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Wave Gotik Treffen 2008
LEIPZIG (D), 9/12 maggio


reportage by
Frozenblu

 

Il WGT 2008 inizia per me con un arrivo in solitario in una Lipsia più che mai estiva il giovedì’ pomeriggio che precede l’apertura del festival.

Prendo possesso della camera nella pensione “Zur City” allocata strategicamente a metà strada tra il Moritzbastei e il Werk II e faccio subito un giro nel centro città per verificare se si sta creando la consueta atmosfera che ormai si ripete ogni anno e che riunisce a Lipsia un’umanità di 20-25000 persone appartenenti alla scena gotica di tutto il mondo. Ed effettivamente già per le vie tra la stazione e la Thomaskirche si notano presenze nerovestite che scambiandosi sguardi di intesa e approvazione quando si incrociano, si sentono familiarmente a casa in questa città per questi 4 giorni dell’anno.

Il mio giro tardo pomeridiano culmina con la visita allo Stasi Museum (foto a destra) consigliatami dall’amico Oflorenz che ci è stato lo scorso anno e che mi raggiungerà domattina per l’inizio del Treffen.
Il consiglio si rivela veramente valido, riesco a scattare un po’ di foto ai cimeli e alle apparecchiature in uso alla Stasi e ripercorro attraverso la mostra fotografica presente nel museo un pezzo di storia legato al periodo della cortina di ferro. Di ritorno dal giro, mi fermo a cena al Moritzbastei, dove è in corso una

serata pre-apertura del festival e sorseggiando qualche birra mi aggiro tra gli antri e le sale di questa location che rimane a mio modo di vedere la più caratteristica e originale tra quelle che ospitano il WGT per la sua struttura.

Il venerdì giorno ufficiale d’apertura, mi alzo ed in tarda mattinata, in attesa dell’incontro con Oflorenz e del ritiro dell’accredito stampa, faccio visita al Volkerschlacht-denkmal, il monumento dedicato alla Battaglia delle Nazioni, che nella cornice della verde periferia sud di Lipsia si erge in tutta la sua imponenza e importanza storica.
Quindi raggiungo il compagno d’avventura all’Agra, che è la location principale della manifestazione, ritiriamo gli accrediti e ci catapultiamo a visitare l’ormai famoso Black Market dove sono presenti stands di ogni tipologia di oggetto, a partire proprio dai dischi per arrivare all’abbigliamento, di interesse per i gotici di tutto il mondo. Tra gli stand oltre a veder gironzolare i vari artisti che poi suoneranno nell’arco dei 4 giorni, si ha la possibilità per chi deve descrivere l’avvenimento, di veder sfilare le tenute più variegate che rappresentano le diverse sfaccettature e tendenze dei look e dei generi musicali legati alla cultura gotica-elettronica, fino ad arrivare ad estremismi che rasentano il kitsch e il ridicolo.

Dopo i primi cd acquistati, mi precipito al Werk II per vedere il concerto degli Ashbury Heights, duo svedese al disco d’esordio, “Three Cheers For The Newlydeads per la Out Of Line che sforna un sinth pop molto commerciale e orecchiabile, definibile “da primo ascolto che cattura”. Niente di fondamentale o particolarmente originale per intendersi, ma senz’altro di piacevole ascolto. Infatti vi è una discreta affluenza di pubblico che mostra di apprezzare la mezz’ora circa di show offerto. Il risultato è senz’altro apprezzabile, e i 2 sul palco sciorinano una selezione delle tracks che compongono il loro album alternandosi al canto e ai sinth.
Finito il breve show, torno all’Agra per vedermi la scaletta proposta per l’apertura della location più grande del festival, che vede previste nell’ordine le esibizioni di Das Ich, Sigue Sigue Sputnik, Unheilig e Blutengel.

I Das Ich in Germania sono una band di culto e molto amata per la scena gotica e i leaders del gruppo rispettivamente Bruno Kramm, tastiere e voce, e Stephan Ackermann, voce, sono presenze ormai fisse del Treffen in aggiunta ai loro shows, in veste di djs e guests nelle esibizioni di altre bands. L’ultima loro uscita, intitolata “Addendum”, altro non è che una raccolta di alcuni loro dischi rari (più legati agli esordi, in particolare il decennio 89-99, che al periodo recente) in versioni rimasterizzate e proposte in un doppio cd.
Lo show della band è come sempre imperniato sul funambolismo espressivo e motorio di Ackermann, folletto impazzito che oltre a cantare si contorce, danza, salta, mima situazioni, accompagnato dalla base ritmica e melodica di Kramm che sforna i suoi tappeti sonori di elettronica oscura cadenzati da basi che invitano alla danza il pubblico presente, già molto numeroso nonostante l’ora. Il concerto praticamente scorre in un attimo tra songs datate e brani più recenti (tratti anche dall’ultimo disco “non best of” Cabaret) e termina tra gli applausi ed il rammarico per il mancato bis che la band non può offrire a causa del rispetto per l’organizzazione precisa e rigida delle scalette programmate al minuto.

