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AIMA
Haiku Irregolari in Forma di Musica
CD/CD + Illustrated Book (Show Me Your Wounds Productions)

Gli undici ‘Haiku Irregolari in Forma di Musica’ contenuti nel disco che andiamo a trattare, fanno da compendio all’omonima opera poetico letteraria licenziata nel 2018 da Agorà & Co., un volumetto ad opera dell’autrice Aima.
Componimento poetico in forma breve risalente al Giappone del XVII secolo, l’haiku é la forma prescelta da Aima che qui trova un’ideale trasposizione in musica, sotto forma di undici collaborazioni con artisti appartenenti principalmente alla scena dark-folk ed industriale italica e non solo. Vogliamo ricordare i prestigiosi ospiti partecipanti, a partire dai nostri Marco Milanesio (DsorDNE), che si occupa anche della produzione, Vinz Aquarian (Calle della Morte, Ballo delle Castagne e L’Amara) , 3Vor e Wutanes Heer; tra gli stranieri donano lustro all’opera collaboratori storici di Aima quali Gerard Hallstatt (Allerseelen, Miel Noir) e gli ellenici iNsCissorS, ma anche Arthur Geffroy, Nico Guerrero e la violoncellista di origine magiara Annamaria Bernadette Cristian, altra partner di vecchia data anche in occasione dei live set.
La coerenza e la continuità stilistica di questi undici ‘haiku sonori’ assicurano un ascolto coinvolgente in grado di catturarci in un universo ermetico e misterioso, costellato dai magnifici soundscapes composti ad hoc dalla grande ‘famiglia’ radunata da Aima, e dalla stessa autrice negli ultimi due brani, ‘Lux’ e la title-track, ove oltre a prestare la voce suona arpa e campane tibetane. La matrice sonora del lavoro, fondamentalmente di natura ‘ambientale’, sprigiona un’aura fortemente mistica ed esoterica, che ben si lega al recitato onirico,  a tratti ipnotico di Aima. 

Ricordiamo che le ultime due tracce erano apparse in forma originale nel precedente ‘Di Aima il Segno’, uscito nel 2012 sempre ad opera della elvetica Show Me Your Wounds. Se desiderate la versione speciale di ‘Haiku Irregolari in Forma di Musica’, numerata e comprensiva del libro, potrete ordinarla presso Aorta, il network gestito da Gerard di Allerseelen. 
Info: https://aimalichtblau.bandcamp.com/album/haiku-irregolari-in-forma-di-musica
(Oflorenz)
AIMA and THE ILLUSION OF SILENCE
Music for Certain Rituals
CD (Indiestate Distribution)

Aima, per aver preso parte a vari progetti musicali come Les Jumeaux Discordants, Allerseelen e iNsCissorS, in questo disco inizia la collaborazione con The Illusion of Silence di Luca Bonandini. The Illusion of Silence è un progetto musicale cha ha già all’attivo altri due album.
In "Music for Certain Rituals" Luca ha creato e suonato la parte musicale e Aima si occupa delle parti vocali.
Raramente un disco mi colpisce ed ammalia già dalle prime note e mi fa ricordare perché amo questo genere musicale.
La musica minimale di Luca unita alla voce onirica di Aima crea un'atmosfera evanescente che porta l’ascoltatore a viaggiare con la mente verso un universo rarefatto e sognante.
I contenuti di questo concept album nascono da un’approfondita ricerca spirituale dedicata alla cultura ellenistica. Vengono messi in musica alcuni inni orfici (poesie attribuite ad Orfeo) e due tavolette trovate nelle tombe di Thurii e Ipponio. A queste si aggiungono due poesie di Aiam che fanno rivivere le tematiche antiche nella contemporaneità.
Le sonorità dell’album ricordano le atmosfere dei Dead Can Dance in brani come "To the Sun" e in "To Mars", e dei primi Ataraxia in "The Pætilía Tablet".
Tutte le 11 tracce sono di estrema bellezza e il disco va ascoltato più volte dall'inizio alla fine senza pausa. Negli ultimi anni raramente ho trovato un disco che mi abbia coinvolto come "Music for Certain Rituals".
Da sottolineare la presenza 3Vor che collaborato nel coro della traccia "Spiritui Carmen".
Molto raffinati l'artwork del digipack e la grafica minimale del booklet realizzati da Diego Cinquegrana.
Speriamo che il sodalizio musicale tra Aima e The Illusion of Silence non si interrompa e che ci riservi per il futuro altre perle musicali come “Music for Certain Rituals”.
Sito web: https://aimatheillusionofsilence.bandcamp.com/releases
(Nikita)
L’AMARA
Cronache dal Sottosuolo
LP/CD (HauRuck! SPQR)

