Reportage
by Scream
Sabato 14 Maggio 2005
Sabato
e domenica di solito, sono i giorni più densi di eventi e
concerti al WGT; ma purtroppo la pioggia che scende incessantemente
dalla notte, non sembra deporre a favore delle performance
dei gruppi che suonano all’aperto, in particolare nella stupenda
e fatata cornice del Parkbühne.. <
E
probabilmente la pensavano alla stessa maniera gli Also
The Trees, gruppo storico del panorama goth inglese.
Infatti il loro concerto è durato solo una mezz’oretta, nella
quale sono riusciti a fare brani del loro ultimo album “Further
From the Truth” e qualche pezzo storico che ha scaldato i
cuori inzuppati dei presenti. Il problema è che non sono riuscito
ad apprezzare appieno la loro esibizione, in quanto impallato
da decine e decine di ombrelli e soprattutto inzuppato fino
al midollo.
Mi
trasferisco quindi al Werk II, dove mi aspetta musica death-rock
per tutto il resto della giornata.
Il primo gruppo a salire sul palco sono i The
Last Days Of Jesus. Sicuramente di impatto il look
del cantante, con faccia dipinta da pierrot moderno, e camicia
nera con maniche lunghissime, quasi una camicia di forza.
La band alterna pezzi veloci ad altri più lenti e studiati,
rapendo e coinvolgendo il pubblico per tutto il concerto.
Accompagnano la folle performance mimica del cantante un’ottima
chitarra graffiante e un tastierista che crea arabeschi musicali
melanconici. Da segnalare la cover di un brano dei padri dell’elettronica,
i Kraftwerk, The Robots.
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La
band successiva tarda a salire sul palco e le aspettative
dei presenti arrivano alle stelle, visto che loro sono le
Scary Bitches.
La band inglese capitanata da due signore non propriamente
longilinee che fanno della presenza clownesca e pacchiana
la loro arma vincente.E
il pubblico tedesco risponde alla grande, ai successi che
vengono proposti da Alma Geddon alla chitarra e DEADri Ranciid
alle tastiere, che in questa occasione si presentano sole,
solette sul palco. Sinceramente non riesco a capire come facciano
a piacere così tanto, visto che i riff musicali sono di uno
scontato incredibile, il loro look mi ricorda più carnevale
che l’ essenza introspettiva del dark, e che probabilmente
neppure suonavano realmente gli strumenti. Assisto basito
alle scene di tripudio e deliro degli spettatori per l’inizio
di Lesbian Vampire from the Other Space, tanto da pensare
di essere su una candid camera. Mah……
Dopo
una buona birrozza per ristabilire il giusto equilibrio di
minerali nel sangue, salgono sul palco i nostri connazionali
Human Disease.
La prima impressione dopo il tamarrume
delle S.B di prima è che siano leggermente spaesati, ed infatti
dal primo brano danno l’impressione di essere molto titubanti
ed imbarazzati. Certamente la loro musica maggiormente raffinata
e linerare poco si accosta a quella che ha risuonato nelle
orecchie dei presenti fino a qualche minuto prima.
Il cantante Lien con la sua voce malinconica, tagliente ricorda
un po’ Robert Smith ed un po’ i primi Christian Death di Rozz
Williams. Gli strumenti intessono trame molto classic-dark,
con accelerazioni di batteria e di ritmo niente male e mano
a mano che il concerto prosegue, l’atmosfera si distende e
gli Human Disease riescono a dare il meglio.
Finiti
i nostri connazionali, entrano sul palco a luci ancora accese
e tecnici in fase di spostamento strumenti gli Sleeping
Children, band francese capitanata dal signor Murumur
alla voce e destrutturata da Sap-hire al basso. Completa il
line-up Lois Jhon Slut alla chitarra.
Prima che i tecnici finiscano il loro lavoro il gruppo inizia
a suonare, incurante della perplessità e dello staff sul palco.
Da
subito si capisce che la band si rifà al primo bat-cave, con
strumenti ridotti all’essenziale e la propensione post-punk
che scorre nelle vene. In effetti assistiamo ad un concerto
che ci proietta indietro nel tempo, e quando finisce lascia
l’amaro in bocca per non aver potuto vivere (per questione
di data di nascita) quei momenti in cui il Regno Unito era
portatore di musica d’avanguardia e di rottura.
Dopo
il combo francese, ci aspettano i Bloody
Dead & Sexy che naturalmente giocano in casa.
La loro esibizione non differisce molto dalle precedenti viste
e recensite, se non per un pubblico che finalmente dimostra
di apprezzare rumorosamente Rosa Iahn e soci.
I pezzi sono quelli classici che hanno fatto la fortuna di
questa band teutonica, con in aggiunta brani dal loro ultimo
lavoro “Narcotic Room”.
L’intesa ormai dal vivo, rispetto ad una loro esibizione che
ricordo di qualche Treffen passato, è cresciuta notevolmente,
come il loro approccio musicale che ripercorre la tradizione
death-rock americana dei Christian Death mescolata con ottimi
inserti sonori più attuali e moderni.
foto
by Scream