Si passa poi ai Sigue Sigue Sputnik , band cyberpunk nata negli anni ’80 e nota in Italia ai più per la partecipazione al Festivalbar 1986 col brano 21st Century Boy, scioltasi e riformatasi successivamente con il recupero nell’attuale line up del bassista Tony James e del chitarrista Neal X. Non li ho amati ai tempi e la mia impressione è confermata anche nel presente. E’ il look a predominare sulla qualità della proposta musicale che è tutt’ora incentrata su pop-punk su basi electro non originali.

Cresce l’attesa per due delle band tra le più amate della moderna scena goth teutonica.
I primi sono gli Unheilig band guidata dal cantante Der Graf, che propongono una miscela di elettronica dark con riff di chitarre metal e che in Germania spopola (Rammstein docet).
Lo spettacolo è veramente trascinante e l’audience risponde con calore, conosce e canta i pezzi a memoria tra i quali le loro hit single, “Ich Will leben”, “Komm zu mir”, “Maschine”.

Ma il clou della serata e dello spettacolo viene raggiunto con l’attesissimo concerto dei Blutengel.
Questa band, nata come uno dei progetti paralleli (tra i quali Seelenkrank di cui sono l’evoluzione naturale, Tumor, Pain of Progress e il recentissimo Miss Construction) del poliedrico Chris Pohl, leader della band Terminal Choice ha di fatto acquisito col tempo maggiore fama, seguito e notorietà degli stessi Terminal Choice. Questo perché il pop-dark che propongono oltre ad essere di facile composizione è di gradevolissimo ascolto, ripercorre sia nei testi che nell’estetica agli stilemi della cultura gotica. Nelle loro canzoni affrontano tematiche che spaziano su tutti gli aspetti dell'amore, da tragici e romantici amori senza speranza, agli aspetti più carnali del desiderio sessuale, a cui uniscono un look ispirato a suggestioni di tipo vampirico e nei live shows mettono in piedi uno spettacolo che ripercorre fedelmente l’immagine che di sé vogliono dare e che tanto piace ai gotici tedeschi, tanto da rappresentare un vero business per la Out Of Line, che sforna di continuo nuove magliette e gadgets di ogni specie.
Sul palco sono presenti candelabri, un trono, e tra i fumi e le note dell’intro appaiono le figure di Costance Rudert e Ulrike Goldmann, che affiancano Chris Pohl alternandosi alla voce nelle varie canzoni. Il concerto inizia in maniera approssimativa per quanto riguarda il cantato con un paio di stonate sui primi brani, per poi assestarsi su livelli accettabili, che comunque sono in secondo piano rispetto allo spettacolo in sé.
La selezione dei brani spazia su tutto il repertorio dei lavori della Band che ormai sono la bellezza di 7 (se comprendiamo il dvd live) a partire da brani tratti da Child of Glass e Seelenschmerz per arrivare a quelli dell’ultimo Labirinth, spaziando anche tra quelli di Angel Dust e The Oxsiding Angel.
Spiccano in ordine sparso tra i brani “Die With You”, “The Oxsiding Angel”, “Bloody Pleasures”, “Lucifer”, “My Saviour”, “Vampire Romance” e per ogni brano la coreografia varia tra esplosioni, fiammate, spruzzi di scintille, con l’apporto di Sonja la ballerina, che si spoglia, si fa cospargere di sangue e cera di candele mentre Chris Pohl, con cappello a cilindro siede sul trono e assume pose e mosse da attore consumato.
Lo show dura un’ora e mezza abbondante lasciando il numeroso pubblico apparentemente soddisfatto della prima giornata di questo WGT 2008.

Per il giorno successivo, il sabato, mi concentrerò ancora sul programma previsto all’Agra, dedicato perlopiù all’EBM, che vede nell’ordine le apparizioni di Cyborg Attack, Reaper, Spectra Paris, Signal Aout 42, Hocico, Covenant. I gruppi che mi interessa maggiormente vedere sono Hocico e Covenant, ma mi reco all’Agra giusto in tempo per assistere allo Show dei Reaper, side band di Vasi Vallis leader dei più melodici Frozen Plasma e dei commerciali Nanambulu (oltre ad aver fatto il tastierista per i live dei VNV Nation ), Ebm violenta che fa ballare gli appassionati del genere e che fa venire in mente progetti Techno body music quali Combichrist, i brani sono trascinanti e tra questi spiccano “Robuste Maschine” e “She’s a devil and a Whore” tratto dal’ultimo Ep su Infacted records “The devil is Female” oltre a “Memento Mori”, “Execution Of Your Mind” e “X-junkie”.

