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ALBIREON
La bellezza di un naufragio 1998-2018
CD(Toten Schwan, Torredei Records)


Il gruppo di Davide Borghi ritorna con una splendida uscita limitata a 200 copie in digipak formato A5, che raccoglie le gemme salienti, tutte o quasi riarrangiate e riregistrate, di un percorso ventennale. I diciotto brani che saturano completamente lo spazio a disposizione sul cd tracciano una parabola fatta di collaborazioni eccellenti ed una perfetta metabolizzazione dello spirito che attraversa questo genere. Tanti i nomi che fanno capolino, a partire da Tony Wakeford che lascia la sua inconfondibile impronta vocale e chitarristica nel brano “Snowflakes”, ma anche “Ala di falena”, con la voce di Oliver dei Sonne Hagal, nome che ritroviamo nella cover italianizzata “Spighe” del loro brano “Eismahd”, frutto dello split del 2007. Sul versante delle collaborazioni con le glorie nostrane invece, vanno annoverati sicuramente Francesca Nicoli, voce degli Ataraxia, Gianni Pedretti dei Colloquio oltre che parte dei Pervas Nefandum, Corrado Videtta degli Argine e Mauro Berchi, quest’ultimo alla voce nell’inedito “Celebrazione di un oblio”. Di fronte ad una raccolta che include venti anni di attività, colpisce una volta di più la mutevolezza e a un tempo solidità e coerenza degli Albireon: capaci di lavorare negli anni con artisti molto diversi tra loro nel dare un’interpretazione al neo-folk, hanno costantemente conferito una profonda riconoscibilità sia ai brani oggetto di collaborazione, che a quelli propri, oscillando tra ambientazioni nordiche fino a quelle popolari e dialettali, che hanno caratterizzato indimenticabili cantautori come De André, sempre guidati dal loro lato più emozionale e coinvolgente, chiave del loro indubbio successo.
Sito web: https://albireon.wordpress.com
(M/B’06)
CORRADO ALTIERI
Less
CD/Download (Azoth)

Dopo la collaborazione Balestrazzi/Quiriconi da noi trattata su queste stesse pagine, ecco il secondo sigillo targato Azoth nel 2019 tutt’ora in corso. Voi che leggete conoscete molto probabilmente Altieri per il main-project Uncodified, ma anche per TH26, Monosonik e Candor Chasma, quest’ultimo in tandem con il curatore dell’etichetta Simon Balestrazzi. Corrado esordisce con un progetto del tutto personale esplorando territori meno ‘harsh’ ed aggressivi rispetto ai suoi standard, e portando il proprio campionario di frequenze e soundscapes analogici al servizio di paesaggi sonori più dilatati e riflessivi. Gli stessi titoli di alcune tra le nove tracce del lavoro suggeriscono in qualche modo un collegamento con dimensioni ‘ambientali’ di un certo tipo: ‘Terra’, ‘Lakes’, ‘Drop’ e ‘Clouds’ accompagnano l’ascoltatore in un’avvincente esplorazione di circa quarantacinque minuti, un’esperienza sonora che farà gran piacere agli amanti della britannica Touch piuttosto che ai fans di artisti come Lagowski ed il suo progetto SETI. Il titolo ‘Less’ parrebbe suggerire che Corrado voglia agire in questo lavoro ‘per sottrazione’, utilizzando al meglio le armi di un moderno minimalismo per aprire la mente di chi ascolta verso nuovi orizzonti. La nuova, avvincente frontiera della psichedelia.
Sito web: https://azothrecordings.bandcamp.com/ (Oflorenz)
SIMON BALESTRAZZI & NICOLA QUIRICONI
Licheni
CD/Download (Azoth)

Proseguiamo con piacere ad accompagnare l’attività della Azoth di Simon Balestrazzi, che inaugura l’anno in corso grazie a questa nuova collaborazione con Quiriconi, già sodale di Simon nei due progetti Daimon e VipCancro. L’arsenale di strumenti non convenzionali e spesso auto-costruiti o modificati da Simon (guardate l’inserto del CD) incontra e si scontra con la serie di microfoni a contatto controllati da Nicola, dando forma e sostanza ai sette ‘licheni sonori’ che compongono la struttura del lavoro. Le dinamiche di improvvisazione elettro-acustica del disco si manifestano sin dai cinque minuti iniziali della prima traccia ‘Lichene#1’, mentre dalla successiva ‘Lichene#2’ entrano in campo le voci processate di Quiriconi, utilizzate a mo’ di strumento aggiunto in tale cornice di vera e propria ‘musique concrète’. I circa trenta minuti di ‘Licheni’ danno vita ad un’ideale colonna sonora di taglio ‘scientifico’ per la nascita ed evoluzione di forme di vita vegetale, e marcano la nona uscita per il catalogo dell’ etichetta di Simon, dando seguito al suo ultimo lavoro personale ‘Redshift’ del 2018. Vi do due riferimenti che spero vi saranno utili nel predisporvi all’approccio nei confronti del lavoro, certamente non semplice ma proprio per questo sfidante: i Nurse with Wound di ‘Homotopy to Marie’, e le tavolozze sperimentali dei portoghesi @C.
Ouvrez Vos Auditifs Canaux!

