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PSYCHO
KINDER
Il
tramonto dell'evidente
CD (Fonetica Meccanica)
"Nuova alba
La placida sofferenza
Si tinge
D'azzurro
Non è la sorte ad alleviare il tormento
Ma l'enigma
Gli inconsci ingranaggi
Delle decisioni
Impossibili"
Psycho
Kinder è il progetto musicale del marchigiano Alessandro Camilletti.
La sua ultima fatica si intitola "Il tramonto dell'evidente",
esce per l'etichetta discografica "Fonetica Meccanica" e ci
troviamo indicativamente in territorio elettro-wave. Nell'immediato
mi colpiscono la semplicità e il minimalismo con le quali
il disco è stato realizzato, ma allo stesso tempo la cura
negli arrangiamenti dei pezzi. Ci troviamo per l'ennesima
volta di fronte a quella potenza espressa solo nei particolari
e nei dettagli e non nella volgarità di chitarre sguaiate
e/o batterie superpotenti e veloci. La musica accompagna le
parole di Alessandro Camilletti, con rispetto, eleganza, dignità,
disinvoltura e senza offuscarle, creando quel tappeto sonoro
perfettamente aderente ad esse. Ma, d'altronde, nomi come
Michele Caserta e Cristiano Ballarini (Drama Emperor) o Ali
Salvioni (Settore Giada) sapevo già che non mi avrebbero delusa.
Devo ammettere, però, la fatica che inizialmente ho fatto
per ascoltare una seconda volta il lavoro dei nostri. Credo,
come tutti, di aver fagocitato il primo ascolto in maniera
ingorda e avvogliata, tanta era l'attesa e la curiosità, trovandomi
però, una volta ascoltato il cd, a rimuoverlo dal lettore
e a non reinserirlo più per qualche giorno… spiego perché.
Protagonista indiscusso dei testi Psycho Kinder è il momento
storico che stiamo attraversando e l'occhio scrutatore di
Alessandro guarda oltre le apparenze, descrivendo con impietoso
realismo situazioni e persone. Ognuno di noi quando descrive
una realtà ne dipinge un quadro agli occhi degli altri, il
quadro dipinto da Alessandro è quello dei visi vuoti e dei
cieli inquietanti dei quadri di Munch o della angosciante
solitudine e vacuità di Edward Hopper. "Funerali di gioia/Consumati
in movimento/Con la radio accesa/E un sapore di antico/In
bocca" L'estrema consapevolezza della realtà che caratterizza
questo progetto, viene perfettamente espressa ne "Un vuoto
insostenibile" , primo singolo uscito a presentare questo
full-lenght. Insomma, questo è uno di quei dischi da "digerire",
o da lasciar decantare, come un buon vino, per apprezzarne
al meglio tutte le peculiarità. Faccio i miei complimenti
per la scelta, direi coraggiosa, di mettere in musica un discorso
interessantissimo come quello del prof. Emanuele Severino,
sicuramente ostico, ma consiglio di non fermarsi assolutamente
ad un eventuale difficoltà iniziale e di ripeterne l'ascolto
per comprenderlo, allenando la mente al ragionamento filosofico,
al pensiero critico e per prendere o riprendere confidenza
con alcuni concetti molto interessanti come il principio di
non contraddizione, o con alcuni nomi illustri citati dallo
stesso. La base musicale creata per questo pezzo è, a mio
parere, eccellente. Voglio spendere anche una parola per la
grafica del booklet (di dylandoghiana memoria) ad opera di
Marco "El topo" Luchetti, che ho apprezzato molto, sia nel
lavoro precedente che in quest'ultimo. Da ascoltare, metabolizzare,
riascoltare… https://www.facebook.com/psychokinder
http://www.musikzoneshop.com/shop/psycho-kinder/cd/24457-psycho-kinder-il-tramonto-dellevidente
http://www.youtube.com/watch?v=7mlsaDX6Dck
http://www.youtube.com/watch?v=ojStTTs_MqU
(Valentina Emme)
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RANA POROSA
Music for the urban disease
CDR (Looney-Tick Productions)
Con
piacere torniamo a parlare della Looney-Tick, label tipicamente
“do it yourself” di Daniele “dANi/ALvo” Santagiuliana, che
molti tra voi ricorderanno per il progetto Testing Vault (presente
anch’esso in questo gruppo di nuove recensioni), ma anche
per Pariah ed Anatomy. “Music for the urban disease” esce
- analogamente ad alcune delle 6 passate produzioni - custodito
in un booklet in bianco e nero di 12 pagine per un totale
di sole 50 copie, e ri-attualizza alla maniera di dANi il
concetto e l’essenza di quanto espresso dal termine “cyberpunk”.
