E
AKTION
Whole
CDr (Looney-Tick Productions)
La benemerita Looney-Tick, fondamentalmente veicolo espressivo
per le uscite del suo mastermind Daniele Santagiuliana, ci propone
in questo caso la ristampa del potente esordio (e ad oggi unico
parto) di E Aktion, duo capitolino facente capo alla coppia
di terroristi sonici S Shaitan e Mor.Xiten. Rimasterizzate ed
arricchite da una grafica nuova di zecca, le dieci tracce abrasive
di “Whole” tornano a rivivere, più minacciose e violente che
mai, in un’edizione che può essere considerata la prima ufficiale,
dopo la versione sostanzialmente per uso promozionale del 2010.Disgregazione/Scomposizione
della materia sonica così come del corpo umano, tanto suggeriscono
i titoli dell’opera suscitando un immaginario invero piuttosto
sinistro; “Left leg”, “Right Leg”, Left Arm”, “Right Arm”…:
in effetti “Whole” è un concept che ruota attorno al cosiddetto
“Body Integrity Identity Disorder”, una grave patologia mentale
che in casi estremi porta il malato al desiderio di auto-mutilazione.
Stati di disagio e malattia che vengono declinati alla perfezione
attraverso i drones al vetriolo (de)costruiti dal duo romano,
abile nel muoversi agevolmente tra pulsioni rythmic-industrial,
picchi noise e soffocanti trame ambientali. Difficilmente Mr.Testing
Vault Daniele Santagiuliana poteva scegliere titolo migliore
da inserire nel proprio catalogo, anche perché, sappiatelo:
l’attacco di “BIID” spazza via da solo gli ultimi cinquanta
dischi del genere che sono passati sul vostro lettore o piatto.
Info: http://soundcloud.com/e-aktion
(Oflorenz) |
AAVV
CRACKLING SUN
CDr (Show Me Your Wounds Productions)
Dopo
l’ottima “Autolyse” del 2012, l’elvetica SMYW torna a proporre
un assaggio della materia in cui è più forte tramite una nuova
compilation su CDr numerata e limitata a novantanove esemplari.
Impreziosita dall’artwork minimale quanto d’impatto ad opera
di AimA (una ruota solare nera che richiama non poco l’universo
Coil), “Cracking Sun” snocciola uno spaccato altamente indicativo
della scena industrial-esoterica italiana e transalpina (unica
“incursione” esterna il nipponico K2), annoverando tra gli
altri alcuni big come Becuzzi, Bandera, Lunus, il trittico
Deison/Altieri/Balestrazzi e Satanismo Calibro 9. Spetta proprio
ad “Innervation Patterns” di Cristiano Deison e Candor Chasma
(l’ormai rodato duo Corrado Altieri-Simon Balestrazzi) il
compito di aprire le ostilità, con il suo attacco cosmico
siderale che si irruvidisce col passar dei minuti, preparandoci
lentamente a quella che si rivelerà una buona ora di magmatica
materia sonica industrial-noise. Se i picchi più estremi sono
da ricercare nelle tracce degli storici Sshe Retina Stimulants
e soprattutto del giapponese K2 (Kimihide Kusafuka, mosse
i primi passi parallelamente a Gerogerigegege e Violent Onsen
Geisha!), Gianluca Becuzzi utilizza campionamenti del verso
di famelici volatili in uno dei suoi due apporti, non a caso
titolato “If the crown are hungry”; Marco Grosso di Ouroboros
ed il mortifero recitato di Porta Vittoria supportano invece
la tetrissima “Solar Anus” propostaci da Satanismo Calibro
9, mentre ritmiche metalliche e sibili rumoristici sgorgano
da “Handful” di DeviLs G., qui presente come Lunus, che diventa
più riflessivo nell’altra traccia con Xenos, “Red River”.
