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SIOUXSIE
Spaziale Festival Spazio 211– Torino 15 Luglio 2008

Doppia recensione della data Piemontese.

 

Recensione 1

Testo e foto by Oflorenz


Quanta attesa per la Susan più famosa delle tenebre, quanti volti della vecchia e vecchissima guardia riuniti sotto il palco dello Spazio 211 estivo per questo appuntamento! Eppure mancano – ahimé - i Banshees compagni di una vita, compreso il mitico Budgie che di Siouxsie è stato compagno non solo musicale. E' la voce della Gothic Queen per eccellenza si narra non sia più quella di un tempo, a causa dei tanti eccessi che il mondo del rock’n roll non risparmia a nessuno, tantomeno ad una cinquantenne seppur splendida come lei.

Ed i primi due pezzi confermano appieno queste impressioni: la smagliante forma fisica della cantante, fasciata in una tutina attillatissima in stile “gold-batwoman”, è inversamente proporzionale allo stato della voce, incisiva nelle tonalità più basse e oramai quasi assente negli acuti. Ma canzone dopo canzone Sioux si scalda, e comincia a carburare come si deve, pur non raggiungendo le vette degli anni che furono. E così, tra i brani dell’ultimo valido “Mantaray”, ecco i primi attesissimi pezzi dell’epoca storica dei Banshees ed anche dei Creatures, con “Christine” ad aprire le danze ed a seguire “Happy House”, “Hong Kong Garden” e la “Dear Prudence” di Beatlesiana memoria.

Eccezionale la cover dell’immortale “These Boots are made for walking”, resa famosa dala splendida Nancy Sinatra nel 1966 e coverizzata infinite volte nei successivi 40 anni.
Siouxsie scambia qualche battuta con le prime file in uno stentato italiano, balla, suda e fa visibilmente fatica, nonostante la serata sia meno afosa della media estiva qui a Torino.
Si produce in alcune spaccate degne di Carolina Kostner, che strappano al folto pubblico a
pplausi a scena aperta. Tirando le somme di questa data torinese, mi è mancata più la storica band di supporto che la voce di un tempo, nonostantei 4 del gruppo che accompagna la cantante inglese in questo Tour 2008 non abbiano demeritato assolutamente. Eppure il carisma di un Severin o di un Budgie sono insostituibili, poche storie!

Qualche delusione è serpeggiata tra i fedelissimi anche per la scaletta, non all’altezza di alcune altre date italiane e soprattutto europee. “Spellbound,Spellbound!!!”, continuava a sgolarsi una brunetta in prima fila: niente “Spellbound” cara, per quella avremmo dovuto vederci lo show di Pisa, o magari quello londinese dell’Electric Ballroom…! (Oflorenz)

 

 

 

