Si posiziona il presente
capitolo in questo punto perché levento di cui si narra, ovvero
luscita del fondamentale Only Theatre of Pain, è da registrarsi
nel mese di marzo del 1982, tuttavia ciò ebbe luogo fra lindifferenza
quasi generale. E lalbum, una delle pietre miliari del gotico,
o più esattamente della variante americana denominata death rock,
impiegò molti mesi prima di emergere con tutta la sua impressionante
importanza. Ma ovviamente, anche in questo caso, procediamo con ordine.
Come accennato nel paragrafo introduttivo, a parte i presto emigrati
Tuxedomoon, negli Stati Uniti non cera stato qualcosa di simile
a ciò che in Europa venne chiamato gothic rock, a causa delle diverse
condizioni socio-politiche dei due paesi. Il cosiddetto nuovo
mondo al di là dellAtlantico era decisamente più giovane,
quindi apparentemente privo del carico di decadentismo millenario
che gravava sul vecchio continente. E le stesse istanze giovanili
che qui diedero origine alla scena oscura, di là invece si innestarono
sul punk piuttosto che sul garage rock, comunque su generi più maschi
e metallici, dando origine a tuttuna serie di realtà rumorose
e necrofile (dalla no-wave allhard-core).
Tra queste, una delle più beffarde e originali fu il power-pop di
Los Angeles, che ebbe origine soprattutto nel quartiere di Orange
County. Lì, sembra soprattutto in seguito alle scorribande dei fondamentali
UK Decay, era nata tutta una scena che annoverava fra i suoi adepti
devastatori sonici e furibondi come i Germs, i Social Distortion,
i 45 Grave, ma soprattutto gli Adolescents. Questi ultimi, veri
campioni del power-pop, inanellavano una serie di pezzi incendiari
deridendo e sbeffeggiando la cultura giovanile americana, talvolta
in modo orrorifico, con brani veramente lodevoli e divertenti quali
Amoeba, I Hate Children o la catastrofica Kids of
the Black Hole.
I punti di forza degli Adolescents erano senza dubbio nel folle cantante
Tony Cadena, ma ancor di più in un giovane chitarrista-genio, certo
Rikk Agnew, dotato di tecnica sopraffina, dita superveloci e fantasia
a gogò. Campioni della neonata etichetta Frontier Records, si diceva,
durante le loro tournée al fulmicotone si facevano accompagnare da
gruppuscoli punk locali. E ce nera uno che piaceva particolarmente
a Rikk Agnew, amici di suo fratello Frank (il bassista del gruppo):
i Christian Death, nome che intendeva dileggiare lalta moda
francese (Christian Dior). E piaceva non tanto per la sezione ritmica,
formata dalleccellente bassista James McGearty (che se non fosse
nato punk sarebbe stato funk) e dal poderoso batterista George Belanger
(in grado di percuotere indifferentemente tamburi, bonghi e campane),
ma soprattutto per il loro cantante. In effetti Roger
Alan Painter era un ragazzino tossico, perverso e vizioso, gay e masochista,
che più che cantare declamava con voce mortuaria versi allucinanti
che trattavano di dolore, inferno e incesto. Il punto debole del gruppo,
semmai, era lo svogliato chitarrista Jay Jay.
Ma nel corso del 1981 Rikk Angew, da bravo ragazzino-genio scapestrato,
tossico e strafottente qual era, litigò ben presto con il resto degli
Adolescents, determinandone lo scioglimento e facendo tutto da solo
per il prossimo progetto discografico, giustamente intitolato All
By Myself. Certo, da una parte dimostrava
che gli Adolescents erano solo un suo complemento, cioè un modo come
un altro per suonare bene le sue bellissime canzoni (lui in effetti
non brillava alla voce e alla batteria), dallaltra però limproba
fatica stava cominciando a spossarlo. Sempre tutto solo, quellestate
cominciò la tournée promozionale del nuovo disco, operazione che lo
esaurì quasi definitivamente. Ancora una volta si circondò di gruppuscoli
punk locali ed ancora una volta non potè non essere affascinato dai
modi decadenti ai limiti del marcio del giovane Roger Alan Painter,
che ora si faceva chiamare Rozz Williams, nome trovato su una lapide
del suo cimitero preferito, che suonava come il maschile di Rose,
Rosa. E a quel folle di Rikk Agnew venne
unidea, di quelle idee in grado di mutare il corso della storia
del rock.
