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GegenSchein
Margini
EP Download (Autoprodotto)
Il
gruppo romano dei GegenSchein, che deve il suo nome ad un
fenomeno astrale consistente in una debole luminosità visibile
nella direzione esattamente opposta al sole e causata dalla
riflessione della luce su particelle di polvere provenienti
dai piani astrali, rompe finalmente il bozzolo che lo legava
sino all'anno scorso (anno della fondazione definitiva del
progetto) ad una formazione ibrida che tastava il terreno
in cerca di una propria identità stilistica e sonora. Il fulcro
creativo del progetto è costituito dalla voce oscura e passionale
di Daniele Melone, nonché chitarrista, e dal basso tagliente
ed incisivo di Alessandro Meschino, dal cui incontro nel lontano
2003 scaturisce la prima creatura dark wave / post punk chiamata
Noise Quartet, progetto che vede la partecipazione di diversi
altri musicisti che donano il loro contributo ad una cerca
primordiale delle proprie sonorità e della propria espressività
musicata. La proposta (i primi sei pezzi di questo iniziale
tentativo progettuale sono stati caricati sul Soundcloud di
Meschino, e dunque non fanno parte di un vero e proprio album)
veste i panni di una dark wave classica fatta di chitarre
distorte e occludenti, liriche in inglese espresse con urlata
sofferenza dal cantante e una ritmica scarna e attufata. Un
mosaico piacevolmente nostalgico, crudo e degno della miglior
tradizione del genere. Chitarre taglienti e distorte, impegnate
in arpeggi ipnotici e senza fine, basso incalzante a tratti,
in altri angoscioso e pieno e percussioni dal suono secco
e arido che mai hanno tregua compongono il tributo a sonorità
ottantine nel quale non mancano errori compositivi e di registrazione
(a volte le chitarre prendono il sopravvento e si sovrappongono
a tutto il resto soffocando con i loro ruggiti le altre componenti
strumentali), fermo restando che stiamo comunque parlando
di tracce ibride, legate ad esordi autoprodotti nei quali
il progetto cerca ancora una sua identità e sonorità specifiche.
La playlist vibra e risplende di quelle chitarre distorte
ed affilate, facendone un bell'esordio (se così si può chiamare)
che si abbevera dalla tradizione post punk e dark wave e dalla
quale prende l'approccio più crudo ed angoscioso, seppur piacevolmente
incalzante e ipnotico. Da notare la presenza di "The Right
Place", pezzo che farà parte del primo EP dei Noise Quartet,
qui nella sua foggia migliore rispetto al suo alter ego futuro,
dall'approccio musicale che si diversifica dalle sonorità
più crude dei pezzi che lo precedono. Chitarre più cristalline,
atmosfere catartiche e vorticosamente ipnotiche ci trasportano
in un'ambientazione decisamente spaziale, lontana dal crogiolarsi
nella disperazione e nel dolore generale delle altre tracce.
Nel 2010 è tempo di esordire con un breve EP di tre tracce
(sempre autoprodotto e sempre a nome Noise Quartet), "The
Silent Escape From The Right Place", con una tematica di fondo
che parla della fuga da quello che dovrebbe essere il posto
giusto per noi, tema che già fa comprendere l'angoscia che
da sempre il progetto vuole comunicare attraverso i suoi testi
e la sua musica. Sin dal primo pezzo si nota il nuovo approccio
vocale del cantante, che utilizza la sua voce in maniera più
cupa e profonda come può essere quella di un Ian Curtis o
di un Peter Murphy, abbandonando la sguaiata disperazione
dei primi approcci. Le sonorità rimangono le stesse, ma la
registrazione è sicuramente migliorata. Solite chitarre taglienti,
atmosfere cupe e ritmica incalzante restano l'approccio basico
del progetto alle loro radici dark wave. Sonorità molto più
dirette invece con il secondo pezzo, dal piglio death rock
più scalmanato e fomentato. La voce torna a squarciare i muri
di distorsioni e gli angosciosi arpeggi di basso affiancati
ai colpi di rullante con maggior padronanza. "The Right Place"
