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NID
A Fair Masquerade
CD Digipack (La Esencia Records)
L'avventura dei leccesi NID comincia nel 2011, sospinta sulle
ali del loro EP d'esordio "Nature In Disguise". In quel breve
quanto conciso assaggio di quelle che sono le sonorità del progetto
trovano riscontro tutte quelle influenze che, a mio parere,
hanno contribuito a livellare e scolpire l'approccio basico
della loro proposta generale: un apocalyptic folk di stampo
attuale commisto a marzialismi campionati ed eseguiti con oscura
perizia sulla falsariga dei maestri del genere. I due pezzi
rappresentativi dell'EP (tralasciando le due tracce che introducono
e concludono la breve opera, e tralasciando anche la cover degli
Spiritual Front) sono di quanto meglio ci si possa aspettare
da una band che suona neofolk nel 2014: la marcia funerea di
"Again", illuminata dagli arpeggi cristallini della chitarra
di Luca Mazzotta che trasportano oltre l'oscurità dell'opprimente
percussionismo di fondo e della voce melliflua di Luca Attanasio,
e "Golden Beast", dai rimandi pagan folk che offrono un approccio
acustico di più ampio respiro e dalle atmosfere decisamente
meno occlusive, potevano già donare il sentore di una bravura
non indifferente, di una cultura musicale ampia e rigogliosa,
di una creatività che doveva librarsi oltre il ristretto spazio
di un breve EP. Seguono poi diversi live in giro per l'Italia,
ed un contributo nella compilation "3.5 Decades: A Joy Division
italian Tribute", dove i NID eseguono una bella cover di The
Eternal. Ma è a febbraio di quest'anno che l'ensamble leccese
travalica ogni aspettativa, partorendo, con il contributo della
spagnola Esencia Records (label tra le più importanti nel panorama
martial/neofolk europeo), il suo corposo e a suo modo complesso
LP d'esordio. Tra le pieghe di un'opera che sfora l'ora di durata,
chi ascolta e chi conosce il genere potrà fare dei paragoni
infiniti (cosa che un recensore non dovrebbe necessariamente
fare, ma che sarà utile per quanto riguarda l'idea generale
che sta dietro all'album). Anche stavolta torna la sempre perfetta
apertura chiaroscurale di "Again", e più avanti potremo anche
riascoltare "Golden Beast" in una versione più ripulita. Le
vere protagoniste dell'intero percorso acustico sono la chitarra
cristallina di Luca Mazzotta e la voce oscura ed emozionante
di Attanasio, una solida amalgama luminescente che si destreggerà
al di sopra delle più cupe atmosfere del basso di Cosimo Barbaro
e del lavoro percussivo ricreato grazie al programming di Alessandro
Mangione, senza dimenticarci del contributo fondamentale del
synth dello stesso Attanasio. Quelli che riverberano, aleggiano
durante tutto il piacevolissimo ascolto, sono rimandi ai grandi
del genere: basta pensare ad un pezzo come "Shattered Flowers",
con la sua base dark-electro sulla quale vanno a posarsi perfettamente
dapprima la chitarra e poi la voce narrante di Attanasio, creando
un agglomerato ritmico suggestivo ed impreziosito dal synth
etereo che svetta sulla durezza di fondo di un brano che tanto
ricorda il Wakeford di "Against The Modern World" o i Death
In June di "The World That Summer". Oppure l'approccio ispirato
a Of The Wand And The Moon di Kim Larsen in pezzi come "North's
Fire", tra uno svolazzo di violoncelli, lugubri campane ed un
cantato cupo ed oscuro illuminato da arpeggi magnifici, o ancora
"Of Rattles And Dust", sempre sulla stessa scia ispiratoria
che si abbevera dal neofolk di ultima generazione. E ancora
approcci dei più classici come in "Loss", dai marzialismi combinati
ad una chitarra sgraziata e alla voce che ricorda il buon Douglas
P., oppure la splendida "Stand Among The Ruins", così struggente
