MARIPOL
al BIOGRAFILM
Maripol,
una persona poliedrica , una scoperta per me e forse per molti altri
frequentatori del Biografilm Festival.
Le sue foto Polaroid tappezzavano il Village nel cortile della cineteca
ed il parco del Cavaticcio, mostrandocela insieme a personaggi del
Jet -set anni '80: lei bellissima i capelli bianchi come quelli di
Warhol e le labbra rossissime accanto a lui, gli occhiali glamour
e la capigliatura corvina con Grace Jones, accanto ad Elio Fiorucci,
insieme ad una giovanissima Madonna e ad una Madonna ormai celebre
di cui aveva ideato il look dark, erotico di Like a Virgin.
Intervista
di Gabrydark
Foto di Giancarlo Donatini
Ma
chi è in realtà Maripol? un'artista, che si è dedicata a varie espressioni
dell'arte, dalla fotografia, alla moda, alla sceneggiatura e produzione
di film, alla realizzazione di un libro Little Red Riding Hood, edito
da Damiani, che raccoglie tutto ciò che è nato dalla sua creativit
; una donna sensibile, amichevole e disponibile a parlare di sé, a
raccontare aneddoti della sua vita. Stilista francese perché nel '76
si recò a New York, quando Parigi da sempre è la città della moda?
" Nella vita ci sono momenti fuori di noi, opportunità che si presentano
senza che le si sia cercate. Mi trovavo a Parigi dove vendevo abiti
anni'40; da ragazza avevo frequentato una scuola di disegno. Incontrai
Edo alla fine degli anni '70, mi piacque la sua aria naif ( n.d.r.
Edo Bertoglio, fotografo famoso). C 'innamorammo e siccome eravamo
entrambi fidanzati, scappammo via ed andammo a New York. Non c'era
ancora la scena underground. Quel periodo venne più tardi. Allora
era ancora la città del Club 54." Ha conosciuto molti personaggi poi
dell' arte underground e tra loro Jean Michel Basquiat, di cui ha
prodotto il film e la sceneggiatura Basquiat, une vie, presentato
al Festival, a Bologna. "Penso che le cose nel tempo si vedano diversamente
. C'è una sorta di voyeurismo che ci fa vedere le persone in un modo
diverso. Edo ed io abitavamo in un grande loft. C'erano molti ragazz
, come Basquiat, che vivevano per strada. Li ospitavamo per toglierli
di lì. Jean Michel era uno di questi, un ragazzo di grande sensibilità.
La sua mamma si chiamava Mathilde come me. Lui disegnava e scriveva
sui muri per strada. Un giorno gli dissi: basta fare queste cose sul
muro! E gli diedi dei pezzi di carta che lui mise per terra e su cui
cominciò a disegnare. Finché un giorno nell'80 lo vide un critico
che ci frequentava e scrisse su di lui il primo articolo. Di lì è
partito tutto ".
Maripol hai curato il look di Madonna, che diventò una
super star con il secondo album Llike a virgin, braccialetti e croci
neri, calze a rete, pizzo nero, che ha ispirato le ragazze di tutto
il mondo.
"La musica anni ' 80, l'arte, tutto è partito dall'Inghilterra ed
è arrivato negli Stati Uniti. Madonna, anche se ebbe un flirt con
Basquiat, comunque non faceva parte del nostro gruppo e ne è rimasta
sempre ai margini. Forse era un po' opportunista. E' intelligente
per capire dove era il luogo giusto e il momento giusto."
Ride Maripol e un po' inaspettatamente diventa lei l'intervistatrice
chiedendomi che cosa ne penso io del film. Un bel film affettuoso
che ci presenta l' uomo prima che l' artista, dotato di una grande
sensibilità, tormentato, triste , quasi consapevole di essere destinato
ad una morte prematura.
Le
fotografie (scatti realizzati con una Polaroid) occupano una parte
fondamentale delle attività di Maripol?
"
La scelta della Polaroid è legata al fatto che vivendo con Edo ho
visto come il lavoro del fotografo sia faticos : deve cercare la luce
giusta, lo spazio adatto, la gente, andare al laboratorio per sviluppare
le foto e sceglierle. Io avevo bisogno di un sistema rapido, che fosse
testimonianza della continuità del mio lavoro e che potessi usare
al volo per trarne ispirazione. Così Edo mi regalò la Polaroid, la
prima quella con il cuoio marrone, usata come una camera digitale
da cui esce la foto immediatamente; per me era come un giocattolo,
poi la manipolavo molto; facevo foto di tanti personaggi glamour,
foto spontanee, con me o senza di me. L'unico che rifiutò di farsi
fotografare fu David Bowie . Poi nel '90 avevo la Spectra e quando
nacque mio figlio smisi di fare foto glamour o fashion e per una decina
d'anni le feci solo alla famiglia, la prima al mio bambino appena
nato mentre si attaccava al seno. Bellissimo. Poi nel 2001 ho avuto
un'altra Polaroid grande che ho utilizzato per vari servizi per Vogue.
