LE
COSE BIANCHE
Born
CD (Old Europa Cafe)
I collage cartacei di Emanuele Sartori che illustrano la copertina
del digipak ci pongono un interrogativo: “Born” oppure “Porn”?.
La lettura del titolo di quest’ultima fatica di Giovanni Mori
potrebbe ingannare, ma nemmeno troppo. Forse LCB vuole suggerirci
che la pornografia in fondo é parte di ognuno di noi, volenti
o nolenti. Credenze, perbenismo e forse vergogna sembrano talvolta
infrangere questo assioma Uomo/Pornografia, ma come recita un
altro lavoro dell’autore aretino: “Pornography should not be
an illusion”! Parole sante, aggiungiamo noi, perché privarsi
di questo istinto primordiale, e se le fantasie più feticiste
e le deviazioni della sfera sessuale da sempre vanno a braccetto
con l’universo della power-electronics (i primi ad occuparsene
furono probabilmente i Whitehouse), LCB con questo lavoro chiude
idealmente il filo conduttore partito da “Pornography should
not be an illusion” e proseguito poi con la tape “Aesthetic
of a good pornographer”, di cui trattammo a tempo debito su
queste stesse pagine. Sesso-violenza-voyeurismo-cronaca nera-emarginazione
urbana-solitudine: tutti elementi che vanno a nozze con la cattiveria
analogica senza compromessi di dischi come “Born”, ultimo capitolo
di una lunga saga che consacra LCB a realtà tra le più interessanti
del panorama oltranzista italiano, lo dimostrano tra l’altro
le molte recenti collaborazioni con illustri attori della scena;
collaborazioni che si rinnovano in gran quantità anche per questo
ultimo lavoro, che vede schierati Maurizio Bianchi, Eraldo Bernocchi,
Iugula-Thor, Caligula 031(Marco “Wertham” Deplano), Emidio Clementi
di Massimo Volume, Evitaxal (Laxative Souls) e per finire il
“noiser” statunitense Richard Ramirez (Black Leather Jesus).
Nato da un periodo particolarmente negativo nella vita del suo
autore, “Born” trasuda disagio e nichilismo, elementi che emergono
ancor più forti grazie ad un cantato/recitato, urlato, sofferto:
ascoltate “Sul principio sadico di piacere” piuttosto che “Riduzione
delle membra a steppa”, e sentite le parole trasformarsi in
lamento e dolore in “Through your teeth”, brano ove ci mette
lo zampino Andrea Iugula-Thor Chiaravalli. Se in media il tenore
dei brani si rifà alla miglior vecchia scuola power-electronic
italiana, non mancano parentesi sospese di ambient sperimentale,
come “Autofocus”, ed esplosioni di vero harsh-noise, tra tutte
“Guts magazines”, non a caso eseguita insieme al maestro del
genere Richard Ramirez. Il tono completamente in nero del disco
pare confermarsi nel titolo dell’ultimo brano, “The death of
italian pornography”. Nessuna speranza insomma, come a concludere
che forse, sì, la pornografia - in fondo - é solamente un’illusione.
Info: lecosebianche.blogspot.it
(Oflorenz) |
DK5600
Distanza Katrias 5600
CDR (Bugs crawling out of people)
Katrias: pianeta situato a 5600 anni luce dalla Terra, e fantastico
concept cui si ispira questo duo di pionieri cosmici operante
sull’asse Roma-Trieste. DK5600 prende forma nel 2013 grazie
all’ingegno di Rosanna Ro So-matix (già operativa con il suo
progetto ARS A.V.I.) e Paolo
Bono, mente di Circumliver; entrambi i componenti giungono da
una lunga esperienza in campo artistico che nasce sin dagli
anni ’80, come polistrumentista e cantante per Rosanna, e in
qualità di “attore” nella scena sperimentale triestina underground
per Paolo (TriploMaltoSe e appunto Circumliver). La fredda ambient
sperimentale delle 12 tracce (più 5 bonus-tracks in download)
di questo disco d’esordio licenziato dalla canadese “Bugs crawling
out of people” sarà nettare per tutti gli appassionati di sci-fi
ed amanti di elettronica sperimentale, soprattutto analogica:
il duo crea e processa il tutto rigorosamente tramite hardware,
e scrive quella che potrebbe essere una soundtrack ideale per
un film di fantascienza d'antan piuttosto che un documentario
sulle forme di vita extra-terrestri. La voce robotica e frammentata
di ARS A.V.I. suona come un freddo codice di comunicazione che
giunge sino a noi dal lontano Pianeta Katrias, un ideale ponte
invisibile in grado di connetterci con esistenze ad oggi ignote.
In "DK5600" le traiettorie interstellari dei Cosmic Couriers
dell’epopea “krautrock” convergono verso la contemporanea galassia
dark-ambient, tracciando nuove coordinate sonore proiettate
verso spazi inesplorati e forme di intelligenza superiore. I
testi rivestono la forma di freddo "report" tecnico proveniente
dal pianeta Katrias, con ARS A.V.I. novella Gille Lettmann molto
meno psichedelica e ben più ”macchina”; il substrato sonoro
si muove di conseguenza, in piena sintonia. Questo è un invito
alla vostra “Prima giornata su Katrias”, perdere il posto sulla
navicella DK5600 sarebbe un vero peccato!
