Rivista di musica, cultura, arte e tutto l'universo oscuro

 

COIL @ HAUS LEIPZIG

Lunedì 31 Maggio 2004


testo by Oflorenz

John Balance e Peter Christopherson: questi due figuri, devo ammetterlo, valgono per me una buona metà della XIII edizione del Treffen. Oltretutto la tanto attesa Reunion dei Throbbing Gristle prevista in Inghilterra per la metà di maggio, alla quale i Coil avrebbero dovuto partecipare, è saltata. Per questa ragione ancora maggiore è l'attesa per la performance di quello che da sempre è uno dei miti dell'area cosiddetta esoteric- industrial e non solo.
Questa data si svolge nell'ambito di un mini tour (le esibizioni live dei Coil sono piuttosto rare) denominato "Even an evil fatigue", che ha visto la recente data al Locomotive di Parigi e che ha in programma due appuntamenti ormai prossimi al Melkweg di Amsterdam e addirittura a Jesi, in occasione del festival marchigiano "Il violino e la selce". .
Appostati in prima fila con fremente macchina fotografica pronta a colpire, ci accorgiamo da subito che stiamo per assistere ad un qualcosa di unico e assolutamente speciale: lo schermo centrale sul palco mostra dei colorati frattali psichedelici, mentre 2 tendine (si, avete capito bene!), una bianca e l'altra nera, prendono lentamente posto di fronte alle "macchine" posti sui due lati.
Dalla fessura anteriore delle tende spuntano le mani degli occupanti, e dopo un po' riusciamo a riconoscere i musicisti nascosti al loro interno: sulla sinistra appare la crestina da moicano di Thighpaulsandra, sulla destra il faccione un po' ingrassato ma simpaticissimo dell'intramontabile Sleazy, alias Peter Cristopherson.
Nelle retrovie, di fronte allo schermo che proietterà lisergici video per tutto lo show, Stephen Thrower (o almeno così ci sembra, anche se non potremmo giurarlo). Le note di "The gimp", surreali e ammalianti , introducono l'ingresso del leader John Balance: barba lunghissima, sguardo spiritato, con la sua strana casacca da clinica psichiatrica (sembra veramente un ammalato appena fuggito da un convalescenziario!) si muove per il palco improvvisando strani balletti e piroette a tempo con gli incredibili tappeti sonori creati dai compagni.
Mi giro indietro ad osservare il pubblico, che è uno spettacolo quasi quanto il gruppo sul palco: chi osserva come ipnotizzato, chi muove la testa ad occhi chiusi seguendo mentalmente gli arabeschi sonori che avvolgono la sala, qualcuno abbandona lo sguardo seguendo le luci colorate che puntinano l'intera volta del teatro. E intanto, dopo una rapida presentazione di John, "We're Coil, thank you?", eccoci a "Sex with Sun Ra", mentre Mark e Pierce, i due ballerini della Plastic Spider Thing 23 che spesso accompagnano il gruppo con la loro performance visuale, riprendono lo show con un paio di videocamere montate su cavalletti .Chissà se avremo la fortuna di rivivere l'evento in qualche bel dvd ! I 4 ci propongono a seguire "Broccoli", tratta da quello che a mio avviso è uno dei must del gruppo inglese, "Music to play in the dark". Ed ecco un doveroso omaggio agli amici Current 93, con una bella versione di "All the pretty little horses".
Nel frattempo le immagini che scorrono dietro ai musicisti cambiano tenore: ora vediamo scioccanti fotografie in bianco e nero che sembrano risalire agli anni 60/70: un bambino tiene per mano la mamma svenuta (o morta?), e uno zoom impietoso inquadra la larga macchia sulla parte anteriore dei suoi calzoncini; più avanti, un uomo seduto con il capo accasciato su di una spalla, non dà più alcun segno di vita. Anche questo è il mondo dei Coil, con un immaginario talvolta assurdo quanto disturbante, che varia e si evolve nel tempo continuando a colpire ed a intrigare il suo pubblico. Intanto, da una lunga improvvisazione strumentale senza schemi proposta dal vivo solo in tempi recentissimi, passiamo a "Tattooed man" e a "Teenage Lightening", quest'ultima tratta da uno dei lavori più lisergici del gruppo: "Love's secret domain". Siamo quasi in chiusura, ma c'è ancora spazio per una dilatata "Wraithes and strays?, per poi chiudere con ?Black Antlers?, uscita recentemente su di un Cdr a tiratura limitata venduto durante i concerti. Il gruppo lascia il palco di fronte ad una audience letteralmente inebriata da questa ora e un quarto di stupenda follia, con Sleazy visibilmente soddisfatto che si sofferma qualche secondo in più a salutare il suo pubblico. "CONSTANT SHALLOWNESS LEADS TO EVIL", recita la t-shirt di uno dei quattro: Una costante superficialità conduce al male. Ed i Coil hanno reso onore a questa affermazione, con una performance tutto fuor che superficiale: lisergica, cervellotica, cerebrale e ricca di improvvisazione, il tutto condito da una spruzzata di insana follia.

 

Photo Reportage

Photo by Nikita
 

Clicca sulle foto x ingrandirle

Photo by Oflorenz

 

Copyright Rosa Selvaggia