Se l’erotismo malato di “Crash” di James G.Ballard” (che rivisse
nel famoso omonimo film di Cronenberg) influenza di certo
il lavoro, é allo scrittore americano William Gibson ed al
compositore sperimentale contemporaneo nipponico Chu Ishikawa
che viene dedicato il dischetto, 23 minuti di assalto sonico
interamente strumentale dove ad aver la meglio sono i tappeti
elettro-percussivi (de)costruiti dal nostro Daniele. Dopo
le sperimentazioni nel medesimo campo del prolifico Kenji
Siratori, Rana Porosa scrive un valido tributo questa volta
tutto “made in Italy” alla cultura urbana post-industriale
del Sol levante, con tutte le sue angosce e le sue deviazioni,
piena espressione del malessere contemporaneo del tipico animale
metropolitano contemporaneo.
Info: www.eafmcart.blogspot.it
(Oflorenz)
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RBMK
KKKP
CDR (Autoprodotto)
Dopo
il demo di esordio “Sarcophagus” di un paio di anni fa, il
combo vogherese che si ispira nel moniker al tristemente famoso
reattore di Chernobyl esordisce ufficialmente con questo granitico
concept di 6 brani, ancora una volta ispirato - sin dalla
grafica oscura e minimale - a gelidi venti di guerra fredda,
ed a quelle suggestioni sinistre che solo la Mitteleuropa
ha saputo e potuto sollevare nel corso degli eventi storici
del nostro continente. Se lo stile e la rabbia sono quelli
della scuola teutonica di Genocide Organ da un lato, e di
Con-Dom dall’altro (soprattutto nel ‘cantato’), impressiona
lo stato di alienazione e ansia che perdurano per l’intera
durata del dischetto, 30 minuti di sulfurea corsa senza freni
sul “Binario01”, capolinea: “StazioneK”! Scrivete sulla pagina
del gruppo: https://www.facebook.com/pages/RBMK-noiseindustrial/66868647287
per recuperare a prezzo onestissimo una delle copie di
KKKP, piccola gemma radioattiva della grey area di casa nostra.
(Oflorenz)
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SETTORE
GIADA
Per Elisa
CD (Seahorse Recordings)
I Settore Giada, originari di Zurigo, sono Ali Salvioni (voce,
basso, hang, drum programming) e Alan Bagge (batteria). “Per
Elisa” è un album composta da 10 tracce più 4 remix. La musica
è molto d’atmosfera e la voce che ha un cantato inusuale per
il genere. La maggior parte dei brani è cantata in italiano,
solo “Candy” e “Distant places” in inglese. IL disco è molto
particolare e non è di facile ascolto, ma questo non significa
che non sia un lavoro con grandi potenzialità. Ciò che rende
l'ascolto ostico e il cantato di tipo cantautorale. La musica
dalle sonorità wave, secondo me, è invece ciò che emerge di
più e che coinvolge maggiormente l'ascoltatore. Il brano che
mi ha colpito è “Occhi”. Una traccia dalle sonorità molto wave
anni ’80 e credo che sia anche quella che ho più completa è
meglio realizzata. Un disco fuori dagli schemi, per chi ama
musica particolare e non etichettabile.
Siti web:
http://www.ali-s.com
http://www.soundcloud.com/settoregiada
http://settoregiada.restorm.com/
(Nikita) |
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SHIFT
Altamont rising
CD (Cold Spring)
Quinto
full length per questo progetto power electronics nato in
Svezia ed ora accasatosi in Inghilterra. Sette capitoli di
massacro sonoro senza compromessi da cui ci si può salvare
solo ascoltandolo a basso volume, anche se così se ne perde
totalmente la bellezza: non è infatti rumorismo fine a se
stesso, ma bensì una sovrapposizione devastante di vocals
e ritmiche death industrial/noise à la Brighter Death Now,
che risultano lievemente meno incisive soprattutto dal punto
di vista della resa sonora, ma incarnano alla perfezione il
medesimo incedere morboso e spietato della creatura di Karmanik.
Il rovescio della medaglia è invece l'eccessiva omogeneità
dei pezzi che finiscono per assomigliarsi l'un con l'altro,
aspetto piuttosto comune e non necessariamente negativo nei
progetti di questo genere, anche dei più titolati, che ne
soddisfa pienamente l'intento annichilente.
Sito web: http://www.unrestproductions.co.uk/shift
(M/B'06)
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SPACE
ALIENS FROM OUTER SPACE
Invade
CDR (O.F.F.)
