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Intervista by Nikita

Molto spesso in Italia vige la legge del "l'erba del vicino è sempre più verde", gurdando con "occhi bendati" la prolifica e la buona qualità della scena italiana oscura. Noi andiamo, come al solito, in controtendenza dando molto spazio alle bands italiche. Ora è la volta degli eterei Violet Tears, che con l'ultimo e terzo album ci hanno colpito farevolmente e perciò non siamo riusciti a desistere con una nostra intervista. Buona lettura e mi raccomando correte ad acquistare il loro cd (ovvviamente senza scaricarlo) ! ;)

Parlateci del vostro ultimo CD "Breeze of solitude". Cosa lo contraddistingue dal precedente album? Come è stato accolto dal pubblico e dalla stampa? Siete soddisfatti dei responsi?
Gianluca: Si, siamo davvero molto soddisfatti del nuovo nato in casa Violet Tears... Vi sono diversi aspetti che contraddistinguono “Breeze of solitude dal precedente album, uno su tutti: la dinamicità. Di fatti, i brani si rincorrono fra loro con maggiore velocità rispetto al passato e vi è anche una maggiore attenzione e ricerca sugli arrangiamenti ritmici, aspetto questo avvertibile sin dal primissimo ascolto. Non abbiamo, però, apportato particolari stravolgimenti al sound tipico delle lacrime viola. Inoltre, in quest’album compaiono per la prima volta brani scritti, pensati ed arrangiati da più componenti della band: ciò ha contribuito a dare ad alcuni brani maggiore spazialità e promiscuità sonora e ha permesso un maggior coinvolgimento ed affiatamento fra noi. Tornando agli arrangiamenti, “B.o.s.” suona più snello ed alleggerito per ciò che concerne l’uso delle tastiere che, seppur presenti (elemento per noi imprescindibile), avvolgono in maniera meno opprimente ogni singolo brano: peculiarità, questa, assolutamente non riscontrabile nei precedenti lavori. Per quanto riguarda i responsi, questi sono tutti positivi! La critica musicale ed i veri “addetti ai lavori” hanno saputo davvero ascoltare “Breeze of solitude” e questo lo si evince da come sono state impostate ed espresse certe considerazioni sull'album e sul nostro operato in genere.

Il precedente album "Cold memories and remains", era uscito per l'americana Fossil Dungeon, cosa vi ha ha fatto "traslocare" per l'Ark records? Come è avvenuto il contatto con la label campana? Siete soddisfatti del suo operato?
Gianluca: Nutriamo ancor oggi grande rispetto e stima nei confronti dei fratelli Riddick e della loro creatura, The Fossil Dungeon. Questa premessa è importante per poter affermare che il nostro “divorzio” americano è avvenuto in tutta serenità e rispetto reciproco. Tuttavia, la Fossil Dungeon, come tutti sapranno, ha orientato l'uscita delle proprie produzioni al mercato on line, rinunciando quindi del tutto al supporto rigido tradizionale, a noi tanto caro, mettendoci di fronte ad una scelta: continuare con loro in maniera “virtuale”, oppure salutarci. Abbiamo preferito rischiare e ci siamo salutati con un’affettuosa pacca sulla spalla. In molti ci ripetono che quello della produzione on line sarà una scelta obbligata per tutti, ma noi tenteremo, finchè possibile, di rimandare quello che riteniamo l’ennesimo delitto di una certa tecnologia: l’idea di non poter più stringere fra le nostre mani, come un bimbo appena venuto al mondo, quel feticcio di 12cm x 12cm che racchiude e materializza tutti i nostri sogni e sacrifici, ci terrorizza! Abbiamo incontrato l'Ark Records, nell'adorabile persona di Rossana, proprio terminate le registrazioni di “B.o.s”, a seguito dell’invio di alcuni promo ad alcune etichette discografiche. Avevo, infatti, già avuto modo di apprezzare l’operato della Ark Records attraverso l’acquisto di alcune delle loro prestigiose release e ho pensato quindi di proporre il nostro nuovo materiale anche a loro… Mai intuizione fu più azzeccata! Abbiamo trovato in Rossana e Corrado tutto ciò di cui avevamo bisogno: tempestività, serietà, schiettezza, professionalità ed una passione per ciò che fanno, senza precedenti. Siamo quindi contentissimi e soddisfatti per ciò che è stato fatto per quest’album e per noi. Speriamo in futuro di poter continuare il nostro percorso artistico con loro e di brillare nel firmamento Ark insieme a quei nomi illustri e di assoluta grandezza che ammiriamo e che lasciano ben sperare un più dignitoso futuro in quel panorama musicale a noi tanto caro ma tanto barcollante.


