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PSYCHO KINDER
Il tramonto dell'evidente
CD (Fonetica Meccanica)

"Nuova alba
La placida sofferenza
Si tinge
D'azzurro
Non è la sorte ad alleviare il tormento
Ma l'enigma
Gli inconsci ingranaggi
Delle decisioni
Impossibili"

Psycho Kinder è il progetto musicale del marchigiano Alessandro Camilletti. La sua ultima fatica si intitola "Il tramonto dell'evidente", esce per l'etichetta discografica "Fonetica Meccanica" e ci troviamo indicativamente in territorio elettro-wave. Nell'immediato mi colpiscono la semplicità e il minimalismo con le quali il disco è stato realizzato, ma allo stesso tempo la cura negli arrangiamenti dei pezzi. Ci troviamo per l'ennesima volta di fronte a quella potenza espressa solo nei particolari e nei dettagli e non nella volgarità di chitarre sguaiate e/o batterie superpotenti e veloci. La musica accompagna le parole di Alessandro Camilletti, con rispetto, eleganza, dignità, disinvoltura e senza offuscarle, creando quel tappeto sonoro perfettamente aderente ad esse. Ma, d'altronde, nomi come Michele Caserta e Cristiano Ballarini (Drama Emperor) o Ali Salvioni (Settore Giada) sapevo già che non mi avrebbero delusa. Devo ammettere, però, la fatica che inizialmente ho fatto per ascoltare una seconda volta il lavoro dei nostri. Credo, come tutti, di aver fagocitato il primo ascolto in maniera ingorda e avvogliata, tanta era l'attesa e la curiosità, trovandomi però, una volta ascoltato il cd, a rimuoverlo dal lettore e a non reinserirlo più per qualche giorno… spiego perché. Protagonista indiscusso dei testi Psycho Kinder è il momento storico che stiamo attraversando e l'occhio scrutatore di Alessandro guarda oltre le apparenze, descrivendo con impietoso realismo situazioni e persone. Ognuno di noi quando descrive una realtà ne dipinge un quadro agli occhi degli altri, il quadro dipinto da Alessandro è quello dei visi vuoti e dei cieli inquietanti dei quadri di Munch o della angosciante solitudine e vacuità di Edward Hopper. "Funerali di gioia/Consumati in movimento/Con la radio accesa/E un sapore di antico/In bocca" L'estrema consapevolezza della realtà che caratterizza questo progetto, viene perfettamente espressa ne "Un vuoto insostenibile" , primo singolo uscito a presentare questo full-lenght. Insomma, questo è uno di quei dischi da "digerire", o da lasciar decantare, come un buon vino, per apprezzarne al meglio tutte le peculiarità. Faccio i miei complimenti per la scelta, direi coraggiosa, di mettere in musica un discorso interessantissimo come quello del prof. Emanuele Severino, sicuramente ostico, ma consiglio di non fermarsi assolutamente ad un eventuale difficoltà iniziale e di ripeterne l'ascolto per comprenderlo, allenando la mente al ragionamento filosofico, al pensiero critico e per prendere o riprendere confidenza con alcuni concetti molto interessanti come il principio di non contraddizione, o con alcuni nomi illustri citati dallo stesso. La base musicale creata per questo pezzo è, a mio parere, eccellente. Voglio spendere anche una parola per la grafica del booklet (di dylandoghiana memoria) ad opera di Marco "El topo" Luchetti, che ho apprezzato molto, sia nel lavoro precedente che in quest'ultimo. Da ascoltare, metabolizzare, riascoltare… https://www.facebook.com/psychokinder
http://www.musikzoneshop.com/shop/psycho-kinder/cd/24457-psycho-kinder-il-tramonto-dellevidente http://www.youtube.com/watch?v=7mlsaDX6Dck
http://www.youtube.com/watch?v=ojStTTs_MqU
(Valentina Emme)

RANA POROSA
Music for the urban disease
CDR (Looney-Tick Productions)

