Web-zine di musica, cultura, arte e tutto l'universo oscuro

 

Label

facebook
E AKTION
Whole
CDr (Looney-Tick Productions)


La benemerita Looney-Tick, fondamentalmente veicolo espressivo per le uscite del suo mastermind Daniele Santagiuliana, ci propone in questo caso la ristampa del potente esordio (e ad oggi unico parto) di E Aktion, duo capitolino facente capo alla coppia di terroristi sonici S Shaitan e Mor.Xiten. Rimasterizzate ed arricchite da una grafica nuova di zecca, le dieci tracce abrasive di “Whole” tornano a rivivere, più minacciose e violente che mai, in un’edizione che può essere considerata la prima ufficiale, dopo la versione sostanzialmente per uso promozionale del 2010.Disgregazione/Scomposizione della materia sonica così come del corpo umano, tanto suggeriscono i titoli dell’opera suscitando un immaginario invero piuttosto sinistro; “Left leg”, “Right Leg”, Left Arm”, “Right Arm”…: in effetti “Whole” è un concept che ruota attorno al cosiddetto “Body Integrity Identity Disorder”, una grave patologia mentale che in casi estremi porta il malato al desiderio di auto-mutilazione. Stati di disagio e malattia che vengono declinati alla perfezione attraverso i drones al vetriolo (de)costruiti dal duo romano, abile nel muoversi agevolmente tra pulsioni rythmic-industrial, picchi noise e soffocanti trame ambientali. Difficilmente Mr.Testing Vault Daniele Santagiuliana poteva scegliere titolo migliore da inserire nel proprio catalogo, anche perché, sappiatelo: l’attacco di “BIID” spazza via da solo gli ultimi cinquanta dischi del genere che sono passati sul vostro lettore o piatto.
Info: http://soundcloud.com/e-aktion
(Oflorenz)

AAVV
CRACKLING SUN

CDr (Show Me Your Wounds Productions)

Dopo l’ottima “Autolyse” del 2012, l’elvetica SMYW torna a proporre un assaggio della materia in cui è più forte tramite una nuova compilation su CDr numerata e limitata a novantanove esemplari. Impreziosita dall’artwork minimale quanto d’impatto ad opera di AimA (una ruota solare nera che richiama non poco l’universo Coil), “Cracking Sun” snocciola uno spaccato altamente indicativo della scena industrial-esoterica italiana e transalpina (unica “incursione” esterna il nipponico K2), annoverando tra gli altri alcuni big come Becuzzi, Bandera, Lunus, il trittico Deison/Altieri/Balestrazzi e Satanismo Calibro 9. Spetta proprio ad “Innervation Patterns” di Cristiano Deison e Candor Chasma (l’ormai rodato duo Corrado Altieri-Simon Balestrazzi) il compito di aprire le ostilità, con il suo attacco cosmico siderale che si irruvidisce col passar dei minuti, preparandoci lentamente a quella che si rivelerà una buona ora di magmatica materia sonica industrial-noise. Se i picchi più estremi sono da ricercare nelle tracce degli storici Sshe Retina Stimulants e soprattutto del giapponese K2 (Kimihide Kusafuka, mosse i primi passi parallelamente a Gerogerigegege e Violent Onsen Geisha!), Gianluca Becuzzi utilizza campionamenti del verso di famelici volatili in uno dei suoi due apporti, non a caso titolato “If the crown are hungry”; Marco Grosso di Ouroboros ed il mortifero recitato di Porta Vittoria supportano invece la tetrissima “Solar Anus” propostaci da Satanismo Calibro 9, mentre ritmiche metalliche e sibili rumoristici sgorgano da “Handful” di DeviLs G., qui presente come Lunus, che diventa più riflessivo nell’altra traccia con Xenos, “Red River”. Interessante per il sottoscritto la scoperta del francese Eric Jovet, in arte I Eternal, con la sincopata “Solar Wind”, mentre i drones soffocanti di Icydawn (promotore con Nebo della raccolta), chiudono definitivamente le danze di “Crackling Sun”. Fatta eccezione per l’ottima “Nature Unveiled II” di Tele.S.Therion (duo formato da Sandro Gronchi e Pietro Riparbelli di K11), già uscita nel 2010 per Radical Matters, gli undici brani sono inediti scritti appositamente per la compilation elvetica, che va a dare un degno seguito alla precedente “Autolyse” ponendo nel contempo un ottimo sigillo a questi primi otto anni di attività!
Info: https://www.facebook.com/ShowMeYourWoundsProduction
(Oflorenz)