Come si sono svolte le composizioni dei nuovi brani? E' nato tutto a tavolino o avete creato tutti insieme in sala prove?
Claudio Co.: Concluse le registrazioni del precedente album (“Cold memories & remains”), ognuno di noi ha fornito il proprio apporto creativo musicale per la realizzazione del nuovo album, “Breeze of solitude”, che già avevamo in programma. Pertanto, a differenza del passato, la composizione individuale è stata integrata con quella collettiva della band. Gran parte dei brani apparsi su “B.o.s.” sono nati dopo le registrazioni di “C.m.& r.”, altri, invece, erano personali composizioni tenute in cantiere già da qualche anno e rese edite con la pubblicazione di questo album.


La vostra dislocazione non facilita molto vedervi suonare nel Nord Italia, per cui suonate molto spesso in Puglia, pensate di riuscire a suonare qui al Nord prima o poi? Come si svolgono le vostre esibizioni?
Claudio Ci.: Ci piacerebbe molto viaggiare per proporre in giro la nostra musica ed avere un contatto più diretto con gli ascoltatori, in Italia come all’estero. In realtà non abbiamo mai avuto problemi o esitazioni ad allontanarci da Bari, quando ce n’è stata l’opportunità. Il vero problema è costituito dalle spese, che i locali, soprattutto al nord, quasi mai (per usare un eufemismo…) sono disposti a coprire. Abbiamo contattato locali a Milano, come a Reggio Emilia o Udine, ricevendo sempre la stessa risposta: potete suonare qui, ma noi mettiamo a vostra disposizione solo una pizza ed una birra… Se si considera quanto può costare uno spostamento da Bari al Nord tra affitto di un furgone per il trasporto degli strumenti, autostrada, benzina, ecc., è facile intuire perché ci spostiamo poco. Spesso ci siamo resi disponibili finanche a rinunciare al nostro cachet, pur di proporci maggiormente dal vivo, e di spostarci per il solo rimborso delle spese…Finché nemmeno questo ci sarà garantito, preferiamo suonare nella nostra zona, dove quanto meno un minimo di cachet ci è sempre stato garantito!!! Non si tratta di avidità, ma di puro e semplice sostentamento della nostra attività: tutto quanto guadagniamo con la musica, nella stessa viene da noi reinvestito, così se nessuno ci pagasse mai… Per quanto attiene lo svolgimento delle nostre esibizioni… spero che chiunque abbia curiosità di assistervi possa venire a vederci suonare dal vivo quanto prima!!!