Ora mi daranno una nuova Print ,quella pubblicizzata da Lady Gaga;
il principio è quello della Polaroid, ma non è più la stessa macchina,
perché ora non esistono più le pellicole. Con questa ho un grande
progetto: parto per Istanbul e cercherò ragazzi e ragazze di strada
per poi farne dei modelli, in collaborazione con Vogue" .
Oggi
c'è un revival degli anni '80 perché manca la creatività, la voglia
di fare qualcosa di nuovo ?
" Non sono d'accordo, non è giusto dire ai ragazzi di oggi che non
esiste più creatività. La volontà, la forza creativa c'è: mio figlio
ha 21 anni e fa musica, cerca nuove espressioni. Loro vivono in una
società molto veloce. Noi adulti abbiamo imposto il culto dell' "instant
moment" e dei soldi. E' colpa nostra e della società se non c'è qualcosa
di rivoluzionario, come è accaduto in alcuni periodi precedenti. Ho
un amico un artista giovane, che fa cose bellissime ed è estremamente
creativo. Anche se in effetti l'arte oggi è più chiusa in certi limiti,
quasi delle scatole.
Comunque
i giovani vivono secondo la loro creatività. Il passato? Gli anni
'80 tornano? Ma è sempre stato così; si è guardato sempre al passato.
Negli anni '80 ci si vestiva come nei '60 e così via, si è sempre
guardato indietr . Nella moda poi, c'è stato Dior, ancora prima Chanel,
e noi stilisti guardiamo a loro!
(Maripol
stilista , un'altra sfaccettatura della sua arte).
Ho lavorato per Fiorucci, per altri stilisti. L'ultima collaborazione
è stata con Marc Jacob nella collezione primavera estate del 2010.
Questi braccialetti in materiale plastico coloratissimi sono stati
realizzati per lui. Mi sono ispirata al design di una collezione dell'83,
ma ho aggiornato materiali e colori, naturalmente. Amo i colori vivaci,
bianco e nero per me non esistono . Penso che questo venga dalla mia
infanzia. Infatti ho vissuto in Marocco e i colori del mercato rimangono
impressi nella memoria, soprattutto quando si è bambini. Il Blu marino
è il mio colore preferito e penso che mi sia rimasto impresso dalla
divisa scolastica ."
Maripol ha realizzato molte cose , si è dedicata a tante attività
artistiche ma c'è ancora qualcosa che vorrebbe fare?
"Mi piacerebbe andare in India ed aiutare quella popolazione, come
fa Bibi Russell che ho visto qui al Biografilm, una supermodella degli
anni '80 che è tornata al suo paese, il Bangladesh, con la missione
di aiutarlo ad uscire dallo sfruttamento e dalla povertà investendo
nell'industria tessile. Potrei creare una linea e produrla lì sul
posto per aiutare l'economi . Così posso fare anche negli Stati Uniti;
infatti perché andare a produrre lontano dal proprio paese quando
a poche ore ci sono i mezzi per realizzare dei prodotti d'alta qualità
? A Providence, nel Rhode Island, quindi a poche ore da dove abito,
l'economia è in crisi; eppure la città venne fondata da emigranti
italiani che vi portarono la loro arte orafa e realizzarono macchine
per fare le medaglie per le Comunioni e i Battesimi, bellissime, di
grande qualità. Bisognerebbe rivalutare quel tipo di produzione e
l'ottima scuola di design, che si trova lì, la "Rhode Island School
of design".
L'ascolterei per ore Maripol, mentre racconta le sue esperienze
e la sua vita e mi complimento con lei per questa sua vitalità che
non si spegne mai; sono contenta di avere incontrato un'artista, ma
soprattutto una donna appassionata e glielo dico. Di slancio mi abbraccia
e mi bacia, poi mi toglie di mano il taccuino e firma la sua intervista.
La lascio con la speranza di poterla incontrare nuovamente e continuare
la nostra chiacchierata sulle sue tante esperienze fatte e quelle
che ancora farà.
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il report su BIOGRAFILM FESTIVAL 2011