Correva il 2005, molti tra voi si ricorderanno dell’esordio di Calle della Morte, si chiamava ‘Gente di malaffare’. Un titolo che sembra sintetizzare al meglio quello spirito ‘criminal folk’ che L’ Amara punta a perpretare ed a mantenere vivo più che mai, ricevendone appieno il testimone. L’omonimo esordio ed il singolo di accompagnamento ‘La croce sul Fosso’ del 2019 avevano fatto presagire che non fossimo di fronte all’ennesima, nuova band qualsiasi apparsa sulla scena.
Dietro l’Amara si cela in realtà un super collettivo, trasversale e mutante, in grado di coinvolgere la crema dell’attuale scena dark-folk e industrial italiana, non solo a livello prettamente musicale ma finanche nella produzione tecnica e nell’artwork, affidati in questo caso rispettivamente a Yvan Battaglia ed a Dinamo Innesco Rivoluzione. Il tutto prodotto e distribuito da una label storica di casa nostra, la HauRuck!SPQR capitanata da Vinz, che insieme Jonny B. (proprio i vecchi Calle della Morte), Adriano Vincenti di Macelleria Mobile di Mezzanotte e Giovanni ‘Leo’ Leonardi di Sigfried formano la regia stabile dell’intera banda. Introdotte dalla mesta tromba de ‘Il Tema dell’Amara’, le dodici ballate ci narrano autentiche storie di malavita, tra regolamenti di conti, violenza di borgata e vite disagiate, affidandosi alla cifra stilistica di un ‘folk noir’ più che mai ideale nel rendere in musica le nere cronache del disco. Mi sovvengono a tratti, più che altro nell’attitudine, i cari vecchi Novy Svet, ma é la complessiva atmosfera d’antan a conquistarci, capace di collocare il lavoro in una dimensione assolutamente, e magnificamente, fuori dal tempo. Melodie avvolgenti in una dimensione prettamente acustica spiccano in episodi come ‘L’Appeso’ e ‘Il Malcontento’, ma la media si mantiene ispirata nel corso dell’intero lavoro, frutto delle menti de L’Amara con le sole eccezioni del vecchio classico anni ‘30 di Bregonzi ‘Recluso’ e dell’antica ballata popolare meneghina ‘La Povera Rosetta di Piazza Vetra’, la vicenda della giovanissima prostituta Rosetta e della sua triste, prematura fine. Gabriele Fagnani di Corazzata Valdemone, Trevor NG della Camerata Mediolanense, Cristian Ryder di Porta Vittoria, Gianni Caldararo de La Pietra Lunare, Michele Candela di Roma Amor, Daniele Iannacone (Sun’s Spectrum) e Vedo (Spiritocrampo) sono alcuni tra i valorosi che  completano il combo per questa seconda opera di studio. ‘Cronache dal Sottosuolo’ esce in duecento copie numerate a mano nel formato LP, ed in trecento esemplari su CD, il tutto impreziosito dalla consueta, superba grafica di Dinamo Innesco Rivoluzione. 
Citando Leonardi: ‘Italian criminal-folk al secondo album, quello della resa dei conti, infatti muoiono tutti’.
Info: https://lamara.bandcamp.com/music
(Oflorenz)

BARAFOETIDA
777 Obscura Somnia
CD (Autoproduzione)

Quinto full length sempre autoprodotto per questo terzetto veneto composto da Luke Warner, Denny Z e Triplax Vermifrux. Il nome del progetto, esistente dal 2012, si ispira al mito di Fetonte, morto nel delta del Po, ossia in terra polesana, da dove origina la band. L’album in questione, dedicato allo scomparso pittore Bruno Bezz, si muove nell’ambito della musica elettronica con influenze gothic, darkwave ed electro-pop coniugando i gusti e le epserienze musicali dei membri: esso riprende le influenze prog rock che avevano caratterizzato l’uscita del 2018 “Buio scarlatto”, per esempio nel brano “God of nothing” strizzando l’occhio a quello che fu “Disco nero” dei Runes Order, anche grazie al prezioso contributo al basso di Diego Banchero, membro fondamentale degli storici “Il segno del comando”.
Un approccio invece legato ad un tetro electro-pop si ritrova in brani emozionali come “Blind” ed “Exodus”, quest’ultimo particolarmente riuscito, dai soundscapes freddi e vasti.
I testi affrontano tematiche di natura cabalistica ed esoterica in genere, oltre a leggende come incubi e succubi, chiavi di lettura e metafore per esprimere il dissenso verso la odierna società ormai totalmente virtuale e globalizzata, e che vede come sola speranza una possibile vita ultraterrena. Compare infine anche la splendida cover “Alice” dei Sisters of Mercy, sentito tributo al goth rock inglese.
Sito Web: https://www.barafoetida.com
(M/B’06)

GIANLUCA BECUZZI
In Between
CD/Digital Download (St.An.Da)