Una
grafica degna dei miglior B-Movie Sci-Fi, che potrebbe far
balzare alla mente tanto i divertentissimi psych-surfers Bomboras
e Man or Astro-Man?
Quanto talune produzioni stoner stile Orange Goblin e Nebula,
ma… nulla di tutto ciò!
Dietro i misteriosi alieni si cela la figura dell’americano
Paul Beauchamp, ormai quasi naturalizzato torinese vista la
collaborazione di lunga data con il circuito sabaudo ruotante
intorno alla galassia (visto il contesto…é la parola giusta!)
di Fabrizio Modonese Palumbo e dei suoi sperimentali progetti,
quali Larsen o Almagest!. Per Paul e per i misteriosi compagni
di viaggio (forse qualche altro storico personaggio della
scena sabauda…?) un divertissement davvero azzeccato, che
tra dilatazioni cosmiche di sapore vintage ed elettronica
in stile vecchia Disturbance anni ’90 ci regala una quarantina
di minuti di appassionante trip fuori dallo spazio e dal tempo.
Da ascoltare rapiti , magari mentre fissate ipnotizzati il
caleidoscopico video-player proposto in home page dal sito
del gruppo:
http://www.wecomefromouterspace.com
(Oflorenz)
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The
SPIRITUAL BAT
“Mosaic”
CD (Danse Macabre)
Il nuovo album del duo di Frosinone (Dario Passamonti e Rosetta
Garri) sembra, già dai primi brani, essere il miglior disco
della loro produzione. “Mosaic” infatti raccoglie 9 perle preziose.
Si passa da brani più potenti come “Mosaic”, “We Are Born” a
brani più intimi come “So Proud” e, il mio preferito, “Of Breath
And Veils ( Battlefield)” in cui la voce di Rosetta ricorda
Siouxsie dei tempi d’oro. Bellissimo anche il brano finale “Death
March”. “Mosaic”è molto equilibrato, pieno di sfumature, e impreziosito
sia dalla voce di Rosetta che qui rende al massimo a dalla camaleontica
chitarra di Dario che passa da atmosfere più deathrock a quelle
più dark wave mantenendo sempre una gran classe e senza mai
perdere smalto. Il disco si avvale del contributo artistico
di numerosi ospiti. Tra questi alla batteria, tranne che in“Death
March”, Alessio Santoni (Ufip, Volume, Facus) e ai synths Ashkelon
Sain (Trance To The Sun, Soriah) in “Death March” e “We Are
Born We Live We Die”, Greg Scott Cruz (Sullen Serenade, Inheirent)
in“If I Were A Flower (The Journey)” e Tyves Oben (Place4Tears,
Scarless Arms) in “Blown Away”.
“Mosaic” è un ottimo disco di elevata qualità che dimostra che
The Spiritual Bat sono una delle migliori bands italiane del
momento e della quale possiamo andarne fieri. Vi consiglio di
procurarvi al più presto questo gioiello, non ve ne pentirete!
Siti web:
https://www.facebook.com/pages/The-Spiritual-Bat/128593959630
http://www.reverbnation.com/thespiritualbat
(Nikita) |
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STAR
MATTER
ChemTrails_Era
CD (Cyber Ghetto Records)
Debutta
il progetto nato nel 2011 dall'unione delle menti di Alex
De Siena e Claudio Dondo, la prima proveniente dalla scena
rave-alternative di Amsterdam, il secondo noto per i suoi
progetti in ambito industrial/ambient, in particolare Runes
Order. Giovanni Indorato della Masterpiece distribution chiude
il terzetto occupandosi di mixaggio, arrangiamenti, masterizzazione
e produzione presso il suo Cyber Ghetto Studio. Dondo è un
personaggio di culto della scena avendo una lunghissima militanza
in un periodo di grandi cambiamenti stilistici, in cui ha
apportato il suo personale e fondamentale contributo: in questo
lavoro porta l'ascoltatore a riscoprire la musica elettronica
degli anni '90 mescolandola con sonorità ritmate e ballabili
che coalescono in quest'opera di futuristico cyber-electronics.
Dopo la breve intro fatta di rumore singhiozzante in presa
diretta si passa al brano avanguardistico "Hidden Secrets".
Segue la riuscitissima "Plastic Clouds", che sfiora lo snuff
electro degli Scorpion Violente, col contributo di Luigi Maria
Mennella (Furvus,En Velours Noir, Formal.Logic.Decay), mentre
con "Happy Slave" ci si sposta su terreni marcatamente dancefloor.