nella modulazione della voce e nel suo dark ambient di fondo
da ricordare Jerome Reuter e il suo progetto Rome. Non mancano,
poi, riferimenti alla scena "altra": pezzi come "Sulphur Soul",
che rivela la vena (o, restando fedeli al titolo, l'anima) dark
ambient e marziale della band grazie al rullante militaristico
che funge da mitragliante tappeto di una apocalittica ballata
nella quale truppe di parole fiere e granitiche scandiscono
un amalgama sapientemente variegato e perfettamente proposto;
o ancora "Always", una splendida e sognante marcia eterea, con
i suoi synth celestiali e la voce che cavalca i colpi di rullante,
che si staglia in un potente quanto breve soliloquio deciso
ed immutabile. Il riferimento poi a quel folk mitteleuropeo
o nordico di gruppi come Nebelung o Vàli in "Einsamkeit/Buried
In Sun", suggestiva poesia per acustica che profuma di fredde
brughiere. Ed infine, ultimi ma non ultimi, il tributo alla
tradizione italica del neofolk con "Ultimo", dove per la prima
volta troviamo la lingua italiana nel cantato ed un approccio
che tanto ricorda gli Argine nell'apertura e gruppi come IANVA,
Egida Aurea e quant'altro nella marcia dal sapore mediterraneo
modellata in seguito su arpeggi e virtuosismi prog che costituisce
l'altra facciata del pezzo ed il commiato finale è lasciato
alla struggente "White Rooms", vibrante di intensità emotiva
grazie al flauto e agli arpeggi che si srotolano e rincorrono
lungo il sentiero oscuro della voce del cantante. E che dire
dell'esplosione ipnotica che tutto sigilla, un crogiolo di lucenti
atmosfere soniche e di taglienti accordi che tanto abbiamo amato
e che tanto andremo a rimpiangere. Ciò che ho esposto sino ad
ora non tragga in inganno chi legge. Ciò che hanno fatto i NID
con questo LP d'esordio va oltre il mero copiare o l'ispirarsi
ad altre sonorità per produrre qualcosa di già sentito e scontato:
si tratta invece di un tributo vincente al genere tutto, un
coaecervo suggestivo di ogni sonorità che rappresenta il tanto
discusso quanto immortale scenario neofolk. I quattro leccesi,
vestendo le diverse maschere che rappresentano le sfaccettature
sonore di un genere in continuo mutamento e quindi vivissimo,
mettono in scena una vera e propria celebrazione del proprio
amore verso di esso, confezionando un esordio che suona maturo,
puro, perfetto, irradiato da una sapiente maestria nelle esecuzione
e da un profondo rispetto verso chi, in un modo o nell'altro,
gli ha permesso di arrivare fin qua. Una "giusta mascherata"
di omaggio ai grandi e ai meno grandi, un esempio di identità
multiforme e complessa pilotata ad arte e senza sbavature, un
primo capitolo che suona come quello di una band già navigata
e che, spero, continuerà a sorprenderci in futuro.
Sito Web:
http://laesenciarecords.bigcartel.com/
https://myspace.com/nidfolk
(Lorenzo Nobili) |
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NUN
Nun
LP (Avant! Records)
Esce
sotto Avant! l'LP di debutto di questo quartetto australiano
formato da Steve Harris, Hugh Young, Tom Hardisty e la cantante
Jenny Branagan. Atmosfere cupe e minimali nella opener vengono
superate dall'electro-pop malato di "Evoke the sleep" e "Kino".
Le atmosfere si alleggeriscono lievemente nella successiva
"Suppress electricity" acquisendo un tono electro-clash. "Uri
Geller" rallenta i ritmi ed il sintetizzatore conferisce un
tono mistico al brano. A "Cronenberg", riproposizione di un
brano uscito come b-side sul debutto sotto Nihilistic Orb,
succedono "Terrormaze" ed "In blood", la prima ancora una
volta ritmata e dalla spiccata attitudine new wave/post punk
e la seconda decisamente più lisergica e placida. E' un album
malinconico, dal sound denso ed originale, non di facile digestione.