Esce a cura di St.An.Da (sussidiaria Silentes nata nel 2017) in duecento esemplari su elegante digipak a tre pannelli la nuova fatica di Gianluca Becuzzi, che ci aveva tenuto compagnia recentemente in occasione dell’ottimo ‘Voices’, di cui vi avevamo reso conto nel corso dell’estate. Minimale ed elegante la grafica  del package a cura di Deison (altro artista in forza a St.An.Da), che custodisce le nove  tracce di quest’opera corposa, suddivisa in due Cd per una durata complessiva che supera l’ora e mezza. Per quanto il termine ‘concept album’ non sia attribuibile al lavoro in maniera del tutto propria, ‘In Between’ indubbiamente esplora la sottile, apparentemente invisibile connessione che lega le tre figure dello sciamano, della strega e dell’artista. La visione becuzziana accomuna le pratiche esoteriche dei primi due all’opera del sound-artist non conforme: effettivamente quante volte abbiamo interpretato il suono come un medium che consente all’ascoltatore di esplorare, seppur virtualmente, il mondo dell’ ’Altrove’, ovvero quella dimensione onirica che in maniera più o meno latente è presente in noi, e chiede solamente di essere ridestata. Un ricongiungimento con la natura, e con un universo di ‘entità altre’ che la musica (così come la danza per lo sciamano) può favorire ed indurre. E sciamanico é il cantato di ‘Across the Mirror’, accompagnato da potenti drones chitarristici che richiamano alla mente la stra-potenza di  Sunn O))), presenti anche nella successiva ‘Diary of the Abyss’, dove si annullano all’improvviso in secchi stacchi percussivi. Metalliche percussioni pesanti come macigni e ‘riff’ muscolari permeano la cifra stilistica di questo primo disco, come anche le due ‘Minos’ (Part I e II) rivelano, mentre in background si notano gli effetti inconfondibili dei (D)ronin e delle macchine self-made di Massimo Olla, a fare da efficace collante ambientale. Gli oltre undici minuti di ‘Elsewhere Maps’ ribadiscono l’andamento monolitico del lavoro, ove ho l’impressione sia ancora ben presente l’influenza del precedente ‘Voices’, proprio per l’utilizzo rituale dello ‘strumento voce’. 
Nell’ ottica complessiva del lavoro, non casuale risulta l’utilizzo di campioni presi dalla colonna sonora scritta dal canadese Mark Korven per ‘The Witch’, horror di Rober Eggers del 2015, ed utilizzati nel corso del trittico ‘First Rite’/ ‘The Witch’/ ’Last Rite’ che occupa interamente il secondo dischetto. Se ‘First Rite’ e ‘Last Rite’ fungono da intro ed outro, sono i ben tentatre minuti di ‘The Witch’ a tenere banco, un viaggio orrorifico capace di condensare le varie anime di ‘In Between’ in un unico Maelstrom nero come la notte. 
In estrema sintesi: Sciamanic drone-ambient! 
Info: 
https://gianlucabecuzzi.bandcamp.com/album/in-between
(Oflorenz)

LA BREICHE
Le rite
CD (Cold Spring)

Dopo “Le mal des ardents" il duo Yan Arexis e Patrick Lafforge ritorna con un nuovo lavoro che compie un ulteriore passo evolutivo nella direzione di un post-folk/rock con contaminazioni dark ambient di difficile inquadramento.
I dodici brani contenuti nel cd hanno un sapore arcano e introspettivo: lo stile proposto trae influenza dalla musica antica, risultando in una coesistenza di antichi strumenti e modernità. Momenti minimali ritualistici si ritrovano in “Senta Méra” e “Homélie du trépassé”, alternati da bizzarre filastrocche come in “Gæstebud” ed “Ekklesia”, e ad aperture chitarristiche post-rock di grande impatto come in “Exuvie”, che richiamano lande nordiche in cui il sole mattutino si riflette sul ghiaccio inondando di luce il paesaggio desolato. C’è un eterno ritorno alla natura come forza creatrice e distruttrice, rievocazioni corali che richiamano gruppi come Ga
ë Bolg e Apokrifna Realnost e la conclusiva “My celestial journey” che omaggia gli arpeggi di chitarra dei Sol Invictus e si chiude con ritmi tribali e sonorità che ricordano lo split “Clavis” di Nebulon & Hybryds. C’è insomma una grande raccolta di influenze provenienti da ambiti disparati, che sono state abilmente rielaborate arrivando ad un lavoro originale e di notevole personalità, come ci si attende da veterani come Arexis e Lafforge.
Siti Web:
https://www.facebook.com/labreiche
https://store.coldspring.co.uk/
(M/B’06)

CCCCNCNCN
Rafting sonoro nelle correnti elettromagnetiche
CD (Rumore Nero Records)

