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Intervista di Fabio Degiorgi

 

La storica bandpeace punk” friulana degli anni ’80, la quale pubblicò ai tempi un unico e indimenticabile 7” EP, è ritornata recentemente in attività con una nuova line-up. L’uscita del primo album “2984”, con sonorità spazianti fra il classico punk hardcore della migliore epoca e un post-punk che dovrebbe far rizzare le orecchie a parecchi lettori di Rosa Selvaggia, diventa l’occasione per un’intervista con Eros, batterista del gruppo sin dalla prima formazione.

                       

Cominciamo con un salto indietro nel tempo: cosa ha fatto ognuno di voi, musicalmente parlando, dallo scioglimento del gruppo (se un vero e proprio scioglimento c'era stato) fino alla recente reunion?
Lo scioglimento c'era stato e soprattutto definitivo, ma non causato da cattivi rapporti fra i componenti bensì da altre cause. Ad esempio, nel mio caso, ero stufo dell'ipocrisia che si trovava a piene mani nell'ambiente musicale legato al cosiddetto 'movimento',  se di movimento si poteva parlare...
Alcuni della formazione originale hanno abbandonato completamente il mondo della musica, altri hanno suonato in vari progetti.

Qual'è stata invece la molla che vi ha spinti a suonare ancora insieme? Ha influenzato anche il vedere che molti nomi storici, e non solo della vecchia scena punk italiana, sono tornati in circolazione?
Direi di no. In particolare, quella della Soglia del Dolore attuale non la considererei una reunion (anche perché non coinvolge tutti i membri della formazione originale), ma un progetto nuovo che riparte dalle tematiche, purtroppo sempre attuali, trattate negli anni '80 dal peace punk.

Su "2984" avete reinciso 4 dei 5 brani del vostro storico 7". Gli altri 11 sono tutte composizioni nuove, oppure avete recuperato qualche vecchio inedito degli '80?
Ci sono un paio di vecchi inediti. In particolare, "L'Italia Brucia" è ripreso da un altro gruppo peace punk degli anni '80, gli Isolation, nei quali c'era K., ora al basso nei Soglia. "Vita Morta" era invece una canzone del primo demo tape dei Soglia del Dolore, che all'epoca era suonata in modo decisamente approssimativo.

Che tipo di pubblico avete trovato ai vostri concerti recenti? Avete notato differenze particolari rispetto a quello di 20 anni prima?
Ora ed allora, c'è sempre un pubblico di nicchia, come per tutta la musica indipendente. All'epoca le persone in giro interessate al peace punk erano di più ma c'era anche meno informazione (niente Internet, niente SMS...) quindi alla fine il numero di persone ai concerti non è cambiato. Come differenze, noto che oggi i concerti punk in generale non vengono vissuti con lo stesso entusiasmo di quando il genere portava una ventata di novità.

 Le tematiche ecologiste sono molto presenti in "2984". Pensate che la distruzione del pianeta da parte dell'uomo (e quindi l'autodistruzione stessa dell'uomo) sia un fatto inevitabile e più o meno imminente, oppure nutrite ancora qualche speranza che si possa invertire la rotta, magari con una presa di coscienza generale (che ovviamente dovrebbe partire dall'alto)?
Ma è proprio "all'alto" il problema. Storicamente, tutti i movimenti di protesta riescono ad ottenere ben poco purtroppo, se manca una vasta presa di coscienza riguardo a tutte le problematiche della vita. Il rispetto della terra e dell'uomo non sono attualmente centrali e mancando questa base non si possono produrre effetti positivi per risolvere i problemi. Finché i "valori" inculcati dai mass media sono tutti indirizzati al consumismo, alla violenza sotto tutti i suoi punti di vista, alla prevaricazione di un individuo sull'altro... l'attenzione per i problemi del pianeta sarà sempre in secondo piano... E' sinceramente difficile essere ottimisti....

 Avete mai pensato di cantare uno o più brani in lingua friulana, come fecero ad esempio gli Inzirli?
Piacerebbe molto al nostro cantante Francis, che è dj a Radio Onde Furlane ed ogni tanto inserisce inaspettatamente qualche frase in lingua friulana durante i nostri live.
Per divertimento, in un concerto recente, abbiamo suonato una cover di un pezzo new-wave commerciale degli anni '80 ("Fade to grey" dei Visage)... in friulano ... e in versione hardcore... :) 

Dato che l'album è uscito da pochi mesi, immagino che ora penserete soprattutto ad esibirvi dal vivo; a parte i concerti, avete qualche progetto particolare per il futuro? Ci sono nuovi brani in cantiere?