Sito web: http://avantdistro.blogspot.fr
(M/B'06)
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VALERIO
ORLANDINI
Annullamento
CDr / download (autoprodotto)
Quinta uscita per il progetto solista omonimo di Valerio Orlandini,
musicista fiorentino che si muove tra sonorità che spaziano
dall'ambient all'industrial, attivo già dal 2005 con il progetto
Symbiosis e dal 2013 parte del duo Norv. "Annullamento" unisce
le varie influenze delle precedenti pubblicazioni, compiendo
un notevole passo avanti sia nella costruzione dei singoli
pezzi, che nella resa del suono, potente, marziale e maligno
come non mai, tanto da ricordare gruppi come i primi MZ.412
e Genocide Organ.
Otto
tracce che, pur non essendo tiratissime gettano un alone di
oscurità ed alienazione: si passa dalla opener "Una croce
al sole" con riverberate percussioni metalliche che si intrecciano
a cadenzati beat e voci distorte ed urlate come contro il
cielo. L'intermezzo "Rituale della nascita" lascia spazio
a "Crasi di corpi", che incorpora la lucida follia dei pezzi
di Atrax Morgue con contaminazioni ambient. La tagliente "Ri-Petizioni"
con le sue voci ossessive ed al limite del comprensibile precede
il secondo intermezzo dell'album, "Rituale del nulla", altro
breve esperimento industrial, a cui seguono "Disintegrazione",
che riprende le atmosfere della prima traccia, e "Contemplazione
del tuo corpo nudo e morto". Quest'ultima, macabra e malata,
richiama nuovamente l'opera di Corbelli nelle sue forme più
necrofile e chiude virtualmente le danze prima del manifestarsi
della ghost track, perfetto finale fatto di ambientazioni
gelide ed asettiche.
Album
interessantissimo, per di più scaricabile gratuitamente dal
sito di Valerio, o acquistabile per pochi euro: straconsigliato.
Sito web: http://valeriorlandini.altervista.org
(M/B'06)
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PHASE
FATALE
Skyscraper
LP vinile (Avant! Records)
Dopo
un paio di comparsate in altrettante compilation, debutta
col primo 12" questo nuovo progetto della giovane promessa
Hayden Payne, già mente della band cold wave Dream Affair.
Quattro tracce che condensano in pochi minuti una marea di
influenze in ambito elettronico, dai soundscape minimal techno
contaminati da venature electro-clash della opener, nonché
title track, e proseguendo sullo stesso solco, ma avvicinandosi
a terreni ebm più classici con "Waveguide" e la traccia successiva
senza titolo. Chiude "Vacuum" che con il suo incipit freddo
ed atmosferico spezza il ritmo, ma solo momentaneamente, ritrovando
quasi subito i beat che hanno caratterizzato i primi brani.
