Quella del 1978 può essere
considerata lultima vera estate punk. Un po per questo
fatto, un po perché lestate in genere porta con sé una
sospensione delle attività lavorative (chiamiamola banalmente
vacanza) ed una contestuale esaltazione delle attività
ludico-ricreative di cui la musica è parte importantissima, nella
nostra analisi delle stagioni del dark esamineremo preferibilmente
il periodo lavorativo, ovvero quello che va da settembre/ottobre fino
a giugno/luglio dellanno dopo, portatore tra laltro di
angoscia ed alienazione funzionalissime allanalisi stessa.
Come già evidenziato, dopo lestate del 78 il fenomeno
punk andava via via sgretolandosi, lasciando aperta unenigmatica
questione: cosa succederà dopo? Ovvero, come sarà il post-punk? Questa
domanda avrà avuto molta più importanza in Inghilterra che negli Stati
Uniti principalmente per due ragioni:
1) Con la grande rivoluzione del punk lo scettro del rock
era tornato saldamente al di qua dellAtlantico (comera
già successo con il precedente fenomeno beat). I grandi protagonisti
del punk inglese, quindi, erano tenuti più sotto i riflettori internazionali
dei loro compagni doltreoceano.
2) Negli Stati Uniti si era già affermato abbastanza bene il fenomeno
new wave, con gruppi ormai di una certa fama come i Talking Heads,
i Devo, i Pere Ubu ed i Television (con questi ultimi addirittura
già in via di scioglimento),
mentre in Inghilterra i primi pionieri in questo senso, cioè i Japan
di David Sylvian e gli Ultravox di John Foxx faticavano non poco ad
emergere (con leccezione degli eccellenti Magazine).
In effetti questi
piccoli-grandi gruppi che cercavano di diffondere, modernizzandolo
ed attualizzandolo al dopo-punk, il verbo dei grandi avanguardisti
inglesi dei 70 (David Bowie ed i Roxy Music con Brian Eno in primis)
erano stati finora ignorati, offuscati dal grande tourbillon della
marea punk. In seguito i Japan, dopo un cambio di etichetta discografica
ed una virata in senso etnico, conobbero un successo sempre più importante
ed il giusto riconoscimento generale di grandi anticipatori del fenomeno
new wave. Lo stesso David Sylvian, una delle voci più calde dInghilterra,
sarà protagonista di una fulgida carriera solista.
Per quanto riguarda gli Ultravox, invece, si scioglieranno nellindifferenza
generale. In seguito i musicisti sapranno recuperare la sigla con
il nuovo cantante Midge Ure. La loro nuova formula, tuttavia, sarà
tanto soddisfacente dal punto di vista commerciale quanto inconsistente
e stucchevole da quello artistico. Molto meglio saprà fare, almeno
per un paio di album elettronici e paralleli alla ricerca immediatamente
successiva di Gary Numan (per altro a sua volta influenzato dai primi
Ultravox), lormai solo John Foxx.
Ma nellautunno
del 78 queste cose non si sapevano ancora. Ed il dubbio rimaneva.
Gli sguardi oltre che sui grandi protagonisti del punk, erano puntati
anche sui nuovi potenziali non ancora espressi, come ad
esempio il Bromley Contingent. Si trattava di un gruppo
di ragazzotti balordi, ubriaconi e sballati che, in seguito ad una
serie di amicizie allinterno del negozio Sex, seguivano in tutto
e per tutto le gesta dei Sex Pistols, soprattutto al fine di divertirsi
movimentando i loro concerti. Di questo gruppo facevano
parte tutta una serie di future star, come ad esempio Sue Lucas (Catwoman),
o William Broad (Billy Idol).
Nel 1976 quattro elementi di questo battaglione di sballati (Marco
Pirroni alla chitarra, Steven Bailey al basso e John Simon Ritchie
alla batteria, più la cantante, allora decisamente inetta,
Susan Janet Ballion) si misero in testa di essere perfettamente in
grado di suonare autonomamente e, cambiati i nomi in stile punk, parteciparono
al festival punk del 100 Club di Londra tenutosi nel mese di settembre.
Fu un vero disastro, ma il gruppo era destinato a durare: erano i
Siouxsie & the Banshees. Lei, Susan, aveva mutato nome in Siouxsie
Sioux, il bassista in Steven Severin ed il batterista niente meno
che in Sid Vicious (sì, proprio il compagno di scuola di Johnny Rotten,
che di lì a poco rileverà il posto del bassista Glen Matlock in seno
ai Sex Pistols), mentre il chitarrista Marco Pirroni prima fondò i
Rema Rema, poi divenne spalla fedele ed insostituibile di Adam Ant.