Sito web: https://azothrecordings.bandcamp.com/
(Oflorenz)
BLACK/LAVA
Lady genocide
C
D (Hellbone Records, Cave Canem D.I.Y., Italian Extreme Underground, Maculata Anima Rec, The Triad Rec)

Franco Barletta aka Enkil e Fabio Olivero debuttano con questo progetto congiunto di drone/noise/metal, sapientemente coadiuvati da Denis Gottardo alla chitarra, da Eraldo Bernocchi (Sigillum S) al mastering, da Petulia Mattioli che si è occupata dell’artwork e da Daniele Santagiuliana, che ha prestato sia la sua preziosa opera per la copertina, che la voce nella seconda delle quattro tracce, che compongono l’album. Questo lavoro segue la scia di un altro validissimo gruppo italiano, ossia i LaColpa, che hanno dato vita ad un’interessante mescolanza di noise, sludge e black metal. Nel caso di Black/Lava il duo si focalizza maggiormente su atmosfere oscure, in linea con la tematica dei campi di sterminio che ha caratterizzato principalmente il secolo scorso, ma è ben lungi dall’esaurirsi. Come nel caso di Solženicyn col suo capolavoro letterario “Arcipelago Gulag“, l’album si struttura in diverse parti, in base alle fasi del percorso ideale di sterminio, che in questo caso specifico sono state identificate come “Deportation”, “Destination”, “Torture” e “Death”. Gli strumenti utilizzati sono sia classici che elettroacustici di matrice artigianale. La prima traccia interamente strumentale inizia con una sorta di scampanellio, che ricorda l’avviso sonoro che sentiamo alla partenza del treno, in questo caso immaginando i mezzi che portarono tanti innocenti a morire nei lager nazisti o nei gulag staliniani. Subito un fraseggio di chitarra elettrica ed un drumming cadenzato prendono il via: il suono è pieno e potente, davvero piacevole per come riempie l’aria. “Destination” è di fatto un pezzo grim black metal denso di frequenze noise, in sostanza i Darkthrone di “Transilvanian Hunger” che incontrano i Vargr, con la voce di Daniele Santagiuliana assolutamente perfetta per lo scopo. “Torture” ha invece un approccio più death metal, con grida disperate che lo attraversano, enfatizzate da distorsioni e frequenze di fondo. L’ultimo brano tipicamente drone, vede l’alternarsi di chitarre e morbosa elettronica con sprazzi di batteria, un angosciante percorso fino alla fine.
Sito web: https://www.facebook.com/BlackLavaNoise
(M/B’06)
CLOUDWATCHERS
Cloud watchers
Download (Unexplained Sounds Group)

Debutta questo quartetto spagnolo, con un album di elettronica sperimentale che richiama in un certo senso quanto fatto vedere dai Popol Vuh nei primi anni settanta, con atmosfere dilatate e visionarie, proposte in una maniera più moderna, con l’uso non solo degli immancabili synth ad opera di tutti e quattro i membri del gruppo, ma anche delle chitarre di Andrés Alonso e Jaime Munárriz suonate in chiave drone, ma anche psichedelica, sotto l’influenza dei Pink Floyd più sognanti. La voce di Coco Moya viene utilizzata come uno strumento aggiuntivo fatto di vocalizzi rituali a rievocare i fasti della world music con i suoi toni mediorientali che si alternano al ritmo quieto, ma crescente dell’elettronica nella prima delle tre suite. La seconda e la terza traccia non cambiano la sostanza, assorbendo vaghe influenze krautrock sempre su un tappeto rumoristico estremamente soffice e dal ritmo appena accennato, creando un lavoro complessivamente piacevole, ma monolitico, adatto ad un pubblico già avvezzo a queste sonorità.
Sito web: https://unexplainedsoundsgroup.bandcamp.com/album/
cloudwatchers

(M/B’06)
EMPTY CHALICE
Mother destruction
CD (Toten Schwan)