Con piacere torniamo a parlare della Looney-Tick, label tipicamente “do it yourself” di Daniele “dANi/ALvo” Santagiuliana, che molti tra voi ricorderanno per il progetto Testing Vault (presente anch’esso in questo gruppo di nuove recensioni), ma anche per Pariah ed Anatomy. “Music for the urban disease” esce - analogamente ad alcune delle 6 passate produzioni - custodito in un booklet in bianco e nero di 12 pagine per un totale di sole 50 copie, e ri-attualizza alla maniera di dANi il concetto e l’essenza di quanto espresso dal termine “cyberpunk”. Se l’erotismo malato di “Crash” di James G.Ballard” (che rivisse nel famoso omonimo film di Cronenberg) influenza di certo il lavoro, é allo scrittore americano William Gibson ed al compositore sperimentale contemporaneo nipponico Chu Ishikawa che viene dedicato il dischetto, 23 minuti di assalto sonico interamente strumentale dove ad aver la meglio sono i tappeti elettro-percussivi (de)costruiti dal nostro Daniele. Dopo le sperimentazioni nel medesimo campo del prolifico Kenji Siratori, Rana Porosa scrive un valido tributo questa volta tutto “made in Italy” alla cultura urbana post-industriale del Sol levante, con tutte le sue angosce e le sue deviazioni, piena espressione del malessere contemporaneo del tipico animale metropolitano contemporaneo.
Info: www.eafmcart.blogspot.it
(Oflorenz)

RBMK
KKKP
CDR (Autoprodotto)

Dopo il demo di esordio “Sarcophagus” di un paio di anni fa, il combo vogherese che si ispira nel moniker al tristemente famoso reattore di Chernobyl esordisce ufficialmente con questo granitico concept di 6 brani, ancora una volta ispirato - sin dalla grafica oscura e minimale - a gelidi venti di guerra fredda, ed a quelle suggestioni sinistre che solo la Mitteleuropa ha saputo e potuto sollevare nel corso degli eventi storici del nostro continente. Se lo stile e la rabbia sono quelli della scuola teutonica di Genocide Organ da un lato, e di Con-Dom dall’altro (soprattutto nel ‘cantato’), impressiona lo stato di alienazione e ansia che perdurano per l’intera durata del dischetto, 30 minuti di sulfurea corsa senza freni sul “Binario01”, capolinea: “StazioneK”! Scrivete sulla pagina del gruppo: https://www.facebook.com/pages/RBMK-noiseindustrial/66868647287 per recuperare a prezzo onestissimo una delle copie di KKKP, piccola gemma radioattiva della grey area di casa nostra.
(Oflorenz)

SETTORE GIADA
Per Elisa
CD (Seahorse Recordings)

I Settore Giada, originari di Zurigo, sono Ali Salvioni (voce, basso, hang, drum programming) e Alan Bagge (batteria). “Per Elisa” è un album composta da 10 tracce più 4 remix. La musica è molto d’atmosfera e la voce che ha un cantato inusuale per il genere. La maggior parte dei brani è cantata in italiano, solo “Candy” e “Distant places” in inglese. IL disco è molto particolare e non è di facile ascolto, ma questo non significa che non sia un lavoro con grandi potenzialità. Ciò che rende l'ascolto ostico e il cantato di tipo cantautorale. La musica dalle sonorità wave, secondo me, è invece ciò che emerge di più e che coinvolge maggiormente l'ascoltatore. Il brano che mi ha colpito è “Occhi”. Una traccia dalle sonorità molto wave anni ’80 e credo che sia anche quella che ho più completa è meglio realizzata. Un disco fuori dagli schemi, per chi ama musica particolare e non etichettabile.
Siti web:
http://www.ali-s.com

http://www.soundcloud.com/settoregiada
http://settoregiada.restorm.com/
(Nikita)

SHIFT
Altamont rising
CD (Cold Spring)

Quinto full length per questo progetto power electronics nato in Svezia ed ora accasatosi in Inghilterra. Sette capitoli di massacro sonoro senza compromessi da cui ci si può salvare solo ascoltandolo a basso volume, anche se così se ne perde totalmente la bellezza: non è infatti rumorismo fine a se stesso, ma bensì una sovrapposizione devastante di vocals e ritmiche death industrial/noise à la Brighter Death Now, che risultano lievemente meno incisive soprattutto dal punto di vista della resa sonora, ma incarnano alla perfezione il medesimo incedere morboso e spietato della creatura di Karmanik. Il rovescio della medaglia è invece l'eccessiva omogeneità dei pezzi che finiscono per assomigliarsi l'un con l'altro, aspetto piuttosto comune e non necessariamente negativo nei progetti di questo genere, anche dei più titolati, che ne soddisfa pienamente l'intento annichilente.
Sito web: http://www.unrestproductions.co.uk/shift
(M/B'06)

SPACE ALIENS FROM OUTER SPACE
Invade
CDR (O.F.F.)

