccolta in preghiera”.
Sito web: www.fdialis.org
(Oflorenz)
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DIM
ARCANA
"Yersinia"
CDR (Black Drone)
Ispirato
alla terribile epidemia di peste che travolse l’Europa verso
la metà del XIV secolo, “Yersinia” esce in versione stra-limitata
a sole 39 copie, e sancisce l’esordio per il duo bolognese formato
da Diasper ed Einzl, in attesa del full lenght “Ars Populi”
di prossima pubblicazione. Il dark ambient plumbeo e rituale
di Dim Arcana mira a condurci in un viaggio tra le infauste
vicende che caratterizzarono il periodo storico dell’Età di
Mezzo, era per molti versi controversa, violenta ed oscura,
dunque atta ad essere rievocata con tali sinfonie di dolore
e di morte. Grazie al suo incedere lento e sinistro, con gotiche
atmosfere ambientali squarciate da occasionali aperture orchestrali
e frammenti di “sonora staticità” pressoché totale, “Yersinia”
mi appassiona più che la media delle produzioni di settore:
mi auguro il duo prosegua su questa (buia) strada anche con
i prossimi lavori a venire.
Sito www.myspace.com/dimarcana
(Oflorenz)
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DISTANCE
"At the end of all things?"
CD (Echozone/distr.
Masterpiece)
Quando ci si sporge da un piccolo molo solitario che dà su una
immensa distesa d'acqua liscia come olio in una giornata uggiosa
cosa si prova? Ce lo dicono questi tedeschi, che ci portano
con il loro synth-pop a gustarci solitudine e malinconia e male
di vivere in riva al lago...A parte le considerazioni esistenziali,
l'album ad un primo ascolto sembra indovinato, rispecchia molto
bene i colori grigi della veste grafica e lo si battezza come
l'ennesimo lavoro del genere che alza la testa dalla palude
del sovraffollamento di gruppi cloni, ma che non ha le carte
in regola per far gridare al miracolo. Poi dopo qualche ascolto
più approfondito, si ritrova sempre lo stesso ritmo ipnotico
in tutte le canzoni accompagnate da suoni elettronici oscuri
(qualcosa tipo: "It's no good" dei Depeche Mode per rendere
l'idea) e le voci tristi e goticheggianti di Avalist e Rene,
che sanno il fatto loro, ma forse sono un po' a corto di ispirazione.
Sito web:
www.myspace.com/soundsofdistance
(M/B'06)
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