Ritorna Antonio Airoldi col suo progetto ambient/drone, che questa volta prende le mosse dai freddi e dalle cupe e malinconiche atmosfere invernali: composto sulla scia di “Emerging is submerging” e a conclusione di un ciclo, partendo da campionamenti elaborati a fine 2017, l’album vede oggi finalmente la luce. Il primo brano, “Unholy light” ricorda da vicino le morbosità tipiche di Zoloft Evra o Djinn, con un approccio meno rumoristico e fortemente più atmosferico rispetto al passato e che vede l’apporto di Davide Billo del progetto Kurgan Hors. Segue “Treblinka’s snow”, primo pezzo ad essere stato riesumato dal passato, con un concept che risale al 2015, a cui presta la propria voce Thyme Nord, dei Rare Form oltre a Peter Verwimp degli Ashtoreth: come suggerisce il titolo, esso incarna perfettamente la sensazione di malinconia e desolazione che doveva attraversare i prigionieri dei lager tedeschi durane la seconda guerra mondiale, una sorta di rivisitazione delle collaborazioni più atmosferiche di Albin Julius e Douglas Pearce. La lunga suite “Rest in pain” è un altro episodio che sembra inizialmente richiamare “Treblinka’s snow”, per poi evolvere in un fraseggio rarefatto di chitarra mescolato ad un altrettanto scarno sfondo di batteria, che si dissolve nell’ultima parte per lasciar spazio all’elettronica quieta e dissonante. In “Qva Resvrget Ex Favilla”, gli Inade incontrano i Popol Vuh, visione e rituale di distruzione e creazione, eterno ciclo di cui la leggenda dell’araba fenice ha tracciato il solco. Chiude la title track, riprendendo in parte il concept della precedente e mantenendosi su lidi industrial/dark ambient.
Sito web: https://www.facebook.com/empty.chalice
(M/B’06)
KOLLAPS
Mechanical Christ

CD / LP (Cold Spring)

A distanza di quattro anni dal precedente “Sibling lovers”, ritorna il terzetto australiano dedito ad un’industrial primordiale a base di percussioni create con materiali di recupero riprendendo in pieno la lezione dei Test Dept., ma con un’attitudine degenerata che richiama alla mente i maestri e connazionali SPK. Putrefazione, morte e depravazione sono i messaggi principali che rimangono dall’ascolto della loro musica e dai loro video sempre turbanti e scioccanti. L’intento è quello di tracciare un quadro nichilista e purtroppo non così distorto della società moderna.
§Tra i brani più significativi sicuramente spiccano “Fleshflower” e “Love is a war”, il primo presentato con un video ufficiale, che propone a grande velocità una carrellata di immagini di asfissia autoindotta, interventi chirurgici e chi più ne ha più ne metta, il tutto lavato con litri e litri di sangue.
Il secondo è una sorta di memorabile ballata funebre allucinata che lascia il segno. Sono pochi i gruppi nel panorama industrial in grado di lasciare un segno così doloroso e indelebile, anche grazie all’usuale eccellente lavoro a supporto della Cold Spring che in questo caso, diversamente dal solito, non affida il mastering a Martin Bowes presso i Cage Studios, lasciando campo totalmente libero ai nostri.

Sito web: https://www.facebook.com/Kollapsmusic
(M/B’06)
NORDVARGR
Tantum melior
CD (Cyclic Law)

Henrik Nordvargr Björkk è un artista poliedrico dalle infinite potenzialità, capace di una continua evoluzione anche dopo aver lavorato a centinaia di album: dopo aver lavorato ad una uscita come “Metempsychosis”, composta di brani più vicini che mai alla forma canzone rispetto a tutto ciò che aveva fatto finora, Nordvargr, con il supporto della Cyclic Law, ripropone una rivisitazione dei brani che lo compongono ad opera degli amici e colleghi di sempre. Si parte con “Into the cycle of all and nothing”, rivisto dal progetto alter ego per eccellenza di Björkk, ossia i monumentali MZ.412, di cui lui stesso è parte da sempre con lo pseudonimo Vampiir Kremator. “Sweet Death Triumphant” trova spazio per tre rivisitazioni, la prima degli Ordo Rosarius Equilibrio, con le sue tradizionali atmosfere decadenti, la seconda rielaborata in chiave avantgarde death metal dal norvegese Kristoffer Oustad, e l’ultima dagli storici Thorofon. I neozelandesi Vassafor trovano spazio per un’altra conversione in chiave metal, questa volta black metal, del brano “At the crossroads of immortality”, come a ribadire ancora una volta la doppia natura rock ed elettronica che spesso e volentieri pervade i progetti di Nordvargr. Frédéric Arbour si cimenta nel brano “Invocation for a malignant spirit” coi suoi Visions, il duo EBM Spetsnaz stravolge “Salve Teragmon”, mentre Michael Idehall riprende “Manifestation”. Chiude lo sconosciuto progetto “The benjolin codex” con “Consolamentum. Consigliato senz’altro a chi ha apprezzato “Metempsychosis”, questo album compie un passo ulteriore verso lidi finora inesplorati.
Sito web: https://nordvargr.bandcamp.com
(M/B’06)
THE TAPES
News from nowhere + Jurij
LP+7” (Luce Sia)

