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LA PIETRA LUNARE
La pietra lunare
CD (Lichterklang)

Progetto molisano nato da due quarti dei vecchi Vestfalia’s Peace (autori di un un paio di valide autoproduzioni verso la metà degli anni duemila), La Pietra Lunare esordisce per la scuderia teutonica Lichterklang con un disco proposto nella classica versione jewel-case ed in una ulteriore lussuosa edizione box limitata, come nella tradizione di molte uscite della label di Gelsenkirchen. I 10 acquerelli sonori de “La Pietra Lunare” (tra i quali una cover di Polnareff), rimandano la memoria ad uno spaccato del nostro paese ormai scomparso, o che forse sopravvive ancora – seppur a stento – nei paesini e villaggi più remoti delle nostre regioni specialmente del centro-sud; si pensi all’Italia contadina raccontata da Silone o Scotellaro, legata a doppio filo a quell’affascinante cultura popolare che viveva di antiche credenze e della saggezza dei nostri vecchi, sconfinando talvolta nella superstizione e nella “magia popolare” che tanto permeava l’esistenza della gente. Lo stesso nome del gruppo e del suo esordio, “La Pietra lunare”, si ispira all’omonimo romanzo di Landolfi del 1939, classico esempio di quell’universo popolare così legato alle tradizioni del territorio, con le sue fantasie ed i suoi miti. La band capitanata da Gianni Caldararo e Duccio Del Matto (i due ex-Vestfalia’s) traccia un ponte ideale tra il grande folk d’antan dell’epoca d’oro del prog (italiano e non solo) ed il più attuale neofolk, del quale mantiene talune classiche sonorità pur distaccandosene per così dire a livello “estetico”, grazie ad un timbro molto personale e “mediterraneo” che il gruppo trasmette con calore e passione. E’ peraltro innegabile un certo richiamo alla miglior tradizione cantautorale nostrana, con l’impostazione vocale di Gianni che mi riporta al caro vecchio menestrello Angelo Branduardi. La Pietra Lunare segue idealmente la via già tracciata da altri validi ensemble del nostro Sud Italia, citerei, oltre ai seminali Argine, gli ottimi lucani Hautville e Lupi Gladius; proprio gli amici di Lupi Gladius tra l’altro figurano tra gli ospiti del lavoro, insieme a membri di Antiqua Lunae ed Egida Aurea (Diego Banchero, oltre a prestare il suo basso in “La Merica”, si è occupato anche della masterizzazione finale). Difficile segnalare brani in particolare, il disco va ascoltato nella sua interezza, proprio come se leggessimo i dieci capitoli di un bel libro di saghe popolari; personalmente mi sono rimaste impresse la bella strumentale “Che fare?” per gli originali campionamenti di voci dialettali, così come la splendida e strutturata “Gurù”, la commovente “L’Uva puttanella” ma anche la tragica novella de “La Merica”. La Pietra Lunare è come un piccolo scrigno di segreti ancestrali, pregno dei profumi del nostro più caro patrimonio culturale. Cibatevene ed abbeveratevene, nella globalizzata era moderna si sente un gran bisogno di tornare alle radici.
Info: www.facebook.com/lapietralunare
(Oflorenz)

LUNUS and MILUSIC
The Focus of life
An homage to the book by Austin Osman Spare
CD (Old Europa Café)

Mi avvicinai anni fa alla figura del pittore ed occultista britannico Austin O. Spare grazie alla musica, ed in particolare attraverso la passione di David Tibet dei Current 93 per l’artista di Snow Hill, ed ancora una volta la musica mi riporta sui passi di Spare e del suo “Zos Kia Cultus”, come lo definì l’amico e associato Kenneth Grant. Questa volta sono due artisti italiani a ripercorrere la filosofia magica di Spare, e due tra i più titolati. Roberto Migliussi, da anni traduttore e pubblicatore dei lavori di Spare nonché musicista, disegnatore (proprio come lui) e grande cultore di magia cerimoniale; insieme a Roberto troviamo Devis Granziera, in arte Lunus e mente di Teatro Satanico, progetto che sarà senza dubbio ampiamente noto a chi legge queste righe. L’unione delle loro forze ci regala una splendida rilettura in chiave musicale di “The Focus of life”, opera uscita in Gran Bretagna originariamente nel 1921 e successivamente ripubblicata nella nostra lingua nel 1997, in un’ edizone privata e limitata a 300 copie. Proprio Roberto “Milusic” si è occupato della traduzione in italiano, così come in altre occasioni quali la pubblicazione di molteplici lavori di Grant, vicino a Spare nella vita e nei “percorsi magici” che li accomunarono. Il libro allegato al cd, estremamente curato e con un’utile introduzione a cura dell’esperto Vittore Baroni, riporta l’opera dell’occultista inglese in doppia lingua italiano/inglese, ed è impreziosito da sette delle sue tipiche tavole in bianco e nero, semplici nei tratti quanto incredibilmente di avanguardia con il loro simbolismo magico e la loro sensualità. Non dimentichiamo che molti di questi disegni risalgono infatti ai primissimi anni del ‘900, quando il giovane Spare, grazie al successo delle sue prime mostre londinesi, arrivò all’attenzione di Aleister Crowley, divenendone successivamente discepolo nell’Ordine dell’ Astrum Argentium. Otto i capitoli del libro, per ognuno di essi una traccia del dischetto. L’attacco di “In the ecstatic laughter of men”, con il suo incedere che profuma di Coil, fa da iniziale tappeto sonoro congeniale al recitato di Roberto, che ci intrattiene per l’intero lavoro raccontandoci interamente l’opera di “The Focus of life”; d’effetto gli interventi strumentali di Devis e dello stesso Milusic, mai troppo invadenti e ideali nel cesellare un substrato ambient-rituale di accompagnamento all’opera di Spare. Una rilettura originale e coinvolgente che dedica un giusto tributo a questo oscuro artista britannico così importante per chi, nel proprio percorso personale, è venuto in contatto con la materia che possiamo sintetizzare con il termine di “Magick”. Ancora più bello che tutto ciò provenga da due artisti italiani, e nella forma di un oggetto curato e professionale: abbiamo di che esserne orgogliosi.
Info:
www.labirintostellare.org
www.teatrosatanico.it
(Oflorenz)