Nellanno dopo, sostituiti Pirroni e Vicious, Siouxsie e Severin
(ormai i due unici superstiti del leggendario Bromley Contingent)
cercarono innanzitutto di imparare a suonare, e quindi una loro via
al punk, che nel frattempo stava morendo. Di conseguenza si ritrovarono
con la responsabilità di essere tra i fondatori del post-punk. Protagonisti
di concerti incendiari e di due eccellenti John Peel sessions (cioè
partecipazioni radiofoniche al programma del mitico DJ John Peel),
tuttavia i Siouxsie & the Banshees delusero, o per
lo meno stupirono moltissimo con luscita del loro primo 45 giri
nellestate del 78, appunto. A prescindere dalla bellissima
copertina palesemente ispirata
all'Enigma di Isadore Ducasse di Man Ray, Hong Kong
Garden era una canzoncina leggera, con un certo piglio punk
sì, ma scanzonata e quasi allegra, praticamente una filastrocca, sebbene
uno dei grandi successi commerciali della stagione.
Ma da altre parti il post-punk non dava segnali molto diversi. I nuovi
gruppi, tipo i Police? Reggae ed allegri. Gli Adam & the Ants?
Trascinanti ma allegri. I Johnny and the Self-Abusers (poi meglio
conosciuti come Simple Minds)? Allegri. Gli Easy Cure (poi meglio
conosciuti semplicemente come Cure)? Allegri. Persino gruppi assolutamente
sconosciuti e decisamente poco importanti (perché, ad esempio, ancora
troppo legati al punk) come i Warsaw,
che avevano appena mutato il nome in Joy Division, erano usciti con
lallegro EP An Ideal for Living. Un dischetto con qualche
ideuzza piacevole, ma ancora troppo acerbo e punk; se la storia non
fosse stata come tutti sappiamo, non verrebbe nemmeno menzionato.
Ma come stavano andando le cose al di là dellAtlantico? I Television?
Prima normalizzati e poi sciolti. I Devo? Allegri. I Talking Heads?
Allegri. I Residents? Demenziali al di là del bene e del male. I Blondie?
Dance. E cose nuove, tipo i promettenti Tuxedomoon di San Francisco?
La loro ricerca (vedi la bella Pinheads on the Move) era ancora
troppo simile a quella dei Devo: allegri.
Ma le mosse più
incisive dovevano ancora essere fatte. Johnny Rotten, front-man dei
Sex Pistols e grande re di tutto il punk, ritornato a farsi chiamare
col nome danagrafe John Lydon, aveva formato un supergruppo
con un batterista animalesco e tribale, Tim Walker, un bassista genio
del reggae-dub-funky, Jah Wobble, ed un chitarrista già con i primi
Clash, Keith Levene. Musicisti sopraffini (anche se apparentemente
incompatibili), scelti fra il meglio che la scena attuale poteva proporre,
quindi si pensava per un progetto profondo e serio.
Eppure la prima uscita del supergruppo, avvenuta nell'ottobre del
78, fu una seconda parziale delusione (dopo quella di Siouxsie). Public Image era, curiosamente,
sia il nome del 45 giri (cioè della canzone), sia quello del gruppo.
Il pezzo iniziava con un poderoso basso (ed una voce di sottofondo
che ripeteva alarm), ma presto la chitarra di Levene interveniva
con un riff tipicamente punk e la voce di Rotten/Lydon in un tipico
recitato quasi-ramalama. Insomma, praticamente un pezzo punk di neanche
3 minuti, solo leggermente più cupo. Non allegro, quindi, diciamo
ironico, o forse sarcastico visto che aveva tutta l'apparenza di una
sequela di insulti al pubblico dei Sex Pistols, sordo e "conservatore".
Il vecchio pubblico veniva rinnegato? Allora questo questo disco può
essere considerato l'avvio ufficiale di una cosa nuova: il post-punk,
appunto.
Insomma, nella generale incertezza sul futuro della scena musicale
sembrava che, almeno fino allestate 78, dopo la grande
tempesta rabbiosa della musica punk, musicisti e pubblico sentissero
come il bisogno di una boccata daria, di un attimo di respiro,
spensieratezza ed allegria. Più o meno finta ed ironica, chiaramente,
il cervello non andava certo spento, ma basta con la rabbia ed i proclami:
godiamoci la vita con ballo e gioia!
Almeno così sembrava.
Fino a che
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