AIMA
Haiku Irregolari in
Forma di Musica
CD/CD + Illustrated
Book (Show Me Your Wounds Productions)
Gli undici ‘Haiku
Irregolari in Forma di Musica’ contenuti nel disco
che andiamo a trattare, fanno da compendio
all’omonima opera poetico letteraria licenziata
nel 2018 da Agorà & Co., un volumetto ad opera
dell’autrice Aima. Componimento poetico in forma breve risalente al
Giappone del XVII secolo, l’haiku é la forma
prescelta da Aima che qui trova un’ideale
trasposizione in musica, sotto forma di undici
collaborazioni con artisti appartenenti
principalmente alla scena dark-folk ed industriale
italica e non solo. Vogliamo ricordare i
prestigiosi ospiti partecipanti, a partire dai
nostri Marco Milanesio (DsorDNE), che si occupa
anche della produzione, Vinz Aquarian (Calle della
Morte, Ballo delle Castagne e L’Amara) ,
3Vor e Wutanes Heer; tra gli stranieri donano lustro
all’opera collaboratori storici di Aima quali
Gerard Hallstatt (Allerseelen, Miel Noir) e gli
ellenici iNsCissorS, ma anche Arthur Geffroy, Nico
Guerrero e la violoncellista di origine magiara
Annamaria Bernadette Cristian, altra partner di
vecchia data anche in occasione dei live set. La
coerenza e la continuità stilistica di questi
undici ‘haiku sonori’ assicurano un ascolto
coinvolgente in grado di catturarci in un universo
ermetico e misterioso, costellato dai magnifici
soundscapes composti ad hoc dalla grande
‘famiglia’ radunata da Aima, e dalla stessa
autrice negli ultimi due brani, ‘Lux’ e la
title-track, ove oltre a prestare la voce suona
arpa e campane tibetane. La matrice sonora del
lavoro, fondamentalmente di natura ‘ambientale’,
sprigiona un’aura fortemente mistica ed esoterica,
che ben si lega al recitato onirico, a tratti
ipnotico di Aima.
Ricordiamo che le
ultime due tracce erano apparse in forma originale
nel precedente ‘Di Aima il Segno’, uscito nel 2012
sempre ad opera della elvetica Show Me Your
Wounds. Se desiderate la versione speciale di
‘Haiku Irregolari in Forma di Musica’, numerata e
comprensiva del libro, potrete ordinarla presso
Aorta, il network gestito da Gerard di
Allerseelen.
Info: https://aimalichtblau.bandcamp.com/album/haiku-irregolari-in-forma-di-musica
(Oflorenz) |
AIMA and THE ILLUSION OF SILENCE
Music for Certain Rituals CD
(Indiestate Distribution)
Aima, per aver
preso parte a vari progetti
musicali come Les Jumeaux
Discordants, Allerseelen e iNsCissorS, in
questo disco inizia la collaborazione con The
Illusion of Silence di Luca Bonandini. The
Illusion of Silence è un progetto musicale cha ha
già all’attivo altri due album. In "Music for
Certain Rituals" Luca ha creato e suonato la parte
musicale e Aima si occupa delle parti vocali.
Raramente un disco mi colpisce ed ammalia già
dalle prime note e mi fa ricordare perché amo
questo genere musicale. La musica minimale di
Luca unita alla voce onirica di Aima crea
un'atmosfera evanescente che porta l’ascoltatore a
viaggiare con la mente verso un universo rarefatto
e sognante. I contenuti di questo concept
album nascono da un’approfondita ricerca
spirituale dedicata alla cultura ellenistica.
Vengono messi in musica alcuni inni orfici (poesie
attribuite ad Orfeo) e due tavolette trovate nelle
tombe di Thurii e Ipponio. A queste si aggiungono
due poesie di Aiam che fanno rivivere le tematiche
antiche nella contemporaneità. Le sonorità
dell’album ricordano le atmosfere dei Dead Can
Dance in brani come "To the Sun" e in "To Mars", e
dei primi Ataraxia in "The Pætilía Tablet".
Tutte le 11 tracce sono di estrema bellezza e il
disco va ascoltato più volte dall'inizio alla fine
senza pausa. Negli ultimi anni raramente ho
trovato un disco che mi abbia coinvolto come
"Music for Certain Rituals". Da sottolineare
la presenza 3Vor che collaborato nel
coro della traccia "Spiritui Carmen". Molto
raffinati l'artwork del digipack e la grafica
minimale del booklet realizzati da Diego
Cinquegrana. Speriamo che il sodalizio
musicale tra Aima e The Illusion of Silence non si
interrompa e che ci riservi per il futuro altre
perle musicali come “Music for Certain Rituals”.
Sito web:
https://aimatheillusionofsilence.bandcamp.com/releases
(Nikita) |
L’AMARA
Cronache dal
Sottosuolo
LP/CD (HauRuck! SPQR)
Correva il 2005, molti
tra voi si ricorderanno dell’esordio di Calle
della Morte,
si chiamava ‘Gente di malaffare’. Un titolo che
sembra sintetizzare al meglio quello spirito
‘criminal folk’ che L’ Amara punta a perpretare ed
a mantenere vivo più che mai, ricevendone appieno
il testimone. L’omonimo esordio ed il singolo di
accompagnamento ‘La croce sul Fosso’ del 2019
avevano fatto presagire che non fossimo di fronte
all’ennesima, nuova band qualsiasi apparsa sulla
scena.