L'influenza di gruppi come The Klinik e Front 242 è notevole,
ma mai ingom(r) / Fabrizio Modonese Palumbo All about Satan
CD (Cheap Satanism Records) (r) é una delle molteplici emanazioni
artistiche del sabaudo Fabrizio Modonese Palumbo, che molti
tra voi conosceranno grazie al suo storico progetto Larsen
(muoveva i primi passi nel lontano 1993) ma anche per l’attività
sotto i moniker di Almagest!, XXL, Blind Cave Salamander ed
All Scars Orchestra. Se per questi ultimi siamo al cospetto
di veri e propri gruppi che vedono la collaborazione di Fabrizio
con svariati protagonisti della scena nazionale e non, (r)
é in qualche modo il suo progetto più strettamente personale,
sebbene anche nel caso di “All about Satan” non manchino importanti
ospiti, e nella fattispecie Daniele Pagliero, co-autore di
parecchi tra i 12 brani del dischetto. Il titolo é di per
sé una manifestazione d’intenti, ma attenzione: non l’ennesimo
disco di stampo satanista, bensì un concept non conforme sul
Demonio, che non manca di una sottile quanto azzeccata vena
di goliardica ironia. Se l’attacco con la riproposizione un
po’ malata di “Five Years” del Bowie di Stardustiana memoria
sembrerebbe preludere ad un disco d’impostazione rock (o rock’n
‘roll, come cita la back cover!), i 46 minuti di “All about
Satan” si rivelano in realtà un viaggio sperimentale in crescendo,
ove i tratti tipicamente d’avanguardia di gran parte della
produzione targata F.M. Palumbo emergono in tutte le loro
poliedriche sfaccettature. E così, tra samples di canzoni
e dischi storici che già ebbero l’ardire di duettare col Diavolo
(come la rolling-stoniana “Sympathy for the Devil” il mitico
“Led Zeppelin IV”) e citazioni che spaziano da Nilla Pizzi
al John Boorman del cult movie “Zardoz”, il disco ci accompagna
in un’avvincente ed originale rivisitazione post-industriale
del signore del male, visto senza indugi come il vero ed unico
Profeta del rock’n’ roll. E se già si mormorava che i blues-men
si facessero accordare la chitarra dal Diavolo in persona,
allora il Cornuto avrà accordato la viola elettrica di Fabrizio
incontrandolo ad un incrocio in un’ uggiosa notte torinese;
solo così possiamo spiegare il favoloso mantra lisergico di
“Fuzzy Scruffy Komodo Jam”, ed il finale sigillo rituale di
“A New Beginning (666)”, del quale i Rosemary’s Baby sarebbero
certamente stati orgogliosi. La tematica satanica riattualizzata
finalmente in maniera acuta ed intelligente, del resto é noto:
Torino é città oscura e misteriosa, ed (r) una delle sue creature…
Info: www.deathripper.com www.lodevalm.net brante: Payne
dimostra di saperci fare ed il risultato è superlativo. Per
tutto l'album l'ascoltatore viene incalzato da continui loop
sonori generati da sintetizzatori, drum machine ed effetti
che addensano un'atmosfera oscura ed angosciante lasciando
senza respiro. Interessante!
Sito web: https://www.facebook.com/phasefatalemusic
(M/B'06)
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(r)/ Fabrizio Modonese Palumbo
All about Satan
CD (Cheap Satanism Records)
(r) é una delle molteplici emanazioni artistiche del sabaudo
Fabrizio Modonese Palumbo, che molti tra voi conosceranno
grazie al suo storico progetto Larsen (muoveva i primi passi
nel lontano 1993) ma anche per l’attività sotto i moniker
di Almagest!, XXL, Blind Cave Salamander ed All Scars Orchestra.
Se per questi ultimi siamo al cospetto di veri e propri gruppi
che vedono la collaborazione di Fabrizio con svariati protagonisti
della scena nazionale e non, (r) é in qualche modo il suo
progetto più strettamente personale, sebbene anche nel caso
di “All about Satan” non manchino importanti ospiti, e nella
fattispecie Daniele Pagliero, co-autore di parecchi tra i
12 brani del dischetto. Il titolo é di per sé una manifestazione
d’intenti, ma attenzione: non l’ennesimo disco di stampo satanista,
bensì un concept non conforme sul Demonio, che non manca di
una sottile quanto azzeccata vena di goliardica ironia. Se
l’attacco con la riproposizione un po’ malata di “Five Years”
del Bowie di Stardustiana memoria sembrerebbe preludere ad
un disco d’impostazione rock (o rock’n ‘roll, come cita la
back cover!), i 46 minuti di “All about Satan” si rivelano
in realtà un viaggio sperimentale in crescendo, ove i tratti
tipicamente d’avanguardia di gran parte della produzione targata
F.M. Palumbo emergono in tutte le loro poliedriche sfaccettature.
