COIL
Backwards
CD (Cold Spring)
La Cold Spring ristampa finalmente uno degli album appartenenti
al periodo forse più ispirato dei Coil, quello di "Love secret
domain" e "Musick to play in the dark". Nato concettualmente
nel 1992 e completato tra il 1993 ed il 1996, col prezioso contributo
in primis di Drew McDowall e Danny Hyde nella stesura dei brani,
ed in secundo di Trent Reznor dei Nine Inch Nails per quanto
riguarda la registrazione presso i suoi Nothing Studios, l'album
era già stato remixato nel 2007 e pubblicato posteriormente
alla morte di Balance dalla Important Records, integrandolo
come bonus nella ristampa di "The ape of Naples", poi nel 2008
dalla Treshold House in edizione ampliata con aggiunti i brani
recuperati "AYOR", "Fire" e "Backwards".
Danny Hyde, che già aveva riesumato l'ultimo Recoiled, è la
persona che ha accompagnato i Coil nella gestione e pubblicazione
del materiale sepolto negli archivi e fortunatamente non irrimediabilmente
perduto, anche dopo la dipartita di Christopherson, ultimo vero
membro vivente dei Coil. Con questa pubblicazione, in cui Gregg
Janman si è occupato della registrazione, vengono aggiunte versioni
alternative di "Amber rain" ed "Heaven's blade" (New Orleans
version) apparse su "The ape of Naples" e le versioni originali
di "A cold cell" e "Fire of the mind" precedentemente apparse
in alcune raccolte, sacrificando "Algerian Basses" e "Princess
Margaret's Man in the D'Jamalfna" che invece non compaiono più,
costringendo di fatto i collezionisti a comprarsi anche questo
pezzo di storia e dando invece l'opportunità agli ultimi arrivati
di assaporare questa uscita, anche se non completa di tutti
brani precedenti, senza svenarsi, almeno per il momento.
Sito web: http://brainwashed.com/coil
(M/B'06) |
THE
LAST HOUR
Deadline
CD (Seventh Crow Records/The White Room Netlabel)
Terza
fatica per il progetto di Roberto Del Vecchio dei Les Jumeaux
Discordants: l'album come d'abitudine è prima di tutto un
ottimo lavoro dal punto di vista della registrazione e della
struttura dei singoli brani, ispirati principalmente da gruppi
come Clan of Xymox e da ambientazioni cosmiche, con la novità
di un approccio più g roovy in alcuni pezzi come l'ispirata
"Everything fades away", "Deadline" o "Winning".
Ritmi sempre pacati, regolati dalla suadente voce di Del Vecchio,
che subiscono un sensibile rallentamento nei momenti più sepolcrali
come "Oblivion", pezzo decisamente più riuscito del disco,
che ricorda i Kirlian Camera più oscuri di "Still air".
Da segnalare anche l'opener "Heartbeat" e "Utopia": l'oscurità
è forte ed aleggia per tutto l'album, ma trova spazio anche
una vena malinconica che traccia il solco che lo separa dalla
corposa moltitudine di uscite del genere.
Sito web: https://www.facebook.com/thelasthour04
(M/B'06)
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DelendaNoia
Odi et amo
CD (Disco Dada)
Dopo
il successo di "NoiaEstEtica", l'uscita dell'Ep "Remixes"
e tanta musica dal vivo, tornano con un nuovo album dal titolo
"Odi Et Amo", i DelendaNoia, duo sardo/emiliano dai ritmi
elettro pop "affascinato dall'estetica e dalle suggestioni
minimaliste dell'arte contemporanea".
Klord e Violara sono le menti creative che hanno dato vita
a sonorità ossessive dagli smalti pop dance 80'/90', ballate
melanconiche e impennate synth accattivanti e mai banali;
un lavoro che rappresenta al meglio la loro "mutata" identità
e il risultato raggiunto mantiene le attese riposte.
Le dieci tracce che compongono "Odi Et Amo" segnano un punto
di svolta e maturazione sia nel sound che nella composizione,
demarcando una notevole differenza rispetto al primo album.
La band, che in questi ultimi anni è divenuta punto di riferimento
per un nuovo elettro pop futurista targato made in Italy e
che predilige atmosfere dilatate con rimandi affini alla old
school wave, in questo disco apre le porte ad un pop decisamente
più sofisticato, puntando su colori vividi, melodie complesse
e una maggiore accortezza degli arrangiamenti.