torna in una versione differente, peggiore (emozionalmente
parlando) di quella delle prime registrazioni. Tutto è riportato
ad un piano più materiale e poco estatico. La strada che timidamente
avevo sperato fosse intrapresa dalla band in futuro, tendente
ad una dark wave più sentita e dalla forma onirica e cristallina,
viene definitivamente abbandonata, e resta solo l'angoscioso
vorticare delle chitarre, che non si innalzano nell'etere
come nella prima versione, ma vengono trattenute dalla ritmica
ruvida che tutto intrappola nei legami obbligati di sonorità
ancora una volta mai fuori dagli schemi classici. "Margini",
uscito a giugno di quest'anno e nuovamente autoprodotto, registrato
e mixato dall'ensamble romano, vede, dopo diverse esibizioni
live nei locali della capitale, il definitivo affermarsi di
una formazione solida a nome GegenSchein, che affianca agli
ormai inossidabili Melone e Meschino Dario Dattoli alla chitarra
e Alessandro Capoccia alle percussioni. L'EP che sancisce
il "secondo esordio" del progetto, presenta sonorità molto
più ripulite, dal solito piglio post punk al quale si aggiungono
testi completamente in italiano. Attraverso questi ultimi,
si esternano le angosce, le ansie e la disperazione di un'anima
in pena, che si fanno strada tra le solite fitte distorsioni
che vorticano mano nella mano con la ruvidità accentuata della
ritmica. "Distanze" è sicuramente il pezzo più sentito, con
i suoi acuti stridii chitarristici e il bel giro di basso.
Con le sue nuove sonorità decisamente meno viscerali e molto
più studiate a tavolino, il progetto ha perso quel qualcosa
in più che invece aveva nelle prime registrazioni, conformandosi
ad un moderno revival di sonorità ottantine pericolosamente
vicino ad un alternative rock che può presto stancare, al
contrario del coraggio di continuare su binari più cupi, oscuri
e crudi come quelli delle loro prime proposte. La matrice
post punk c'è, ma si sta opacizzando o, per meglio dire, ripulendo
troppo. Voglio comunque sperare che sia una sensazione dovuta
al fatto che ci troviamo di fronte ad un EP d'esordio breve
e diretto che presenta quella che è la nuova concezione musicale
e il nuovo punto di arrivo di un progetto completamente rinnovato,
che prende il testimone del suo predecessore in tempi sicuramente
diversificati da quelli degli esordi con i Noise Quartet,
e che potrà sorprendere maggiormente in una futura uscita
sulla lunga durata, avendo tutte le capacità per farlo.
Sito Web: Bandcamp: https://gegenschein.bandcamp.com/album/margini
Facebook: https://www.facebook.com/Gegenscheinband/timeline
(Lorenzo Nobili)
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HOT
GUTS
Wilds
LP (Avant! Records)
Arriva il secondo full length per il duo di Philadelphia nato
nel 2007 e formato da Wes Russel e Shari Wallin, in uscita su
vinile in formato 12": il duo, partito dal grezzo post-punk
degli esordi è stata capace di far evolvere la sua proposta
in una sapiente mescolanza di minimal ed electro, contaminata
da tracce di ebm e neo-folk, senza perdere le atmosfere dark
wave degli esordi. Ritmi lenti, synth freddi e creatori di atmosfere
desolate ed oscure, che traggono nuove forze dalle chitarre
nebbiose e dalla voce emozionante di Wes Russel, e confluiscono
insieme arrivando all'apice nel terzo brano "Kite and Shadows",
mentre nella penultima traccia "Drift" è un minimalismo dissonante
a farla da padrone riesumando il lato più sperim entale dei
Death In June. Nel complesso un ottimo disco, fatto di calibrati
richiami al passato, coerenza e molta intelligenza musicale.
Sito web: https://www.facebook.com/pages/Hot-Guts/248726724119
(M/B'06) |
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KARMA
IN AUGE
Socialnoia
Mini-CD (autoprodotto)
Il
trio pugliese postpunk, attivo già dal 2006 dopo l'ep "Memorie
disperse" (2010) e il CD "Rituali ad uso e consumo" (2012),
ci propone questo nuovo mini "Socialnoia".