Dietro l’Amara si cela
in realtà un super collettivo, trasversale e
mutante, in grado di coinvolgere la crema
dell’attuale scena dark-folk e industrial
italiana, non solo a livello prettamente musicale
ma finanche nella produzione tecnica e
nell’artwork, affidati in questo caso
rispettivamente a Yvan Battaglia ed a Dinamo
Innesco Rivoluzione. Il tutto prodotto e
distribuito da una label storica di casa nostra,
la HauRuck!SPQR capitanata da Vinz, che insieme
Jonny B. (proprio i vecchi Calle della Morte),
Adriano Vincenti di Macelleria Mobile di
Mezzanotte e Giovanni ‘Leo’ Leonardi di Sigfried
formano la regia stabile dell’intera banda.
Introdotte dalla mesta tromba de ‘Il Tema
dell’Amara’, le dodici ballate ci narrano
autentiche storie di malavita, tra regolamenti di
conti, violenza di borgata e vite disagiate,
affidandosi alla cifra stilistica di un ‘folk
noir’ più che mai ideale nel rendere in musica le
nere cronache del disco. Mi sovvengono a tratti,
più che altro nell’attitudine, i cari vecchi Novy
Svet, ma é la complessiva atmosfera d’antan a
conquistarci, capace di collocare il lavoro in una
dimensione assolutamente, e magnificamente, fuori
dal tempo. Melodie avvolgenti in una dimensione
prettamente acustica spiccano in episodi come
‘L’Appeso’ e ‘Il Malcontento’, ma la media si
mantiene ispirata nel corso dell’intero lavoro,
frutto delle menti de L’Amara con le sole
eccezioni del vecchio classico anni ‘30 di
Bregonzi ‘Recluso’ e dell’antica ballata popolare
meneghina ‘La Povera Rosetta di Piazza Vetra’, la
vicenda della giovanissima prostituta Rosetta e
della sua triste, prematura fine. Gabriele Fagnani
di Corazzata Valdemone, Trevor NG della Camerata
Mediolanense, Cristian Ryder di Porta Vittoria,
Gianni Caldararo de La Pietra Lunare, Michele
Candela di Roma Amor, Daniele Iannacone (Sun’s
Spectrum) e Vedo (Spiritocrampo) sono alcuni tra i
valorosi che completano il combo per questa
seconda opera di studio. ‘Cronache dal Sottosuolo’
esce in duecento copie numerate a mano nel formato
LP, ed in trecento esemplari su CD, il tutto
impreziosito dalla consueta, superba grafica di
Dinamo Innesco Rivoluzione.
Citando Leonardi:
‘Italian criminal-folk al secondo album, quello
della resa dei conti, infatti muoiono tutti’.
Info: https://lamara.bandcamp.com/music
(Oflorenz) |
BARAFOETIDA
777 Obscura Somnia
CD (Autoproduzione)
Quinto
full length sempre autoprodotto per questo
terzetto veneto composto da Luke Warner, Denny Z e
Triplax Vermifrux. Il nome del progetto, esistente
dal 2012, si ispira al mito di Fetonte, morto nel
delta del Po, ossia in terra polesana, da dove
origina la band. L’album in questione, dedicato
allo scomparso pittore Bruno Bezz, si muove
nell’ambito della musica elettronica con influenze
gothic, darkwave ed electro-pop coniugando i gusti
e le epserienze musicali dei membri: esso riprende
le influenze prog rock che avevano caratterizzato
l’uscita del 2018 “Buio scarlatto”, per esempio
nel brano “God of nothing” strizzando l’occhio a
quello che fu “Disco nero” dei Runes Order, anche
grazie al prezioso contributo al basso di Diego
Banchero, membro fondamentale degli storici “Il
segno del comando”. Un approccio invece legato ad
un tetro electro-pop si ritrova in brani
emozionali come “Blind” ed “Exodus”, quest’ultimo
particolarmente riuscito, dai soundscapes freddi e
vasti. I testi affrontano tematiche di natura
cabalistica ed esoterica in genere, oltre a
leggende come incubi e succubi, chiavi di lettura
e metafore per esprimere il dissenso verso la
odierna società ormai totalmente virtuale e
globalizzata, e che vede come sola speranza una
possibile vita ultraterrena. Compare infine anche
la splendida cover “Alice” dei Sisters of Mercy,
sentito tributo al goth rock inglese.
Sito Web:
https://www.barafoetida.com
(M/B’06)
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GIANLUCA
BECUZZI
In Between
CD/Digital Download
(St.An.Da)
Esce a cura di St.An.Da
(sussidiaria Silentes nata nel 2017) in duecento
esemplari su elegante digipak a tre pannelli la
nuova fatica di Gianluca Becuzzi, che ci aveva
tenuto compagnia recentemente in occasione
dell’ottimo
‘Voices’, di cui vi avevamo reso conto nel corso
dell’estate. Minimale ed elegante la grafica del
package a cura di Deison (altro artista in forza a
St.An.Da), che custodisce le nove tracce di
quest’opera corposa, suddivisa in due Cd per una
durata complessiva che supera l’ora e mezza. Per
quanto il termine ‘concept album’ non sia
attribuibile al lavoro in maniera del tutto
propria, ‘In Between’ indubbiamente esplora la
sottile, apparentemente invisibile connessione che
lega le tre figure dello sciamano, della strega e
dell’artista. La visione becuzziana accomuna le
pratiche esoteriche dei primi due all’opera del
sound-artist non conforme: effettivamente quante
volte abbiamo interpretato il suono come un medium
che consente all’ascoltatore di esplorare, seppur
virtualmente, il mondo dell’ ’Altrove’, ovvero
quella dimensione onirica che in maniera più o
meno latente è presente in noi, e chiede solamente
di essere ridestata. Un ricongiungimento con la
natura, e con un universo di ‘entità altre’ che la
musica (così come la danza per lo sciamano) può
favorire ed indurre. E sciamanico é il cantato di
‘Across the Mirror’, accompagnato da potenti
drones chitarristici che richiamano alla mente la
stra-potenza di Sunn O))), presenti anche nella
successiva ‘Diary of the Abyss’, dove si annullano
all’improvviso in secchi stacchi percussivi.
