TEHO
TEARDO & BLIXA BARGELD
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Chiostro San Paolo, Ferrara. 12 luglio 2014
Testo
di Gianmario Mattacheo
Foto di Adriana Bellato
"Still
Smiling", album scritto a quattro mani da Teho Teardo e Blixa Bargeld,
è senza dubbio il lavoro più ispirato di tutto il 2013.
Breve frase, per dire come il concerto di oggi sia vissuto con particolare
aspettativa, specie se in una location intima, estremamente raccolta
e carica d'atmosfera come il chiostro della chiesa di San Paolo
in Ferrara.
Il tour europeo di questo 2014 è ancor più giustificato dall'uscita
di "Spring!", ultimo EP del duo, intenzionato a non perdere tempo
per mettere nero su bianco le ottime intuizioni che avevano già
generato il capolavoro dell'anno scorso.
Protagonisti assoluti di un certa musica di qualità (l'antitesi
di un banale music businnes), Teho Teardo e Blixa Bargeld sono un
duo assai bene assemblato, pur nella straordinaria diversità di
stili e caratteri. Da Pordenone, Teardo (vero nome Mauro Teardo)
pluripremiato per le sue colonne sonore, tra cui "Il divo" e "L'amico
di famiglia"; e, ovviamente, da Berlino Blixa Bargeld, leader degli
Einsturzende Neubauten (e, fino al Pessimo "Nocturama" del 2003,
membro storico dei Bad Seeds di Nick Cave).
La voce dei Neubauten e la profondità delle trame sonore di Teardo
fondono, in buona sostanza, un mix avvincente a cui oggi si aggiunge
il violoncello di Martina Bertoni e il 4F String Quartet del Conservatorio
"Girolamo Frescobaldi" di Ferrara. Prima di conoscere la già citata
altissima qualità di "Still smiling", confesso di essere stato piuttosto
perplesso da un nuovo progetto di Bargeld fuori dagli Einsturzende
Neubauten. Dopo avere ascoltato il precedente messo in piedi con
Alva Noto, era facile immaginare poca cosa. Insomma, un talento
destinato a rimanere a casa propria per esprimersi al meglio. Il
pregiudizio il più delle volte inganna! La musica del duo sembra,
inoltre, nata per potersi esaltare in luoghi raccolti, intimi e
carichi di quel senso di spiritualità che porta la mente altrove.
Ecco, allora, che il Chiostro della Chiesa di San Paolo in Ferrara
è quella location che, a ragione, sintetizza al meglio l'importanza
dei luoghi da concerto.
Ognuno nel suo posto ideale, per intenderci. Il cielo minaccioso
e le previsioni meteo funeree fanno temere un concerto assolutamente
compromesso e guardato solamente da sotto i portici, restaurati
perfettamente dopo il recente sisma che colpì l'Emilia.
Alle
21.40 circa, tuttavia, tutto regge e la band fa l'ingresso on stage
tra un pubblico tranquillo e parzialmente eterogeneo in cui spiccano
moltissime maglie dei Neubauten. Teardo alla destra del leader tedesco
imbraccia il basso e cura la programmazione, mentre il compito di
Martina Bertoni (discretamente posizionata al lato del palco) sarà
fondamentale per la musica prodotta dal duo.
In apertura di concerto, Bargeld e Teardo propongono una delle migliori
di "Still smiling", quella "Mi scusi" in cui con grandissima ironia
e simpatia la voce degli Einstuerzende Neubauten ripete: "Il mio
italiano non ha fatto molta strada ….", per finire tra i sorrisi,
pronti a diventare risate aperte, quando confessa dal palco: "Le
gambe mi fanno Giacomo Giacomo"! È carica d'atmosfera "Come up and
see me" in cui ci immergiamo nella "Foresta di antenne" per elencare
le varie emittenti televisive, o, soprattutto, la canzone che titola
il recente album in studio del duo. Due tra gli episodi meglio riusciti,
oltreché su disco, anche stasera. Grande accoglienza si ha quando
i musicisti intonano "Soli si muore", il più grande successo di
Patrick Samson ed inciso quest'anno dalla coppia Teardo e Bargeld
nell'EP "Spring", così come "The empty boat"che il cantante tedesco
ricorda essere una cover di Caetano Veloso. Ma tutti i brani proposti
trovano una dimensione azzeccata in questa location. È fantastica
"A quit life", già colonna sonora de "Una vita tranquilla" di Claudio
Cupellini, mentre "Axolotl", "What if" e la bellissima "Nirgendheim"
forse rappresentano al meglio il sound che il duo italo tedesco
ha saputo concepire. Teardo (già vincitore di un David di Donatello
per il film "Il divo" di Paolo Sorrentino) svolge il suo prezioso
compito quasi in sordina. È responsabile della musica prodotta questa
sera, ma il ruolo di mattatore non gli si addice. È Bargeld, con
la sua voce e la sua mimica, ad essere il centro quasi totale delle
attenzioni del pubblico. Sa prendersi le giuste pause e, come un
navigato professionista del microfono, è attento alle reazioni del
pubblico: un'accelerazione, un colpo di teatro, una sosta calcolata
per far scivolare alla grande lo spettacolo.
Durante una delle "calcolate" pause di Blixa Bargeld, si sente chiaramente
un fedelissimo dei Neubauten gridare: "Silence is sexy"; il vocalist
tedesco rimane impassibile anche se tra il pubblico qualcuno sorride,
ricordando uno dei più celebri lavori targati EN. Sempre sognante,
ma su altri climi è "Alone with the moon" che ricorda da vicino
la colonna sonora di un film romantico degli anni cinquanta o una
musica che un Bacharach moderno potrebbe scrivere oggi.
Bargeld sul finale del concerto ringrazia e cita ogni musicista
che ha partecipato al concerto con il suo italiano che, in fondo,
un "bel po' di strada è riuscito a farla". Un applauso lungo e sentito
arriva per la Bertoni: è innegabile che senza la violoncellista,
molta della magia respirata stasera avrebbe assunto toni assai minori.
Quando il concerto è ormai prossimo alla conclusione (per fortuna,
ad eccezione di pochissime gocce di pioggia, il pubblico è stato
graziato), Bargeld annuncia che la prossima canzone sarà quella
conclusiva dello spettacolo. Parte "Defenestrazioni". All'ironia
di alcuni frammenti del brano (ascoltare la falsa intervista posta
in apertura del pezzo), si sovrappone forse il brano più sognante
della produzione Bargeld/Teardo. "A colazione mangeremo nuvole …..
Dormiremo a fondo sulla Luna". Come non sorridere di fronte a questa
semplice dichiarazione di romanticismo. Frasi che delineano alla
perfezione ciò che abbiamo visto. Ed abbiamo visto un concerto che
(Cure a parte) si candida, a ragione, come lo spettacolo dell'anno.
Semplicità, un po' di coraggio, una dose di arroganza ed un biglietto
di sola andata per volare lontano. Straordinari.