E così, tra samples di canzoni e dischi storici che già ebbero
l’ardire di duettare col Diavolo (come la rolling-stoniana
“Sympathy for the Devil” il mitico “Led Zeppelin IV”) e citazioni
che spaziano da Nilla Pizzi al John Boorman del cult movie
“Zardoz”, il disco ci accompagna in un’avvincente ed originale
rivisitazione post-industriale del signore del male, visto
senza indugi come il vero ed unico Profeta del rock’n’ roll.
E se già si mormorava che i blues-men si facessero accordare
la chitarra dal Diavolo in persona, allora il Cornuto avrà
accordato la viola elettrica di Fabrizio incontrandolo ad
un incrocio in un’ uggiosa notte torinese; solo così possiamo
spiegare il favoloso mantra lisergico di “Fuzzy Scruffy Komodo
Jam”, ed il finale sigillo rituale di “A New Beginning (666)”,
del quale i Rosemary’s Baby sarebbero certamente stati orgogliosi.
La tematica satanica riattualizzata finalmente in maniera
acuta ed intelligente, del resto é noto: Torino é città oscura
e misteriosa, ed (r) una delle sue creature…
Sito web:
www.deathripper.com
www.lodevalm.net
(Oflorenz)
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RED
SECTOR A
Reset
Download (Xonar)
Dopo quattro full length, esce nello stesso anno dell'ultimo
questo ep di cinque tracce ed oltre trenta minuti del progetto
di Andrea Bellucci, che costituisce una sorta di b-side dell'ultimo
"Transients". Ambient sognante e raffinato, mescolato ad un
uso sapiente dell'elettronica. Si parte con "A-Sphere", scandito
dalle note di un pianoforte che ricorda i primi Northaunt, il
quale getta un alone oscuro che viene mantenuto nella seconda
"C-Plan" dove alcune sonorità ricordano quelle di Herbst9 anche
se più ritmate e meno mistiche. "Cold machine eleven" ha un
approccio più dark ambient dimostrando che Andrea ha egregiamente
assorbito la lezione di Lustmord, contaminandola con raffinata
idm: il connubio prosegue nella successiva "Rebuilding blind
faces", che subisce una ulteriore contaminazione con la electro-wave.
Chiude "Reklicks", sofisticato e reiterato pezzo electro-idm
in tono minore rispetto ai precedenti. In conclusione unbuon
lavoro, tecnicamente ineccepibile e vario, ma poco incisivo
e personale.
Sito web: http://redsectoraworld.blogspot.it
(M/B'06) |
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STONE
WIRED
In silent attention
CD (Exabyss Records)
Settimo full length per questo progetto nato dalla mente dell'ungherese
Gyorgy Turoczy, aka Mortum che, partendo dall'idea originaria
di noise/drone è cambiato negli anni integrando field recording
e campionamenti col sound originale. Dopo la gavetta fatta nell'underground
ungherese, il sodalizio con lo statunitense D-Mon ha consentito
l'acclamato debutto "Proto-culture" nel 2005, che ha sancito
il trasferimento negli States di Mortum e la stabilizzazione
definitiva del progetto. Rispetto ad allora il duo non è stato
con le mani in mano, evolvendo verso un dark ambient oscuro
e potente che trae spunto dal maestro Lustmord e ricorda da
vicino gli Inade e gli Herbst9 della prima ora. Ascoltando quest'ultimo
lavoro e paragonandolo ai precedenti si ha la netta sensazione
che, rispetto ai precedenti, oscuri e dissonanti, questa deriva
verso il genere dark ambient venato della componente industrial
rappresenti un approdo naturale per questo progetto ed uno spazio
ideale in cui le idee di questo duo prendono la forma migliore
e più efficace, regalandoci momenti sublimi fatti di sonorità
maestose ed arcane.
