Siamo
a colloquio con Max e Tiziana, colonne portanti del progetto che
porta il nome di Wuornos Aileen, uno dei gruppi industrial/power
electronics storici e più in forma del panorama italiano ed europeo
attuale.
Sono
ormai passati vent'anni dal vostro esordio ed eccovi ancora qui
più forti che mai, con un nuovo ottimo album "Angst vor der Angst",
appena uscito: ce lo raccontate? Quali sono le novità musicali e
concettuali?
T&M. Questa volta abbiamo deciso di fare un album che riflettesse
le nostre angosce le nostre paure e non solo, la tristezza di un
mondo che ci circonda e ci strangola ogni giorno, ogni minuto. Prendiamo
spunto da episodi che ci sono vicini o da altri che appartengono
ad avvenimenti che sono davanti a gli occhi di tutti, li elaboriamo
cercando di essere più neutri possibile. La paura della paura è
solo questo, riferimenti alla follia, al dolore, critica sociale,
inadeguatezza di esistere. La cattedrale della morte, la società
che si sono costruiti gli esseri umani. La parte musicale è la prosecuzione
di tutto ciò che abbiamo fatto fino adesso.
È
scontata la domanda se il nuovo album sia il vostro miglior lavoro
e scontata potrebbe essere altresì la risposta, quindi non ve lo
chiederò: siccome però qui si parla di power electronics ed i formalismi
ed i barocchismi li lasciamo ad altri, dirò che non ho ancora sentito
nessuno parlare di rivelazione, o di consacrazione pur avviandosi
questo ad essere un successo, anche se sempre nei confini di un
genere così estremo, ed indubbiamente il vostro lavoro più maturo,
consapevole ed organico di sempre. Forse perché l'ambito è così
di nicchia da essere fine a sé stesso e sempre più autoreferenziale,
e la (non) musica arrivata ad essere (finalmente) tornata ad essere
forma d'arte? Qual è la vostra visione della scena e dell'evoluzione
di questo genere?
T&M. Non pensiamo che sia il nostro più bell'album, ma semplicemente
un momento fotografato che piace di più alla gente, almeno ad alcuni.
Sai bisogna prima di tutto capire che cosa vuol dire power electronics:
da quello che vediamo in giro ci sono concerti o progetti che di
NOISE hanno solo il nome, e per il resto sono degli pseudo artisti
che scopiazzano le avanguardie storiche. A noi questo non interessa,
la musica è emozione, non è semplice esibizione, non deve essere
una rappresentazione estetica fine a se stessa. Il malessere e l'orrore
di questa esistenza si possono costruire con una radio e due cassette
ma bisogna avere delle cose da dire. Si sta creando una confusione
del termine power electronics. Si sono creati sottogeneri e si vuole
mettere un etichetta a tutto. E' diventato un passa-tempo per borghesi
annoiati, che vogliono avere o dare un po' di emozione alle loro
spente vite, a seconda se suonano o ascoltano. Solo voglia di apparire
di essere i primi; cioè quello che la società vuole da noi. Ci pisciamo
in testa come cani alfa a alla fine siamo solamente dei roditori
in un labirinto.
Il
ruolo dei singoli membri come è cambiato negli anni? Da quello che
mi è dato comprendere, il progetto è nato come una vostra creatura,
diventando man mano qualcosa che trae sempre maggiore linfa dai
differenti elementi oltre a voi, che nel tempo si sono avvicendati
e dalle loro peculiarità. Come è cambiato il vostro contributo e
cosa hanno portato i nuovi membri?
T&M. WA è nato come progetto nel quale abbiamo lavorato solo noi
due fino a Fragment...Ci siamo resi conto che pur inserendo le nostre
voci in studio in alcune tracce, esisteva il pro-blema di farle
dal vivo. Abbiamo quindi trovato Silvia per alcuni live, in seguito
abbiamo conosciuto Lorenzo, ed è nata la collaborazione sia live
che in studio. E' quindi nato il primo disco con collaboratori alla
voce cioè Terrorism...A causa di alcuni problemi abbiamo cambiato
la voce femminile, ed è arrivata Laura con la quale avevamo già
lavorato. Inoltre Andrea Leonessa collabora con noi, prevalentemente
in studio. Sia in studio che nei live c'è molta intesa. La forza
e la potenza è cambiata, hanno aggiunto valore. Alla domanda che
cosa hanno portato i nuovi membri non dobbiamo rispondere comunque
noi, ma le persone che ci hanno visto dal vivo e hanno ascoltato
il nostro disco. Non disdegniamo di fare delle collaborazioni con
altri gruppi e altre persone, anzi è sempre positivo.
