LOST
WISHES
Dalle
sedute di registrazione di “Wish”, i Cure si portarono dietro
una serie di tracce nascoste, alle quali Robert Smith non
mise neppure un testo.
Alcune
di queste tracce vennero riprese nel 1994 per un ritorno discografico
strumentale,
accessibile solo attraverso un acquisto fatto direttamente
alla Fiction records.
Per
il prezzo di quattro sterline, gli appassionati si accaparrarono
un pezzo da collezione (venduto, tra l’altro, solo nel formato
della vecchia musicassetta ad edizione limitata) i cui proventi
della vendita vennero donati in beneficienza ad un’associazione
impegnata a sostenere le persone affette da sindrome di down
(portsmouth down’s syndrome trust).
Nasceva
“Lost wishes”, un EP composto da quattro brani suonati e non
cantati, in cui il clima che si respirava a pieni polmoni
nell’ultimo album in studio rimane qualcosa più che
un ricordo e, lo stesso sito ufficiale della band non nasconde
come “Lost wishes” sia un ripescaggio delle sessions di “Wish”
(iniziate nell’inverno del 1991).
Quattro
brani che, comunque, risultano, molto diversi tra loro. “Uyea
sound” ci avvolge nel suo sound solenne, mentre ci richiama
la quiete desolata di “Faith”;
“Cloudberry”
addolcisce il suono e si fa apprezzare per le chitarre inconfondibili
di Smith; “Off to sleep” è la più “figlia”
di “Wish”, per un brano virato al versante pop malinconico;
“The three sisters” è la canzone in cui entrano maggiormente
in gioco le chitarre, per un suono che inizia ad essere psichedelico.
Tutto
sommato “Lost wishes” rimane un lavoro apprezzabile, senza
essere, a tutti i costi, il capolavoro discografico del gruppo.
In
tema di canzoni strumentali i Cure fecero assai meglio altrove
(senza per questo dover scomodare l’impareggiabile “Carnage
visors”) e l’opera attuale rimane pregevole (chicca da collezionisti)
soprattutto per il fan sfegatato.
Ciò
che più manca in queste tracce è la voce del
padrone; la sua mancanza rimane ancor più pesante oggi
(rispetto alle “strumentali del passato”) tanto da farci capire,
una volta di più, come il cantato di Robert Smith sia,
non solo unico ed inimitabile, ma elemento assolutamente imprescindibile
nella storia musicale dei Cure.
La
voce di Smith finisce per essere equiparabile ad uno strumento
divenuto ineliminabile. Ecco! Se proprio dobbiamo segnalare
una cosa che è mancata a “Lost wishes” è proprio
lo strumento principale della band.
ANNO:
1994
ETICHETTA:
FICTION
TRACKSLIST:
“Uyea
sound”
”Coudberry”
”Off
to sleep”
”The
three sisters”