Interessante per il sottoscritto la scoperta del francese
Eric Jovet, in arte I Eternal, con la sincopata “Solar Wind”,
mentre i drones soffocanti di Icydawn (promotore con Nebo
della raccolta), chiudono definitivamente le danze di “Crackling
Sun”. Fatta eccezione per l’ottima “Nature Unveiled II” di
Tele.S.Therion (duo formato da Sandro Gronchi e Pietro Riparbelli
di K11), già uscita nel 2010 per Radical Matters, gli undici
brani sono inediti scritti appositamente per la compilation
elvetica, che va a dare un degno seguito alla precedente “Autolyse”
ponendo nel contempo un ottimo sigillo a questi primi otto
anni di attività!
Info: https://www.facebook.com/ShowMeYourWoundsProduction
(Oflorenz)
|
SSICK
Shift:
The Remixes
Download (Stridente, Inc.)
Ci giunge da Catania questo multiforme lavoro targato Ssick,
nome d’arte del musicista e produttore siciliano Angelo Russo,
trasferitosi da circa un anno in Gran Bretagna. Angelo chiama
a raccolta ben nove progetti isolani e li sfida a rielaborare
per intero il suo ultimo lavoro “Shift”, impegnandosi a sua
volta nella produzione finale per quello che si rivela un ambizioso
lavoro di squadra a più mani. “The Remixes”, peraltro senza
mai sconfinare in sonorità dall’approccio ostico o eccessivamente
sperimentale, è scevro di qualsiasi barriera di genere, grazie
anche alla variegata provenienza delle bands coinvolte: scivolerete
disinvoltamente dall’elegante wave spruzzata di elettronica
di Clone Theory alla electro oscura di Loozoo, mentre l’attacco
di Artcore Machine fa venir voglia di ballare e Stagioni Sintetiche
sconfinano in ambientazioni vagamente Portishead. Materia elettronica
dunque collante e comune denominatore dell’intero lavoro, seppur
declinata in sfumature di varia natura che anche negli episodi
maggiormente sperimentali (ascoltate la versione di “Everytime
I fall” ad opera di Grimmates) mai tralascia marcati aspetti
ritmici e melodici. Bello l’artwork del disco, basato su di
una ri-elaborazione operata da El Duff della fotografia di Alessandra
Lanzafame utilizzata per la cover originaria di “Shift”: non
manca un certo richiamo all’immaginario shoegaze delle covers
di My Bloody Valentine, tra psichedelico cromatismo e decomposizioni
“out of focus”. Citiamo infine con piacere i gruppi coinvolti
nel progetto, sperando così di invogliarvi ad approfondire le
vicende di ognuno di loro, magari partendo proprio dai vostri
remix preferiti di “Shift”: A Modern Way To Die, Clones Theory,
Loozoo, My Terminal And The Trip, Artcore Machine, Stagioni
Sintetiche, After Electronic War, Grimmates, Jack Jumper. Uno
spaccato interessante della scena elettronica (e non solo) underground
del nostro Sud, che anche grazie a lavori come questo dimostra
di avere molto da dire e di meritare in futuro maggiore visibilità.
Info: http://www.ssick.info/
(Oflorenz) |
XXENA
& D.B.P.I.T.