Lascio all’amico Oflorenz la recensione delle Italiche Spectra Paris guidate da Elena Fossi cantante dei Kirlian Camera, che ben figurano nella presentazione del loro esordio “Dead Models Society” in un Agra pieno e il cui concerto è interrotto dalla rigida scaletta che prevede solo 30 minuti per i primi gruppi che si esibiscono.

Si passa poi ai belgi Signal Aout 42, autori di un hard electro cattiva e più cadenzata il cui concerto scorre tra melodie inquietanti e morbose di brani quali “Hell gate”, “Transformation”, “Waterdome” che fanno da giusta premessa al live act che seguirà: quello dei messicani Hocico.

L’attesa cresce ed il concerto si apre con 3 guerrieri aztechi in divisa piumata che eseguono una danza tribale pronti per dare il via al sacrificio sonoro che aspetta il pubblico. Al termine dell’intro ecco i 2 Hocico che partono con “Bloodshed” dando il via al caos e al pogo totale sotto il palco si alternano pezzi dal nuovo Memorias Atras, il singolo “About a Dead”, per passare poi ai loro classici. Vederli al Treffen ha certamente tutta un’altra atmosfera rispetto all’Italia, perché permette anche a loro di esprimersi con maggior grinta, potenza e professionalità rispetto a concerti in cui il pubblico è di qualche centinaio di anime, ma ciò non toglie che col tempo l’impressione è quella di un qualcosa che si ripete. Sullo schermo scorrono immagini di teschi e video inquietanti, mentre il duo messicano aizza l’audience al ballo offrendo la consueta aggressività contornata di melodie di inaudita cattiveria sonora. Per il bis previsto tornano sullo stage gli aztechi e versano il sangue sacrificale su Erk Aikrag per completare uno show infuocato che termina come di consueto con “Forgotten Tears”.

E si passa poi al concerto più memorabile della giornata, quello dei Covenant, che possono essere ormai ritenuti senza dubbio alcuno “i depeche mode dell’ebm”.
Questa Band nata negli anni ’90 è cresciuta fino a raggiungere un livello tale da sfornare esibizioni live come quella del Treffen di quest’anno che può essere sicuramente citata tra le migliori dell’edizione di quest’anno. Lo show inizia con 20Hz-intro, tratta dall’ultimo lavoro che è proprio un cd live dal titolo “In Transit” (prededuto dal lavoro in studio Skyshaper del 2006). La scaletta per lo show prevede hit quali Bullet, Stalker, Call The Ships To Port, alle quail si aggiuge l’inedita Come. Il duo formato da Eskil alla voce e Joakim alle tastiere scaldano l’atmosfera ballando a bordo palco fino a gettarsi sul pubblico e l’energia della band contamina il pubblico.
Lo show finisce dopo circa 60 minuti e naturalmente a grande richiesta vengono concessi dei bis che i Covenant non negano tra cui “Ritual Noise”, “Happy man” e la riempipista “Dead Stars”. A quel punto il pubblico è in delirio e vuole ancora un bis, che viene concesso dapprima con un assolo vocale di Eskil che canta a cappella una canzone tradizionale svedese, per poi ricongiungersi con gli altri componenti della band ed eseguire le finali “Theremin” e “One World, One Sky” e lasciare il palco dopo gli ultimi applausi e saluti finali.

Il terzo giorno, la domenica, prevede per me i concerti dei Din (a) Tod, per poi recarmi al Werk II dove è previsto un pomeriggio industrial che vede le esibizioni di Nullvektor, Bahntier, Northborne, Xotox, StrafTanz e si conclude con lo show attesissimo degli spagnoli Esplendor Geometrico.

Il duo dei Din (A) Tod composto da Sven Clausen and Claudia Fasold realizza un primo EP nel 2005 su Out Of Line contenente il singolo Living Dead che diventa subito una Hit per serate electro. Nel 2007 finalmente esce l’atteso debut album della Band, “The sound of Crash” che non delude le attese, la loro wave electro incuriosisce non poco ed effettivamente per il loro pur breve show nel primo pomeriggio il ParkBuhne è abbastanza pieno di gente curiosa, come me del resto e vogliosa di ballare.