Insomma, il buon Rikk non poteva farcela da solo, aveva bisogno di
una band e dopotutto era il meno motivato del gruppo non era proprio
il chitarrista Jay? Per lui, giovane maestro ammirato da tutti, fu
facilissimo prendere il posto di un mediocre annoiato. E fu così che,
dallestremo anonimato in cui vivevano, i Christian Death divennero
nientemeno che il nuovo gruppo del grande Rikk Agnew!
Lintesa con McGearty e Belanger fu subito ottima: era necessario
comporre delle basi che fossero sì oscure e tenebrose, per assecondare
le declamazioni mortifere di Rozz Williams, ma anche estremamente
dinamiche, come contraltare alla sua voce monotona e monocorde. Furono
quindi composte sette canzoni, fra le quali un bellissimo ballabile
insieme romantico e lascivo, Romeos Distress,
caratterizzato da un ritornello decadente e vorticosi crescendo. Forte
della bellezza di questi brani, oltre che dalla sua invidiabile fama,
Agnew riuscì ad ottenere un accordo con la Bemisphere, consociata
della Enigma Records per le produzioni indipendenti.
I sette pezzi furono incisi forse un po troppo in fretta, in
vista di un progetto discografico, un Ep, che poi si sarebbe chiamato
Deathwish. Ma la Bemisphere cominciò a nicchiare... di gruppi
interessanti ce nerano molti, mentre i budget venivano continuamente
tagliati... Alla fine letichetta decise di raccogliere il meglio
di quanto stavano registrando i gruppi della sua scuderia (tra i quali
cerano i Social Distorsion, i 45 Grave e le folli tossiche Super
Heroines di Eva O Ortiz) e di raccogliere tutto in ununica
uscita discografica, lLp-compilation Hell Comes to Your House.
I gruppi, in compenso,
potevano ritenersi proprietari dei nastri registrati.
Per i difficili (ai limiti dellindigesto) Christian
Death fu scelto un solo brano, che stranamente non fu il ballabile
Romeos Distress, ma la non meno bella Dogs. Si
trattava di un brano abbastanza pesante e magmatico, più del loro
solito. Il ritmo era abbastanza lento, la percussione importante,
il testo una declamazione su argomenti di odio/intolleranza reciproca
dellumanità. Caratteristica del brano era uno stacchetto reiterante
di chitarra, con un bel fraseggio, che tendeva ad alleggerire (staccando,
appunto) la monocorde parte vocale. Un piccolo capolavoro, che chiude
con lultima parola cantata, «hell».
Luscita di Hell Comes to Your House piacque a tutti (soprattutto
a Rozz, che strinse una forte amicizia con Eva O), tranne che a Rikk
Agnew: un genio come lui meritava ben di più che un pezzettino su
unoscura compilation insieme a degli sconosciuti! Offeso nel
suo ego, si rivolse energicamente a Lisa Fancher, manager e fondatrice
della Frontier, con le registrazioni di Deathwish alla mano.
In effetti lei rimase piacevolmente meravigliata per questo stile
così duro e magmatico, così pesante eppur così dinamico, che accettò
di editare il primo Lp del gruppo. Ma le registrazioni non funzionavano,
troppo poco curate in fase di produzione.
Fu così che i Christian Death si ritrovarono in sala dincisione
con tanta droga e uno dei migliori tecnici del suono che avesse mai
collaborato con la Frontier: Thom Wilson, grande estimatore di Agnew
oltre che alla consolle per tutti i suoi prodotti discografici. Dal
canto suo colui che ora si faceva chiamare Rozz Williams aveva invitato
alle seconde voci Ron Athey, suo amante e convivente oltre che collaboratore
al folle progetto Premature Ejaculation, ed Eva O, pazza cantante
e chitarrista delle tossicissime Super Heroines, oltre che nuova amica
di Rozz e convivente coi due.
Alla sua uscita il disco non piacque a nessuno. Copertina nera, disegno
in oro dello stesso Rozz e titolo artaudiano: Only Theatre of Pain.
Certo, chi poteva
sopportare una voce così viziosa e monocorde? Fu presto definita moaning:
lamentosa, gemente. Eppure il disco si apriva con le campane dintroduzione
a uno dei loro capolavori, Cavity - First Communion: un inizio
lento, cadenzato dalla potente batteria di Belanger. Lapparizione
della chitarra di Agnew, chiusa in una sorta di sordina sonica, dava
una certa dinamica, sostenuta dallottimo basso di McGearty.
È veramente la voce a rasentare linsopportabile (per chi non
era abituato, oggi tutti la amiamo!), ma al verso ripetuto «Im
crying out to be told to stand still» (grido perché mi dicano di stare
fermo) subisce una rapida accelerazione e diventa una cavalcata indemoniata
nella psiche di un esaltato misticheggiante. Allungati versi recitanti
«blood», sotto pizzicati di chitarra, chiudono in unatmosfera
da incubo il brano, ma una strana tastiera cambiava la tonatità e
lottima sezione ritmica, senza soluzione di continuità, partiva
con la dinamicissima Figurative Theatre. Un post-punk veloce
e ballabile, bello e visionario.