Esce il disco di quello che è stato il ciclo di concerti iniziato nel 2017, di questo collettivo underground torinese, dal nome “Rafting sonoro nelle correnti elettromagnetiche”, che ha avuto come protagonista assoluto la radio e che celebrava l’anniversario dei 25 anni dalla nascita, a cui presero parte gli stessi CCCCNCNCN, di Radio Black Out.
Questo tour, e la conseguente uscita discografica omonima sono una sorta di percorso che abbraccia la storia ed il potere di questo mezzo radiofonico visto con gli occhi sempre politicizzati di questo progetto molto vicino ai centri sociali e a una certa parte, se non politica, certamente ideologica, oggi così di moda.
La performance, che venne portata in giro per l’Italia, supportata da gran parte delle radio antagoniste dello stivale, consisteva nell’utilizzo di una cinquantina di radioline, oltre a quelle che il pubblico aveva portato da casa, sintonizzate sulla frequenza della stazione radio ospitante di turno, che interagivano direttamente interferendo sulla trasmissione stessa su invito e tramite coordinazione degli stessi musicisti. Si parte quindi con “Radio Buonasera”, che introduce la serata e le “istruzioni d’uso” sopra descritte. Con “Radio Regime Permanente”, si formalizza l’atto d’accusa contro il regime fascista tramite la riproduzione della descrizione dell’epoca del sistema di funzionamento delle prime trasmissioni radio di massa in Italia avvenute nel 1936, concentrandosi sul loro utilizzo per il “controllo permanente” della popolazione, tramite manipolazione delle informazioni, argomento attualissimo nell’epoca in cui il regime che imperversa è quello del “politically correct”. Con “Radio Elettromagnetica” è la volta delle trasmissioni radio delle marine militari, qui riportate immerse in un tessuto rumoristico che si combina con glitch di frequenza e che porta al successivo “Radio Squallido”, dove un loop ritmato accoglie discorsi di politici, estratti del programma radiofonico “La zanzara” e simili. “Radio Passacaglia”, già incluso in “Miniaturesuite”, è forse il brano migliore, col suo andamento quieto e solenne che i cori femminili combinati con la tromba gli conferiscono e che richiama in un certo senso i fasti di “Spiralia”. Poi “Radio rafting”, in cui durante il live, dopo opportuna distribuzione di bacchette e bidoni, gli spettatori venivano esortati a contribuire attivamente, come sono soliti fare ad esempio i Militia: il ritmo è qui incalzante e travolgente. Chiude “Radioazione”, breve pezzo che ricorda da vicino i tipici intermezzi corali delle Officine Schwartz.
Sito Web:
https://www.ccccncncn.cc

(M/B’06)

DANIELE CIULLINI
Poisoning at home
CD (Luce Sia)

Sacha e Nebo di Luce Sia mettono a segno un altro colpo con l’uscita di questo nuovo album per uno degli artisti fondamentali della scena sperimentale italiana dei primi anni ottanta. Ciullini non ha perso nulla dello smalto originale e questo lavoro è probabilmente il più oscuro da lui realizzato sinora. Sonorità tetre e di notevole intensità ricompongono la tematica caratteristica di gruppi industrial contemporanei, ad esempio Con-Dom, legata alla “filosofia del disastro”, non quello del terremoto di Lisbona del 1755 che scosse le coscienze illuministe, quanto piuttosto quello permanente che avvolge ognuno di noi nelle sue spire ovunque, persino a casa, l’avvelenamento che subiamo da parte dei mezzi d’informazione spesso fasulli o prezzolati, la spinta dei governi verso una sempre maggiore ignoranza e debolezza del cittadino, per meglio controllarlo e sfruttarlo. Ciullini lo declina alla grande col suo ambient/industrial sperimentale in cui echi da obitorio si mescolano a pulsazioni minimali che ricordano la desolazione del primo Maurizio Bianchi: i suoni sono crudi e primordiali, percorsi da crepitii tipici delle comunicazioni radio rubate, campionamenti vocali distorti narrano il disagio quotidiano ben descritto da titoli come “Control and obedience”, “Persuasion gently bites” o “Aesthetic of the slave”. Lo scenario futuro è profondamente tetro, ma questo è un ottimo lavoro.
Sito Web: https://www.facebook.com/daniele.ciullini.9
(M/B’06)

DEVIATE DAMAEN ‎
In sanctitate, benignitatis non miseretur!
C
D (Masked Dead Records)

Ogni lavoro dei Deviate Damaen non è mai facile da analizzare, perché questo è un gruppo che o si ama o si odia e che non fa nessuno sforzo per compiacere i suoi fan, anzi è costantemente concentrato nell’allontanare il più possibile chiunque si avvicini a loro. Ora, contestualizzando l’ambito musicale in cui si muovono che oscilla tra goth rock e black metal proposti in una mescolanza davvero unica, questo è sicuramente un grande pregio, ma bisogna considerare l’attitudine totalmente oltraggiosa che permea ogni singolo secondo dell’album e che lascia senza fiato anche stomaci allenati a digerire di tutto. Stornelli amorosi si alternano a registrazioni di oscenità raccolte per strada durante chissà quale protesta, ma c’è anche spazio per musicisti classici come Mendelssohn, Daniel Auber, Georg Neumark da cui vengono ricavati temi e melodie, segno di una cultura musicale notevole, che si ritrova nello spessore delle composizioni, ma anche nell’ottima resa sonora, il tutto condito da costanti sferzate all’ipocrisia della dottrina cattolica e della società odierna.
I Deviate Damaen sanno essere sublimi e osceni, non rinunciando mai alla loro vena goliardica, ma dimostrando di essere grandi artisti e poeti se necessario, attraversando molteplici generi e stili musicali con grande naturalezza e fregandosene altamente di piacere a chicchessia: il risultato è un disco di difficile ascolto, impossibile da spiegare, ma che lascia il segno nel bene e nel male.
Sito Web: https://www.facebook.com/deviatedamaen
(M/B’06)

ENKIL
Airgun
CD (Luce Sia)