Una grafica degna dei miglior B-Movie Sci-Fi, che potrebbe far balzare alla mente tanto i divertentissimi psych-surfers Bomboras e Man or Astro-Man?
Quanto talune produzioni stoner stile Orange Goblin e Nebula, ma… nulla di tutto ciò!
Dietro i misteriosi alieni si cela la figura dell’americano Paul Beauchamp, ormai quasi naturalizzato torinese vista la collaborazione di lunga data con il circuito sabaudo ruotante intorno alla galassia (visto il contesto…é la parola giusta!) di Fabrizio Modonese Palumbo e dei suoi sperimentali progetti, quali Larsen o Almagest!. Per Paul e per i misteriosi compagni di viaggio (forse qualche altro storico personaggio della scena sabauda…?) un divertissement davvero azzeccato, che tra dilatazioni cosmiche di sapore vintage ed elettronica in stile vecchia Disturbance anni ’90 ci regala una quarantina di minuti di appassionante trip fuori dallo spazio e dal tempo. Da ascoltare rapiti , magari mentre fissate ipnotizzati il caleidoscopico video-player proposto in home page dal sito del gruppo: http://www.wecomefromouterspace.com
(Oflorenz)

The SPIRITUAL BAT
“Mosaic”
CD (Danse Macabre)

Il nuovo album del duo di Frosinone (Dario Passamonti e Rosetta Garri) sembra, già dai primi brani, essere il miglior disco della loro produzione. “Mosaic” infatti raccoglie 9 perle preziose. Si passa da brani più potenti come “Mosaic”, “We Are Born” a brani più intimi come “So Proud” e, il mio preferito, “Of Breath And Veils ( Battlefield)” in cui la voce di Rosetta ricorda Siouxsie dei tempi d’oro. Bellissimo anche il brano finale “Death March”. “Mosaic”è molto equilibrato, pieno di sfumature, e impreziosito sia dalla voce di Rosetta che qui rende al massimo a dalla camaleontica chitarra di Dario che passa da atmosfere più deathrock a quelle più dark wave mantenendo sempre una gran classe e senza mai perdere smalto. Il disco si avvale del contributo artistico di numerosi ospiti. Tra questi alla batteria, tranne che in“Death March”, Alessio Santoni (Ufip, Volume, Facus) e ai synths Ashkelon Sain (Trance To The Sun, Soriah) in “Death March” e “We Are Born We Live We Die”, Greg Scott Cruz (Sullen Serenade, Inheirent) in“If I Were A Flower (The Journey)” e Tyves Oben (Place4Tears, Scarless Arms) in “Blown Away”.
“Mosaic” è un ottimo disco di elevata qualità che dimostra che The Spiritual Bat sono una delle migliori bands italiane del momento e della quale possiamo andarne fieri. Vi consiglio di procurarvi al più presto questo gioiello, non ve ne pentirete!
Siti web:
https://www.facebook.com/pages/The-Spiritual-Bat/128593959630
http://www.reverbnation.com/thespiritualbat

(Nikita)

STAR MATTER
ChemTrails_Era
CD (Cyber Ghetto Records)

Debutta il progetto nato nel 2011 dall'unione delle menti di Alex De Siena e Claudio Dondo, la prima proveniente dalla scena rave-alternative di Amsterdam, il secondo noto per i suoi progetti in ambito industrial/ambient, in particolare Runes Order. Giovanni Indorato della Masterpiece distribution chiude il terzetto occupandosi di mixaggio, arrangiamenti, masterizzazione e produzione presso il suo Cyber Ghetto Studio. Dondo è un personaggio di culto della scena avendo una lunghissima militanza in un periodo di grandi cambiamenti stilistici, in cui ha apportato il suo personale e fondamentale contributo: in questo lavoro porta l'ascoltatore a riscoprire la musica elettronica degli anni '90 mescolandola con sonorità ritmate e ballabili che coalescono in quest'opera di futuristico cyber-electronics. Dopo la breve intro fatta di rumore singhiozzante in presa diretta si passa al brano avanguardistico "Hidden Secrets". Segue la riuscitissima "Plastic Clouds", che sfiora lo snuff electro degli Scorpion Violente, col contributo di Luigi Maria Mennella (Furvus,En Velours Noir, Formal.Logic.Decay), mentre con "Happy Slave" ci si sposta su terreni marcatamente dancefloor. Segue "All Against...Ourselves", gelido pezzo strumentale con geniali soluzioni stilistiche che dimostrano se ce ne fosse ancora bisogno, che Dondo è in piena forma e che Alex De Siena è il perfetto partner per questa ennesima traslazione musicale. Ancora da segnalare "AncientDomination-Games Over", dove è ancora Mennella a dare un contributo unico con la sua voce, ma sono tutti i brani qualcosa di davvero nuovo. Materiale raffinato, fatto di esperienza ed ispirazione, non di facile ascolto, sarà capito tra dieci anni.
Sito web: http://www.starmatter.it
(M/B'06)