Metalliche percussioni pesanti come macigni e
‘riff’ muscolari permeano la cifra stilistica di
questo primo disco, come anche le due ‘Minos’
(Part I e II) rivelano, mentre in background si
notano gli effetti inconfondibili dei (D)ronin e
delle macchine self-made di Massimo Olla, a fare
da efficace collante ambientale. Gli oltre undici
minuti di ‘Elsewhere Maps’ ribadiscono l’andamento
monolitico del lavoro, ove ho l’impressione sia
ancora ben presente l’influenza del precedente
‘Voices’, proprio per l’utilizzo rituale dello
‘strumento voce’. Nell’ ottica complessiva del
lavoro, non casuale risulta l’utilizzo di campioni
presi dalla colonna sonora scritta dal canadese
Mark Korven per ‘The Witch’, horror di Rober
Eggers del 2015, ed utilizzati nel corso del
trittico ‘First Rite’/ ‘The Witch’/ ’Last Rite’
che occupa interamente il secondo dischetto. Se
‘First Rite’ e ‘Last Rite’ fungono da intro ed
outro, sono i ben tentatre minuti di ‘The Witch’ a
tenere banco, un viaggio orrorifico capace di
condensare le varie anime di ‘In Between’ in un
unico Maelstrom nero come la notte. In estrema
sintesi: Sciamanic drone-ambient! Info: https://gianlucabecuzzi.bandcamp.com/album/in-between
(Oflorenz) |
LA
BREICHE Le rite
CD (Cold Spring)
Dopo “Le
mal des ardents" il duo Yan Arexis e Patrick
Lafforge ritorna con un nuovo lavoro che compie un
ulteriore passo evolutivo nella direzione di un
post-folk/rock con contaminazioni dark ambient di
difficile inquadramento. I dodici brani contenuti
nel cd hanno un sapore arcano e introspettivo: lo
stile proposto trae influenza dalla musica antica,
risultando in una coesistenza di antichi strumenti
e modernità. Momenti minimali ritualistici si
ritrovano in “Senta Méra” e “Homélie du trépassé”,
alternati da bizzarre filastrocche come in
“Gæstebud” ed “Ekklesia”, e ad aperture
chitarristiche post-rock di grande impatto come in
“Exuvie”, che richiamano lande nordiche in cui il
sole mattutino si riflette sul ghiaccio inondando
di luce il paesaggio desolato. C’è un eterno
ritorno alla natura come forza creatrice e
distruttrice, rievocazioni corali che richiamano
gruppi come Gaë
Bolg e Apokrifna Realnost e la conclusiva “My
celestial journey” che omaggia gli arpeggi di
chitarra dei Sol Invictus e si chiude con ritmi
tribali e sonorità che ricordano lo split “Clavis”
di Nebulon & Hybryds. C’è insomma una grande
raccolta di influenze provenienti da ambiti
disparati, che sono state abilmente rielaborate
arrivando ad un lavoro originale e di notevole
personalità, come ci si attende da veterani come
Arexis e Lafforge.
Siti Web:
https://www.facebook.com/labreiche
https://store.coldspring.co.uk/
(M/B’06)
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CCCCNCNCN
Rafting sonoro nelle correnti elettromagnetiche CD
(Rumore Nero Records)
Esce il
disco di quello che è stato il ciclo di concerti
iniziato nel 2017, di questo collettivo
underground torinese, dal nome “Rafting sonoro
nelle correnti elettromagnetiche”, che ha avuto
come protagonista assoluto la radio e che
celebrava l’anniversario dei 25 anni dalla
nascita, a cui presero parte gli stessi CCCCNCNCN,
di Radio Black Out. Questo tour, e la conseguente
uscita discografica omonima sono una sorta di
percorso che abbraccia la storia ed il potere di
questo mezzo radiofonico visto con gli occhi
sempre politicizzati di questo progetto molto
vicino ai centri sociali e a una certa parte, se
non politica, certamente ideologica, oggi così di
moda. La performance, che venne portata in giro
per l’Italia, supportata da gran parte delle radio
antagoniste dello stivale, consisteva
nell’utilizzo di una cinquantina di radioline,
oltre a quelle che il pubblico aveva portato da
casa, sintonizzate sulla frequenza della stazione
radio ospitante di turno, che interagivano
direttamente interferendo sulla trasmissione
stessa su invito e tramite coordinazione degli
stessi musicisti. Si parte quindi con “Radio
Buonasera”, che introduce la serata e le
“istruzioni d’uso” sopra descritte. Con “Radio
Regime Permanente”, si formalizza l’atto d’accusa
contro il regime fascista tramite la riproduzione
della descrizione dell’epoca del sistema di
funzionamento delle prime trasmissioni radio di
massa in Italia avvenute nel 1936, concentrandosi
sul loro utilizzo per il “controllo permanente”
della popolazione, tramite manipolazione delle
informazioni, argomento attualissimo nell’epoca in
cui il regime che imperversa è quello del
“politically correct”. Con “Radio
Elettromagnetica” è la volta delle trasmissioni
radio delle marine militari, qui riportate immerse
in un tessuto rumoristico che si combina con
glitch di frequenza e che porta al successivo
“Radio Squallido”, dove un loop ritmato accoglie
discorsi di politici, estratti del programma
radiofonico “La zanzara” e simili. “Radio
Passacaglia”, già incluso in “Miniaturesuite”, è
forse il brano migliore, col suo andamento quieto
e solenne che i cori femminili combinati con la
tromba gli conferiscono e che richiama in un certo
senso i fasti di “Spiralia”. Poi “Radio rafting”,
in cui durante il live, dopo opportuna
distribuzione di bacchette e bidoni, gli
spettatori venivano esortati a contribuire
attivamente, come sono soliti fare ad esempio i
Militia: il ritmo è qui incalzante e travolgente.