Ho
imparato negli anni che i vostri lavori vanno letti sotto diversi
filtri, essendo zeppi di citazioni e di spunti interessanti e originali,
soprattutto cinematografici: avete qualche libro o film o qualsiasi
altra cosa da consigliare che vi ha colpito o influenzato particolarmente
e perché?
T. Riferimenti cinematografici tantissimi, cinema una grande passione,
tantissimi autori, troppo lungo l'elenco. Un film "Il settimo continente"
di Haneke, un libro "Il condominio" di Ballard, entrambi critici
verso la società, molto in sintonia con WA.
M. Molte cose vengono da noi direttamente inserite nei dischi nel
tempo abbiamo preso spunto, tanto per citarne alcuni da Evola, Fassbinder,
Herzog, Dickinson, Strindberg, Pound, Pasolini, Ballard, Celine.
Qualsiasi opera di questi autori è consigliabile. In particolare
vorrei consigliare un film da noi visto recentemente: "God Bless
Amereica". In ogni caso ognuno scelga quello che vuole, ma scelga.
Jormungand:
ho inteso da Laura (Lady Ghost) che c'è nuovo materiale in preparazione,
oltre alle sospirate ristampe dei vecchi lavori. Potete darci qualche
dettaglio in più?
M. L'idea di riprendere il lavoro di Jormungand è prevalentemente
mia, la mia intenzione e quella di pubblicare sul bandcamp tutti
e quattro i lavori che erano usciti all'epoca, mettere a posto anche
tutti i pezzi inediti e vedere se si trova una casa discografica
che ha intenzione di pubblicare in un unico cofanetto tutto il materiale,
oppure anche separati, inoltre ho alcuni pezzi che sto elaborando
e che potrebbero essere cantati da Laura. E si potrebbero inserire
assieme al resto, ci sono anche degli inediti che non sono mai usciti
ma sono stati registrati all' epoca. Per adesso sto pubblicando
su bandcamp, in modo che si possa ascoltare i pezzi. Se si trova
qualcuno disposto a farlo, si farà.
I
vostri live sono sempre molto particolari sia per la loro estrema
rumorosità, che per i visual: chi si occupa principalmente di quest'ultima
parte? C'è un fil rouge che li lega?
T. sono io ad essere la principale artefice dei visual, per ogni
pezzo cerchiamo di realizzare un video che sia inerente all'argomento
e che il montaggio vada ad inserirsi con la musica. Mi piace mettere
sullo stesso piano tutte le forme di linguaggio, fondendo musica,
video, performance, per coinvolgere completamente lo spettatore.
Avete
presentato il nuovo album a Torino qualche mese fa e vi siete esibiti
a Genova di recente in occasione dello Stahlbeton. Quali sono le
prossime date e quanto è importante la parte live per voi?
T. Abbiamo delle date a breve in Germania una per l'Electroanschlag
2016 il 2 di aprile e una a Francoforte per il sabato dopo. Poi
si vedrà, per noi i live sono molto impegnativi sia fisicamente
che mentalmente, siamo sempre un po' in difficoltà a farli.
M. in particolare anche se con fatica li uso come sfogo per non
andare oltre..., per quello che c'è dentro. Il tarlo che mi rode
dentro si sfoga e dopo il live sono vuoto e più tranquillo, ma è
difficile non siamo animali da palcoscenico.
Quali
sono i vostri ascolti musicali preferiti che non ricadono nella
musica che fate, se ce ne sono?
T&M. Ascoltiamo di tutto, tutto ciò che ci piace, va a periodi.
A volte si ascolta musica barocca o classica, poi per un periodo
solo power electronics, poi si passa al neo folk, ascoltiamo quello
che ci sentiamo di ascoltare secondo il nostro umore. Le giornate
ci portano a volte ad ascoltare cose diametralmente opposte ma ad
entrambi piacciono e quindi non c'è problema.
Liberate
le vostre coscienze e lasciateci i vostri ultimi pensieri prima
del nostro prossimo incontro su queste pagine. Vi ringrazio molto
per il momento.
T&M. È difficile dire qualcosa in più, parafrasando Pasolini, noi
stiamo parlando attraverso un media, e quindi è facile essere fraintesi,
anche perché chi legge, non ci conosce e quindi non capisce la serietà
o meno delle nostre parole. Grazie di tutto.
Grazie
a voi!