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A view by: Oflorenz

Partiamo alla volta di questo quattordicesimo Treffen con aspettative abbastanza modeste, forse dimenticando che il bello di questa ormai storica “4 giorni” sta più nell’atmosfera di festa che invade la città piuttosto che nella scaletta dei gruppi prevista sugli oltre dieci palchi in giro per Lipsia.
Ed alla fine questa regola prevale ancora una volta: 4 giorni di gran divertimento, di magia e sogno, 96 ore intensissime in cui apparteniamo tutti ad un mondo fantastico e fuori dal tempo ove tutto può succedere, e dove ciò che sta accadendo nel resto del globo non ci tocca né ci interessa.
Ma andiamo con ordine, iniziando da giovedì 12 maggio. Giunti in anticipo col socio Scream con volo via Monaco, bivacchiamo allegramente per il centro, ed il capoluogo sassone non è ancora stato assaltato dalle nere armate della notte. Qualcuno si vede in giro, e quasi ci si sorride e saluta con un cenno in attesa dell’arrivo degli altri 20000 che a breve invaderanno la città. Anche il nostro terzo compare Federico, in arrivo con il mitico EndeBus, non è ancora giunto in città.
Alla sera cena divertentissima in compagnia delle fanciulle di Caelestia Artemisia e Serena, con piatti turingi a base di maiale e patate. La giornata che seguirà sarà fin da subito dura, per cui, dopo l’ultima “schwarze bier”, tutti a nanna contenti e felici.

VENERDI 13
Il giorno di esordio del festival si rivela scarno di appuntamenti, per lo meno per i miei gusti personali. Mi sollazzo così tra Agra e Moritzbastei fino a pomeriggio inoltrato in cerca di belle nibelunghe da fotografare per la galleria personale di gothic girls che, da quando possiedo una macchina digitale, ha ormai raggiunto proporzioni del tutto ragguardevoli. Ma il tempo non aiuta, fra freddino ed il cielo è grigio, per cui rimando le sessioni fotografiche ai giorni seguenti, e dopo il solito piatto di spaghettini cinesi mi dirigo verso il Werk per lo show degli australiani Ikon.

Il Werk è ancora caldo dell’ esibizione dei tedeschi Angelzoom, ed è straordinariamente traboccante di gente, tanto che faccio una fatica pazzesca a guadagnare le prime file, dove scopro la presenza di parecchi altri fans italiani. Alle 21.30, con puntualità esemplare, Mc Carter e compagni imbracciano gli strumenti per regalarci tre quarti d’ora di dark wave di gran classe ed ottima fattura.
Mi piace l’atteggiamento on stage degli Ikon, semplice e diretto, uno dei pochi gruppi che bada al sodo e che ricorda per questo i vecchi buoni gruppi anni ’80. E’ cosa rara questa, la ritrovai l’anno passato nei bravi Pink Turns Blue, e la ritroverò in seguito nei grandi And Also The Trees, in programma per il sabato al Parkbuhne.
Gli Ikon eseguono, nel poco tempo a disposizione, una carrellata dei loro cavalli di battaglia, dalla coinvolgente “Ghost in my head” alla fantastica cover di “Fall Apart”, che nella loro versione batte addirittura l’originale. Forse un po’ meno convincente la recentissima “Psychic Vampire”, che però non ho mai avuto occasione, almeno per ora, di sentire su disco.
La folla risponde con entusiasmo, ed io comincio a dirigermi con estrema fatica verso l’uscita del Werk, per ricongiungermi più tardi con i due soci Federico e Scream provenienti rispettivamente da Agra e Parkbuhne.

testo e foto by Oflorenz

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