La line-up dei K.I.A, composta da Salvatore Piccione (voce
e chitarra), Mimmo Frioli (batteria) e Giovanni D'Elia (basso),
è in gran forma e lo dimostra con le 4 tracce presenti nel
nuovo lavoro. "Socialnoia", "Eroi" , "Music for McLuhan" e
soprattutto "Giù in fondo (fantasmi)", la mia preferita, sono
ben ispirate e ben realizzate. La band sta già preparando
un secondo album e quindi non ci resta che aspettare gustandoci
intanto l'ascolto di "Socialnoia". Consigliato agli amanti
della dark wave cantata in italiano e a chi ha voglia di scoprire
una valida band.
Info: http://www.karmainauge.it/
(Nikita)
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LEATHER
STRIP
Æppreciation
CD box /Digital Album (Emmo.biz Records)
Dopo anni Leather Strip, storico progetto danese di industrial
electro, ritorna con un nuovo album di cover dedicate alle band
da lui amate. In "Æppreciation!" Leather Strip riadatta in chiave
più electro e secondo le sue corde i brani più disparati. Tra
queste 17 tracce troviamo le cover di "Down by the water" di
Pj Harvey, "Martin" dei Soft Cell , "Cold" dei Cure, "Red Light"
di Siouxsie and the banshees, "Lie to me" dei Depeche Mode,
"Misty Circles" dei Dead or Alive, "Scary monsters (and super
creeps)" di David Bowie, "Bang Bang" di Cher e "Breaking the
law" dei Judas Priest. In genere non amo particolarmente queste
operazioni in quanto le ritengo puramente commerciali ma in
questo caso le cover fatte da Lether Strip sono abbastanza degne
di essere ascoltate ma poi lasciano un po' il tempo che trovano.
Info:
http://emmo.biz/de/Emmobiz-Records/Lether-Strip-/ppreciation.html
http://leaetherstrip.bandcamp.com/album/ppreciation
(Nikita) |
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LYKE
WAKE
The Dark after Dark
CDr (Aseptic Noise)
Lyke
Wake é pietra angolare della “grey area” nostrana dal lontano
1984, e fa davvero piacere sia tornato in questi ultimi anni
ad una fervente attività dopo un lungo periodo di stasi che
ha caratterizzato i quattro lustri compresi all’incirca tra
il 1990 ed il 2010. Da sempre progetto legato esclusivamente
all’ingegno ed alla mente del capitolino Stefano Di Serio,
Lyke Wake festeggia idealmente il suo trentennale con una
serie di produzioni superlative, tra le quali ricordiamo alcune
ottime collaborazioni con svariati protagonisti di primo piano
della scena (Becuzzi, Noisedelik, SShe Retina Stimulants,
Uncodified, Le Cose Bianche e Gerfried Feistritzer), nonchè
le due uscite a proprio nome di “The Black Light” e, per l’
appunto, “The Dark after Dark”. Due lunghe suites - la title-track
e la successiva “A Dream Beyond the Universe”, fanno da ossatura
all’ultimo, esaltante viaggio in compagnia di Stefano, tra
incredibili spirali psichedeliche e vortici strumentali dall’afflato
cosmico tanto efficaci da saper riattualizzare le lezioni
dei maestri prog e krautrock degli anni d’oro; se buona parte
degli nostrani “attori” della cosiddetta generazione post-industriale
si sono immersi nell’elettronica più d’avanguardia e meno
allineata in maniera geniale, ma spesso lasciandosi influenzare
più da un’attitudine punk che dai maestri dei seventies, Lyke
Wake rielabora in maniera unica la lezione dei Pink Floyd
primordiali e della lunghissima saga di Schulze e Tangerine
Dream, calibrando un ponte ideale tra due generazioni di pionieri
sonici come ben pochi hanno saputo fare, qui in Italia come
all’estero.