Sito web: https://www.facebook.com/mortum.exabyss
(M/B'06) |
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TELEFANTASTICO
Death poems
CD (OPN)
Debutta
questo progetto solista finlandese con un album fatto di sonorità
fredde, oscure e distaccate a cavallo tra ambient e noise/industrial,
edito dalla francese OPN su cd in confezione cartonata in
formato 7" limitato a 300 copie. Sin dal primo ascolto l'album
colpisce per la notevole varietà di stili che incorpora, rievocando
influenze dai maestri del genere che in maniera così differente
hanno contribuito allo sviluppo del genere. Ed è così che
si passa dalle gelide atmosfere del Burzum di Hlidskjalf sapientemente
riportate in "Guilt", a soluzioni stilistiche che ricordano
gli ultimi Inade, come in "Anger" o di Herbst9 in "Bargaining".
Il lavoro è formalmente ineccepibile dal punto di vista tecnico-compositivo
ma, come spesso succede, la varietà eccessiva di stili e la
scarsità di nuove idee affossano questa uscita tra le migliaia
di altre: tuttavia, maggiore personalitàe dedizione possono
regalare in futuro notevoli sorprese da parte di questo progetto.
Sito web: http://www.telefantastico.com
(M/B'06)
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TREPANERINGSRITUALEN
Perfection & permanence
CD (Cold Spring Records)
Nuova uscita in un anno che è già molto prolifico per una delle
entità più oscure della scena industriale odierna. Per chi non
la conoscesse, la creatura dietro la quale si muove Thomas Martin
Ekelund ha una storia discografica costellata di uscite su tape
e vinile ultra limitate, caratterizzate da grafica ed immagini
oscurissime ed evocative che richiamano temi religiosi e occulti
intrecciati con la sfera dell'inconscio che ben si integra con
l'ambientazione rituale che pervade ogni singolo lavoro. Old
school death industrial e ritual ambient sono quindi denominatore
comune e fondamento anche di quest'ultimo lavoro focalizzato
questa volta su Eric VI detto il Vittorioso. Per la seconda
volta dopo l'indimenticabile raccolta "The totality of death"
un album di Trepaneringsritualen esce su cd, oltre a venire
stampato su vinile bianco e nero limitati entrambi a 500 copie.
Questa maggiore solidità dal punto di vista del supporto fisico,
deriva sicuramente dall'aver alle spalle una etichetta importante
come la Cold Spring: fortunatamente questa apparente uscita
dall'underground non ha sortito alcun effetto negativo sulle
sonorità né sull'attitudine del progetto, che dispensa morte
a piene mani sotto forma di frequenze e voci distorte e catacombali.
L'introduzione della stessa Cold Spring a questo lavoro vale
più di mille parole: "Perfection & Permanence rappresenta un
inno a Iside, un approfondimento dell'esplorazione della dualità
della santa meretrice, la Maddalena dalla pelle nera, madre
e concerto del Cristo, Yeshua Ben Yosef, figlio dell'UOMO; la
vergognosa morte, a cui hanno venduto i loro fratelli, condannati
a vagare per sempre sulla terra per trasgredire l'abisso, per
mortificare la carne, verso il rinnovamento cosmico. È solitario,
è terribile, sull'orlo della morte fisica, ma ancora incapace
di capire; la perfezione assoluta può essere raggiunta attraverso
la VOLONTÀ. Una conversazione con gli angeli, in lingue arcaiche;
Erik il Vittorioso vendette la sua discendenza ed i parenti
ai ratti del deserto per il potere materiale. Erik il Vittorioso,
sputiamo su di te; dall'abisso, esso sorge. Inarrestabile, sanguinario,
terribile; un'accusa incoerente tramite l'immagine sullo specchio,
lui il cui sangue è stato versato per espiare i peccati di un
altro uomo. Senza spargimento di sangue non ci può essere salvezza".
Sito web: http://de-za-kh-a-da-sh-ba-a-ha-v.se
(M/B'06) |
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VANGUARD
Let us fall
Download (Conzoom Records)
Ep
digitale che anticipa l'uscita dell full length "Retribution".