SSICK Shift:
The Remixes
Download (Stridente, Inc.
)

Ci giunge da Catania questo multiforme lavoro targato Ssick, nome d’arte del musicista e produttore siciliano Angelo Russo, trasferitosi da circa un anno in Gran Bretagna. Angelo chiama a raccolta ben nove progetti isolani e li sfida a rielaborare per intero il suo ultimo lavoro “Shift”, impegnandosi a sua volta nella produzione finale per quello che si rivela un ambizioso lavoro di squadra a più mani. “The Remixes”, peraltro senza mai sconfinare in sonorità dall’approccio ostico o eccessivamente sperimentale, è scevro di qualsiasi barriera di genere, grazie anche alla variegata provenienza delle bands coinvolte: scivolerete disinvoltamente dall’elegante wave spruzzata di elettronica di Clone Theory alla electro oscura di Loozoo, mentre l’attacco di Artcore Machine fa venir voglia di ballare e Stagioni Sintetiche sconfinano in ambientazioni vagamente Portishead. Materia elettronica dunque collante e comune denominatore dell’intero lavoro, seppur declinata in sfumature di varia natura che anche negli episodi maggiormente sperimentali (ascoltate la versione di “Everytime I fall” ad opera di Grimmates) mai tralascia marcati aspetti ritmici e melodici. Bello l’artwork del disco, basato su di una ri-elaborazione operata da El Duff della fotografia di Alessandra Lanzafame utilizzata per la cover originaria di “Shift”: non manca un certo richiamo all’immaginario shoegaze delle covers di My Bloody Valentine, tra psichedelico cromatismo e decomposizioni “out of focus”. Citiamo infine con piacere i gruppi coinvolti nel progetto, sperando così di invogliarvi ad approfondire le vicende di ognuno di loro, magari partendo proprio dai vostri remix preferiti di “Shift”: A Modern Way To Die, Clones Theory, Loozoo, My Terminal And The Trip, Artcore Machine, Stagioni Sintetiche, After Electronic War, Grimmates, Jack Jumper. Uno spaccato interessante della scena elettronica (e non solo) underground del nostro Sud, che anche grazie a lavori come questo dimostra di avere molto da dire e di meritare in futuro maggiore visibilità.
Info: http://www.ssick.info/
(Oflorenz)
XXENA & D.B.P.I.T.
White stories of black whales

CDR (Dischi Gatto Alieno)