Il duo berlinese è affiancato da un terzo elemento alle tastiere e sfodera una scaletta di brani tutti contenuti nel disco, tra cui l’altro singolo “Creation Crucifixion”, “Ephedrine Logic” e “Time made dogs of us”. I 2 si alternano alla voce e Sven sfodera una certa tecnica chitarristica mentre Claudia controlla i moods dei brani. Concerto che mi ha soddisfatto, seppure di breve durata.
Passo poi al Werk II dove la folla fuori è tantissima, tanto da farmi perdere il concerto di Nullvektor, e farmi entrare giusto all’inizio dello show di Bahntier, che selvaggiamente come al solito propongono un industrial senza compromessi e con batteria suonata live da Justin Bennet, degli Skinny Puppy, mentre visuals violentissimi vengono proiettati alle spalle del buon Stefano Rossello che si dimena nella usuale performance visuale oltre a cantare i brani.

Il caldo all’interno del Werk è insopportabile tanto che mi induce ad uscire e fare una pausa per i concerti di Northborne e Xotox e rientrare per quello degli Straftanz, band tedesca che rappresenta un connubio tra industrial ed electro violenta che fa letteralmente sballare i tedeschi e anche chi frequenta certi dancefloor nostrani. Tra i brani di maggior tiro vi sono “Tanz Kaputt was euch Kaputt”, “Blood in blood out”, “Gummimann” e “Straftanz” in cui sul palco viene chiamato il romano Azrael degli XP8 a fare da co-lead vocalist e a scaldare il pubblico che è già in visibilio anche per le due girls presenti in veste discinta sul palco a ballare e sbandierare inneggianti il logo della band.

Ultima band ad esibirsi per la serata sono la storica band industrial ispanica Esplendor Geometrico originari di Madrid. Questa band nasce negli anni ’80 ed oggi dopo 28 anni di carriera si compone di Arturo Lanz membro fondatore alla voce e Saverio Evangelista (presente dai lavori del 1996). La loro influenza nell’attuale scena elettronica è basica e bands quali Autechre, Aphex Twin, ma anche Sonar, Winterkalte o P.A.L. hanno tratto ispirazione in maniera inequivocabile dall’industrial senza compromessi degli EG. Ed infatti per il loro show, questa band prosegue nel presentare il proprio repertorio totalmente senza compromessi e fuori da ogni moda, usando strumentazione vintage e analogica, filtri vocali e l’aggressività sonora che da sempre li ha contraddistinti. Sanz che ormai ha un certa età, non si sottrae per questo a uno show di energia distruttiva totale in cui urla i testi come un indemoniato per poi piegarsi sui campionatori e inondare gli spettatori di rumori assordanti. Un’ora di show che dimostra ancora una volta come alcune bands siano senza tempo (cito un altro nome, non a caso, i Kraftwerk) ed una spanna sopra quelle che a loro si sono ispirate, rendendo impossibile anche un semplice confronto con queste.

Provato dall’esperienza, mi ritiro per la successiva e ultima giornata del Treffen.