Segue "All Against...Ourselves", gelido pezzo strumentale
con geniali soluzioni stilistiche che dimostrano se ce ne
fosse ancora bisogno, che Dondo è in piena forma e che Alex
De Siena è il perfetto partner per questa ennesima traslazione
musicale. Ancora da segnalare "AncientDomination-Games Over",
dove è ancora Mennella a dare un contributo unico con la sua
voce, ma sono tutti i brani qualcosa di davvero nuovo. Materiale
raffinato, fatto di esperienza ed ispirazione, non di facile
ascolto, sarà capito tra dieci anni.
Sito web: http://www.starmatter.it
(M/B'06)
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TEARS
OF OTHILA
Way to traditions
CD (Ark Records)
Segue
dopo ben cinque anni di silenzio dal debutto il secondo album
dei Tears of Othila, concepito da Marco Gardella, mente del
gruppo, nella suggestiva foresta delle lame, luogo ideale
per riportare in vita miti e tradizioni celtici, motivo centrale
nella proposta della band. Pur mantenendo coerentemente solide
radici nel genere neofolk, questo nuovo lavoro sterza decisamente
in quanto a contaminazioni ed influenze: il lavoro si divide
in tre sezioni, ciascuna costituita da tre brani in cui sono
le chitarre e la ghironda a fungere da guida, sapientemente
supportate dal violino di Enrico Defranchi. Si inizia con
"Of myths and ancient knowledge", parte decisamente più folk
di matrice irlandese: Nicholas Tesluk (Changes, Werkraum)
presta la sua voce nel brano introduttivo, nonché in quello
di chiusura unitamente alla sua chitarra. La seconda parte,
"Of Thule And Inner Balance", è invece più intimistica, sulla
scia del neo-folk dei Sonne Hagal, caratterizzata però da
un uso della tuba e del trombone, che ricorda le atmosfere
di Sopor Aeternus nel periodo meno oscuro di "Dead lovers
sarabande". La lunga suite "Mountains" apre l'ultima parte
e segna un ulteriore rallentamento delle ritmiche che progressivamente
si richiudono su se stesse in una dimensione pressoché totalmente
acustica, anche se con qualche sussulto qua e là. La penultima
traccia interrompe questo percorso con un doveroso omaggio
alla forma canzone tanto cara a De André ed ovviamente molto
sentita anche dai suoi conterranei. Disco maturo, ispirato
e con personalità, senza punti deboli.
Sito web: http://www.myspace.com/tearsofothila
(M/B'06)
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TERRENI
K
Somber Aesthetics
CDR (Le Crépuscule du soir)
Se
il demo del 2013 e lo split-tape “Necronastro” con Le Cose
Bianche (entrambi da noi già trattati sulle pagine di Rosa
Selvaggia) avevano anticipato grandi cose per il progetto
tarantino di Massimiliano Gravina, giunge proprio in principio
del nuovo anno la gradita conferma di “Somber Aesthetics”,
cdr custodito da elegante digipak formato A5 con un libretto
interno che riprende la bella grafica di taglio isolazionista
e post-industriale della cover, la cui estetica rimanda a
Raison d’Être quanto alle ambientazioni desolate di Endless
Asylum. Effettivamente da considerarsi l’esordio ufficiale
di Terreni K, “Somber Aesthetics” esce per la label indipendente
francese “Le Crepuscule du soir” (dedita anche a produzioni
doom e black metal), e ripropone alcuni dei cavalli di battaglia
del demo-cdr, in primis la magistrale “Abrasive Dolls” ma
anche le maestose “Maelstrom” e “Pale dead colours”, con l’aggiunta
di quattro nuovibrani ove emerge nuovamente (attitudine questa
già evidente nel “Necronastro”) la forte passione di Max per
la cinematografia horror d’antan, con l’ottimo tributo di
“Lizard in a woman’s skin” al maestro Fulci ed al suo omonimo
cult-movie del 1971. La terminale “Rebirth OV Chaos”, che
con la trascrizione Of/Ov vuole probabilmente rendere giusto
merito alla scuola della gioventù psichica di Genesiana memoria,
pone il sigillo finale ad un disco che si conferma in toto
e di gran lunga, per chi scrive, tra le migliori uscite dell’ultimo
biennio in tema di ambient-industrial italiano; la speranza
ora é che si aprano al più presto le meritate porte dei migliori
festival di settore del nostro paese, e perché no, anche di
oltre-confine.
