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THE VILLA FESTIVAL 2012 Testo e foto Oflorenz La
bellissima impressione che ci lascia questa due giorni lacustre
in quel del Trasimeno è una sensazione di quiete ed appagamento.
Un connubio fra natura, buon cibo ed arte che la manifestazione
organizzata dagli inossidabili Angela e Jacinto garantisce ai circa
100 intervenuti da tutta Europa, molti dei quali al seguito delle
bands ospiti per questa splendida edizione 2012.
Il big name della serata viene dalla Svezia, ed è da anni colonna portante e fondante della storica label industriale di Mr. Karmanik, Cold Meat Industry. Per il biondissimo ed etereo Desiderii Marginis ci muoviamo in una delle favolose cripte all’interno della Villa, effettivamente più adatta e raccolta per un set elettronico dark ambient. Con Johan Levin il trip verso le gelide lande dell’ambiet siderale è assicurato, ed i bellissimi visuals ispirati alla natura incontaminata piuttosto che a vecchi cult movies degli anni '60 ci rendono il viaggio ancor più emozionante. Una commistione suono/immagine davvero eccezionale. La giornata successiva si perde tra relax, un ottimo pranzetto in riva al lago sempre a cura dei bravissimi organizzatori, ed un pic-nic in stile vittoriano forse guastato un po’ dal tempo avverso, con nuvoloni grigi che promettono pioggia. Noi non ci annoiamo di certo: in attesa di ripartire in grande con l’atteso set di Ouroboros, diamo fondo ai nostri ultimi risparmi presso i fornitissimi stand di Show me your wounds, SPQR e La Esencia, ricchi di chicche da collezione e di ogni prelibatezza. Quello di Marco Grosso a.k.a. Ouroboros non è un concerto, è molto di più. Come chi conosce da tempo il progetto di Marco ben sa, una sua esibizione consiste in un autentico rituale, una vera e propria rappresentazione a carattere esoterico dove la musica è perfettamente funzionale al percorso mistico/alchemico che l’autore aretino, oggi accompagnato magnificamente dalla pianista e cantante Verdiana Raw, segue e studia oramai da anni. Così come le stesse opere targate Ouroboros sono veri “rituali in musica”, altrettanto è per quest’ora di live set nella bella cripta interna di Villa Aganoor, con un pubblico in religioso silenzio che pare rapito a catturato dai gesti del nostro cerimoniere e della sua compagna. Suggestiva e toccante l’evocazione da parte di Marco dei quattro elementi naturali dell' aria, terra, acqua e fuoco. Il tutto accompagnato dagli oscuri tappeti ambientali sui quali si inseriscono l’avanguardistico pianoforte, il violino e l’incredibile voce alla Diamanda Galas di Verdiana Raw, che a tratti pare provenire da una dimensione ultra-terrena. Tra gli estratti dalla folta discografia (ricordiamo “Centrum in trigono centri”, “Veritas” e “Cultus Caini” tra gli altri) spicca la nuovissima traccia “Janua inferi” nata proprio da una recentissima collaborazione tra i due artisti. Un' esperienza che va ben oltre l'ordinario concerto, e forse le strane ombre, simili a presenze, che sono percettibili in alcune fotografie scattate durante l'esibizione, potrebbero confermare che qualcosa é davvero successo in quell'antro di Villa Aganoor, verso le 18 del 29 aprile 2012! Possiamo dire che per noi Rosarubea non abbia quasi più segreti: abbiamo seguito sin dai primi passi il progetto di Daniela Bedeschi, eppure ogni nuova apparizione live ci regala uno scrigno di nuove, impagabili emozioni. La formazione a cinque già ben collaudata ed affiatata (oltre a Daniela ricordiamo l' altra mente del progetto Pino “Il Lupo” Carafa alle basi elettroniche, Marco Bosio al piano e tastiere, Michele Fiore alla batteria ed il maestro Zeno Gabaglio al violoncello) si propone per l'occasione in chiave leggermente modificata, a causa dell' assenza di Pino; la sua musica e la sua maestria ci accompagneranno comunque, ed apprezziamo gli interventi alle basi elettroniche di Yann Turrini (Antimoine), questa sera nei panni de “Il Lupo”. Il quintetto, capitanato da una Daniela in forma smagliante nella splendida cornice naturale del palco esterno, ripercorre il disco di esordio “The fire and the rose”, del quale vogliamo ricordare la intro sperimentale basata su di una poesia di Daniela “Tra l’urlo e il canto”, l'eterea “Parfaite Béatitude” ed il traditional “The twa Corbies”, oltre che le cover sempreverdi di Patty Smith e Jefferson Airplane. All’interno della Villa nel frattempo, fanno bella mostra di sé le tele del pittore Massimo Bertocchi che hanno ispirato l’artwork del disco di Rosarubea nonché molti tra i visuals utilizzati dal vivo. Un perfetto esempio di connubio artistico musica-pittura, per una giusta concezione globale dell’arte in chiave contemporanea. Prima del set finale che chiuderà definitivamente i battenti del Villa, Angela e Nebo di Show me your wounds ripetono il simpatico quiz già proposto nel pomeriggio, ove chi risponderà esattamente alle domande che spaziano dalla musica post-industriale alle magiche rune si potrà aggiudicare alcune tra le ultime uscite della label di Nebo. Non ci tiriamo di certo indietro, portandoci a casa un paio di ottimi premi guadagnati non senza spremere un po' le nostre provate meningi! Ai danesi di :Of the wand and the moon: spetta la chiusura trionfale di questo Villa Fest 2012, e non vi è dubbio che la numerosa compagine guidata da Kim Larsen assolva al suo compito in maniera più che egregia. Probabilmente oggi OTWATM è il complesso neofolk più in forma e brillante della scena, anche in virtù di una serie di collaboratori (sia in studio che on stage, con membri di Sonne Hagal stasera all’opera) di gran lignaggio. Il lungo set dei nostri 6 prodi ripercorre la storia intera del gruppo, e se é innegabile che le magnifiche “Lost in emptiness” o “Wonderful, wonderful sun” tocchino sempre in maniera speciale le nostre corde emotive, dobbiamo rimarcare quanto la forza propulsiva dell’ultimo recentissimo “The Lone Descent“ sia davvero insuperabile, per varietà delle soluzioni armoniche ed aspetto melodico sempre in gran spolvero. Sono loro i veri headliner di questa edizione, e lo dimostrano sul campo chiudendo la rassegna tra gli appalusi scroscianti della audience assiepata sotto il palco.
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