TEARS OF OTHILA
Way to traditions
CD (Ark Records)

Segue dopo ben cinque anni di silenzio dal debutto il secondo album dei Tears of Othila, concepito da Marco Gardella, mente del gruppo, nella suggestiva foresta delle lame, luogo ideale per riportare in vita miti e tradizioni celtici, motivo centrale nella proposta della band. Pur mantenendo coerentemente solide radici nel genere neofolk, questo nuovo lavoro sterza decisamente in quanto a contaminazioni ed influenze: il lavoro si divide in tre sezioni, ciascuna costituita da tre brani in cui sono le chitarre e la ghironda a fungere da guida, sapientemente supportate dal violino di Enrico Defranchi. Si inizia con "Of myths and ancient knowledge", parte decisamente più folk di matrice irlandese: Nicholas Tesluk (Changes, Werkraum) presta la sua voce nel brano introduttivo, nonché in quello di chiusura unitamente alla sua chitarra. La seconda parte, "Of Thule And Inner Balance", è invece più intimistica, sulla scia del neo-folk dei Sonne Hagal, caratterizzata però da un uso della tuba e del trombone, che ricorda le atmosfere di Sopor Aeternus nel periodo meno oscuro di "Dead lovers sarabande". La lunga suite "Mountains" apre l'ultima parte e segna un ulteriore rallentamento delle ritmiche che progressivamente si richiudono su se stesse in una dimensione pressoché totalmente acustica, anche se con qualche sussulto qua e là. La penultima traccia interrompe questo percorso con un doveroso omaggio alla forma canzone tanto cara a De André ed ovviamente molto sentita anche dai suoi conterranei. Disco maturo, ispirato e con personalità, senza punti deboli.
Sito web: http://www.myspace.com/tearsofothila
(M/B'06)

TERRENI K
Somber Aesthetics
CDR (Le Crépuscule du soir)

Se il demo del 2013 e lo split-tape “Necronastro” con Le Cose Bianche (entrambi da noi già trattati sulle pagine di Rosa Selvaggia) avevano anticipato grandi cose per il progetto tarantino di Massimiliano Gravina, giunge proprio in principio del nuovo anno la gradita conferma di “Somber Aesthetics”, cdr custodito da elegante digipak formato A5 con un libretto interno che riprende la bella grafica di taglio isolazionista e post-industriale della cover, la cui estetica rimanda a Raison d’Être quanto alle ambientazioni desolate di Endless Asylum. Effettivamente da considerarsi l’esordio ufficiale di Terreni K, “Somber Aesthetics” esce per la label indipendente francese “Le Crepuscule du soir” (dedita anche a produzioni doom e black metal), e ripropone alcuni dei cavalli di battaglia del demo-cdr, in primis la magistrale “Abrasive Dolls” ma anche le maestose “Maelstrom” e “Pale dead colours”, con l’aggiunta di quattro nuovibrani ove emerge nuovamente (attitudine questa già evidente nel “Necronastro”) la forte passione di Max per la cinematografia horror d’antan, con l’ottimo tributo di “Lizard in a woman’s skin” al maestro Fulci ed al suo omonimo cult-movie del 1971. La terminale “Rebirth OV Chaos”, che con la trascrizione Of/Ov vuole probabilmente rendere giusto merito alla scuola della gioventù psichica di Genesiana memoria, pone il sigillo finale ad un disco che si conferma in toto e di gran lunga, per chi scrive, tra le migliori uscite dell’ultimo biennio in tema di ambient-industrial italiano; la speranza ora é che si aprano al più presto le meritate porte dei migliori festival di settore del nostro paese, e perché no, anche di oltre-confine.
Info: terreni-k.blogspot.it
( (Oflorenz)

TROUM
Syzygie
CD (Cold Spring)

