28 WAVE GOTIK TREFFEN
Leipzig (D) - 7 / 10
Giugno 2019
Brevi memorie dal fronte
Testo e foto by Oflorenz
Torna
il mitico WGT, e per il sottoscritto significa il sedicesimo
cartellino da timbrare.
Questa volta
l’esperienza Treffen è più breve, ma non meno intensa: sono al
seguito degli amici della Camerata Mediolanense,
impegnati il venerdi nella sontuosa Kuppelhalle del Volkspalast,
per cui la permanenza in terra sassone sarà di soli due giorni.
Le usuali formalità per il ritiro dei pass al Press Office
dell’Agra mi impediscono di godermi il set di Coph Nia presso la
Kantine, ci si prepara dunque immediatamente ad immergersi nella
magia della Camerata, puntualissima a schierarsi sulla mezzaluna
della Kuppelhalle per le 20, di fronte ad un Volkpalast che pare
già gremito in ogni ordine di posti. La intro atmosferica ci
coglie di sorpresa: si tratta di un lungo inedito strumentale,
l’impatto è impressionante e speriamo di ascoltarlo nella sua
versione definitiva sul prossimo disco del gruppo!
La formazione milanese, che questa sera conta sette elementi, da
il là al suo classico repertorio con ‘Dolci Ire’, mentre ’99
Altri Perfecti’ fa come sempre da traino nel coinvolgere il
pubblico in cori e danze.
Il live set della Camerata vive in
gran parte sugli ultimi due lavori ‘Vertute, Honor, Bellezza’ e
‘Le Vergini Folli’, pur non disdegnando il tuffo nel passato
storico de ‘Il Ricordo dei Giochi delle Spose del Vento’, tratto
dall’esordio ‘Musica Reservata’ del 1994, ed anche un richiamo
all’Atalanta Fugiens di Maier con ‘Alta Venenoso’; non può
peraltro mancare la marziale chiusura affidata alla mitica
‘Balcani in Fiamme’, la cui coda rumorista si fonde nel delirio
finale del pubblico che saluta entusiasta i sette mediolanensi.
Commovente, verso la metà dello show, il ricordo tributato dalla
band con ‘Quest’Anima Gentil’ a Luminitca, una delle sue voci
storiche di metà anni ’90 che ci ha tristemente lasciato nel
mese di maggio.
La Camerata dimostra di essere ensemble
oliato e rodato a dovere, a maggior ragione in uno show così
atteso ed importante, dove un disguido tecnico non proprio
indifferente come la rottura del pianoforte messo a disposizione
dall’organizzazione costringe il gruppo a proseguire con una
tastierina secondaria, modificando anche parzialmente la
tracklist pianificata. Al di là di ogni imprevisto, i commenti
entusiasti sulla pagina del gruppo da parte dei fans teutonici
ci ribadiscono che il loro set si conferma uno degli highlights
assoluti di questo ventottesimo WGT, confermando ancora una
volta la gran popolarità di cui la band gode in terra germanica.
CAMERATA MEDIOLANENSE
Volkspalast/Kuppelhalle 7 giugno 2019
Tracklist:
Intro
Dolci ire
99 Altri Perfecti
Alta Venenoso
Embrio
Ventosa
O Mia Stella
Pace non Trovo
Mi Vuoi
Vergine
Bella
Il Ricordo dei Giochi delle Spose del Vento
Quest’Anima Gentil
Balcani in Fiamme
Sotto le foto continua il report
(ndr)
La giornata del sabato, insolitamente
limpida e ventosa, si perde tra i consueti shootings fotografici
alle bellezze in parata e qualche acquisto nel mercatone
dell’Agra, quest’anno decisamente più carico di vestiario ed
accessori piuttosto che di dischi e Cd.
Come da
tradizione ormai da qualche anno, la Loki Foundation (storica
label ambient-sperimentale di Lipsia) apre i suoi studi al
pubblico, proponendo alcuni show-case che coinvolgono artisti
dell’etichetta e progetti amici.
Ci gustiamo l’ottimo set di
Woven Clouds, moniker dietro cui si celano Knut
Enderlein di Inade e Peter Anderssonn di Arcana: l’impressione è
più che convincente, e ci auguriamo che il tutto si tramuti
presto in un progetto definito con relativa uscita in studio.
