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SPEAR OF DESTINY/ THEATRE OF HATE

16 febbraio 2013, Musik off, Modena

testo by Gabrydark
foto by Giancarlo Donatini

 

Il 16 febbraio si è consumato al Musik off di Modena un evento storico nell'ambito della musica: Ascension Magazine e Grotesque hanno fatto tombola con gli Spear of destiny, band attiva nel punk inglese assente dalle scene italiane da 30 anni esatti.
Il leader Kirk Brandon fondò il gruppo nell' 83 , dopo un'esperienza quinquennale nei Theatre of Hate, e con esso realizzò alcuni album di successo nel giro di nove anni come Grapes of Wrath, On eyed Jacks, World service, di cui quest'anno si festeggia appunto il trentesimo anno dall'uscita, Outland, The price you pay, fino al'ultimo del '92 Law.
Della band si persero le tracce, ma non di Brandon che continuò come solista fino al '97, anno in cui si ricostituirono gli Spear of Destiny con Religion. Confesso la titubanza nel partecipare ad una serata nella quale vi è un revival di un periodo tanto precedente per il timore di una delusione e di vedere nella band come in uno specchio lo scorrere impietoso degli anni, ma la curiosità vince ogni dubbio.
Quando inizia l'esibizione ogni perplessità se ne va via grazie al ritmo energico della band che si avvale di una formazione d'eccezione: oltre allo storico Brandon cantante e chitarra, al basso vi è Craig Adams (Mission, Sisters of Mercy, The Cult), Adrian Portas alla chitarra (Sex Gang Children), Mike Kelly, una giovane furia, alla batteria (Mission). Il ritmo con cui lo spettacolo va avanti è coinvolgente ed emerge la forte personalità di Brandon, che sicuramente non è un pivello e sa sfruttare la forza di oltre 400 live dietro le spalle, fra cui gli ultimi due tour di grande successo nel 2012 con gli Stiff Little Fingers, con 35 anni di carriera.
Vengono suonati pezzi che sono pietre miliari nella storia della band e che come rocce precipitano sul pubblico frantumandosi in note incalzanti sulle quali si danza, si salta entusiasticamente: Rainmaker, Soldier, Never Take me alive, Transmission, cover dei Joy Division, e nel bis World Service ed ancora tanti altri pezzi.
La band non si risparmia e spreme fino all'ultima goccia di vitalità da loro e da noi spettatori, non un semplice revival, ma un nuovo divertimento vitaminico.
Al termine del concerto la sorpresa di una torta con 30 candeline, omaggio degli organizzatori a questo gruppo, che forse in passato non ha avuto i giusti riconoscimenti e che si sta prendendo ora la giusta rivincita.