La succesiva Burnt Offerings era un altro piccolo capolavoro:
basso ad aprire straordinariamente dinamico, al limite del funky,
batteria fragorosa, chitarra effettata in mille rivoli sonori. La
deboscia di unorgia senza limiti raccontata con una vividità
di immagini (ai limiti del buffo la celebre «sodomized and tired»)
che rese Williams il più grande poeta del genere dopo Lou Reed. Insomma,
tutti bravissimi: la dinamica della sezione ritmica, la fantasia e
lacidità della chitarra, la poesia della voce. Campana a interrompere,
segue lassurdo titolo latino di Mysterium Iniquitatis,
con cantato al contrario ovviamente blasfemo. Anche qui, dopo un inizio
soffuso, il brano riprende quota ritmicamente, per i deliri antireligiosi
di Rozz Williams sulla non esistenza di una città di Dio. La cosa
pazzesca è che se i Led Zeppelin registravano al contrario i loro
versi blasfemi, lui taglia la testa al toro: li canta direttamente
così. Il brano comunque, fra vorticose accelerate e bruschi cambiamenti
ritmici, è ancora una volta fra i loro capolavori (la prova di Agnew
lascia allibiti, per la velocità con cui sciorina scale supersoniche),
con tanto di ritornello che dà titolo al disco. Finale catartico-esplosivo.
Chiude l'a-side Dream for Mother, una simpatica digressione
sullincesto, ma comunque culturale, con versi quali «Ill
introduce realism, the eye of the beholder» o «necrophiliac relationship
during the freezin process» o ancora «palliations from a weaker sex»,
che chiude un brano da lasciare interdetti.
Ma il lato B non sarà da meno, anzi! Aperto dai campanellini che avevano
chiuso lA, attacca col riff di basso di McGearty che introduce
Stairs-uncertain Journey: nè più nè meno che un inno a Lucifero
(anche se truccato da invito ad andarsene e/o perire), scandito dalle
trascinanti percussioni ai bonghi di Belanger. Coinvolgente, vizioso,
mantramico, tribale, insomma questo gruppo sforna un capolavoro dietro
laltro! «Pray to the father / to the mother / who art in heaven»,
con finale che richiama ancora la città di Dio. Da brividi. Ma la
musica non si interrompe, anzi Agnew irrompe con uno dei suoi celebri
riff, per uno dei loro più potenti e dinamici post-punk di sempre,
Spiritual Cramp. Anche qui tutta la rimica e la dinamica sono
affidate alla bravura dei musicicsti. Rozz non canta, declama a tempo,
i suoi versi misticheggianti e deliranti «children use their fingers
intead of words, Im using my fingers instead of words». Ma la
chitarra si effetta psichicamente, un lontano riff di basso fa capolino,
la batteria batte un ritmo danzereccio, ed eccola, è lei! Romeos
Distress, romantica, vorticosa, veramente irresistibile! «Whats
that moving in the basement?», «kiss on my hand / after dark hand
for a kiss / after dark kiss on my hand» (cosa si muove in cantina?
Baciami la mano, dopo l'oscurità la mano per un bacio, dopo l'oscurità
baciami la mano) e le sensazioni vibrano, e le emozioni esplodono.
Che cosa, oltre? La fine del disco, affidata prima a Resurrection
- Sixth Communion: un altro inizio lento e magmatico creato da
un riff di chitarra, poi scandito dalla sezione ritmica, per unaltra
allucinazione mistica. Qui il protagonista si sottopone ad ogni sorta
di rituale, cerimoniale o pratica per la salvezza dellanima
(«Im waiting for / consummation / contemplation / confrontation
/ a place to lay my body down» recita il ritornello), per poi finire
con unaccusa nei confronti della confessione, misero placebo,
succedaneo dogmatico della resurrezione, in un finale delirantissimo
per una chitarra vorticosa quanto mai. Poi la vera chiusura, e qui
Rozz Williams impara la lezione della meravigliosa Lydia Lunch, a
sua volta influenzata dai lunghi deliqui di Patti Smith: uno spoken
word, ovvero un brano a parola parlata", dove persino
il suo finto cantato amelodico viene abbandonato per la pura declamazione
recitata. Si tratta di Prayer (ma va? anche qui una tematica
religiosa? che caso!), brano aperto da effetti psichedelici e grida
lontane (ricorda vagamente lapertura di Desperate Hell,
contenuta su Deathwish ma qui esclusa, insieme alla title-track
e a Dogs, lunica conosciuta). Poi voci confuse si sovrappongono
in versi perduti e frasi arcane, mentre una tastiera disturba orecchio
e psiche. Echi e riverberi scavano in luoghi reconditi, altre effettistiche
si sovrappongono, con i synth sempre più importanti, in scala di otto
note. Fine a sfumare dopo 2 minuti e un quarto, ma qualche secondo
dopo voci incise al contrario (ebbene sì, questa volta come facevano
i Led Zeppelin!) chiudono seccamente un disco che quantomeno lascia
interdetti.
