Web-zine di musica, cultura, arte e tutto l'universo oscuro

 

Label

facebook
COIL
Backwards
CD (Cold Spring)

La Cold Spring ristampa finalmente uno degli album appartenenti al periodo forse più ispirato dei Coil, quello di "Love secret domain" e "Musick to play in the dark". Nato concettualmente nel 1992 e completato tra il 1993 ed il 1996, col prezioso contributo in primis di Drew McDowall e Danny Hyde nella stesura dei brani, ed in secundo di Trent Reznor dei Nine Inch Nails per quanto riguarda la registrazione presso i suoi Nothing Studios, l'album era già stato remixato nel 2007 e pubblicato posteriormente alla morte di Balance dalla Important Records, integrandolo come bonus nella ristampa di "The ape of Naples", poi nel 2008 dalla Treshold House in edizione ampliata con aggiunti i brani recuperati "AYOR", "Fire" e "Backwards".
Danny Hyde, che già aveva riesumato l'ultimo Recoiled, è la persona che ha accompagnato i Coil nella gestione e pubblicazione del materiale sepolto negli archivi e fortunatamente non irrimediabilmente perduto, anche dopo la dipartita di Christopherson, ultimo vero membro vivente dei Coil. Con questa pubblicazione, in cui Gregg Janman si è occupato della registrazione, vengono aggiunte versioni alternative di "Amber rain" ed "Heaven's blade" (New Orleans version) apparse su "The ape of Naples" e le versioni originali di "A cold cell" e "Fire of the mind" precedentemente apparse in alcune raccolte, sacrificando "Algerian Basses" e "Princess Margaret's Man in the D'Jamalfna" che invece non compaiono più, costringendo di fatto i collezionisti a comprarsi anche questo pezzo di storia e dando invece l'opportunità agli ultimi arrivati di assaporare questa uscita, anche se non completa di tutti brani precedenti, senza svenarsi, almeno per il momento.
Sito web: http://brainwashed.com/coil
(M/B'06)

THE LAST HOUR
Deadline
CD (Seventh Crow Records/The White Room Netlabel)

Terza fatica per il progetto di Roberto Del Vecchio dei Les Jumeaux Discordants: l'album come d'abitudine è prima di tutto un ottimo lavoro dal punto di vista della registrazione e della struttura dei singoli brani, ispirati principalmente da gruppi come Clan of Xymox e da ambientazioni cosmiche, con la novità di un approccio più g roovy in alcuni pezzi come l'ispirata "Everything fades away", "Deadline" o "Winning".
Ritmi sempre pacati, regolati dalla suadente voce di Del Vecchio, che subiscono un sensibile rallentamento nei momenti più sepolcrali come "Oblivion", pezzo decisamente più riuscito del disco, che ricorda i Kirlian Camera più oscuri di "Still air".
Da segnalare anche l'opener "Heartbeat" e "Utopia": l'oscurità è forte ed aleggia per tutto l'album, ma trova spazio anche una vena malinconica che traccia il solco che lo separa dalla corposa moltitudine di uscite del genere.
Sito web: https://www.facebook.com/thelasthour04
(M/B'06)

DelendaNoia
Odi et amo
CD (Disco Dada)