Info: terreni-k.blogspot.it
( (Oflorenz)
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TROUM
Syzygie
CD (Cold Spring)
In attesa dell'imminente nuovo album sotto Cold Spring, vede
la luce questa raccolta del duo tedesco sorto dalle ceneri dei
Maeror Tri, famoso per il suo maestoso drone sognante e stratificato,
ma anche per la sua notevole prolificità e per mantenere sempre
un livello elevato nelle sue produzioni: va sottolineato che
l'intensità unica della loro musica deriva dal fatto di essere
composta senza l'uso di alcun sintetizzatore, ma utilizzando
una notevole varietà di strumenti. Questa ennesima uscita, che
raccoglie tracce registrate tra il 1999 ed il 2002, precedentemente
apparse su compilation inedite tra il 2001 ed il 2006, non tradisce
le attese. Anzi, riesce anche a superarle, per il suo suono
come sempre monolitico grazie alla perfetta rimasterizzazione
di Martin Bowes, ma fatto di singole tracce piuttosto dinamiche
e non infinite, probabilmente a causa del fatto che dovevano
essere adatte ad occupare uno spazio limitato in una compilation.
Geni sottovalutati, maestri e precursori di altissimo valore.
Sito web: http://www.facebook.com/Troum.Bremen
(M/B'06) |
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TWO
MOONS
Elements
CD (autoprodotto)
Ritorna dopo circa due anni di silenzio il progetto di Emilio
Mucciga (vocalist), Giuseppe Taibi (basso) e Vincenzo Brucculeri
(chitarra), stabilmente localizzato all'incrocio tra dark wave
anni '80, elettronica e post rock. Come oramai d'abitudine,
anche questa volta la veste grafica è molto personale, lontana
dagli stilemi del genere, a simboleggiare la loro voglia di
uscir e dal coro delle migliaia di band cloni dei maestri del
passato. E ci riescono alla grande: rispetto al precedente lavoro,
c'è senz'altro un'evoluzione nella cura degli arrangiamenti,
ma soprattutto viene fuori la grande ispirazione e personalità
della band, con la voce di Emilio Mucciga stracolma di malinconia,
a marchiare indelebilmente ogni pezzo. Indimenticabili i primi
due brani, ottimo il terzo: il suono oramai è qualcosa di monolitico
ed unico, scevro di marcate influenze e pronto per essere apprezzato
non solo più da pochi appassionati. Ancora "I'm sure" e "Star's
child", altre due gemme da segnalare in un lavoro di alto livello.
Impressionanti.
Sito web: https://www.twomoons.it
(M/B'06) |
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TSIDMZ
Ungern Von Sternberg Khan
CD (Old Europa Cafe)
Roman
Fëdorovic Ungern fon Šternberg, che scelse più semplicemente
il nome di Ungern Von Sternberg, il mitico “barone nero” austriaco
di nascita ma cresciuto in Estonia, una vita come militare
di alto rango nell’esercito russo e successivamente uno dei
più acerrimi oppositori dell’ascesa bolscevica che avrà la
meglio al termine della sanguinosa guerra civile iniziata
nel 1917. Tutto ciò schierandosi e combattendo sempre in maniera
autonoma, seppur in effetti dalla stessa parte delle celeberrime
“truppe bianche”, e dunque dello Zar. Del suo tentativo di
creare una nazione indipendente eurasiatica nei territori
dell’attuale Mongolia, fino alla cattura da parte dei sovietici
ed alla conseguente fucilazione avvenuta nel 1921, potrete
approfondire se vorrete, magari accompagnando le vostre letture
con gli undici appassionanti capitoli del terzo full lenght
ufficiale (dopo “We are time e “ Pax Deorum Hominumque”) del
progetto di Solimano Mutti, un vero e proprio concept-tribute
alla figura ed alle gesta dell’istrionico Barone di Graz.
L’andatura epica e marziale di capitoli quali “I cancelli
di Agartha” (nel cd anche un video del brano!) o “Ungern Khan,
le cavalier du Vril” riescono a suscitare emozioni e sensazioni
di forte intensità, costituendo un’ideale colonna sonora per
musicare la vita e le gesta di questo unico personaggio storico.