Internet ha giovato a band poco conosciute di far conoscere le loro composizioni, grazie ai siti come myspace. Ma in compenso grazie al download illegale sta uccidendo molte label e negozi. Cosa ne pensate di questo problema? Voi come vi ponete sia come musicisti e come semplici ascoltatori?
Claudio Ci.: La situazione, nel complesso, è piuttosto critica… In realtà, tutto dipende dall’utilizzo che gli utenti fanno dei mezzi di comunicazione e di rete. L’enorme diffusione di musica in internet, da un lato ha garantito l’opportunità di conoscere progetti e prodotti che diversamente sarebbero rimasti assolutamente ignoti al pubblico; dall’altro il proliferare di siti pirata, tramite i quali è possibile scaricare di tutto a pochi centesimi, sta soffocando attività commerciali e le stesse band!!! I negozi di dischi sono in caduta libera: per ogni nuova uscita si vende una manciata di copie, poi, il tempo che vengano passate in rete le opere, tutti corrono a scaricarle con danno del rivenditore e dei gruppi, specie quelli emergenti che ancora devono affermarsi sul mercato. Questa situazione l’abbiamo vissuta personalmente con la Fossil Dungeon, trasformatasi in label digitale proprio per la difficoltà di sostenersi in un mercato illegale sconfinato: non riusciva più a sostenere i propri costi. Tuttavia, credo che la situazione non sia più rosea per le major, se si pensa che le uscite discografiche dei grandi artisti internazionali (si chiamino Madonna o Coldplay, U2 o Cure) al massimo dopo un mese dalla pubblicazione si trovano in offerta a meno della metà del prezzo di partenza!!! Questo vuol dire che finanche le major, se vogliono continuare a vendere, devono offrire i propri prodotti sottocosto (vantando però un budget e fonti di guadagno ben diverse da quelle delle etichette indie)! La tua domanda implicherebbe ancora un’infinità di considerazioni, ma aldilà di tutto, come detto, molto dipende dalla sensibilità dei consumatori. Noi siamo tra coloro che acquistano tutto in originale, trattasi di libro, cd o dvd, sia per il piacere di maneggiare ed ammirare un buon prodotto, sia per supportare gli sforzi (intellettuali ed economici) che si celano dietro ogni pubblicazione. Tutti dovrebbero comprendere tali ragioni e regolarsi di conseguenza. L’alternativa, temo, sarà un futuro di squallida arte telematica da scaricare, depauperato di miriadi di realtà artistiche di enorme spessore.

Invece della scena dark degli ultimi anni quale è il vostro pensiero?
Siamo di fronte all'esaurimento d'idee e oramai ci sono molte band che di dark privilegiano solo l'immagine a cospetto della musica? C’è qualche band che vi ha colpito ultimamente?
Claudio Co.: Ritengo che l’attuale scena dark si è evoluta in maniera così veloce e distorta tanto da raggiungere un “collasso artistico” ed una parziale perdita dell’identità musicale rispetto alle proprie origini. Un progressivo esaurimento di idee, ma soprattutto la circostanza che ormai gran parte delle band, anche nel genere dark, mirano a seguire le tendenze del mercato, ha comportato anche un’ eccessiva “concentrazione” da parte dei gruppi sull’immagine a discapito della musica, come accennavi…questo è uno dei principali motivi per cui ci sentiamo maggiormente legati ai vecchi e storici artisti della scena; tuttavia apprezziamo molto alcune band di recente produzione, specie di stampo italiano.

Avete già in programmazione un prossimo album, e se si, porterà dei nuovi sviluppi sul vostro sound oppure continuerete sulle vostre consuete atmosfere che vi hanno contraddistinto finora?
Gianluca: Nei primi mesi del 2009 dovremmo entrare in studio per dar forma al quarto capitolo delle lacrime viola. Pur già provando ed arrangiando i brani del prossimo album, è prematuro affermare quali potranno essere gli eventuali sviluppi e le novità. I Violet Tears vivono del momento ed intrappolano per sempre come in una gemma d’ambra tutto ciò che al momento “passa”. Non sappiamo quindi se da ora alla pubblicazione del nuovo album ciò che abbiamo scritto potrà essere avvertito come cambiamento o sviluppo… Delle novità ci saranno senz’altro, ma non ci saranno stravolgimenti, se con questo termine si intende “adeguare il nostro sound a nuove tendenze o mode del momento di più facile e commerciale ascolto”: se è questo che vi aspettate, siete avvisati, non acquistate il nostro cd! i Violet Tears non vogliono spersonalizzarsi né perdere il rispetto dei propri sostenitori e della critica, guadagnato con fatica sino ad oggi. Pensiamo che la genuinità e la coerenza siano ancora sinonimi di qualità… I fans saranno sicuramente ricompensati!