Dopo il successo di "NoiaEstEtica", l'uscita dell'Ep "Remixes" e tanta musica dal vivo, tornano con un nuovo album dal titolo "Odi Et Amo", i DelendaNoia, duo sardo/emiliano dai ritmi elettro pop "affascinato dall'estetica e dalle suggestioni minimaliste dell'arte contemporanea".
Klord e Violara sono le menti creative che hanno dato vita a sonorità ossessive dagli smalti pop dance 80'/90', ballate melanconiche e impennate synth accattivanti e mai banali; un lavoro che rappresenta al meglio la loro "mutata" identità e il risultato raggiunto mantiene le attese riposte.
Le dieci tracce che compongono "Odi Et Amo" segnano un punto di svolta e maturazione sia nel sound che nella composizione, demarcando una notevole differenza rispetto al primo album. La band, che in questi ultimi anni è divenuta punto di riferimento per un nuovo elettro pop futurista targato made in Italy e che predilige atmosfere dilatate con rimandi affini alla old school wave, in questo disco apre le porte ad un pop decisamente più sofisticato, puntando su colori vividi, melodie complesse e una maggiore accortezza degli arrangiamenti.
Pur non abbandonando l'eleganza noir e il profilo tagliente e agrodolce che li caratterizza, il suono risulta più fresco e nitido, volto a formare un percorso chiaro e amalgamato: dal singolo crepuscolare e poetico "Non nevica più", da cui è stato tratto il primo video di animazione realizzato da AlexLed, ai riverberi nostalgico-avveniristici di "False", "Iperspazio" e "Il diario di domani", passando per l'ottima "Tra parentesi", la classica "Cambia un'opinione" alle spietate e ironiche "La sorpresa" e "Non apprezzo". Emanano luce propria "Maladie", con la voce di Violara che dipinge armoniose linee melodiche su una nenia dal ritmo alienante e la cover sussurrata da Klord eterea e avvolgente di "Fotoromanza" di Gianna Nannini.
I DelendaNoia confezionano un disco efficace che non lascia dubbi sulle loro qualità cantautorali, ritmicamente ben strutturato e contrassegnato da una forte consapevolezza delle proprie capacità.
Contatti: https://www.facebook.com/DelendaNoiaOfficial
http://delendanoia.tumblr.com/
(Lara Bertoglio)

LYKE WAKE
Fall of the corrupt
CDr (Aseptic Noise)

“Il disagio di chi si trova in un mondo non suo sapendo che il proprio non esiste”. Questa laconica frase é riportata all’interno del nero digipak dalla lugubre copertina, il cui concept ricorda vagamente quello di “Necrose Evangelicum” di Brighter Death Now. Un sentimento, con ogni probabilità, non esclusivamente appartenente all’autore capitolino Stefano Di Serio, ma in qualche modo radicato nel cuore di alcuni di noi, in procinto di ascoltare quest’ultima, magnifica sinfonia targata LW. > Licenziato tramite la label proprietaria Aseptic Noise, veicolo artistico di Stefano sin dai primi anni ’80, “Fall of the corrupt” é per stessa ammissione dell’autore una summa definitiva del verbo LW, quel disco più volte cercato che finalmente si manifesta fulgidamente nella sua totalità. Con la sua ora di durata, l’unica traccia del dischetto si rivela una suite sinfonica in piena regola, ricca di tutti gli elementi fondanti del caleidoscopio sonoro da sempre patrimonio prezioso dell’autore di gemme come “The long last dream” e “The Black Light”. L’aspetto onirico e l’istinto visionario di LW si scatenano con una spontaneità non comune, facendo emergere ancora una volta il suo background alimentato non solo dalla gloriosa epoca post-punk e post-industrial ma anche e soprattutto da massicce dosi di prog sinfonico di settantiana memoria. Chiudere gli occhi e immergersi nella spirale di “Fall of the corrupt” significa disegnare con l’immaginazione i tratti di quel mondo che vorremmo, e che forse non esiste. O forse si, almeno per un’ora, quell’anelata esistenza ce la costruiamo da noi, insieme a Lyke Wake. Un sigillo diamantino ad una discografia tra le migliori di sempre mai prodotte da un artista “non conforme” della nostra scena.
Info: http://lykewake.wix.com/lyke-wake
(Oflorenz)

SACHER PELZ / SUCTION MELENA
Neutropenia
Tape (Custom Body Records)