Fondamentale, per la comprensione globale dell’opera, anche
un approfondimento riguardo la “Fourth Political Theory” (titolo
del primo brano del disco) del filosofo russo Aleksandr Gel'evic
Dugin, ideale prosecutore delle idee di Unger Khan con la
sua teorizzazione di un impero euro-asiatico, in radicale
alternativa ad ogni già sperimentata forma di comunismo o
tantomeno “globalizzazione” di stampo occidentale realizzata
sino ad oggi. Numerose le collaborazioni per quest’opera complessa
e sfidante, che musicalmente fuoriesce da neo-folk e martial-industrial
travalicando decisamente ogni barriera di genere: da Barbarossa
Umtrunk agli olandesi Strydwolf, senza dimenticare gli apporti
dei connazionali Foresta di Ferro, Porta Vittoria, Corazzata
Valdemone, Le Cose Bianche e Valerio Orlandini. Rivolta contro
il mondo moderno. Se queste parole vi piacciono e vi suonano
familiari:
Info: www.facebook.com/Tsidmz
(Oflorenz)
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VIDI
AQUAM
Fog Vision
CD box / LP / download (Rosa Selvaggia)
I
veterani della musica oscura italiana, i Vidi Aquam, ci stupiscono
ancora una volta con un album davvero unico: Fog Vision. Già
dal titolo siamo preparati a trovarci davanti a una visione
nebulosa, due parole in contrasto tra di loro ma nello stesso
tempo complementari. La versione in CD viene presentata dentro
un box metallico rivestito di velluto nero. La serigrafia
del cd ricorda un vinile. Una confezione molto elegante e
sobria. Ricordiamo anche che a questa versione CD è preceduta
la versione rara in vinile. I Vidi Aquam hanno curato con
attenzione e devozione sia il lato musicale che quello del
packaging. Essendo loro molto legati alla versione in vinile,
hanno voluto omaggiarlo anche nella cura della versione cd,
un passato che non è ancora morto ma che cerca di tornare.
"The Puppets Show" il primo brano del disco, inizia con la
musica di una giostra antica in cui una voce fem-minile (Lady
in dark) ci introduce nel mondo magico dei Vidi Aquam.. Un
mondo offuscato e nebuloso, dove sogni e incubi coesistono.
Il pezzo è caratterizzato dai suoni molto riconoscibili delle
chitarre di Daniele Viola, dal basso potente di Fabio Degiorgi
e dalla voce in tonalità grave di Nikita. Forest shout parla
di ecologia, rappresenta il grido d'aiuto invocato dalla natura
che da troppo tempo viene maltrattata dagli uomini. Chitarra
e basso incalzano e la linea vocale avvolge l'ascoltatore.
"Fog Vision" che ha dato il suo nome all'intero album è molto
bella. La voce assume tonalità psichedeliche accentuate anche
dall'uso del delay. I synth presenti e il suono del basso
che da la struttura portante al bra-no, caratterizzano il
pezzo e muovono l'ascoltatore in un'altra dimensione surreale.
"She says and does not say" contiene delle chitarre distorte
molto particolari che caratterizzano il pezzo, le parole ripetute
ossessivamente, danno un ritmo violento al pezzo. "10 Agosto
'44" è l'unico brano cantato in italiano. Alla voce questa
volta c'è Daniele Viola. Questo brano ci fa capire l'umanità
profonda di questi musicisti che cantano e ricordano gli eroi
della guerra che non devono essere dimenticati. Una canzone
con un messaggio molto forte, un tema intenso, un omaggio
alle vittime della guerra, che hanno combattuto per la libertà.
E anche per dare omaggio alla Resistenza i Vidi Aquam hanno
deciso di festeggiare il loro ventesimo anniversario proprio
il 25 Aprile scorso. Una canzone con una melodia semplice
ma che entra subito nel cuore, un racconto narrativo, un saluto
alle vittime della guerra, agli eroi della guerra partigiana.
"We bare the light", cantata da Daniele, è una canzone più
romantica rispetto alla maggior parte degli altri pezzi decisamente
più ritmici. Un brano piacevole all'ascolto. I Vidi Aquam
ospitano, in "Diva Glance", Marta Ultre che duetta nel ritornello
con Daniele, nella strofa ritro-viamo invece la voce di Nikita.
Un brano elegante e molto bello. L'album si conclude con "Fosca".
Questo è il mio pezzo preferito con i suoni oscuri del piano,
le gravi tonalità della voce di Nikita. Potrebbe essere una
colonna sonora di un film misterioso e inquietante che ci
rapisce per trovarci nell'abisso delle profondità più oscure.
Fosca è il punto d'arrivo di Fog Vision, la visione offuscata,
un anello che si conclude un viaggio ciclico che può ripetersi
fino all'infinito. Fog Vision, un album che ci regala emozioni
intense e ci trasporta in un'altra dimensione. Non è solo
musi-ca ma è anche una riflessione sui temi attuali e memoria
di un passato che non vuole essere dimenticato. Una musica
fuori da una connotazione spazio temporale, può appartenere
a ieri, oggi o domani.
