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LA QUERCIA NELLA FORTEZZA
Leonardo Bonetti
(Italic)

Lo scrittore romano, già incontrato su queste pagine con diversi romanzi all’attivo (come “Racconto d’inverno” e “Racconto di primavera”) e un saggio (“A libro chiuso”), torna ora con una raccolta di nove racconti. Essi sono tutti accomunati da una dimensione introspettiva e a tratti irreale e fantastica, con significati duplici e nascosti che non vengono mai svelati nei finali, lasciando il lettore come ad un bivio di possibili interpretazioni. Si va dal brevissimo “Libero”, storia di un tradimento, al più lungo “La terza cantoniera”, che narra di un ex postino eremita che accoglie un giovane viandante dall’aria solo apparentemente innocente, passando per “Le due sorelle”, “L’annegata” e “La quercia nella fortezza”, dove realtà, sogno e fantasia sembrano fondersi e confondersi. Molto toccante è il conclusivo “L’ombra del bambino”, il cui giovanissimo protagonista può trovare il suo impossibile riscatto sociale solo nella tragedia. Davvero particolare e personale è poi lo stile di Bonetti, che qui si fa ancora più complesso e ricercato, ricco di termini rari, di descrizioni, con un andamento ‘quasi-musicale’ – ricordo che l’autore è cantante e compositore degli Arpia – del quale voglio riportare un esempio tratto da “La terza cantoniera”, quando il vecchio eremita si appella al misterioso viandante: “Cosa hai fatto sfrontato ragazzo? Dimmelo dunque. Avrai pur fatto qualcosa ragazzo di miele, tu cucciolo selvatico, occhi di pietra”. Bonetti si conferma con questa raccolta uno scrittore unico (certi rimandi a Kafka e Buzzati sono molto sottili), certo di non facile presa, ma proprio per questo così affascinante.
(Fabio Degiorgi)

CRIST
Annalisa Tagliabue
(Relapsus )

Qualcuno dei più vecchi lettori di Rosa Selvaggia ricorderà magari il nome di Annalisa Tagliabue, soprattutto per la fanzine ‘sorella’ Petali Viola dai lei curata e per i suoi svariati scritti, poesie e blog. “Crist” è il suo romanzo d’esordio ufficiale, pubblicato dalla casa editrice Relapsus (che annovera nel proprio catalogo autori come Marinetti e Tolstoj), scritto in realtà parecchi anni indietro ma rimasto nel cassetto e rivisitato per l’occasione. Storia metropolitana con accenni fantastici, i protagonisti sono la giovane solitaria Axia, che si prostituisce dopo una delusione d’amore, e Crist, ragazzo misterioso, fragile e vessato dal padre, al quale si rivolta nella maniera più estrema possibile. Sullo sfondo, una Milano grigia e fredda in tutti in sensi, popolata da personaggi squallidi e cinici, ai quali si contrappone come pura corazza difensiva il nichilismo di Axia, che invece mantiene una sorta di purezza interiore anche in mezzo al degrado contemporaneo e allo svilimento dei sentimenti tipici dei nostri tempi. Lei e Crist si cercano e si respingono continuamente, come se mancasse sempre un tassello a rendere possibile la loro unione, ma dopo una trasferta a Berlino e tanto dolore arriva la svolta. Il linguaggio usato da Annalisa è molto diretto ed essenziale: senza fronzoli descrittivi la narrazione è tutta incentrata sulle riflessioni interiori di Axia e sui dialoghi secchi dei protagonisti. Le canzoni che Axia ascolta in cuffia vengono citate precisamente, come a scandire la colonna sonora ideale per la lettura, troviamo così Nick Cave coi suoi Birthday Party, Joy Division, Wire, Cramps, Air, Virgin Prunes, This Mortal Coil, Christian Death. Alla storia sentimentale urbana, la parte meglio riuscita del romanzo, si fonde, come accennavo sopra, una componente fantastica, con riferimenti ad angeli e vampiri, che a mio avviso pecca di una certa ingenuità finendo con l’indebolire un po’ l’insieme, pur riflettendo quello spirito “dark” dell’autrice sempre vivo oggi come allora. “Crist” si presenta quindi come una sorta di favola neogotica contemporanea, destinata a chi crede nell’amore come forza magica eterna e come ribellione a un mondo sempre più marcio.
(Fabio Degiorgi)