In attesa dell'imminente nuovo album sotto Cold Spring, vede la luce questa raccolta del duo tedesco sorto dalle ceneri dei Maeror Tri, famoso per il suo maestoso drone sognante e stratificato, ma anche per la sua notevole prolificità e per mantenere sempre un livello elevato nelle sue produzioni: va sottolineato che l'intensità unica della loro musica deriva dal fatto di essere composta senza l'uso di alcun sintetizzatore, ma utilizzando una notevole varietà di strumenti. Questa ennesima uscita, che raccoglie tracce registrate tra il 1999 ed il 2002, precedentemente apparse su compilation inedite tra il 2001 ed il 2006, non tradisce le attese. Anzi, riesce anche a superarle, per il suo suono come sempre monolitico grazie alla perfetta rimasterizzazione di Martin Bowes, ma fatto di singole tracce piuttosto dinamiche e non infinite, probabilmente a causa del fatto che dovevano essere adatte ad occupare uno spazio limitato in una compilation. Geni sottovalutati, maestri e precursori di altissimo valore.
Sito web: http://www.facebook.com/Troum.Bremen
(M/B'06)
TWO MOONS
Elements
CD (autoprodotto)

Ritorna dopo circa due anni di silenzio il progetto di Emilio Mucciga (vocalist), Giuseppe Taibi (basso) e Vincenzo Brucculeri (chitarra), stabilmente localizzato all'incrocio tra dark wave anni '80, elettronica e post rock. Come oramai d'abitudine, anche questa volta la veste grafica è molto personale, lontana dagli stilemi del genere, a simboleggiare la loro voglia di uscir e dal coro delle migliaia di band cloni dei maestri del passato. E ci riescono alla grande: rispetto al precedente lavoro, c'è senz'altro un'evoluzione nella cura degli arrangiamenti, ma soprattutto viene fuori la grande ispirazione e personalità della band, con la voce di Emilio Mucciga stracolma di malinconia, a marchiare indelebilmente ogni pezzo. Indimenticabili i primi due brani, ottimo il terzo: il suono oramai è qualcosa di monolitico ed unico, scevro di marcate influenze e pronto per essere apprezzato non solo più da pochi appassionati. Ancora "I'm sure" e "Star's child", altre due gemme da segnalare in un lavoro di alto livello. Impressionanti.
Sito web: https://www.twomoons.it
(M/B'06)

TSIDMZ
Ungern Von Sternberg Khan
CD (Old Europa Cafe)

Roman Fëdorovic Ungern fon Šternberg, che scelse più semplicemente il nome di Ungern Von Sternberg, il mitico “barone nero” austriaco di nascita ma cresciuto in Estonia, una vita come militare di alto rango nell’esercito russo e successivamente uno dei più acerrimi oppositori dell’ascesa bolscevica che avrà la meglio al termine della sanguinosa guerra civile iniziata nel 1917. Tutto ciò schierandosi e combattendo sempre in maniera autonoma, seppur in effetti dalla stessa parte delle celeberrime “truppe bianche”, e dunque dello Zar. Del suo tentativo di creare una nazione indipendente eurasiatica nei territori dell’attuale Mongolia, fino alla cattura da parte dei sovietici ed alla conseguente fucilazione avvenuta nel 1921, potrete approfondire se vorrete, magari accompagnando le vostre letture con gli undici appassionanti capitoli del terzo full lenght ufficiale (dopo “We are time e “ Pax Deorum Hominumque”) del progetto di Solimano Mutti, un vero e proprio concept-tribute alla figura ed alle gesta dell’istrionico Barone di Graz. L’andatura epica e marziale di capitoli quali “I cancelli di Agartha” (nel cd anche un video del brano!) o “Ungern Khan, le cavalier du Vril” riescono a suscitare emozioni e sensazioni di forte intensità, costituendo un’ideale colonna sonora per musicare la vita e le gesta di questo unico personaggio storico. Fondamentale, per la comprensione globale dell’opera, anche un approfondimento riguardo la “Fourth Political Theory” (titolo del primo brano del disco) del filosofo russo Aleksandr Gel'evic Dugin, ideale prosecutore delle idee di Unger Khan con la sua teorizzazione di un impero euro-asiatico, in radicale alternativa ad ogni già sperimentata forma di comunismo o tantomeno “globalizzazione” di stampo occidentale realizzata sino ad oggi. Numerose le collaborazioni per quest’opera complessa e sfidante, che musicalmente fuoriesce da neo-folk e martial-industrial travalicando decisamente ogni barriera di genere: da Barbarossa Umtrunk agli olandesi Strydwolf, senza dimenticare gli apporti dei connazionali Foresta di Ferro, Porta Vittoria, Corazzata Valdemone, Le Cose Bianche e Valerio Orlandini. Rivolta contro il mondo moderno. Se queste parole vi piacciono e vi suonano familiari:
Info: www.facebook.com/Tsidmz
(Oflorenz)