Nello specifico, dei cinque file contenuti, oltre alla traccia
originale, sono presenti tre remix della medesima e la bonus
track "Trough the noise". Il primo remix, come indicato è
la versione "club", quindi appesantita dei soliti beat danzerecci,
mentre il Gritty Filth remix pone il brano sotto una luce
tutta nuova, rallentata e declamata, mentre l'ultimo remix
viaggia su beat leggermente più pesanti ed asciutti. La sorpresa
à invece "Through the noise", pezzo visionario ed interessante.
Sito web: http://www.vanguardofficial.com
(M/B'06)
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WE
ARE WAVES
Labile
CD (Memorial Records)
Questo
full length segue l'ep di debutto omonimo del 2012 di questo
gruppo torinese che in realtà ha una storia ben più lunga,
in quanto sorge dalle ceneri degli Overock, gruppo di decennale
esperienza che fece da spalla a gruppi come Verdena, Afterhours,
Pitchshifter e Planet Funk. Questo nuovo lavoro rappresenta
un incontro a detta della stessa band, tra la wave anni 80
di Joy Division, The Cure e Sisters of Mercy e le tensioni
electro-rave di inizio millennio di Nero, Trentemoller e Crystla
Castles. Niente da aggiungere nel senso che, ascoltandolo
ci si trova di fronte ad una perfetta rievocazione e mescolanza
di quelle che furono le sonorità dei gruppi sopra menzionati,
arrivando ad un album che è un perfetto incrocio tra new wave,
post punk ed alternative rock, suonato egregiamente e registrato
anche meglio, che risulta un piacevole ascolto ricco di interessanti
soluzioni stilistiche, e che porta con sé i semi di una crescita
ulteriore sulle spalle dei giganti che hanno fondato queste
sonorità, come nel caso della stravolta cover di "A forest"
che chiude il cd.
Sito web: http://www.wearewaves.net
(M/B'06)
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WURT
ORGANUM
Noi siamo inferno
CDR (Autoprod.)
La
foto interna del booklet ci offre un solare e leggiadro campo
di papaveri fioriti: nessuna illusione, in “Noi siamo Inferno”
respirerete ben poco romanticismo. E non inganni parimenti
quell’ epica vena di drammaticità che sgorga maestosa dalla
prima traccia “Il Nulla, Fin Dove Arriva Lo Sguardo”: non
siamo alle prese con un progetto “martial” alla Die Weisse
Rose o primi Dernière Volonté, tant’è che fin dalla successiva
“Questa luce mi ferisce Gli Occhi” un abrasivo assalto noise
prende il sopravvento su tutto il resto senza allentare la
morsa per i restanti 55 minuti del dischetto. Duo astigiano
nato nel 2001 e forte dell’iniziale partecipazione di membri
appartenenti all’area hardcore-punk (Madido Respiro ed i celebri
Cripple Bastards tra gli altri), Wurt Organum giunge con “Noi
siamo inferno” alla sua ottava auto-produzione, dopo una serie
di uscite - tutte rigorosamente limitate a 30 copie - alcune
delle quali proposte in originali confezioni dal quel forte
sapore “do it yourself” che tanto amiamo, come sacchetti sottovuoto
(“Vagum”) o carta vetro (“Wurt Organum”). La materia trattata?
Come si diceva, noise strumentale senza compromessi, dalle
numerose deflagrazioni di rumore bianco intervallate a brevi
parentesi di maggior respiro (“Bianco, Accecante, Screziato
di Rosso”) ove i beats non perdono comunque mai quella “ruvidezza”
permeante l’intero lavoro. Belle le aperture de “Con il Cuore
Colmo del Suo Immenso Amore”, una possibile strada da seguire
anche in futuro per smussare leggermente gli angoli, affilatissimi,
delle schegge soniche targate Wurt Organum.
Sito web: https://www.facebook.com/pages/Wurt-Organum/284389165002982?fref=ts
(Oflorenz)
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