Chiude “Radioazione”, breve pezzo che ricorda da
vicino i tipici intermezzi corali delle Officine
Schwartz. Sito Web:
https://www.ccccncncn.cc
(M/B’06)
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DANIELE CIULLINI
Poisoning at home
CD (Luce
Sia)
Sacha e
Nebo di Luce Sia mettono a segno un altro colpo
con l’uscita di questo nuovo album per uno degli
artisti fondamentali della scena sperimentale
italiana dei primi anni ottanta. Ciullini non ha
perso nulla dello smalto originale e questo lavoro
è probabilmente il più oscuro da lui realizzato
sinora. Sonorità tetre e di notevole intensità
ricompongono la tematica caratteristica di gruppi
industrial contemporanei, ad esempio Con-Dom,
legata alla “filosofia del disastro”, non quello
del terremoto di Lisbona del 1755 che scosse le
coscienze illuministe, quanto piuttosto quello
permanente che avvolge ognuno di noi nelle sue
spire ovunque, persino a casa, l’avvelenamento che
subiamo da parte dei mezzi d’informazione spesso
fasulli o prezzolati, la spinta dei governi verso
una sempre maggiore ignoranza e debolezza del
cittadino, per meglio controllarlo e sfruttarlo.
Ciullini lo declina alla grande col suo
ambient/industrial sperimentale in cui echi da
obitorio si mescolano a pulsazioni minimali che
ricordano la desolazione del primo Maurizio
Bianchi: i suoni sono crudi e primordiali,
percorsi da crepitii tipici delle comunicazioni
radio rubate, campionamenti vocali distorti
narrano il disagio quotidiano ben descritto da
titoli come “Control and obedience”, “Persuasion
gently bites” o “Aesthetic of the slave”. Lo
scenario futuro è profondamente tetro, ma questo è
un ottimo lavoro.
Sito Web:
https://www.facebook.com/daniele.ciullini.9
(M/B’06)
|
DEVIATE DAMAEN
In sanctitate, benignitatis non
miseretur! CD (Masked Dead Records)
Ogni
lavoro dei Deviate Damaen non è mai facile da
analizzare, perché questo è un gruppo che o si ama
o si odia e che non fa nessuno sforzo per
compiacere i suoi fan, anzi è costantemente
concentrato nell’allontanare il più possibile
chiunque si avvicini a loro. Ora,
contestualizzando l’ambito musicale in cui si
muovono che oscilla tra goth rock e black metal
proposti in una mescolanza davvero unica, questo è
sicuramente un grande pregio, ma bisogna
considerare l’attitudine totalmente oltraggiosa
che permea ogni singolo secondo dell’album e che
lascia senza fiato anche stomaci allenati a
digerire di tutto. Stornelli amorosi si alternano
a registrazioni di oscenità raccolte per strada
durante chissà quale protesta, ma c’è anche spazio
per musicisti classici come Mendelssohn, Daniel
Auber, Georg Neumark da cui vengono ricavati temi
e melodie, segno di una cultura musicale notevole,
che si ritrova nello spessore delle composizioni,
ma anche nell’ottima resa sonora, il tutto condito
da costanti sferzate all’ipocrisia della dottrina
cattolica e della società odierna. I Deviate
Damaen sanno essere sublimi e osceni, non
rinunciando mai alla loro vena goliardica, ma
dimostrando di essere grandi artisti e poeti se
necessario, attraversando molteplici generi e
stili musicali con grande naturalezza e
fregandosene altamente di piacere a chicchessia:
il risultato è un disco di difficile ascolto,
impossibile da spiegare, ma che lascia il segno
nel bene e nel male.
Sito Web:
https://www.facebook.com/deviatedamaen
(M/B’06)
|
ENKIL
Airgun
CD (Luce
Sia)
Enkil,
progetto solista di Franco Barletta, arriva al suo
primo full length, dopo la positiva esperienza
nello split con La Furnasetta, sempre sotto Luce
Sia. Rispetto al recente passato, l’album segna
una sterzata stilistica: le atmosfere
post-industrial lasciano spazio a un viaggio
sognante a base di elettronica minimale e pacato
rhythmic noise. I brani si susseguono uno dopo
l’altro, differenziati solo da un numero
progressivo a segnare l’esigenza di ascoltarli
come un corpus unico senza soluzione di
continuità: riusciti agglomerati ritmici vengono
iterati all’interno di freddi universi astratti
dove le fabbriche, costantemente al centro
dell’attenzione di Franco, si trasformano in
cetacei fluttuanti nell’etere di mondi paralleli e
disumanizzati. È un cambiamento audace rispetto
agli esordi, che produce un salto in avanti sia
dal punto di vista della proposta musicale che del
suono, grazie sicuramente anche al lavoro di
Daniele Santagiuliana al mastering. Franco non
deve fare altro che continuare così, seguendo il
suo istinto e abituandosi ad osare sempre.
