Certo che questo è stato
in assoluto uno dei periodi migliori nella vita della principessa
oscura (o regina, o sua maestà, insomma chiamatela come vi pare)!
Responsabile della nascita del movimento underground più tosto del
momento, osannata da pubblico e critica (a dicembre vincerà il readers
poll, la classifica dei lettori, del New Musical Express come
miglior voce femminile), ancora e sempre sulla cresta
dellonda con il capolavoro Ju Ju, finalmente imitata
da nuovi gruppi dark che, sempre finalmente, osavano sfidare la ribalta
con voci femminili.
Ma al di là di tutte questa gratificazioni professionali, lei, Susan
Janet Dallion, stava vivendo la primavera della storia damore
più importante della sua vita, cioè quella con il batterista Budgie,
al secolo Peter Clark. Dopo la lunghissima ed estenuante (benché ricchissima
di soddisfazioni) tournée della primavera-estate del 1981, i due decisero
di tentare lavventura discografica insieme, pubblicando quelle
canzoni che avevano registrato per scherzo durante le sessioni di
Ju Ju. Si sottoporranno
quindi ad una sessione fotografica che allora fece un enorme scandalo:
abbracciati e bagnati seminudi, in atteggiamento amorevole-erotico
(di fatto della praticamente piatta Siouxsie si intravedevano giusto
i capezzoli).
Queste foto così scandalose e chiacchierate furono un ottimo traino
per lEp Wild Things dei tribali Creatures, pubblicato
il 25 settembre dell81 con la forma del doppio 45 giri a 7.
Il primo brano, Mad Eyed Screamer, fu anche un successo nelle
discoteche
e nelle radio underground, dimostrando vieppiù dellincondizionato
affetto di cui Siouxsie era circondata. Si tratta infatti di neanche
due minuti di percussioni tribali martellanti (aperte dalla cassa
in battuta, come nella futura house music), xilofono (che è sempre
una percussione) e doppia voce femminile in modesta melodia punk.
Insomma un brano di percussioni e voce (al primo minuto compare lontano
un flauto), per la gioia del selvaggio popolo post-punk.
Ma non dissimile fu il resto dellEp. La successiva So Unreal
sembra tratta paro paro da Kaleidoscope, nel suo essere
melodicamente accessibile (ma melodia in puro Siouxsie-style), con
i lunghi vocalizzi della cantante e le frenetiche rullate di Budgie.
Rullate che diventano ancor più frenetiche nella prossima But Not
Them, che risulta veramente un capolavoro percussivo tribale per
voce in simil-parlato e coretti. Il brano, leggermente più lungo degli
altri, è anche quello più convincente dal punto di vista lirico: una
cupa storia di morte e rifiuto con epigrammatico ritornello: «dead
lumps of meat melt in this heat» (grumi di carne morta si sciolgono
in questo caldo).
Una doppia cassa ad aprire la successiva quasi-title-track Wild
Thing, in realtà una cover, un classico R&B di Chip Taylor
portato al successo nel 66 dai Troggs. Il trattamento dei Creatures
è veramente sorprendente per la totale noncuranza di altri strumenti
che non siano voci e percussioni, in qualche modo non lontano dalla
ricerca condotta dai PIL su Flowers of Romance. Così come stupefacente
è lultima Thumbs, aperta dalle onde del mare. La voce
vi comincia sopra, rarefatta e sognante, una sorta di mantra ipnotico
in cui le parole fluiscono a mo di flusso di coscienza. Al secondo
minuto si affacciano percussioni più coraggiose, ma sempre in secondo
piano, e la partitura vocale appare più strutturata, e il tutto seguirà
un progressivo crescendo, nel racconto di una ragazza che accetta
il passaggio in moto da uno sconosciuto.