Ascoltare i The Tapes è come immergersi in un mondo senza tempo in cui il confine tra ciò che è reale e ciò che è sogno, è sfumato e non razionalizzabile: dopo ben ventisei anni di assoluto silenzio i punti interrogativi su cosa sarebbe stato un nuovo album del duo ligure erano parecchi, anche alla luce di un genere come la synthwave, dove innovare e stravolgere è sempre complesso. Quest’ultimo fattore forse è stato quello più importante nella realizzazione di questo lavoro, contribuendo al concretizzarsi di qualcosa che non ha l’intento di proporre qualcosa di radicalmente nuovo rispetto al passato, ma sembra uscito qualche mese dopo “Il tempio” del 1993, e che ha come unico concreto segnale di distacco dal passato una cura dei suoni adatta ai tempi recenti, ma che non snatura minimamente le atmosfere che da sempre contraddistinguono l’opera dei fratelli Drago rendendola piacevolmente unica. Otto nuove tracce su vinile bianco più una sul bonus 7” single side “Jurij” in vinile rosso per chi avrà la fortuna di accaparrarsi l’edizione limitata a 80 copie o quella deluxe in sole 20 copie con cartoncino autografato del duo, il tutto in una custodia in finto cuoio nero. L’andamento dei brani è quello quieto e sognante che ha consentito al gruppo di ritagliarsi una sua sfera di influenza dagli anni ottanta fino ad oggi: atmosfere magiche in un susseguirsi di suoni e sperimentazioni interessanti, che vanno ascoltate senza soluzione di continuità, mai ridondanti o pleonastiche, che mantengono sempre viva l’attenzione anche in un ascolto che può iniziare come distratto. Come tutte le uscite di Luce Sia, anche questa è qualcosa di lungamente voluto dalla coppia Sacha e Nebo, entrambi grandissimi appassionati ed amanti della scena industrial italiana, tra l’altro gli unici ad aver ristampato alcuni lavori dei “The Tapes”, mai pubblicati prima se non come nastri privati, quindi fortemente consigliata a tutti gli amanti del genere e non.
Sito web: https://www.facebook.com/LuceSiaLabel(M/B’06) 
TREPANERINGSRITUALEN & NORDVARGR
Konung Krönt i Blod / Salve Teragmon
Download / LP (Cyclic Law)

Esce solo in formato liquido questo split in cui Thomas Ekelund e Henrik Björkk si sfidano remixando un brano dell’altro prelevati rispettivamente da “Perfection & Permanence” e “Metempsychosis”, a suggellare un sodalizio che è iniziato al X Congresso Post Industriale o forse prima, e che ha contribuito a dare nuova linfa a questa coppia di svedesi, soprattutto nel caso dei Trepaneringsritualen che recepiscono le atmosfere tipiche degli MZ.412, unite alla primitiva potenza del sound di Ekelund.
Sito web:
https://www.de-za-kh-a-da-sh-ba-a-ha-v.se; https://nordvargr.bandcamp.com
(M/B’06)
VEIL OF LIGHT
Inflict

LP (Avant! Records)

Torna questo duo svizzero, da un paio d’anni sotto la Avant!, etichetta ideale per band con sonorità wave/synth pop, che da sempre annovera nella sua scuderia ottime realtà, ed i Veil of light non fanno certo eccezione.
Arrivati al quarto full length, i nostri segnano un sensibile miglioramento rispetto al precedente lavoro: il suono è migliorato, si è fatto più solido e concreto, basato su beat elettronici dai toni sporchi che conferiscono all’album la giusta dose di disperazione e forza, che ha caratterizzato le formazioni degli anni ottanta, riferimento ideale del duo, unitamente ai synth glaciali ed al caratteristico cantato che sembrano riemergere da zone industriali abbandonate. Trascinante la opener “So hard”, letteralmente irresistibile l’attacco ed il ritornello di “Fact2019”, l’album si fa ascoltare piacevolmente e chiude in bellezza con “Nothing left”.
Sito web: https://www.facebook.com/veiloflightmusic
(M/B’06)
VV.AA.
Black solitude volume 1
Download (Chandler Records)