Sito Web:
https://www.facebook.com/23ENKIL
(M/B’06)
|
KARMA SHOCK
Human Landscape
CD (Atmosphere Records)
Esordio assoluto per il
duo composto da Antonio Induddi e Piero Cocozza,
attivo dal 2018 sotto il moniker di Karma Shock e
già in evidenza nel corso di questo biennio per le
sue apparizioni dal vivo accanto a nomi seminali
della scena, quali Diaframma e Neon.
Basso pulsante di marca
tipicamente post-punk e synths che ci ricordano le
migliori atmosfere dei ‘golden eighties’
costituiscono la cifra stilistica della coppia,
efficace in particolare nei brani maggiormente
trascinanti e danzabili come l’iniziale ‘My Secret
World’ o la successiva ‘The Pain’, dall’ottimo
mood alla Clan of Xymox, mentre la robotica ‘Dance
with Myself’ riecheggia il Gary Numan degli inizi,
epoca Tubeway Army. Ove i ritmi rallentano ci
godiamo invece eleganti trame cold-wave, ascoltate
la sognante ‘This is not a way’. ‘
Human Landscape’ esce
per la bolognese Atmosphere, label bolognese
specializzata in area cold-wave, post punk e
shoegaze, ed é disponibile in formato CD oppure in
download digitale sul profilo Bandcamp della
band.
Info: https://karmashock.bandcamp.com/album/human-landscape
(Oflorenz) |
LYKE WAKE / NOISE CLUSTER
Let the Universe fall
Cassetta
(Luce Sia)
Inedita
collaborazione tra due forze apparentemente
contrastanti del panorama musicale, le atmosfere
dilatate dei Lyke Wake di Stefano Di Serio e
quelle ritmate dei Noise Cluster: Di Serio ci ha
invero abituato a collaborazioni apparentemente
anomale, ma sempre fruttuose, come quelle con
Uncodified, Le Cose Bianche, A Happy Death o
Praying For Oblivion, e quella con Noise Cluster
non fa eccezione. Benché Di Serio si ostini a
definirla “assurdità” benché “piacevolissima”,
l’album pare tutto tranne che un lavoro
disorganico o raffazzonato, unendo quanto di buono
questi due progetti hanno sinora espresso. E così
si passa dalle atmosfere pulsanti di viaggi
intergalattici dell’opener “Gamma rays scenario”,
a quelle ambient rarefatte e contemplative di “A
stream inside the dark of the Universe”, che
evolvono nella successiva “Deranged solar flares”
sempre dilatata, ma pervasa da un lento e maestoso
ritmo cadenzato. “And then the dark” è una sorta
di sinfonia dai toni solenni, mentre “The shadowed
universe of pain” solca abissi di oscurità tramite
sonorità più sporche e laceranti che
appesantiscono la gelida ambientazione. Una voce
femminile caratterizza la transizione sognante di
“Younger dryas” che porta a “Black light beyond
lensed star 1”, pezzo superbo e dinamico che
alterna momenti tribali ad altri sinfonici,
dungeon e liturgici. Chiude “There goes our
comet”, brano più sperimentale nella prima parte,
che diventa poi epilogo solenne con la tromba che
incontra le tastiere.
Sito Web:
https://lykewake.wixsite.com/lyke-wake;
https://noisecluster.wixsite.com/noisecluster/music
(M/B’06)
|
LLYN Y CWN
Dinorwic
CD
(Cold Spring)
Nuova
uscita a pochi mesi di distanza da “Cwm Bochlwyd”
per il progetto di Benjamin Ian Powell incentrato
sui paesaggi gallesi mozzafiato e desolati,
simboleggiati idealmente dal lago che dà il nome a
questa entità musicale, situato nel nord del
Galles, nei pressi del Glyder Fawr. Ogni album è
una sorta di escursione in luoghi silenziosi e
affascinanti rievocati attraverso un deep ambient
cavernoso e riverberato, documentato anche
attraverso le splendide foto realizzate dallo
stesso Powell, quasi sempre in bianco e nero.
Questa volta l’oggetto dell’album è la zona di
Elidir Fawr in Snowdonia, sempre nel nord del
Galles, dove è situata la cava di ardesia di
Dinorwic: diversamente dai precedenti lavori,
l’ascoltatore viene qui accolto da un paesaggio sì
solitario e abbandonato, ma nettamente
antropizzato per via delle strutture ormai in
rovina che caratterizzavano la cava. Ogni traccia
prende il nome da una zona di questa, scendendo
sempre più in profondità attraverso ogni galleria
di roccia, in cui gli echi e i suoni si
appesantiscono man mano e sembra di sentire la
centrale idroelettrica, costruita in profondità
nel sottosuolo della montagna, rimbombare
attraverso i vari pozzi d'aria, incupendo
ulteriormente i singoli brani. Questo progetto è
una sorta di unico concept fondato sul paesaggio
del Galles del nord, una sorta di viaggio
ininterrotto di Powell, che trae linfa vitale
dalle sue radici e dai luoghi in cui è nato e che
costantemente esplora alla ricerca di ispirazione.