Pur non abbandonando l'eleganza noir e il profilo tagliente
e agrodolce che li caratterizza, il suono risulta più fresco
e nitido, volto a formare un percorso chiaro e amalgamato:
dal singolo crepuscolare e poetico "Non nevica più", da cui
è stato tratto il primo video di animazione realizzato da
AlexLed, ai riverberi nostalgico-avveniristici di "False",
"Iperspazio" e "Il diario di domani", passando per l'ottima
"Tra parentesi", la classica "Cambia un'opinione" alle spietate
e ironiche "La sorpresa" e "Non apprezzo". Emanano luce propria
"Maladie", con la voce di Violara che dipinge armoniose linee
melodiche su una nenia dal ritmo alienante e la cover sussurrata
da Klord eterea e avvolgente di "Fotoromanza" di Gianna Nannini.
I DelendaNoia confezionano un disco efficace che non lascia
dubbi sulle loro qualità cantautorali, ritmicamente ben strutturato
e contrassegnato da una forte consapevolezza delle proprie
capacità.
Contatti: https://www.facebook.com/DelendaNoiaOfficial
http://delendanoia.tumblr.com/
(Lara Bertoglio)
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LYKE
WAKE
Fall of the corrupt
CDr (Aseptic Noise)
“Il disagio di chi si trova in un mondo non suo sapendo che
il proprio non esiste”. Questa laconica frase é riportata all’interno
del nero digipak dalla lugubre copertina, il cui concept ricorda
vagamente quello di “Necrose Evangelicum” di Brighter Death
Now. Un sentimento, con ogni probabilità, non esclusivamente
appartenente all’autore capitolino Stefano Di Serio, ma in qualche
modo radicato nel cuore di alcuni di noi, in procinto di ascoltare
quest’ultima, magnifica sinfonia targata LW. > Licenziato tramite
la label proprietaria Aseptic Noise, veicolo artistico di Stefano
sin dai primi anni ’80, “Fall of the corrupt” é per stessa ammissione
dell’autore una summa definitiva del verbo LW, quel disco più
volte cercato che finalmente si manifesta fulgidamente nella
sua totalità. Con la sua ora di durata, l’unica traccia del
dischetto si rivela una suite sinfonica in piena regola, ricca
di tutti gli elementi fondanti del caleidoscopio sonoro da sempre
patrimonio prezioso dell’autore di gemme come “The long last
dream” e “The Black Light”. L’aspetto onirico e l’istinto visionario
di LW si scatenano con una spontaneità non comune, facendo emergere
ancora una volta il suo background alimentato non solo dalla
gloriosa epoca post-punk e post-industrial ma anche e soprattutto
da massicce dosi di prog sinfonico di settantiana memoria. Chiudere
gli occhi e immergersi nella spirale di “Fall of the corrupt”
significa disegnare con l’immaginazione i tratti di quel mondo
che vorremmo, e che forse non esiste. O forse si, almeno per
un’ora, quell’anelata esistenza ce la costruiamo da noi, insieme
a Lyke Wake. Un sigillo diamantino ad una discografia tra le
migliori di sempre mai prodotte da un artista “non conforme”
della nostra scena.
Info: http://lykewake.wix.com/lyke-wake
(Oflorenz) |
SACHER
PELZ / SUCTION MELENA
Neutropenia
Tape (Custom Body Records)
Una
C60 nera, avvolta in una garza stretta da nastro adesivo rosso,
a mo’ di “sigillo” un frammento di radiografia. Questo il
feticcio che custodisce il ritorno del mitico progetto Sacher
Pelz, alter ego del maestro Maurizio Bianchi che operò sotto
questo pseudonimo addirittura dal 1979, anno di uscita del
trittico di cassette “Venus”, “Cease to Exist” e “Cainus”.
E’ bello che a distanza di ben 36 anni MB abbia deciso di
riaffacciarsi sulla scena in compagnia dell’inarrestabile
Giovanni Mori, già suo compagno d’azione un paio di anni fa
nel doppio Cdr “Zyklusters / Structural Sessions”. Anche Giovanni,
per l’occasione, opera con diverso “logo”, e per la precisione
con quello del suo side-project Suction Melena, autore ad
oggi di altre due collaborazioni con Iugula-Thor ed Odio.
