Wayne Hussey in
tour solista, un'occasione da non perdere per
gli appassionati non solo dei Mission, dei
Sisters of Mercy e del “nostro eroe”, ma anche
per chi ama la buona musica in generale e
desidera godersi una serata in cui si suona e
si canta con stile,
autenticità,professionalità e passione.
Il clima è quello di “quattro amici al
bar” e non guasta affatto partecipare ad un
contesto così intimo ed a stretto contatto con
la star della serata. Il live si apre con la
performance di Ashton Nyte, ottimo cantautore
che scalda l'ambiente dimostrando di essere un
eccellente musicista, soprattutto per chi lo
vede per la prima volta. Il clima, a dire il
vero, è inizialmente freddino, ma Ashton
riesce ad accendere una miccia di empatia con
il pubblico ed attirarne l'attenzione, per
quanto i convenuti siano tutti protesi verso
l'entrata in scena di Hussey.
Arriva
il grande momento! Entra in sala Wayne,
sbucando dal tendaggio che divide il camerino
dallo spazio del concerto. Invita subito il
pubblico ad avvicinarsi e,in effetti, per
tutto lo spettacolo, la divisione fra palco ed
audience è poco definibile. Si esibisce per
più di due ore non risparmiandosi mai,
presentando un vasto repertorio che comprende:
pezzi da solista, brani dei Mission, un paio
di cover e la mitica ed emozionante “Marian”,
nella splendida versione da “one man band”.
Passione e professionalità,come già
sottolineato, sono il perfetto binomio dello
spettacolo a cui assistiamo. Sì, perché Wayne
mette cuore in ogni singola canzone,non
risparmiandosi, condividendo col pubblico
emozioni di volta in volta forti, cullanti,
dolci,malinconiche, potenti e, non di rado,
aggressive. La disinvoltura con cui
canta e suona i tanti brani della serata
dimostra le sue impeccabili capacità,
cambiando le sue svariate chitarre, passando
alla tastiera e sfoggiando una vocalità
dinamica ,potente e gestita con sapienza ed
emozione. Ad un certo punto, durante un focoso
madley, salta una corda della chitarra,ma non
la cambia, non si ferma, continua imperterrito
e l'esecuzione non ne risente affatto!
L'autenticità prima di tutto, questo è il
privilegio di chi è artista e non
“strimpellatore”. Wayne ci dimostra
anche di essere un simpatico intrattenitore,
inframezzando i pezzi con battute, aneddoti,
dialogando col pubblico che lo segue
entusiasta e, a volte, leggermente
indisciplinato. Però, si potrebbe dire, “se
l'è cercata lui”, invitando i presenti a
mostrarsi, avvicinarsi e dialogare. Ma tutto è
sotto controllo! Riesce il nostro artista a
gestire perfettamente anche qualche momento di
eccessiva esuberanza da parte di alcuni
presenti in sala. In effetti, tutto fa parte
del gioco
dell'essere,come
si diceva, “quattro amici al bar”.v Scherza ed
ironizza Wayne sulla sua bottiglia di vino,
sul suo apprezzare l'alcool, ma di certo
anche questo fa parte di un artista navigato
che non ha, in verità, perso alcuna bussola e
non si abbandona affatto incontrollato a stati
di ebbrezza. Infatti è tecnico e preciso fino
all'ultima nota della sua performance.
“Severina”, “Nacked and savage” e “Garden of
delight” sono solo una piccola manciata dei
tanti pezzi eseguiti in versione solista:
talvolta è supportato da basi musicali, ma per
la maggior parte del tempo è “nudo e crudo”
con la sua chitarra ed il suo piano. Sul
finire della serata sfodera una bellissima
“Butterfly on a wheel”, accompagnata dal coro
del pubblico (simpaticamente da lui “ripreso”
per errori di note e di testo). Un evento
raro, particolarissimo, una di quelle
serate in cui non si assiste al “grande
concertone” da stadio, o con centinaia di
spettatori.
Una serata intima, una di
quelle che sono regalate solo dai musicisti
veri : quelli che sanno suonare, che sanno
cantare, che con disinvoltura sanno far
scegliere la prossima canzone al pubblico e
poi riservarsi il diritto di divertirsi con
ciò che sentono di fare in quel momento. Un
evento emozionante, di quelli che danno
carica, quella carica che solo le persone
ricche di energia come Hussey sanno
trasmettere.
Grazie Wayne, torna
presto!
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