La sua costanza e monolitica coerenza ne sono la
forza creatrice che lo permea e che raggiunge
l’ascoltatore alla ricerca di sonorità
isolazioniste per ritrovare pace e malinconia.
Siti Web:
https://www.facebook.com/llynycwn
https://store.coldspring.co.uk/
(M/B’06)
|
ODRCHESTRA Prima Opera
Cassetta (Luce Sia)
Con
questa uscita, il duo ODRZ concretizza e consegna
ai posteri i risultati di un interessante
esperimento condotto verso la fine del 2019
insieme ad una ristretta cerchia di musicisti
della scena post-industrial. ODRchestra è di fatto
una “piccola orchestra sinfonica moderna”. Piccola
perché formata oltre al duo lombardo, da Marco
Casiraghi agli strumenti, Enrico Ponzoni, Carlo
Monti, Icydawn, e la coppia Luca di Nenno e Marco
Vidale dei Lotte, ai sintetizzatori. È
un’orchestra perché gli strumenti portati sul
palco sono tanti e vari: chitarre, voci, strumenti
autocostruiti, sintetizzatori, ritmiche
elettroniche. Sinfonica, perché i brani
presentati hanno passaggi, atmosfere e strutture
tipiche delle sinfonie, ma nessuno si illuda di
trovarsi di fronte ad armonie celestiali, quanto
piuttosto a strutture rumoristiche organizzate. E
infine moderna come l’ambito in cui si muove, che
è l’industrial noise tipico degli ODRZ. La
cassetta consta di due movimenti da circa 13
minuti l’uno, uno per lato, fatti di
improvvisazioni abrasive, sopra le righe e
allucinatorie in cui ognuno dei componenti sembra
aver dato sfogo al suo estro, ma incanalandolo in
un unicum equilibrato insieme gli altri elementi
dell’ensemble, risultando in un felice episodio
della nostra storia musicale recente.
Sito Web:
https://lucesia.bandcamp.com/album/076-odrchestra-prima-opera-2
(M/B’06)
|
ODRZ &
SISTO PALOMBELLA
ODRZ70
CD
(Hellbones Records)
Gli ODRZ
incontrano Sisto Palombella per una inconsueta
quanto sorprendente collaborazione, a giudicare
dai risultati. Palombella, partendo dal suono
tradizionale del synth accordion (fisarmonica con
elettronica incorporata) si immerge nel caos
turbine rumoristico degli ODRZ, arrivando insieme
a loro ad ottenere una sorta di krautrock estremo,
la Kosmische Musik dei tempi moderni, visionaria
come lo furono i Popol Vuh o i Tangerine Dream di
“Zeit”, ma ruvida e gorgogliante come la poetica
ODRZ vuole. Due suite da oltre dieci minuti l’una,
una sorta di accenno a quello che può essere
l’asse portante di un’intera discografia e che
probabilmente più d’un ascoltatore apprezzerebbe
se venisse portata avanti. Per il momento ci si
può godere questo sogno ad occhi aperti.
Sito Web:
https://www.facebook.com/odrz.org;
https://www.facebook.com/sistopalombellathemusician
(M/B’06)
|
MASSIMO OLLA
Life in a sonic free form research
experience
CD (Luce
Sia)
Esce il
nuovo lavoro, limitato a 190 copie, dopo il
debutto “Structures” e le due collaborazioni con
Gianluca Becuzzi. Questo album si scosta
nettamente dai precedenti lavori, orientandosi
verso una sapiente mescolanza di dark ambient, e
abstract industrial, utilizzando strumenti
autocostruiti dallo stesso Olla e masterizzato da
Gianluca Becuzzi. Frutto dell’esperienza maturata
in questi anni sia come musicista che come
costruttore di strumenti, questo album, a detta
dello stesso Olla, è un insieme di composizioni
eseguite in totale libertà, legate ad esperienze
di vita e artistiche, col fine di far viaggiare la
mente dell’ascoltatore, affinché possa farle
proprie applicandovi le sue sensazioni, i suoi
incubi, i suoi segreti, le sue perversioni. I
brani sono completamente strumentali, il suono è
ottimamente costruito e potente, spiccatamente
isolazionista e la gamma rumoristica è unica nel
suo genere, grazie al lavoro congiunto di Olla e
Becuzzi, da una parte nel crearlo tramite gli
appositi strumenti, e dall’altra nel renderlo al
meglio in fase di registrazione. Esperienza
consigliata.
Sito Web:
https://www.facebook.com/Noisedelik-166637210153456
(M/B’06)
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OSS Quota 1035 tutti cadaveri
CD (Hellbones Records)
Interessante debutto di questo duo veneto, che
traendo ispirazione dal terribile disastro di
Marcinelle in Belgio nel 1956, dove morirono 262
minatori tra cui 136 italiani, ricrea atmosfere
oscurissime e claustrofobiche di grande effetto,
trascinando l’ascoltatore in un abisso di angoscia
totale. Il progetto nato nel 2014 si propone di
creare un contenitore ove convivano storia,
folklore, elettronica minimale, clangori
industriali, drone ambient e disturbi noise. “Oss”
è termine veneto per indicare l'osso, ciò che
rimane alla fine: allo stesso modo Diego Spinelli
e Nadir Persegona non perdono tempo in fronzoli e
vanno dritti al punto creando un lavoro diretto e
spietato. Oscillazioni sonore palpitanti e
ovattate, voci distorte che rievocano l’accaduto
per poi degenerare in urla di allarme e
disperazione, mentre il tappeto industrial cresce,
attraversato da rasoiate letali. Dopo le prime
accelerazioni si atterra su terreni drone-noise
coinvolgenti per poi ripartire con loop in
risonanza per ripiombare nuovamente e stabilmente
fino alla fine, in una quiete che sa di morte. E
sembra quasi di sentire l’odore del carbone e del
fumo.