 

VIDI AQUAM
Fog Vision
CD box / LP / download (Rosa Selvaggia)

I veterani della musica oscura italiana, i Vidi Aquam, ci stupiscono ancora una volta con un album davvero unico: Fog Vision. Già dal titolo siamo preparati a trovarci davanti a una visione nebulosa, due parole in contrasto tra di loro ma nello stesso tempo complementari. La versione in CD viene presentata dentro un box metallico rivestito di velluto nero. La serigrafia del cd ricorda un vinile. Una confezione molto elegante e sobria. Ricordiamo anche che a questa versione CD è preceduta la versione rara in vinile. I Vidi Aquam hanno curato con attenzione e devozione sia il lato musicale che quello del packaging. Essendo loro molto legati alla versione in vinile, hanno voluto omaggiarlo anche nella cura della versione cd, un passato che non è ancora morto ma che cerca di tornare. "The Puppets Show" il primo brano del disco, inizia con la musica di una giostra antica in cui una voce fem-minile (Lady in dark) ci introduce nel mondo magico dei Vidi Aquam.. Un mondo offuscato e nebuloso, dove sogni e incubi coesistono. Il pezzo è caratterizzato dai suoni molto riconoscibili delle chitarre di Daniele Viola, dal basso potente di Fabio Degiorgi e dalla voce in tonalità grave di Nikita. Forest shout parla di ecologia, rappresenta il grido d'aiuto invocato dalla natura che da troppo tempo viene maltrattata dagli uomini. Chitarra e basso incalzano e la linea vocale avvolge l'ascoltatore. "Fog Vision" che ha dato il suo nome all'intero album è molto bella. La voce assume tonalità psichedeliche accentuate anche dall'uso del delay. I synth presenti e il suono del basso che da la struttura portante al bra-no, caratterizzano il pezzo e muovono l'ascoltatore in un'altra dimensione surreale. "She says and does not say" contiene delle chitarre distorte molto particolari che caratterizzano il pezzo, le parole ripetute ossessivamente, danno un ritmo violento al pezzo. "10 Agosto '44" è l'unico brano cantato in italiano. Alla voce questa volta c'è Daniele Viola. Questo brano ci fa capire l'umanità profonda di questi musicisti che cantano e ricordano gli eroi della guerra che non devono essere dimenticati. Una canzone con un messaggio molto forte, un tema intenso, un omaggio alle vittime della guerra, che hanno combattuto per la libertà. E anche per dare omaggio alla Resistenza i Vidi Aquam hanno deciso di festeggiare il loro ventesimo anniversario proprio il 25 Aprile scorso. Una canzone con una melodia semplice ma che entra subito nel cuore, un racconto narrativo, un saluto alle vittime della guerra, agli eroi della guerra partigiana. "We bare the light", cantata da Daniele, è una canzone più romantica rispetto alla maggior parte degli altri pezzi decisamente più ritmici. Un brano piacevole all'ascolto. I Vidi Aquam ospitano, in "Diva Glance", Marta Ultre che duetta nel ritornello con Daniele, nella strofa ritro-viamo invece la voce di Nikita. Un brano elegante e molto bello. L'album si conclude con "Fosca". Questo è il mio pezzo preferito con i suoni oscuri del piano, le gravi tonalità della voce di Nikita. Potrebbe essere una colonna sonora di un film misterioso e inquietante che ci rapisce per trovarci nell'abisso delle profondità più oscure. Fosca è il punto d'arrivo di Fog Vision, la visione offuscata, un anello che si conclude un viaggio ciclico che può ripetersi fino all'infinito. Fog Vision, un album che ci regala emozioni intense e ci trasporta in un'altra dimensione. Non è solo musi-ca ma è anche una riflessione sui temi attuali e memoria di un passato che non vuole essere dimenticato. Una musica fuori da una connotazione spazio temporale, può appartenere a ieri, oggi o domani.
Siti web:
http://vidiaquam.bandcamp.com/
http://www.rosaselvaggia.com/vidiaquam.htm
http://www.facebook.com/pages/VIDI-AQUAM/111366628883009
( Rita Tekeyan)

VINZ NOTARO / ORCHESTRA ESTEH
Suono Sacro Sogno /Dreamworking
Book + CD (L’Arca e l’Arco Edizioni)

