ANDI SEX GANG
testo
Fabio Patanč
Può
una categoria cinematografica servire a descrivere esaurientemente
un'attitudine musicale?
Vediamo.
Se per "di serie B" indichiamo un film caratterizzato da:
finanziamenti limitati, produzione indipendente, lavoro su
generi e stili precedentemente codificati da altri , un'estetica
molto caratterizzata e spesso più rozza ed aggressiva
rispetto al cinema "alto", spregiudicatezza stilistica, un
certo grado d'orgoglio autarchico, un circuito distributivo
alternativo, allora la definizione ben descrive il percorso
artistico di Andi Sex Gang, cantautore, poeta e pittore inglese
contemporaneo.
Ingiustamente
ghettizzato nell'universo rock gotico, quest'artista ha, nel
corso di 25 anni, utilizzato, contaminandoli e ridefinendoli,
generi musicali eterogenei, spaziando tra spoken words, video,
pittura, concerti ed album in studio.
Ha
collaborato con icone glam e musicisti jazz, reso omaggio
ad Edith Piaf e Marianne Faithfull, ma anche ai film di Herzog
e Jarman.
La
portata innovativa del suo lavoro rimane discutibile, ma Andi
Sex Gang è uno dei rari musicisti pop capaci di creare
un immaginario ed un universo facilmente riconoscibili, ed
in cui i suoi ammiratori possano ritrovarsi.
La
musica di cui è responsabile è volgare e poetica,
aspra e suadente, aggressiva e dolce, melodica ed ostica,
sperimentale e conservatrice, calda e fredda, in costante
e precario equilibrio tra stimoli ed esigenze diverse, e perennemente
inseguita dalla necessità di far cassa per vivere dignitosamente
della propria arte e continuare così il proprio percorso.
In
tutti questi anni ho ammirato, di Andi Sex Gang, una qualità
tra i musicisti pop sempre più rara: la coerenza.
Nello
stesso tempo, credo d'aver capito il motivo di scelte discografiche
e partecipazioni dal vivo
spesso discutibili (il numero infinito di raccolte antologiche,
per esempio, od i vari festival di musica gotica in cui regolarmente
s'infila): essere Andi Sex Gang, nell'epoca delle multinazionali
discografiche e del consumismo musicale, non è per
niente facile.
Un'altra,
apparente contraddizione ma, se torniamo all'idea di "serie
B", tutto torna.
Infatti,
è nel cinema di serie B che, all'interno di limiti
di budget e regole stilistiche ben precise, tra produttori
dittatoriali ed iniziative commerciali spregiudicate, ci si
poteva muovere con circospetta libertà, tentando di
fare con lucidità e competenza "la propria cosa".
La
personalità di Andi Sex Gang (pseudonimo perfetto per
un personaggio da "exploitation movies") è già
a fuoco con l'uscita dell'EP "Beasts", anno 1982 e primo disco
a nome Sex Gang Children. Il contesto è il Positive
Punk e i gruppi come Southern Death Cult, Theatre of Hate,
Specimen, eccetera eccetera. Ma il suono del gruppo non si
esaurisce lì, e si nutre di ulteriori influenze: il
glam dei T.Rex, l'isteria percussiva ed eccentrica di Adam
Ant, l'asprezza del punk, la tradizione pop britannica.
Il
canto di Andi è una peculiarità che costituirà
sempre ed in egual misura un pregio ed un limite per la sua
carriera. Un pregio in quanto timbro e stile vocale assai
singolari e caratteristici: un incrocio isterico tra Johnny
Rotten e Marc Bolan. Un limite perché il risultato,
oggettivamente sgraziato e stridulo, può risultare
indigesto a molti.
All'interno
di uno stile già definito, i SGC esasperano i cambi
di tempo e di armonie, e si dimostrano superbi nello scrivere
riff e melodie accattivanti.
Un'altra
caratteristica che diventerà costante nel tempo, ed
ulteriore punto di forza per Andi, sono i testi, di cui sarà
sempre autore esclusivo.
Evidentemente
innamorato di storia, cinema e mitologia, ASG contamina citazioni
letterarie e cultura pop, classico e moderno, alto e basso,
creando quindi qualcosa di estremamente attuale e personale,
ed interpretandolo con istrionismo degno di un teatrante.
Non
fatevi confondere dall'immagine stereotipata dell'epoca: ASG
presto si dimostrerà artista sulla scia di una nobile
tradizione, che comprende l'amata E. Piaf e J. Brel, il cinema
espressionista tedesco ed Otto Dix, Kurt Weil e Joy Division,
i grandi poeti romantici ed i Preraffaelliti, ma anche John
Waters, il punk britannico, Bowie e Bolan, Siouxsie e "Cabaret".
A
differenza di tanti altri gruppi dell'epoca, i SGC non sono
poseur: ASG sente tutto ciò che canta, e tutto ciò
che canta è urgente, reale e vivo.
Ma
il Positive Punk gli sta presto stretto, e Mr. Sex Gang deciderà
quindi di aprire la sua musica a dimensioni ulteriori. Con
"Blind!" (1985) cambia la formazione, e il bassista Dave Roberts,
che con il suo stile ispirato da Peter Hook aveva definito
il suono dei primi lavori, se ne va.
Le
canzoni si fanno più stravaganti e melodiche, spiazzando
chi aveva sbrigativamente catalogato lo stile del gruppo come
gotico. Le influenze pop e glam si fanno più evidenti,
mentre si stemperano i toni cupi.
Questo
perenne, precario equilibrio tra luci ed ombre, squarci melodici
e asprezze angolari, autocompiacimento glam ed intimismo romantico,
retorica melodrammatica e sarcasmo punk, Shakespeare e Wharol,
diverranno la marca poetica dell'artista, scomodo perché
non catalogabile né prevedibile, e perché restio
alle mode musicali e alle regole dell'industria discografica.
Con
gli anni e l'esperienza acquisita, l'irruenza punk ha lasciato
il posto alla maestria artigianale, ed ha prodotto gioiellini
transgender come "Veil" (1999) e "Bastard Art!" (2002).
Con
gli anni, "Sex Gang Children" ed "Andi Sex Gang" (senza dimenticare
i dischi a nome "Sexgang" e "Dirty Roseanne") diverranno semplici
contenitori per collaborazioni con musicisti diversi. ASG
lavorerà infatti con Mick Ronson, Marc Almond, Piero
Balleggi, Mick Rossi e Simon Boswell, Wayne James, DJ Ragnar
e Lucas Lanthier; renderà omaggio a Herzog, Jarman,
Faithfull, Piaf, Bolan, Argento e Drake; realizzerà
spoken words, si misurerà con l'elettronica e l'intimismo
acustico, il rumorismo e la dance. Tuttavia, costante rimarrà
la necessità di aggiornare un immaginario poetico atemporale,
disperatamente e fieramente romantic o. E' "Bastard Art",
arte di serie B, fatta negli spazi concessi dal mercato e
con mezzi di fortuna. Ma comunque arte.
Essere
di serie B implica, per l'ascoltatore, la necessità
di "sentire" oltre la povertà produttiva di "Arco Valley"
(1986) o le drum machines di "Medea"(1992), per riconoscere
il nucleo pulsante delle composizioni, spesso sorprendenti
gioiellini postmoderni.
In
questi venticinque anni, ASG ha inseguito con caparbietà
le proprie ossessioni, costruendo, tassello dopo tassello,
un universo articolato e fortemente debitore dei propri maestri,
ma coerente ed assai personale, intriso di nostalgia e di
angosce, sordo alle tentazioni omologanti e commerciali dell'industria
discografica, fiero della propria indipendenza.