“Neutropenia” ci propone due lunghi brani, uno per lato: “Nitrosuree”,
che sfiora la mezz’ora di durata, é in qualche modo una “traccia
amarcord” con cui Sacher Pelz ritorna sui suoi primissimi
passi, la cosiddetta “neurotic age” a cavallo degli anni ’70
e ’80 come recitano le scarne note a corredo della tape. Un
viaggio distorto e malato che mi ricorda le suites di taglio
maggiormente ambient di Merzbow, su tutte quelle contenute
nel mega box non a caso titolato “Merzbient”. Un po’ più breve
il lato B del nastro, con la risposta di Giovanni chiamata
“Chemosensitizer”, leggermente più “noise” rispetto al materiale
a nome SP benché lontana dalla violenza power-electronics
tipica delle uscite targate Le Cose Bianche. Le 33 copie di
questo autentico feticcio escono sotto l’egida della label
dello stesso Mori, Custom Body Records. Se mentre leggete
qualche esemplare fosse ancora disponibile, fatelo vostro.
Info: http://lecosebianche.blogspot.it/2015/01/suction-melena.html
(Oflorenz)
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ASHES
TO ASHES
Urania
Download (Worm Hole Death)
Ritornano
dopo l'ottimo debutto gli Ashes To Ashes, band alternative
metal fondata a Genova, capitanata dalla bella e carismatica
Marta Vassallo. Il genere proposto oscilla tra brani melodici
e prettamente alternative rock ad altri decisamente più tirati
e carichi a metà tra il nu metal e il gothic metal à la Lacuna
Coil ed Evanescence, non a caso primi nella lista delle band
preferite dal gruppo. Gruppo giovane che sfrutta sapientemente
il talento compositivo di Paolo Schiavi (lead guitar) e la
splendida voce di Marta, che si occupa anche delle tastiere,
entrambi supportati egregiamente da Enrico Cabona (seconda
chitarra), Stefano Anentodio (basso) e Paolo Di Lorenzo (batteria).
Il nuovo album non delude le aspettative: canzoni fresche
e ben suonate, che invitano a cantare ed a seguire i vivaci
fraseggi di chitarra. I ragazzi ci mettono il cuore e si sente.
Il disco beneficia inoltre di un'ottima registrazione, un
suono pulito ed asciutto, ma anche caldo al punto giusto da
valorizzare la voce di Marta nelle parti più melodiche ed
emozionali, che strizzano l'occhio a certo rock/metal mainstream
che ha spopolato qualche anno addietro. Undici brani senza
veri punti deboli, il disco scorre veloce senza mai annoiare:
sentiremo parlare di loro.
Sito web: http://www.ashestoashesband.com
(M/B'06)
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SHE SPREAD SORROW
Rumspringa
CD (Cold Spring)
La metà femminile dei disciolti ovadesi Deviated Sister TV affila
le armi ed esordisce in grande stile per la britannica Cold
Spring, label di punta dell’area più oltranzista sin dal termine
degli anni ’80. La grafica del digipak, splendida quanto pregna
di contenuti “forti”, ci introduce immediatamente nel concept
del lavoro, incentrato su di un universo di elementi quali senso
di colpa, desiderio sessuale, istinti repressi e perversione,
il tutto vissuto e filtrato in un’ottica assolutamente femminile:
quella di Alice.
Vergogna/piacere, desiderio/negazione: i drones di “Spring of
regret”, lenti e soffocanti, ci catapultano a forza nella nuova
incarnazione di Alike Kundalini, un mondo ove l’universo affettivo
e sessuale é sinonimo di violenta sofferenza, quella sprigionata
dalle voci sussurrate in “Herself denial” ad esempio, o nella
title-track “Red Rumspringa”, greve e plumbea come un macigno.
> “I kept my mouth shout, I haven’t told anyone, I hid everything,
Nobody knows, I am ashamed, I still feel it inside me”. Parole
che non necessitano di spiegazione alcuna, i death-soundscapes
di She Spread Sorrow parlano da soli, e non ammettono fraintendimenti.
Non esiterei a definire “Rumspringa” uno degli esordi più brillanti
della scena nostrana, e non mi stupirei se nel giro di qualche
tempo, grazie alla sua brillante ricodificazione del verbo power-electronics
in chiave “slow-core” (passatemi il termine), diventasse a sua
volta un classico. Grandioso.
Info: http://shespreadsorrow.wordpress.com
(Oflorenz) |
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