Siti web:
http://vidiaquam.bandcamp.com/
http://www.rosaselvaggia.com/vidiaquam.htm
http://www.facebook.com/pages/VIDI-AQUAM/111366628883009
( Rita Tekeyan)
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VINZ
NOTARO / ORCHESTRA ESTEH
Suono Sacro Sogno /Dreamworking
Book + CD (L’Arca e l’Arco Edizioni)
E’
stato un vero piacere venire a conoscenza della casa editrice
napoletana L’Arca e l’Arco , in occasione della presentazione
milanese del nuovo libro di poesie “De l’Amor sospeso e de
l’Amor Rubeo” ad opera di Daniela Bedeski con la collaborazione
del progetto dark ambient alessandrino Cropcircle. Vinz Notaro,
autore del saggio e mastermind di Orchestra Esteh, presenta
una complessa quanto affascinante lettura sul forte nesso
esistente tra la sfera onirica dell’uomo ed il suono, o meglio
la dissonanza, il tutto mezzo fondamentale per un ritrovamento
del proprio “Io” e della propria via spirituale. Forte di
numerosi rimandi allo studio di filosofi di epoca rinascimentale
quali Tommaso Campanella, così come ad Aristotele piuttosto
che ai poeti “maledetti” Baudelaire e Rimbaud, il volumetto
costituisce il primo tassello della collana “Il Filo Nero”,
ed esce accompagnato dal quinto lavoro della Orchestra Esteh,
progetto solista di taglio mistico-sperimentale facente capo
al medesimo Vinz; due le edizioni proposte, delle quali una
limitata a soli 96 esemplari con tanto di cd numerato e disegnato
a mano dall’autore, per un oggetto che oltre ad essere un
trattato affascinante sulla sacralità del rapporto tra sogno
e suono/(non) musica, si rivela ovviamente una gustosa chicca
da collezione. A livello squisitamente sonoro, il disco non
deluderà assolutamente i cultori della (dark)ambient più rituale
ed introspettiva, raffinata da elementi tipici della miglior
avanguardia elettronica (label Touch docet). Da ascoltare
dopo aver letto il volume, e magari ammirando le sette oscure
fotografie di Anita Annunziata che completano ed arricchiscono
l’opera.
Info: http://www.larcaelarco.it/shop/it/26-suono-sacro-sogno-dreamworking.html
(Oflorenz)
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VIOLET
TEARS
Outside your door
CD (Ark Records)
Quarta
uscita per i baresi Violet Tears che si può definire senza
campanilismi di sorta il loro miglior lavoro, dove convergono
sapientemente goth rock e coldwave in stile nineties, e soprattutto
un album di alto livello che può affacciarsi senza timori
sulla scena internazionale. Fondamentale come sempre il contributo
della cantante Carmen De Rosas che con i suoi vocalizzi porta
linfa vitale in canzoni altrimenti profondamente tristi e
malinconiche come "Goodbye" e "Outside your door", talvolta
indugiando troppo su atmosfere meno tetre come nel caso di
"Ever Dead New Waters", episodio interessante, ma meno felice
delle altre tracce presenti nel disco. La voce di Claudio
Contessa meno presente e più canonica, non è tuttavia da tenere
in secondo piano ad esempio in "Memorie di cristallo", pezzo
decisamente più classico, ma profondamente ispirato tanto
da risultare il migliore del disco, oppure in "Angeli in fiamme",
unico brano cantato in italiano, che ricorda i grandiosi Litfiba
di "17 re". Claudio Cinnella, mastermind delle tastiere e
dei synth e Gianluca Altamura dietro le pelli, completano
il quartetto e formano la spina dorsale di un album senza
punti deboli, registrato in maniera eccellente.
Sito web: http://www.violettears.com
(M/B'06)
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WARSICKLE
Selftitled
Download (Gothic World Records)
Terzo full length per questi cechi dal passato electro grindcore/death
metal che ha lasciato residui annegati nel mare dell'ebm/industrial,
genere di cui attualmente si fregiano appartenere, annoverando
giustamente tra le loro influenze Hocico, Suicide Commando ed
Alien Vampires. L'album è lungo, lunghissimo, piuttosto monocorde,
senza alcun episodio di rilievo, che aiuti a distinguere questa
band dalle altre migliaia che cercano spazio nel medesimo genere
fuorché per la parte sonora che, grazie all'esperienza del suo
creatore, Vanson Sichelstein, in qualità di produttore, è assolutamente
perfetta, pulita e potente al punto giusto. La voce di Vanson,
cruda e malvagia, emerge pulita o distorta a seconda dei brani,
tutti ben strutturati ma appunto senza guizzi a parte forse
"Der Kaiser ist tot". Abbondano i remix che costituiscono una
buona metà dell'album e sono quasi tutti interessanti ed originali,
con Blut Reaktor che sale in cattedra. C'è anche spazio per
la cover di "Jama Perkel" dei Master's Hammer, gloria black
metal della repubblica ceca. Questo è link per scaricare
l'album http://gothicworld.bandcamp.com/album/selftitled
(ndr).