La Chandler Records di Marco Grosso ospita una compilation in free download su bandcamp, che raccoglie artisti non particolarmente conosciuti, ma prevalentemente di consolidata esperienza e di ottimo livello: il primo brano ad esempio, forse il migliore della raccolta, è uno split dei due progetti di Cecco Testa, Cropcircle e Winter Martyrium, il primo ambient, il secondo ambient/black metal, che qui trovano un connubio assolutamente perfetto. In tutto sono 14 pezzi di altrettanti artisti non solo italiani, che annoverano i francesi MUWN e “I, Eternal”, gli americani Crepuscular Entity e Lord Cernunnos, Graham Fialkiewicz dall’Inghilterra ed i Mean Flow del greco Theofil Tsiolakakis. Il comune denominatore di questi progetti è appunto la solitudine, non in senso negativo, ma come scelta di isolamento e opportunità di crescita interiore: il genere ideale a far da sfondo non può che essere il dark ambient, eterno amore di Marco che, oltre ad inserirsi in prima persona coi suoi Snowfade, ha saputo scegliere con grande gusto ed intelligenza i compagni di viaggio per questa uscita, dando il giusto risalto a delle interessanti sorprese come i Cammino Oscuro, autori di un ambient davvero tetro. Fuori dal coro gli alessandrini Corpoparassita, e i già citati Crepuscular Entity, con pezzi decisamente più rumorosi rispetto agli altri.
Sito web: https://chandlerrecords.bandcamp.com/album/black-solitude-volume-1
(M/B’06)
VV.AA.
Black solitude volume 2
Download (Chandler Records)

Dopo il successo del primo volume, prosegue la marcia di Marco Grosso volta alla celebrazione della solitudine in tutte le sue forme. Rispetto alla precedente gli artisti cambiano e l’accezione generale muta da un generale approccio dark ambient ad uno più industrial, specie per quanto riguarda Petrolio, Onasander e Dario Neri (SKR Project, Artico Culto), il primo autore di un pezzo davvero trascinante, il secondo più riflessivo, il terzo a cavallo tra vecchia scuola industrial e transizioni fatte di echi riverberati. Gli sconosciuti “Hallucinogens to the alligators” trovano spazio col brano “Dr Helmut rough mix”, interessante e visionario, mentre gli Enten Hitti propongono un pezzo ambient dalle struggenti melodie neoclassiche. I russi Nubiferous ipnotizzano l’ascoltatore con una lunga suite tribal ambient, seguita dal maestoso dark ambient degli Hypnagogue ed infine dai tetri Rotcart. Ancora una volta la Chandler Records ed il fiuto di Marco Grosso per la musica ambient hanno fatto centro.
Sito web: https://chandlerrecords.bandcamp.com/album/black-solitude-volume-2
(M/B’06)
VV.AA. 
Drone islands - Land raising

CD(Eighth Tower Records)

Raffaele Pezzella, tramite la sua sotto etichetta Eighth Tower Records, presenta una compilation celebrativa della musica drone, includendo veterani come Ah Cama-Sotz e Kammarheit, il primo nella sua versione drone/ambient: tutti gli artisti coinvolti quindi si cimentano attraverso la musica nella celebrazione del genio di Phil Niblock e LaMonte Young. Il risultato è un’eccellente raccolta, nella migliore tradizione delle uscite curate dall’etichetta, che permette di avere un interessante punto di vista, anche se purtroppo limitato ad un singolo brano a testa, di alcuni degli artisti di maggior rilievo che percorrono la via classica o quella più sperimentale del genere drone. Oltre a quelli già citati, partecipano i Satori, il ritualismo degli Ashtoreth con un overtone singing che ricorda i Phurpa, i Daimon e la sorpresa Stefan Klaverdal, che sforna un brano atmosferico che ricorda da vicini gli episodi più riusciti e atmosferici della cosiddetta Kosmische Musik degli anni settanta, sulla scia di gruppi come i Tangerine Dream ed i Cluster. Immancabile il contributo di Sonologyst, la creatura di Pezzella, poi il ceco Jan Kruml coi suoi Instinct Primal, Lars Bröndum e Massimo Olla con un pezzo a metà tra musique concrète e drone/ambient. Chiudono i Nihil Impvlse con un brano lacerante e Hler che riporta la calma col suo “Lovi.Segment 1”.
Sito web: https://eighthtowerrecords.bandcamp.com/album/drone-islands-land-raising
(M/B’06)