Le composizioni dei testi dei Violet Tears da cosa sono ispirati e cosa vogliono trasmettere?
Carmen: L'ispirazione per la composizione dei testi, nasce dall'osservazione del quotidiano e da stati d'animo personali. Lo scopo primario è semplicemente quello di condividere queste sensazioni, condividere una parte di noi stessi trasmettendo le emozioni da noi provate.

Quale è il sogno nel cassetto per la vostra band che vi potrebbe far felici?
Carmen: Sarebbe davvero una grossa soddisfazione quella di portare la nostra musica in giro per il mondo, essere apprezzati dal maggior numero possibile di persone e condividere il palco con i grandi gruppi della scena dark.

A voi, invece di un'ultima domanda un filo diretto con i nostri lettori, comunicategli con le vostre parole quello che magari nessuno vi ha mai chiesto in un'intervista e che vi piacerebbe che fosse noto oppure qualsiasi altra cosa ci tenete a far sapere ai nostri lettori.
Claudio Ci.: ringraziandoti per lo spazio concessoci, saluterei i lettori di Rosa Selvaggia con una riflessione, un aforisma che reputo estremamente significativo: “veniamo al mondo pieni di pretese di felicità e di piacere e nutriamo la folle speranza di realizzarle. Ma di regola arriva il destino, ci afferra brutalmente e ci insegna che nulla è nostro, ma tutto è suo, che esso ha incontestabili diritti non solo sul nostro patrimonio e sui nostri redditi, su moglie e figli, ma anche su braccia e gambe, su occhi e orecchi. […] La felicità e i piaceri sono una Fata Morgana che, visibile solo in lontananza, svanisce quando uno s’avvicina” (Arthur Schopenhauer). Grazie a tutti per l’attenzione!!!

Contatti:
www.violettears.com
www.myspace.com/theofficialviolettearsspace

VIOLET TEARS
"Breeze of solitude" CD (Ark records/
distr. Masterpiece)


Passo in avanti per il combo pugliese in questo secondo album, uscito per l'italiana Ark records, dopo aver rilasciato il precedente CD "Cold memories & remains" per l'americana Fossil Dungeon. In queste nuove creazioni il suono si fa più caldo e articolato, e il synth si insinua sulle dolci e melanconiche melodie, dimostrando che la band è maturata rispetto al precedente CD, che infatti non mi aveva convinto del tutto. Qui invece le trame si distinguono l'una dall'altra. Tra le tracce che mi hanno colpito di più ho trovato molto bella "Dimenticati", un brano che mi ricorda una certa new wave oramai dimenticata e qui finalmente riproposta, anzi, spero che i Violet Tears per le loro creazioni future prendano proprio questa via.
(Nikita)
VIOLET TEARS
“Cold Memories & remains” CD (Fossil Dungeon/Masterpiece distr.)
Il combo pugliese riesce finalmente a debuttare per l’etichetta americana che produce i Mephisto Walz e i Soil Bleed Black. Il quintetto è dedito ad un ethereal dark onesto e senza fronzoli, caro a label come la decana 4AD. I brani presenti nell’album, abbastanza omogeneo, ricamano dolci melodie che faranno sognare gli amanti del genere. Belli gli intrecci vocali di Carmen De Rosas e Claudio Contessa in "Polvere", unico brano cantato in italiano, mentre le restanti tracce sono cantate tutte in inglese. Certamente il loro stile è molto ortodosso e senza nuove innovazioni, ma quello che producono lo fanno con il cuore, per cui bisogna ammettere che riescono a colpire l'ascoltatore amante di certe atmosfere.
I Violet Tears all'uscita di questo album avevano già pronto il master di un altro lavoro, presumibilmente in rilascio sempre per la label americana, ma siccome la Fossil è lenta nelle uscite, dato che ovviamente preferisce curarne bene ognuna, dovremo attendere un bel po’ per ascoltarlo. (Nikita)

(pubblicazione 25 Settembre 2008)