Sito web: https://www.facebook.com/warsickle
(M/B'06) |
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ROZZ
WILLIAMS
Sleeping Dogs
LP /CD (Cult Music)
Come
per ogni vita artistica, come per ogni carriera, ci sono diversi
buchi anche in quella di Rozz Williams (e per favore evitiamo
facili battute sull'amore del nostro per determinate ebbrezze).
Ma fra questi, tappati di volta in volta da opere postume
quali Accept the Gift of Sin (2003) o The Original Shadow
Project (2005), il presente Sleeping Dogs cerca di far fronte
al più grande e sconcertante di tutti: quello del periodo,
peraltro artisticamente fertilissimo, che va dallo scioglimento
de facto dei Christian Death featuring Rozz Williams, così
fortemente voluti dalla Cleopatra e osteggiati dal perfido
Valor, al magico incontro europeo con Gitane Demone dal quale
nascerà il capolavoro Dream Home Heartache (1995). Insomma
si parla sostanzialmente del biennio 1993-94 (per quanto la
versione in vinile contenga un paio di registrazioni del '97),
anni in cui Rozz, lasciata temporaneamente Eva O in seguito
al fallimento del loro matrimonio e delle varie operazioni
commerciai con la Cleopatra, decide di assumere una nuova
formazione con il nome di Daucus Karota, un vecchio pallino
di gioventù, ed avventurarsi in tournée in Europa. Purtroppo,
o per fortuna vista la qualità dei prodotti, di quel periodo
rimangono scarse testimonianze in studio: l'Ep Shrine a nome,
appunto, Daucus Karota e il disco-sorpresa realizzato insieme
a Gitane Demone che però, nell'inventare de facto un nuovo
genere, da alcuni definito gothic lounge, ha trasfigurato
i titoli inseriti in modo quasi irriconoscibile. Eppure nelle
sue scorribande europee il geniale Rozz ha dimostrato di aver
mantenuto intatta la sua debordante creatività e di avere
al suo arco ben altre frecce rispetto alle 5, per carità...
perfette, contenute in Shrine. Un primo velo l'aveva già sollevato
nel 2000 il cd Live in Berlin, eccellente testimonianza di
quei tour, contenente ben 3 inediti originali. Oggi, in occasione
del 50° compleanno di Rozz, Sleeping Dogs cerca di completare
quel meritevole lavoro nella consapevolezza di maneggiare
materiale meno pregiato e ancor peggio registrato. Dei 6 inediti
contenuti del disco, almeno 2 non sono originali: la prima,
bellissima, Time di David Bowie (come la già sentita Dodo)
e l'ultima Sunken Rex dei T. Rex di Marc Bolan. Fra gli originali,
invece, uno dei più convincenti è Nostalgia, sul cd presente
in due versioni (invero piuttosto diverse), per quanto si
tratti di una versione primordiale ed elettrica della più
conosciuta e acustica A World Apart cantata con Gitane. Così
come la seguente Bruised è la versione precedente della più
compiuta 2 Steps di Live in Berlin. Segue una Flowers alla
chitarra, purtroppo meno magica e suggestiva della più celebre
sorella al piano presente su Dream Home Heartache. Dopo un
pezzo di Lou Reed, ecco quello che secondo chi scrive è il
capolavoro del disco: Hold me down, un brano che delizia e
sorprende con le sue impennate rumoriste seguite da continue
cadute in fraseggio chitarristico di vecchia scuola dark.
The Doll invece rappresenta un ulteriore passaggio che da
Nostalgia ha portato a A World Apart. Segue World Inside,
un'evoluzione di Some Men / The Others apparsa su Iconologia,
mentre interessantissima, sebbene pessimamente registrata,
la successiva Hall of Mirrors, dotata di un ritornello sorprendentemente
melodico. Purtroppo questi ultimi brani sono guastati da una
registrazione decisamente approssimativa, per quanto sottoposta
ad ogni sorta di filtro e miglioramento tecnologico, e da
un finale troncato al solo apparente scopo di estromettere
gli applausi (chissà per quale ragione). Seguono altri brani
già sentiti su Live in Berlin in versioni più compiute, convincenti
o semplicemente meglio registrate. Ed è qui il grande limite
dell'operazione Sleeping Dogs: importante, anzi forse imprescindibile
per i fan di Rozz, contenente almeno tre capolavori (Time,
Nostalgia e Hold me down) ma per altri versi potenzialmente
indigesta a chi si avvicina per la prima volta all'opera del
più grande poeta e performer gotico americano.
(Brian
K)
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