Enkil, progetto solista di Franco Barletta, arriva al suo primo full length, dopo la positiva esperienza nello split con La Furnasetta, sempre sotto Luce Sia.
Rispetto al recente passato, l’album segna una sterzata stilistica: le atmosfere post-industrial lasciano spazio a un viaggio sognante a base di elettronica minimale e pacato rhythmic noise.
I brani si susseguono uno dopo l’altro, differenziati solo da un numero progressivo a segnare l’esigenza di ascoltarli come un corpus unico senza soluzione di continuità: riusciti agglomerati ritmici vengono iterati all’interno di freddi universi astratti dove le fabbriche, costantemente al centro dell’attenzione di Franco, si trasformano in cetacei fluttuanti nell’etere di mondi paralleli e disumanizzati. È un cambiamento audace rispetto agli esordi, che produce un salto in avanti sia dal punto di vista della proposta musicale che del suono, grazie sicuramente anche al lavoro di Daniele Santagiuliana al mastering. Franco non deve fare altro che continuare così, seguendo il suo istinto e abituandosi ad osare sempre.
Sito Web: https://www.facebook.com/23ENKIL
(M/B’06)

KARMA SHOCK
Human Landscape
CD (Atmosphere Records)

Esordio assoluto per il duo composto da Antonio Induddi e Piero Cocozza, attivo dal 2018 sotto il moniker di Karma Shock e già in evidenza nel corso di questo biennio per le sue apparizioni dal vivo accanto a nomi seminali della scena, quali Diaframma e Neon.
Basso pulsante di marca tipicamente post-punk e synths che ci ricordano le migliori atmosfere dei ‘golden eighties’ costituiscono la cifra stilistica della coppia, efficace in particolare nei brani maggiormente trascinanti e danzabili come l’iniziale ‘My Secret World’ o la successiva ‘The Pain’, dall’ottimo mood alla Clan of Xymox, mentre la robotica ‘Dance with Myself’ riecheggia il Gary Numan degli inizi, epoca Tubeway Army. Ove i ritmi rallentano ci godiamo invece eleganti trame cold-wave, ascoltate la sognante ‘This is not a way’. ‘
Human Landscape’ esce per la bolognese Atmosphere, label bolognese specializzata in area cold-wave, post punk e shoegaze, ed é disponibile in formato CD oppure in download digitale sul profilo Bandcamp della band. 
Info: https://karmashock.bandcamp.com/album/human-landscape
(Oflorenz)

LYKE WAKE / NOISE CLUSTER
Let the Universe fall
Cassetta (Luce Sia)

Inedita collaborazione tra due forze apparentemente contrastanti del panorama musicale, le atmosfere dilatate dei Lyke Wake di Stefano Di Serio e quelle ritmate dei Noise Cluster: Di Serio ci ha invero abituato a collaborazioni apparentemente anomale, ma sempre fruttuose, come quelle con Uncodified, Le Cose Bianche, A Happy Death o Praying For Oblivion, e quella con Noise Cluster non fa eccezione. Benché Di Serio si ostini a definirla “assurdità” benché “piacevolissima”, l’album pare tutto tranne che un lavoro disorganico o raffazzonato, unendo quanto di buono questi due progetti hanno sinora espresso. E così si passa dalle atmosfere pulsanti di viaggi intergalattici dell’opener “Gamma rays scenario”, a quelle ambient rarefatte e contemplative di “A stream inside the dark of the Universe”, che evolvono nella successiva “Deranged solar flares” sempre dilatata, ma pervasa da un lento e maestoso ritmo cadenzato. “And then the dark” è una sorta di sinfonia dai toni solenni, mentre “The shadowed universe of pain” solca abissi di oscurità tramite sonorità più sporche e laceranti che appesantiscono la gelida ambientazione.
Una voce femminile caratterizza la transizione sognante di “Younger dryas” che porta a “Black light beyond lensed star 1”, pezzo superbo e dinamico che alterna momenti tribali ad altri sinfonici, dungeon e liturgici. Chiude “There goes our comet”, brano più sperimentale nella prima parte, che diventa poi epilogo solenne con la tromba che incontra le tastiere.
Sito Web: https://lykewake.wixsite.com/lyke-wake; https://noisecluster.wixsite.com/noisecluster/music
(M/B’06)

LLYN Y CWN
Dinorwic
CD  (Cold Spring)

Nuova uscita a pochi mesi di distanza da “Cwm Bochlwyd” per il progetto di Benjamin Ian Powell incentrato sui paesaggi gallesi mozzafiato e desolati, simboleggiati idealmente dal lago che dà il nome a questa entità musicale, situato nel nord del Galles, nei pressi del Glyder Fawr. Ogni album è una sorta di escursione in luoghi silenziosi e affascinanti rievocati attraverso un deep ambient cavernoso e riverberato, documentato anche attraverso le splendide foto realizzate dallo stesso Powell, quasi sempre in bianco e nero. Questa volta l’oggetto dell’album è la zona di Elidir Fawr in Snowdonia, sempre nel nord del Galles, dove è situata la cava di ardesia di Dinorwic: diversamente dai precedenti lavori, l’ascoltatore viene qui accolto da un paesaggio sì solitario e abbandonato, ma nettamente antropizzato per via delle strutture ormai in rovina che caratterizzavano la cava.
Ogni traccia prende il nome da una zona di questa, scendendo sempre più in profondità attraverso ogni galleria di roccia, in cui gli echi e i suoni si appesantiscono man mano e sembra di sentire la centrale idroelettrica, costruita in profondità nel sottosuolo della montagna, rimbombare attraverso i vari pozzi d'aria, incupendo ulteriormente i singoli brani. Questo progetto è una sorta di unico concept fondato sul paesaggio del Galles del nord, una sorta di viaggio ininterrotto di Powell, che trae linfa vitale dalle sue radici e dai luoghi in cui è nato e che costantemente esplora alla ricerca di ispirazione. La sua costanza e monolitica coerenza ne sono la forza creatrice che lo permea e che raggiunge l’ascoltatore alla ricerca di sonorità isolazioniste per ritrovare pace e malinconia.
Siti Web:
https://www.facebook.com/llynycwn
https://store.coldspring.co.uk/
(M/B’06)