Dopo i saluti di rito con i molti amici e conoscenti del Loki
Basement mi prendo una pausa in hotel per predispormi al meglio
alla sbornia
elettronica della serata: mi attendono
Welle:Erdball e Nitzer Ebb!
Per avere un posto assicurato
in transenna seguo quasi un’ora di DK-Zero, duo
britannico oggi stabilitosi a Los Angeles composto dal front man
D-Punk e dalla modella ‘steampunk’ Kato. In formazione a tre per
l’occasione (se non erro li supporta un membro di Agonoize) i
tre sparano a tutta birra le hit di punta del loro album di
debutto ‘From Nothing’, targato 2018. ‘Blood & Violence’, ‘Turn
Up the Hate’ e ‘Boom Boom’ rispettano tutti i crismi del
cosiddetto ‘cyber-industrial’, genere muscolare che vive di
chitarroni campionati e tastieroni al vetriolo senza
distinguersi, ad onor del vero, per particolare originalità.
Grazie ad una performance piuttosto dinamica e senza l’ausilio
di visuals, i tre DK tengono comunque bene l’enorme palco
dell’Agra, con il pubblico che inizia a scaldarsi in vista
dell’imminente esibizione dei paladini di casa Welle:Erdball.
‘Ciao, questa è Welle: Erdball!
Sinfonia del tempo, dal cielo oscilla e si amplifica per
l’eternità!’
Quando il presentatore li annuncia e
parte l’intro di ‘Operation Zeitsturm’ l’Agra Messe è una vera
bolgia, con duemila fans assiepati sotto le volte del grande
hangar pronti a far festa.
Festa è la parola giusta per un
live set di Welle:Erdball, formazione
minimal synth di Sonneberg attiva dai primi anni ’90 e
costruitasi nel corso del tempo un fedele seguito di vero e
proprio culto, oggi peraltro di dimensioni invidiabili.
Palloncini giganti, aerei-caccia F104 in cartoncino, bolle di
sapone ed un set di pannelli luminosi fanno da corollario ad
un’ora e mezza di pezzi killer tratti dalla loro corposa
discografia, dai classicissimi di ‘Der Sinn Des Lebens’ e ‘Die
Wunderwelt Der Technik’ fino alle tracce dell’ultimo ‘Gaudeamus
Igitur’.
Le due splendide Lady Lila e Frl.Venus monopolizzano
l’attenzione del pubblico sfoggiando inizialmente un ampio
vestito rosso in stile pin-up anni ’50, come vuole l’immaginario
vintage del gruppo che richiama da sempre icone del passato
quali il Maggiolino, la mitica Trabant della DDR (il logo della
band è quello della ‘Trabbi’ rovesciato) ed ovviamente il
Commodore 64, vero protagonista dell’universo W:E nonché
strumento utilizzato live opportunamente modificato.
Honey,
nella sua tipica divisa stile stewart, è come sempre un vero
trascinatore, mentre l’altro storico fondatore A.L.F. raggiunge
i compagni sono nel finale, nel tripudio degli oltre duemila
assiepati sotto il palco.
Sotto le foto continua il report
(ndr)
Dopo una mezz’ora
necessaria per le operazioni di set-up del palco, le luci si
abbassano e David Gooday, storico drummer di
Nitzer Ebb, saluta un pubblico entusiasta. Mentre partono
le prime note di ‘Come Alive’ entra in scena uno stilosissimo
Douglas McCarthy, completo grigio e Rayban: si porta
egregiamente le sue cinquantadue primavere, delle quali ben
trentacinque (pur considerando l’ampio buco temporale 1994/2009)
trascorse come protagonista degli Ebb.
La storica coppia
McCarthy/Gooday è oggi supportata dai nuovi compagni Simon
Granger e Bon Harris, entrambi alle ‘macchine’ elettroniche, un
quartetto che convince alla grande sul grande palco dell’Agra
snocciolando una quindicina di brani che han contribuito a
cesellare la storia della miglior EBM di vecchia scuola. ‘Blood
Money’, ‘Captivate’, ‘Join the Chant’ e ‘Let your Body Learn’
accendono il pubblico che balla all’unisono insieme al frontman,
libero di muoversi sul palco forte del supporto granitico di
Gooday e soci.
L’encore di ‘Godhead’ chiude la festa in
grande stile e spedisce la folla dell’Agra verso il letto o
magari in direzione di qualcuno dei molti ‘all-nighter’ che
Lipsia regala nel periodo del WGT.