E’ stato un vero piacere venire a conoscenza della casa editrice napoletana L’Arca e l’Arco , in occasione della presentazione milanese del nuovo libro di poesie “De l’Amor sospeso e de l’Amor Rubeo” ad opera di Daniela Bedeski con la collaborazione del progetto dark ambient alessandrino Cropcircle. Vinz Notaro, autore del saggio e mastermind di Orchestra Esteh, presenta una complessa quanto affascinante lettura sul forte nesso esistente tra la sfera onirica dell’uomo ed il suono, o meglio la dissonanza, il tutto mezzo fondamentale per un ritrovamento del proprio “Io” e della propria via spirituale. Forte di numerosi rimandi allo studio di filosofi di epoca rinascimentale quali Tommaso Campanella, così come ad Aristotele piuttosto che ai poeti “maledetti” Baudelaire e Rimbaud, il volumetto costituisce il primo tassello della collana “Il Filo Nero”, ed esce accompagnato dal quinto lavoro della Orchestra Esteh, progetto solista di taglio mistico-sperimentale facente capo al medesimo Vinz; due le edizioni proposte, delle quali una limitata a soli 96 esemplari con tanto di cd numerato e disegnato a mano dall’autore, per un oggetto che oltre ad essere un trattato affascinante sulla sacralità del rapporto tra sogno e suono/(non) musica, si rivela ovviamente una gustosa chicca da collezione. A livello squisitamente sonoro, il disco non deluderà assolutamente i cultori della (dark)ambient più rituale ed introspettiva, raffinata da elementi tipici della miglior avanguardia elettronica (label Touch docet). Da ascoltare dopo aver letto il volume, e magari ammirando le sette oscure fotografie di Anita Annunziata che completano ed arricchiscono l’opera.
Info: http://www.larcaelarco.it/shop/it/26-suono-sacro-sogno-dreamworking.html
(Oflorenz)

VIOLET TEARS
Outside your door
CD (Ark Records)

Quarta uscita per i baresi Violet Tears che si può definire senza campanilismi di sorta il loro miglior lavoro, dove convergono sapientemente goth rock e coldwave in stile nineties, e soprattutto un album di alto livello che può affacciarsi senza timori sulla scena internazionale. Fondamentale come sempre il contributo della cantante Carmen De Rosas che con i suoi vocalizzi porta linfa vitale in canzoni altrimenti profondamente tristi e malinconiche come "Goodbye" e "Outside your door", talvolta indugiando troppo su atmosfere meno tetre come nel caso di "Ever Dead New Waters", episodio interessante, ma meno felice delle altre tracce presenti nel disco. La voce di Claudio Contessa meno presente e più canonica, non è tuttavia da tenere in secondo piano ad esempio in "Memorie di cristallo", pezzo decisamente più classico, ma profondamente ispirato tanto da risultare il migliore del disco, oppure in "Angeli in fiamme", unico brano cantato in italiano, che ricorda i grandiosi Litfiba di "17 re". Claudio Cinnella, mastermind delle tastiere e dei synth e Gianluca Altamura dietro le pelli, completano il quartetto e formano la spina dorsale di un album senza punti deboli, registrato in maniera eccellente.
Sito web: http://www.violettears.com
(M/B'06)

WARSICKLE
Selftitled
Download (Gothic World Records)

Terzo full length per questi cechi dal passato electro grindcore/death metal che ha lasciato residui annegati nel mare dell'ebm/industrial, genere di cui attualmente si fregiano appartenere, annoverando giustamente tra le loro influenze Hocico, Suicide Commando ed Alien Vampires. L'album è lungo, lunghissimo, piuttosto monocorde, senza alcun episodio di rilievo, che aiuti a distinguere questa band dalle altre migliaia che cercano spazio nel medesimo genere fuorché per la parte sonora che, grazie all'esperienza del suo creatore, Vanson Sichelstein, in qualità di produttore, è assolutamente perfetta, pulita e potente al punto giusto. La voce di Vanson, cruda e malvagia, emerge pulita o distorta a seconda dei brani, tutti ben strutturati ma appunto senza guizzi a parte forse "Der Kaiser ist tot". Abbondano i remix che costituiscono una buona metà dell'album e sono quasi tutti interessanti ed originali, con Blut Reaktor che sale in cattedra. C'è anche spazio per la cover di "Jama Perkel" dei Master's Hammer, gloria black metal della repubblica ceca. Questo è link per scaricare l'album http://gothicworld.bandcamp.com/album/selftitled (ndr).
Sito web: https://www.facebook.com/warsickle
(M/B'06)