Una C60 nera, avvolta in una garza stretta da nastro adesivo rosso, a mo’ di “sigillo” un frammento di radiografia. Questo il feticcio che custodisce il ritorno del mitico progetto Sacher Pelz, alter ego del maestro Maurizio Bianchi che operò sotto questo pseudonimo addirittura dal 1979, anno di uscita del trittico di cassette “Venus”, “Cease to Exist” e “Cainus”. E’ bello che a distanza di ben 36 anni MB abbia deciso di riaffacciarsi sulla scena in compagnia dell’inarrestabile Giovanni Mori, già suo compagno d’azione un paio di anni fa nel doppio Cdr “Zyklusters / Structural Sessions”. Anche Giovanni, per l’occasione, opera con diverso “logo”, e per la precisione con quello del suo side-project Suction Melena, autore ad oggi di altre due collaborazioni con Iugula-Thor ed Odio. “Neutropenia” ci propone due lunghi brani, uno per lato: “Nitrosuree”, che sfiora la mezz’ora di durata, é in qualche modo una “traccia amarcord” con cui Sacher Pelz ritorna sui suoi primissimi passi, la cosiddetta “neurotic age” a cavallo degli anni ’70 e ’80 come recitano le scarne note a corredo della tape. Un viaggio distorto e malato che mi ricorda le suites di taglio maggiormente ambient di Merzbow, su tutte quelle contenute nel mega box non a caso titolato “Merzbient”. Un po’ più breve il lato B del nastro, con la risposta di Giovanni chiamata “Chemosensitizer”, leggermente più “noise” rispetto al materiale a nome SP benché lontana dalla violenza power-electronics tipica delle uscite targate Le Cose Bianche. Le 33 copie di questo autentico feticcio escono sotto l’egida della label dello stesso Mori, Custom Body Records. Se mentre leggete qualche esemplare fosse ancora disponibile, fatelo vostro.
Info: http://lecosebianche.blogspot.it/2015/01/suction-melena.html
(Oflorenz)

ASHES TO ASHES
Urania
Download (Worm Hole Death)

Ritornano dopo l'ottimo debutto gli Ashes To Ashes, band alternative metal fondata a Genova, capitanata dalla bella e carismatica Marta Vassallo. Il genere proposto oscilla tra brani melodici e prettamente alternative rock ad altri decisamente più tirati e carichi a metà tra il nu metal e il gothic metal à la Lacuna Coil ed Evanescence, non a caso primi nella lista delle band preferite dal gruppo. Gruppo giovane che sfrutta sapientemente il talento compositivo di Paolo Schiavi (lead guitar) e la splendida voce di Marta, che si occupa anche delle tastiere, entrambi supportati egregiamente da Enrico Cabona (seconda chitarra), Stefano Anentodio (basso) e Paolo Di Lorenzo (batteria). Il nuovo album non delude le aspettative: canzoni fresche e ben suonate, che invitano a cantare ed a seguire i vivaci fraseggi di chitarra. I ragazzi ci mettono il cuore e si sente. Il disco beneficia inoltre di un'ottima registrazione, un suono pulito ed asciutto, ma anche caldo al punto giusto da valorizzare la voce di Marta nelle parti più melodiche ed emozionali, che strizzano l'occhio a certo rock/metal mainstream che ha spopolato qualche anno addietro. Undici brani senza veri punti deboli, il disco scorre veloce senza mai annoiare: sentiremo parlare di loro.
Sito web: http://www.ashestoashesband.com
(M/B'06)

SHE SPREAD SORROW
Rumspringa
CD (Cold Spring)

La metà femminile dei disciolti ovadesi Deviated Sister TV affila le armi ed esordisce in grande stile per la britannica Cold Spring, label di punta dell’area più oltranzista sin dal termine degli anni ’80. La grafica del digipak, splendida quanto pregna di contenuti “forti”, ci introduce immediatamente nel concept del lavoro, incentrato su di un universo di elementi quali senso di colpa, desiderio sessuale, istinti repressi e perversione, il tutto vissuto e filtrato in un’ottica assolutamente femminile: quella di Alice.
Vergogna/piacere, desiderio/negazione: i drones di “Spring of regret”, lenti e soffocanti, ci catapultano a forza nella nuova incarnazione di Alike Kundalini, un mondo ove l’universo affettivo e sessuale é sinonimo di violenta sofferenza, quella sprigionata dalle voci sussurrate in “Herself denial” ad esempio, o nella title-track “Red Rumspringa”, greve e plumbea come un macigno. > “I kept my mouth shout, I haven’t told anyone, I hid everything, Nobody knows, I am ashamed, I still feel it inside me”. Parole che non necessitano di spiegazione alcuna, i death-soundscapes di She Spread Sorrow parlano da soli, e non ammettono fraintendimenti. Non esiterei a definire “Rumspringa” uno degli esordi più brillanti della scena nostrana, e non mi stupirei se nel giro di qualche tempo, grazie alla sua brillante ricodificazione del verbo power-electronics in chiave “slow-core” (passatemi il termine), diventasse a sua volta un classico. Grandioso.
Info: http://shespreadsorrow.wordpress.com
(Oflorenz)