YEAH
YEAH YEAHS
Rolling
Stone, Milano, 31 maggio 2006
Testo
Babi Rocks
Finalmente,
dopo averne sentito parlare e aver intravisto qualche video
e letto qualche articolo, il terzetto newyorkese capitanato
dalla grintosa Karen O è arrivato, per un'unica data italiana,
al Rolling Stone di Milano, regalando al pubblico un'ora e
un quarto di innovazione musicale. Eh sì, perchè se i Distillers
di Brody Dalle sono una sorta di connubio tra il punk alla
Clash e alla Rancid e certo grunge alla Nirvana/Hole '93/'94,
gli Yeah Yeah Yeahs sono di un'altra pasta, la tessera successiva
al punk e alla sperimentazione.
Dal vivo, Karen O ha sciorinato tutto il suo carisma spontaneo,
regalando al pubblico sorrisi di autentica soddisfazione per
la partecipazione emotiva alla loro musica, che dal vivo diventa
un magma di suoni e di rimandi a quello che aderisce meglio
alla vostra sensibilità.
Ho potuto appurare quasi tre anime nella musica degli Yeah
Yeah Yeahs, una originale con momenti di urla alla punk che
rimandano a certi film con temi spiritici della Hammer dei
primi anni settanta, momenti di punk però in veste duemila,
cioè come dovrebbe suonare adesso, infine un lato sentimentale
e dolce in cui la voce della strabiliante cantante diventa
morbidezza, tanto che ci ha dedicato una canzone delicatissima
prima di salutarci. Karen O, accompagnata dal gruppo che suona
benissimo, soprattutto all'inizio saltava quasi come un grillo,
nel suo modo tutto personale, contagiando anche le ultime
file dove anch'io mi trovavo, trasmettendo energia vitale
e voglia di musica!
Positivissimo il fatto che la loro musica ha un taglio originale
che non ricorda nessun altro gruppo, quasi un miracolo al
giorno d'oggi, con una front-woman che ricorda per grinta
e personalità grandi artiste come Siouxsie o Cyndi Lauper,
tra l'altro molto più semplice sul palco di come la si potrebbe
immaginare vedendola in video o in certe foto. Ottimo e partecipe
anche il pubblico, composto da italiani, americani, inglesi,
giapponesi, dei quali almeno quattro quinti vestiti secondo
il proprio modo originale di essere e non dei cloni di qualcun
altro, cosa che ha dato un ennesimo tocco di meraviglia a
tutta la serata.
Un concerto che era da vedere ma soprattutto da sentire ed
ascoltare!