Recensione 2


Testo by Gianmario

foto by Silvia

Torna in Italia (e chi si ricorda dell'ultimo concerto tenuto qui da noi?) quella che unanimemente viene definita la regina del dark mondiale. Una serie di appuntamenti atti a promuovere "Mantaray", ultimo lavoro in studio, pubblicato nel 2007.
Prima con i Banshees, nei quali (storia nota) militò per breve tempo sua maestà Robert Smith, poi con i Creatures ed ora nel primo progetto solista, Siouxsie è sempre stata un'icona, piaccia o non piaccia.
Chi scrive, ad esempio, non ne ha mai subito fortemente il fascino, ben preferendo il sopraccitato leader dei cure, spesso accostato alla protagonista di questa sera come il grande precursore e padrino del genere dark.
Siouxsie ha, nel corso degli anni, progressivamente rallentato le proprie uscite discografiche, fino quasi a congelarle. Ecco che il buon lavoro di "Mantaray" ha suscitato molte curiosità e, di riflesso, ha portato la regina del dark ad intraprendere un nuovo tour.
Gli organizzatori dello sPaziale Festival non si sono fatti scappare l'opportunità di avere sul palco l'autrice di "Christine", confermando che l'intera manifestazione torinese è decisamente all'avanguardia tra i festival nostrani.
Quest'anno, la musica di qualità ed underground ha trovato libero sfogo allo sPaziale Festival, non solo con Siouxsie Sioux, ma in precedenza con i The Raconteurs + Vampire Weekend (08/07), dEus (14/07), , The Notwist (16/07), Offlaga disco pax + Stonewave (18/07), Il teatro degli orrori (17/07), The Hives + Ministri (23/07), Yuppie Flu (27/07), The Mars Volta (28/07), in un programma vario e adatto ai diversi palati musicali (per conoscere meglio la rassegna: www.spazio211.com/)
Ancora fresco il ricordo dei Sonic Youth, headliner l'anno passato, impegnati nel riproporre per intero "Daydream nation" che il parco dello Spazio 211 di Via Cigna è in attesa di accogliere nostra signora dark Susan Janet Dallion. Invero, prevale un senso di malinconia, laddove si osservano i presenti. Una nutrita schiera di ragazzi molto giovani è presente (come ovvio, essendo quello di cui stiamo palando un grande evento), ma la parte del leone viene giocata dagli ormai vecchietti che intendono re incontrare una musica tanto ascoltata nel passato.
E, probabilmente, a questo stato di cose ha contribuito la stessa Siouxsie Siuox. Come si diceva sopra, sono state troppo rare le sue apparizioni negli ultimi anni, troppo remota la sua immagine nella mente degli appassionati, troppo vicino ad una operazione nostalgica il suo tour; vedremo.
Questa sera sono molti i visi conosciuti, decisi a non perdersi il ritorno on stage dell'ex leader dei Banshees, e grande curiosità per vedere se a cinquantuno anni suonati, la grande cantante inglese ha mantenuto intatto il fascino, la scura eleganza e (conta anche quello, no?) la voce.
Strano gioco del destino e della geografia, quello che sta capitando nel capoluogo torinese da una settimana a questa parte e che è strettamente legato al movimento punk e post punk.
Dapprima i Sex Pistols si ritrovano al parco della Pellerina per autocelebrarsi nel loro reunion tour 2007/2008, ed oggi Siouxsie, a pochi chilometri di distanza, è pronta per la medesima operazione.
Inoltre, il legame della cantante con gli "inventori del punk" non è una storia oscura; Siuoxsie, infatti, fu una delle primissime persone che rientravano nell'entourage del gruppo di Malcolm McLaren, alla fine degli anni settanta, senza dimenticare che Sid Vicious, icona punk per eccellenza, militò per breve tempo come batterista nei Banshees.
La stessa futura leader dei Banshees è visibile nella celebre intervista che Bill Grundy fece a Rotten & co e che scandalizzò l'intera Gran Bretagna.
Da allora, invero, le cose sono cambiate molto, a cominciare dal look di Siouxsie (vedere il sopraccitato filmato, per rendersene conto), anche se non è cambiata l'attenzione che accompagna una delle sporadiche uscite di questa artista.
L'area dello spazio 211 è perfetta per gli eventi live; ampia abbastanza per avere la necessaria possibilità di movimento, ma pensata come un luogo ancora a misura d'uomo, così lontana da quelle arene pronte ad accogliere folle oceaniche in cui il singolo individuo, invero, viene troppo sacrificato.
In questa cornice non mancano le attrattive per impegnare il tempo in attesa dello spettacolo; si passa dalle bancarelle di dischi (e oggi protagonisti assoluti sono i dischi dark wave '80), ai chioschi dove viene spillata la birra, ai banchetti di articoli vari e gadget.
Alle ore 22.30 sono presenti circa un migliaio tra curiosi e appassionati, quando i musicisti fanno l'ingresso on stage.
L'entrata in scena di Siuoxsie è già d'impatto. Con una tutina attillatissima e dorata (stile telefilm di fantascienza degli anni '70) ed un coraggioso tacco 10 compie una breve passerella per il palco, salvo fermarsi davanti all'asta del microfono; un gesto alla sua band di supporto e parte lo show.
È la recente "They follow you" che (un po' a sorpresa) apre il concerto. Non è quel pezzo studiato per fare scatenare il pubblico che, comunque, risponde tributando un saluto caloroso.
La prima porzione dello spettacolo è dedicata a canzoni di "Mantaray": "About to happen" (uno dei pezzi migliori dell'album e dell'intero concerto), "Loveless" ha il merito di portare quella amata e vecchia malinconia e "If it doesn't kill you" è il pezzone lento che Siouxsie utilizza per riprendere fiato.
Osserviamo la cantante muoversi spigliata nella sua tutina. Compie saltelli, ammicca al pubblico con mosse provocanti e ci sorprende dimostrandosi una provetta ginnasta (fisico davvero eccezionale).
Tuttavia, non sembra completamente a suo agio e c'è l'impressione che parte dei suoi atteggiamenti siano stati un po' troppo studiati a tavolino. Impressione comune a tutto il pubblico che non riesce a sbloccarsi completamente e rimane in una situazione di limbo: sembra che nessuno questa sera sia realmente convinto di ciò che sta facendo (fans compresi, colpevoli di non dare la necessaria carica agli artisti).
Una scossa reale è data dal grande hit "Christine". Ecco allora Siouxsie acquistare un po' più di sicurezza e cantare insieme al pubblico torinese che continua ad esaltarsi con le note di "Happy house" (la canzone che ha ottenuto i maggiori consensi della serata). "Into a swan" (singolo del 2007) ha il merito di fare ballare i sostenitori, presentandosi con un'autorevolezza degna dei grandi successi del passato, mentre in "Heaven and alchemy" la band dà al suono un'impronta jazzata.
"Grazie, buonanotte e arrivederci" sono le brevi parole che la cantante rivolge al pubblico a conclusione del main set.
Pochi minuti di pausa e riemerge con la sua band (quattro elementi che hanno accompagnato dignitosamente Siouxsie) per eseguire un altro pezzo evergreen. "Israel" riporta un po' di magia allo sPaziale Festival; cantano tutti e Siouxsie sembra maggiormente coinvolta e compiaciuta della reazione.
Ma è un fuoco fatuo e l'ultimo brivido si spegne nel nulla. Dopo appena un'ora di concerto la grande cantante inglese saluta senza concedere altri bis.
Un concerto un po' troppo breve per un'artista che ha un repertorio ampio come il suo. Un'esibizione un po' troppo studiata e controllata per essere genuinamente apprezzata. Un'artista che, probabilmente, è in una fase di transizione, il cui corso deve ancora completarsi.
Così, con qualche perplessità, ritorno da dove sono venuto. Ho intenzione di compiere qualche altro acquisto tra le bancarelle dello sPaziale Festival. Un altro modo per aggiustare la serata.