Disco che alla sua
uscita suscitò quasi esclusivamente fastidio, se non indifferenza.
Almeno in un caso anche ostilità, visto che una copia fu distrutta
in diretta televisiva in quanto esempio di musica satanista. La cosa,
e qui bisogna dirlo, è assolutamente falsa. Non perché manchino richiami
al diavolo o a varie pratiche occulte, per carità, ma perché il satanismo
non è assolutamente la chiave di lettura di unopera decisamente
molto più articolata, profonda e complessa. Unopera estremamente
originale, che come mai nessunaltra fino ad allora aveva rappresentato
lanima umana nella sua dolente solitudine cosmica.
Insomma, qual è la morte cristiana? È quella dellanima, che
anela al sacro e che vorrebbe essere salvata, ma che purtroppo si
ritrova prigioniera in un corpo che ha fame, soffre e vuole godere.
Un corpo terrestre, come terrestri siamo tutti, in questa valle di
lacrime. Allora che il corpo goda, in una sorta di pazzesco inno alla
deboscia (in questo Williams fu veramente insuperabile); ma la lussuria,
il piacere del corpo, per quanto bello e sistematicamente perseguito,
non può che rappresentare dolore e senso dangoscia per lanima.
Perché così è solo condannata a non perseguire più verità spirituali,
paradossalmente lucidissima pur nella visionarietà delle forme poetiche
con cui si esprime, condannata spiritualmente a morte. Si arriva così
alle conseguenze estreme dellesistenzialismo, quelle di tipo
più ineffabile e ultraterreno, anzi non ci si sbaglia se si afferma
che i Christian Death hanno creato una sorta di iperbole esistenzialista,
in cui lo straniero è l'anima su questa terra, in questo corpo.
Eppure col tempo il disco,
trascinato dallirresistibile Romeos Distress, conoscerà
un lento ma costante apprezzamento da parte di pubblico e critica,
prima in America e poi anche in Europa. Anzi, nella sua terra dorigine
Only Theatre of Pain arriverà a creare un nuovo genere: il
death rock, una forma più estrema e spinta di rock gotico. Il gruppo,
sotto lesagitata e frenetica guida di Rikk Agnew, partì per
una breve e leggendaria tournée promozionale, che lo portò ad uscire
dallanonimato, anche perché spesso oggetto di cronaca: scambiati
troppo sovente per satanisti, capitava che gruppi di fondamentalisti
cristiani dogni sorta manifestassero davanti ai locali, impedendo
fisicamente laccesso al pubblico!
Ma spinte da quantità
sempre maggiori di droghe, nacquero presto anche le prime invidie
e incomprensioni. Soprattutto la personalità esuberante di Agnew dovette
presto rendersi conto che, seppure lui fosse il giovane genio ed il
deus-ex-machina del gruppo, non poteva certo competere con una figura
magnetica e veramente carismatica come quella di Rozz Williams. Insomma,
sul palco il vero re era lui, con buona pace del veloce ragazzo prodigio!
Ovviamente la situazione non poteva durare a lungo e Agnew mandò presto
tutto allaria facendo de facto fermare lattività della
band, nonostante il pronto reintegro di Eva O. Ma mal glie ne incolse:
lindustria discografica, anche quella indipendente (Lisa Fancher
in testa), si era presto stufata del suo carattere bizzoso e lo condannò
inesorabilemente a una carriera minore, in salita e sempre un po
in ombra.
Ma anche ai tre superstiti non stava andando meglio, con un Williams
così preso dalleroina da non riuscire più a concentrarsi, a
comporre, quasi a cantare in pubblico. Fu Belanger il prossimo a mandare
tutti al diavolo, inutilmente sostituito da un certo China. Purtroppo
il gruppo era ormai allo sbando.
Insomma, avevano composto un album capolavoro per poi mandare tutto
in vacca. Perché erano giovani ed erano geni... ma questo era il senso
delle cose.