ODRCHESTRA
Prima Opera
Cassetta (Luce Sia)

Con questa uscita, il duo ODRZ concretizza e consegna ai posteri i risultati di un interessante esperimento condotto verso la fine del 2019 insieme ad una ristretta cerchia di musicisti della scena post-industrial. ODRchestra è di fatto una “piccola orchestra sinfonica moderna”. Piccola perché formata oltre al duo lombardo, da Marco Casiraghi agli strumenti, Enrico Ponzoni, Carlo Monti, Icydawn, e la coppia Luca di Nenno e Marco Vidale dei Lotte, ai sintetizzatori.
È un’orchestra perché gli strumenti portati sul palco sono tanti e vari: chitarre, voci, strumenti autocostruiti, sintetizzatori, ritmiche elettroniche.
Sinfonica, perché i brani presentati hanno passaggi, atmosfere e strutture tipiche delle sinfonie, ma nessuno si illuda di trovarsi di fronte ad armonie celestiali, quanto piuttosto a strutture rumoristiche organizzate. E infine moderna come l’ambito in cui si muove, che è l’industrial noise tipico degli ODRZ.
La cassetta consta di due movimenti da circa 13 minuti l’uno, uno per lato, fatti di improvvisazioni abrasive, sopra le righe e allucinatorie in cui ognuno dei componenti sembra aver dato sfogo al suo estro, ma incanalandolo in un unicum equilibrato insieme gli altri elementi dell’ensemble, risultando in un felice episodio della nostra storia musicale recente.
Sito Web: https://lucesia.bandcamp.com/album/076-odrchestra-prima-opera-2
(M/B’06)

ODRZ & SISTO PALOMBELLA
ODRZ70
CD (Hellbones Records)

Gli ODRZ incontrano Sisto Palombella per una inconsueta quanto sorprendente collaborazione, a giudicare dai risultati. Palombella, partendo dal suono tradizionale del synth accordion (fisarmonica con elettronica incorporata) si immerge nel caos turbine rumoristico degli ODRZ, arrivando insieme a loro ad ottenere una sorta di krautrock estremo, la Kosmische Musik dei tempi moderni, visionaria come lo furono i Popol Vuh o i Tangerine Dream di “Zeit”, ma ruvida e gorgogliante come la poetica ODRZ vuole.
Due suite da oltre dieci minuti l’una, una sorta di accenno a quello che può essere l’asse portante di un’intera discografia e che probabilmente più d’un ascoltatore apprezzerebbe se venisse portata avanti.
Per il momento ci si può godere questo sogno ad occhi aperti.
Sito Web: https://www.facebook.com/odrz.org; https://www.facebook.com/sistopalombellathemusician
(M/B’06)

MASSIMO OLLA
Life in a sonic free form research experience
CD (Luce Sia)

Esce il nuovo lavoro, limitato a 190 copie, dopo il debutto “Structures” e le due collaborazioni con Gianluca Becuzzi. Questo album si scosta nettamente dai precedenti lavori, orientandosi verso una sapiente mescolanza di dark ambient, e abstract industrial, utilizzando strumenti autocostruiti dallo stesso Olla e masterizzato da Gianluca Becuzzi. Frutto dell’esperienza maturata in questi anni sia come musicista che come costruttore di strumenti, questo album, a detta dello stesso Olla, è un insieme di composizioni eseguite in totale libertà, legate ad esperienze di vita e artistiche, col fine di far viaggiare la mente dell’ascoltatore, affinché possa farle proprie applicandovi le sue sensazioni, i suoi incubi, i suoi segreti, le sue perversioni. I brani sono completamente strumentali, il suono è ottimamente costruito e potente, spiccatamente isolazionista e la gamma rumoristica è unica nel suo genere, grazie al lavoro congiunto di Olla e Becuzzi, da una parte nel crearlo tramite gli appositi strumenti, e dall’altra nel renderlo al meglio in fase di registrazione. Esperienza consigliata.
Sito Web: https://www.facebook.com/Noisedelik-166637210153456
(M/B’06)

OSS 
Quota 1035 tutti cadaveri
CD (Hellbones Records)