Insomma, non si può dire che Wild Things dei Creatures abbia
aggiunto alcunché al percorso artistico dei Banshees, soprattutto
dopo un capolavoro già di per se stesso tribale, e comunque più completo,
come Ju Ju. Tuttavia si tratta di un bellissimo disco, sperimentale
eppur melodico, innovatore eppur tradizionale, con quella venatura
carnale (la copertina, e comunque le percussioni come stimoli fisici
diretti) che lo rende più vero, più fisico e meno metafisico, se possono
essere definiti metafisici spettri e zombie, che in realtà appartengono
allaltro lato della fisicità. Allora un disco benvenuto su questo
lato, benvenuto perché inglese e non americano, perché europeo
e non africano. Perché insomma ha fatto solo del bene alla nostra
musica.
E non solo, ma il suo successo, giunto a livelli quasi parossistici
con Mad Eyed Screamer (arrivata al 24° posto delle classifiche
ufficiali inglesi del mese di ottobre), diede nuova energia agli stessi
Banshees, ripartiti poco dopo in una lunga tournée americana. Che,
nonostante gli strepitosi consensi raccolti, non si rivelò scevra
di imprevisti: a Pasadena McGeogh tirò una chitarra contro un ragazzo,
senza colpirlo ma ferendo unaltra persona. Immediatamente arrestato,
fu rilasciato solo dietro lauta cauzione. Il resto, fortunatamente,
fu solo gloria.
Sarà del mese di novembre invece la pubblicazione da parte della Polydor
(comunque col consenso della band) dellLp Once Upon a Time
/ the Singles, cioè la raccolta di tutti i singoli di Siouxsie
& the Banshees in ordine cronologico. Liniziativa sembra encomiabile,
ma in realtà lo è solo in parte. Per carità, bellissima la copertina,
e utilissima loperazione e non solo per le casse della Polydor:
anche i Banshees, nel pieno del loro successo, hanno unulteriore
conferma e un beneficio in termini di immagine. Inoltre anche il povero
collezionista, se se li era persi a suo tempo, poteva finalmente ascoltare
tutta una serie di brani mai apparsi su album, da Hong Kong Garden
alla bellissima Israel, passando per lindispensabile
Love in a Void, o lorecchiabile The Staircase (Mistery).
Ciò che veramente non si capisce è perché siano state assolutamente
trascurate le b-side. Certo, non sempre i lati B dei 45 giri presentano
brani allaltezza di quelli principali, ma ciò, appunto,
non è sempre necessariamente vero. A parte il fatto che, a ben vedere,
Love in a Void non è un lato A, ma è la b-side di Mittgestein,
qui non compresa, perché? Poi Mirage non è mai stata un 45
giri, è semplicemente un brano tratto da The Scream. Insomma,
viene applicata una regola incomprensibile, se mai ne è stata applicata
una, che ingiustamente tiene fuori capolavori come Eve White, Eve
Black o Red Over White. Errore cretino che sarà puntualmente
(ed ancora inspiegabilmente) ripetuto anche per ledizione su
Cd del disco. Solo Downside Up, la costosissima raccolta di
rarità su Cd del dicembre 2004 (23 anni dopo!!!), porrà fine ad
unevidente e stupida iniquità. Originandone unaltra.
Tuttavia il successo più
che giusto di Once Upon a Time / the Singles, di cui fu addirittura
pubblicata la versione in VHS (in un periodo in cui il videoclip quasi
non esisteva ancora, per cui fu privilegio raro e allavanguardia),
dimostra quanto i Banshees vivessero uno stato di grazia. Signori
incontrastati di un nuovo genere musicale underground, ma nonostante
tutto gruppo di successo che stava inesorabilmente emergendo nelloverground,
e senza sfigurare con la critica! Sia tradizionalmente con quella
di settore, alternativa, che oggi con quella borghese,
convenzionale: il normalmente caustico (coi punk) Daily Mirror arrivò
a definire Siouxsie una creatura soave che ama gli animali.
Insomma, un equilibrio magico ed irripetibile! E appunto per questo,
purtroppo, instabile