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ROGER ROTOR + CIELLE
9 Aprile 2005 - Atelier de Folie (c/o Black & White disco) Padova

testo e foto by Noctiluca, noctiluca-@lycos.it

Non so quanti anni siano passati dalla chiusura di quello che fu l’unico vero locale alternativo (il defunto Plan 9) di Padova, ma finalmente ‘Le Atelier de Folie’ ha ospitato un evento degno di nota. Ma evidentemente ci eravamo tutti dimenticati perché il Plan 9 ha chiuso. Infatti l’affluenza è stata veramente bassa (50-60 persone) e le cause possono essere diverse e molteplici: la crisi economica che genericamente sta avvolgendo tutta l’Italia (c’è poco da ridere!!!), perciò un biglietto d’ingresso + tessera obbligatoria può fermare più di qualcuno; i padovani o veneti che anche se gli porti le bands sotto casa non si muovono; la poca conoscenza che si aveva delle bands stesse, soprattutto Cielle… e poi la primavera che rende tutti noi strani?! Boh!

CIELLE inizia il suo concerto un po’ in sordina, tant’è che solo dopo il secondo pezzo ci si accorge della sua presenza sul palco. Matteo Vittori, che ha già un lunga carriera come dj, cantante e musicista, conoscente di JT Vannelli (noto produttore e dj in ambienti più electro-commerciali che dark), mente della band, propone un’elettronica un po’ particolare.
Una fusione tra il dub/funk/jazz e soft-techno/deep-house e electro-dance, perciò suoni molto puliti. Concerto o dj set godibile che assume verso la fine sfumature sempre più veloci e dance.
Purtroppo il pubblico dimostra di non gradire molto, forse perché l’elettronica di Cielle è pulita, raffinata, perciò non aggressiva e distante da sonorità industrial-electronics.
Sono sinceramente dispiaciuto perchè M. Vittori avrebbe sicuramente meritato di più, se non altro un ascolto più attento dei pochi presenti.

ROGER ROTOR, l’eclettico svizzero attivo sin dall’84 che ha pubblicato diversi cd come solista (sotto diversi nomi), con bands (tra i quali annoveriamo i Mirto Massaker hard-rock alcool band) e collaborazioni/remix, si avvia sul palco anch’egli un po’ in sordina. Subito il pubblico sembra però reagire meglio a suoni più abrasivi e compatti, dimostrando di apprezzare con timide danze che però via via si faranno sempre più frenetiche.
Bassi distorti ad imporre ritmiche veloci cadenzate da una cassa poco electro e molto viva, rullate, sintetici microsuoni prendono forma in una trama techno-industrial electronics ispida, cruda, grezza e con un attitudine quasi punk che trascina ed ipnotizza.’Malleus Maleficarum’, il cd pubblicato da Ant-Zen, prende forma sotto i nostri occhi nel suo aspetto più elettronico minimale nel suo 4/4 morbido e costante, semplice ma non banale, intelligente e malefico… lasciando i pochi pervenuti piacevolmente sorpresi.
Alla prossima all’Atelier de Folie, sperando che ci sia un’altra volta?!

 

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