Interessante debutto di questo duo veneto, che traendo ispirazione dal terribile disastro di Marcinelle in Belgio nel 1956, dove morirono 262 minatori tra cui 136 italiani, ricrea atmosfere oscurissime e claustrofobiche di grande effetto, trascinando l’ascoltatore in un abisso di angoscia totale. Il progetto nato nel 2014 si propone di creare un contenitore ove convivano storia, folklore, elettronica minimale, clangori industriali, drone ambient e disturbi noise. “Oss” è termine veneto per indicare l'osso, ciò che rimane alla fine: allo stesso modo Diego Spinelli e Nadir Persegona non perdono tempo in fronzoli e vanno dritti al punto creando un lavoro diretto e spietato. Oscillazioni sonore palpitanti e ovattate, voci distorte che rievocano l’accaduto per poi degenerare in urla di allarme e disperazione, mentre il tappeto industrial cresce, attraversato da rasoiate letali. Dopo le prime accelerazioni si atterra su terreni drone-noise coinvolgenti per poi ripartire con loop in risonanza per ripiombare nuovamente e stabilmente fino alla fine, in una quiete che sa di morte. E sembra quasi di sentire l’odore del carbone e del fumo.
Sito Web: https://www.facebook.com/OSSdronenoise
(M/B’06)

The PSYCHEDELIC FURS
Made of Rain
CD / LP  (Cooking Vinyl)

Dopo ben 29 anni di silenzio discografico finalmente un nuovo disco delle "Pellicce psichedeliche" .
Un silenzio di quasi 30 anni avrebbe potuto essere pericoloso per la creazione di un disco, avrebbe potuto essere un rischio nella produzione di un album privo di idee e che ricalcasse i fasti del passato, ma ciò non è accaduto! Gli Psychedelic Furs infatti hanno pubblicato, pur mantenendo la loro impronta graffiante, un album originale dal sound intriso di energia e grande pathos.
Già dalla prima traccia, "The boy that invented rock & roll", il sound è potente e magnetico e tale atmosfera caratterizza tutto l’album. "Come All Ye Faithful", brano che mi ha colpito molto, è una traccia di classe caratterizzata da un basso pulsante e un sax stridente che contribuiscono a conferire al brano un’atmosfera decisamente malata in cui la voce vellutata e sensuale di Richard Butler si adagia ammaliando l'ascoltatore. Il seguente brano "No-One" è quello che più richiama più gli anni '80 ma senza essere nostalgico. Questo è il mio brano preferito, una poesia sonora avvolgente con un’atmosfera unica che poche band sanno trasmettere.
Un album da avere assolutamente sia per le atmosfere che per gli arrangiamenti dei brani fatti con grande maestria, raffinatezza e classe.
Era da tanto che non sentivo un nuovo disco di un gruppo storico capace di emozionarmi ancora.
Se avete amato i P.F. certamente amerete questo album.
Sito web: https://thepsychedelicfurs.com/
(Nikita)

RD
Bodies inspected
CD (Luce Sia)

Luce Sia fa uscire per la prima volta su cd Roberto Drago con la sua ultima fatica, sempre in ambito industrial/synthwave, dopo oltre trent’anni di inattività, se si escludono pubblicazioni di vecchio materiale introvabile, come la collaborazione con Stefano Pischiutta e la compilation “Treni lirici” del 2015. Per quanto riguarda il progetto “The tapes”, condotto insieme al fratello Giancarlo, nel 2019 è invece uscito un nuovo lavoro intitolato “News from nowhere”. Proprio come nel caso di quest’ultimo album, uscito dopo ventisei anni di silenzio creativo, i timori che qualche cambiamento fisiologico nella proposta musicale di RD sia occorso nell’arco di un così lungo lasso di tempo viene fugato immediatamente sin dalle prime note di “Start to inspection”: “Bodies Inspected” è un viaggio fantascientifico in cui l’ascoltatore esce di colpo dallo spazio e dal tempo come lo intendiamo normalmente, per entrare in un ambiente fatto di aria rarefatta e atmosfere sognanti. Quest’album costituisce un unicum da ascoltare nel massimo isolamento, magari di notte in un osservatorio astronomico, trascinati da loop ipnotici e dall’incedere di pezzi visionari come “Pucker” o “Cortical spreading”, sussultando di fronte ai gorgoglii di “Thalidomide” che potrebbero testimoniare forme di vita sconosciute o al cinguettio elettronico degli androidi che cercano di comunicare in “Doping robot”. Il suono ne esce miracolosamente immutato, come scongelato dopo una lunga ibernazione, anche se adattato e rafforzato tramite i mezzi tecnologici odierni, ma capace di restare meravigliosamente anni ottanta. Chiude “Square bashing”, una sorta di epilogo visionario di questa nuova fantastica tappa delle esplorazioni sonore di Roberto Drago a cui si spera ci sarà presto un seguito.
Sito Web: https://lucesia.bandcamp.com/album/074-rd-bodies-inspected
(M/B’06)

RED MISHIMA
Red Mishima
CD (Swiss Dark Nights)