Richiedete questo capolavoro a: lykewake@virgilio.it
(Oflorenz)
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LOST
TRIBE
Solace
LP (Avant! Records)
Ritorna
il sestetto di Richmond (VA) con il secondo album su LP, questa
volta sotto Avant! in Europa e Mass Media Records in America,
in tre varianti: nero, trasparente e viola. Il lavoro mescola
sapientemente elementi wave/death rock con il retaggio crust/punk/hard
core dei membri del gruppo, provenienti da realtà quali Aghast,
Empty Grave, Syndrome e Caves Caverns. Sei tracce dal feeling
lo-fi e dall'attitudine eighties, fatte di rabbia e disperazione,
suonate selvaggiamente come poche volte si è visto tra i gruppi
che appartengono a questo genere. Si inizia con la travolgente
"Disease" che scatena il suo furore dopo una intro fredda
e sognante, a cui segue "Rise or fall", vero e proprio inno
da cantare a squarciagola, meno cupo e fatto di break a base
di sapienti fraseggi chitarristici, che prendono il sopravvento
nella successiva "Century". Due brevi strumentali fungono
da spartiacque o piuttosto da break che consente di tirare
il fiato prima di ripartire come se nulla fosse successo,
con la seconda parte del disco, dove riprendono forma il drumming
potente, la voce urlata e le ottime chitarre che traghettano
fino alla fine di un lavoro forse troppo monolitico, ma che
ha ancora l'energia degli esordienti, ma il bagaglio di esperienze
di autentici veterani che hanno già visto quasi tutto.
Sito web: http://losttribe.bandcamp.com
(M/B'06)
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MALANIMA
Mondi Dissociati
CD (autoprodotto)
Dopo l'EP digitale d'esordio della band toscana, già recensito
sul nostro sito, i Malanima producono finalmente un album
di lunga durata. Già dalle prime note e dal cantato si nota
che l' atmosfera di "Mondi Dissociati" richiama molto quella
tipica della cold wave francese. Il trio, composto da Daniele
Carboni (voce, chitarra, tastiere), Stella Sorgente (contrabasso
elettrico ed acustico) e Sickozell (programming, synth), ha
realizzato un album molto originale, per nulla banale e pieno
di input. Oltre a contenere i 4 brani dell'ep nella track
list sono presenti altre 7 tracce inedite. Apre il lavoro
la strumentale "Fatvm" molto eterea seguita da "Isabel" un
brano neoromantico in cui la calda voce di Daniele sottolinea
ancora una volta i richiami alla cold wave. Degna di nota
è la quinta traccia "Aroldo" il cui testo (questa volta in
italiano) è dedicato alla figura del partigiano Aroldo ed
è liberamente tratto da un suo scritto intitolato "I diari
di Aroldo Salvadori". Un brano toccante che rende onore alla
Resistenza Partigiana. Un album assolutamente da avere e del
quale consigliamo l'ascolto ai nostri lettori.
Info: http://www.malanima.it/
(Nikita)
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A
NEW LIFE
Heart to heart (a collection and more)
CD (Purity Records)
Esce
questa raccolta più che esaustiva del progetto di Maurizio
Pustianaz, nel senso che, oltre a includere la totalità dei
brani usciti sinora rimasterizzati, compresa quella ultra
limitata su cassetta di "Fright Treasures", presenta quattro
nuove tracce. Il progetto nasce nel 2011 perché, prendendo
spunto dalle parole dello stesso Pustianaz, era giunto il
tempo di cambiare le cose ed affrontarle in maniera rinnovata.
Maurizio Pustianaz, per chi non lo conoscesse, è un vero e
proprio pezzo di storia fondamentale della scena industrial
sperimentale nostrana, che annovera tra le sue collaborazioni,
principalmente con il suo progetto originario Gerstein, nomi
del calibro di Sigillum S e Ain Soph. Per intenderci A New
Life, diversamente da Gerstein, si muove in ambito synth-pop/new
wave traendo le fila da gruppi come Human League e Soft Cell,
coniugando sintetizzatori analogici e digitali nel nome delle
atmosfere e del sound anni 80. Questo però non significa che
siamo di fronte ad una mera scopiazzatura, ma piuttosto ad
un punto di partenza che, grazie alle capacità ed alla quasi
trentennale esperienza maturata, consente al nostro di spaziare
con eccellenti risultati, tanto che tutti i brani sono delle
vere e proprie perle. Brani di impatto mai scontati o banali,
all'apparenza semplici, ma dalla struttura articolatae dall'incedere
lento e nebbioso in cui si integra un cantato che rievoca
alla perfezione la malinconia e la disperazione degli eighties,
che solo l'ottima rimasterizzazione riesce ad alleviare. Da
non perdere.
Sito web: https://www.facebook.com/pages/A-New-Life/280451738632419?fref=ts
(M/B'06)
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