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VITREA

Intervista by Nikita

Ho avuto l'occasione di conoscere di persona i Vitrea, industrial rock band di Udine, che è composta da tre ottimi musicisti sia dal vivo che in studio, ho quindi pensato di farli conoscere al pubblico di Rosa Selvaggia.

 

Parlateci del vostro progetto: da quando è attivo, da chi è composto e quali sono le vostre produzioni.
Il progetto Vitrea esiste già dal 2007 ed è arrivato fino alla forma attuale attraverso una serie di mutamenti di stile e di cambi di line-up.
I Vitrea sono Livio Caenazzo voce e basso, Mattia Romano chitarra e DeadBo
nes alle tastiere e sintetizzatori.
Nel 2014 abbiamo rilasciato il nostro primo long playing "Songs of Glass" che è stato preceduto da un EP "Nadir" nel 2011 e da un altro EP/demo nel 2009.

Come è avvenuta la composizione dei brani del vostro album "Songs of Glass"?
"Songs of glass" costituisce una raccolta di brani scritti in un arco di tempo relativamente lungo che va dal 2011 al 2014.
Oltre a questi brani "nuovi" ce ne sono due estratti dai primi lavori che si prestavano bene ad essere riarrangiati e adattati al nuovo sound, "The White Road" e la ghost track "Broken Machine III". Dopo diversi anni passati con una formazione tipicamente rock abbiamo compreso che il nostro modo di scrivere canzoni, avrebbe trovato una migliore espressione con una chiave più elettronica: la stesura dei brani avveniva infatti raramente in sala prove e più sovente le canzoni venivano scritte con un approccio più ragionato da un singolo componente della band e poi condivise in forma di partitura elettronica.
Molti brani già arrangiati per una formazione tipicamente rock sono stati trasposti e rimaneggiati in studio ottenendo un risultato molto più soddisfacente.

Quale strumentazione utilizzate per registrare e quali in concerto?
Oggigiorno è possibile allestire un piccolo studio casalingo ed avere risultati soddisfacenti con una spesa relativamente contenuta. Questa è la strada che abbiamo scelto per le nostre produzioni. Il setup è fondamentalmente questo: PC, DAW (fl studio), una buona scheda audio, un microfono a condensatore da studio e chiaramente tutti i nostri strumenti/amplificatori che usiamo anche dal vivo. Oltre a queste premesse e alcuni accorgimenti (ad esempio scegliere gli ambienti opportuni in base all'acustica) è inoltre necessaria una certa esperienza in fatto di home recording che abbiamo maturato negli anni.
Il nostro setup dal vivo si dicosta da quello di una classica rock band per il fatto che sequenze e drum machine sono gestite in tempo reale da un PC e non ci sono di fatto amplificatori sul palco. Non c'è quindi un batterista. Il segnale della chitarra è anch'esso processato in tempo reale dal computer permettendoci così di sfruttare tutta versatilità degli strumenti 'virtuali'.
Sono serviti un po' di concerti prima di riuscire a raggiungere l'impatto che avevamo in mente, ora siamo più che soddisfatti.

Quali temi utilizzate per i vostri testi?
Le tematiche dei testi sono a largo spettro, da quelle prettamente sociali a quelle racchiuse nell'ambito personale, introspettivo.
Nascono osservando la realtà che ci circonda, con i suoi eventi a volte assurdi, oppure sgorgano da un'idea, un sogno, un'esperienza onirica.

Siete in attività da 8 anni, se dovreste fare un sunto della vostra attività di cosa siete soddisfatti e cosa no. Avete dei progetti da realizzare nel vostro futuro?
Siamo finalmente riusciti a realizzare un disco che piace e convince. Dopo i nostri live le persone ne comprano spesso una copia, in un'epoca dove la musica è fruibile gratuitamente in mille diversi modi il fatto che ci siano persone disposte a spendere qualche soldo per il nostro lavoro è senz'altro prova di gradimento.
Ci piacerebbe sicuramente suonare di più dal vivo, soprattutto all'estero ed è qui che attualmente stiamo orientando i nostri sforzi. Vedremo presto se ci saranno i risultati sperati.

Se dovreste descrivere la vostra musica in quale genere la inserireste e perché?
Probabilmente la definizione più calzante è industrial-rock. Ci sono molti elementi della nostra musica che possono ricondursi all'industrial inteso come l'uso rumore all'interno dei brani. E' comunque innegabile che le nostre sono canzoni rock nel senso più classico del termine dal punto di vista delle strutture e degli arrangiamenti.

Vi ringrazio per l'intervista e se avete qualcosa da dire ai nostri lettori avete uno spazio a vostra disposizione
Ringraziamo molto per lo spazio offertoci e invitiamo i lettori di Rosa Selvaggia a visitare il nostro sito www.vitrea.org.

VITREA
Songs of Glass
CD (Autoproduzione)

Dopo due EP, è l’ora del primo album a lunga durata per questo terzetto friulano, nato nel 2007 ed artefice di una buona commistione fra industrial, rock ed elettronica. Il CD si apre nel migliore dei modi con due brani killer dal grande impatto, “The Burning Sun” e “Walls of Glass”. Seguono il più riflessivo e dilatato “January”, uno dei miei preferiti, e “Goodbye Horses”, cover di Q Lazzarus rielaborata in maniera egregia. Il resto del disco prosegue su livelli sempre ugualmente alti: “The White Road”, “SPM”e “Indigo Waves” hanno ritmi incalzanti e una forte componente electro, mentre “Antiheroes” e “Uranium” alternano momenti di raffinata atmosfera con altri di grande potenza sonora, grazie al muro di basso distorto, molteplici sintetizzatori e una chitarra molto effettata ma mai invadente, che poi sono gli ingredienti di tutto l’album, dosati sempre con una certa varietà. Restano da menzionare “Venere”, unica canzone in italiano, dove la voce di Livio assume un timbro diverso e particolarmente melodioso, e una conclusiva traccia fantasma quasi industrial metal con chitarroni pesanti, presumo messa a ricordo delle origini della band, allora più orientata in quella direzione. Un plauso quindi a Livio (oltre che voce, anche basso e programming), Mattia (chitarra) e Daniele ‘Deadbones’ (tastiere) : “Songs of Glass” è un lavoro riuscitissimo sotto ogni punto di vista, curato in ogni dettaglio, ben suonato ed arrangiato, ma soprattutto capace di coinvolgere l’ascoltatore dall’inizio alla fine grazie ad un’abbondanza – piuttosto rara da trovare ormai – di potenziali hit, giustamente intramezzati da qualche momento più intimistico. I Vitrea meritano assolutamente una label e una distribuzione adeguate.
Info: http://www.vitrea.org/
(Fabio Degiorgi)