Sito Web:
https://www.facebook.com/OSSdronenoise (M/B’06)
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The PSYCHEDELIC FURS Made
of Rain CD / LP (Cooking Vinyl)
Dopo
ben 29 anni di silenzio discografico finalmente un
nuovo disco delle "Pellicce psichedeliche" . Un
silenzio di quasi 30 anni avrebbe potuto essere
pericoloso per la creazione di un disco, avrebbe
potuto essere un rischio nella produzione di un
album privo di idee e che ricalcasse i fasti del
passato, ma ciò non è accaduto! Gli Psychedelic
Furs infatti hanno pubblicato, pur mantenendo la
loro impronta graffiante, un album originale dal
sound intriso di energia e grande pathos. Già
dalla prima traccia, "The boy that invented rock &
roll", il sound è potente e magnetico e tale
atmosfera caratterizza tutto l’album. "Come All Ye
Faithful", brano che mi ha colpito molto, è una
traccia di classe caratterizzata da un basso
pulsante e un sax stridente che contribuiscono a
conferire al brano un’atmosfera decisamente malata
in cui la voce vellutata e sensuale di Richard
Butler si adagia ammaliando l'ascoltatore. Il
seguente brano "No-One" è quello che più richiama
più gli anni '80 ma senza essere nostalgico.
Questo è il mio brano preferito, una poesia sonora
avvolgente con un’atmosfera unica che poche band
sanno trasmettere. Un album da avere
assolutamente sia per le atmosfere che per gli
arrangiamenti dei brani fatti con grande maestria,
raffinatezza e classe. Era da tanto che non
sentivo un nuovo disco di un gruppo storico capace
di emozionarmi ancora. Se avete amato i P.F.
certamente amerete questo album.
Sito web:
https://thepsychedelicfurs.com/
(Nikita) |
RD
Bodies inspected
CD (Luce
Sia)
Luce Sia
fa uscire per la prima volta su cd Roberto Drago
con la sua ultima fatica, sempre in ambito
industrial/synthwave, dopo oltre trent’anni di
inattività, se si escludono pubblicazioni di
vecchio materiale introvabile, come la
collaborazione con Stefano Pischiutta e la
compilation “Treni lirici” del 2015. Per quanto
riguarda il progetto
“The tapes”, condotto insieme
al fratello Giancarlo, nel 2019 è invece uscito un
nuovo lavoro intitolato “News from nowhere”.
Proprio come nel caso di quest’ultimo album,
uscito dopo ventisei anni di silenzio creativo, i
timori che qualche cambiamento fisiologico nella
proposta musicale di RD sia occorso nell’arco di
un così lungo lasso di tempo viene fugato
immediatamente sin dalle prime note di “Start to
inspection”: “Bodies Inspected” è un viaggio
fantascientifico in cui l’ascoltatore esce di
colpo dallo spazio e dal tempo come lo intendiamo
normalmente, per entrare in un ambiente fatto di
aria rarefatta e atmosfere sognanti. Quest’album
costituisce un unicum da ascoltare nel massimo
isolamento, magari di notte in un osservatorio
astronomico, trascinati da loop ipnotici e
dall’incedere di pezzi visionari come “Pucker” o
“Cortical spreading”, sussultando di fronte ai
gorgoglii di “Thalidomide” che potrebbero
testimoniare forme di vita sconosciute o al
cinguettio elettronico degli androidi che cercano
di comunicare in “Doping robot”. Il suono ne esce
miracolosamente immutato, come scongelato dopo una
lunga ibernazione, anche se adattato e rafforzato
tramite i mezzi tecnologici odierni, ma capace di
restare meravigliosamente anni ottanta. Chiude
“Square bashing”, una sorta di epilogo visionario
di questa nuova fantastica tappa delle
esplorazioni sonore di Roberto Drago a cui si
spera ci sarà presto un seguito.
Sito Web:
https://lucesia.bandcamp.com/album/074-rd-bodies-inspected
(M/B’06)
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RED
MISHIMA Red Mishima
CD (Swiss Dark Nights)
Esordisce
questo quartetto bolognese autore di un album
molto interessante, supportato da altri sette
elementi, cinque ai synth e tastiere nei diversi
brani, Cecilia Marchetta al flauto in “Beyond the
mirror” e Luigi Russo al santur in “Crystal
forest”. Cinquantun minuti di grande musica da cui
la new wave trae nuova linfa vitale, beneficiando
dei fraseggi chitarristici tipicamente shoegaze di
Stefano Sissa. L’opener “Oblivion” chiarisce fin
da subito le linee guida dell’album, con il
dualismo tra la chitarra e la voce di Corinna
Barchetta: l’esordio atmosferico e quieto, lascia
spazio verso la fine del brano ad un grondare
congiunto di tutti gli strumenti, mai caotico,
tuttavia intenso, in cui la batteria di Antonio
Altini detta i tempi. “Tomorrow’s death” richiama
i The Cure, mentre la successiva “Marion” è
probabilmente l’episodio migliore dell’album, in
cui si respirano atmosfere che ricordano i “London
After Midnight”, pur con il grande valore aggiunto
del cantato di Corinna e dei synth dell’ospite
Matteo Nerozzi. Da segnalare “Beyond the mirror”,
canzone malinconica caratterizzata da una
transizione chitarristica che esplode nel
ritornello con un attacco irresistibile, per poi
cessare e ripetere il giro nella seconda parte.