Abbiamo iniziato a lavorare a qualche pezzo nuovo. Una cosa che ci piacerebbe molto sviluppare, se troviamo qualche artista adatto e interessato, è una performance visiva/teatrale che arricchisca il live.

E chiudo con una curiosità semi-storica: c'erano rapporti di amicizia e collaborazione fra la vecchia scena punk di Udine e quella di Pordenone, quest'ultima molto diversa musicalmente ed anche più disimpegnata? Ed oggi qualcuno di voi ha dei rapporti con i protagonisti del Great Complotto ancora in attività, come ad esempio Miss Xox o i Mess?
All'epoca, le due scene andavano avanti sostanzialmente in parallelo senza particolari relazioni. Io personalmente ho avuto modo di conoscere MissXox soltanto da poco, incontrandolo ad un concerto.
Negli anni '80, i membri del Great Complotto forse volevano fare solo i buontemponi, ma la canzone a favore dell'energia nucleare non potrò mai apprezzarla.

Grazie per l'intervista, potute concludere voi dicendo ai lettori quello che volete...
Non suoniamo per soldi, non vogliamo fare i profeti o i guru, continuiamo a sognare un mondo più vivibile e in pace... LOVE

Info: www.myspace.com/sogliadeldolore

 

SOGLIA DEL DOLORE
2984” CD (Final Muzik)

Udine, metà anni ’80, la capitale del Friuli è anche una delle “capitali” del punk italiano e, accanto a nomi come Eu’s Arse e Toxical, ci sono pure i Soglia del Dolore, artefici di un unico EP 7” con cinque brani, rimasto ancora nel cuore di non poca gente. A distanza di oltre 20 anni, in un’ondata di ritorni che tocca quasi tutti i nomi storici della scena punk hardcore degli ’80, è una grande sorpresa vedere nuovamente in attività anche loro, non solo sui palchi ma perfino con un cd pieno di brani nuovi, che costituisce di fatto il primo album a lunga durata della Soglia.
Già dall’immagine di copertina, una foto di Pripyat, la cittadina ucraina più vicina alla tristemente nota centrale nucleare di Chernobyl, e dal titolo del disco (il riferimento ad uno dei più grandi e profetici romanzi del900 è evidente), si capisce che le coordinate tematiche del gruppo sono rimaste quelle di un tempo, oggi purtroppo ancora più attuali di allora, con un’abbondanza di testi di carattere ecologista e libertario, ed alcune frecciate contro certi costumi odierni, si veda “Alternativo Standard” o “Vita morta”. Musicalmente la band è cresciuta rispetto agli esordi, non solo migliorata tecnicamente, ma anche in grado di spaziare con disinvoltura dal punk classico e stradaiolo di “L’Italia brucia” e “Alternativo standard”, ad un post-punk darkeggiante e tribale di derivazione Killing Joke/UK Decay, come in “Superstringhe” e “Cyborg”, fino alle reminiscenze del classico hardcore italiano anni ’80, si senta “Senza televisioni”, “Vita morta” o “Non voglio”. Il tutto è ovviamente proposto con uno stile personale e alcune trovate davvero originali, come il sax di “Superstringhe” o le voci femminili recitate in inglese e russo di “Chernobyl”. Come dicevo sopra, l’album contiene prevalentemente brani nuovi o comunque inediti, 11 su 15, ma ritroviamo, ovviamente ri-registrate in nuove versioni, anche quasi tutte le tracce dell’EP del 1985, con l’esclusione di “Verde”. Ecco allora che la conclusiva “Ipocrisia di pace”, già il mio brano preferito del 7”, qui acquista ulteriore spessore ed intensità, diventando un esempio del miglior post-punk italiano fatto come si deve. Bentornati Soglia del Dolore, e lode alla concittadina Final Muzik per aver pubblicato “2984”!  

Info: www.myspace.com/sogliadeldolore (Fabio Degiorgi)   

(pubblicazione 6 Ottobre 2008)