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ROTTEN CITY PUNK FESTIVAL

999 + SPIZZENERGI + ASTROZOMBIES + CLUB 27 + STARDOM

17 maggio 2008, Music Drome, Milano

 

Testo e foto di Fabio Degiorgi

 

Già attesi lo scorso marzo al Garage di Sesto San Giovanni, annullato il concerto all’ultimo per la chiusura del locale, gli Spizzenergi, nome di culto del punk e della new wave inglese a cavallo fra ’70 e ’80, recuperano questa sera nell’ambito del ben più ampio Rotten City Punk Festival, organizzato da MI-Decay e dedicato al punk ’77, che vede anche i colleghi e pietre miliari della scena 999, i francesi Astrozombies, i milanesi Club 27 e Stardom, con l’assenza purtroppo dei Lurkers (altro pezzo da 90 insieme a Spizzenergi e 999) a causa di una labirintite del cantante Arturo Bassick.

 Quando arrivo al Music Drome stanno finendo di suonare gli Stardom, che comunque ho già visto due volte a Milano, anche recentemente, quindi niente di grave, tanto più che – pur apprezzandoli parecchio – non capisco cosa c’entri un gruppo ‘post new wave’ come loro in una rassegna dai contorni diversi e ben delimitati.

C’entrano invece moltissimo i CLUB 27 (foto a sinistra), già conosciuti e graditi dal sottoscritto in occasione del concerto dei CD 1334 lo scorso novembre al Garage. Punk ’77 appunto, più di matrice Dead Boys/Saints che non inglese per intenderci. Rispetto all’esibizione di qualche mese fa li trovo perfino migliorati, merito forse anche del posto più adeguato e dei ben maggiori volumi. Brani brevi e marci come si deve, fra i quali l’immancabile “Action Time Vision” degli indimenticabili Alternative TV, me li confermano come una realtà da tenere d’occhio, che fa dimenticare l’ondata di fighetti pop (auto)spacciati per “punk” solo perché hanno la chitarra distorta.

Gli ASTROZOMBIES, (foto a destra) trio francese presentato come psychobilly, uniscono a questo genere e alle indispensabili acrobazie al contrabbasso massicce dosi di punk rock. Coinvolgenti e divertenti, eseguono pure alcune covers, ma la mia ignoranza musicale fuori dai miei ambiti settari mi fa identificare chiaramente solo “Bang bang” di Sonny Bono. Bello poi vedere una band così che non si rifà al solito clichè di banane appuntite, basettoni e aria da teddy boys yankee, infatti da buoni transalpini i nostri esibiscono un look da teppista gallico (escluso il batterista con cresta colorata).

Tocca poi agli SPIZZENERGI, con una formazione che vede al fianco del buon vecchio Spizz un batterista di colore e due giovani al basso e chitarra. Mancano purtroppo i sintetizzatori, ingrediente preziosissimo nella loro musica, che nei lavori più maturi si distingueva dal punk vero e proprio per avvicinarsi maggiormente ai Devo dei primi due album, quindi un synth-punk ai tempi davvero innovativo e ripreso di recente anche da gente come Servotron o Epoxies. Ma la carica e la simpatia di Mr Spizz, la cui panza stile airbag non impedisce di agitarsi come un ossesso sul palco e di cambiare t-shirt quasi ad ogni brano, manco fosse Grunf del Gruppo TNT, me li fa apprezzare anche in questa versione più scarna. I brani sono quelli storici dei vari album e singoli usciti sotto le sigle Spizzenergi, Spizzenergi 2 e Athletico Spizz 80 (ma i cambi nome della band sono stati ben più numerosi), quindi titoli come “Soldier Soldier”, “Amnesia”, “No room”, “Where’s captain Kirk”, “Megacity 3”, “Energy Crisis”, “Airships”, quest’ultima eseguita come introduzione ma accorciata rispetto all’originale. Bravi pure i tre giovani elementi, i quali riescono a garantire anche senza tastiere quell’atmosfera imprevedibile e futuristica fatta di stacchi a sorpresa, cambi tempo e dissonanze. Unica nota stonata a mio avviso, una versione di “The model” dei Kraftwerk che ho trovato orribile, ma per un brano solo chissenefrega!

 Chiudono i superveterani 999, che sinceramente conoscevo più che altro di fama e per qualche brano. Poiché l’attuale line-up vede Arturo Bassick dei Lurkers al basso, assente per i motivi che ho detto prima, si presentano in tre, con il vocalist principale e chitarrista Nick Cash alle quattro corde, insieme agli altri due membri storici Guy Days (chitarra) e Pablo Labritain (batteria). Nonostante l’età avanzata, i chili in più e una chitarra in meno propongono uno show vivacissimo ed energico, puro punk rock’n’roll senza tempo, che catalizza la massima concentrazione di pubblico, peraltro poco numeroso in considerazione dell’evento che si prospettava. È vero, i gruppi sono di nicchia estrema, non parliamo certo di Damned e Misfits, o forse qualcuno temeva di disfarsi la cresta con il diluvio che imperversa da due giorni al nord ovest?

Peccato per gli assenti quindi, nel complesso è stata per me una serata unica ed imperdibile, non penso infatti possa capitare di rivedere in Italia, almeno fra breve, gente come Spizzenergi e 999.

Ma il discorso è vecchio e mi ripeto quasi ogni volta…