Info: https://www.facebook.com/dk5600
(Oflorenz) |
FADING
RAIN
Winter ballads
CD
(Mislealia Records)
Debutto
per questo quartetto brindisino con un ep di cinque tracce
inciso per la romana Miselalia Records. che catapulta l'ascoltatore
negli anni '80 col suo goth rock/post punk semplice e di grande
effetto. Apre "Unable" guidata dalle chitarre di James Lamarina
e dalla voce malinconica e rassegnata di Pierpaolo Romanelli,
che lascia senza fiato nei suoi rallentamenti da brivido.
L'eccellente registrazione ed il bilanciamento dei suoni sono
fondamentali nell'ottima resa della successiva title track.
"Delirium
tremens" odora di The Cure, con la voce di Romanelli adeguata
per l'occasione, voce che torna ad essere calda e triste nella
più lenta "Killer strikes again". "Winter ballad" chiude l'ep
con un marcato accento death rock.
Discreto debutto, canzoni ben strutturate, composte musicalmente
da tutti i membri del gruppo tranne il cantante che si è invece
concentrato sui testi insieme al bassista Locorotondo.
Sito web: https://it-it.facebook.com/fadingrain
(M/B'06)
|
HIMMEL
A long cold Winter
CD (Long Gone Days)
Dopo
un passato con Black Rainbow ed A Blue Fire, Luca Bluefire giunge
al debutto solista con questo particolare lavoro, fatto nella
sostanza di ottime intuizioni chitarristiche supportate dal
contributo di diversi attori che si alternano alla parte vocale,
amalgamate in maniera eccellente da una superba registrazione
e produzione. Si parte con Reveries, 100% ethereal dreampop,
che lascia spazio a "Promises", uno dei migliori brani dell'album
caratterizzato da riff psichedelici che deflagrano in ritornelli
rock da cantare a squarciagola in cui è fondamentale il contributo
di Mak Others. Gli animi si quietano con le successive e più
commerciali "Give me life" e "The dark" separate dallo strumentale
"Magneto". Il sesto brano "Shatter", è un pezzo darkwave magistrale
e coinvolgente, l'unico in cui Luca si occupa anche della parte
vocale, sicuramente il miglior episodio del disco. Chiude lo
strumentale "Snow glitters", che ricorda le atmosfere più malinconiche
di "Blood inside" degli Ulver. Dreamgaze è forse la definizione
più azzeccata per inquadrare il genere suonato in questo disco,
in cui appunto la passione per la sei corde si coniuga ad atmosfere
oniriche costruite sapientemente. Ottimo esordio.
Sito web: https://www.facebook.com/himmeldream
(M/B'06) |
THE
MESCALINES BABIES
Primer
CD (Danse Macabre)
Dopo l'esordio con Crush nel 2012, ritornano i padovani Mescaline
Babies e confermano buone sensazioni del precedente debutto.
Il gruppo di Sydney Mars e Kalle Darkal si districa in un death
rock davvero originale, contaminato da atmosfere alternative:
musica potente basata su riff di chitarra freddi e pesanti e
tempi di batteria incalzanti. Dopo l'intro arriva la pesante
"Chocker" in cui urla laceranti si alternano a riff che ricordano
i System of a Down. "Gears" è un altro pezzo azzeccato, probabilmente
il migliore del disco, di nuovo fatto di transizioni chitarristiche
unite ad un cantato tipicamente death rock, così come la successiva
"Vulture eyes". Da "Crowbar" in poi i brani sterzano in maniera
pressoché definitiva verso l'alternative rock/nu metal, completando
una transizione di cui si intravedevano i segni già nel precedente
lavoro. Ne risulta un certo straniamento ed un rifasamento dei
parametri di giudizio che va a discapito dell'originale ibrido
e della più canonica coda dell'album pur pienamente apprezzabile
nelle sue istanze.
Sito web: https://www.facebook.com/the.mescaline.babies
(M/B'06) |
VVAA
- This man of steel (a
Type O Negative Italian tribute in loving memory of Peter
Steele )
Download (Darkitalia)
Darkitalia
promuove questo tributo allo scomparso Peter Steele, compianto
cantante e bassista dei Type O Negative, gruppo che ha tracciato
un solco fondamentale ed indelebile nel panorama del goth
rock mondiale. Quindici le tracce presentate da altrettanti
gruppi, che danno uno spettro lungo quasi vent'anni degli
innumerevoli cambiamenti stilistici della band, che tuttavia
è sempre restata ancorata al genere goth rock/doom metal.
La parte più trash metal resta purtroppo in sordina: infatti
nulla se non l'evocativa "Glass walls of Limbo" proviene dai
primi due album, probabilmente proprio perché si discosta
fortemente dagli altri pezzi. A causa della voce davvero unica
di Steele, le band chiamate di volta in volta a suonare avevano
solo due strade possibili: stravolgere il brano evitando il
confronto e mettendoci del loro oppure tentare l'ardua impresa
di aderire il più possibile alle emozioni ed alle atmosfere
generate dai ToN. Nel primo gruppo tra quelli che ci sono
riusciti con maggior successo ci sono sicuramente gli oscurissimi
Dim Arcana che accettano la sfida pur muovendosi in un campo
che non è il loro. Allo stesso modo i Dade City Days trasformano
"She burned me down" in un malinconico pezzo electro. Nel
secondo gruppo emergono senza dubbio i Vidi Aquam, forti anche
di uno dei pezzi migliori dei ToN, "Christian woman", così
come i Date At Midnight con "Black no. 1" ed i Manguss. Non
vanno tuttavia trascurati gli altri attori che compongono
il mosaico di un panorama musicale italiano di tutto rispetto,
che sempre più marcatamente si affaccia sulla scena internazionale.
Sito web: http://darkitalia.bandcamp.com/album/this-man-of-steel
(M/B'06)
|
|