Reportage
by Scream
Venerdì 13 Maggio 2005
Dopo aver inserito lo screensaver il giovedì pomeriggio per
non sprecare le forze in vista del tour de force del WGT 2005,
ed aver passato una divertente serata in compagnia di due
principesse di Caelstia.org, iniziamo il venerdì la nostra
avventura alla luce del sole che illumina la splendida ambientazione
del Parkbühne. Sono di scena in questa giornata dedicata a
Venere, gruppi della scena gothic-metal, con le varie sfumature
e sfaccettature che compongono questo movimento musicale.
Prendiamo subito posto in prima fila, anche perché non si
può proprio dire che ci sia l’affollamento a quest’ora.
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Come
primo gruppo suonano gli Atargatis,
band
tedesca con voce femminile (nel gothic-metal pare sia una
scelta di default). La cantante, Stephanie Luzie, è una ragazza
molto minuta ed esile, che dimostra di avere,oltre una bellissima
voce da soprano, anche molto carattere e grinta, danzando,
saltando ed incitando il pubblico per la durata di tutto il
concerto. Le canzoni sono veloci e dure il giusto, con degli
stop & go, che rendono il ritmo molto coinvolgente e trascinante.
I chitarristi, come in quasi tutti i gruppi di estrazione
metal, sanno il fatto loro e suonano alla grande. La presenza
di un orco, che si esibisce nei consueti gorgheggi tanto cari
alla tradizione death, completa il quadro di un’ottima esibizione
che lascia intravedere un ottimo futuro per il combo teutonico.
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Il
secondo gruppo della giornata sono i Penumbra,
band d’oltralpe, che ha all’attivo già parecchi CD e concerti.
Infatti sul palco, il feeling e i movimenti ben studiati delle
due voci (maschile e femminile), fanno capire che si è di
fronte a dei professionisti “scafati”.
Peccato che nonostante tutta l’attenzione mostrata non riescano
a creare un grande coinvolgimento nel pubblico, e mentre la
voce della cantante si dimostra molto incantevole e cristallina,
quella di Jarlaath non lo è altrettanto, risultando stucchevole
e poco incisiva. In effetti anche alcune scelte scenografiche
risultano melense e stucchevoli, poco adatte ad un pubblico
sanguigno ed impulsivo come quello tedesco. Per alcuni versi
li avrei visti molto meglio a Sanremo!
Dopo questa mezza delusione entrano in scena i Visions
Of Atlantis,
combo austriaco, formato da Nicole Bogner (voce soprano),
Mario Plank (voce) , Werner Fiedler (chitarra), Mike Koren
(basso), Thomas Caser e Miro Holly (rispettivamente batteria
e synth)
La band ci sorprende da subito, in quanto alla prima canzone
scopriamo che Mario Plank canta con voce normale e si differenzia
dai suoi predecessori sul palco per l’assenza del tono gutturale,
preferendo un cantato potente ma intonato.
Per certi versi questa potrebbe essere una scelta interessante,
anche perché il gruppo propone brani leggermente più melodici
e lenti delle bands precendenti. In realtà brano dopo brano
il risultato che si palesa è una certa noia, con le stesse
ritmiche e gli stessi giri di chitarra ripetuti, e con le
i due frontman che non riescono a lasciare il segno ed a rompere
la monotonia.
Dopo
i Vision of Atlantis è il turno degli Atrocity,
il gruppo di Alexander Krull, voce e leader della band tedesca,
ma soprattutto noto al sottoscritto come fortunato marito
di Liv Kristine. La loro performance non si discosta molto
dai canoni soliti del genere, se non per la presenza sul palco
di due ballerine succinte vestite di domopack argentato che
sembrano cubiste di un locale trendy di Rimini.
Vengono proposte inoltre, un’ottima cover di Der Mussolini
dei DAF, e quella ormai strausata di Shout dei
Tears for Fears. Per l’occasione sale sul palco anche la bellissima
Liv (motivo primario per il quale sono stato in prima fila
a vedere questo concerto) che successivamente accompagna con
la sua stupenda voce da sirena ammaliatrice e seducente i
restanti brani degli Atrocity. Terminata questa esibizione
e con ancora negli occhi la bella Liv (ancora non sapevo che
sarei riuscito a fare con lei anche una serie di foto!!!!!),
mi concedo una meritata birra e del cibo commestibile, anche
perché stanno per salire sul palco gli headliners della serata
i Tristania.
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Il
gruppo olandese si presenta in ottima forma, iniziando subito
a scaldare il pubblico presente con l’ottima “Libre” tratta
dall’ultimo lavoro in studio “Ashes”. La musica scorre veloce
ed impetuosa, le voci maschili si alternano in un rito sabbatico,
dando luogo ad una lotta tra il bene ed il male. Infatti,
i due vocalist Kjetil Ingebrethsen e Østen Bergøy rappresentano
due modi di cantare completamente agli antipodi. Il primo
con la classica intonazione estrema del death-metal, mentre
il secondo più melodico e intimista. A catalizzare però l’attenzione
del pubblico è soprattutto la voce soprana di Vibeke Stene,
che con le sue doti vocali e di bellezza nobilita la musica
del gruppo, rendendo il rito a cui stiamo assistendo un vero
capolavoro di tensione e fascinazione.
Vengono suonati brani tratti dai loro principali lavori, come
la veloce e sinfonica World of Glass – tratta dall’omonimo
album -, Beyond the Veil, anch’essa tratta dall’omonimo album
e alcuni pezzi dei loro precedenti lavori. Purtroppo i ritardi
della giornata nei cambi di palco, che hanno fatto saltare
l’esibizione dei tedeschi Flowing Tears (D), fanno dei Tristania
le vittime illustri, in quanto la band olandese è costretta
ad interrompere il concerto dopo solo quarantacinque minuti,
privandoci anzitempo di questa intenso ed allettante spettacolo.
foto
by Scream