Esordisce questo quartetto bolognese autore di un album molto interessante, supportato da altri sette elementi, cinque ai synth e tastiere nei diversi brani, Cecilia Marchetta al flauto in “Beyond the mirror” e Luigi Russo al santur in “Crystal forest”. Cinquantun minuti di grande musica da cui la new wave trae nuova linfa vitale, beneficiando dei fraseggi chitarristici tipicamente shoegaze di Stefano Sissa. L’opener “Oblivion” chiarisce fin da subito le linee guida dell’album, con il dualismo tra la chitarra e la voce di Corinna Barchetta: l’esordio atmosferico e quieto, lascia spazio verso la fine del brano ad un grondare congiunto di tutti gli strumenti, mai caotico, tuttavia intenso, in cui la batteria di Antonio Altini detta i tempi. “Tomorrow’s death” richiama i The Cure, mentre la successiva “Marion” è probabilmente l’episodio migliore dell’album, in cui si respirano atmosfere che ricordano i “London After Midnight”, pur con il grande valore aggiunto del cantato di Corinna e dei synth dell’ospite Matteo Nerozzi. Da segnalare “Beyond the mirror”, canzone malinconica caratterizzata da una transizione chitarristica che esplode nel ritornello con un attacco irresistibile, per poi cessare e ripetere il giro nella seconda parte. Ancora la poetica “Vampires” regala un drumming sincopato che dialoga col basso di Stefano Meneghini con Thomas Panzavolta alle tastiere. Chiude “…Escape” originale brano atmosferico con Corinna che declama lugubri versi. Ottimo debutto ed un solo vero difetto: manca il libretto coi testi delle canzoni, che verrebbero da cantare a squarciagola.
Sito Web: https://www.facebook.com/redmishimaband
(M/B’06)

SHEDIR
Finite infinity
CD (Cyclic Law)

Ritorna Martina Betti col suo progetto, dopo tre anni di silenzio e sempre per Cyclic Law, riprendendo il discorso musicale iniziato col debutto “Falling time” esattamente dove lo aveva lasciato. Pur essendo un lavoro ambient dalle atmosfere dilatate l’album non è particolarmente lungo, ma cattura perfettamente l’essenza di ciò che deve essere la sensazione che si prova attraverso la contemplazione del cielo notturno in luoghi solitari e vasti, topos di opportunità dove il macrocosmo si può rispecchiare e ricongiungere col microcosmo interiore, alla ricerca dell’essenza stessa della vita, e titoli come l’opener “Your hear rise the secret wind behind the brain” parlano da soli.
Musicalmente è un lavoro apparentemente canonico nel seguire l’ambient più contemplativo e freddo che attinge dalla Kosmische Musik a piene mani, ma le contaminazioni glitch/drone lo rendono più dinamico e in un certo senso disturbante, a vantaggio dell’originalità, anche se in un panorama come questo, piuttosto statico e saturo, è sempre complesso emergere.
Sito Web: https://cycliclaw.bandcamp.com/album/finite-infinity
(M/B’06)

TESTING VAULT
The night land
CD (Hellbones Records)

Nuova uscita per il progetto principale di Daniele Santagiuliana, dichiaratamente ispirato a gruppi e musicisti come Coil, Angus MacLise, Cyclobe e Premature Ejaculation. L’album è dedicato al libro dal medesimo titolo dello scrittore William Hope Hodgson e alla pellicola “Sul globo d’argento” di Andrej Zulawski. Autore tra i preferiti da Lovecraft, Hodgson fu di sicura ispirazione per i suoi racconti e per gli stratagemmi letterari da lui usati, su tutti quello del ritrovamento di un manoscritto, utilizzato ad esempio nel racconto “La casa sull’abisso”. Come detto, Daniele celebra invece “The night land”, la terra dell’eterna notte, racconto di un futuro distopico in cui il Sole si è spento ed i pochi esseri umani sopravvissuti sulla Terra si sono rifugiati nel sottosuolo, essendo la superficie invasa da giganteschi mostri spaventosi generati dalle tenebre, che il protagonista finirà per affrontare, inseguendo il richiamo di una donna misteriosa. Il film “Sul globo d’argento” narra invece di un futuro lontano in cui alcuni esploratori lasciano la Terra in cerca della felicità e fondano una civiltà primitiva su un nuovo pianeta, dopo essere stati costretti ad un atterraggio di fortuna. L’album "The Night Land" è quindi un concept basato su questi due mondi in cui “il sonno della ragione”, che si fonda sull'isolamento emotivo e si poggia su una solida realtà, genera mostri o almeno fantasmi, e questa è un’altra citazione ancora, questa volta dall’acquaforte e acquatinta di Goya “Il sonno della ragione genera mostri” del 1797. Il cd è una sorta di viaggio all’esterno del proprio rifugio sotterraneo, della cosiddetta “comfort zone”, verso l’ignoto che spaventa come tutto ciò che non si conosce e che costringe ad affrontare i propri fantasmi, interiori o esteriori che siano, alla ricerca di un cambiamento e del fine ultimo che è per ogni essere umano la felicità o per lo meno la salvezza, materiale o spirituale che sia. L’ascoltatore accompagna quindi Daniele in questo suo percorso basato musicalmente su un substrato di musique concrète, creata con l’ausilio di oggetti vari, tra i più disparati e originali, addirittura delle protesi dentarie, a cui vengono mescolati estratti di musica da camera utilizzati per rendere l’ambientazione cinematografica e visionaria. È un momento sublime dall’inizio alla fine, per quei 38 minuti che sembrano pochi e che fanno ripartire il lettore immediatamente dopo, alla ricerca di qualcosa che ci è sfuggito e che coglieremo al centesimo ascolto, con la stessa difficoltà con cui si ricostruiscono i sogni al mattino.
Sito Web: https://www.facebook.com/TestingVault
(M/B’06)