Il recente viaggio nelle magnifiche terre islandesi ha fortemente ispirato la collaudata coppia romana per questo concept sulle balene, e certamente “White stories of Black Whales” è stato anche per il sottoscritto un piacevole e nostalgico ritorno verso l’isola del ghiaccio e del fuoco, senza alcun dubbio tra le esperienze più entusiasmanti della mia vita . Arianna e Flavio uniscono il loro estro di grafica e musicista d’avanguardia per confezionare un piccolo gioiellino da guardare e da ascoltare, confermandoci ancora una volta quanto il supporto fisico possa aggiungere valore a quello intrinseco insito nella materia musicale pura; autoprodotto tramite la label proprietaria Gatto Alieno, il dischetto esce in formato CDr custodito in un prezioso album formato A4, che include quattro tavole disegnate da Arianna e dedicate al maestoso cetaceo vivente nelle aree sub-polari del nostro pianeta. Se i disegni richiamano lo stile tipico dei “pesci meccanici” di XXENA, le sonorità delle quattro lunghe tracce composte da DBPIT lambiscono i territori di un’ ispirata sperimentazione ambientale, impreziosita da field-recordings a tema ( i versi e i canti delle balene nelle lunghe “Dance in the deep blue” e “Fly away”) che contribuiscono a proiettare la mente verso il livido immaginario dei mari del Nord, con una forza ancor maggiore per chi – come chi scrive – ha avuto la fortuna di visitare quei luoghi. Ciclici drones si stemperano in lunghe fasi connotate da beats ipnotici e ripetuti, resi ancor più oscuri e misteriosi dai campionamenti dei caratteristici versi degli imponenti cetacei, padroni incontrastati degli abissi marini. Se in passato i belgi Hybryds e Vidna Obmana avevano dedicato un loro concept agli animali dell’acquario di Anversa, XXENA e D.B.P.I.T. vanno oltre le umane barriere immergendosi/ci nei mari sconfinati dell’estremo nord e nella loro natura incontaminata e misteriosa. Per chi tra voi possedesse un animo fanciullesco, magari a dispetto di un’età non più verde, sappiate che i disegni dell’album di White Stories sono concepiti e predisposti per essere colorati. Armatevi di pennarelli e di un buon paio di cuffie, gli oceani dell’estremo nord, ed i loro abitanti, vi attendono insieme a mille storie fantastiche da raccontare.
Info: https://dbpitxxena.bandcamp.com/album/white-stories-of-black-whales
(Oflorenz)
SOLCO CHIUSO
Human Textures CD
(Lost Empires Records)


Possedete nella vostra collezione vinili con un solco chiuso registrato? La puntina entra in un loop senza fine, ipnotico, insistente, ossessionante. Alcune di queste caratteristiche si ritrovano puntuali nel progetto nuovo di zecca animato da Gabriele Fagnani, mastermind della Corazzata Valdemone da oltre dieci anni ed oggi impegnato in questo ritorno alle sonorità dure e crude della vecchia scuola industrial/power-electronics. Un rientro in grande stile, accompagnato dall’intervento di alcuni prestigiosi ospiti appartenenti alla vecchia guardia della nostrana “Grey area”. Le radio-frequenze disturbate di “The Target” ci introducono immediatamente alla prima traccia killer di “Can life privail?”, un assalto all’arma bianca che non fa prigionieri, e che non a caso vede l’intervento del grande Marco “Wertham” Deplano. L’album in effetti non concede molti momenti di respiro, anzi la successiva “Flowers of stone” aumenta ancora i livelli di violenza aggredendo l’ascoltatore a forza di sibili analogici che atterrano solamente con l’inizio della più riflessiva - ma non meno abrasiva - “Rusty Rituals”: qui a prestare i propri servigi é Naxal Protocol, che qualcuno tra voi ricorderà relativamente al vecchio progetto di fine ’90, Cazzodio. Se l’attacco di “Zwei” richiama alla mente i loops ossessivi della mitica “Yu-Gung” dei Neubauten, i nostri speaker vibrano alle basse frequenze di “Sex is a crime”, supportata questa volta da Giovanni Mori di Le Cose Bianche, mentre la title-track parte in quarta con un loop circolare (ricordate il solco chiuso…?!) sovrapposto a voci pesantemente filtrate: qui é Clau D.E.D.I. l’ospite di turno! La terminale “The Mesmerizer” é forse il brano meno violento ma sotto certi aspetti più autenticamente sperimentale dell’intero lavoro, e forse non é un caso che ci sia lo zampino di Empirical Evidence, al secolo Aldo Ammirata, pioniere sperimentatore palermitano sin dagli anni ’70. “Human Textures” sancisce di fatto la nascita della francese Lost Empires Records, underground label di Bordeaux che non poteva iniziare meglio la propria attività. Industrial sound nella sua essenza più verace.
Info: https://www.facebook.com/solco.chiuso
(Oflorenz)