White stories of black whales
CDR (Dischi Gatto Alieno)
Il recente viaggio nelle magnifiche terre islandesi ha fortemente
ispirato la collaudata coppia romana per questo concept sulle
balene, e certamente “White stories of Black Whales” è stato
anche per il sottoscritto un piacevole e nostalgico ritorno
verso l’isola del ghiaccio e del fuoco, senza alcun dubbio tra
le esperienze più entusiasmanti della mia vita . Arianna e Flavio
uniscono il loro estro di grafica e musicista d’avanguardia
per confezionare un piccolo gioiellino da guardare e da ascoltare,
confermandoci ancora una volta quanto il supporto fisico possa
aggiungere valore a quello intrinseco insito nella materia musicale
pura; autoprodotto tramite la label proprietaria Gatto Alieno,
il dischetto esce in formato CDr custodito in un prezioso album
formato A4, che include quattro tavole disegnate da Arianna
e dedicate al maestoso cetaceo vivente nelle aree sub-polari
del nostro pianeta. Se i disegni richiamano lo stile tipico
dei “pesci meccanici” di XXENA, le sonorità delle quattro lunghe
tracce composte da DBPIT lambiscono i territori di un’ ispirata
sperimentazione ambientale, impreziosita da field-recordings
a tema ( i versi e i canti delle balene nelle lunghe “Dance
in the deep blue” e “Fly away”) che contribuiscono a proiettare
la mente verso il livido immaginario dei mari del Nord, con
una forza ancor maggiore per chi – come chi scrive – ha avuto
la fortuna di visitare quei luoghi. Ciclici drones si stemperano
in lunghe fasi connotate da beats ipnotici e ripetuti, resi
ancor più oscuri e misteriosi dai campionamenti dei caratteristici
versi degli imponenti cetacei, padroni incontrastati degli abissi
marini. Se in passato i belgi Hybryds e Vidna Obmana avevano
dedicato un loro concept agli animali dell’acquario di Anversa,
XXENA e D.B.P.I.T. vanno oltre le umane barriere immergendosi/ci
nei mari sconfinati dell’estremo nord e nella loro natura incontaminata
e misteriosa. Per chi tra voi possedesse un animo fanciullesco,
magari a dispetto di un’età non più verde, sappiate che i disegni
dell’album di White Stories sono concepiti e predisposti per
essere colorati. Armatevi di pennarelli e di un buon paio di
cuffie, gli oceani dell’estremo nord, ed i loro abitanti, vi
attendono insieme a mille storie fantastiche da raccontare.
Info:
https://dbpitxxena.bandcamp.com/album/white-stories-of-black-whales
(Oflorenz) |
SOLCO
CHIUSO
Human Textures CD
(Lost Empires Records)
Possedete nella vostra collezione vinili con un solco chiuso
registrato? La puntina entra in un loop senza fine, ipnotico,
insistente, ossessionante. Alcune di queste caratteristiche
si ritrovano puntuali nel progetto nuovo di zecca animato da
Gabriele Fagnani, mastermind della Corazzata Valdemone da oltre
dieci anni ed oggi impegnato in questo ritorno alle sonorità
dure e crude della vecchia scuola industrial/power-electronics.
Un rientro in grande stile, accompagnato dall’intervento di
alcuni prestigiosi ospiti appartenenti alla vecchia guardia
della nostrana “Grey area”. Le radio-frequenze disturbate di
“The Target” ci introducono immediatamente alla prima traccia
killer di “Can life privail?”, un assalto all’arma bianca che
non fa prigionieri, e che non a caso vede l’intervento del grande
Marco “Wertham” Deplano. L’album in effetti non concede molti
momenti di respiro, anzi la successiva “Flowers of stone” aumenta
ancora i livelli di violenza aggredendo l’ascoltatore a forza
di sibili analogici che atterrano solamente con l’inizio della
più riflessiva - ma non meno abrasiva - “Rusty Rituals”: qui
a prestare i propri servigi é Naxal Protocol, che qualcuno tra
voi ricorderà relativamente al vecchio progetto di fine ’90,
Cazzodio. Se l’attacco di “Zwei” richiama alla mente i loops
ossessivi della mitica “Yu-Gung” dei Neubauten, i nostri speaker
vibrano alle basse frequenze di “Sex is a crime”, supportata
questa volta da Giovanni Mori di Le Cose Bianche, mentre la
title-track parte in quarta con un loop circolare (ricordate
il solco chiuso…?!) sovrapposto a voci pesantemente filtrate:
qui é Clau D.E.D.I. l’ospite di turno! La terminale “The Mesmerizer”
é forse il brano meno violento ma sotto certi aspetti più autenticamente
sperimentale dell’intero lavoro, e forse non é un caso che ci
sia lo zampino di Empirical Evidence, al secolo Aldo Ammirata,
pioniere sperimentatore palermitano sin dagli anni ’70. “Human
Textures” sancisce di fatto la nascita della francese Lost Empires
Records, underground label di Bordeaux che non poteva iniziare
meglio la propria attività. Industrial sound nella sua essenza
più verace.
Info: https://www.facebook.com/solco.chiuso
(Oflorenz) |
|