Ancora la poetica “Vampires” regala un drumming
sincopato che dialoga col basso di Stefano
Meneghini con Thomas Panzavolta alle tastiere.
Chiude “…Escape” originale brano atmosferico con
Corinna che declama lugubri versi. Ottimo debutto
ed un solo vero difetto: manca il libretto coi
testi delle canzoni, che verrebbero da cantare a
squarciagola.
Sito Web:
https://www.facebook.com/redmishimaband
(M/B’06)
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SHEDIR
Finite infinity
CD (Cyclic Law)
Ritorna
Martina Betti col suo progetto, dopo tre anni di
silenzio e sempre per Cyclic Law, riprendendo il
discorso musicale iniziato col debutto “Falling
time” esattamente dove lo aveva lasciato. Pur
essendo un lavoro ambient dalle atmosfere dilatate
l’album non è particolarmente lungo, ma cattura
perfettamente l’essenza di ciò che deve essere la
sensazione che si prova attraverso la
contemplazione del cielo notturno in luoghi
solitari e vasti, topos di opportunità dove il
macrocosmo si può rispecchiare e ricongiungere col
microcosmo interiore, alla ricerca dell’essenza
stessa della vita, e titoli come l’opener “Your
hear rise the secret wind behind the brain”
parlano da soli. Musicalmente è un lavoro
apparentemente canonico nel seguire l’ambient più
contemplativo e freddo che attinge dalla Kosmische
Musik a piene mani, ma le contaminazioni
glitch/drone lo rendono più dinamico e in un certo
senso disturbante, a vantaggio dell’originalità,
anche se in un panorama come questo, piuttosto
statico e saturo, è sempre complesso emergere.
Sito Web:
https://cycliclaw.bandcamp.com/album/finite-infinity
(M/B’06)
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TESTING VAULT
The night land
CD
(Hellbones Records)
Nuova
uscita per il progetto principale di Daniele
Santagiuliana, dichiaratamente ispirato a gruppi e
musicisti come Coil, Angus MacLise, Cyclobe e
Premature Ejaculation. L’album è dedicato al libro
dal medesimo titolo dello scrittore William Hope
Hodgson e alla pellicola “Sul globo d’argento” di
Andrej Zulawski. Autore tra i preferiti da
Lovecraft, Hodgson fu di sicura ispirazione per i
suoi racconti e per gli stratagemmi letterari da
lui usati, su tutti quello del ritrovamento di un
manoscritto, utilizzato ad esempio nel racconto
“La casa sull’abisso”. Come detto, Daniele celebra
invece “The night land”, la terra dell’eterna
notte, racconto di un futuro distopico in cui il
Sole si è spento ed i pochi esseri umani
sopravvissuti sulla Terra si sono rifugiati nel
sottosuolo, essendo la superficie invasa da
giganteschi mostri spaventosi generati dalle
tenebre, che il protagonista finirà per
affrontare, inseguendo il richiamo di una donna
misteriosa. Il film “Sul globo d’argento” narra
invece di un futuro lontano in cui alcuni
esploratori lasciano la Terra in cerca della
felicità e fondano una civiltà primitiva su un
nuovo pianeta, dopo essere stati costretti ad un
atterraggio di fortuna. L’album "The Night Land" è
quindi un concept basato su questi due mondi in
cui “il sonno della ragione”, che si fonda
sull'isolamento emotivo e si poggia su una solida
realtà, genera mostri o almeno fantasmi, e questa
è un’altra citazione ancora, questa volta
dall’acquaforte e acquatinta di Goya “Il sonno
della ragione genera mostri” del 1797. Il cd è una
sorta di viaggio all’esterno del proprio rifugio
sotterraneo, della cosiddetta “comfort zone”,
verso l’ignoto che spaventa come tutto ciò che non
si conosce e che costringe ad affrontare i propri
fantasmi, interiori o esteriori che siano, alla
ricerca di un cambiamento e del fine ultimo che è
per ogni essere umano la felicità o per lo meno la
salvezza, materiale o spirituale che sia.
L’ascoltatore accompagna quindi Daniele in questo
suo percorso basato musicalmente su un substrato
di musique concrète, creata con l’ausilio di
oggetti vari, tra i più disparati e originali,
addirittura delle protesi dentarie, a cui vengono
mescolati estratti di musica da camera utilizzati
per rendere l’ambientazione cinematografica e
visionaria. È un momento sublime dall’inizio alla
fine, per quei 38 minuti che sembrano pochi e che
fanno ripartire il lettore immediatamente dopo,
alla ricerca di qualcosa che ci è sfuggito e che
coglieremo al centesimo ascolto, con la stessa
difficoltà con cui si ricostruiscono i sogni al
mattino.
Sito Web:
https://www.facebook.com/TestingVault
(M/B’06)
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