TSIDMZ
Thulesensucht in der Maschinenzeit
René Guénon et la Tradition Primordiale CD (Old Europa Cafe)

Il cerchio si chiude: dopo "Pax Deorum Hominumque" e "Ungern Von Sternberg Khan", Sol Mutti pone il sigillo finale ad un vero e proprio viaggio attraverso la sua ideale filosofia universale (fondata, lo ricordiamo, sugli elementi portanti del Movimento Eurasiatista) con l’approfondimento dello scrittore-esoterista di Blois, i cui ventisette scritti pubblicati grosso modo tra il 1920 ed il 1950 contribuirono in maniera fondamentale a tracciare le linee guida relativamente ai concetti di Esoterismo e Tradizione. Il patrimonio simbolico e metodologico della Tradizione portarono Guénon ad avvicinarsi al concetto ed alla conoscenza della Metafisica, ed a ricercare con ogni mezzo un percorso personale per il raggiungimento del proprio perfezionamento e della massima realizzazione spirituale. I testi dei dieci brani del cd riprendono e ri-arrangiano altrettanti frammenti tratti da scritti di Guénon, e per una migliore comprensione dell’opera è possibile seguirli sul canale web di TSIDMZ, opportunamente illustrati dalle tavole di Raimondo Gaviano. Numerosi, come da tradizione per il progetto parmense, gli ospiti e collaboratori: L’Effet c’est Moi, Stefania Domiziana, Gregorio Bardini, Barbarossa Umtrunk, Porta Vittoria, Lorenzo Gasparella ed Hoplites impreziosiscono con i loro contributi strumentali e vocali questa opera ambiziosa, vera sintesi - se così si può dire - della filosofia guenoniana. Come già accaduto in occasione delle due uscite precedenti (i primi tasselli di questa ideale trilogia), molteplici sono le influenze che fanno capolino nell’universo TSIDMZ, anzi il substrato di natura “martial-industrial” si stempera parecchio in quest’ultimo lavoro, approdando su atmosfere maggiormente riflessive: ascoltate il recitato tedesco di Stefania Domiziana nell’ipnotica “Brahma” piuttosto che il “martial-ambient” di “Ost und West”, ma anche “La crise du monde moderne” o “Simbolos de la ciencia sagrada”, che veleggiano verso la psichedelia visionaria dei Blood Axis di “Absinthe”; non mancano poi sapori mediorientali, “Le Démiurge” con il suo potere incantatore ne è l’esempio principe. Il mastering finale è affidato ancora una volta alle sapienti mani di Peter Andersson di Raison d’Être, mentre l’artwork è a cura di Jacopo Fanò della label Naked Lunch. Ricollegandoci ancora a Guénon, secondo la teoria dei Cicli Cosmici risulta alquanto probabile che oggigiorno ci troviamo nell’ oscura fase (quella terminale?) dell’Età del Ferro, ove i principi spirituali hanno lasciato il campo ad una prospettiva esclusivamente materialistica. Un’epoca in cui non sorprende affatto la necessità di riallinearsi e di “ritracciare” la propria via, se ne avverte un disperato bisogno. E Solimano Mutti, con questo lavoro, ce lo rammenta più che mai, dimostrando ancora una volta quanto la musica possa essere, ancor prima che forma d’ arte, un potente veicolo di pensieri ed attitudini.
Info: www.reverbnation.com/tsidmz
(Oflorenz)