PARKBUHNE
- Sabato 29 Giugno 2004
testo by Scream
Seconda
giornata di questa stupenda manifestazione che è il Gotik
Treffen.
Dopo aver goduto, il giorno prima, di molto relax in giro
per Lipsia, respirando l'aria decadente di migliaia di "nerini"
che affollavano la città in ogni suo dove, oggi ci apprestiamo
a fare una scorpacciata di gothic music al Parkbuhne.
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foto by Oflorenz
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foto by Nikita
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Infatti
arriviamo in questo bel anfiteatro immerso nel verde nel primo
pomeriggio, in tempo per vedere il primo gruppo della giornata,
i VENENO PARA
LAS HADAS.
La
band messicana propone una trentina di minuti di etheral music,
cantata da una voce femminile veramente
convincente. Il problema è semmai che, a parte la cantante,
la musica non è che sia un granché, anzi: delle volte le basi
sembrano anche andare fuori tempo, e l'unico altro componente
di questo duo non è in grado di migliorare le cose. Dopo i
primi brani ci si domanda come facciano certe bands ad arrivare
al Treffen, mentre altre molto più brave non vengono neppure
prese in considerazione.
Il
secondo gruppo della scaletta di oggi prevede un gruppo tedesco
chiamato THE CASCADES.
Dagli strumenti di questo combo teutonico escono un insieme
dei più scontati suoni gothic-metal-rock, con tanto di voce
maschile (M. W. Wild) che fa eco ai suoi colleghi più famosi,
uno su tutti Andrew Eldritch dei Sisters Of Mercy. La musica
procede insensibile al caldo che oramai è diventato opprimente,
ma soprattutto agli umori di un pubblico che non sembra prestare
molta attenzione a quello che sta succedendo sul palco. Dopo
circa un'altra mezz'oretta anche questo spettacolo rumoroso
ha il suo termine, e non capiamo perché continuino a formarsi
band come questa, dove manca un' identità musicale precisa,
o perlomeno non si ha il coraggio di differenziarsi presentando
un progetto più personale ed originale. Ma forse è il talento
che manca, e se manca quello l' unica cosa da fare è scopiazzare
altri gruppi oppure scegliere di fare più rumore possibile
con gli strumenti sperando di nascondere il vuoto di idee
che sta dietro.
Foto
by Scream
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Foto
by Oflorenz
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by Nikita
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by Erzsbeth
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Dopo
queste considerazioni ed una
scorta di liquidi per dissetarci, che al Treffen non può essere
altro che dell'ottima birra, attendiamo con una certa curiosità
il terzo gruppo, i PINK TURNS BLUE,
dei quali abbiamo sentito parlare un gran bene.
La band capitanata da Mic Jogwer (voce e chitarra) e Thomas
Elbern (chitarra) fa parte di quella serie di gruppi che hanno
vissuto l'apice della loro fortuna alla fine degli ottanta
e successivamente hanno preferito sciogliersi, dando vita
a progetti paralleli. Infatti Thomas Elbern è stato il fondatore
degli Escape With Romeo, mentre Mic Jogwer ha lanciato un
progetto di dark elettronica chiamato ORDEN. In questo concerto
i brani che vengono proposti sono quelli del repertorio classico
del gruppo, che rimandano il pubblico ai fasti della classica
dark-wave, quando ancora si poteva fare dell' ottima musica
di atmosfera cupa e nel contempo creare una giro di chitarra
che non fosse una smetallata continua. Vengono proposti i
brani che hanno reso famosa la band tedesca, da Micelle
a Walking on Both Sides, passando per l'ottima Pressurized
dove secondo il sottoscritto la voce di Mr. Jogwer raggiunge
un apice di melanconia tagliente e sognante. Un pezzo che
avrebbe potuto tranquillamente venire partorito dalla mente
di Ian Curtis.
Per tutta la durata della loro esibizione i Pink Turns Blue
dimostrano di non avere perso lo smalto dei giorni migliori,
coinvolgendo il pubblico e costringendolo ad abbandonare i
propri pensieri per concentrarsi sulla musica e sulle parole.
Bravissimi.
foto
by Oflorenz
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foto
by Scream
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Purtroppo
la gioia di avere assistito a questo
concerto non dura molto, infatti subito dopo compare sul palco
un gruppo di ominidi accompagnati da una signorina con occhi
azzurrissimi spiritati. Stiamo infatti parlando dei SANGUIS
ET CINIS, un'accozzaglia di personaggi che, secondo
il sottoscritto, nulla hanno a che fare con il movimento gotico
anche nella sua più ampia accezione del termine. Infatti l'impressione
che danno è alquanto disomogenea e grottesca. Il cantante
sembra fare il verso a Pierò Pelù ultima maniera, e durante
il concerto insegue, tira calci e fa scherzi al chitarrista
che assomiglia in modo impressionante "all'attore" italiano
Massimo Ceccherini. Il bassista sembra uscito da una session
dei Negrita, mentre la cantante, seppure con un'ottima voce,
è di un monocorde incredibile, non riuscendo neppure per tutta
la durata dello show a guardare direttamente verso il pubblico.
Veramente un pessimo concerto, come poche volte mi è capitato
di assistere!
Ma
con il calare delle tenebre arriva finalmente l'ora di uno
dei due gruppi headline della serata: le americanissime DIVA
DESTRUCTION.
Attendevamo con ansia l'esibizione di questa band dopo la
doppia delusione dello scorso anno in Italia. Infatti abbiamo
avuto la sfortuna di andare al Siddartha di Prato e scoprire
che la cantante Debra Fogarty aveva avuto problemi alla gola
ed era stata portata al pronto soccorso, annullando la data
in territorio emiliano. L'altra delusione invece è legata
al loro concerto la settimana successiva al Transilvania di
Milano, dove i nostri hanno fatto uno spettacolo che definire
penoso significa essere veramente generosi. Il nuovo assetto
della band con l'uscita dal gruppo di Benn Ra e l'arrivo del
nuovo chitarrista sembrerebbe, almeno sulla carta, avere penalizzato
le Diva Destruction. Invece fin dalle prime note vediamo subito
un gruppo concentrato, con una Debra Fogarty più aggressiva
e ispirata del solito. La presenza del nuovo chitarrista,
un omone inguainato in completo di PVC che ricorda un rinoceronte,
sembra avere dato un suono maggiormente cattivo e pesante,
con degli arrangiamenti più pieni. I brani che il gruppo realizza
durante questo concerto sono estratti dai loro due album,
con maggiore attenzione all' ultimo Exposing the sickness,
non tralasciando però quei pezzi che hanno fatto la fortuna
delle Diva Destruction facendole acclamare qualche anno fa
come migliore band gothic-rock internazionale.
Le impressioni a fine concerto sono unanimi, infatti è stato
un concerto coinvolgente con una Debra calata perfettamente
nella parte della sacerdotessa gotica (mi viene sempre in
mente vedendo le sue movenze e i suoi gesti che non sembrano
movimenti casuali), che sventolava un bandierone nero con
il logo del gruppo in rosso, oppure che gettava delle rose
al pubblico. In sostanza si è trattato di un'ottima session,
con artisti forse definitivamente maturati. La reginetta del
college Debra Fogarty può definitivamente deporre la coroncina
e finalmente vestire i panni della dark lady.
foto
by Oflorenz
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by Scream
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