ROZZ WILLIAMS
Sleeping Dogs
LP /CD (Cult Music)

Come per ogni vita artistica, come per ogni carriera, ci sono diversi buchi anche in quella di Rozz Williams (e per favore evitiamo facili battute sull'amore del nostro per determinate ebbrezze). Ma fra questi, tappati di volta in volta da opere postume quali Accept the Gift of Sin (2003) o The Original Shadow Project (2005), il presente Sleeping Dogs cerca di far fronte al più grande e sconcertante di tutti: quello del periodo, peraltro artisticamente fertilissimo, che va dallo scioglimento de facto dei Christian Death featuring Rozz Williams, così fortemente voluti dalla Cleopatra e osteggiati dal perfido Valor, al magico incontro europeo con Gitane Demone dal quale nascerà il capolavoro Dream Home Heartache (1995). Insomma si parla sostanzialmente del biennio 1993-94 (per quanto la versione in vinile contenga un paio di registrazioni del '97), anni in cui Rozz, lasciata temporaneamente Eva O in seguito al fallimento del loro matrimonio e delle varie operazioni commerciai con la Cleopatra, decide di assumere una nuova formazione con il nome di Daucus Karota, un vecchio pallino di gioventù, ed avventurarsi in tournée in Europa. Purtroppo, o per fortuna vista la qualità dei prodotti, di quel periodo rimangono scarse testimonianze in studio: l'Ep Shrine a nome, appunto, Daucus Karota e il disco-sorpresa realizzato insieme a Gitane Demone che però, nell'inventare de facto un nuovo genere, da alcuni definito gothic lounge, ha trasfigurato i titoli inseriti in modo quasi irriconoscibile. Eppure nelle sue scorribande europee il geniale Rozz ha dimostrato di aver mantenuto intatta la sua debordante creatività e di avere al suo arco ben altre frecce rispetto alle 5, per carità... perfette, contenute in Shrine. Un primo velo l'aveva già sollevato nel 2000 il cd Live in Berlin, eccellente testimonianza di quei tour, contenente ben 3 inediti originali. Oggi, in occasione del 50° compleanno di Rozz, Sleeping Dogs cerca di completare quel meritevole lavoro nella consapevolezza di maneggiare materiale meno pregiato e ancor peggio registrato. Dei 6 inediti contenuti del disco, almeno 2 non sono originali: la prima, bellissima, Time di David Bowie (come la già sentita Dodo) e l'ultima Sunken Rex dei T. Rex di Marc Bolan. Fra gli originali, invece, uno dei più convincenti è Nostalgia, sul cd presente in due versioni (invero piuttosto diverse), per quanto si tratti di una versione primordiale ed elettrica della più conosciuta e acustica A World Apart cantata con Gitane. Così come la seguente Bruised è la versione precedente della più compiuta 2 Steps di Live in Berlin. Segue una Flowers alla chitarra, purtroppo meno magica e suggestiva della più celebre sorella al piano presente su Dream Home Heartache. Dopo un pezzo di Lou Reed, ecco quello che secondo chi scrive è il capolavoro del disco: Hold me down, un brano che delizia e sorprende con le sue impennate rumoriste seguite da continue cadute in fraseggio chitarristico di vecchia scuola dark. The Doll invece rappresenta un ulteriore passaggio che da Nostalgia ha portato a A World Apart. Segue World Inside, un'evoluzione di Some Men / The Others apparsa su Iconologia, mentre interessantissima, sebbene pessimamente registrata, la successiva Hall of Mirrors, dotata di un ritornello sorprendentemente melodico. Purtroppo questi ultimi brani sono guastati da una registrazione decisamente approssimativa, per quanto sottoposta ad ogni sorta di filtro e miglioramento tecnologico, e da un finale troncato al solo apparente scopo di estromettere gli applausi (chissà per quale ragione). Seguono altri brani già sentiti su Live in Berlin in versioni più compiute, convincenti o semplicemente meglio registrate. Ed è qui il grande limite dell'operazione Sleeping Dogs: importante, anzi forse imprescindibile per i fan di Rozz, contenente almeno tre capolavori (Time, Nostalgia e Hold me down) ma per altri versi potenzialmente indigesta a chi si avvicina per la prima volta all'opera del più grande poeta e performer gotico americano.
(
Brian K)