Passiamo quindi al giorno del gran finale di questo WGT 2008, dove le mie preferenze hanno messo in programma l’intera lista dei gruppi presenti al Koralbizirkus, location che avevo già visitato 2 anni fa in occasione degli shows di Dive e Feindflug.
La setlist della giornata prevede nell’ordine: The Deviant (uk), Gothika, Militant Cheerleaders ON the Move, Miss Construction, Spetsnaz, Nachtmahr, Absolute Body Control e, per finire, Die Krupps.
I Deviants UK aprono il programma della giornata proponendo mezz’ora di electro sound senza infamia e senza lode di cui l’unico brano degno di nota è la cover dei Project Pitchfork “Timekiller”.
Seguono i Gothika band giapponese il cui disco d’esordio risale al 2007 (devo ammetterlo non li conoscevo e mi sono informato successivamente), anch’essi sono un duo le cui doti non sono eccelse, nonostante la voce abbia delle tonalità non consuete per il genere che propongono. E anche per loro l’unica nota memorabile nella mezz’ora di show è la cover degli OMD “Enola Gay”.
Arriviamo ai Militant Cheerleaders ON the Move, band svedese che propone un hard electro con cantato alla Nitzer Ebb. La particolarità è che il cantante suona anche il basso dando maggiore profondità e potenza ai loops proposti, mentre il secondo componente della band suona synths e batteria elettronica.
Veniamo alla parte interessante della giornata: il primo gruppo che mi interessa sono i Miss Construction, ennesimo progetto di Chris Pohl (Terminal Choice, Blutengel, Tumor, Seelenkrank, Pain of Progress) in compagnia di Gordon M. suo chitarrista nei Terminal Choice. La band viene presentata come gli eredi di Tumor, la proposta techno-Industrial di Pohl ed effettivamente quanto sortisce da questa accoppiata è Kunstprodukt, il debut album su Fear Section label di proprietà dello stesso Pohl, ma supportata per quanto riguarda la distribuzione dalla Out Of Line.
Quanto descritto risponde a realtà: i Miss Construction dal vivo presentano uno show costellato di visuals a sfondo violento e sessuale e la proposta musicale rispecchia tali immagini con un genere techno perfetto per i dance floors più violenti. Sul palco vi è solo Gordon M. accompagnato da 2 elementi alle tastiere (non Chris Pohl, che invece appare solo in un video del brano “Kunstprodukt” proiettato durante l’esecuzione del brano). Tra gli altri brani suonati, titoli quali “Fuck You Bitch”, “Pornostar”, “Electro Beast”, “Slaughterhouse” rendono l’idea di quanto di impatto violento non solo per i contenuti ma anche per l’aggressività del suono sia stato lo show.
A proseguire nella scaletta sono gli svedesi Spetsnaz, duo che propone un EBM old style, in perfetto stile D.A.F. che mi divertono non poco, e anche il sottopalco si riempe di pubblico pronto al ballo e al pogo sui pezzi altamente ritmati in cui il singer Pontus Stalberg urla rabbioso i testi delle loro canzoni. Quello che gli Spetsnaz propongono è esattamente quello che la gente si aspetta: un concerto energico, ritmato e dinamico che non fa star fermi e che invoglia alla danza sfrenata e violenta. Pontus introduce il concerto dicendo: questa sera suoneremo alcune nuove canzoni, alcune vecchie canzoni ed alcune canzoni di merda! La scaletta attinge a piene mani dall’ultimo Deadpan, ma si sentono anche hit più datate come “Apathy” o “That perfect body” che scuotono il pubblico e lo lasciano soddisfatto, come soddisfatti della risposta ricevuta dall’audience sembrano i 2 nordici al termine dell’esibizione.
Veniamo ora ai Nachtmahr, proposta techno militare di Thomas Reiner, altrimenti conosciuto per la sua carriera nei L’Ame Immortelle. Questa band ha sfornato un ep d’esordio Kunst ist Krieg, che è andato sold out e si accinge a far uscire un nuovo lavoro dal titolo Feuer Frei, che prosegue in questo progetto Techno-Industrial danzereccio di stampo militare.
Il concerto si snoda con visuals di bombardamenti, immagini d’epoca, fumetti e 5 soldatesse in divisa che mantengono immobili la posizione per l’intero concerto. Tra i brani eseguiti vi sono “Schwarzflug”, “Boomboomboom”, “Nachtmar”, “Deus ex-machina”, “Feuer Frei” e Rainer aizza il pubblico alla danza saltando indemoniato da una parte all’altra dello stage. Nel complesso il concerto risulta piacevole e divertente.
Veniamo quindi al clou della serata: la performance dei belgi Absolute Body Control.
Quando si parla di Dirk Ivens, generalmente lo si associa a progetti come Klinik, Sonar, Dive, Insekt ed infine ABC. Questo istrionico personaggio della scena industrial belga qui in coppia con Eric Van Wonterghem propone uno show che si discosta molto da quanto ad esempio viene fatto con Klinik. I brani più “orecchiabili”di quelli proposti con altri progetti, sono tratti perlopiù dall’ultimo ep “Never Seen” e da Wind (re)Wind e tra questi spiccano “Is there an exit?”, “Figures”, “So hard”, “Never Seen”, “Give me Your Hands” che lasciano i fan della old school elettronica più che soddisfatti. Ivens sprigiona magnetismo e sensualità nell’interpretazione delle canzoni dando quel tocco di classe che molte bands dei giorni nostri non riescono minimamente ad avere e rendendo un concerto degli ABC di un livello nettamente superiore a quanto visto in precedenza.


Dopo un ritorno alla stazione e un caffè notturno con Oflorenz ci si saluta e accomiata anche per quest’anno.
Soddisfatto e stremato da questa edizione che mi ha visto spettatore di molti più concerti rispetto alle altre cui avevo partecipato, che per motivi di scalette obbligavano a corse da una location all’altra che quest’anno mi sono evitato, il giorno successivo ho ripreso la strada di casa su un volo Lufthansa con la speranza di essere presente anche per i prossimi anni.

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