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SPIRITUAL FRONT
Muzik Off, Modena, 5 Maggio 2012

Testo by Gabrydark
foto by Giancarlo Donatini

Adrenalici, raffinati, erotici, poetici, carismatici: in una parola fantastici .Non esagero: basta chiedere agli affezionati fan degli Spiritual Front, quelli che li seguono passo passo nei vari live. Ma anche a quelli che li vedono per la prima volta. Questo è l’effetto che fa la band romana di Simone Salvatori chitarra, calda e duttile voce del gruppo.
Si deve ringraziare il Mattatoio che insieme a Grotesque ha riportato la band nei pressi di Modena per un concerto tutto da godere.
Entrano sul palco gli artisti con un look total black elegantissimo ( anche l’occhio vuole la sua parte) e subito interpretano due pezzi pieni di ritmo The shinin circle e Cold love in a cold coffin, mentre sullo sfondo scorrono le scene tratte da Una vita violenta di Pasolini, da film di Fassbinder e Scorsese Abbinamento eccellente per la musica degli S.F., notoriamente appassionati di cinema.
Simone Hellvis alterna alla musica interventi personali rivolgendosi al pubblico e ringraziando l’organizzazione: lo spettacolo è solo suo, mentre gli altri componenti, chitarra elettrica , basso e batteria, suonano seduti.
Continua il live con il sound emozionante ed intenso di Darkroom friendship, dedicato ”a chi non ha paura di mostrare la propria sessualità senza sfumature” , o pezzi melodici ed emotivamente malinconici come Jesus died in Las Vegas , Song 4, o ritmi più sincopati ed energici come in Slave o German Boys . Perché inserire la musica degli Spiritual Front nei limiti di certe etichette? Essi appaiono originalmente loro stessi in ciò che suonano, sconfinando da melodie d’ispirazione rock alla Nick Cave in sonorità quasi francesi fino ad arrivare a farci ascoltare nei molteplici bis concessi, brani contaminati da un sound alla Morricone come in Hey Boy, che evoca cavalcate in sconfinate praterie. Particolarmente suggestivo il brano Odete che s’ispira all’omonimo film portoghese del 2005 regia di Rodrigues, per il quale è stato anche realizzato un video in bianco e nero, dalla raffinata e sottile sensualità.
Infine il live si chiude con un A bastard angel tratto, come il primo brano della serata, dall’album Armageddon gigolò , il cui struggente sottofondo di violini sembra proiettarci nei volteggi di un tango appassionato quanto ambiguo.
Un “cerchio” che si chiude di un live bellissimo, divertente,nel quale la band si è spesa con impeto, incalzata dalle ovazioni di un pubblico caloroso che li applaude a lungo.